La Guerra Eterna Parte
I di
I 4 dell’Apocalisse Un urlo squarciò la notte. Il castello del Regno di Anaboth si ergeva
minaccioso nella notte…scuro, isolato dal resto della città, ignorato da
tutti coloro che ci tenevano alla vita. Yreth, una piccola cittadina campagnola, un
piccolo paesello quasi del tutto ignorato se non fosse per quell’imponente
castello, dimora del Conte Axel Von Anaboth; un piccolo agglomerato di case e
di botteghe, pascoli e alcuni campi, stradine tortuose che si snodavano per
tutta la collina sopra la quale la città era situata: ecco come si presentava
il luogo. Normale. Se non fosse stato per quel castello. Imponente, dalle mura di massiccia pietra
nera…poche le finestre e tutte accuratamente sbarrate durante il giorno, un
solo grande portone che dava su un lussuoso salone, un grandissimo cancello
che mai veniva abbandonato dalle guardie. Pochi potevano vantare di aver
potuto osservarne l’interno, ma per quei pochi fortunati, o sfortunati che
dir si voglia, tutto era apparso di estremo lusso e ordine: le stanze erano
molte, così come gli ospiti che vi avevano preso dimora, vi erano alcuni
saloni dove si raccontava venissero organizzate splendide feste, stanze per
la lettura…e sicuramente anche delle segrete, sebbene nessuno che le abbia
viste fosse vissuto abbastanza per raccontarlo. E naturalmente i giardini. Splendidi giardini curatissimi…enormi parchi
circondavano il castello, parchi gremiti di piante e fiori, fiori che
sbocciavano solo di notte…l’unica cosa che pareva mancare era la fauna,
nessun animale presente, o almeno così sembrava. Un luogo bellissimo e maledetto a detta di
tutti, dal tenebroso fascino e dalla provata pericolosità. A pochi era concesso entrare. A nessuno di uscirne vivo. Ovviamente c’era la possibilità di uscirne
morto, se garbavi a qualcuno degli abitanti. Vampiri. Tutti al villaggio sapevano chi fossero
le persone che vivevano in quel bellissimo castello, e tutti per paura lo
evitavano accuratamente. I vampiri e i loro servi erano i padroni di quel
reame, e da millenni ormai esercitavano il loro potere a spese dei poveri
abitanti, che comunque non se la sentivano di andarsene e lasciare i propri
averi…alla fine, fosse stato solo per quei signori se la sarebbero cavata,
ogni tanto spariva qualcuno ma in media erano poche le vittime. Ma di norma la gente comune preferiva non
pensarci. Dopo quell’urlo, il silenzio tornò a regnare
sovrano, come se niente fosse successo, come se fosse stato solo un tuono
nella notte. Infondo a nessuno importava davvero. L’unica cosa veramente importante era non
immischiarsi, era l’unica cosa che serviva per restare in vita. Era una notte tranquilla…non un alito di vento,
non una sola persona in giro per le strade, forse perché quella notte ci
sarebbe stata la luna piena e tutti sapevano cosa si aggirava per le strade,
o forse l’inconscia presenza oscura che aleggiava sul castello, quella notte
più che mai. Tutto taceva nella rocca. Gli abitanti umani erano a dormire già da un
pezzo e quelli che non lo erano…bhe, loro erano probabilmente impegnati in
altre attività più confacenti al loro rango di eterni signori. E in una delle molte stanze del castello, alla
debole luce di alcune candele in un’atmosfera che aveva quasi un che di
romantico, un uomo stava chino su una figura che debolmente ancora scalciava
e cercava di staccarsi dalla sua morsa mortale. Un uomo...un vampiro. Affascinante. Seducente. Letale. Da molti mesi ormai stava circuendo la sua
vittima, un giovane ragazzo di bassa nobiltà, e finalmente ora che aveva
ricevuto l’autorizzazione dal Conte poteva dargli nuova vita, ed era quello
che stava facendo. Lawrence Valentie, un’anziano del clan vampirico
che aveva potere su quella zona...un membro di discreta reputazione,
conosciuto e temuto a sufficienza, uno tra i più abili torturatori. Stringeva tra le braccia il giovane corpo della
sua vittima, che ormai non aveva più alcuna forza di opporsi, i canini
profondamente piantati nella morbida pelle del di lui collo, le braccia
dolcemente strette in una morsa mortale a sostarlo…era ormai praticamente
alla fine, poche stille ancora e tutto sarebbe finito. E lui, quel giovane ragazzino che più non aveva
forza di opporsi si lasciava andare a quella che pareva una morte dolcissima. Ondate di piacere invadevano il suo corpo mentre
la vita scivolava via…si perché il morso era tutto meno che doloroso,
qualcosa di paragonabile al più raffinato dei vini, al più travolgente degli
orgasmi, al miele più dolce. Andrew Lisen, figlio del marchese Artuhr Lisen,
stava per morire. Era un bellissimo ragazzo, dalla pelle
chiarissima e gli occhi di un raro color ametista…lunghissimi capelli neri,
fini come la seta scendevano a incorniciare il suo bellissimo volto; un corpo
perfetto anche se non eccessivamente muscoloso, provato dai duri allenamenti
