Disclaimer: questi personaggi non sono miei ma di papà Inoue ecc ecc ecc
Ringraziamenti: ringrazio Najka, Sheera e Seimei per aver avuto la bontà di sopportarmi (ancora)
Note: lo zio di Hana è uno yakuza, per la precisione un capo, ma questo ai fini della storia non centra poi molto visto e considerato che mi serve solo per iniziare la fic (regolamento di conti, povero Hana, mi veniva da piangere mentre lo scrivevo buaaaaaaaaaaaaa scusa Hana ç__ç lo sai che ti voglio tanto bene vero ndNat a me non pare proprio mi hai fatto diventare cieco dico il tensai ceco ma come t'è saltato in mente >_< ndHana ti giuro che non lo faccio più ndNat tsè ci vuole ben altro perché ti possa perdonare ndHana ....muble...muble... é_é e mo che mi invento ?_? ndNat)

tra le "..." c'è il parlato
il <...> è per i pensieri




Laghi dorati 

parte II

di Natsume


Hana, tesoro devi stare calmo e tranquillo, ti ricordo che hai subito un'operazione"
"mi dici come faccio... io.." la voce gli si spezzò "...ho chiuso con tutto... la scuola... il basket... <Kaede...>"
<già Kaede, come farò con lui, non lo voglio vicino, sarei solo un peso alla realizzazione dei suoi sogni, se lo costringessi a restare con me il suo amore piano piano si sfalderebbe diventando pena... odio e io non voglio farmi odiare da lui, non voglio!>
"tesoro... stai piangendo, non ti ho mai visto in questo stato..." lo fissò preoccupata
<non puoi capire, lasciarlo andare è come strapparmi il cuore, buttarlo, calpestarlo, ridere sopra a quei macabri resti... ma devo farlo per lui e forse anche per me...>
"quando potrò andarmene da qui, non vedo l'ora di uscire"
"se tutto va bene tra due o tre settimane, lo zio ci mette a disposizione le sue abitazioni, devi solo decidere dove passare la convalescenza"
"un posto vale l'altro, basta che sia lontano da qui..."
"come vuoi tesoro, tanto ora non c'è fretta, per il momento rimani qui" disse sorridendo, al che lui sbuffò
"uffa!!!"
"non sei affatto carino quando tieni il broncio" una giovane infermiera era entrata nella stanza
"allora, come si sente il mio paziente preferito"
"muore di noia, ciao Yuka inizi il turno ora?"
"si e il mio primo pensiero è stato per il genio, così eccomi qua. Come ti senti?" chiese con dolcezza sfiorandogli il polso per sistemare la flebo 
"come al solito.... Vorrei già essere fuori di qui" la tristezza insita nella sua voce
"se farai il bravo, seguendo tutti i consigli del medico, uscirai presto. Ed ora a nanna, ti vuoi rimettere in forze no!"
"ok..." sospirò
<e poi che faccio>
Le avrebbe voluto gridare contro, ma era sempre così gentile, sembrava averlo preso sotto le sue ali protettrici.
Per farle contente prese una posizione più comoda e chiuse gli occhi cercando di dormire, l'ironia della sorte era proprio quella: non importava che tenesse gli occhi aperti o chiusi, tanto era sempre buio per lui...
Pensando che si fosse addormentato le due donne iniziarono a parlare "si riprenderà?"
la voce ansiosa di sua madre lo colpì
"i dottori sono certi che si rimetterà completamente, non deve preoccuparsi, il suo fisico è giovane e forte"
"non intendevo questo... da quando è qui non ha mai sorriso, come se dentro di lui qualcosa si fosse spenta... la sua vitalità si è come sopita e per quanti sforzi io faccia per destarla non ci riesco, è come se... come se con la perdita della vista avesse perso anche la voglia di vivere... sigh sigh..."
