La Guerra Eterna Parte
IX di
I 4 dell’Apocalisse La cella era buia, fredda, ma
Andrew non se ne accorgeva nemmeno. Da quando le guardie di Von
Axel qualche ora prima lo avevano portato nelle segrete non aveva detto una
sola parola, si era chiuso nel suo silenzio e nei suoi pensieri, dove nessuno
poteva raggiungerlo. Sedeva a terra, in un angolo
della cella, incurante della polvere che gli sporcava l’elegante tunica della
vecchia Guardia; la sua espressione era fredda e i suoi pensieri carichi di
rabbia. Cercava disperatamente di non
far caso agli ospiti delle altre celle, che urlavano, parlavano tra loro e
facevano commenti decisamente poco carini sul perché un membro della Vecchia
Guardia si trovasse laggiù: erano per lo più traditori della peggior specie,
che si erano macchiati di crimini contro la razza, vili e peggio. Vi erano
anche alcuni mannari catturati nelle incursioni precedenti, ma che sarebbero
sicuramente giustiziati a breve. Per fortuna le guardie che
erano venute a prelevarlo lo avevano messo in una cella isolata, abbastanza
lontana dalle altre, forse per paura che potesse causare qualche guaio in
mezzo a quella gente. Infondo se il conte lo aveva
fatto imprigionare c’era un motivo no? Dalila. Lo sapeva che era stata lei. Non poteva che essere
diversamente: era l’unica persona che lo odiasse al punto di mettere in giro
voci false per farlo arrestare, ed essendo figlia del Conte ne aveva tutte le
possibilità. E perché poi? Perché suo padre lo amava
come se lo avesse generato lui stesso invece che essergli legato solo per
legame di sangue. Fin dal primo momento che
Dalila aveva posato gli occhi su di lui lo aveva odiato, detestato fin dal
profondo per quell’amore incondizionato che il padre gli riservava, forse
unico in tutto il mondo ad essere riuscito a far breccia così profondamente
in quel cuore gelido, freddo al punto da non essere scalfito in apparenza
nemmeno da uno dei suoi tanto affilati bisturi. Ma che ci poteva fare? Era ridicolo. Accusato di avere un rapporto
morboso con Lawrence, accusato di cercare di sedurre il proprio padre…tutte
cazzate! Da quando era rinato come
vampiro, lui e Lawrence avevano sempre avuto un rapporto splendido: l’anziano
era stato per lui il padre che non aveva mai avuto e mai si sarebbe sognato
di mutare la loro relazione in qualcosa di diverso; per prima cosa era
proibito e in secondo luogo Andrew aveva già Laika e gli bastava. Ma Dalila non capiva. Per lei o era tutto bianco o
era tutto nero, non vedeva sfumature e non riusciva ne a capire ne ad
accettare ciò che legava lui e Lawrence. Almeno in quello stato di
costrizione aveva tempo per pensare a tutto quello che era successo quella
mattina, con calma e senza alcuna distrazione. Anche se pensarci non era
esattamente quello che voleva. Avrebbe preferito non
pensarci più, ritirare tutto in una scatola e chiuderla da qualche parte, ma
sapeva che non era possibile, che era una cosa che andava affrontata e anche
al più presto: per la prima volta dopo quasi un secolo che era vampiro, si
era ricordato cosa voleva dire avere un cuore, provare sensazioni che non
fossero l’amore per un padre e l’affinità che c’è tra compagni…e si era
spaventato. Si era spaventato perché era
troppo presto, perché era da troppo che non succedeva, perché lui era un
mannaro ed era proibito. Lui amava laika. Doveva amare Laika. Era il compagno che aveva
scelto per la sua vita eterna, era per lui che doveva vivere…o morire se era
quello che gli veniva richiesto. Per nessun’altro. Mannaro , vampiro o umano che
fosse. Lui non provava niente per
quel mannaro dagli occhi color del ghiaccio, non poteva e non voleva che
fosse così…era inaudito, non conosceva nemmeno il suo nome!! Decisamente era meglio non
pensarci. Sospirò leggermente tra se e
se, portandosi le ginocchia al petto in un gesto che sapeva molto di auto
consolazione, continuando a perdersi nei suoi pensieri, che diventavano
sempre più neri a mano a mano che le ore passavano. Non aveva fatto storie quando
