La Fortezza di Lacrime Cap. III di Unmei
Hakkai era abituato a guidare accompagnato da una colonna sonora di chiacchiere, litigi, minacce, urla e spari; una tranquillizzante routine che gli ricordava ogni istante che tutto stava andando per il meglio…..invece quel silenzio, insolito e carico di tensione, era qualcosa che non riusciva a sopportare, triste e sterile com’era. Ed innaturale…..per gente come loro, almeno. Tutto perché non c’era Goku…..e se lui non c’era gli equilibri venivano sconvolti: Gojyo non aveva nessuno con cui litigare e azzuffarsi, di conseguenza Sanzo non aveva nessuno a cui sparare e lui non aveva più nessuno da cercare di calmare. Il giovane guardò il bonzo che gli sedeva accanto con il viso impenetrabile. Ma impenetrabile non significava inespressivo, tutt’altro, perché la tensione e la preoccupazione vi erano dipinte con estrema perizia, anche se ad uno sguardo distratto si sarebbe potuto credere che avesse solo un’aria terribilmente irritata. Hakkai era ormai in grado di cogliere perfettamente la differenza…..era tutta questione di sopracciglia e di come venivano aggrottate. Probabilmente Sanzo si sentiva anche in colpa per non essersi subito messo alla ricerca di Goku, lasciando che passasse quasi un’ora prima di mettersi sulle sue tracce. Forse si era comportato così per non mostrarsi apprensivo, o forse per reale fiducia nel loro più giovane compagno…..qualunque fosse stato il motivo, adesso temeva che tale ritardo si rivelasse fatale. Dopotutto erano più di cinque giorni che Goku era scomparso d’improvviso, senza lasciare indizio: si era allontanato da loro quella sera, e poi…..inghiottito dal nulla. Avevano girato in lungo e in largo, messo sottosopra intere città, interrogato, promesso ricompense e minacciato…..tutto senza ottenere risultati. Ora l’aura di frustrazione e ansia che circondava il bonzo come una scura nube temporalesca era quasi visibile ad occhio nudo.
"Starà sicuramente bene, non ti devi angosciare." "Piantala. Non ho bisogno di essere blandito in questo modo." Ribatté seccamente il bonzo, senza smuovere gli occhi dalla lunga strada davanti a loro. In fondo era un buon segno, che mantenesse quell’atteggiamento freddo e indisponente: era ancora se stesso. Per quanto fosse vero che reprimere così le emozioni non era un atteggiamento né saggio né salutare, Hakkai *temeva* di dover assistere, prima o poi, ad un crollo totale ed inaspettato…..e disastroso. Se quel giorno fosse mai arrivato, lui non era sicuro di saper trovare le parole giuste per aiutarlo. "Ma guarda che ottuso bonzo ingrato." Commentò dietro di loro Gojyo, con voce annoiata, sbuffando un’azzurrognola nube di fumo. Anche lui era in ansia per Goku, e ne sentiva la mancanza, ma di tanto in tanto si sforzava di dare sui nervi a Sanzo, almeno per distrarlo un po’…..<è uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo>, questo si diceva. Doveva però ammettere che se i primi due giorni quella sua premura aveva avuto effetto, ora le parole cadevano nel vuoto, ed ormai parlava più per se stesso che per l’amico. Poi, d’improvviso, Sanzo si mosse sul sedile, come in agitazione, e si guardò intorno, pallido "Sanzo?" Lui si teneva le testa con una mano, l’espressione tesa in una smorfia che sembrava di dolore. "L’ho sentito, all’improvviso…..ma sembrava…..sembrava….." Disse, a fatica, e Hakkai intanto aveva fermato repentinamente la macchina. "Cos’hai?" ****** La voce Goku…..l’aveva già udita in altre occasioni, insistente, fastidiosa ed inspiegabile. Certe volte, quando il controllo gli fuggiva di mano, quando i mostri in agguato nella sua coscienza tentavano di trascinarlo giù, nel profondo buio di se stesso, era quella voce, o anche solo il ricordo di essa, a