<non piangere>
"è sempre stato un ragazzo... sob sob... così solare e allegro... sigh.... avrei voluto..... ma ora tutto quello che faccio è vano, mi sento così inutile" concluse coprendosi il volto con le mani
"venga usciamo di qui prima di svegliarlo con le nostre chiacchiere" una volta fuori la ragazza le poggiò una mano sulla spalla in segno di conforto
"non deve abbattersi, Hanamichi ha più che mai bisogno di lei, non è una situazione facile, ha appena scoperto di aver perso la vista, deve ancora adattarsi alla situazione, gli serve tempo e tanto amore. Penso che si sia chiuso in se stesso perché non sopporta di dipendere da qualcuno. D'un tratto si ritrova ceco e questo ha minato la sua essenza, ha perso fiducia nelle proprie capacità, una disgrazia come questa è sempre accompagnata da una certa dose di depressione, ma naturalmente ogni caso è diverso. Come la maggior parte dei ragazzi, Hanamichi desidera solo una vita normale senza problemi e preoccupazioni, ora la cecità rappresenta un'incognita, qualcosa che va al di là del suo controllo. Ha paura"
"non riesco ad immaginarlo impaurito per qualcosa, è sempre stato così forte e coraggioso"
La donna sbatte le palpebre per cacciare le lacrime mentre assorbiva il significato di quelle parole.
Ora per suo figlio era sempre notte, una cosa che le riusciva difficile da comprendere e accettare.
Il pensiero che lui potesse soffrire le fece male al cuore.
Con uno sforzo alzò la testa
"ha dolore?"
"niente più di qualche occasionale mal di testa"
"grazie..."
"scommetto che da quando è qui non ha mangiato niente vero!" "già..." "venga con me allora, non vorrà ammalarsi anche lei proprio ora" sorridendo la condusse alla mensa.

Rukawa era fermo davanti alla porta della camera di Hanamichi, non riusciva a trovare il coraggio di entrare.
Pensieri ed emozioni contrastanti si agitavano nel suo essere.
Odio e rancore per chi l'aveva ridotto così.
Amore per il suo do'hau.
Rabbia perché non lo voleva vicino nel momento del bisogno.
Paura per ciò che avrebbe visto, sentito e detto.
Rimorso perché non desiderava essere lì... già, il problema era proprio quello, si sentiva un verme, lo amava così tanto ma non voleva vederlo ridotto in quello stato, non voleva prendere coscienza dei suoi limiti, avrebbe voluto girarsi e scappare da lui, da quella realtà... ma quella porta lo bloccava, quell'ostacolo frappostosi tra lui e il suo cuore lo inchiodava lì in quel corridoio asettico....
Avrebbe fatto meglio a non chiedere niente, a rimanere coi suoi dubbi, le sue incertezze...
"che fai non entri?"
la voce di Mito interruppe le su elucubrazioni
"hn..."
la mano sulla maniglia
<non entrare>
"Rukawa.... qualsiasi cosa dica ricorda solo che ti ama"
<fuggi>
annuì poi entrò....
La stanza era rischiarata dagli ultimi raggi del sole, avvolta in un silenzio cupo, il suo sguardo si posò sul letto ma con sua gran sorpresa non lo vide, in un primo momento credette che non ci fosse nessuno poi lo scorse.
Era seduto accanto alla finestra, su una poltroncina.
Lo sguardo perso al di fuori di essa sul mondo esterno, avvolto in una luce rossastra in cerca di un po' di calore
"chi è" chiese voltandosi verso la sua direzione
<i suoi occhi....>
"chi diavolo c'è qui" disse alzandosi, facendo un passo incerto per la stanza
<non è possibile...>
quell'esitazione lo colpì dritto al cuore, ecco la conferma che cercava: non le sue parole, ma quell'infinitesimale momento di insicurezza come se non fosse sicuro delle sue capacità.
Gli si avvicinò
"chiunque sia è pregato di andarsene" disse lui
"non..." s'interruppe.
Alzò la testa di scatto
"...questo profumo... per un attimo ho creduto...."
lasciò la frase in sospeso e si girò, passandosi distrattamente una mano tra i capelli.
Lo scrutò attentamente, la benda bianca risaltava in contrasto con i suoi capelli, la pelle aveva perso il suo abituale colore bronzeo per lasciare spazio ad uno più tenue, il pigiama aperto lasciava intravedere la fasciatura che gli ricopriva la spalla e il torace
"penso che si sia divertito abbastanza" sbottò Hanamichi facendolo sussultare
"non sa che è maleducazione fissare le persone!"
