La Guerra Eterna

Parte V

di I 4 dell’Apocalisse

 

 

Andrew sedeva immobile vicino al letto dove avevano sistemato Laika.

Silenzioso.

Preoccupato.

La battaglia era stata a dir poco terrificante, e anche se i soldati vampiri di Von Axel erano riusciti ad avere la meglio, per lui e per il compagno le cose non si erano risolte proprio per il meglio.

Erano riusciti a rientrare al castello appena in tempo per evitare i primi raggi del sole e le ferite che lui aveva ricevuto non erano così gravi da dover essere curati con la rigenerazione, ma Laika…lui era diverso.

Il mannaro che aveva sfidato lo aveva ridotto piuttosto male: aveva riportato seri danni ad un occhio e anche il braccio sinistro non era ridotto meglio, senza contare le ferite varie che aveva ricevuto e che gli avevano impedito anche solo di reggersi in piedi senza aiuto…aveva perso moltissimo sangue.

Appena arrivato lo aveva portato subito nella sua stanza, dove lo aveva messo a riposare; lo aveva praticamente costretto a usare la rigenerazione e gli aveva dato il suo sangue per farlo, ma ora il suo compagno era caduto in un sonno profondo, forse per la stanchezza o forse per il torpore…Andrew sperava vivamente che fosse per la prima, e altro non poteva fare che sedere a fianco al letto, accanto al corpo dell’amico avvolto nelle nere lenzuola di seta, attendendo che si risvegliasse, senza osare rivolgersi a quel Dio che tanti anni prima li aveva rifiutati entrambi.

Eppure se fosse stato necessario per Laika lo avrebbe fatto.

Se fosse morto non se lo sarebbe mai perdonato.

Erano amici da più di un secolo, da quando entrambi erano ancora umani appena portati al castello: si erano conosciuti durante l’allenamento per entrare nelle Vecchia Guardia, gli unici due umani ad aver richiesto quel tipo di addestramento. Lui, figlio del torturatore Lawrence era praticamente evitato dagli altri umani del castello, intimoriti dal nome e dall’aura spaventosa del suo genitore; Laika invece era figlio di un sacerdote, uno nemmeno tanto importante, forse proprio per quello aveva inizialmente cercato la sua amicizia…era pallido e esile, con una massa di lunghi e fini capelli rossi che gli scendevano sulle spalle.

Carinissimo.

Forse era proprio per quel suo apparire così innocente che a Andrew era piaciuto subito.

Non avendo nessun altro con cui parlare liberamente (entrambi si sentivano ancora a disagio in mezzo ai vampiri), si erano attaccati l’uno all’altro in maniera quasi morbosa, diventando prima migliori amici, poi infine amanti.

Perché era quello che erano.

Amanti.

Anche dopo la vampirizzazione avevano mantenuto il forte sentimento che li legava, anzi, si era rafforzato grazie al potere dei legami di sangue che avevano fatto…due.

Ancora Andrew non se la sentiva di arrivare al terzo, il sigillo che li avrebbe resi infine una cosa sola, che avrebbe rafforzato il loro amore a qualcosa di eterno, qualcosa di molto simile a un matrimonio…aveva spesso sentito parlare di quel ultimo stadio del legame di sangue e sapeva che se avesse dovuto scegliere qualcuno con cui farlo quel qualcuno sarebbe stato certamente Laika, ma ancora non era sicuro.

Il compagno lo aveva desiderato e più volte gli aveva espresso questo suo desiderio, ma alla fine Andrew lo aveva sempre respinto, chiedendogli solo un po di tempo, giurandogli che prima o poi l avrebbero fatto ma che per ora non si sentiva ancora sicuro, dicendogli che infondo avevano tutta l’eternità davanti a loro e che se avessero consumato subito questo ultimo sigillo non avrebbero potuto gustarselo appieno.

Mentalmente si diede dello sciocco.

Forse queste parole potevano ingannare Laika, ma non poteva certo ingannare se stesso.

Sapeva perfettamente che il vero motivo per cui si rifiutava di fare quel legame era il sentimento che provava: come poteva costringersi ad amare in quel modo totale una persona di cui non era sicuro? Che Laika lo amasse era palese…era Andrew a non essere sicuro di amare il compagno, nemmeno dopo tutti quegli anni, e non voleva legarsi in quel modo se prima non era certo che non sarebbe stato solo per il legame.

E dopo la battaglia di quella notte i suoi pensieri erano ancora più confusi.

Il mannaro.

Era lui la causa della sua confusione.

