DISCLAMER: I pg sono di Inoue.... che si sta chiedendo del perché non
si sia mai accorto di alcuni aspetti di uno di essi che qui saltano
fuori....-Perché sei un padre snaturato!!!!-rispondo io.... fuggendo prima
che una pioggia di trabiccoli arancionii detti palloni mi colpisca!! ^^’’
NOTE: Niane dice che Kimi-tesoro è un po' OC...... riscatto per
Kimi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
La lepre e la tartaruga
di Nuel
Dette l’ ultimo ritocco ai capelli tirati
in dietro col gel, le nuove lenti a contatto erano un po’ fastidiose, ma nel
giro di pochi minuto ci avrebbe fatto l’ abitudine. Finì di vestirsi e si
guardò soddisfatto allo specchio. La camicia di raso nera sopra i pantaloni
di pelle neri, gli stivali fino al ginocchio, con la punta allungata,
impreziositi dagli intagli e dalle catene che passavano sotto il tacco.....
il segreto per non risultare "tamarro" era indossarli con disinvoltura e
senza altre strafalcionerie. Mise il lungo soprabito di pelle nera e,
salutati con un bacio i genitori, uscì per incontrare gli amici. S’
incamminò con passo deciso, falcata larga e testa alta. I suoi genitori
erano sempre stati chiari: "Fa tutto quello che vuoi, basta che righi dritto
e vai bene a scuola" E lui, a scuola, ci si era impegnato tantissimo: aveva
fatto proprio lo stereotipo dello studente modello: gentile, preciso, un po’
timido.... alla fine, quella tenuta dimessa che teneva in fase di
rilassamento, era diventata il suo vivere quotidiano. Compagni di classe e
di squadra avrebbero fatto un colpo nel vederlo ora, cioè com’ era
veramente....
Poco male: che lo considerassero il
tranquillo ed innocuo quattrocchi gli permetteva di stare fuori dai guai!
In quanto a rigare dritto..... beh, non
beveva, non fumava, tanto meno faceva uso di droghe! Era omosessuale, ma
questo non c’ entra, no?
E comunque, fintanto che faceva sesso
sicuro, i suoi non potevano aprire bocca su con chi lo faceva!
Per strada canticchiava, guardando la
propria immagine riflessa in qualche vetrina e strizzandosi l’ occhio.
(Cucciolo, non è che ti da fastidio la lente????? n.d. >°-°<)
Arrivò puntuale al solito locale dove si
trovava ogni primo venerdì del mese con i suoi vecchi compagni delle medie.
Avevano sempre un sacco di cose da raccontarsi e ormai i suoi si erano
rassegnati a vederlo rincasare praticamente all’ alba.
Mentre si faceva largo tra i tavoli del
locale, con un sorriso degno di Sendo sul viso, per raggiungere i primi
della sua combriccola che avevano già preso posto al solito tavolo, la sua
attenzione fu attirata da qualcuno.
"Cosa ci fa qui Sendo!?" si chiese
salutando e sedendosi, iniziando subito a scherzare col ragazzo che gli
aveva dato il cinque appena era arrivato.
Si dimenticò presto di Sendo: appena furono
al completo cominciarono a fare la consueta confusione parlando tutti
assieme, prendendo in giro l’ultimo di turno che si era trovato la ragazza e
cose del genere, quando.......
-Hei, Kogure, quello la non è un tuo
compagno di squadra?-
Kogure si girò pronto a ribattere che
quello era Sendo, del Ryonan, quando vide il ragazzo che si stava sedendo
accanto al porcospino.
"Che ci fa qua Mitsui...... CON SENDO!!!!!!"-
Dopo un quarto d’ ora che li teneva d’
occhio, vide Sendo indicare nella sua direzione e si girò di scatto.
>°-°< >°-°< >°-°<
-Vedi, con uno come lui è tutto inutile! L’
innocenza è una gran brutta bestia!-
Mitsui sbuffò: Sendo cercava di convincerlo
che si era innamorato della persona sbagliata da dieci minuti buoni.