Rukawa rabbrividì
<dov'è il mio do'hau..>
il sudore gli inumidì la fronte, stava reagendo peggio di quanto avesse previsto
"do'hau..." lo chiamò incerto, non era sicuro della sua accoglienza 
"sei tu" mormorò l'altro con voce roca e tesa.
Strinse le labbra fino a farle sbiancare
"kitsune"
quel nomignolo sembrò arrivare da qualche luogo oscuro e lontano, ma il modo in cui lo pronunciò gli fece correre brividi caldi lungo la schiena riportandogli alla mente frammenti di scene dei loro corpi uniti
"si sono io"
gli si avvicinò ancora di più fino a trovarsi ad un palmo da lui, la mano scattò ad imprigionargli la testa mentre le loro labbra si univano in un bacio perso nello scorrere del tempo.
Lo sentì irrigidirsi quasi subito tra le sue braccia, bruscamente gli si scostò di dosso respingendolo
"che ci fai tu qui"
il suo tono era ostile
"chi ti ha informato?"
"non importa chi sia stato, l'importante è che io sia qui" replicò lui.
Il rossino lo fissò con i suoi occhi vuoti, inespressivi, privi di luce, i lineamenti duri come pietra
"non ti voglio qui, te ne puoi anche andare" gli disse con indifferenza
"perché? sono il tuo ragazzo se non sbaglio"
"fai conto che la nostra storia sia finita allora" lo disse con risolutezza
"stai attento a ciò che dici Hana, le parole sono lame affilate che non puoi cancellare" gli rispose avvicinandosi di nuovo per abbracciarlo, ma lui sentendo quelle mani sfiorarlo si spostò come se fosse stato punto
"do'hau... so che stai soffrendo ma io... ti amo, voglio... voglio starti accanto..."
"non dire assurdità" lo interruppe Hanamichi
"pensi che non me ne sia accorto, queste tue esitazioni raccontano tutt'altro. Mi ami..." disse in tono di scherno
"forse è vero, forse una piccola parte del tuo cuore mi appartiene, o per meglio dire è attaccata al mio ricordo, forse mi ami anche in questo momento, ma non desideri veramente starmi vicino e se tu fossi sincero con te stesso lo capiresti!" gli diede le spalle, avvicinandosi di nuovo alla finestra
"non saresti dovuto venire"
La stanza era buia ora, come il suo cuore
<ha ragione>
"non è vero" disse al suo indirizzo con rabbia.
Il rossino strinse i pugni trattenendo a stento la sua furia "non giocare con me Kaede"
<ha ragione>
"non sto giocando"
"ti ho detto di non prendermi in giro... abbi almeno il coraggio di dirlo, posso solo essere un peso per te adesso, è questo che stai pensando, non è forse vero?"
Il silenzio seguì le sue parole irose
"per una volta nella tua vita comportati da uomo se ne sei capace" gli sibilò con astio
<ha ragione>
"si"
Flebile, appena mormorato, quasi inudibile, ma lui lo udì e si sentì morire, conosceva già la risposta ma venirla a sapere da quella bocca amata faceva male, tanto male...
Avrebbe voluto distruggerlo, spazzarlo via come un fuscello... ma era così stanco che fu solo capace di dirgli
"vattene"
"Hana io..."
"vattene via. Non ti voglio più vedere" gridò poi accorgendosi di ciò che avesse detto iniziò a ridere istericamente mentre le guance si riempivano di lacrime.
Rukawa rimase lì, pietrificato, finché la porta non si aprì di scattò andando a sbattere contro la parete.
Mito furioso osservò la scena per un istante, poi corse dal rossino abbracciandolo stretto e guardando il volpino con occhi di fuoco
"credo sia meglio che tu te ne vada Rukawa" disse teso,
il moretto annuì stancamente e dopo un ultimo sguardo al ragazzo piangente se ne andò con la morte nel cuore.

