I personaggi di Card Captor Sakura appartengono alle "signorine" CLAMP in tutti i sensi e non sono stati utilizzati a fini di lucro ma per puro divertimento personale.
Questo racconto č uno shounen ai, una storia d'amore tra ragazzi (maschi).


LA LUNA E LE STELLE

by Anthony

 

A volte i sogni si avverano.....

<<Resti qui a dormire?>> Yuki si stiracchiò; gli stava venendo sonno lì sul divano tra le

braccia di Touya, al calduccio. Touya tirò via la coperta che li avvolgeva.

<<No, non posso proprio. Devo assolutamente andare al lavoro; anzi, sarà meglio che mi sbrighi o arriverò tardi.>>

Yukito protestò <<Cosa? Vuoi già andare via? Non è ancora ora...>> Guardò l'orologio; veramente era tardissimo, ma voleva assolutamente trattenerlo <<...eppoi vuoi andare via vestito così? Hai ancora la tuta da ginnastica!>>

Touya si guardò; era vero, non si era ancora cambiato i vestiti da quando era uscito da scuola. Si era preoccupato di riportare a Yuki le sue cose, ma aveva dimenticato di rimettersi l'uniforme.

<<Sentivo un po' di freddo in effetti... Vabbè, passerò da casa a cambiarmi e poi....>>

Touya non finì la frase. Incespicò e quasi cadde; si appoggiò al muro. Yuki si alzò dal divano e gli andò incontro.

<<Touya, non ti senti bene?>>

Si portò una mano alla fronte e si diresse barcollando al divano.

<<No, sto bene. Ho avuto solo un giramento di testa.>> si sedette sul divano e chiuse gli occhi. <<Resto qui cinque minuti e poi vado; mi riposo solo un attimo. Davvero. Sto bene. Non ...>>

<<Touya, devi tornare a casa a riposarti; vado io al tuo posto al lavoro, eh? Che ne dici?>>

Yukito non ricevette risposta.

<<Touya?>>

Lo scosse appena.

<<Touya?!>>

Niente. Lo scosse più forte, ormai in preda all'angoscia.

<<Touya, rispondi! Touya!!>>

Zzzzz.....

Yuki rimase a bocca aperta.

Touya stava... dormendo!

Scoppiò a ridere. Si era riaddormentato!

"Ma non aveva detto che aveva dormito abbastanza per oggi?"

Sollevò Touya con non poca fatica e se lo caricò sulle spalle.

"Sarà meglio che lo riporti a casa sua; non posso lasciarlo qui da solo e non posso nemmeno affidarlo ai miei nonni. Come al solito, non ci sono!"

A quel pensiero Yukito ebbe una strana sensazione.

Con Touya addosso si chiuse la porta alle spalle e si diresse verso casa Kinomoto.

"Per fortuna che è qui vicino"

Mentre procedeva con Touya sulle spalle ripensò alla sua casa e al fatto che i suoi

nonni non c'erano mai. Realizzò che da quando era arrivato in città i suoi nonni erano sempre stati poco presenti; aveva sempre avuto l'impressione di non avercela, una famiglia. Che strano...

Arrivò davanti alla porta d'ingresso della casa di Touya. Suonò.

<<Si?>> Era la voce allegra di Sakura.

<<Ciao!>> rispose.

<<Touya! Yukito!>>

Yukito entrò in casa e, aiutato da Sakura, portò Touya in camera sua; lo sistemò nel letto e tirò sù le coperte.

<<Visto che non si svegliava più l'ho riportato a casa>>

Guardò Sakura: era piuttosto in ansia.

REstò con lei giusto il tempo di rassicurarla.

<<Ora devo andare; devo lavorare al posto di Touya.>>

<<Yukito... >>

<<Si?>>

<<Ecco... domani c'è la festa della scuola... ti va di venire?>>

Fissò la bimba con occhi dolci. Lui aveva il viso leggermente arrossato e lo sguardo perso.

<<Verrò sicuramente!>>

***

Yukito rientrò molto tardi quella sera. Era stanco.

Gettò le chiavi sul tavolo e si sdraiò sul divano.

Chiuse gli occhi e si immerse nel silenzio della casa. Come era grande, quella casa...

Cercò di pensare alle rare volte in cui c'erano i suoi nonni e la casa si animava.

Provò a ricordare quei momenti.

Ma non ci riuscì.

Qualcosa lo aveva tormentato tutta la sera; le facce dei suoi nonni.

Non riusciva a visualizzare i loro volti; o meglio, li aveva mai visti?

***

Era stata una giornata molto stressante, così cercò di far mente locale della sua situazione.

"Ricapitolando: svengo e Touya mi dà la sua energia. Scopro di non essere umano.

Scopro di essere un tipo di nome Yue.

Io in realtà sono Yue."

Si fermò a riflettere su quest'ultima frase.

