Secondo capitolo.
Attenzione: alta concetrazione di zuccheri. Si sconsiglia la lettura a
persone insofferenti al miele e affini. La direzione declina ogni
responsabilità per casi di diabete. Per una buona igiene orale, si consiglia
di lavarsi i denti dopo aver letto, causa il pericolo carie molto elevato.
Grazie per la cortese attenzione.
La Guerra
del Magnamund
parte II
di
Nae
-Come sta???-
-La
febbre sta scendendo, finalmente... tra breve si sveglierà-
Yohei
e Neerye stavano parlando vicino ad un letto, occupato dal Cavaliere che
fino a qualche ora prima li stava attaccando sotto l'influsso
dell'incantesimo, e che ora dormiva in preda alla febbre. L'incantesimo
lenitivo di Yohei stava però facendo finalmente effetto, e l'uomo si stava
riprendendo.
Neerye guardò il Cavaliere addormentato, e tornò col pensiero a quel giorno
di 5 anni fa, quando il suo silenzio le aveva salvato la vita... e non potè
fare a meno di pensare al perchè un uomo simile sottostasse agli ordini di
un Re crudele come Taoka.
<D'altronde anche la prima volta che ci siamo visti, lui stava combattendo,
non era certo lì di passaggio... probabilmente avrà anche ucciso qualche
elfo o mezzo elfo... però era solo un cadetto quella volta, magari non ha
neanche combattuto veramente...>
Era
talmente presa dai suoi pensieri, da non accorgersi che Yohei la stava
fissando con uno sguardo dolcemente preoccupato, consapevole dei pensieri
che doveva avere lei in quel momento.
Un
gemito soffocato strappò entrambi dalle loro riflessioni. Akira mugugnò
qualcosa, alzando la mano per riparare gli occhi dal sole che filtrava dalla
finstra. Neerye sorrise, toccandolo leggermente su di una spalla, e
voltandosi verso Yohei. Anche lui le sorrise, prima di andare a chiamare gli
altri.
<Devo
lasciare che lei faccia chiarezza dentro di sè, o non avrò mai speranze..
ah, Neerye, Neerye... quanto mi fai patire...> pensò, il sorriso di prima
diventato un po' triste.
Neerye si ritrovò così sola con lui.
-Akira... Akira...- sussurrò, cercando di svegliarlo completamente.
-Mmhhhh... ancora cinque minuti......-
-Cosa?!?-
-Eh??
Ma dove.. cos.. - il Cavaliere si degnò finalmente di aprire completamente
gli occhi, e vide una graziosa mezza elfa che lo guardava curiosa e
divertita.
Una
volta capito che non si trovava nella sua stanza, fece per scattare a
sedere, ma Neerye lo spinse di nuovo disteso, aiutata dal capogiro che aveva
preso Akira a quell'atto.
-Cavaliere, vi ricordate cosa è successo? Siete a Sommerlund, siete venuto
qui con un messaggio per il nostro Re, ricordate?-
Akira
si sforzò di mettere a fuoco gli avvenimenti di quel giorno... il castello,
i sei guerrieri, i ricordi della guerra di 5 anni prima, la carrozza di Re
Anzai... e poi vuoto.
-Cos'è
successo dopo che Re Anzai è arrivato nella radura?-
-Siete stato vittima di un incantesimo- Kiminobu si era affacciato alla
stanza, seguito da Yohei, e stava parlando con tono dolce al Cavaliere
nemico.
Akira
fece nuovamente il gesto di alzarsi, e stavolta riuscì a mettersi seduto
spalle al muro.
-Ma
cosa..?-
-Il
nostro mago potrà indubbiamente chiarire i vostri dubbi più di quanto possa
fare io...-
Yohei
si fece avanti, presentandosi con un leggero inchino.
-Il
mio nome è Yohei, Cavaliere. Sono il mago di corte.-
-Mago
Yohei, potete spiegarmi cosa mi è successo quando è arrivato Re Anzai? Non
ricordo assolutamente niente...-
-Come
ha già detto il Consigliere, siete stato vittima di un incantesimo. Si
tratta di un sortilegio che è stato bandito dai libri di magia molti anni
fa, per decisione del Consiglio dei Tredici. Quando avete udito la voce del
Re, l'incantesimo si è attivato, obbligandovi ad assalirlo.-
Akira
lo guardava con espressione incredula.
-Com'è
che sono ancora vivo?- disse dopo qualche minuto di silenzio.