<stupido, stupido, stupido che ti è saltato in mente di dirgli quelle cose> quella vocina insistente non la finiva più di rompere
<lui mi aveva provocato, mi stava incalzando ed io... ho ceduto> rispose per discolparsi
<lo faceva perché sperava che tu negassi tutto, voleva solo essere rassicurato, consolato, abbracciato; dopo tutto quello che ha passato tu gli hai inferto il colpo di grazia>
il tono era sempre più alterato
<non potevo mentirgli... è vero che per me sarebbe un peso così...> disse sconsolato
<idiota, ma cosa dici, pensi davvero che lui si appoggerebbe a te, è troppo orgoglioso per farlo>
provò a farlo ragionare
<è cieco... maledizione cieco> disse in tono rabbioso
<e questo cosa significa, pensi forse che un non vedente non possa essere indipendente, pensi davvero che gli faccia piacere star sottomesso agli aiuti degli altri, mi deludi pensavo che lo conoscessi> disse saputella
<finiscila non ti voglio più ascoltare> le ringhiò contro
<perché sai che ho ragione, perché sei stato un imbecille di prima categoria>
lo insultò
<si può sapere cosa vuoi da me?> disse ormai esasperato
<niente, da te non voglio niente, ormai ci hai precluso tutto> disse con tristezza
<di cosa stai blaterando> le chiese
<sto dicendo che tu ormai hai distrutto tutto> gli disse
<che cosa ho distrutto> chiese meravigliato
<l'amore, tu hai cancellato con una semplice parola l'amore, il vostro amore... e tutto per un sogno, un ideale... spero ne sia valsa la pena> e si acquietò.
Quelle parole gli trafissero il cuore come tante lame taglienti, lasciandolo lì sanguinante mentre la mente iniziava a comprendere la gravità delle sue azioni.
Il giorno dopo il ritorno a scuola fu difficile, i ragazzi della squadra erano giù di morale nessuno aveva voglia di parlare e lui si sentiva morire dentro.
Se ne stava sdraiato in terrazza a pensare quando la porta si aprì, un'ombra si frappose tra lui e il sole, dischiuse gli occhi, il miglior amico del suo ragazzo
<ex ragazzo>
gli sussurrò la mente, era in piedi, fermo davanti a lui, lo sguardo pieno di furore, cosa strana in una persona che a detta di tutti non perde mai la calma, non fece neanche in tempo ad alzarsi del tutto che un pugno lo centrò in pieno viso.
Sentiva il sangue scorrere lungo il labbro spaccato... 
"sei un bastardo"
"io..."
"stai zitto" urlò il ragazzo perdendo del tutto il controllo e tirandogli un altro pugno, centrando, questa volta, lo stomaco.
Si piegò su se stesso, tenendo una mano sul punto colpito come a ripararlo da altro dolore
"ho una voglia matta di spaccarti questo bel faccino..." la furia ancora nella sua voce
"...ma non lo farò..."
lo guardò sorpreso,
Yohei lo fissò negli occhi per un istante poi gli diede le spalle 
"ti consiglio di starmi lontano o potrei commettere qualcosa di irreparabile"
Si allontanò in silenzio seguito dagli amici che, fermi sulla porta non si erano persi neanche una parola.
Lo guardò uscire, lasciarlo solo... abbassò la testa chiudendo gli occhi, i pugni stretti battevano contro il pavimento mentre piccole gocce di disperazione scivolavano delicatamente a terra sino a formare un piccolo lago salato.

Tre mesi... erano già trascorsi tre mesi dall'uscita del rossino dalle loro vite.
Il tempo era tornato a scorrere nel solito modo, tra allenamenti, partite e scuola.
Ognuno si era rassegnato a non averlo più intorno, non si avevano neanche più notizie, i ragazzi dell'armata si erano del tutto staccati da loro, non venivano più in palestra, agli incontri, a malapena li salutavano... per fortuna che il signor Anzai aveva avuto l'idea di fare quella vacanza di allenamento, coinvolgendo anche gli allenatori e i giocatori delle squadre del Ryonan, dello Shojo e del Kainan, un modo carino per stare tutti insieme prima che quelli del terzo anno passassero all'università.
Una vacanza che capitava al momento giusto, forse avrebbe scemato un po' di tutta quella tensione...