"Io in realtà sono Yue; questo vuol dire che i miei nonni in realtà sono i nonni di Yue?"

Gli fu subito chiara la verità; quel presentimento che non lo aveva lasciato un attimo in pace quella sera, si rivelò vero.

"Yue non ha famiglia, quindi neppure io ce l'ho." Le lacrime gli scesero copiose dagli occhi; si rannicchiò sul divano e nascose il volto tra le gambe.

"Io non ho alcun parente, sono sempre stato solo. Io ho...inventato i miei nonni..."

Yukito capì finalmente perché in tutta la casa non c'era una sola foto sua e della sua

famiglia.

Il lungo sonno di Touya stava cominciando a preoccupare Sakura; erano già diverse ore che continuava a dormire senza dare segni di volersi svegliare.

"Sta recuperando le forze" aveva detto Kero-chan. E lei di Kero-chan si fidava.

<<Ha fatto un grosso sforzo; il suo corpo si deve abituare al fatto di essere senza forza

magica. Da adesso in poi vivrà senza di essa... è diventato un po' più debole, ma è un

ragazzo molto forte di suo, non cambierà niente, in pratica.>>

<<Ma non potrà più vedere la mamma. Sai, mi diceva sempre che la vedeva.>>

Sakura prese una mano del fratello e la strinse tra le proprie. <<Mi diceva che lei era

sempre accanto a me; quando piangevo e avevo paura, Touya veniva da me e mi consolava dicendomi che la mamma era sempre accanto a me e per questo non dovevo sentirmi sola, perché lei vegliava su di me. E io la sento davvero vicino a me! Ma ora mio fratello ha dovuto tutta la sua

forza a Yue perché io sono troppo debole! È colpa mia se adesso è così; è colpa mia se non può più vedere la mamma!>>

I sensi di colpa stavano attanagliando il cuore di Sakura. I suoi occhi si stavano già riempiendo di lacrime.

Kero-chan le si avvicinò per consolarla.

<<Dai Sakura,non devi sentirti in colpa per questo. Touya ha fatto solo quello che gli sembrava giusto, nessuno lo ha costretto tantomeno tu. Eppoi, proprio perché non ha più forza magica non correrà più pericoli!>>

<<Come?>> Sakura non capiva quel che voleva dire Kero-chan.

<<Ricordi? Ogni volta che ti trovavi in pericolo lui accorreva sempre, ovunque ti trovassi, perché ti sentiva grazie alla sua magia. Così rischiava di essere coinvolto nei combattimenti. Sai che ti dico? Non avere più magia è un bene per lui.>> assunse una delle sue solite pose e, come se fosse inquadrato da Tomoyo, sentenziò: <<Decisamente!>>

Sakura lo guardò dubbiosa, ma sorrise.

<<Grazie, Kero-chan. Grazie davvero, perché fai di tutto per tirarmi su il morale.>>

<<E per questo mi merito un pezzo di torta, vero?>>

<<Uhmm, vedremo.>>

Sakura ucì dalla stanza di Touya e Kero-chan la seguì.

<<Sakura, domani mi porti qualche dolce dalla festa?>>

<<Dal bar della mia classe, intendi?>>

<<Si! Si!>>

<<Sai che farò la cameriera? È per la festa dei negozi. Le uniformi le ha disegnate Tomoyo; per fortuna, niente di vistoso!>>

Sakura rideva di gusto: era ritornata allegra come al solito. Meno male.

<<Ho sentito che hai chiesto a Yukiusagi di venire alla festa della scuola, domani.>>

<<Si, è vero.>> Sakura abbassò gli occhi ed arrossì.

<<Ho intenzione di dirgli che gli voglio bene...>>

***

Domenica mattina.

Yuki si alzò di buon ora. Era una splendida mattinata; il sole splendeva, il cielo era

azzurro e non c'era una sola nuvola. Era una giornata perfetta.

Se non fosse che c'era qualcosa che rovinava quell'atmosfera di pace.

Aveva dormito poco, ma non aveva sonno.

Non aveva più sonno perché Touya gli aveva dato tutta la sua magia.

Stava per mettersi di nuovo a piangere.

Yukito si fece forza.

Basta pensieri tristi, si ripromise; Touya non sarebbe stato affatto felice di vederlo così abbattuto.

"Più tardi lo andrò a trovare, ma prima devo mantenere una promessa fatta ad un alto Kinomoto"

Fece una doccia e si preparò per andare alla festa della scuola di Sakura.

Non si preparò la colazione, non perché non avesse appetito, ma perché sapeva che ci sarebbe stato sicuramente di che mangiare.

Però fino a qualche giorno prima si sarebbe abbuffato comunque...

Era inutile, qualunque cosa facesse o pensasse, rischiava sempre di ricadere nella tristezza di quei pensieri.

"Visto che non riesco a non pensarci, devo fare in modo di conviverci!"

