La leggenda del principe incatenato
Parte V
di Hymeko
Il
Principe si sedette accanto a lui, senza staccare gli occhi dalla
cioccolata che aveva nel bicchiere. Non sapeva esattamente come comportarsi…con
Seth non aveva mai avuto dei veri litigi, dato che erano sempre vissuti
incarcerati nei loro ruoli. I pochi momenti in cui potevano realmente
esprimersi li passavano ad amarsi intensamente, senza pensare
al resto del mondo…quella era per lui una situazione nuova. E difficilmente
affrontabile, lo vedeva da come Kaiba stava sulla difensiva. Non capiva,
era così difficile…perché rifiutava in quel modo il
loro passato? Si sentiva come se lui stesso fosse stato rifiutato.
”…questa discussione potrebbe diventare pericolosa…degenerare in qualcosa
che non vogliamo”
bisbigliò, dando voce al più piccolo dei suoi timori.
”Lo so. Ma se non ne parlassimo, potrebbe finire anche peggio”
Gli occhi viola si posarono su di lui. Kaiba guardava fisso davanti
a sé, e sembrava pensare ad altro. Se lo conosceva bene, stava
esaminando tutti i possibili sviluppi.
”C-Cosa facciamo, allora?”
”Dobbiamo affrontare la…questione. Il modo però non lo so”
Il principe fissò il pavimento:
”…n-non hai smesso di…amarmi, vero?”
Kaiba lo guardò. I suoi occhi erano fissi a terra, mentre le
dita tenevano stretto il tessuto del divano.
”No. Ma dentro di me…ci sono domande che necessitano di una risposta”
L’altro si alzò, fece due passi e si girò verso di lui:
”Va bene. Inizia. Ti risponderò senza mentire e senza omettere
nulla…ma in cambio tu dovrai fare lo stesso”
Il presidente annuì, e bevve un sorso di liquido ormai tiepido.
Non ne aveva più molta voglia, ma non aveva trovato altro modo
per racimolare un po’ di coraggio. Prese fiato, ma le parole uscirono
con difficoltà dalla sua bocca:
”Io…immagino che per te sarà abbastanza difficile da capire,
ma vorrei sapere se…anche tu mi ami”
Il principe sgranò gli occhi: ma che stava dicendo?
”Ma certo che ti amo! Non ti avrei aspettato per tutto questo tempo,
se non fosse stato così!”
Ma l’altro scrollò leggermente il capo:
”Vedi? Non hai capito a ciò che mi riferivo. Tu…”
e esitò leggermente, scegliendo con cura le parole. Non voleva
mostrargli l’irritazione che covava…detestava il solo pensiero di
poterla provare.
”…ti riferisci a Seth. Hai aspettato lui fino ad ora, non me. Io ho
conservato parte delle sue sembianze, ma non sono più lui.
Questo lo comprendi?”
Mordicchiandosi le labbra, il principe valutò la risposta più
adatta. Non poteva mentirgli né nascondergli nulla…
”No…per me non c’è differenza fra voi. Vi amo indistintamente”
Kaiba scosse le spalle:
”Non sto parlando di amore. Ma della tua considerazione per la mia
anima. La mia anima non è quella di Seth”
Il principe sentì qualcosa di freddo scivolargli nel petto,
e inconsciamente si abbracciò il busto:
”Ma allora…chi sei?”
Il presidente si sentì trafitto:
”Sono Seto Kaiba”
”Io…non riesco a capire bene”
”Principe…ciò che voglio sapere è se tu mi ami per ciò
che sono, o solo perché mi associ a lui”
Il giovane si sedette su una sedia, lontano da lui:
”Non sono in grado di rispondere alla tua domanda…perché per
me tu sei Seth, non ha senso chiedermi di scegliere fra voi. Non lo
posso concepire”
Kaiba si alzò, innervosito da quella cocciutaggine, e iniziò
a camminare per la stanza:
”Perché non vuoi capirlo? Io non sono lui!”
”E tu perché non vuoi esserlo? Che male ci sarebbe ad accettarlo?
Ad accettare che noi…siamo stati assieme anche allora?”
”Io non posso essere lui! Non posso!”
Si fissarono. Il Principe era ammutolito dalla rabbia e dall’intensità
di quella risposta. E continuava a non capire cosa ci fosse di sbagliato…
”P-Perché no?”
bisbigliò.
Kaiba trasse un profondo respiro. Era il momento di tirar fuori tutto
quello che aveva dentro, tutti i pensieri rimuginati da quando l’aveva
conosciuto, le paure e le differenze che esistevano fra loro. Forse
alla fine la loro storia sarebbe finita, ma d’altro canto c’era la
possibilità che si trasformasse in qualcosa di ancora più
splendido e meraviglioso.