Il giorno della partenza ormai era vicino, le vacanze sarebbero iniziate di lì a due giorni e in quella stessa data sarebbero partiti per Kioto (grazie per il suggerimento ndNat prego ^^ ndSheera), si sentivano tutti elettrizzati a parte uno...
Rukawa giocava sempre come un dio ma mancava qualcosa a quella figura felina che si muoveva per il campo, qualcosa che si era persa con la partenza del rossino... l'anima, ora era solo un bell'involucro vuoto.
Dormiva, dormiva, dormiva sempre, il suo organismo reagiva così al dolore, mangiava il minimo indispensabile, solo il tanto necessario per non farlo crollare in campo e né il tempo né la lontananza dalla fonte del suo dolore riuscivano a smuoverlo...
<speriamo che questo periodo mi faccia bene> pensò prima di cadere addormentato.
Finalmente il giorno della partenza arrivò, i giocatori erano tutti in fermento per quella gita e lo furono ancora di più quando dopo qualche ora di viaggio scesero davanti all'albergo.
"ragazzi ascoltatemi bene" disse Taoka dopo essere riuscito ad azzittirli "avete il resto della giornata libera, gli allenamenti cominceranno domani.
Mi raccomando non fate danni nel frattempo e cercate di stare fuori dai guai"
"quando vi chiamo venite a prendere le chiavi delle stanze, sistematevi, ci ritroviamo nella sala fra mezz'ora per il pranzo, dopo fate quello che vi pare" affermò Takato.
Dopo due ore i ragazzi si ritrovarono tutti fuori dall'albergo per fare un giro nei dintorni.
Dopo aver visitato la cittadina, il gruppo si introdusse nel grande parco che circondava il lago.

Il paesaggio era stupendo, tutto era curato nei minimi particolari, aiole di fiori colorati erano sparse per tutto il giardino, gli alberi crescevano rigogliosi, una grande fontana accoglieva i visitatori all'entrata dove si trovavano anche vari chioschetti, sul lago le barche colorate scorrevano lente trascinando le risate delle coppiette, ragazzi giocavano a pallone mentre altri erano distesi per terra a riposare o contro un albero a leggere, coppie di fidanzati passeggiavano tenendosi per mano o accoccolandosi vicino alla riva stringendosi in un abbraccio.
L'aria era satura del profumo dei fiori in boccio, del cinguettio degli uccellini e delle risa dei bambini.
"è stupendo" esclamò Haruko entusiasta
"sembra un piccolo paradiso" continuò Ayako
"dai troviamo un posto dove sederci" disse Mitsui "mi sono stufato di girare"
"ok" risposero gli altri
"ho sentito che ci sono anche dei campetti per vari sport in questo parco"
"davvero" chiese Kiyota le cui energie non si erano ancora esaurite "allora cerchiamoli. Ho voglia di giocare" disse con occhi brillanti
"anch'io ho voglia di sgranchirmi"
"ma siete incorreggibili" li riprese Ayako "possibile che non pensiate ad altro".
Mentre passeggiavano per quei sentieri, in cerca di un campo da basket,
chiacchierando, Haruko intravide una capigliatura rossa.
Si fermò di botto
<non può essere, mi sto sbagliando, è solo un'allucinazione> pensò con tristezza
"Haruko che hai... dai muoviti" la riprese il fratello
"arrivo, arrivo... quanto rompi" disse sorridendo e riprendendo a camminare per raggiungerli.
Poi la sentì, quella risata argentina che conosceva tanto bene, si girò verso la direzione da cui proveniva quel suono, si mise a correre come una matta e lo vide.
Stava in una piccola radura, inginocchiato a terra accarezzava un grosso collie dal pelo chiaro, intorno a lui stava tutta l'armata Sakuragi. Sembrava un sogno.. eppure era lì... bellissimo, mentre il sole che filtrava dal fogliame creava bagliori dorati tra quei capelli rossi e rideva, rideva come un bambino innocente...
Quanto le era mancato, non lo avrebbe mai creduto, ma in quei mesi si era sentita sola senza la sua amicizia....
"Hanamichi!!!!" disse correndogli incontro.