***

La scuola di Sakura era tutta addobbata; gli studenti delle varie classi si davano un gran

daffare per accogliere i visitatori che erano per la maggioranza parenti e amici.

Nell'aria c'era un'atmosfera allegra che faceva sentire bene Yukito.

Quando entrò nella classe di Sakura, fu accolto gentilmente da una bambina. Lui vide subito Sakura e lei vide subito Yukito.

<<Yukito!>> Sakura lo accolse come sempre, con quell'allegria e quella spontaneità che lui ammirava tanto.

Sakura è una bambina davvero carina, pensava ogni volta che la vedeva.

Di più; era speciale.

Come Touya.

Sapeva che Sakura gli voleva bene, perché al contrario del fratello, non sapeva nascondere i propri sentimenti.

Glieli si poteva leggere in faccia.

Ecco, in questo fratello e sorella erano proprio diversi.

<<Ciao Sakura!>> si abbassò per essere alla sua altezza <<Sei proprio carina vestita così!>> Vide Sakura arrossire; Touya non era mai così trasparente.

Tomoyo si avvicinò ai due, prese il vassoio che Sakura teneva in mano e suggerì all'amica di far da guida a Yukito all'interno della scuola.

Yukito prese per mano Sakura e insieme fecero il giro delle classi; si mostrò molto entusiasta per l'organizzazione della festa e ancora di più per il fatto che erano stati gli alunni a fare tutto.

Tutto questo entusiasmo da parte sua non faceva altro che aumentare la felicità di Sakura.

<<Ah! La palestra! Vieni, Yukito!>>

<<"Palestra:Strada Stellata">> lesse Yuki su un cartello <<Entriamo?>> propose.

Sakura gli diede risposta affermativa. Era ancora tutta rossa in viso, notò lui.

Lo spettacolo che videro quando entrarono era veramente bellissimo; un alto e lungo corridoio formato da tendoni blu si snodava lungo tutta l'ampiezza della palestra e dal soffitto scendevano centinaia di stelle luminose.

<<Ah, le stelle sono queste lampade....>>

Yukito ne prese tra le mani una che dal soffitto scendeva fino all'altezza del suo viso.

Che ambiente suggestivo....

Tutte quelle luci che lo circondavano gli davano l'impressione di essere veramente perso tra le stelle.

Fiumi di stelle
si confondono coi sogni
nell'immenso prato blu
del cielo

Gli era venuta in mente una poesia che tempo fa aveva letto; qualcuno l'aveva affissa alla bacheca della scuola e il fatto era parso strano a Yuki. Comunque, la poesia gli era piaciuta e ne aveva fatto una copia; poi l'aveva persa da qualche parte.

L'aveva letta tante di quelle volte... Come continuava?

Lontano da te...

Touya!

<<Senti Sakura, e Touya come sta?>>

<<Non si è ancora svegliato.>>

<<Ah si?>> Si fece serio.

La risposta di Sakura lo aveva preoccupato.

Touya non si era ancora svegliato; questo non faceva di certo bene al suo umore.

Lontano da te
il mio cuore vorrebbe partire
e andare lassù
nell'oblio della notte stellata

<<Yukito...>>

La voce di Sakura lo riportò alla realtà.

<<Si?>>

<<Io...>>

Inspirò a fondo e poi continuò, <<Io ti voglio bene...>>

E perdersi nel nulla profondo
per poterti sognare
completamente solo
lassù nel cielo.

***

Domenica sera.

Il cielo si stavano colorando di rosso, mentre le nuvole acquistavano una tonalità rosata

che ricordava tanto lo zucchero filato.

Nakuru era affacciato alla finestra; guardava Venere, splendente come una stella, che si stagliava nel cielo infuocato.

Quel tramonto così suggestivo lo aveva reso malinconico.

<<Ehi Suppy, sai dov'è andato Eriol?>>

Il gatto alato sollevò la testa dal libro di magie che stava leggendo e lo guardò.

<<Ma come? Non ricordi? È a scuola per la festa delle classi; ha detto che già che c'era,

ne approfittava per far cambiare a Sakura alcune carte.>>

<<Ah si?>>

Nakuru tornò a guardare il tramonto con aria trasognata.

Suppy si alzò dalla poltrona e gli si avvicinò.

<<Che cos'hai? È da questa mattina che sei strano.>>

Nakuru sospirò. <<Dici?>>

<<Si!>>

Stettero un po' in silenzio.

<<Ho passato tutta la notte a pensare.>>

<<A cosa?>>

<<A quello che hai detto ieri>>

Suppy ripensò alla giornata precedente: niente.

<<E che cosa avrei detto io ieri?>>

Nakuru gli lanciò uno sguardo e poi si voltò per non farsi vedere in volto.

<<Quando abbiamo parlato di Touya....ieri... ecco hai detto che io... >>

<<Ah si! Che ne eri innamorato!>>

Nakuru arrossì lievemente, ma Suppy non poteva notarlo.

