La gelosia del Re

di Hymeko

Le porte dell’ascensore privato si aprirono, e il Faraone entrò nell’ufficio del suo ragazzo, all’ultimo piano della torre della KC. Gli aveva chiesto di passare da lui dopo la scuola, e di evitare di farsi vedere dai suoi dipendenti. Iniziavano a circolare strane voci su di loro…al presidente non davano fastidio tanto le supposizioni sui suoi gusti sessuali, ma piuttosto il pettegolezzo secondo cui passava metà del suo tempo col suo ragazzo, o pensando a lui, invece che lavorare. Quello era un vero insulto! La sua produttività oltretutto era aumentata!
”Benvenuto. Ti ringrazio per esser passato”
”Lo sai che non ti avrei detto di no”
Ma l’atmosfera era strana, il Faraone percepiva qualcosa nell’aria, una tensione di cui non capiva il motivo. Stava andando tutto così bene fra loro…cosa stava succedendo?
Kaiba lo fece accomodare davanti a un tavolino basso di cristallo, e gli offrì una tazza di tè al gelsomino. Il profumo forte rapì l’antico sire, portandolo a sognare giardini pieni di fiori bianchi e dal forte aroma, colonne scolpite e sabbie roventi…
”Yugi?”
”Hm?”
Il Faraone lo sbirciò, senza abbandonare completamente il giardino assolato in cui fingeva stessero passeggiando.
”Io…vorrei parlarti del festival scolastico”
Fra le tante cose che si sarebbe aspettato, quella non era prevista, e lasciò lo Spirito del Puzzle a bocca aperta…solo la tazza di porcellana impedì a Kaiba di accorgersene.
”Non capisco”
Kaiba sospirò, e si abbandonò contro lo schienale del divano:
”Non abbiamo preso impegni, dato che Yugi lo vuole passare con quel gruppo di…amici”
Si corresse prima di essere incenerito dal suo ragazzo, che passò oltre la vera parola che Kaiba avrebbe voluto usare.
”Avevo deciso di occuparmi dell’impianto acustico, ma…mi è arrivata una richiesta da una persona”
”Chi?”
Cosa aveva il suo ragazzo da prendere tanto alla larga la questione?
Massaggiandosi le tempie, il presidente iniziò a spiegare:
”È la figlia del proprietario di un’importante agenzia pubblicitaria sudamericana, mercato in cui noi vogliamo espanderci. Il padre ultimamente è malato, e lei si occupa degli affari. È appassionata del Giappone, e mi…ha chiesto di farle da guida durante il festival scolastico”
Il Faraone sbatté gli occhi, col cervello pietrificato. Una ragazza aveva chiesto al suo ragazzo di farle da guida? Ma stava scherzando?
Kaiba mal interpretò il suo mutismo, scambiando il silenzio della sorpresa col silenzio della rabbia, e si affrettò a spiegare:
”Ascolta, non le ho ancora detto di sì. Non voglio che questo porti problemi, ci farò un buon affare anche se non la porto in giro. Se non vuoi che lo faccia, non lo farò”
L’altro inclinò un po’ la testa, lieto di sentire quelle parole. Kaiba stava mettendo prima lui dei suoi affari, e gli faceva piacere sentirselo dire. Sapeva che spostava appuntamenti e che affibbiava riunioni a Mokuba per stare in sua compagnia, ma solitamente faceva tutto senza consultarlo. Era la prima volta che lo coinvolgeva…però, nel contempo, significava che quella ragazza gli avrebbe procurato un contratto davvero vantaggioso, altrimenti se ne sarebbe liberato senza pensarci.
”Yugi…la nostra relazione è tornata a posto. Non voglio che venga rovinata dalla gelosia. Se non desideri che lo faccia, basta che tu lo dica”
Il Faraone si alzò, e si affacciò alla vetrata:
”Tu…mi stai chiedendo il permesso di passare con lei la giornata, in pratica?”
Parlare chiaro e senza giri di parole…aveva bisogno di quello.
”Sì. Ma non voglio che tu mi dica di sì per far un piacere ai miei affari. Posso inventarmi una scusa e scantonare senza problemi. Avremo solo contatti ufficiali”
”Non mi piace che tu esca con altri…”
”Lo so”
Kaiba lo capiva…faceva molta fatica a mandar giù la costante presenza di Jono-uchi accanto al suo Faraone…era logico che valesse anche al contrario.
”…però non mi sembra nemmeno giusto fare una scenata di gelosia per così poco”
”Yugi…”