di spada e dagli addestramenti alla magia. Un ventenne in boccio, un ragazzo bellissimo e
intelligente, un figlio perfetto se gli fosse stata data l’occasione di
dimostrarlo. Era l’ultimo di dodici fratelli, decisamente di
troppo nella linea di successione…il padre lo aveva mandato lontano alla sua
nascita, senza fargli mai mancare nulla ma con l’ordine preciso di non farlo
tornare nel regno. E così era cresciuto solitario, senza amici e
con la sola compagnia dei sui maestri e dei soldati che avevano il compito di
sorvegliarlo. Forse gli avrebbero concesso di entrare in
qualche accademia, se allora non fosse arrivato Lawrence. Quando il vampiro lo vide, si infatuò subito di
lui, e senza nemmeno lasciarli tempo di preparare le sue cose lo portò fino a
Yreth. Lo voleva tra la sua progenie, un tale gioiello,
un diamante di tale bellezza e di tale capacità non poteva restare tutta la
vita segregato in quel posto dove nessuno avrebbe potuto apprezzarlo. Avrebbe sicuramente reso più onore a se stesse
nella schiera immortale. Inizialmente quel posto gli era sembrato
bellissimo…fanciulle e fanciulli stupendi, una quasi totale libertà, sontuosi
banchetti per chi come lui era ancora umano…eppure tutto era vuoto, e se ne
accorse con il tempo. Ma quando volle andare via, Lawrence non glielo
permise. Ed ora stava lì, tra le sue braccia, mentre la
vita scivolava lontano. Aveva urlato inizialmente, cercando di scappare. Ma non ce l’aveva fatta. Il vampiro era molto più forte, e infondo
nemmeno lui desiderava andarsene…che cosa lo aspettava alla fine? Era solo. Non conosceva ne suo padre ne i suoi fratelli. Non aveva amici. Non conosceva l’amore. Lì in quel castello alla fine aveva trovato
qualcosa…Lawrence l’adorava e lo aveva scelto come suo primogenito, aveva
fatto amicizia con qualche altro umano che come lui doveva essere mutato e
anche con alcuni dei vampiri…e il suo tutore era intenzionato a renderlo un
guerriero, cosa che mai gli sarebbe stata concessa se fosse rimasto nella sua
prigione dorata e che lui aveva sempre segretamente desiderato. Lentamente chiuse gli occhi, lasciando che la
vita lo abbandonasse finalmente, lasciando che gli venisse tolta dalle spalle
come un fardello troppo pesante e che con troppa fatica aveva portato fino a
quel momento. Aveva sentito molte voci sulla morte…alcuni
dicevano che in quei momenti rivedevi la tua vita passarti davanti in un solo
attimo, altri dicevano che era come un nero baratro che ti risucchiava, altri
ancora la vedevano come un cono di luce che ti portava verso l’alto…ma Andrew
in quell’estatico piacere che lo avvolgeva non si accorse nemmeno di quando
passò la soglia. E nemmeno gliene importava. Tanto alla fine sarebbe tornato presto, glielo
aveva promesso Lawrence. Non poteva immaginarsi che in un futuro si
sarebbe attaccato all’istante della sua morte quasi con disperazione. Sembrava tutto finito infine. Il buio lo circondava e lui galleggiava verso la
fine, verso l’ignoto al di là…per un attimo si chiese quasi se il vampiro lo
avesse gabbato al solo scopo di usarlo come cena. Non era doloroso, per niente, e nemmeno
nostalgico…in quel luogo tutto aveva perso importanza. Era quasi piacevole abbandonarsi a quel
silenzio, a quella pace. Poi venne il vero dolore. Il sangue di Lawrence, caldo, bruciante scese
nella sua gola come un fuoco freddo…sentiva il suo corpo tornare
violentemente alla vita, la sua anima…, no di anima non c’era più traccia
alcuna, la sua coscienza sbattuta violentemente nel suo corpo, quasi a
volerlo stuprare di tutte le ultime tracce di umanità. Non vi era più nulla. Vivo si, ma senz’anima, vuoto come tutte quelle
cose che aveva avuto al castello. Si ma non più solo. -Andrew…alzati figlio mio…- Una voce. Lawrence. Almeno tu non mi hai mentito, non mi hai
abbandonato. Quasi dotata di volontà propria la mano del
ragazzo si alzò, andando a prendere quella dell’anziano…una stretta fredda,
dura…eppure la più dolce che avesse mai provato in tutta la sua vita. -non ti lascerò mai più Andrew…ora sei a casa…- E in quel momento il vampiro aprì gli occhi. E sperò che davvero quella fosse la sua casa. Questa volta per sempre. *-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-* Ed ecco che finisce il prologo del primo
racconto del nostro ciclo *__* Io e altre quattro scrittori del sito, abbiamo
deciso di comune accodo di fondare una specie di gruppo di scrittura, i 4
Dell’Apocalisse. Abbiamo creato tutti insieme alcuni personaggi,
cinque a testa in tutto, da poter usare tra di noi per creare dei racconti
emulando alcuni grandi autori mondiali, ognuno scrivendo dei propri
personaggi, ma utilizzando anche quelli del gruppo senza però cambiare i loro
tratti salienti. Ci piaceva moltissimo come idea *__* Bhe, questo è l’inizio*_* Fatemi sapere, mi raccomando. Un bacio. TifaWow Guerra.
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