Continuò: <<Si,si! E poi mi hai anche mandato... >>

<<Avevi ragione!>>

<<.....a quel paese.>> finì la frase. <<Cosa hai detto?>>

<<Ci ho pensato. Hai ragione tu. Sono innamorato di Touya Kinomoto!>>

Si alzò in piedi voltandosi verso Suppy: era paonazzo.

<<Ogni volta... ogni volta che penso a lui il mio cuore batte all'impazzata; ogni volta che

lo vedo vorrei stringerlo forte tra le mie braccia... >>

<<Che è poi quello che fai, visto che quando lo incontri gli salti sempre addosso!>> Suppy rise.

Nakuru fece l'offeso <<Non prendermi in giro!>>

<<Non lo sto facendo! Sono contento che ti sia innamorato, non è mica un ma. Anche se non siamo esseri umani siamo stati creati da uno di loro; ed Eriol ci ha dato la capacità di provare sentimenti di qualsiasi tipo. Ieri ti ho detto che stavi esagerando a prendertela in quel modo solo perché non era da te farlo. Avevo paura che commettessi qualche sciocchezza. Tutto qua.>> Lo guardò sorridendo.

Nakuru si risedette e tornò a osservare il rosso del tramonto che lentamente lasciava posto alla luce delle stelle.

<<Di qualsiasi tipo, dici? Quindi anche l'amore per una persona?>> chiese.

<<Amore, odio, gelosia... Tu stai provando tutti questi sentimenti, non è vero?>>

<<Sei geloso a causa di Yukito?>>

<<Ah-ha>>

<<Lo odi?>>

<<Si...no....uff, non lo so! So che non lo voglio tra i piedi, quello sì!>>

<<E Touya? Cosa provi esattamente per lui?>>

<<Per Touya? Io... te l'ho già detto!>> Nakuru si voltò dall'altra parte. Se non voleva parlare era meglio lasciarlo stare, pensò Suppy. Tornò ad occuparsi del suo libro.

Allora, quella formula era per...

<<E va bene! Te lo dico!>> Nakuru prese il libro di Suppy, lo chiuse e se lo lanciò alle spalle. Il gatto lo guardò, allibito, volare fuori dalla finestra aperta.

<<Lo-lo sai quanto vale quel libro?>>

<<No e non mi interessa. A me interessa solo Touya!>>

Un sorriso radioso si dipinse sul volto di Nakuru mentre parlava del ragazzo che amava. Suppy ascoltò senza interrompere il fiume di parole che usciva dalla sua bocca; l'entusiasmo con cui parlava di Touya era travolgente. Sapeva che fosse un chiacchierone, ma sembrava non trovare il

tempo di prendere fiato mentre tesseva le sue lodi; così non lo aveva mai visto. La luce negli occhi di Nakuru era qualcosa di assolutamente nuovo.

Stettero così a lungo, seduti sul tappeto, mentre fuori scendeva la sera e le stelle splendevano in cielo.

Quando più tardi Eriol rientrò, Nakuru non aveva ancora interrotto il suo monologo; seduto davanti lui, in stato semi-catalettico, si trovava Suppy.

<<Ah! Ciao Eriol!>> Nakuru lo salutò con la solita irruenza <<Come è andata la festa a scuola? Ti sei divertito?>>

<<Io si, molto;a anche tu, mi pare.Ti vedo allegro; ti è successo qualcosa di bello?>>

Suppy si alzò un po’ intontito.

<<Ha solo parlato ininterrottamente per tre ore senza mai smettere un secondo e senza mai prendere fiato, e io sono dovuto stare ad ascoltarlo per tutto il tempo. Mi fanno male le orecchie....>>

Nakuru si sentì offeso.

<<Come "sono dovuto stare a sentirlo"? Mi pare che sia stato tu a dirmi di 'esternare i miei sentimenti’!>>

<<Sì, ma tre ore di 'esternamenti' sono veramente tante da sopportare.>>

Il battibecco tra i due si fece acceso ma, mentre Suppy rimaneva calmo e tranquillo, Nakuru si scaldava sempre di più e, per l'agitazione, saltellava dappertutto.

Eriol sorrise a quella scena quasi surreale.

Nakuru non riusciva a nascondere i suoi sentimenti, così umani; eh sì, l'aveva creato proprio bene.

<<E immagino che l'unico argomento che possa interessargli, da farlo parlare tanto, sia il fratello di Sakura, vero?>>

Poff! Nakuru si sentì il viso in fiamme; euforico urlo: <<Siiii! Come hai fatto a capirlo?>>

Eriol sorrise, ironico.

<<È perché sono tuo padre.>>

Effettivamente Eriol era come un padre per Nakuru e Suppy; in fondo era il loro creatore.

<<Oggi ho dovuto tormentare un po' Sakura, anche se mi dispiace. È diventata più forte; è riuscita a percepire un mio ricordo, la mia morte.>>

Nakuru gli spuntò alle spalle.