Si fissarono, entrambi indecisi su come continuare. Kaiba non voleva insistere a scaricare su di lui la responsabilità, e il Faraone non sapeva come rispondere. Non voleva che uscisse con una ragazza, ma nemmeno dare tanta importanza a un incontro d’affari. Non si sarebbe trattato di null’altro. Solo un incontro per agevolare un rapporto ufficiale. Nulla più.
’Eppure sono lo stesso geloso’
Quella ragazza, che per Kaiba non contava nulla, avrebbe passato la giornata con lui, davanti agli occhi di tutti. Lui, che era il suo ragazzo, avrebbe dovuto continuare a vivere nell’ombra. Era geloso di quello, non del fatto che uscisse con un’altra. Voleva esserci lui al suo fianco, a essere guardato con occhi spalancati. Avrebbe accettato anche i pettegolezzi e gli insulti…sarebbero stati il riconoscimento della loro storia da parte del mondo.
’Cammina con me’
Ma sapeva che non poteva chiederglielo, avrebbe causato troppi problemi a entrambi, anche se era sicuro che il suo ragazzo l’avrebbe accontentato.
”…com’è?”
tergiversò, sperando che non fosse una cinquantenne disperata e un po’ maniaca, di quelle che si mettevano a pizzicare il fondoschiena dei camerieri alle cene di San Valentino…ma non voleva neppure che fosse una giovinetta fresca e solare, magari anche lei con gli occhi viola e i capelli assurdi quanto i suoi.
”Ha ventitre anni. Si è appena laureata in comunicazioni. È intelligente e pratica”
’…ne sta parlando bene’
notò l’altro con una punta di risentimento.
”E…è in cerca di un ragazzo?”
Kaiba scrollò le spalle:
”Non ne ho idea. Ma di certo da me non ne troverà”
”Ah…”
Il sole iniziava a scivolare verso ovest, le ombre dei palazzi si stavano allungando. Il Faraone non si era reso conto del tempo che passava, chissà quanto silenzio c’era stato quel pomeriggio.
Sospirò fra sé. Aveva preso la sua decisione da molto tempo, la parte più difficile era comunicargliela.
”…Kaiba?”
”Dimmi”
Era felice che il presidente avesse atteso fin quando i suoi pensieri avessero portato a una conclusione…era raro vederlo tanto paziente.
”Hai una sua foto?”
Kaiba lo fissò un attimo, poi annuì:
”Ecco”
Prese un’immagine da una cartellina e gliela tese, aspettando la sua reazione. Non credeva che quella ragazza sarebbe piaciuta al Faraone…aveva gli occhi troppo grandi e verdi, la pelle abbronzata e i capelli color del cioccolato al miele. La perfetta ragazza di cui essere gelosi.
”…è questa?”
gli chiese, con una sfumatura di voce leggermente incrinata, che non sfuggì al presidente.
”Sì”
Il Faraone ingoiò il rospo. Era bella. Almeno, Yugi l’avrebbe trovata bella. Ma aveva fiducia nel suo ragazzo. Avrebbe potuto avere tutte le donne del mondo, ma nonostante le difficoltà stava ancora con lui. Sì, doveva crederci sino in fondo.
”Ti serve questa immagine?”
”Eh? No, tienila pure”
”Grazie”
e la strappò, facendola a pezzi.
”Hn”
Kaiba non aggiunse altro…il suo ragazzo era stato abbastanza chiaro così. In fondo ne era contento, non voleva uscire con una ragazza che rischiava di rimanergli appiccicata per tutta la giornata.
”Posso usare il distruggidocumenti?”
”…certo”
L’aveva proprio presa in antipatia…poteva scordarselo un contratto facile facile in Sud America.
”Poi rimetto tutto a posto, promesso”
Svuotò il cestino perché vi cadessero solo i resti della foto, poi iniziò a distruggerla pezzo per pezzo, godendo di ogni momento, canticchiando felice mentre la faccia veniva fatta a fette.
”Yugi…”
”Hai ancora quel piccolo braciere e i fiammiferi, vero?”
”Sì, perché?”
Iniziava a preoccuparsi…il suo ragazzo si stava divertendo troppo.
”Ti scoccia se andiamo sul tetto a bruciarli?”
Nella mano aveva tutti i frammenti della foto. A quanto pareva, voleva farli in cenere.
”No…certo che no”
Kaiba lo accompagnò, un po’ inquieto. Il suo ragazzo stava manifestando una gelosia esagerata. Sperava solo che non scatenasse il potere del Puzzle…
Una volta sul tetto posò i resti della foto nel bacile d’ottone, e diede loro fuoco. Le fiamme arsero per pochi minuti, trasformando il tutto in cenere.