-Guarda quel tipo laggiù per esempio!- Gli
indicò un tipo completamente vestito di nero che rideva e scherzava con i
suoi amici. C’ erano diverse ragazze, nel locale, che se lo mangiavano con
gli occhi. Doveva ammettere che sembrava proprio niente male.
-Quello me lo farei subito! Fa sesso solo a
guardarlo! Un tipo così ti starebbe bene accanto! Intendo dire: immaginati a
girare per strada con quel tipo e col tuo bello? Con chi ti troveresti più a
tuo agio?-
Mitsui sospirò: in effetti quel tipo
sembrava fatto della sua stessa pasta, una di quelle persone che lui era
abituato a frequentare...... Kogure, invece..... era un pesce fuor d’ acqua
con lui ed i suoi amici: timido, impacciato.... non c’ era speranza: era
irrimediabilmente innocente! Ma era proprio per questo che si era innamorato
di lui!! E non era necessario elencare una carrellata di qualità tutte così
evidenti!
Guardò di nuovo il ragazzo: aveva lo stesso
profilo di Kogure.
-Lo so... e siamo all’ ultimo anno... se
non riesco a conquistarlo ora, lo perderò definitivamente-
>°-°< >°-°< >°-°<
-Se quel maniaco osa toccare Mitsui....- Si
era fatto scappare Kogure, e i suoi amici avevano subito colto la sfumatura
di gelosia, cominciando a punzecchiarlo per sapere cosa ci fosse tra lui ed
il suo compagno di squadra..
>°-°< >°-°< >°-°<
La sera dopo Kogure non seppe resistere
alla tentazione: sapeva che era illogico, ma voleva sapere se, per caso,
Mitsui e Sendo si incontravano abitualmente in quel locale. Si preparò come
la sera prima e si diresse al locale, fermandosi al banco del bar ad
osservare la sala.
-Ciao!- Si sentì salutare quasi un’ ora
dopo, quando cominciava a chiedersi se non fosse il caso di rincasare.
-Ciao!- Rispose con un sorriso sicuro e
disinvolto: Sendo non c’ era ed era proprio curioso di vedere se Mitsui l’
avrebbe riconosciuto.
Mitsui lo osservò interdetto: anche la voce
era la stessa di Kogure. Lo aveva fissato per alcuno minuti, appena entrato:
non aveva saputo resistere: Sendo gli aveva detto: "Perché non ci provi con
quello lì" e gli aveva fatto un sorriso malizioso, e lui, chissà come, aveva
cominciato a fantasticare, col risultato che era andato in quel locale pure
quella sera, solo per vedere se lui c’ era. No, lo sapeva perché aveva
iniziato a fantasticare: per lo stesso motivo per cui i jeans gli erano
diventati talmente stretti che quasi non si arrischiava a muovere un passo,
ma dato che ostacolava l’ ingresso....
Sendo aveva ragione: quello sprizzava sesso
da tutti i pori! E lui, come dire.... andava di mano da tre anni, ormai,
sognandosi Kogure..... i suoi ormoni non ce la facevano più!
-Non sei con i tuoi amici, stasera?- Gli
chiese facendosi coraggio.
Kogure alzò un sopracciglio e sorrise
insinuante: l’ aveva proprio notato, la sera prima.
-No, e tu? Sei solo?- Si sentiva stupido:
sembrava un’ abbordaggio.... forse perché lo era!! Ma dentro faceva una
fatica a non mettersi a ridere! Mitsui non era proprio perspicace, ma,
insomma: lui aveva solo tolto gli occhiali e cambiato pettinatura! Si, e poi
era vestito in un modo in cui Kogure non si sarebbe mai vestito, ed erano in
un locale rumoroso ed affollato che la sua controparte scolastica avrebbe
evitato come la peste.... almeno, pensava che così immaginassero i suoi
compagni di liceo!
-Bevi qualcosa?- Lo invitò facendo scorrere
lo sguardo su di lui. Mitsui annuì e si spostarono ad un tavolo.