le sentinelle erano venute a prelevarlo solo perché non voleva creare
scompiglio nella stanza dove il compagno stava riposando…Laika, chissà come
stava, chissà se si era ripreso e soprattutto, chissà se anche lui lo stava
pensando. A quel pensiero sorrise
leggermente tra se e se…anche in quel momento così critico e decisamente poco
eccitante, riusciva a fare dei pensieri così stupidamente dolci sul suo
compagno. Laika ridendo lo aveva più
volte accusato di essere terribilmente sentimentale, ma non ci poteva fare
niente se ogni volta che il pensiero del compagno lo sfiorava, la dolcezza
che ne trapelava era così forte da nascondere anche i suoi immani sensi di
colpa. Socchiuse appena gli occhi
abbandonandosi a dolci pensieri su di lui. Riusciva quasi a figurarsi il
suo volto, pallido di fragile bellezza, i suoi lunghi capelli rossi, il suo
sguardo cos serio e risoluto ma allo stesso tempo tanto dolce. Purtroppo solo una visione. E allora perché gli sembrava
così maledettamente reale? -Andrew…- Il vampiro sgranò gli occhi
di colpo nel sentire la voce familiare del compagno. Aprì gli occhi di scatto,
capendo improvvisamente perché i suoi pensieri gli sembrassero tanto reali:
Laika era lì, al di là delle sbarre, proprio di fronte a lui che lo stava
guardando: da quanto era lì? -Laika…- mormorò, lasciando
che il proprio sguardo indugiasse sulla di lui figura ancora per qualche
attimo…si, esattamente come nei suoi pensieri –ti sei svegliato dunque…- -si…-rispose il vampiro dai
capelli rossi, senza staccare la schiena dalla parete alla quale era
appoggiato- non sei contento? - Il tono appena indispettito
della di lui voce, fece accigliare leggermente Andrew –da morire…- rispose
con un sorriso, alzandosi in piedi e spolverandosi i calzoni –ero tremendamente
preoccupato per te e questa cella certo non mi aiuta- Laika con un leggero colpo di
reni si staccò dalla parete avvicinandosi alle sbarre della cella –Dalila?- -e chi se no?- -tuo padre ti farà uscire da
qui…vedrai, sicuramente starà già in presenza del Conte per chiarire la
situazione- -ne sono certo anche io-
rispose Andrew avvicinandosi alle sbarre della cella, trovandosi proprio di
fronte al compagno- e tu non mi dici nulla?- allungò la mano al di fuori
delle sbarre, con l’intenzione di andare carezzargli il volto. Il rosso alzò la mano destra,
scacciando quella del compagno con un moto di stizza –non toccarmi…- Andrew inarcò un sopraciglio
con fare interrogativo a quelle reazione –ehi!- esclamò stupito –ma che ti
prende? Non hai mai reagito così a…- -a cosa? Alle tue carezze di
pietà?- ribatté indispettito l’altro ragazzo. Andrew si bloccò di colpo a
quelle parole –pietà?- la sua voce era titubante…ma che diavolo andava a
pensare??? –Laika…ma cosa stai dicendo?ma sei rincretinito d’un colpo?- bene,
gran belle situazione! In prigione con in fidanzato in piena crisi…cosa c’era
di peggio?? Laika fissò le verdi iridi in
quelle del compagno, evidentemente più indispettito che arrabbiato- si certo,
ora sono io che sogno le cose…- Andrew era sempre più
confuso. Da quello che gli risultava
non aveva fatto nulla di male, e Laika sapeva benissimo di non avere alcun
rivale…almeno fino quella mattina, quando aveva duellato con il mannaro, ma
di certo il rosso non poteva saperlo –laika…non ci sto capendo niente, sul
serio…- cercò di usare il tono più conciliante di cui era capace –se fossi
così gentile da spiegarmi tutto dall’inizio…accarezzarti per pietà? Laika, lo
sai che non vivo che per te…- Il vampiro dalla rossa chioma
distolse lo sguardo- si certo…ora vivi per me…pensi che non mi sia accorto
delle occhiate che vi scambiavate te e il mannaro?- Ecco, se ne era accorto. Per un attimo Andrew rimase
totalmente spiazzato, vagliando seriamente la probabilità di scavare una buca
e sotterrarsi, ma poi cambiò idea…negare! Ecco la soluzione! -adesso capisco…- disse
sorridendo al compagno in modo tenero e leggermente divertito –sei geloso…- -io non sono geloso…- -Laika…come puoi pensare che
io ti voglia sostituire…con un mannaro per di più!- -ecco…-ancora il rosso non si