”Via…vattene via”
bisbigliò il Faraone, spargendo nel vento quel che restava. Era la fine di quell’immagine.
”Yugi…”
”Dille pure di sì”
”Eh?”
Raramente qualcuno era stato in grado di spiazzare Seto Kaiba, ma il suo ragazzo ci riusciva benissimo. Dopo tutto quel che aveva fatto…gli dava il permesso?
Il Faraone si appoggiò con la schiena alla rete che recintava il tetto, lasciando che il vento gli scompigliasse i capelli:
”Sono geloso, non posso negarlo. Ma ho fiducia in te. I tuoi affari sono importanti, non mi piacciono per come certe volte si intromettono fra noi, ma come tu sopporti i miei amici, io sopporto loro. Quindi falle pure da guida…ma sappi che ti terrò d’occhio!”
Fingendo una franchezza che sapeva non avere, il Faraone allungò una mano e prese la mira, chiudendo un occhio e fingendo di sparargli.
”Yugi…io la userò unicamente per quel contratto. Null’altro”
Il Faraone sorrise e si voltò, ammirando la città dall’altro, mentre sentiva il suo ragazzo avvicinarsi:
”Io…tu…non mi usi, vero?”
gli chiese quando lo avverti vicino a lui, voltando leggermente la testa per sbirciarlo.
”Non essere tanto Jono-uchi”
lo punzecchiò l’altro, passandogli le braccia attorno al petto. Lo prendeva in giro così, quando voleva dirgli di non fare lo scemo…ma al Faraone andava bene lo stesso. Era l’unico momento in cui gli perdonava le cattiverie sul suo amico.
”Kaiba…”
L’altro lo baciò, incurante di essere in cima a un grattacielo e della possibilità di essere visti da mezza città…voleva baciarlo e lo fece, non gli importava più di nulla. Voleva solo stare con lui…
”Kaiba”
ripeté il Faraone, mentre sentiva strusciare contro il fondoschiena il suo sesso eccitato, chiuso nei pantaloni.
”Lo senti, Yugi? Tutto di te mi eccita. Anche la tua gelosia. Nessuno potrà mai accendermi così, come fai tu…”
”Kaiba…siamo in piena vista”
”Non mi importa”
gli sussurrò nell’orecchio, mordicchiandogli il lobo…che guardassero tutti, che il mondo fosse testimone della loro passione!
”Kaiba ti prego…andiamo giù…”
”…sì”
Il presidente lo prese per un polso e lo trascinò verso l’ascensore, il sesso stretto nei pantaloni che minacciava di scoppiargli da un momento all’altro, il cuore che pompava all’impazzata…aveva bisogno di metterglielo dentro, di sentirsi attorno la sua carne calda e viscida, voleva annegare in lui, aprirlo fino in cima, sentirlo squagliarsi di piacere…
”Kaiba”
Appena le porte dell’ascensore si chiusero, si gettarono l’uno fra e braccia dell’altro, e la battaglia fra le loro bocche iniziò. Prima di rovinare a terra, Kaiba ebbe la destrezza di schiacciare il pulsante di stop dell’ascensore…
………
BIP BIP BIP
Mokuba sbirciò il display del telefono…era la segretaria personale di suo fratello.
”Che c’è?”
chiese, mangiucchiando dei salatini.
”Signorino Mokuba, il signor Seto non risponde alle chiamate, e il suo ascensore privato è bloccato subito sotto il tetto. Ma i sensori dicono che è stato bloccato dall’interno…devo chiamare qualcuno?”
Era una fortuna che in quell’ascensore non ci fossero telecamere, perché immaginava cosa stesse facendo il fratello col suo ragazzo. Li aveva visti salire sul tetto assieme, e non era minimamente stupito che fosse finita così. Fra quei due c’era un’attrazione spaventosa.
”No, lascia stare. Se mio fratello l’ha bloccato, avrà le sue buone ragioni. Se ha bisogno d’aiuto chiamerà lui. Riguardo alle sue chiamate, passatele direttamente a me”
”Come desiderate”
Mokuba chiuse la comunicazione e si appoggiò allo schienale della poltrona:
”Ma guarda che mi tocca fare…”
Però, nello stesso tempo, era contento. Se erano chiusi assieme in ascensore, significava che era andato tutto bene. Suo fratello gli aveva parlato della ragazza sudamericana, e lui aveva pregato con tutto il cuore che non portasse a un nuovo litigio. Anche se non sapeva cosa si erano detti, a quanto pareva la situazione si era sistemata.
’Meno male’
penso, rispondendo alla prima chiamata.