<<Allora l'hai vista! Senti, sai per caso....>>

<<... Come sta suo fratello?>>

Annuì.

Eriol si sedette sulla sua poltrona.

<<Sembra che non si sia ancora svegliato. Ti preoccupa la cosa?>>

Nakuru scosse la testa.

<<No, perché so che si riprenderà in poco tempo.>>

Eriol poggiò la testa sulla mano, con fare assente.

<<Invece Yukito è molto in ansia. Più che altro, si sente in colpa. Invece non ha alcuna responsabilità per quello che è accaduto; mi dispiace che sia così triste.>>

Suppy si sistemò sulle sue ginocchia.

<<Ti preoccupi per lui perché in realtà è Yue? Sei molto buono, Eriol.>>

Il mago bambino abbozzò un sorriso malinconico.

<<No, non sono buono. Sono solamente molto egoista. Però è vero che quel ragazzo mi sta a cuore perché è Yue. Ho creato lui e Kerberus e anche voi, quindi mi sento responsabile nei vostri confronti.>>

Nakuru sbuffò, scocciato da quella conversazione.

<<Non capisco perché ti interessi tanto di quello la!>> Si andò a sedere alla finestra e diede loro le spalle; si sentiva profondamente offeso.

I due lo guardarono ed Eriol non potè trattenere un sorriso.

<<Il fatto è che è molto geloso di Yukito e quindi anche di Yue. Sai, per via di Touya... >> gli confidò sussurrando Suppy.

<<Non poteva essere altrimenti.>> concordò Eriol.

Nakuru, intanto, osservava le stelle.

La profondità di quel cielo immenso lo confortava e lo calmava.

A volte sognava di volare fino alle stelle e di addormentarsi stretto al petto della persona

che tanto amava.

Il suo amato Touya...

Si immaginò di baciarlo con passione e che lui rispondesse al suo bacio con altrettanto slancio e ardore.

Non poteva fare a meno di desiderare lui e il suo corpo; si chiese come sarebbe stato se avesse baciato Touya dappertutto, se lo avesse spogliato e accarezzato ogni centimetro della sua pelle e se poi....

<<Ah-ehm!>> Eriol si schiarì la voce, come per richiamare l'attenzione. <<Nakuru....>>

Lui si voltò lentamente, con circospezione.

Interrotto sul più bello....

<<Si?....>> Che avesse percepito i suoi pensieri?

<<Ehm, proprio così!>> fu la risposta alla sua silenziosa domanda.

Nakuru sbiancò e non osò muoversi; era paralizzato dalla vergogna di essere stato scoperto mentre era immerso nelle sue fantasie più intime.

<<Non fare così, ti prego! Non ti vergognare dei tuoi desideri!>> Eriol cercava di tranquillizzarlo; però Nakuru era riuscito a imbarazzarlo.

Non gli succedeva spesso, ma a volte, con le persone con cui era particolarmente in sintonia, riusciva a stabilire un collegamento telepatico, anche involontario. Forse con Nakuru era accaduto anche perché erano nella stessa stanza.

Oppure perché il suo desiderio era particolarmente potente.

<<Nakuru, non vergognarti, non è colpa tua; se ho letto nella tua mente perché, ricordati, mio malgrado sono ancora il mago più potente del mondo. Posso giurarti che non è stata una cosa volontaria.>>

<<No-non ti... devi... giustificare... Eriol... >>

Intanto, Suppy non aveva ancora capito quello che era successo, così ritenne che la loro conversazione non avesse senso. Tornò quindi a studiare il libro di magie che aveva recuperato dal giardino.

<<Fo-forse è meglio che vada a fare un giro... >> Il colorito del viso di Nakuru passò dal bianco latte al rosso fuoco; quando passò di fianco ad Eriol non disse una parola, ma il bambino sorrise.

<<Guarda che a casa di Touya adesso c'è Yukito.>>

Nakuru corse fuori dalla grande casa; uscì sbattendosi la porta alle spalle e vi si appoggiò contro. Aveva percepito anche quello...

Inspirò profondamente l'aria fresca della sera; si sentiva la faccia in fiamme.

Cercò di riprendersi.

Perché si era vergognato tanto e aveva avuto quella reazione esagerata?

Non sapeva spiegarselo.

Alzò gli occhi alla luna, il suo simbolo. La vide bianca e splendente; sembrava sorridergli.

<<Ma sorridi veramente a me, o a quell'altro che è come me?>>

Uscì dal giardino e si incamminò per le strade del quartiere, cercando di non pensare alla sua nemesi e alla gelosia che provava.

***

Domenica sera.

La luna splendeva alta nel cielo e le stelle le facevano compagnia.

Yukito contemplava il firmameto affacciato alla finestra della camera di Touya. Nella stanza c'era una sola tenue lampada accesa.