Cominciarono a chiacchierare e, dopo un
paio d’ore, Kogure era incredulo che, per quanto parlassero, Mitsui
continuasse a non riconoscerlo. (Ricordati di Bunny/Sailor Moon.... Milord
non l’ ha riconosciuta finché non glielo ha detto!!! n.d. >°-°<)
Si trovavano davvero bene assieme, così
tanto che il tempo passò troppo in fretta.
-Cavolo è tardissimo!- Si accorse all’
improvviso Mitsui. -Se non corro subito a casa i miei mi uccidono!- Si
lamentò mettendo mano al portafogli per pagare la consumazione e filarsela.
Kogure guardò l’ orologio e fece un salto:
era davvero tardi e doveva correre anche lui!
-Senti, domani ci rivediamo?- Gli chiese
Mitsui speranzoso.
-Si- Gli rispose felice, di getto.
Nonostante i suoi l’ avessero rimproverato,
Kogure continuò ad uscire ogni sera per tutta la settimana successiva: lui e
Mitsui continuavano ad incontrarsi nel locale e, durante il giorno, a
scuola, Kogure scrutava il suo compagno che era sempre più elettrizzato.
Il giovedì mattina seguente, Sakuragi
cominciò a punzecchiare Mitsui chiedendogli se fosse innamorato, e chissà
come, ne era nata una rissa. Kogure si era messo in mezzo per dividerli,
come sempre, non perdendo l’ occasione di poter toccare il corpo di Mitsui,
solo che, questi, stavolta reagì differentemente dal solito: spintonò via
Kogure, apostrofandolo in malo modo, con lo sguardo ferito.
Kogure ci rimase incredibilmente male:
perché si era comportato così? Si guardò i palmi delle mani: i punti con cui
aveva toccato Mitsui scottavano, sapeva cosa significava: lo amava in
silenzio da tanto, ed ora, quello stupido gioco, l’ aveva portato così
vicino a lui...... lo voleva, voleva toccarlo, averlo.... "Stasera" Pensò,
ingoiando e facendo un sorriso di circostanza ai suoi compagno che lo
guardavano preoccupati.
>°-°< >°-°< >°-°<
Quella sera Mitsui era nervoso. Si erano
visti ogni sera da una settimana e non si erano ancora presentati! E, ormai,
di notte se lo sognava quanto Kogure: era in gamba, simpatico, avevano
parlato di tante cose, e si era arreso alle reazioni del suo corpo,
indossando pantaloni più comodi. Non sapeva come avesse fatto, fino a quel
momento, a non saltargli addosso.
Quella mattina Kogure gli era stato così
vicino, l’ aveva toccato e la sua testa era partita per la tangente e lui
aveva reagito male: era furioso con Kogure: perché non doveva capire che lui
lo amava?! E poi, era proprio sicuro di amarlo? I suoi ormoni facevano le
bizze per qualcun altro, da un po’ di tempo.
-Pensieroso, stasera?- Lo salutò Kogure
arrivando con qualche minuto di ritardo.
-Siiiiii- Si lamentò subito con tono
petulante.
-Che ti è successo?- Gli chiese
innocentemente.
-E’ complicato....- iniziò Mitsui- sono
innamorato....... ma lui non lo capisce! Insomma, è dal primo anno che gli
faccio il filo: va bè essere imbranati o innocenti, come dice Sendo, ma è
una lumaca! Non posso mica aspettarlo per sempre!-
-E.....-
Mitsui bevve tutto d’ un fiato il suo drink
e gli sorrise con aria di sfida.
-E ho una gran voglia di farmi te!-
Kogure sorrise. Mitsui si era buttato, ora
toccava a lui. Si alzò e lo guardò soddisfatto.
C’era rimasto male quando Mitsui aveva
detto di essere innamorato, anzi, di più: aveva provato una stretta
lancinante al petto, ma poi gli aveva detto di essere attratto da lui ed
aveva deciso istantaneamente: l’ avrebbe conquistato a tutti i costi:
chiunque fosse il fesso di cui Mitsui si era innamorato, di sicuro non lo
meritava! Intanto però, non voleva perdere l’ occasione che gli stava dando:
era da quel pomeriggio, in palestra, che aveva una voglia tremenda di
saltargli addosso!