Ma secondo te quello straccio si può chiamare vestito? Le copre a malapena le tette. Che di sicuro sono finte. Guarda come stanno su
Ehm…non so…
Ed è pure più brutta che in foto. Prima di mandarla a Kaiba quell’arpia l’avrà fatta ritoccare!
Boh
Ma è davvero la figlia di un importante uomo d’affari? Per me è solo una sfigata che sbrodola per niente
Mio alter ego…
Ed è pure cieca, ma non lo vede che Kaiba se la fila solo per dovere?
Ah…io…
Ma perché non se ne va in bagno e ci resta per il resto della giornata, così ci libera dalla sua presenza?

Yugi aprì la bocca e la richiuse. Era una battaglia persa in partenza.
”Ehm…Yugi, stai bene?”
”Io sì…il Faraone decisamente meno”
Anzu, vestita da croupier, annuì. Temeva una cosa del genere.
Il Festival scolastico era finalmente arrivato. Le bancarelle erano pronte, e i genitori sciamavano da un’attrazione all’altra, scambiandosi complimenti-veri o fasulli, nessuno lo sapeva- sui rispettivi figli.
L’attrazione della loro classe era una bisca clandestina stile far west, dove al posto dei soldi si dovevano puntare biscotti e dolcini vari, preparati dalla classe partner per quel progetto congiunto. C’erano una roulette, tavoli per il poker, il black jack e persino un biliardo, e gli studenti erano tutti vestiti come nel selvaggio west, fra gonne svolazzanti, fazzoletti attorno al collo e un pianoforte sgangherato suonato da Miho. Al posto del whisky si sorseggiava tè, i sigari erano teatrali, di camomilla, e l’ambientazione in un saloon era stata ricreata da Kaiba con uno dei suoi sistemi olografici. Jono-uchi, Bakura e Honda se la spassavano da matti facendo il banco, mentre Shizuka vinceva un sacco di dolcetti contro il fratello. Tutto era perfetto…o quasi.
L’unico fuori tema era Yugi Muto. Dato che, giunto il loro turno di fare i volantini, la fotocopiatrice aveva iniziato a fare i capricci, al ragazzino era stato affidato il fondamentale ruolo di uomo-panino, col compito di indirizzare i visitatori al loro progetto. Lui avrebbe preferito star dietro a uno dei tavoli da gioco, ma, dato che nessuno avrebbe voluto sfidare il Re dei Giochi, la sua richiesta era stata respinta con un coro unanime di no.
In fondo era un bene così, perché il Faraone stava friggendo. Erano circa cinque metri dietro Kaiba e la ragazza, se non avesse potuto spostarsi- cioè seguirli- il suo amico probabilmente avrebbe affossato tutti col Gioco della Sanzione.
”Capisco”
Anzu sgattaiolò al suo posto, e Yugi riprese il suo giro, seguendo passo passo il tragitto di Kaiba.
Mio alter ego, non credi che dovremmo stare un po’ più lontani?
Stai scherzando???!!!