-Neerye ed io abbiamo annullato l'incantesimo, mentre le nostre guardie vi
tenevano occupato. Mentre si è sotto l'influsso di questo sortilegio, la
forza fisica viene aumentata notevolmente... anzi, credo che per questo
siate in debito di un duello verso due nostri guerrieri, che sarebbero
curiosi di saggiare la vostra vera forza.-
Aggiunse poi con un sorriso. Ovviamente si riferiva a Kaede ed Hanamichi...
quei due dovevano accertare di essere stati battuti da una persona
effettivamente più forte di loro, oppure dovevano lavare l'onta.
-Avete dormito per sei ore. adesso è pomeriggio inoltrato. Come vi sentite
ora, Cavaliere??- il tono premuroso di Kiminobu li strappò ai loro pensieri.
-Molto meglio, grazie...-
-Ne
sono felice. In questo caso preparatevi, il Re desidera vedervi al più
presto. Neerye e Yohei vi accompagneranno nella sala. Io devo congedarmi, ma
ci rivedremo fra poco al cospetto del Re.-
Detto
questo, il Consigliere fece un gesto di saluto col capo, e uscì dalla sala.
-Io
esco, così potete vestirvi.-
Akira
osservò la mezza elfa che usciva, poi spostò lo sguardo sul mago. Lo fissò
con espressione seria, poi disse con voce triste:
-Ho
sentito tante e varie storie sulla crudeltà degli abitanti del Sommerlund...
ma ora.. devo forse pensare di essere cresciuto circondato da menzogne???-
-Un
nemico che si odia o disprezza è più facile da uccidere, Cavaliere. Siete a
conoscenza dei ripetuti attacchi da parte di banditi o Vorka a cui sono
soggetti gli abitanti del Sommerlund?-
-No,
non ne avevo idea...-
-E
siete a conoscenza del fatto che ci sono forti sospetti che ci sia il vostro
Re dietro di essi?-
Akira
sgranò gli occhi. Possibile??? Possibile che l'uomo alla guida di Ruanon si
rendesse colpevole di simili bassezze??? Rivide con un flash il Vorka che
usciva correndo dalla sala del trono... il Cavaliere posò gliu occhi sul
volto di Yohei, e distolse subito lo sguardo, sconvolto da quanto aveva
scoperto.
Yohei
sospirò.
-Scusatemi, Cavaliere. E' evidente che voi non ne eravate a conoscenza...
Su, preparatevi ora, il Re ci starà aspettando. Non abbiate timori, Anzai è
a conoscenza che eravate manovrato da un mago.-
Il
tono gentile di Yohei riscosse Akira, che sorrise tristemente, mormorando un
-Grazie...- al suo indirizzo.
Quando il Cavaliere fece il suo ingresso nella sala del trono, nonostante le
rassicurazioni del mago, non potè fare a meno di pensare al peggio. Nella
sala erano presenti anche i guerrieri di quella mattina, che da quello che
aveva capito, erano le guardie personali del Re, ovvero i migliori soldati
del Regno. C'era anche il Consigliere Kiminobu, che aveva conosciuto prima.
Akira
avanzò fino al centro della stanza, poi si inchinò dinanzi al Re, troppo
agitato per formulare una frase decente di scuse. Come poteva scusarsi di
averlo quasi ucciso?!?
-Maestà, io...- cominciò, ma venne interrotto dalla voce del Re.
-Hohoho... ragazzo, non preoccuparti, era evidente che non eri in te. Yohei
mi ha spiegato tutto, e nessuno si è fatto troppo male, quindi non dire
altro a riguardo.-
<..."nessuno si è fatto troppo male"...>
Akira
lanciò un'occhiata alle sue spalle, e vide il mago impegnato con un
incantesimo lenitivo sul braccio del guerriero dai capelli rossi, come si
chiamava?? Ah, sì. Hanamichi.
<L'ho
ferito io?? Beh, e chi sennò?!?>
Si
concentrò nuovamente sulla voce del Re.
-Cavaliere, come vi chiamate??-
-Akira, del Regno di Ruanon.-
-Alzatevi.-
Il
Cavaliere si rizzò in piedi, guardando il Re. Al pensiero della meschinità
di Taoka abbassò gli occhi, ma le parole di Anzai non glielo permisero.
-Mentre eravate privo di conoscenza, ho avuto modo di leggere la missiva che
mi avete portato. Siete a conoscenza di quanto c'era scritto?-
-Ovviamente no, era una lettera privata!- ma che domande faceva? Ok, era di
Ruanon, ma lui aveva un suo codice d'onore, al contrario del suo Re!
