Dunque, care vittime
della mia fervida e sadica fantasia! Mi prendo uno spazietto per salutarvi,
e informarvi di alcune cose che credo vi potrebbero interessare e che
altrimenti, per come si svilupperà la storia, voi non scoprireste mai.
Cose di poco conto,
descrizioni di luoghi e simili, niente di più... se saltate tutto, non vi
perdete niente di essenziale, ma magari vi farà piacere capire meglio com'è
strutturato questo mondo. Senza contare che se non leggete, la mia
maledizione vi perseguiterà.
Allora: il Magnamund
è un "continente", più o meno delle dimensioni dell'Inghilterra (nè
gigantesco nè minuscolo).
Ampi spazi,
disabitati o quasi, con solo 4 città davvero importanti e altri villaggi e
paesotti vari.
Sommerlund, Ruanon,
Karvas e Siyen sono regioni di questo continente, regni che si spartiscono
il dominio sul territorio.
Ovviamente ci sono
altri continenti attorno, ma per la nostra storia non hanno nessuna
importanza. Comunque sappiate che ci sono.
Sommerlund si trova
nella regione sud orientale del continente, ed è il Regno dove - ormai lo
sapete - governa Re Anzai. E' piuttosto piccolo, ma essendo sul mare ha una
notevole importanza commerciale, quindi è una zona abbastanza ricca. La
capitale è la città omonima, che ha due cinte di mura: una attorno alla
zona abitata, e una più interna, attorno al palazzo della famiglia Reale.
Se volete farvi
un'idea, pensate alle Acropoli greche o ad Alexandria di Final fantasy 9, mi
sono ispirata a quelle.
Ruanon si trova più
a nord, ha un clima più rigido (come la differenza tra la Spagna e la
Germania p.es.), ed è più grande del Sommerlund. Anche lui si trova sul
mare, ma non ha coste adatte alla costruzione di porti commerciali
(scogliere e non spiagge insomma!) La capitale si chiama sempre Ruanon, così
come le altre due capitali di Karvas e Siyen, così evito di dire sempre le
stesse cose. Questo succede per due motivi: un po' perchè le capitali sono
le uniche città degne di questo nome; un po' perchè non avevo voglia di
andare a cercare altri nomi, e non ho fantasia per queste cose. ^^;;;
Ruanon-città è più
imponente di Sommerlund-città, e la maggior parte del territorio del Regno è
coperto da foreste.
Il Ducato di Karvas
si trova a ovest, nella zona centro occidentale. Il clima è più continentale
di quello del Sommerlund, ma sempre mite (come la differenza tra Spagna e
Francia per esempio [sì, lo so che anche la Francia è sul mare, ma fa
comunque più freddino che in Spagna!]).
Il Principato di
Siyen si trova a nord, su di un territorio montuoso e piuttosto inospitale a
confronto degli altri.
Gli abitanti però ci
sono abituati, e lo hanno reso un posto vivibile e confortevole. E' la zona
più avanzata scientificamente.
Le creature che
abitano nel Magnamund sono umani, elfi di vario genere e mezzi elfi, Vorka
(che in realtà provengono da un'altro continente, ma questi sono dettagli
insignificanti). Senza contare ovviamente i soliti animali. Si racconta poi
che sulle montagne ci siano alcuni draghi, ma viene usata più come una
favola per spaventare i bambini.
Con questo io avrei
finito le precisazioni, sperando di non essermi dimenticata niente. Se lungo
la storia lo riterrò opportuno, vi disturberò di nuovo nella lettura... fate
conto che sia una pausa pubblicitaria. I pochi che non l’hanno saltata,
possono ora tirare un sospiro di sollievo. Torniamo finalmente ai nostri
eroi!
.
La Guerra
del Magnamund
parte III
di
Nae
I raggi rosati e
piacevolmente caldi dell'aurora avevano appena iniziato a colorare il
paesaggio, mentre la natura si rianimava ed i fiori appena risvegliati
spandevano nell'aria i loro delicati profumi...