Il ragazzo sorpreso si alzò di scatto girandosi, al suono di quella voce, poi si ritrovò stretto tra due morbide braccia, ma a causa della sorpresa e del senso mancante, perse l'equilibrio cadendo a terra e portandosi dietro tutto quel peso, strappandogli un gemito soffocato quando il suo corpo toccò il terreno.
"Hana!" gridò allarmato Yohei. 
Rukawa fece un passo verso di lui, ma fu bloccato dalle espressioni poco raccomandabili dell'armata
"spostati stupida" continuò il ragazzo afferrandola per le braccia con malagrazia
"ehi" disse Akagi alterato, avvicinandosi velocemente seguito dagli altri, ma i ragazzi non ascoltavano nemmeno, preoccupati com'erano per il rossino che ancora non si era ripreso.
Mito si chinò su di lui e gli prese il viso fra le mani.
L'erba aveva attutito l'urto, ma aveva battuto la testa contro un sasso sporgente dal terreno, perdendo i sensi
"ehi Hana... non fare scherzi dai" gli disse Yohei dandogli degli schiaffetti sulle guance
"ouch..." disse il rossino tirandosi su ancora leggermente stordito 
"Hana stai bene" gli chiese con apprensione l'amico
"si" disse toccandosi la testa facendo una smorfia di dolore
"che c'è...." disse Mito sfiorandogli la testa, dove un bernoccolo si stava già formando
"...ti dobbiamo portare subito da un dottore" continuò
"ma che stai dicendo... non ne ho alcun bisogno"
Yohei lo guardò costernato
"ma che stai dicendo tu, hai battuto la testa e hai perso conoscenza... ti devi far visitare e subito"
"no" risposta secca e inequivocabile
"ne ho abbastanza di dottori e di visite"
"ok.. ok.." poi gli prese la mano e lo tirò su.
I ragazzi osservando quello strano comportamento erano rimasti immobili e silenziosi.
Il rossino sentendosi osservato chiese
"Yohei...."
"si"
"se non sbaglio la leggiadra fanciulla che mi ha buttato a terra era Haruko" disse sorridendo
"Si era lei" rispose rivolgendole uno sguardo truce.
Osservò per un istante il gruppo che la seguiva
"e non è sola, ci sono anche gli altri, il Kainan, il Ryonan e lo Shojo"
"ci sono proprio tutti eh" disse Sakuragi, lo sguardo ancora basso.
Alzò il volto, ad alcuni mancò il respiro, gli occhi del ragazzo erano due pozze d'ambra scura prive di vita.
Fino a quel momento non avevano realizzato la situazione, ma ora non sapevano proprio cosa fare, come comportarsi...
"Hana..."
Haruko spezzò il silenzio creatosi, pronunciando il suo nome in un singhiozzo soffocato
"non piangere" disse avvicinandolesi con sicurezza e toccandole una guancia con esitazione, come se non fosse sicuro delle sue azioni.
La ragazza guardo quegli occhi privi di linfa, avvicinò una mano per toccarli, ma la ritrasse di scatto come se si fosse bruciata, poi quella stessa mano si posò sulle sue labbra a soffocare i singhiozzi.
In silenzio le accarezzò la nuca, cercando di calmarla "sono felice di rivedervi" disse poi con un sorriso, al che gli altri si riscossero dal torpore che li aveva assaliti, gli si fecero intorno per salutarlo
"che ci racconti di bello?"
"che hai fatto in tutto questo tempo!"
"non è mica carino il modo in cui ci hai lasciato"
"già potevi anche avvertirci" ascoltò le loro domande in silenzio, un sorrisetto gli increspava le labbra
"potete anche chiedermelo" disse all'improvviso interrompendo quel flusso di parole.
Si guardarono gli uni con gli altri senza trovare il coraggio di parlare, poi Ayako salvò la situazione
"quando, come e perché è successo, anche se già immagino il quando. Comunque quello che mi sta più a cuore è perché non ce lo hai detto!" affermò dandogli una botta al braccio, anche se la tentazione di colpirlo sulla testa per metterci un po' di sale in zucca era forte.
