Disclaimers: I pg sono tutti miei. Serie:
original, fantasy Legenda: Shina: pietra sacra Shita: pianeta Ankya: città blu Atum: città rossa Aru: città viola Alya: città verde Malti: città dei mondiali acquatici Kusho: città natale di Yu (il mondo terrestre è diviso in tre continenti)
La leggenda dell'Oceano parte II di Kary_chan
“U…hu…Shu…” “Hmmm” “uf…sei vivo. Menomale. Ti abbiamo cercato per mezz’ora. Eravamo preoccupatissimi. Come ti è venuto in mente di saltare giù dalla nave così! Fortuna che Mia ti ha visto! Adesso rimani nel letto e non ti muovere. Galleggiavi privo di sensi ed eri freddo come un cadavere. Ci hai fatto prendere un bello spavento. Ora riposa che devi essere in forma per le gare di domani. Tra poche ore saremo a Malti.” “Hmm” Malti. I mondiali acquatici. Gareggerò in tutte le discipline. Tre giorni di assoluta concentrazione e impegno. Tu guarda se mi doveva capitare una cosa del genere proprio ora. Sono sicuro di non aver sognato. E poi ho avuto un ricordo. Sono sicuro. E’ una cosa che sento, è come se avessi assistito alla scena in prima persona. E’ assurdo eppure ne sono convinto. L’acqua è sempre stata il mio elemento. Ogni volta che avevo un problema o ero arrabbiato o qualcosa non andava ho sempre trovato sollievo in un tuffo, una nuotata, un’immersione. Quando l’acqua entra a contatto con il mio essere mi sento libero, pieno di energie, euforico. Ho sempre battuto tutti per abilità, velocità e resistenza. Sono un vero pesce. La prima volta che ebbi l’opportunità di toccare il mare fu in una gita in prima elementare. Mia madre aveva rischiato di annegare poco prima di mettermi al mondo e per il terrore che mi accadesse qualcosa mi ha sempre proibito di avvicinarmi all’acqua. Tutti i laghi di Shita si sono prosciugati molti anni fa, il mare è l’unica distesa d’acqua del pianeta. Non ci sono più fiumi, è impossibile raccogliere l’acqua piovana perché sparisce dopo pochi minuti eppure le colture non ne risentono perché ogni mezz’ora c’è un temporale di cinque minuti. Quel giorno aspettai che il maestro si distrasse un secondo e mi buttai in mare dalla nave. Non avevo mai nuotato, ma dopo alcuni movimenti impacciati diventai un nuotatore eccellente. I miei compagni urlavano spaventati sulla nave mentre io mi dilettavo in immersioni di svariati minuti e in piroette acrobatiche con delfini e altri pesci. I maestri gridavano al miracolo. Carlo, l’insegnante di educazione fisica venne a riprendermi e dovette ricorrere a tutta la sua forza e velocità per afferrarmi e riportarmi sulla nave, io sarei rimasto in acqua in eterno. Il mare era caldo, dolce, piacevole. Oggi ho riprovato la stessa sensazione di simbiosi con l’acqua. E’ stata la pietra, mi ha permesso di respirare sott’acqua; ma com’è possibile? A guardarla ora sembra un enorme zaffiro. Ha smesso di sprigionare quella strana luce eppure sento ancora provenire da essa una strana energia. *** Pow Iku E’ sempre bello tornare a casa dopo un lungo viaggio. E questo è stato il più lungo di tutti quello finale. Un viaggio pieno di insidie per raggiungere il luogo sacro del tempio del dio Kisu, a metà tra i regni oceanici. Una costruzione enorme di corallo bianco. Solo in quel luogo si può trovare quel tipo di corallo. Per riuscire a raggiungere il tempio è necessario superare tre prove, e solo il successore al trono ha il diritto di intraprendere il cammino per omaggiare il dio e per chiedere consiglio per aiutare il proprio popolo. Nessuno a Atum sapeva della mia partenza, altrimenti mi avrebbero impedito di andare. Spero che non si siano ancora accorti della mia lontananza anche se sono stato via molti mesi. Mio padre è cambiato. Per lui conta solo riunire le pietre dei vari regni, creare Shina, la pietra sacra è il suo unico scopo. Il bene del popolo non conta più nulla. Vuole diventare l’uomo più potente di Shita e governare il pianeta. L’ho visto cambiare a poco a poco, mentre la nostra pietra sacra, parte di Shina, si scuriva, fino a diventare un pezzo di carbone. La profezia dice: QUANDO LE PIETRE SACRE SI OSCURERANNO UNA CATASTROFE SI ABBATTERA’ SUI REGNI DEL MARE. Red, la pietra del fuoco rivela l’animo del sovrano: quando è rossa, il suo colore naturale, significa che il re è buono e si preoccupa del popolo, quando diventa nera significa che la catastrofe è imminente. Soltanto il dio Kisu avrebbe potuto aiutarmi. Atum è ancora come l’ho lasciata, ma quanto durerà? La gente lavora e si diverte, ignara dei propositi del re. L’esercito è pronto. Il primo obiettivo sarà Alya. Dove parlare con mio padre, devo fermarlo. Non posso permettergli di scatenare la guerra, anche se l’unico modo per fermarlo fosse ucciderlo non mi tirerei indietro, per il mio popolo. Conosco bene le abitudini di mio padre. Tra poco si sposterà dalla sala del trono agli appartamenti privati, da solo. E’ l’unico momento in cui posso avvicinarlo. Mi acquatto nella penombra Eccolo. Mi mostro ai suoi occhi. “Padre” “Iku. Sei tornato finalmente. Pensavi che non mi sarei accorto della tua scomparsa? TRADIMENTO!!!!!” Due guardie appaiono all’improvviso alle mie spalle. Sono stato colto di sorpresa, non ero preparato ad una