In
questo scenario di irreale bellezza, sei figure si stagliavano contro il
sole nascente, dirette ad ovest.
Cavalcavano in silenzio, non volendo spezzare quell'incanto e quel
meraviglioso spettacolo che l'alba regalava ai loro occhi, e che si ripeteva
ogni giorno sotto lo sguardo degli uomini, la maggior parte di essi
disgraziatamente troppo frettolosa e distratta per accorgersene.
Solo
il sommesso mormorio della preghiera che Neerye stava rivolgendo alla natura
faceva da sfondo a quella vista, andando a confondersi con il canto degli
uccelli mattutini e il suono degli zoccoli dei cavalli che calpestavano la
fresca distesa erbosa.
Tra
loro, una persona però non riusciva a godersi la quiete dell'alba, perso nei
propri pensieri.
Akira,
per l'ennesima volta,ritornò con la mente a qualche ora prima, quando erano
usciti dal castello ancora immerso nell'oscurità.
---------------- flash back
Erano
tutti raccolti nel grande spiazzo dentro la cinta di mura più esterne, già
preparati nei loro travestimenti da viandanti (travestimento che consisteva
solo nel non indossare le usuali armature), quando delle urla strazianti
ruppero il silenzio ansioso dei presenti. Erano acuti lamenti indistinti,
provocati da una o più voci femminili, rese stridule e rotte dal dolore...
l'unica parola distinguibile in quel mare di grida semi animalesche, era un
lungo e ripetuto "Kaedeeee...", che si avvicinava sempre di più.
Akira
si guardò attorno perplesso, mentre Kaede sbuffava, e Hanamichi impallidiva
e serrava le labbra in una smorfia di spiacevole rassegnazione. Neerye alzò
gli occhi al cielo, sospirando. Le urla si stavano avvicinando... ad un
tratto sbucarono da dietro un angolo tre figure femminili, evidentemente in
preda alla disperazione. Le grida erano ora insopportabili, mentre quelle
tre, che ad un più attento esame si potevano riconoscere come damigelle di
corte, puntavano dritte verso il proprietario del nome che invocavano con
voce sofferente.
Ebbero appena il tempo di avvicinarsi poco di più, prima che questi le
fulminasse con un'occhiata gelida ai limiti delle possibilità umane.
Ammutolirono di colpo. Gli altri presenti scoterono la testa rassegnati,
mentre Hanamichi dal canto suo tentava di ucciderle con lo sguardo.
Akira,
già a cavallo, si agitò a disagio. E quelle invasate cosa volevano? Poi,
prestò attenzione ad un particolare...
La
rinnovata quiete permetteva infatti di sentire in lontananza un rombo che
sembrava a metà tra l'avviso di un temporale e il suono di una mandria al
galoppo.
"No..
no no no..." mormorò Hanamichi, impallidendo ulteriormente.
Il
rombo cresceva via via d'intensità, raggiungendo e superando quello delle
precedenti grida...
Dalla
stessa strada percorsa prima dalle tre urlatrici folli, emerse un gregge di
donne in corsa, che belavano anch'esse il nome del loro eroe... che nel
frattempo aveva perso per un attimo la sua maschera di indifferenza,
mostrando tutto il suo sconcerto.
I
soldati lì presenti si disposero tra loro e la marea di esaltate che
avanzava, tentando di fermarle.
La
doppia barriera umana riuscì a bloccare la loro corsa con gli scudi, con una
certa fatica.
Le
prime tre però erano riuscite a sorpassare la linea, e ora si trovavano
pericolosamente vicino a Kaede, che aveva riacquistato il suo sangue freddo,
e non le degnava di nessuna attenzione. Hanamichi invece le guardava
preoccupato, mentre si spostava davanti a lui. Akira seguiva la scena
attentamente, sconcertato, mentre i soldati incominciavano a trovarsi in
difficoltà, non potendo ovviamente usare seriamente le armi. Anche i
restanti compagni erano in guardia, pronti a fornire l'ultima difesa al loro
troppo desiderato amico...