-Non
l'ho detto con l'intento di offendervi, Akira. Avvicinatevi, desidero che la
leggiate.-
Il
Cavaliere si avvicinò titubante. Prese la pregiata carta dalle mani del Re,
e sciolse il nastro sottile che la racchiudeva.
"Esimio Re Anzai,
se
state leggendo queste righe, significa che il mio piano è fallito, e che il
mio fidato ed ingenuo Cavaliere ha perso la vita. In ogni caso, ne ho sempre
guadagnato qualcosa . Anche se avrei preferito che vi foste uccisi a
vicenda...
Forse vi chiederete perchè sto facendo tutto questo, Anzai. Per la questione
del mio Cavaliere, era diventato semplicemente troppo benvoluto dai miei
uomini. Un rivale pericoloso. Meglio prevenire una rivolta sul nascere,
siete d'accordo? Credo di no. Non abbiamo mai visto il mondo nella stessa
prospettiva, voi ed io."
Man
mano che Akira scorreva le righe, la sua espressione diveniva sempre più
sconvolta.
"Siete un vicino scomodo, mio caro Anzai. Le vostre terre e le vostre
ricchezze mi sarebbero molto gradite. Per non parlare della soddisfazione
che proverei a vedervi finalmente umiliato ai miei piedi, con la
consapevolezza di non essere riuscito a salvare il vostro Regno dalla
disfatta...
Tuttavia sono magnanimo, e vi lascio una possibilità: resa senza condizioni,
i tesori del vostro castello come tributo, e miei funzionari ad amministrare
Sommerlund. Non mi sembra di chiedere troppo, vi pare?? Rispondete entro
breve. L'alternativa sarà la guerra.
S.M. Re Taoka"
Rilesse alcune parti più volte, poi la gettò sul pavimento con rabbia.
-Com'è
possibile una cosa del genere?!?- tuonò, dimentico per un attimo di trovarsi
al cospetto di un Re.
-Calmatevi, Cavaliere. Vi comprendo benissimo.- le parole di Anzai lo
calmarono all'istante.
Il
viso sereno con il quale le sue guardie erano abituate a vederlo era
scomparso. Al suo posto, un'espressione cupa e pensierosa faceva mostra di
sè sul suo volto.
-Cavaliere, avrei una proposta da farvi, e che forse vi interesserà.-
-Di
cosa si tratta, Maestà???-
-Di
cercare di evitare una guerra, Cavaliere. Nè io nè voi gioiamo al pensiero
di un conflitto tra Ruanon e Sommerlund, credo.-
-E'
naturale, Maestà.-
-Se
io vi offrissi una possibilità di evitare che si versi del sangue innocente
da entrambe le parti, voi accettereste???-
-Io
servirò sempre per il bene di Ruanon, Re Anzai. Fate la vostra proposta.-
-Collaborate con le mie guardie, Cavaliere. Un piccolo gruppo di coraggiosi,
per infiltrarsi nel Ruanon e rendere Taoka incapace di nuocere, prima che si
scateni un inferno di sangue nel Magnamund.-
Akira
restò in silenzio per qualche attimo. Non si aspettava certo una proposta
del genere... era sorpreso, certo... ma anche desideroso di accettare, di
ricambiare la fiducia che Anzai gli dimostrava.
-Maestà, sarei felice di accettare, se le vostre guardie non hanno niente da
obiettare!- disse alla fine.
-Le
mie guardie erano già a conoscenza del mio desiderio, e si sono trovate
tutte d'accordo, non temete.-
Akira
si voltò verso i guerrieri, incredulo. Li guardò con gratitudine, prima di
aprire le labbra nel primo vero sorriso di felicità che faceva da molto
tempo.
**************************
"Partirete domani all'alba, travestiti da viandanti qualsiasi. Vi dirigerete
verso le terre di Karvas. Il signore del luogo, Sir Maki, ci appoggerà
sicuramente. E' anche nel suo interesse fare in modo che Taoka non
rappresenti un pericolo. Da lì vi dirigerete a Ruanon, dove aprofittando dei
disordini che creeremo noi dal di fuori, tenterete di rapire Taoka.
Partiranno tutte le mie guardie personali (con eccezion fatta per Takenori,
che sarà più utile al comando delle mie truppe), accompagnati dal mago Yohei
e dal Cavaliere Akira. Buona fortuna, e ricordate che il destino del
Magnamund sarà nelle vostre mani!"