azzardò ad alzare gli occhi -è che…siamo compagni fa quasi un secolo e tu non
hai…ecco ancora non hai voluto…insomma, non abbiamo ancora fatto l’ultimo
sigillo…- Ed ecco che si saltava sempre
sullo stesso discorso. E non poteva nemmeno dire
nulla. Era lui con la sua
ostinazione ad essere nel torto. Infondo casa sarebbe
cambiato? Lui amava Laika, ne era certo…ma se ne era così certo, perché alla
fine non si decideva a compiere questo ultimo passo? Forse se si fosse deciso
avrebbe capito i suoi sentimenti. Ma era codardo e non ci
riusciva. Non pensava di riuscire a
mentire al compagno fino a quel punto…e poi avrebbe dovuto affrontare i suoi
sentimenti per il mannaro, e non era ancora pronto. Basta! Quel mannaro doveva sparire
dalla sua mente…era proibito, non doveva nemmeno prendere in considerazione
l’idea…nemmeno se i suoi occhi erano i più belli che avesse mai visto. Nemmeno se gli aveva salvato
la vita. Scosse il capo cercando di
scacciare la miriade di immagini che gli si erano presentate alla mente. -te l’ho già detto…io voglio
legarmi a te, è solo…- -si lo so…solo che non vuoi
sprecare il nostro momento così presto- sbuffò leggermente, appoggiando la
testa alle sbarre- io ti amo Andrew…lo sai, e la cosa che desidero di più al
mondo è essere legato a te per sempre, ma a volte sembra quasi che a te non
importi, che tu stia portando avanti questa relazione in attesa di qualcosa
di meglio…-il suo tono di voce si ridusse ad un sussurro. -anche io ti amo Laika…- La dolcezza nel tono di
Andrew, convinse l’altro vampiro ad alzare lo sguardo. Andrew allungò la mano destra
al di là delle sbarre, andando ad accarezzare la guancia del compagno, che
questa volta non si ritrasse da quel tocco- ti sai che per me sei la cosa più
importante…- mormorò appoggiandosi con la fronte alle sbarre-non avrebbe
senso cercare qualcosa di meglio perché ho già il meglio Laika…e non desidero
nessun’altro…- Laika sorrise appena,
lasciandosi ora accarezzare –lo so, sono tremendamente sciocco…ma per un
attimo quando ti ho visto guardare il mannaro, mi è sembrato di scorgere nei
tuoi occhi la stessa espressione che vidi al nostro primo incontro…- Non fece in tempo a finire la
frase. Andrew da dietro le sbarre
aveva portato la mano che poco prima carezzava la guancia del compagno dietro
la di lui nuca, attirandolo verso di se. Le loro labbra, anche se con
l’impiccio delle sbarre, si unirono in un dolce e tenero bacio. Andrew si vergognava di se
stesso. Quello era il modo più
squallido di mettere a tacere quella voce che gli stava ribadendo cose che
già sapeva ma che non voleva ammettere, ma era l’unico che conosceva per non
andare oltre. Doveva rassicurare il
compagno, fargli capire che era davvero l’unico…ma se la pensava così perché
continuava a sentirsi così in colpa? Ma non importava. Schiuse le labbra con
l’intenzione di approfondire il bacio, e per un lungo e terribile momento si
trovò a desiderare che tra loro non vi fosse alcuna sbarra. “Ti amo Andrew…” Quel sussurro nella mente…non
avevano il terzo sigillo, ma un secondo era più che sufficiente per
scambiarsi brevi pensieri, e quello era così intenso da sentirlo quasi
urlato. “anche io Laika…” Ed era vero. Anche se forse non in quel
modo così completo come sperava, sapeva che in sentimento che li univa era
abbastanza forte da coinvolgerlo anche con i senti. Ancora qualche attimo, poi le
loro labbra, a malincuore, si separarono. Laika sorride, leggermente
imbarazzato per la scenata fatta poco prima –scusami…- mormorò, senza
tuttavia rifuggire dallo sguardo dell’altro vampiro. -non importa- lo rassicurò
Andrew –accidenti, non sai quanto spero di poter uscir presto da qui- sbuffò
appena…ed era vero, non gli piaceva per niente quel posto, in mezzo a
traditori e vili, gli sembrava quasi di aver tradito, cosa che non era
assolutamente vera. -stai tranquillo…sono certo
che tuo padre sta parlando con il conte per chiarire questa faccenda…in fin
dei conti non ti possono tener chiuso qui dentro senza una ragione valida no?