-Silenzio-
Una
parola, sibilata con palese fastidio, sovrastò il caos della piazza. Le
donne si gelarono all'istante, trattenendo il respiro... la parola di Kaede,
la prima che rivolgeva a loro, aveva avuto l'effetto di tramutarle in statue
di sale. Le tre esagitate principali si bloccarono sul posto, attendendo con
smania un'altra parola da Lui, un qualsiasi suono da quelle labbra che
veneravano...
Ma
non arrivò nessuna parola. Kaede si voltò invece verso Hanamichi, non
volendo considerare quelle fastidiose e inutili presenze più del dovuto. Si
guardarono negli occhi, e il rosso sorrise quando lesse dentro le sue iridi
blu quello che gli stava chiedendo di poter fare.
Kaede
si limitò a sorridere con lo sguardo, mentre si avvicinava lentamente, quasi
a voler imprimere a fuoco quella scena nella memoria dei presenti. Quando
finalmente fu a un passo da lui, scese a baciarlo sulle labbra, esibendosi
nella miglior interpretazione possibile (e fattibile in pubblico) di
passione.
Un
silenzio irreale era caduto sulla strada. Le donne, troppo sconvolte persino
per pensare, reagirono in vari modi. Qualcuna scappò via, non sopportando
quella vista. Altre lasciarono uscire un flebile grido, prima di accasciarsi
a terra svenute o senza forze. Le più restarono semplicemente immobili,
fissando Kaede mentre approfondiva il contatto con Hanamichi, abbracciandolo
attorno al collo e alla schiena, e lasciando che la sua lingua esplorasse
quell'angolo di paradiso che ormai conosceva a memoria. [Grande!!! W
Kaeduccio!!! ndEiko]
Quando alla fine si staccarono, aprendo gli occhi si fissarono per qualche
attimo, prima di montare a cavallo e dirigersi come se niente fosse verso il
ponte levatoio. Le donne e le loro reazioni non furono degnate di nessuna
attenzione, mentre uno sguardo shockato ma di provenienza diversa si puntò
su di loro. Neerye osservò con preoccupazione il proprietario di quell'espressione,
ovvero il Cavaliere di Ruanon, prima di raggiungere i due amici e uscire con
loro dalle mura, insieme al resto della squadra e anche ad Akira, che per
fortuna aveva un cavallo intelligente. In quel momento infatti, non era in
grado di dirigerlo...
---------------- fine flash back
La
loro meta si trovava a cinque giorni di galoppo, e l'ampio prato che stavano
percorrendo aveva ceduto il posto ad un boschetto, modesto in confronto alle
grandi foreste più a nord, ma che impediva comunque di procedere al trotto
con i cavalli. Rallentarono, e Neerye si accorse che Akira era rimasto un
po' indietro. Il Cavaliere sembrava perso nei suoi pensieri, tanto che non
si rese conto dell'arrivo della mezza elfa, e sobbalzò quando si sentì
chiamare da così breve distanza.
-Cosa... ah, Neerye..-
-Cavaliere...- cominciò, incerta sull'esattezza delle sue supposizioni.
-...
se c'è qualcosa che vi turba, forse vi farebbe bene parlarne con
qualcuno...-
-Grazie Neerye- disse lui con un sorriso un po' sorpreso. Non credeva di
essere così trasparente...
-Ma
vi prego, non datemi del voi... siamo compagni di avventura adesso-
-Solo
se tu farai lo stesso, però. E se ti confidi con me. Anche se credo di
sapere bene a cosa stai pensando...-
Akira
la guardò stupito.
-Cosa
intendi???-
Neerye sospirò lievemente, prima di parlare.
-Caval.. ehm, Akira... vivevo anch'io nel Ruanon, se ricordi... credi che
non sia a conoscenza delle rigide "regole morali" che Taoka impone al
popolo???-
Akira
non ebbe il coraggio di guardarla, mentre parlava... d'altronde anche lei
stava osservando la strada.
-Giusto...- mormorò solamente, sospirando.
-Allora fammi la domanda che ti preme, Akira...-
Passò
qualche attimo, in cui lui sembrò titubante, poi si decise.