-Seguimi!- Gli disse risoluto.
Mitsui lo seguì. C’era uno stanzino
arredato a cameretta, l’ aveva scoperto in una delle numerose visite al
locale e, sinceramente, l’ aveva già usato un paio di volte per amoreggiare
tranquillamente con un paio di ragazzi con cui aveva avuto dei brevi flirt.
Certo, bisognava stare attenti a non farsi scoprire dal personale del
locale!
Trascinò Mitsui nella cameretta, chiuse la
porta alle sue spalle e lo intrappolò subito tra sè e la porta, cominciando
a baciarlo con passione travolgente, infilando le mani sotto la sua maglia
attillata, accarezzando la patta dei suoi pantaloni, la cui stoffa era tesa,
sentendolo gemere.
-Aspetta!- Ansimò Mitsui, riuscendo a
divincolarsi, ansimante.
-Aspettare cosa?- Gli chiese lui
abbracciandolo e spingendolo sul lettino.
-Non possiamo farlo qui....-
-Perché no?- Aveva già ricominciato a
baciarlo, gli aveva sollevato la maglietta ed aveva cominciato a succhiargli
un capezzolo, abbassando velocemente la cerniera dei suoi pantaloni ed
infilando una mano ad accarezzare l’ erezione che tendeva i boxer
decisamente meno rigidi dei jeans.
-Non sei uno che perde tempo, vero?- Gli
chiese Mitsui cominciando a perdere il controllo.
In pochi minuti i pantaloni di entrambi si
afflosciarono in torno alle caviglie, mentre le dita di Kogure s’
incuneavano nel corpo di Mitsui, che disorientato, si stava rendendo conto
che stava per dare la sua prima volta ad un ragazzo di cui non sapeva
neppure il nome, ma il suo corpo si rifiutava di protestare: la sua erezione
pulsava ora dolorosamente. Urlò strabuzzando gli occhi, mentre, senza
nessuna premessa, si sentì avvolgere dalla bocca in fiamme ed umida del suo
amante. Era rude e lo succhiava avidamente, continuando a spingere e
ritirare le dita nel suo corpo, abituandolo a quel movimento.
L’ orgasmo che raggiunse poco dopo fu
devastante. Sentì le labbra dell’ altro allontanarsi da lui solo dopo che la
lingua fu passata lentamente sulla sua punta, premendo con un po’ d’
insistenza sull’ apertura, come a voler essere sicuro che nessuna goccia
ritardataria gli sfuggisse. Si sentì rigirare, non oppose resistenza perché
era privo di forze. Il suo amante si premette contro la sua schiena,
baciandogli dolcemente il collo, sembrava soddisfatto del modo in cui lui
era venuto e le carezze che scivolavano avide sul suo petto prima,
sembravano diventate più delicate e dolci.
-Sei pronto?- Gli chiese in un soffio,
parlandogli direttamente sull’ orecchio.
Mitsui sibilò un "si" gracchiante, mandando
interiormente al diavolo Kogure.
Kogure forzò lo stretto passaggio cercando
di essere il meno brusco possibile, ma gli sembrava quasi di scoppiare:
finalmente aveva Mitsui tutto per sè.
Il suo grido di piacere coprì quello di
dolore di Mitsui quando si ritrovò dentro di lui, cominciando ad amarlo ed a
sussurrargli dolci parole d’ incoraggiamento.
Un’ ora più tardi, salutandosi con un bacio
appassionato, fuori dal locale, Mitsui si allontanò di una decina di passi,
prima di parlargli.
-Se Kogure fosse un tipo sveglio come te
non mi sarei torturato il cuore per tutto questo tempo..... ci vediamo
domani?-
Il buoi nascose l’ espressione sconvolta ed
il pallore improvviso dagli occhi di Misui.
Kogure cercò di rispondere con la solita
voce, ma le corde vocali si erano improvvisamente messe a scioperare.
-Domani ho un impegno, facciamo un altro
giorno, ti chiamo io-
-Va bene, ciao- Gli rispose mestamente
Mitsui, solo a metà strada si ricordò con angoscia di non avergli mai dato
il suo numero di telefono.