Un mannaro che gli aveva risparmiato la vita…un mannaro che con lui aveva duellato pensando solo al piacere della battaglia e non a uccidere il nemico…un mannaro dagli occhi azzurri, così belli, che gli erano entrati nel cuore.

Avevano lasciato il segno.

Andrew non era certo il tipo da correre dietro a tutti i ragazzi che vedeva…a parte Laika in quel modo non gli era mai piaciuto nessuno, ne maschi ne femmine, anzi, la sua fedeltà al compagno era insolita nel casato…ma quando i suoi occhi avevano incontrato quelli del mannaro, aveva sentito cedere per un attimo tutte le sue sicurezze, tutte le sue convinzioni. L’odio istintivo per quello che doveva essere il suo peggior nemico era sparito come neve al sole e si era trovato a fare pensieri alquanto sconvenienti.

Era peccato.

Ovviamente tutto quello che la gente normale considerava peccato, ai vampiri faceva un baffo: morte, perversione, distruzione, bestemmia…tutto e anche di più era concesso, ma non quello.

Risparmiare un mannaro era peccato.

Provare pietà per un mannaro era peccato.

Amare un mannaro era peccato.

-ridicolo-

mormorò tra se e se il ragazzo scuotendo il capo per il pensiero appena formulato.

Il suo compagno, l’uomo che amava stava nel suo letto sulla soglia del torpore e lui faceva quei pensieri decisamente sconvenienti?

Ma in che vampiro si stava trasformando?

Laika si mosse appena nel sonno, voltandosi leggermente con il volto in direzione di Andrew.

Ancora come un tempo.

Per sempre come allora.

La sua pelle candida, quei capelli rossi che tanto facevano contrasto con il suo pallore, quelle labbra pallide piegate appena in un’espressione imbronciata quando riposava…Andrew allungò appena la mano destra, andando ad accarezzargli la fronte e spostando con quel gesto una ciocca di ribelli capelli.

Si trovò involontariamente a sorridere.

Si sarebbe sicuramente ripreso, si questo non c’erano dubbi: se si muoveva nel sonno voleva dire che non era in torpore, e a breve si sarebbe svegliato.

Simulò un umano sospiro mentre pigramente si lasciò andare all’indietro sulla poltrona, andando ad appoggiarsi allo schienale.

Anche lui aveva combattuto ed era piuttosto stanco.

Pensando che forse riposare un poco in attesa che il compagno si svegliasse non fosse un ‘idea malvagia, fece per chiudere gli occhi e lasciarsi andare, quando sentì un rumore provenire alle sue spalle, e un’aura familiare e assai potente circondarlo con la sua presenza.

Non ebbe bisogno di voltarsi per riconoscere la ferma e rassicurante presenza di Lawrence, suo padre.

- Padre…- disse il giovane vampiro dopo qualche attimo, alzandosi lentamente dalla poltrona e voltandosi nella di lui direzione –è un piacere vedervi…- sincero il sorriso che gli rivolgeva, così come l’affetto che provava per lui.

L’anziano vampiro mosse un passo all’interno della stanza, chiudendosi la porta alle spalle e avanzando di un passo nella direzione del figlio…tranquillo il suo sguardo, così come la sua espressione –come sta?- domandò lanciando un veloce sguardo alla sagoma avvolta nelle lenzuola di seta prima di avvicinarsi ulteriormente.

Imponente come sempre era la sua figura: i suoi occhi chiari, i suoi capelli biondi, facevano di lui una creatura quasi angelica...la sua espressione calma e pacata, i suoi modi di fare così impeccabili traevano in inganno chiunque posasse il suo sguardo su di lui. Ma la sua imponente aura avrebbe fatto tremare chiunque.

Il suo volto e il suo corpo si erano fermati ai trent’anni circa, e solo dagli occhi, profondamente freddi e calcolatori si poteva intuire che di albe ne aveva viste anche troppe. Tutto nel suo fisico lasciava a intendere che forse una volta era stato un guerriero o comunque un uomo dedito alle armi: le spalle larghe, la muscolatura che si vedeva chiaramente sotto le vesti, le mani forti e che sapevano causare più dolore delle lame, gli addominali che risaltavano sotto la camicia ogni volta che si toglieva il mantello.

Misterioso, oscuro e sadico…anche se tutto nella sua figura lo faceva sembrare un apparizione divina, tutti sapevano che scherzare con lui era come giocare con il fuoco.

Quella mattina, vestiva in bianco, come sempre del resto: un paio di brache color avorio fasciavano strettamente le sue gambe perfette, e una camicia bianca copriva il petto muscoloso….era raro trovare un vampiro che amasse quel colore, ma per Lawrence Valentie non era così strano: il bianco faceva risaltare le macchie di sangue che spesso lo coprivano, quelle macchie che simboleggiavano la sua professione di torturatore.