-Loro... sono davvero...???-
Le
labbra di Neerye si incurvarono in un mezzo sorriso.
-Sì.
Sono davvero quello che pensi, Akira. Insieme da quando erano ancora
cadetti, da tre anni...-
Akira
lanciò una veloce occhiata verso il resto del gruppo, osservando brevemente
il ragazzo dai capelli rossi che parlava con Yohei, ridendo allegramente, e
il ragazzo moro, che ciondolava sulla sella, semi-addormentato. Tutte quelle
piccole cose... solo adesso riusciva ad afferrarne il senso. Neerye non
aveva ancora finito di parlare, però.
-Cosa
pensi di loro, Akira?-
Il
Cavaliere restò spiazzato dalla domanda, e sussultò leggermente.
-In
che senso???-
-Hai
avuto tempo per pensare, no??? Cosa pensi di quei due ragazzi, ora che sai
che sono quello che la morale di Ruanon disprezza di più???-
<Dopo
i mezzi elfi, ovviamente...> pensò lei, tenendosi però per sè la frase.
Il
Cavaliere rimase doppiamente spiazzato... aveva pensato a lungo, era vero...
ma alla cosa in sè, a due uomini e basta, non a due persone che più o
meno conosceva, a loro... Akira ripensò alla prima impressione che aveva
avuto dei due ragazzi... Hanamichi un simpatico megalomane, Kaede un pezzo
di ghiaccio... giusto, ma limitato. Erano molto più profondi di quanto
poteva sembrare, anche se ci voleva un po' di tempo per capirlo. E i pochi
giorni che aveva avuto, sebbene non fossero stati sufficienti per
conoscerli, erano bastati per andare oltre le apparenze. Ripensò al fatto
che non avevano voluto ucciderlo quando era stato una seria (e involontaria)
minaccia per il loro Re; al fatto che Hanamichi si era sforzato insieme a
Yohei di farlo sentire a suo agio; alla loro fedeltà verso i compagni e
verso Anzai... poi tornò per l'ennesima volta a quella scena... e in fondo
al disagio, e soprattutto all'imbarazzo che provava nel pensarci, non potè
fare a meno di provare una certa ammirazione per il loro coraggio, per
scoprirsi a quel modo...
-Non
sta certo a me giudicarli.- si decise finalmente a dire, dopo qualche
minuto.
-Vero- il tono della mezza elfa lasciava intendere che si era accorta dei
reali pensieri del Cavaliere, e della difficoltà che lui stesso faceva ad
assimilarli... forse, più che per l'accaduto, era maggiormente sconvolto per
le sue reazioni in proposito... ma ovviamente si guardò bene dal dirglielo.
Disse dell'altro invece.
-Io
capisco che tu sia stupito, Akira... vivere con determinate convinzioni vuol
dire molto, non si può cambiare tutto in un giorno... ammesso che si voglia
cambiare, ovviamente.-
Prese
fiato, prima di continuare.
-Ma
devi decidere tu come vivere, e cosa pensare. Non può importelo un altro.-
Con
queste parole Neerye lasciò il Cavaliere, trottando avanti fino a
raggiungere i compagni e finendo tra Yohei e Hisashi, che si voltò per
lanciargli un'occhiata curiosa.
Akira
sussultò, poi si diede mentalmente dell'idiota per quel momento di
distrazione.
<Decidere cos'è che è giusto per me... già, effettivamente non ci ho mai
pensato... dove sta la moralità? In un uomo che tradisce tutto e tutti per i
suoi interessi, o in due persone che... ok, ora lo dico... che.. si..
amano... Ecco, due ragazzi che si amano.> [Miracolo!!! Vai così, Akira!!!
Sei riuscito a dirlo!!!! ndEiko]
Facendo di questi pensieri, lo spadaccino prese la sua decisione. E diresse
il cavallo verso gli altri, con un accenno di sorriso in volto.
Certo, gli sembrava sempre strano... ma ora una nuova filosofia, molto più
vicina al suo modo di vedere il mondo, si era fatta strada nella sua mente.