Strinse i denti…qualcosa si sarebbe inventato anche per il futuro.
”Perché altrimenti significherebbe che…io…Seto Kaiba…non esisto,
e ciò che ho passato prima di incontrarti non ha mai avuto
senso. Che sono solo una specie di segnaposto per Seth, come i mostri
segnaposto di Magic and Wizard, e che un giorno sarò…sostituito
da lui”
Il Principe spalancò gli occhi, mentre la distanza che li separava
si contraeva. Ora che conosceva quel punto di vista finalmente
lo capiva…i suoi timori, la sua paura, il rifiuto di essere chiamato
Seth…
…Kaiba aveva paura di perdere la sua anima.
”N-Non ti ho mai considerato un segnaposto. Mai”
Il presidente si avvicinò a lui, accarezzandogli le ciocche
scure. C’era dolcezza nei suoi movimenti, anche se il suo cuore era
comunque pesante. La loro strada era ancora in salita, lo percepiva.
”Lo so. Ma spero che tu adesso accetti questi sentimenti…il mio rifiuto
nei suoi confronti”
Gli occhi viola lo guardarono, enormi e lucidi:
”C-Che cosa provi…per lui?”
”Per Seth?”
Kaiba sbatté le palpebre…si rese improvvisamente conto di non
saperlo. Non si era mai concentrato su quell’aspetto del passato,
non aveva mai pensato a Seth come a una persona realmente vissuta. Forse
per paura di sentirlo troppo simile a sé, o di perdersi…non
lo sapeva. Semplicemente aveva impiegato tutte le sue energie per
distinguersi da lui.
”Esatto…lo odi?”
Lo odiava? Odiava quello che, forse, era stato lui?
”No…non credo. Non lo conosco…e poi non ce n’è motivo…lui è
il passato”
Il Principe lo guardò con gli occhi da cucciolo, quell’espressione
ferita che faceva palpitare il cuore:
”Allora non potresti accettarlo nel tuo cuore?”
Quella domanda irritò il presidente. Perché insisteva
così tanto?
”Perché dovrei farlo? Io sono io, lui è lui! Noi siamo
due persone diverse!”
”Sì, ma…anche lui è importante per me”
Si fissarono in silenzio. Anche se erano vicini, i loro cuori si trovavano
dall’altra parte di un burrone. C’era un abisso fra loro.
Barcollando, Kaiba tornò a sedersi. Aveva il corpo pesante
come piombo. Toccava al secondo motivo…
”C’è un'altra ragione per cui voglio che tu capisca bene che
io non sono Seth”
Strinse uno dei braccioli. Il suo ragazzo- sperava con tutto il cuore
che lo restasse- avrebbe potuto offendersi dopo averlo ascoltato…
”È collegato al primo, in un certo senso. E riguarda più
te che me”
L’altro scosse stancamente la testa:
”Sono qui…dimmi ciò che vuoi”
”Forse non è vero che non lo odio, in fondo. Perché
lui aveva la sicurezza dei tuoi sentimenti, mentre…”
”Credi forse che io non ti ami?”
Kaiba lesse nei suoi occhi la rabbia e il dolore di chi viene messo
in discussione. Gli faceva male ferirlo in quel modo, ma anche il
suo cuore aveva bisogno di un balsamo.
”Non lo so. Io…certe volte, quando facciamo l’amore e tu chiami Seth
invece che me, ho paura che tu non mi ami perché sono io, ma
perché mi associ a lui. Tu ami ancora Seth, e questo lo accetto.
Sarebbe anzi crudele ed egoistico pretendere che tu lo dimenticassi
dopo…tutto quello che avete passato”
”E allora dov’è il problema?”
Il presidente scattò in piedi:
”Perché non lo vedi? Io non sono lui! Tu non puoi amarmi perché
ti ricordo Seth! Se mi ami, lo devi fare solo per Seto! Per Seto!”
”………”
”Principe…sei in grado di amarmi senza pensare a lui? Ti saresti innamorato
di me, se non ti fossi ricordato di Seth? Mi ameresti anche senza
che lui fosse esistito?”
L’altro abbassò gli occhi sul tappeto. A quello non aveva mai
pensato.
”Non lo so”
ammise infine.
Kaiba fischiò leggermente. Su quel fronte aveva vinto. Ma non
ne era affatto felice.
Lentamente tornò da lui. Voleva provare a costruire un sentimento
vero, basato unicamente su loro due.