Andrew volse lo sguardo verso il suo amante per qualche attimo ancora, poi tornò sul padre –bene…- disse dopo qualche attimo...il sigillo che li univa diceva chiaramente che ora era fuori pericolo –non è in torpore…si riprenderà a breve spero…-

Un sorriso si designò sulle labbra del torturatore, che mosse ancora un paio di passi nella direzione del figlio –ne sono felice…spero tu voglia perdonarmi se mi sono permesso di violare questo vostro momento, ma ho saputo da alcuni soldati quello che era successo a laika e ho pensato che saresti stato troppo impegnato per venire a rassicurarmi sulla tua salute…quindi mi sono permesso di raggiungerti…-

Se ne avesse avuto ancora la capacità, sicuramente Andrew sarebbe arrossito –perdonatemi voi padre –disse in tono di scusa…non aveva minimamente pensato che Lawrence avrebbe potuto stare in apprensione per lui – avrei dovuto scendere nelle segrete per venire a rassicurarvi, ma Laika stava male e…-

-taci figlio mio, non scusarti…è normale che tu non voglia abbandonare il capezzale del tuo compagno, non sono certo qui per rimproverarti…- arrivato davanti al figlio, si fermò, allargando le braccia in un gesto affettuoso, strano da vedersi in un uomo come lui.

Andrew non si fece ripetere l’invito due volte…allargo le braccia a sua volta, avvicinandosi al padre e abbracciandolo –perdonatemi lo stesso…ma come potete vedere, io sto bene, non sono stato ferito…- per lui quei gesti di affetto non erano così insoliti. Lawrence era una personalità sadica e temuta, ma il giovane vampiro sapeva perfettamente che il padre lo aveva desiderato come se fosse stato generato dal suo seme, e sapeva di essere una delle poche persone a cui quei rari gesti d’affetto venivano elargiti senza alcun problema.

-Ne sono felice…- disse l’anziano staccandosi ora dall’abbraccio e riportando le braccia abbandonate ai fianchi –era quasi ovvio che un guerriero del tuo calibro sarebbe uscito illeso da una battaglia del genere, ma da genitore apprensivo quale sono dovevo preoccuparmi…-lo sguardo del vampiro cadde di nuovo sulla figura di Laika, che ancora dormiva profondamente –anzi, mi stupisce che Laika sia stato ferito…da quello che ne sapevo la sua abilità con la spada eguaglia la tua…-

-quei mannari non sono stati un problema…-mormorò Andrew con una leggera scrollata di spalle –tutti tranne uno…- il tono di voce si abbassò leggermente.

-tutti…tranne uno?-

-l’unico tra quelli che abbiamo affrontato questa sera che valesse veramente qualcosa lì in mezzo…- disse ancora Andrew, cercando di nascondere il tono di voce leggermente sognante che aveva utilizzato…un tono di voce che non doveva permettersi di usare- ha attaccato Laika e l’ha sopraffatto…io sono accorso in suo aiuto e l’ho affrontato…-

-interessante…-mormorò Lawrence riportando lo sguardo sul figlio –e l’hai sconfitto immagino…-compiaciuta era la sua voce…aveva totalmente fede nelle capacità del ragazzo che aveva scelto come figlio. Sapeva che sarebbe potuto arrivare molto lontano.

L’espressione del giovane vampiro si fece neutra…non voleva mostrare al padre l’uragano di sensazioni che il pensiero di quel combattimento aveva risvegliato nel suo animo…quella pelle abbronzata, quegli occhi azzurri, quei capelli biondi…-non proprio…-disse infine, cercando di calmarsi – l’alba ci ha sorpresi ed io sono dovuto…rientrare…-

Lawrence inarcò un sopraciglio con fare interrogativo –ti ha lasciato andare?-

-in pratica…-

-questa è bella!- il vampiro scoppiò in una allegra risata ora –se me la raccontasse chiunque altro non ci crederei!! Ti ha lasciato andare…è un pazzo, o un traditore, non c’è alcuna spiegazione…-

-ah, non ne ho idea…-disse Andrew scrollando appena le spalle-ma era forte e abile…se non fosse stato per Laika che aveva bisogno di cure probabilmente mi sarei trattenuto fino all’ultimo…-

Il torturatore sorrise ora, comprensivo- il discorso torna sempre su Laika…- disse…nel suo ruolo di genitore, vedeva perfettamente Laika. Erano chiari i sentimenti che lo legavano al suo bambino e lui li approvava pienamente, infondo, chi non avrebbe voluto un genero così bello e capace? –sai perfettamente che mi piace e che sono felice che ci sia lui con te…anzi, mi sto ancora chiedendo cosa stai aspettando a legarti a lui in matrimonio-

E ancora una volta si tornava su quel discorso.