Dopotutto era la loro vita, avevano tutto il diritto di viverla come meglio
credevano, senza venire giudicati e discriminati per questo... vivi e lascia
vivere, diceva a volte un suo amico di Ruanon. E finalmente capiva che aveva
perfettamente ragione.
**************************
La
notte stava calando, e le ombre già si allungavano a modificare il paesaggio
circostante, oscurandone i particolari.
Oramai erano già alla fine del terzo giorno di viaggio, e seppur stanchi,
erano molto soddisfatti della strada fatta. Erano abbondantemente oltre la
metà strada. Si erano accampati in una radura, e ora stavano seduti attorno
al fuoco.
Hisashi, come tutti gli altri, aveva lo sguardo fisso sulla figura della
sconosciuta ragazza che era seduta con loro, e che avevano incontrato nel
primo pomeriggio.
Stava
mangiando tranquillamente, rilassata. A vederla, sembrava impossibile che i
loro ricordi rispecchiassero la realtà dei fatti...
Lyna,
la più grande novità di quel giorno.
L'arciere ripercorse mentalmente quegli ultimi sconvolgenti avvenimenti.
----------------
Il
sentiero che fino allora stavano seguendo, aveva cominciato ad essere meno
definito, la strada invasa dai rami degli alberi.
Paradossalmente, con l'inizio dei primi disagi, il viaggio stava iniziando
ad essere più rilassante.
Infatti il secondo giorno era trascorso senza problemi; quasi non sembrava
di dirigersi verso una pericolosa missione... la tensione che si era
avvertita per tutta la prima giornata, si era dissolta senza lasciare
traccia.
Akira
era finalmente tornato "normale", e dopo quasi 12 ore di silenzi e
comportamenti strani (che erano notevolmente diminuiti dopo il dialogo con
Neerye, ma non scomparsi del tutto), aveva ripreso ad essere quasi
insopportabilmente chiacchierone. Come se Hanamichi non fosse già
abbastanza...
Il
terzo sole era sorto da dietro l'orizzonte, illuminando con i suoi raggi
sempre la stessa scena.
Ryota
guidava il gruppo con passo sicuro, Kaede e Hanamichi litigavano e Akira,
Neerye, Yohei e lui stesso ridevano. Prassi, insomma.
Una
zona paludosa che si estendeva per un lungo tratto del confine tra
Sommerlund e Karvas, li aveva obbligati a deviare verso Ruanon, e ad
attraversare per un breve tratto il territorio nemico.
Il
sole ora brillava sopra le loro teste, filtrando la sua luce tra le cime
degli alberi. Il tempo era passato, il paesaggio era variato, e si
accingevano finalmente ad uscire da quelle terre, dove non si sentivano per
niente al sicuro.
Quasi
non sembrava vero, che non avessero avuto problemi di alcun genere, o fatto
incontri spiacevoli di qualche tipo...
Ad un
certo punto, una forte esplosione era risuonata nel silenzio del bosco,
seguita da numerose e stridule urla. Ognuno di loro aveva sentito troppe
volte quelle grida, per non riconoscere chi le aveva emesse:
Vorka.
Ecco
il brutto incontro.
Una
seconda esplosione innervosì i cavalli, che furono sul punto di disarcionare
i proprietari, se questi fossero stati meno abili. I guerrieri scattarono
verso il luogo da dove i suoni provenivano, incerti e preoccupati per quello
che avrebbero potuto trovare. I Vorka erano capaci di commettere le più
atroci nefandezze senza il minimo rimorso, e sebbene ora fossero nel
territorio di Taoka (che aveva fatto di loro i suoi tirapiedi) non si
trattenevano dall'opprimere gli abitanti con le loro pretese, che, se non
venivano soddisfatte, potevano scatenare violente rappresaglie.
Man
mano che si avvicinavano al punto da cui i suoni provenivano potevano
avvertire, nelle grida che stavano udendo, una connotazione profondamente
diversa da quella cui erano abituati, e che si aspettavano. Non urla di
furore, ma lamenti di dolore. Lamenti che squarciavano l'aria, provenienti
da numerose gole nemiche.