<<Stanotte le stelle si vedono benissimo e la luna piena è più bianca che mai. È talmente luminosa che riesco a vedermi l'ombra!>>

Yuki spostò lo sguardo sul viso in penombra di Touya; i suoi occhi scintillanti avevano la

stessa luce delle stelle.

Si era svegliato da poco, dopo quasi ventiquattro ore ininterrotte di sonno e aveva ancora gli occhi lucidi, ma Yukito non sapeva che non erano così per il lungo riposo; erano lucidi perché guardavano lui.

Touya fece un cenno con la mano e Yuki si avvicinò al letto. Si sedette sul bordo; una mano poggiata sulle lenzuola sfiorava il corpo di Touya.

<<Vuoi qualcosa da mangiare? Sarai affamato dopo una così lunga dormita.>>

Touya scosse la testa; non aveva fame.

<<Hai sete?>>

Scosse di nuovo la testa; non aveva neppure sete.

<<Posso almeno fare qualcosa per te?>>

<<Si, questo si!>> La luce nei suoi occhi lasciava ben intendere quel che desiderava.

Yukito si stava già perdendo in quegli occhi luminosi come stelle e profondi come l'universo; gli davano sicurezza e calore.

Quando li sentiva su di sè si sentiva protetto.

E amato.

<<Mi abbracceresti?>>

Touya non se lo fece ripetere; lo cinse con le braccia e se lo strinse al petto.

Inspirò profondamente per riempirsi i polmoni del suo odore, del profumo dei suoi capelli, della sua pelle...

<<Yuki, sei ancora triste?>>

Lui scosse la testa.

<<No, perché sono qua; tutto il resto non ha importanza.>>

Aveva scoperto di non essere umano; aveva scoperto di non avere una famiglia; aveva scoperto anche di non avere un passato.

"Ma ho un futuro" si ripeteva, il viso affondato nel petto di Touya, con il cuore che sembrava impazzito.

"Lui è vero, è tangibile. Lo posso toccare, lo posso vedere. Mi ha detto che l'importante è che io sia sempre al suo fianco. E io ci sono, sono qui, sono con lui. Sono suo."

Alzò appena la testa per avvicinare le labbra a quelle di Touya.

"Non avevo niente e lui mi ha dato tutto. E ciò che voglio, adesso è solo lui; se Touya è

al mio fianco io so che la mia esistenza ha senso"

E lo baciò dolcemente.

Touya gli passò le dita tra i capelli; lo prese dietro la nuca e lo baciò con maggior passione.

Forzò le sue labbra con la lingua e non trovò alcuna resistenza. Yukito si era lasciato completamente andare, era rilassato tra le sue braccia e con le dita accarezzava dolcemente il petto e la schiena di Touya.

Touya continuò a baciare la bocca di Yuki con avidità, esplorandone l'interno con la lingua e giocando con quella del compagno.

In quel momento esistevano solo loro due.

Le preoccupazioni e i problemi erano spariti. Il loro passato... il loro futuro... non avevano importanza.

Voleva solo baciarlo, tenerlo tra le sue braccia, sentire il suo profumo, il profumo della sua pelle... Desiderava Yuki sempre di più...

Non pensava più a niente; sentiva il respiro di Yuki farsi sempre più affannato, il cuore batteva forte.Sentiva il suo corpo scosso da tremiti di piacere, e ne godeva. Era eccitato come mai gli era successo.

Ma sentiva anche che c'era qualcosa....

Yuki a quei baci rispose dapprima con timidezza, poi sempre con maggior trasporto. Quei baci così profondi erano una novità per lui, anzi per lui tutto era una novità.

Anche quei brividi così forti che gli scuotevano tutto il corpo, erano qualcosa di mai provato.

Non sapeva cosa fare, non sapeva come muoversi né dove mettere le mani; decise così di non fare niente. Sicuramente non avrebbe sbagliato.

Sembrava che invece Touya sapesse cosa fare.

"Sarà per Kaho Mizuki..."

Si sentiva un po' un bambino al confronto di Touya.

Touya lo spinse a sdraiarsi sulla schiena mentre dalla bocca passava a baciarlo sul collo. Yuki inarcò la schiena dal piacere.

Un'altra sensazione nuova... e così bella...

Sentiva il suo corpo sul proprio e questo gli fece perdere ogni paura. Lo sentiva suo...

Lo cinse con le braccia e lo strinse forte.

Infilò le mani sotto la maglietta, a contatto con la pelle, e accarezzò dolcemente tutta la

schiena; sentì Touya rabbrividire di piacere.

Anche lui stava tremando. Tremava per i caldi baci di Touya sulla sua bocca e sul suo collo; tremava nel sentire la propria eccitazione e la sua crescere sempre di più; tremava perché lo desiderava da impazzire, e percepiva che anche lui desiderava altrettanto.