”Capisci il mio bisogno? La tua accettazione del mio essere unico
e indipendente mi permetterà di andare avanti”
”I-Io…non posso farlo. Davvero, non posso. Tu devi essere Seth. Devi”
Il presidente non si arrabbiò, anche se avrebbe voluto. Ma
il suo compagno aveva pronunciato quella frase con un voce tanto colma
di dolore e sofferenza, che non ci era riuscito. E le lacrime che
gli rigavano il viso non lo aiutavano a mantenersi distante.
”…perché?”
Era il momento del Principe di esprimere le sue motivazioni, lui l’avrebbe
ascoltato. Sperando semplicemente che, in un modo o nell’altro, sarebbero
prima o poi riusciti a trovare un punto di contatto.
”P-Perché…se tu n-non sei…Seth…allora vuol dire che…che lui
è…m-morto davvero”
Kaiba faticò a comprendere il senso della frase, non solo per
i singhiozzi che l’avevano interrotta. Ma il Principe riprese prima
che lui potesse parlare:
”Cioè, lo so che…l’hanno u-ucciso, però…io ho vissuto…aspettato…credendo
che fosse una cosa…transitoria. C-Che lui…in q-qualche modo…sarebbe
tornato da me. Che sarebbe rinato…e sarei potuto tornare al suo fianco”
Il presidente gli asciugò il viso, senza dire nulla. Anche
il suo ragazzo aveva la sue ragioni per identificarlo con Seth. Non
vi aveva mai pensato realmente, ma ciò che gli aveva dato la
forza di non impazzire era la speranza- no, la certezza- che un giorno
sarebbe tornato fra le braccia dell’amante. Ma lui…aveva appena fatto
a pezzi quella certezza.
”Principe…”
”S-Se tu n-non sei lui…allora…”
e si piegò a metà, stringendosi forte lo stomaco, piangendo
lacrime amare.
”…non lo rivedrò…non tornerà da me…l-loro hanno vinto…”
scivolò a terra, e si rannicchiò in posizione
fetale, piangendo ma impedendo a Kaiba di raggiungerlo…
”…lo hanno ucciso…hanno davvero ucciso Seth…lo hanno ucciso…Seth…Seth…ti
prego Seth…”
”Principe…”
Raramente Kaiba aveva provato una simile sensazione di perdita, ma
in quel momento sentiva chiaramente la storia fra loro due svanire,
scivolargli via dalle dita come un sospiro di vento.
”Perdonami…perdonami…è stata colpa mia…solo colpa mia…un giorno
mi sarei dovuto sposare lo stesso…se non avessi rifiutato quella ragazza…non
sarebbe accaduto nulla…non sarebbe accaduto nulla…”
”Principe…ti prego…”
”…non tornerà…non tornerà da me…l’altra metà
della mia vita…non lo vedrò più…non potrò più
vederlo…Seth…Seth…”
………
Con cautela il Principe si sollevò, appoggiandosi al divano.
Si passò un polso sugli occhi, cancellando le ultime tracce
di lacrime. Aveva smesso di piangere da un po’, ma non aveva avuto
la forza di alzarsi. Nemmeno essere cosciente della presenza di Kaiba
accanto a lui era servito a qualcosa…era troppo sconvolto per…per
tutto. Stava troppo male persino per pensare.
Non lo guardò direttamente, accontentandosi di sbirciare il
suo riflesso nel vetro di una porta-finestra. Non vedeva i suoi occhi…anche
se gli era seduto vicino, non lo guardava.
’Kaiba’
Era cosciente della profonda ferita che gli aveva inferto, ma non
riuscì a provare dispiacere. Non che non volesse, semplicemente
non ci riusciva. Aveva impiegato tantissimo tempo, una quantità
che non aveva saputo definire, per accettare la morte di Seth quando
era incatenato alla parete, quando aveva ancora una speranza di rivederlo.
Adesso che sapeva la verità, probabilmente non sarebbe più
riuscito a provare davvero qualcosa per qualcuno.
Seth era morto…morto davvero.
Si strinse una mano sul petto. Come avrebbe fatto a sopportarlo?
’Seth…’
Guardò di nuovo il riflesso di Kaiba nella finestra. Un’idea
l’aveva sfiorato, quella d’appoggiarsi a lui. Ma l’aveva scartata
subito…gli ricordava troppo l’antico amato. Gli faceva davvero male
vederlo…
”Scusami…”
mormorò, senza sentire davvero pena.
”…mi rendo conto di averti ferito…scusami”
L’altro scosse la testa. Non aveva la forza di parlare.
Il Principe si alzò a fatica. Sentiva il bisogno di camminare.