All'improvviso gli alberi si aprirono. I guerrieri sbucarono in una radura,
le spade sguainate, i sensi all'erta, pronti a battersi... e non trovarono
nessuno.
O
meglio, nessuno in grado di combattere.
Ai
loro occhi, una scena difficile da raccontare, e persino da credere.
Una
ventina di Vorka era a terra, agonizzante, con estese ustioni o profonde
ferite di spada sul corpo. I pochi in grado di camminare evidentemente erano
già scappati; quello che rimaneva di quel branco di rettili che
terrorizzavano i villaggi di Sommerlund, era lì ai loro piedi.
Ma
non erano soli.
Al
centro dello spiazzo, una figura.
Una
sola persona, causa di quella strage.
A
pochi passi da loro, l'artefice di tutto.
Il
respiro rotto dallo sforzo del combattimento.
Una
chioma di lunghi capelli biondo miele.
Due
occhi caldi e attenti, con una sfumatura d'ira ancora non del tutto sfogata,
che li rendeva inquietanti.
La
manica sinistra impregnata di rosso.
Una
spada ancora in mano, la lama grondante dello stesso colore.
Venti
Vorka, battuti da una singola persona. Da una ragazza.
Quella ragazza fissò gli occhi sui nuovi arrivati, e li spalancò. Accennò un
sorriso, sollevata e felice, mentre quel preoccupante riflesso di rabbia si
dissolveva dal suo sguardo. Si appoggiò alla spada, e crollò a terra, senza
forze.
----------------
Avevano lasciato in fretta i territori di Ruanon, ed erano finalmente giunti
dentro i confini di Karvas.
Quella giovane e misteriosa donna ora era lì, con loro, dopo essere stata
curata da Yohei.
Il
sangue che le era colato sul braccio era uscito da una brutta ferita sulla
spalla, che si era riaperta dopo il combattimento.
I
capelli erano ora raccolti in una lunga coda, che le dava un aspetto ancora
più innocente.
Il
volto sorridente, e le frecciatine scherzose che già si scambiava con Neerye
e Hanamichi, creavano un netto contrasto con l'espressione concentrata e
irosa che le avevano visto immediatamente dopo la battaglia.
-Allora, credi di poterci dire chi sei?-
Facendo sfoggio della sua grande e immensa delicatezza, Hisashi gettò
addosso a Lyna la sua domanda, così aspramente da preoccupare chiunque si
fosse messo a pensare a che razza di insopportabile acido bisbetico sarebbe
diventato una volta vecchio.
Il
suo sguardo si puntò su di lui, e perse di un tratto la luce spensierata,
offuscandosi di cupe ombre.
-Già,
ho perso anche troppo tempo.- mormorò, quasi più a se stessa che agli altri.
Fece
un profondo respiro, osservando brevemente ciascuno di loro. Gli occhi
tristi lasciavano intendere che non sarebbe stata una risposta breve, nè
facile da esporre.
-Premettiamo che non siete molto verosimili come viandanti qualsiasi... -
iniziò con un mezzo sorriso.
Loro
sussultarono.
-...
ma d'altronde io già vi conosco, Cavalieri. So chi siete, e so che siete
diretti a Karvas. E proprio per Karvas io mi sono messa in moto,
cercandovi.-
Lyna
si guardò attorno, osservando l'effetto che le sue parole avevano avuto su
di loro.
Dire
che erano stupefatti, sarebbe un eufemismo. Definirli come "statue", rendeva
di più l'idea.
Fece
un sorrisino, abbassando lo sguardo e riprendendo a raccontare, mentre
giocherellava con un rametto.
-Diciamo che sono una vecchia amica di Sir Maki, e per suo conto devo farvi
una richiesta di vitale importanza per il regno che lui ha sempre governato
rettamente-
-Che
richiesta??-
Stupore e incredulità erano i sentimenti che quelle parole suscitavano
maggiormente. Mai avrebbero pensato...