Kogure era sconvolto: Mitsui era innamorato
di lui? Ma se non glielo aveva mai dimostrato! E quel deficiente pretendeva
che lui se ne accorgesse da solo! E come? Così aveva finito col farsi
tradire con se stesso.
Poi, al riparo tra le coperte, gli venne in
mente un’ altra cosa: alla faccia del sesso sicuro: quando aveva avuto
Mitsui tra le braccia aveva completamente perso la bussola! Lui era sano
come un pesce, e sapeva che lo era pure l’ altro.... altrimenti non avrebbe
potuto giocare a basket a quel modo... MA MITSUI NON LO SAPEVA!!!!!!! Se gli
fosse venuto in mente forse si sarebbe spaventato: aveva fatto sesso con uno
sconosciuto che poteva averlo già fatto con chissà quanta gente..... il
rimorso si mischiò a tutti gli altri pensieri che si erano affollati nella
sua testolina per non farlo dormire.
All’ alba, dopo una notte in bianco era
giunto ad alcune conclusioni:
1. Mitsui lo aveva tradito e per questo non
lo avrebbe perdonato tanto facilmente!
2. Doveva dirgli la verità: era stato un
irresponsabile a fare sesso a quel modo, senza nemmeno sapere con chi
diavolo lo stava facendo, ma non se la sentiva di lasciarlo preoccupare,
perché sicuramente si stava preoccupando!
A scuola Kogure aspettava nervosamente la
pausa pranzo per vedere Mitsui. Quando finalmente arrivò, lo raggiunse nella
sua aula e lo invitò a seguirlo in palestra.
Appena usciti dalla porta dell’ aula, però,
Mitsui lo prese di sprovvista.
-Non ho nulla di cui parlare con te, Kogure.
Spero che tu non voglia farmi perdere tempo perché ho altro a cui pensare!-
Kogure lo guardò sorpreso. Cos’ era quel
tono insofferente? Quell’ aria da bullo che si stava dando?
-Non ti farò perdere tempo, è una cosa
seria, fidati- Gli rispose solamente.
In pochi minuti raggiunsero la palestra.
-Pensavo che tu fossi preoccupato...-
-E per cosa?- Sbottò Mitsui, seriamente
sorpreso.
-Beh, per quello che è successo...-
-Ascoltami bene, specie di tartaruga! Tu
non hai mai capito un cavolo di me e ora che la mia vita ha cominciato a
girare per il verso giusto non voglio più vederti, capito? Questo almeno,
riesci a capirlo?- Gli ringhiò appena si sentì minacciato dalla vicinanza
eccessiva, girandosi a correre via subito dopo.
Kogure rimase esterrefatto a guardare le
sue spalle che si allontanavano, non lo aveva nemmeno lasciato parlare!
Poco prima dell’ inizio degli allenamenti
Mitsui si diresse in palestra con la speranza di trovarci Kogure: aveva
agito d’ impulso ed aveva sbagliato. Lui non aveva nessuna colpa, solo che
quando gli era andato così vicino, il suo cuore aveva sobbalzato. In fin dei
conti solo poche ore prima aveva fatto sesso con un altro, il suo corpo,
ora, conosceva quel genere di approccio e lo desiderava ancora di più di
prima. Avrebbe potuto saltargli addosso, e ancora non sapeva come
considerare il suo amico delle serate al locale. Per lui cosa era stato?
Forse doveva capire che il suo futuro non era con Kogure ma con lui.....
sospirò più confuso che mai, ma deciso a chiedere scusa a Kogure per la sua
reazione di quella mattina.
Kogure si stava già cambiando negli
spogliatoi. "Menomale" Pensò vedendo che erano soli.
-Kogure...- Lo chiamò appoggiandogli una
mano sulla spalla.
-Non toccarmi! E io che mi preoccupavo! Sei
solo un traditore! E sei pure stupido!- Si girò rapidamente, scostandolo da
sè e guardandolo dritto negli occhi.