Gli facevano male le gambe, e i suoi muscoli erano intorpiditi. L’aria
dell’esterno sembrava così fresca e salubre…tanto invitante…lì
forse avrebbe trovato un modo per lenire il proprio dolore.
Barcollò fino al parapetto, riempiendosi i polmoni della brezza
della sera. Solo quando vide il cielo tinto d’oro, di blu e sangue
si rese conto di quanto tempo fosse passato. La discussione era iniziata
all’inizio del pomeriggio…chissà quando sarebbe finita.
La mano di Kaiba gli afferrò il gomito, e lo tirò leggermente
indietro.
”Hai intenzione di suicidarti?”
gli chiese, ma il Principe non vi trovò preoccupazione. Era
come se uno schermo di ghiaccio li dividesse.
”No…l’idea non mi ha nemmeno sfiorato. Seth…”
Si morse la lingua, aveva nuovamente dimostrato di tenere più
al passato che al presente. Ma ormai non poteva tornare indietro…poteva
solo correggere il tiro.
”…e anche tu, non mi perdonereste mai se lo facessi”
Kaiba sospirò, lasciandolo andare. Aveva intuito che lui, originariamente,
non era contemplato nella risposta.
La sua indecisione durò solo un attimo, poi scosse il capo
e tornò nella stanza. Non sarebbe valso la pena di discuterne…tanto,
a che sarebbe servito? Ormai…
”Kaiba…”
L’altro lo seguì. La fine si stava avvicinando…anche se non
era ancora chiaro se sarebbe riuscito a guarire il cuore di entrambi.
’…forse solo il tempo può riuscirci’
Si sedette accanto a lui sul letto. Le lenzuola aggrovigliate documentavano
la passione di cui erano stati preda fino a poche ore prima…eppure
sembravano reliquie di un’epoca persino più distante della
sua.
Ai limiti del suo campo visivo, Kaiba continuava a rimanere in silenzio.
Anche se gli aveva appena dimostrato di tenere a lui…si morse un labbro.
Aveva il suo cuore per sé. Il ragazzo che s’era trovato suo
malgrado immischiato in quel pasticcio millenario era ancora innamorato…il
suo sentimento era forte, puro e limpido, proprio come quello di Seth.
Si sentì un verme. Non faceva che paragonarlo o associarlo
a Seth. Kaiba aveva ragione. Doveva fare una scelta…
”…è semplice”
”Eh?”
Il Principe sgranò gli occhi. Il presidente l’aveva preceduto,
parlando per primo. Che gli avesse letto nel pensiero?
”È semplice. Devi solo rispondermi sinceramente…posso accettare
che tu finora sia vissuto nel ricordo di Seth. È stato il tuo
grande amore, e l’ancora per la tua anima, il pilastro che ti ha permesso
di non impazzire. Non sono geloso di lui, davvero”
Ma i suoi occhi erano vuoti mentre lo diceva…il Principe sentì
qualcosa avvizzirgli dentro. Possibile che lo amasse tanto da soffrire
in quella maniera? E lui si meritava un amore simile?
”Però…se vogliamo continuare a stare assieme, tu…sarai in grado
di amarmi per ciò che sono? Ti libererai del suo fantasma?”
”Kaiba…”
I due sguardi si fusero, enormemente tristi e distanti.
”Non voglio che tu lo dimentichi. Non sono tanto crudele. Ma…voglio
che accetti che lui non c’è più”
”Io…”
Strinse fra le mani un lembo del lenzuolo. Cosa poteva dirgli che
fosse la verità, ma che non lo ferisse ancora di più?
”…non posso dirtelo ora. Ho bisogno di tempo. Molto tempo…devo ritrovare
la strada. Ora sono allo sbando...incapace di provare una sensazione
diversa dal dolore”
”…per chi soffri? Sinceramente…dimmelo”
”Per Seth…per te…per tutto il dolore che vi ho causato. E per me stesso…non
solo ho rovinato le vostre vite, ma ho anche infranto la mia felicità”
”Principe…”
Ma l’altro scosse la testa:
”Non merito consolazioni…è a causa del mio rifiuto che l'odio nacque nei Priest. E il tuo cuore l’ho ferito sempre io. Non sono più
nemmeno sicuro di meritare i vostri sentimenti”
Kaiba lo strinse a sé, posandogli un bacio fra le ciocche:
”Non pretendo il presente. Non lo pretendo. Dimmi solo se…c’è
un futuro per noi”
’Il futuro…’
Il Principe soffocò una lacrime. Era quello che Seth gli aveva
promesso…
’…Seth aiutami!!!’
Ma era solo…e doveva dargli una risposta.