-Cominciamo dal principio. Qualche settimana fa c'è stato un colpo di Stato
nella capitale, e Sir Maki, grazie ad una subdola macchinazione, è stato
imprigionato. Quel viscido Takato si è impossessato del potere, appoggiato
dalla casta sacerdotale di Karvas. Quei vigliacchi... se foste entrati nella
città, non avrebbero esitato a catturarvi e a consegnarvi a Taoka, di cui
Takato è alleato. I Cavalieri fedeli a Maki sono stanziati nei boschi
intorno alla città, tentando in tutti i modi di ostacolare l'usurpatore. Ma
sono pochi, feriti e demoralizzati. Io sono qui per condurvi al nostro
accampamento-
Il
rametto era ora ridotto in uno stato molto vicino alla segatura. Lyna aveva
parlato con la voce fremente d'ira repressa, e una lieve nota di tristezza,
una sfumatura nella parte finale di quel discorso, era comunque giunta in
superficie, rendendo il tutto più sentito, sofferto.
I
compagni assimilarono la notizia, in silenzio. Nella mente di ognuno la
consapevolezza che messe così le cose, sarebbe stato tutto infinitamente più
difficile.
-Sono
qui...- continuò lei -... per chiedere il vostro aiuto-
Sì...
lo immaginavano, a quel punto del discorso. Ma vennero comunque presi da uno
stato d'ansia misto a panico, quello smarrimento che nasce dal non sapere
cosa è più opportuno fare. Indecisione che era causata da sentimenti
contrastanti: per loro natura, non potevano tollerare soprusi simili, ma
mettere in pericolo la loro missione...
-Cavalieri... - Lyna continuò a parlare, liberandosi da quel peso che le
opprimeva il cuore, e con il quale aveva convissuto in quei lunghi giorni,
durante i quali quella meravigliosa amica che si chiama speranza l'aveva
sorretta, impedendole di scoraggiarsi nella suo arduo e importantissimo
compito.
Uno
sfogo, sì, ma anche un ulteriore tentativo di convincere i guerrieri a dare
il loro contributo per una causa che lei considerava di un'importanza
vitale.
-...
Karvas è allo sfascio, con Takato al potere il regno decadrà in breve
tempo... senza contare che lui è un alleato di Taoka, e se dovesse restare
al governo per le terre libere non ci sarebbero più speranze... comunque non
vi chiedo di decidere adesso... ma Re Anzai vi ha dato l'ordine di andare ad
incontrare Sir Maki, e vorrei sapere come farete, se lui è nelle prigioni
sotterranee del castello-
Aveva
finito; ora, stava a loro.
Cosa
avrebbero deciso? Lyna non li conosceva, e non era in grado di prevedere
alcunchè.
Seguì
un attimo di silenzio, durante il quale ciascuno di loro fece i conti con la
propria coscienza.
-Sì,
credo che abbia ragione...-
Si
voltarono tutti verso Neerye, trovandosi di fronte ad uno sguardo deciso e
fermo. Probabilmente, ricordava i tempi della guerra degli Elfi. Se a quel
tempo avessero avuto degli alleati, forse adesso... forse, suo padre sarebbe
ancora...
-O
perlomeno, io li aiuterò. Devo-
Una
frase che aveva come continuazione sottointesa: "con, o senza di voi".
Hanamichi annuì, serio per una delle poche volte della sua vita. E Yohei
imitò l'amico.
Erano
d'accordo.
-Sono
con voi anch'io-
Anche
Akira aveva preso la sua decisione, temendo saggiamente i risultati che
un'alleanza tra Ruanon e Karvas, governate da due Re del genere, avrebbe
provocato. O forse, desiderava espiare ulteriormente le sue colpe, o quelle
che lui considerava tali.
-Anche se... mi rendo conto di essere l'ultimo tra di voi che può
permettersi di prendere decisioni che potrebbero compromettere l'esito del
nostro, o vostro compito, io...- continuò, ma venne interrotto da Hisashi.