-Ma....ma...- Balbettò Mitsui non capendoci
nulla.
-Così mi riconosci, adesso?- Gli chiese
togliendosi gli occhiali e fissandolo con un sorriso ironico sulle labbra.
Mitsui sentì improvvisamente caldo,
avvampando e sgranando gli occhi.
-Tu.... tu.... sei lui?!-
-Ci sei arrivato finalmente! Io mi
preoccupavo che tu fossi preoccupato per avere fatto l’ amore con uno
sconosciuto senza usare nessuna precauzione! Volevo dirti solo che sono sano
e che non ho l’ abitudine di portarmi a letto chiunque! E ora togliti dai
piedi!-
Lo spinse di lato per poter passare,
reinforcando gli occhiali.
Mitsui lo afferrò per un polso e per poco
non gli arrivò un pugno in faccia. Per fortuna aveva buoni riflessi. Lo
spinse contro il suo armadietto e lo bloccò col suo corpo.
-Come sarebbe a dire? Mi hai preso in giro
in tutti questi giorni? Perché hai fatto l’ amore con me? Rispondi!- Gridò
livido di rabbia.
-Io ti amo Mitsui, sei solo uno stupido che
non vede più in la del suo naso! Come hai fatto a non accorgerti che ero
io?! Dato che di me non ti eri mai accorto, avevo solo deciso di
conquistarti approfittando della nuova situazione.... ieri sera,
semplicemente, dato che avevi detto di sentirti attratto da me, ho voluto
averti, almeno per una volta...... ma poi tu hai detto di amarmi....... non
ti perdonerò mai!-
-Ma...... per cosa? Se io ti amo e tu mi
ami dove sta il problema?- Mitsui era sconcertato ed incredulo.
-TU MI HAI TRADITO!!- Gli urlò Kogure,
furioso.
-MA ERI TU!-
-MA TU NON LO SAPEVI!-
-MA NON SAPEVO NEMMENO CHE TU MI AMASSI!-
-PERCHE’ NON ME LO HAI MAI CHIESTO!-
-ALLORA POTEVI FARTI AVANTI TU!-
-E COME FACEVO A SAPERE CHE NON MI AVRESTI
MANDATO AL DIAV.....-
Mitsui non ne poteva più di urlare e
sentirlo urlare, così lo baciò.
-Ho sbagliato, ma credevo che il mio fosse
un amore a senso unico... perdonami- gli sussurrò dopo un lungo bacio,
sentendolo rilassare contro il suo petto.
-Ho sbagliato anch’ io Hisashi, scusami.
Vieni da me dopo gli allenamenti?- Lo invitò con espressione maliziosa.
-Non saremo troppo stanchi dopo gli
allenamenti?- Gli rispose con una luce particolare negli occhi.
-No.... e se anche fosse, voglio farti
tutte le coccole per cui non c’è stato tempo ieri....- E per rendere più
chiaro il concetto cominciò ad abbracciarlo e baciargli il collo lentamente.
-E io che pensavo che quello sarebbe stato
il mio ruolo.....- Sospirò Mitsui godendosi le attenzioni del suo ragazzo.
-Non mi piace tanto la tua versione
notturna, sai?- Gli disse quando ritrovò un po’ di lucidità.
-Ma che stai dicendo?- Chiese incredulo ed
anche un po’ offeso, Kogure.
-Dico che in tre anni con te ho ottenuto un
bacio, e con "lui", dopo una settimana, sono già andato a letto! E’ successo
troppo rapidamente! Preferisco te.-
Kogure gli sorrise comprensivo. Forse non
aveva tutti i torti, e ricominciò a baciarlo.
-AAAAAAAHHHHHHH! Mitsui! Non si approfitta
così di Kogure! Maniaco!- Sbraitò Sakuragi, appena entrato nello
spogliatoio.
Mitsui e Kogure si staccarono scoppiando a
ridere. Evidentemente era impossibile non fraintendere chi "stesse
approfittando" di chi.
Tuttavia, Kogure era soddisfatto, ora,
pensava, aveva trovato i tempi giusti con cui fare le cose.
Fine
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