"mmm.... andando per ordine... più di tre mesi fa..."
li sentì sussultare per la sorpresa
"...una caduta ed infine non ve l'ho detto per non procurarvi fastidi e preoccupazioni, ho preferito semplicemente andarmene"
"hai fatto male, potevi dircelo. Ti saremmo stati accanto e..." non terminò la frase che Yohei si intromise nel discorso
"ormai quel che è fatto è fatto, ora lo sapete e tu..." disse rivolgendosi al rossino e porgendogli un sacchetto pieni di cubetti di ghiaccio che Noma era andato a prendere in uno dei chioschi
"...metti questo su quel bernoccolo se no tua madre chi la sente. Sarà meglio rientrare, devi riposare"
"non ho nessuna voglia..."
"e invece ci vieni se vuoi che io mantenga anche questo segreto"
"ouch... beccato" disse ridendo
"cucciolo vieni qui"
Il cane che fino a quel momento era rimasto in disparte gli si accostò, muovendo il muso sulle sue gambe in cerca di un po' di coccole, il ragazzo gli accarezzò la testa poi raccolse il guinzaglio
"questo cane è bellissimo" disse Haruko toccandogli il pelo folto
"già, me lo hanno regalato... Ehi un momento, ora che ci penso, ma voi che ci fate tutti qui?"
"per degli allenamenti speciali e per una vacanza" se ne sbucò fuori Kiyota che fino a quel momento non aveva spiccicato parola, ricevendo in risposta una gomitata dal suo capitano e sguardi minacciosi dagli altri,
Sakuragi fece un sorrisetto tirato
"ora devo andare, è stato un piacere parlare di nuovo con voi, mi siete mancati"
"anche tu ci sei mancato testa rossa" disse Ryota
"infatti e ora non ci scappi, devi darci il tuo indirizzo così ti veniamo a trovare"
"ok..." gli diede le coordinate
"venitemi a trovare" disse poi si incamminò con passo sicuro verso un viottolo seguito dagli altri.
"Kiyota sei un deficiente, ma ti sembrano cose da dire" disse Maki tirandogli un pugno in testa
"già di tutti gli argomenti proprio quello dovevi tirar fuori" rincarò Mitsui
"su.. su  ragazzi quel che è fatto è fatto" disse Sendo tentando di fare da pacere con quel suo solito sorriso
"una caduta.... perdere la vista per una stupida caduta"
Ayako stava cercando di trattenere le lacrime, ma non ci riusciva molto bene.
Mogi mogi se ne ritornarono in albergo, per oggi avevano avuto abbastanza emozioni.

<Quanto eri bello do'hau, ancora più bello di quanto ricordassi.
Quei calzoni bianchi che mettevano in risalto le tue gambe lunghe e quella maglietta nera attillata, che non lasciava spazio all'immaginazione, abbinata alle scarpe... un colpo al cuore.
Quei tuoi capelli, più lunghi di quanto ricordassi che ricadevano in morbide ciocche rosse sulla fronte e ai lati del viso ad incorniciarlo come un bel quadro, quei tuoi bellissimi occhi dorati da pantera...
vorrei tanto specchiarmi ancora in quei laghi misteriosi, perdermici dentro, affogarci per non tornare più a galla....
Mi manchi, mi manca tutto di te.
Questo incontro mi da ancora speranza, forse era destino che ci rincontrassimo dopo quel disastroso incontro.
Forse, se ce la metto tutta, riuscirò a riconquistarti, giuro che ce la farò....
Vorrei portare le lancette dell'orologio indietro.
Vorrei non aver mai pronunciato quel si che è stata la mia e la tua condanna.
Vorrei essere stato lì, al posto di Yohei, per prendermi quella pallottola a te destinata.
Vorrei tante cose.... ma più di tutto voglio te....
Ti voglio con tutto me stesso e ti riavrò, striscerò anche ai tuoi piedi per farmi perdonare ma ci riuscirò.>
Con questa meta nel cuore e nell'anima chiuse gli occhi e si addormentò sognando il suo rossino.

Entrò nella sua camera, e con passo deciso si diresse accanto al letto, si sedette e aprì il comodino, tese la mano all'interno e né estrasse una boccetta che aprì, fece scivolare due compresse sul suo palmo poi le inghiottì con un sorso d'acqua.