Come
tranquillizzare una persona in poche semplici mosse, eh?!? Le persone che
dovevano partire si erano ritirate nelle loro stanze, dopo essersi scambiate
poche parole. Akira inizialmente si era sentito a disagio, al pensiero di
dover affrontare un viaggio così lungo con persone di cui non sapeva niente,
ma il comportamento amichevole di Yohei e Hanamichi lo aveva sciolto un po',
permettendogli di rilassarsi. Era rimasto stupito dall'atteggiamento
indifferente di Kaede, ma dopo aver visto che si trattava di una costante
del suo carattere, si era tranquillizzato. Neerye ormai la considerava come
una vecchia amica (e non avrebbe potuto pensarla altrimenti, vedendo le
occhiate che le lanciava Yohei), e aveva scoperto che anche Ryota era una
persona gradevole con cui parlare. Aveva riso di gusto quando Lady Ayako
aveva fatto il suo ingresso, notando l'espressione adorante
dell'informatore. Quanto a Hisashi... aveva parlato anche con lui, ed a
prima vista era tutto normale... perchè allora avvertiva quegli inspiegabili
brividi, ogni volta che lui lo guardava??? E perchè questo era successo così
spesso??? Non si capiva assolutamente, e decise che le troppe emozioni della
giornata gli avevano giocato qualche brutto scherzo. Una buona dormita lo
avrebbe rimesso in sesto.
Nel
frattempo, Hisashi stava ancora parlando con Yohei e Neerye, e il discorso
era caduto appunto sul moro Cavaliere.
-Cosa
ne pensate voi?- Hisashi era il più restìo ad accettarlo senza remor nel
gruppo. Ma forse era solo perchè lui era già a conoscenza del suo tempestoso
passato, e questo lo metteva a disagio...
-Secondo me è una persona leale. Se dice che starà con noi, così farà.- al
contrario Yohei aveva avuto un'ottima impressione da quel Cavaliere, vedendo
il comportamento che aveva tenuto con loro quando si era risvegliato, e poi
davanti ad Anzai. La paura che lui gli portasse via il cuore di Neerye,
però, era sempre presente...
-Io
non posso pensare che lui possa tradire il suo signore così facilmente,
senza rimpianti...- disse ancora Hisashi, esprimendo agli amici le sue
perplessità.
-Devi
anche considerare che Taoka è molto diverso da Anzai, e probabilmente i suoi
rapporti con gli altri sono improntati più su timore e obbedienza assoluti,
che su rispetto e fiducia. Hai visto cosa aveva intenzione di far fare al
Cavaliere, no? E come aveva previsto di conseguenza anche la sua morte,
oltre a quella del nostro Re. Ti immagini Anzai che si comporta così???-
Neerye aveva parlato con sguardo assorto, probabilmente ricordando gli
avvenimenti della mattina. Anche Hisashi tornò con la mente a quando aveva
visto per la prima volta il Cavaliere, ed aveva provato prima astio nei suoi
confronti, poi stupore nel constatare quanto diverso fosse in realtà,
rispetto a come se lo aspettava... quando poi aveva cercato di attaccare
Anzai sotto l'influsso dell'incantesimo, e lui aveva dovuto prenderlo di
mira con l'arco, si era sentito soffocare da una sensazione di profonda
tristezza al pensiero di doverlo colpire... si riscosse dai suoi ricordi,
accorgendosi che Yohei gli stava parlando.
-Scusa, cos'hai detto?-
-Ho
detto che dev'essere stato il mago Hikoichi a fare quell'incantesimo ad
Akira.-
-Chi???-
-Hikoichi è il miglior mago di Ruanon, se ben ricordo. A differenza di me,
che pratico lo spiritismo, lui usa la magia nera. L'ho conosciuto all'ultimo
congresso di maghi, e mi aveva fatto una buona impressione... non capisco
come abbia potuto applicare quell'incantesimo al Cavaliere.-
-Ci
sono molte cose che non sappiamo, di Ruanon. Per questo Akira ci sarà
indubbiamente utile.-
E con
queste parole dell'arciere, i tre compagni si salutarono, andando ognuno
nella sua stanza.
<Già,
ci sarà utile... Akira...>
Nel
frattempo Ryota si trovava davanti alla porta delle stanze di Lady Ayako. La
donna lo aveva mandato a chiamare poco tempo prima, e lui stava cercando il
coraggio di bussare... alla fine si decise, e la soave voce della fanciulla
che lo invitava ad entrare, gli provocò un improvviso e intenso capogiro,
per fortuna di breve durata.