E quando Touya gli tirò su la maglia e gli baciò il torace e i capezzoli, fu come investito da una scossa elettrica. Inarcò la schiena e gemette di piacere; ma ai gemiti si mescolò un suono sordo, come un singhiozzo. E dopo il primo, un secondo e poi un altro.

E poi un altro.

Ed al piacere si sostituì il pianto.

Ma perché diavolo stava piangendo?

Sentì dita gentili asciugargli le lacrime.

Aprì gli occhi e si specchiò in quelli di Touya; il suo viso era a pochi centimetri e un sorriso dolce lo rendeva ancora più bello.

Yuki gli sorrise, tristemente, a sua volta.

<<Scusami Touya....>> abbassò lo sguardo.

<<Scusa di cosa? Ehi, guardami.>>

Yuki rialzò timidamente gli occhi.

<<Cos'hai?>>

Silenzio.

Lo guardò negli occhi, vi sprofondò e riuscì a percepire la sua anima.

E capì.

<<È la prima volta?>>

Yuki annuì.

<<Anche per me.>> gli confessò Touya.

L'altro sgranò gli occhi.

<<Ma... e con Kaho...>>

<<Con Kaho cosa?>>

<<Ah... niente.>>

Yuki arrossì; aveva sempre pensato che Touya avesse...

<<Yuki, guarda che non siamo costretti a fare niente, capito? Io sono felice anche quando sono semplicemente con te. Non pretendo nient'altro... Quando vorrai, se vorrai... >>

Touya restò in silenzio; cercava le parole adatte.

Ma non importava, Yuki aveva già capito.

Si strinse a Touya.

<<Anch'io sono felice se posso restare così per sempre. Non m'importa di nient'altro.>>

Sospirò.

Touya lo abbracciò; sentiva il suo calore.

<<Quando vorrai di più, io te lo darò. Yuki io... >>gli prese il volto tra le mani e lo baciò delicatamente <<... io ti amo tanto!>>

Il cuore di Yuki era colmo di felicità.

Chiuse gli occhi e affondò il viso nel suo petto, e ne inspirò l'odore, profondamente.

<<Ti amo tanto anch'io... >>

"Se posso stare sempre così accanto a te, non m'importa di nient'altro...

Se posso guardarti negli occhi e perdermi nella loro profondità, allora sono felice....

E se attraverso di essi io posso vedere le stelle...."

...e perdersi nel nulla profondo
per poterti sognare
completamente solo
lassù nel cielo.

***

Nakuru era giunto infine davanti a casa Kinomoto.

"Eriol non ha capito niente! Io non avevo alcuna strana intenzione!"

Si appoggiò al muretto; c'era una luce accesa al piano terra; avrebbe potuto suonare, ma pensò che non era il caso di disturbare a quell'ora. Non che fosse eccessivamente tardi, ma capiva che la sua visita sarebbe risultata alquanto strana.

"E poi non avevo per niente intenzione di andarlo a trovare. Quale sarà la finestra della sua stanza?"

Scrutò le finestre al piano superiore alla ricerca di qualche segnale.

"Ah, non so perché, ma Touya mi piace tanto! È uno spreco per quello la!"

Sospirò; nessuna luce accesa al piano di sopra.

"Pazienza! Tanto non sarei entrato comunque. Quello che mi da fastidio è che Yukito possa essere da lui."

Si sedette sui gradini del vialetto.

"Non è che io lo odi. Non mi ha fatto niente, a parte prendersi Touya. Mah, forse, pensandoci bene, era inevitabile. Però mi da così fastidio!"

Sentì la porta dell'ingresso aprirsi. Si alzò e corse a nascondersi; udì delle voci, ma quasi

subito la porta si richiuse.

Però la luce dell'ingresso che intravedeva da dietro la porta era ancora accesa.

"Beh, posso anche tornarmene a casa. Ho fatto un giro... mi sono calmato... non ho purtroppo visto Touya... No, questo non era nei miei progetti!"

Si stiracchiò un po'. Cominciava ad avere sonno.

Si voltò in direzione della casa di Touya.

<<Buonanotte, Touya.>>

E si incamminò verso casa.

***

<<Yue!>> fu l'ordine di Kero-chan.

Yukito si bloccò, con la mano posata sulla maniglia della porta d'ingresso; due ali candide spuntarono dalla sua schiena, lo avvolsero completamente e quando si riaprirono, Yue era al posto di Yukito. Aveva il viso arrossato.

Incredibilmente per Kero-chan, Yue aveva un'espressione diversa dalla sua solita, completamente indifferente.

<<Che ti è successo, Yue?!>>

Lui abbassò appena gli occhi.

<<... Niente!... >>

Se solo ripensava a quello che aveva fatto Yukito con Touya...

Kero-chan non capiva cosa lo avesse turbato; aveva però qualche sospetto, ma preferì non indagare.

<<Come preferisci. Se però ti ho fermato, se ho fermato Yukiusagi,>> si corresse <<è perché ho

bisogno di parlare con te di quello che è successo oggi alla scuola di Sakura.>>

Yue annuì; il rossore scomparve dal suo volto, e la sua espressione tornò seria come sempre.