Voglio dire…sei uno dei soldati migliori, e il conte lo sa, a dispetto di quello
che può dire lady Dalila…- -io lo so e tu lo sai…e non
hai idea di questo spero che lo sappia anche il conte…l’idea di passare
ancora un’ora qui dentro in mezzo ai vili mi mette la nausea, anche se non ho
più uno stomaco…- -forse…- iniziò Laika. Ma non fece in tempo a finire
la frase. Un fragore di proporzioni
gigantesche raggiunse le orecchie dei due vampiri, che d’istinto di voltarono
verso la parete di pietra, dietro alla quale proveniva il rumore. Un rumore fortissimo di
pietra che si infrangeva, come se qualcuno avesse abbattuto un muro, seguito
da urla e fragore di spade. Non perfettamente udibile, ma chiaramente
distinguibile anche dalle prigioni. Non furono gli unici a
voltarsi…tutti vampiri e le guardie presenti nel luogo sentirono quel forte
rumore. -Che succede?!- domandò una
delle guardie scostandosi dalla sua posizione vicino alla porta d’ingresso. -andrew…- laika volse lo
sguardo verso il compagno, facendogli cenno di avvicinarsi alle sbarre…un
lampo di preoccupazione gli attraversò lo sguardo. I rumori si facevano sempre
più vicini e udibili anche al di là del muro…c’erano evidenti urla di
combattimento, fragore di spade che si scontravano, lamenti di dolore,
ululati. I mannari attaccavano. E a giudicare dalla struttura
del castello e dalle urla sempre più distinte si stavano avvicinando alle
prigioni. -state indietro!!!- urlò una
guardia ai prigionieri, nel vederli affollarsi vicino alle pareti. Andrew si voltò verso laika,
guardando interdetto. Si avvicinò alle sbarre della
cella, trovandosi stranamente a pregare tra se e se che le guardie si
decidessero ad aprire le celle; se quelli al di là del muro erano decisi a
sfondare la parete delle prigioni erano tutti morti. Nessuno dei prigionieri aveva
con se ne armi ne armature, e vedersela con un mannaro a mani nude non era
certo la più piacevole delle esperienze. -non preoccuparti…-mormorò al
compagno, portando la mano destra all’indietro, lasciandola passare tra le
sbarre e andando a cercare quella di lui, che subito vi si allacciò, come a
volerlo proteggere. In realtà era andrew il primo
a preoccuparsi, ma cercò di mascherare le sue sensazioni, non volendo
preoccupare ulteriormente Laika. Poi di nuovo quel fragore. Assurdamente più vicino di prima. La parete davanti ad Andrew
parve tremare per qualche istante, per poi iniziare a creparsi, fino a
spaccarsi, rivelando la luce della stanza attigua. Il vampiro chiuse gli occhi
d’istinto, tenendoli serrati per qualche attimo, la mano ancora serramente
allacciata a quella del rosso, aggrappandosi a lui come se fosse la sua
ancora di salvezza. -tu…- Una voce. Un sussurro quasi urlato,
stupito, incredulo. Lentamente Andrew aprì gli
occhi. La polvere e i calcinacci
aleggiavano ancora nell’aria, ma questo non fu sufficiente a mascherare alla
sua vista, la persona che aveva parlato. Il mannaro. Il mannaro con il quale si
era scontrato qualche ora prima era lì davanti a lui, e lo fissava, lo
guardava stupito, con uno sguardo che voleva significare molte cose. CONTINUA… E sono sempre la più
veloceeee *___* E speriamo a breve che anche
Morte scriva, visto che ancora non mi ha anticipato nulla sul prox capitolo e
sono curiosa come una faina australiana*___* Un bacione grosso grosso a
chi legge^^ Tifawow Guerra
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