Il
capogiro si ripresentò quando entrò nella stanza, e la figura della donna
amata gli si presentò innanzi come una meravigliosa visione.
Sentiva le orecchie pulsare, e il rimbombo dei battiti del cuore faceva
arrivare gli altri suoni ovattati in modo irreale, quasi stesse sognando.
Si
avvicinò lentamente al piccolo tavolino vicino al quale lei era seduta,
dandogli la schiena.
-Lady.. Lady Ayako?- sussurrò piano, la voce un po' rauca per l'emozione di
trovarsi davanti a lei e di poterle parlare da solo. Tutta la sicurezza che
dimostrava con i compagni era sparita, lasciandogli un senso di oppressione
alla bocca dello stomaco.
Come
al rallentatore Ryota vide la testa di lei che si girava, e due tristi occhi
scuri e velati di lacrime a stento trattenute fissarsi nei suoi.
Il
cuore del ragazzo si contrasse dolorosamente a quella vista, mentre si
abbassava fino ad avere gli occhi alla stessa altezza di quelli di lei.
-Lady
Ayako! Che vi succede, perchè piangete?!?- disse dolcemente.
Ayako,
vedendolo avvicinarsi preoccupato, non resistette più e si appoggiò
lievemente al suo petto, piangendo e singhiozzando sommessamente, facendo
rimanere Ryota senza fiato per un momento.
<A..Ayako.....>
Il
ragazzo la strinse dolcemente tra le braccia, mormorando parole dolci per
tranquillizzarla, e sfiorando nel contempo i suoi capelli con una mano,
aspirandone il profumo delicato.
Dopo
qualche minuto, la ragazza sembrò finalmente calmarsi.
-Ryota... - sussurrò, la bocca vicina a dove il cuore del ragazzo batteva
forte - .. io non.... non voglio che tu parta.. per una missione così
pericolosa..-
-Ayako.....- disse lui, in un modo più simile ad un soffio che ad una
parola.
-No.
Fammi finire, ti prego... lo so che e indispensabile che Taoka smetta di
essere una minaccia, lo so benissimo... ma.. se ti.. Dei, non riesco neanche
a dirlo... se ... ti succedesse qualcosa, se tu non dovessi tornare, io...
ne.. ne morirei, Ryota.....-
<Ayako....
amore mio..... >
Mentre la ragazza parlava, Ryota l'aveva stretta più forte, ma a queste
ultime frasi si staccò leggermente, in modo da guardarla negli occhi un po'
arrossati dal pianto.
-Lady
Ayako, ascoltatemi bene... vi giuro che tornerò, niente e nessuno mi
impedirà di tornare a Sommerlund...-
<..da
voi....>
-...ma
ora non piangete, vi prego...-
<...mi
fa male vedervi così...>
-Come... come fai ad essere così sicuro?- sussurrò lei.
-Perchè... vi amo, Ayako. Vi amo, anche se ad un uomo che è stato ladro non
è permesso amare una nobildonna quale voi siete... vi amo lo stesso...- le
parole furono lievi respiri, emessi accanto all'orecchio della ragazza.
Ayako
lo fissò per un attimo con sguardo smarrito, prima di avvolgergli il collo
con le braccia, e poggiare la fronte sulla sua spalla, sospirando.
-La
mia posizione... non mi ha mai permesso vivere come realmente desideravo...
Ma questa sera, che forse sarà l'ultima occasione di vederti, ti prego...
dimentica di avere davanti una qualunque nobile, fingi che io sia soltanto
la ragazza che dici di amare... e che non aspetta altro che poter amare a
sua volta...-
-Ayako...- mormorò lui, accarezzandole la nuca, e spostandola gentilmente.
Si
fissarono negli occhi, lucidi per l'emozione, poi Ryota si avvicinò piano al
suo volto, le labbra ad un respiro di distanza dalle sue.
-Ayako...- ripetè, prima di sfiorarla dolcemente con un bacio appena
accennato, mentre calde lacrime riprendevano a scendere dai suoi occhi,
stavolta pregne di qualcosa di ben diverso. I loro sentimenti a lungo
repressi fecero in modo che quel tocco leggero si trasformasse presto in un
bacio appassionato, facendoli perdere in quel mare di sensazioni che
entrambi volevano con tutta l'anima provare e condividere. Continuavano ad
accarezzarsi, quasi per assicurarsi della reale presenza dell'altro... il
contatto si approfondì ulteriormente, quando la lingua di Ryota scivolò
esitante fino a sfiorare quella di lei, invitandola a muoversi insieme alla
sua seguendo quella musica che esisteva solo per loro, mentre si esprimevano
in silenzio tutto quello che provavano per l'altro.