”Io…non lo so…non lo so…”
Le braccia di Kaiba scivolarono lungo il suo corpo, molli e apatiche.
......... ”Cosa farai?”
La notte era fonda, e i fuochi artificiali fiorivano in cielo. Li
stavano ammirando dal balcone della stanza di Kaiba, ma non come erano
soliti fare. Non erano abbracciati, né intenti ad amoreggiare.
Alla vista, solo un tavolo di vimini li divideva. In realtà
c’era un baratro.
”Tornerò in Egitto, partirò coi Guardiani. Loro…si prenderanno
cura di me”
Kaiba inarcò un sopracciglio. Era forse impazzito?
”Ti sei reso conto di quello che hai detto?”
Un lampo viola illuminò il viso del Principe:
”Sì. Hai modificato la loro memoria, giusto? Non ci saranno
problemi”
”…ti fidi tanto di me?”
L’altro lo guardò leggermente sorpreso:
”Naturalmente”
Il presidente scosse la testa. Non aveva più alcun diritto
di intromettersi nelle sue decisioni. Si erano lasciati, quindi non
si sarebbe immischiato. Dopo quella vaga risposta ricevuta, trascorsi
pochi attimi si era alzato, aveva preso dei panni puliti, ed era andato
a farsi una doccia. Non aveva pianto né imprecato contro il
mondo. Non ne aveva sentito il bisogno, dato che il suo cuore era
diventato di pietra.
”Kaiba?”
”Hm?”
Sapeva come comportarsi. Le esperienze che l’avevano portato a diventare
il presidente della Kaiba Corporation l’avevano reso forte e resistente.
Poteva affrontare qualsiasi situazione…bastava pensare che fosse un
incontro d’affari.
”Io…”
”Non mi chiedere ancora scusa. Non lo sopporterei”
Quel continuo giustificarsi iniziava a dargli sui nervi…perché
non aveva impegnato quelle energie per capire la verità?
”…d’accordo, non lo farò più. Però…”
e fece un grosso respiro, tentando di racimolare il coraggio necessario
per la richiesta che sapeva essere egoistica e un po’ ipocrita.
”…ti prego di…concedermi un po’ di tempo. Per ritrovare me stesso”
L’altro inarcò un sopracciglio, e non disse nulla, per cui
il Principe fu costretto a continuare, seguendo quel sentiero tracciato
dal dolore e dal silenzio.
”Io…ho bisogno di tempo per stabilizzarmi. Per…comprendere se sia
in grado di…accettare davvero la scomparsa di Seth. Ho bisogno di
andare sulla sua tomba, e…scoprire se sono davvero in grado di andare
avanti senza di lui. Per favore…concedimi…il tempo”
”…tutto questo è scandalosamente egoista, non trovi?”
Più che le parole, a ferire il Principe fu il tono disinvolto
con cui Kaiba le disse…
”Tu vuoi che ti aspetti per un tempo indefinito, pur essendo consapevole
di non sapere se riuscirai a dimenticare Seth. Quindi io potrei rimanere
qui ad aspettarti invano…se tu capissi di poter amare solo Seth, io
mi ritroverei ad aver buttato quanti anni? Almeno tu, in quella cella,
un incentivo per aver fiducia nel futuro l’avevi. A me che motivo
hai concesso? Nessuno”
Freddo e staccato, sembrava aver già deciso che non ci sarebbe
stato un avvenire, per loro.
”Hai ragione su tutto. Sono un egoista…lo confesso. Ma non sono in
grado di comportarmi in un altro modo. Non posso prometterti che ti
amerò. Posso solo andarmene in cerca di una risposta soddisfacente.
E per farlo, devo chiudere col passato”
”…sempre che tu ne sia in grado”
Lo scoppio dei fuochi artificiali aveva quasi coperto quella frase,
ma l’altro l’aveva sentita:
”Non potrò scoprirlo rimanendo qui”
Il Principe si alzò, avvicinandosi a lui. Prese il suo viso
fra le mani, e lo baciò con delicatezza, su quelle labbra soffici
che lo avevano fatto impazzire.
”Non ti dirò addio, Seto Kaiba. Noi ci rivedremo…non ti lascerò
nell’inconsapevolezza. Un giorno avrai una risposta, te lo giuro”
e lo baciò di nuovo, il cuore che piangeva, improvvisamente
conscio di quanto anche lui gli fosse caro. Ma non poteva tornare
indietro, dopo tutto quello che si erano detti…
”Chiedi scusa a Mokuba da parte mia”
mormorò a quelle labbra che non parlavano.
Un ultimo bacio, e si voltò, scendendo le scale del terrazzo
e sparendo nel giardino, e nella notte.
Fine
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