-Proprio perchè non hai nessun obbligo verso Sommerlund, il tuo impegno in
questa missione non fa che renderti onore, indipendentemente da ciò che è
stato-
Belle
parole, senza dubbio, considerando poi che era stato proprio Hisashi a
nutrire fino all'ultimo dei dubbi nei suoi confronti...
Nonostante questo però, era sincero. Ma anche un altro pensiero aveva
causato quelle frasi: "indipendentemente da ciò che è stato"... queste
parole potevano essere rivolte anche a lui, un ex mercenario, un uomo che
aveva venduto la propria lealtà??? Gli altri ci pensavano mai? E lui? Lui,
avrebbe mai potuto dimenticare?
-Ryota, Kaede, e voi?-
-Io...- Ryota sospirò, alzando gli occhi a contemplare le stelle -... sì,
facciamolo-
<Non
potrei più presentarmi di fronte ad Ayako, se mi macchiassi del disonore di
non aiutare chi ne ha bisogno, come ho giurato di fare quando sono divenuto
un guerriero al servizio di Re Anzai... non potrei neppure pensare a me
stesso senza provare vergogna>
-Kaede?-
Anche
solo a guardare i suoi occhi, non ci sarebbe stato bisogno di nessuna
risposta da parte sua. Il suo sguardo bruciante, fisso a osservare
l'oscurità del bosco attorno a loro, esprimeva, più di tutte le parole che
sarebbe stato in grado di dire, il suo pensiero in quell'istante. Al pari
degli altri (nonostante la sua fama di gelido indifferente), durante il
racconto della ragazza si era sentito infiammare dal desiderio di punire in
qualche modo la viltà di quegli uomini, capaci di simili bassezze, mossi
soltanto dalla brama di conquista e ricchezza.
-Hn..-
Hanamichi scoppiò a ridere, poggiandogli una mano sulla spalla. Povero Kaede,
che cercava (inutilmente) di mantenere la sua nomea di iceberg, pur contro
l'evidenza dei fatti...
-E'
un sì, è d'accordo anche lui-
-Idiota-
-Cooosa, stupida volpaccia come ti permetti?!?!?! Io ti disintegro!!!-
Ecco,
l'immancabile scena di fine giornata. Tre giorni erano in viaggio, e tre
sere sempre la stessa storia... Se e quando quei due non avessero più
litigato, la fine del mondo sarebbe stata imminente..
Yohei
sorrise, osservandoli bisticciare come bambini.
Certe
volte li invidiava, per la loro unione... osservò per un attimo Neerye,
sospirando e scotendo la testa.
Sogni... solo sogni... ma l'uomo senza sogni che cos'è?!? Tutto sta nel
lottare per avverarli. [Ma Yohei non ha di meglio da fare che perdersi nei
suoi pensieri filosofici???!!! Che si dia da fare, invece!!! Neerye e lui
starebbero così bene insieme… ndEiko]
E poi
non era da lui abbattersi così! Prima o poi, anche lui avrebbe avuto quello
che desiderava...
Lyna
li ripagò di un caldo sorriso, facendo assumere ai suoi occhi qualche lieve
riflesso dorato. Grazie al cielo, poteva ricominciare a vivere senza quel
peso quasi insopportabile sul cuore...
Si
alzò, stiracchiandosi.
-A
nanna adesso, non vorrei che per la mancanza di sonno voialtri omaccioni
crolliate esausti da cavallo, domani... ci aspetta un lungo viaggio-
-Tze...-
borbottarono loro all'unisono, mentre...
-Hihihi...- ...Neerye ridacchiava sommessamente.
Comunque, dopo un paio di minuti di scambio di altri cordiali complimenti
tra di loro, e soprattutto tra Lyna e Hisashi, vinse la stanchezza, e si
coricarono, coprendosi con i mantelli.
Amici
fidati attorno, per giaciglio l'erba profumata e per tetto il cielo.
Non
sta forse qui la felicità?
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Dunque... per eventuali lamentele potete NON rivolgervi alla sottoscritta,
che NON vi risponderà sicuramente!
Comunque anche questo capitolo è fatto!!!
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