Ogni volta che si parlava del vampiro dai capelli rossi il ritornello era quello…come tutti i padri lo voleva sistemato al più presto evidentemente.

Sorrise scuotendo il capo –potrei farti la stessa domanda per Dalila padre…-

L’anziano, alzò la mano, come a voler bloccare le sue parole, ridacchiando tra se e se- quella è una storia diversa figlio mio…e lo sia bene anche tu-

-si lo so…vuoi la verità padre? Semplicemente non voglio rovinare quel momento con la fretta –si si, era così…doveva essere così, lui amava laika, lo amava davvero…e allora perché non si sentiva minimamente in colpa nel pensare al mannaro?

-figlio mio, questo discorso…- Lawrence fece per aggiungere qualcosa, quando il rumore della porta che si apriva alle loro spalle li fece voltare entrambi di scatto.

Tre soldati della Guardia fecero il loro ingresso nella sala, vestiti solo con l’armatura di ordinanza, e con le spade ancora nei foderi.

Per alcuni attimi il silenzio regno sovrano, mentre Andrew iniziò a sentirsi chiaramente inquieto…cosa ci facevano quei tre nella sua stanza? Che fosse successo qualcosa con i mannari?

-si?- si decise a parlare, dopo qualche attimo di silenzio.

Fu una delle guardie a prendere la parola –Andrew Valentie?-domandò con fare titubante.

-si, sono io…-

-ci hanno detto di cercarvi in armeria ma non vi abbiamo trovato, quindi siamo venuti qui…siete pregato di seguirci…- avevano parlato con fare poco sereno, forse inquietati dalla presenza del torturatore.

-seguirvi?-domandò Lawrence, prendendo parola prima del figlio- e di grazia dove dovreste portarlo? E soprattutto vi pare questo il modo di entrare nelle stanze di un vostro superiore? Perché se non erro Andrew è una scelta…- ogni parola del torturatore era tagliente come le sue lame, se non peggio, e questo di sicuro non servì a calmare i tre soldati.

-non…non più nostro superiore…signore…- di nuovo la guardia si azzardò a parlare –per ordine del conte Axel siete stato spogliato di tutte le vostre cariche con l’ordine di carcerazione immediato…dovete seguirci…-ripetè di nuovo, cercando di farsi coraggio.

Silenzio.

Andrew rimase sbigottito per qualche attimo.

Spogliato delle cariche?

Incarcerato?

Ma che stava succedendo?

-che sta succedendo?-domandò, dando voce ai suoi pensieri.

-mi spiace ser…- la coraggiosa guardia ormai stava per cedere- io non so nulla…sono gli ordini e non posso…-

-ordini??- domandò in uno scatto d’ ira lawrence, avanzando di un passo verso le guardie, che istintivamente arretrarono –che razza di ordine è questo, si può sapere?? Per quale motivo mio figlio viene trattato in questo modo??-

-si…signore…ecco, noi non…-

Ma il torturatore non lasciò finire loro la frase- voi non porterete Andrew da nessuna parte!- urlò, stringendo il pugno destro con forza –non esiste assolutamente!-

-padre!- la voce autoritaria di Andrew si alzò, quasi severa- lascia stare…andrò…- disse semplicemente avanzando di un passo; sapeva che andando contro gli ordini del conte il padre avrebbe rischiato grosso…anche se non capiva il motivo del suo arresto avrebbe avuto modo di comprendere.

-ma Andrew…-

-padre…per favore…- simulò un umano sospiro mentre si apprestava ad avvicinarsi alle guardie- pensa tu a Laika…fa che sia al sicuro…-mormorò.

Lawrence fece per dire qualcos’altro, ma si bloccò di colpo…forse per la luce che aveva visto negli occhi del figlio, o forse perché improvvisamente, con una strana e lucida consapevolezza, aveva iniziato a intuire chi c’era dietro questa storia –e sia…-mormorò.

Non disse una parola quando le guardie portarono via Andrew, neppure lì guardò, sapeva che se lo avesse fatto avrebbe potuto spezzare l’osso del collo a quei soldati.

Rimase silenzioso qualche attimo, prima di prendere a sua volta la porta…sapeva perfettamente dove andare.

Questa volta Dalila aveva passato ogni limite.

Di tutto quello che poteva toccargli, Andrew era proprio l’ultima che poteva sfiorare.

 

 

CONTINUA...

 

Tifawow

Guerra