-Hana...-
In
un'altra stanza, Hanamichi era seduto sull'ampio davanzale interno della
finestra, intento a guardare il cielo notturno.
Kaede
era appena rientrato, e lo aveva trovato così... si avvicinò a lui,
posandogli la testa sulla spalla in modo da guardare le stelle insieme a
lui, aspettando che gli parli dei suoi pensieri.
Stettero in silenziosa contemplazione degli astri ancora per qualche minuto,
poi Hanamichi si decise a parlare.
-Hai
mai l'impressione di non capire il mondo in cui vivi?-
-Continuamente...- rispose Kaede, un triste ed appena accennato sorriso che
gli incurvava le labbra.
-Già....- disse poi il rosso girando il capo, per andare ad accarezzare con
gli occhi il bel volto del compagno.
-Ma
anche se la fuori il mondo è impazzito...... - una breve pausa, per andare a
posare un bacio sulla tempia dell'altro, immergendo il viso nei suoi capelli
neri.
-
...... io ho già quanto di più bello potesse capitarmi nella vita...-
A
queste parole Kaede si voltò di scatto, lo stupore che traspariva dai suoi
occhi solitamente gelidi e indifferenti (almeno in apparenza...).
Si
trovò davanti al sorriso aperto e dolce del compagno, così diverso dal
ghingno di spavalderia che sfoggiava solitamente... non potè fare altro che
baciarlo con tutto l'ardore e la passione che non era capace di dimostrare a
voce.
-Ti
amo...- mormorò Kaede con voce un po' roca. Ti amo... due parole così
riduttive per esprimere quello che provava in quel momento... anzi, quello
che ormai provava in ogni momento della sua vita... quella dolce oppressione
al cuore quando non era con lui, quelle fitte di felicità così intensa da
fare quasi male, quando poteva stringerlo tra le braccia, o quando si
lasciava stringere... eppure, quelle due semplici parole non gliele aveva
mai dette, ancora così restìo a lasciarsi troppo andare... sentì un ondata
di smarrimento raggiungerlo, al pensiero di quello che aveva detto. Poi
fissò i suoi occhi in quelli di lui, e ciò che vide lo lasciò senza fiato...
gli occhi caldi di Hanamichi erano colmi di ogni genere di sentimento...
amore, commozione, passione, sorpresa, affetto, felicità, ancora amore...
l'amore era quello che traspariva di più, per la verità... i timori di Kaede
si dissolsero all'istante, scorgendo quel velo di lacrime che avvolgeva gli
occhi dell'altro, rendendoli meravigliosamente liquidi e brillanti... e dal
pizzicorìo che sentiva sotto le ciglia, anche i suoi dovevano avere lo
stesso aspetto.
Avrebbe voluto distogliere lo sguardo, per non mostrarsi in quello stato
alla persona che aveva appena ammesso di amare, ma i suoi occhi erano stati
catturati senza scampo da quelli dell'altro, così che non potè far altro che
scendere nuovamente a baciarlo sulle labbra, sfiorandolo lungo il viso,
mentre le mani di Hanamichi iniziavano a sbottonargli la casacca.
Si
allontanarono ancora allacciati dalla finestra, per stendersi nell'ampio
letto nel centro della stanza.
Si
lasciarono trasportare da quel bacio e da quel gioco di carezze che avevano
intrapreso, finendo per unire i loro corpi in un abbraccio che le loro anime
già condividevano, e che li lasciò stanchi e felici, ancora vicini.
Stretti in quell'abbraccio, entrambi pensarono all'entità del legame che
ormai condividevano, e che li aveva tenuti insieme nonostante tutte le
avversità, così nel passato e così negli anni a venire, in questa vita e in
quelle seguenti.
**************************
Secondo capitolo finito!!! Non ci posso credere!!! Da adesso in poi andrò
più a rilento, siete avvertiti, poichè inizia quella tortura medievale
chiamata liceo... e si dice che per passare la classe serva studiare, sapete
com'è...
Comunque vi
prometto che almeno per un po' di tempo, non ci saranno romanticismi
smielati così come in questo capitolo... dal prossimo entra una ventata di
humor!!!
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