La testa gli scoppiava, con fatica si spogliò e si mise sotto le coperte, aspettando che il dolore passasse o che il signore fosse tanto magnanimo da farlo addormentare.
Forse aveva ragione Yohei, si sarebbe dovuto far visitare.. ma odiava gli ospedali, dopo averci passato più di un mese non li sopportava più. 
Sperò che il sonno venisse presto e che cancellasse le tracce di quell'incontro.
Per una volta il suo desiderio fu esaudito, i sogni però non gli diedero pace, furono popolati tutti da una kitsune dispettosa.
Si svegliò proprio nel bel mezzo di un film a luci rosse con protagonisti lui e la volpe, era sudato ed eccitato.
Quegli occhi ardenti che lo scrutavano nel profondo, se li era sentiti addosso per tutto il tempo di quell'incontro, avevano seguito ogni sua mossa...
Non aveva aperto bocca, ma sapeva che era lì, lo sentiva come qualcosa di vivo e bruciante, lo stesso calore che gli stava infiammando il corpo, gli stessi brividi.
Tre mesi, tre lunghi mesi di agonia...
Senza poter vedere quegl'occhi azzurri come il cielo di primavera.
Senza poter baciare quelle labbra dolci come ambrosia.
Respirare il suo profumo di spezie, così intrigante e sensuale da farlo impazzire.
Anche oggi quella dolce e penetrante fragranza era arrivata al suo olfatto portata dalla lieve brezza estiva, l'avrebbe riconosciuta tra mille.
Sin da quel momento  il suo corpo si era ritrovato avvolto dalle fiamme, bramava sentirlo dentro di se, ardeva al solo pensiero.
Eppure quell'incanto gli era precluso.
Era lì, davanti a lui, ma non poteva sfiorarlo e come un sogno infranto, la realtà fece di nuovo capolino riappropriandosi della sua vita e lui, si ritrovò a piangere per quell'affetto perduto.

owari 2

- snif.. snif.. sob.. sob.. ç_________ç ndHana
- Hana tesorino mio che ti hanno fatto ndNat
- Kit... snif.. snif.. la Kitsune non mi vuole più buaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa ;____________; ndHana
- Kaedeeeeeeeeee come ti sei permesso di farlo piangere, brutto cattivo >_< ndNat sguardo omicida e mazza in mano
- guarda che sei tu che hai scritto 'sta schifezza quindi la responsabilità è solo tua ndRu
- io l'avrò anche scritto ma sei tu che glielo hai detto quindi assumiti le tue responsabilità ndNat
- ma senti tu questa... ndRu
- ha ragione lei snif.. snif.. prima divento ceco sob.. sob.. e poi tu.. tu mi lasci in queste condizioni snif snif ç_______ç ndHana che ha deciso di allagare la casa
- do'hau ma come puoi pensare che dicessi sul serio ndRu che di soppiatto si avvicina al rosso e lo abbraccia
- ......... ndHana
- ^//////////^ ndNat che accende le telecamere
- stavo solo recitando ndRu che sbottona la camicia di Hana
- ^////////////////////////^ ndNat con popcorn in bocca
- ehi autrice...... ndMito che cerca di attirare l'attenzione dell'autrice concentrata sui due
- ......si volevi qualcosa ndNat che sposta il divano per guardare meglio - perchè non me l'hai fatto riempire di botte?? ma dico hai visto come mi tratta nelle altre fic >_< ndMito
- primo dovresti essere contento, infondo l'hai colpito per ben due volte e secondo se te lo lasciavo massacrare chi ci mettevo al suo posto ?_? è pur sempre il protagonista ndNat che non stacca gli occhi dal fondoschiena del rosso
- io sarei stato molto contento di interpretare questo ruolo ^________^ ndSendo
- ciao tesoro ben arrivato, dai siedi qui, vuoi un po' di popcorn ndNat che porge il bacile
- si grazie.... mmm... pensi che se mi unisco a loro si arrabbiano ^_________^ ndSendo
- non so loro... ma per me puoi anche farlo *////////* ndNat con la bava alla bocca
- ^____________^!!! ndSendo




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