Kero-chan continuò:

<<Sakura mi ha spiegato più o meno quello che è successo; vorrei sapere da te che ne pensi della visione che ha avuto.>>

Yue incrociò le braccia.

<<Penso che Clow sia rinato. Quando ci ha sigillati nel libro ci ha mandato l'illusione della sua morte, e invece è rinato; questo spiegherebbe perché percepiamo la sua presenza. Ma sinceramente non so chi siano quelle due persone che Sakura ha visto. Però, forse....>>

<<Forse, cosa? Hai qualche idea?>>

Yue scosse la testa.

<<No, solo una sensazione. Ho come l'impressione che ci sia qualcosa che mi sfugga... che non riesco a ricordare...>>

<<Se non lo ricordi, vuol dire che non ha importanza. A te non sfugge mai niente!>>

<<Dici? Non ne sarei così sicuro; ricordavamo la morte di Clow, ma non è mai avvenuta...>>

Kero-chan si soffermò ad osservare Yue, pensieroso.

<<Perché mi guardi così?>> gli domandò Yue.

Kero-chan aveva un'espressione seria.

<<Cosa farai se scoprirai che Clow è ancora vivo? Adesso è Sakura la nostra padrona; di più, lei si sente nostra amica. E anch'io più di ogni altra cosa la considero mia amica; come tu non consideravi Clow Leed il tuo padrone, ma qualcosa di più...>>

Yue si sentì avvampare a quelle parole; la rabbia si impadronì di lui.

<<Ma che cosa dici? Cosa vuoi insinuare? Le tue parole non hanno senso!>>

<<Io non voglio insinuare niente...>>

<<Allora taci!>>

Kero-chan rimase di sasso: così arrabbiato, Yue non lo aveva proprio mai visto.

<<Scusa, non volevo farti arrabbiare...>>

Yue si calmò e riprese il controllo di sè.

<<No, scusa tu. Non so cosa mi sia preso.>>

Restarono entrambi in silenzio.

L'atmosfera si era fatta pesante; era meglio cambiare aria.

<<Yukito stava andando a casa quando lo hai fermato. Adesso sento che vuole riprendere il controllo del nostro corpo, quindi è meglio se torno a casa.>>

<<Ah sì. Allora, buonanotte.>>

<<Buonanotte.>>

Yue uscì e si richiuse la porta alle spalle.

Guardò la luna, bianca e splendente e le rivolse una muta preghiera.

Clow...

"Aiutami a trovarlo ....

Aiutami a trovare la persona che più ho amato in questa mia strana esistenza.....

Perché se è vero che è vivo, io voglio trovarlo.....

Perché è l'unico che mi abbia mai voluto bene, anche se solo come un figlio.....

Perché lui si è sempre comportato come un padre per me, anche se io....

Io lo amavo..."

***

E adesso? Lo amava ancora? Perché parlava dei suoi sentimenti al passato?

C'era forse una persona a cui adesso voleva bene più che a Clow Leed?

Sì, c'era una persona.

Quella persona, che aveva sempre visto attraverso gli occhi di un altro, stava cominciando a significare veramente qualcosa per lui.

"Se solo potessi parlare a Touya come fa Yukito..."

Yue si stupì di se stesso; a cosa stava pensando?

Non era stato solo il cuore di Yukito a battere per i baci di Touya; anche se non lo credeva possibile, era felice quando era con lui; anche se non se ne rendeva conto, non pensava più a Clow come una volta; anche se non riusciva ad ammetterlo, stava innamorandosi di Touya.

Ma era così confuso...

In una sola giornata erano capitate tante cose che lo avevano turbato e incrinato le sue certezze; un po' come stava succedendo a Yukito. L'ironia del destino...

Non voleva più pensare a Clow; non voleva più pensare a Touya.

Desiderava soltanto ridare il corpo a Yukito e dimenticarsi di tutte le preoccupazioni che

gli tormentavano la mente.

Desiderava solo un po' di pace.

"Basta...."

Le ali si richiusero avvolgendolo totalmente; e mentre la luce che emanava gli riscaldava

il cuore, pensò che quella era la stessa sensazione di tranquillità che aveva percepito in Yukito quando era con Touya.

***

Yuki si ritrovò fuori dalla casa; non ricordava di avere aperto la porta. Sorrise tristemente

tra sè e sè; almeno adesso sapeva perché aveva dei vuoti di memoria.

Rassegnato, percorse il vialetto del giardino e uscì in strada.

...

Fiumi di stelle
si confondono coi sogni
nell'immenso prato blu
del cielo

Lontano da te
il mio cuore vorrebbe partire
e andare lassù
nell'oblio della notte stellata

E perdersi nel nulla profondo
per poterti sognare
completamente solo
lassù nel cielo


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