simile evenienza. Provo a scappare ma loro sono più veloci, mi riempiono di pugni mirati alla bocca dello stomaco per farmi perdere i sensi. Poco prima di svenire trovo la forza per gridare a mio padre “Fermati. Ti scongiuro. Fermati. Non attaccare Alya. Rinuncia ai tuoi sogni di potere. Pensa al tuo popolo” Quando mi sveglio sono in una piccola cella, avvolto dalla penombra, con una finestra sbarrata che da sul lato ovest del castello. Sotto di me le truppe sono schierate. “PAAAAAAADREEE……….RINUUUUUNCIA” Grido più forte che posso. Lui si volta verso la mia finestra e sul suo volto scorgo un sorriso demoniaco. Alza il braccio destro ed ecco il segnale di marcia. Le truppe si muovono velocemente. I cavalli marini giganti di Atum sono i più veloci e potenti dell’oceano, in pochi secondi sono solo dei puntini minuscoli all’orizzonte. “Elich!! Vieni” Ed ecco il mio fedele animaletto. E’ intelligente e veloce. La mia unica speranza. La magia della pietra ci permette di rimanere all’asciutto all’interno delle case. C’è una barriera alle finestre e alle porte che non permette all’acqua di entrare ma noi umani la possiamo attraversare in qualunque momento. Shina divisa in quattro parti è potente…non oso immaginare il suo potere una volta riunita. “Elich, prendi questo. Portalo a Sky. Ti ricordi di lui?” Annuisce mentre gli lego alla pinna un braccialetto blu cobalto. Quando vedrà il braccialetto capirà che ho bisogno di aiuto. Spero anche che capisca che il nostro timore si è avverato: la guerra è iniziata. Insieme abbiamo superato le prove per raggiungere il tempio, e insieme troveremo il modo di salvare i popoli del mare. La serratura della mia cella scatta. Una figura si avvicina lentamente. Con un gesto della mano ordino a Elich di allontanarsi prima che possano scoprirla. “Ma che indegna stanza per un principino” Dalla voce bassa e rauca intuisco che l’uomo avvolto nell’ombra è Nishi, il figlio del braccio destro di mio padre. Il suo odio per me non è mai stato un mistero. Il cuore comincia a battere velocemente nel mio petto. Il sorriso infido che riesco a scorgere non preannuncia nulla di buono. Si avvicina lentamente a me e mi spinge con violenza sulla brandina. Mi strappa il vestito di dosso e ne usa un pezzo per legarmi le braccia sopra la testa. Sento la paura crescere in me. Mi volta a pancia in giù. Sono sempre più consapevole delle sue intenzioni. Mi irrigidisco e lo sento ridere di gusto. Più gli faccio capire la mia agitazione e la mia paura e più lui si eccita e ne gode. Sento il fruscio dei pantaloni che si abbassano e il suo membro eretto premere contro il mio orifizio. Non sarà delicato, lo so, farà di tutto per ferirmi e umiliarmi ma non gli darò la soddisfazione di sentirmi gridare per il dolore e non lo implorerò di smettere. Entra in me con un colpo secco e deciso. Ogni affondo è un dolore nel corpo e nell’anima ma cerco di mantenere la calma, cerco di evadere con la mente e pensare a qualcosa di piacevole. Ripenso al primo incontro con Sky, alle nostre avventure. Ne abbiamo passate assieme. Entrambi volevamo raggiungere il tempio. Non ce l’avremmo fatta da soli. L’unico modo era unire le forze. All’inizio eravamo molto distaccati e diffidenti, poi il sogno di riuscire a salvare i popoli del mare ci ha unito sempre di più. Quanto vorrei rivederlo, per un momento penso a quanto sarebbe bello baciarlo, quelle sue labbra sottili e morbide sono così invitanti. L’urlo di Nishi mi riporta alla realtà. Finalmente è finita. Si alza dal letto, mi slega i polsi e se ne va ridacchiando. Rimango un po’ immobile. Poi provo ad alzarmi ma non ce la faccio, non ancora, è stato troppo violento. Riesco a intravedere un macchia tra le lenzuola. E’ il mio sangue. Mi viene la nausea. So che tornerà, mi violenterà ancora e ancora, finché ne avrà voglia. Mi accuccio in posizione fetale sulla brandina e piango, piango come non ho mai fatto prima. Piango perché per la mia impotenza, piango per l’umiliazione subita, piango per il massacro che non sono stato in grado di impedire. Piango. Non posso fare altro. *** Pow Yu Le corsie di gara sono delimitate da piccole boe. E’ leggermente ventilato quindi le onde sono piccoline e spumeggianti. Per l’occasione dei mondiali il percorso è circolare, su un tratto di mare molto profondo. “Shu!!Che fai? Fermati! Non è permesso provare il percorso prima della partenza!” Mi giro di scatto nella direzione della voce. Un signore, probabilmente l’allenatore visto l’abbigliamento, stringe vigorosamente il polso di un ragazzo con la mano. Shu.. I nostri sguardi si incrociano per pochi istanti e provo una strana sensazione di dejà-vu. Il modo in cui guarda il mare assomiglia al mio. Nei suoi occhi leggo bramosia, bramosia di immergersi in quell’oceano e abbandonarsi all’acqua, provare ancora una volta la sensazione di assoluta libertà. Il mio spirito di competizione si risveglia. Era da molto…moltissimo tempo che non provavo una voglia così bruciante di confrontarmi con qualcuno. Nessuno è alla mia altezza a Kusho, ma non è solo per questo, c’è dell’altro, ma non riesco a capire cosa. Continua…….
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