L’occhiataccia che il Faraone gli riservò avrebbe fatto gelare un vulcano…Yugi si morse la lingua, e riprese a caracollare. Gli sembrava stranamente di essere tornato indietro, quando tutti lo maltrattavano…
Ma Kaiba-kun lo sa che gli siamo alle costole?
Certo che lo sa! L’ho avvisato! Se mi fa qualche scherzo lo friggo!
Faraone…
Renditi conto di com’è in tiro oggi! Quella camicia gli sta d’incanto! Ma guarda quella schifosa!

Yugi invece scrutò lui, a bocca aperta, facendosi ridere dietro dai passanti che non capivano cosa stesse fissando con quell’espressione da pesce lesso.
Faraone!!!
Gli sta appiccicata!!! Lascia respirare il mio ragazzo!!!

Non era nemmeno del tutto vero, stavano solo passeggiando vicini vicini a causa del fiume di folla, non potevano fare altro…ma lo Spirito del Puzzle non era molto d’accordo.
Perché non la respinge? Perché non la manda via?
Faraone…
Trova piacevole la sua compagnia? Ha iniziato a trovarla interessante?
Faraone…
Ecco lo sapevo io che dovevo dire di no!!! E adesso che faccio?
Faraone?
Devo dividerli assolutamente!!! La fulmino? O fulmino lui?
FARAONE!!!!!!!! Sturati le orecchie!!!

Il diretto interessato lo fissò scioccato. Mai prima d’ora nessuno aveva osato rivolgersi a lui in quel modo. Lui era un Re d’Egitto, cavoli!
Smettila di complessarti!!! Stanno appiccicati perché non c’è spazio!!! Ed è un po’ tardi per avere dei ripensamenti, non trovi?
Sì, ma…
E tu oggi non fulminerai nessuno mi sono stufato di sentirti sospirare mi hai scassato i timpani per tutta la notte coi tuoi dubbi bastaaaaaaaa!!!!!!!
Yugi…
Yugi un bel niente! Noi adesso ce ne andiamo da tutt’altra parte non osare dire una parola!!!
Ehm…Yugi…
Ho detto non una parola!!!
Sì, ma…tu stai urlando ad alta voce

Yugi ammutolì. Non se n’era accorto. Ma tutti gli altri sì. Era al centro dell’attenzione, rosso come un peperone, gli occhi puntati su di lui. Il gelo regnava sovrano.
”Ehm…io”
Guarda quel bastardo come sghignazza
Kaiba fissava la scena divertito, l’unico ad aver capito il motivo della sfuriata, e se ne stava sghignazzante a vedere come il rivale si sarebbe cavato da quell’impiccio.
Faraone…aiuto!!!
Penso ci sia solo una cosa da fare
Cioè?
Gambe in spalla!!! In terrazza non ti troverà nessuno!

Yugi schizzò via, seguendo il consiglio dell’amico. La terrazza era perfetta, era inutilizzata e anche vietata quel pomeriggio, ma per lui sarebbe stata una vera oasi. Appese i cartelloni che si portava addosso a un ramo- basso, data la sua misera altezza- e si imbucò sul tetto della scuola, infinitamente felice d’allontanarsi dal cicalio dei commenti sul suo show. A come spiegare ai suoi amici il fattaccio…ci avrebbe pensato un altro giorno.
Faraone…scusami se me la sono presa, prima
Oh, non preoccuparti…

cinguettò l’altro, tutto contento.
…era proprio quel che volevo, finire qui
Eh?

L’altro gli strizzò un occhio…e poi ghignò tipo demone
Da qui si domina il Festival…posso controllarlo quando e come voglio, non mi sfuggirà, se compirà un solo passo falso…prendere la mira sarà ancora più facile!
La sua risata assassina risuonò nella mente di Yugi, che si chiese per l’ennesima volta quel giorno se non sarebbe stato meglio starsene a casa a dormire…non sapeva bene come mai, ma aveva una gran voglia di piangere…

Fine


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