riportarlo cosciente. Ed in quel momento la stava sentendo, sentiva Goku urlare il suo nome, ma in modo differente da ogni altra volta; così disperato, sconvolto…..l’invocazione era un lungo pianto inarticolato, intriso di tutte le lacrime del mondo. Percepiva il riflesso del dolore che stava provando Goku, una sofferenza che ustionava l’anima, straziava il cuore, saturava la mente oscurando ogni altro pensiero. Oh, certo sì, aveva visto quel ragazzo piangere altre volte, perché, a dispetto del suo stomaco abissale, del suo contegno da selvaggio e della sua scriteriata esuberanza, era gentile e sensibile, e troppo buono…..ma quel pianto era inconsolabile, era un’agonia che faceva stringere il cuore persino a lui, che talvolta dimenticava di averne uno. Chi, cosa poteva aver ridotto la sua scimmia in quello stato? Di chiunque fosse la colpa, presto l’avrebbe trovato, e gliel’avrebbe fatta pagare. "Inverti la marcia Hakkai, la strada giusta è alle nostre spalle." "Ma è da lì che veniamo! Perché – " "Ora lo sento, chiaramente. Mi chiama. Ed è da quella parte."
~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~
Quegli occhi dorati, così luminosi ed espressivi, erano ora opachi, fissi, come se l’anima a cui davano specchio se ne fosse già fuggita, o fosse andata a nascondersi chissà dove nel profondo del suo cuore tormentato. Sbalorditivo che bastasse così poco per piegare il giovane itan alla propria volontà…..un po’ di droga nel cibo, un po’ d’ipnosi, ed i falsi ricordi che aveva instillato in lui avevano messo radici, e fatto il resto. Sapeva che il trattamento avrebbe avuto effetto, ma non immaginava fino a tal punto; ora ci sarebbe voluto poco per trasformare Goku in una perfetta marionetta, che avrebbe obbedito esclusivamente al volere del Principe della Guerra. Quing accarezzò il viso liscio del ragazzo, parlandogli con voce suadente e velenosa.
"Il mio padrone mi aveva ordinato di strapparti a quel bonzo, e di portarti da lui quando tu fossi stato in animo di obbedire al suo volere. Mi ha lasciato libero di agire come preferivo, sa che i miei metodi sono infallibili…..tuttavia credo che con te abbiano funzionato anche troppo: ora come ora sei solo una graziosa bambolina, in questo stato non gli servirai. Vorrà dire che ti sottoporrò ad un trattamento aggiuntivo, e dopo finalmente metterai la tua forza al suo servizio, e gli sarai docile e obbediente. Diventerai un altro." Si avvicinò ancor di al giovane volto privo d’espressione, agli occhi spenti che forse guardavano verso l’ interno di sè, alla ricerca di ricordi e di momenti felici, fuggendo dalla letale realtà. Dalla piccola, inesistente realtà creata apposta per lui. Ora quel ragazzo forte e solare era così totalmente indifeso e barricato in se stesso che nessuna parola lo raggiungeva: il senso di ogni frase si disperdeva appena i suoni toccavano le sue orecchie….. l’anima completamente raggomitolata, come un feto immerso in un maligno liquido amniotico fatto di crepacuore, choc e cordoglio. Sembrava così innocente da far desiderare di violarlo…..un pensiero che lo aveva accompagnato per tutti i giorni di quella commedia, quando si era fatto affascinare dalla fiducia che la sua preda nutriva in lui, e dalla pienezza dei sentimenti che provava per Genjo Sanzo. "Cos’è lui per te? Perché sembra che della tua vita ora non t’importi più nulla?….. se non fosse per il dominio che esercitavo su di te con i sedativi tu avresti perso la ragione…..saresti diventato una furia infernale, alla notizia della morte di quel bonzo, così mi aveva detto il mio padrone. Non ti ho dato più alcuna droga da quando ti ho fatto credere di essere stato l’artefice dell’assassinio, eppure non ti sei ripreso." – con due dita gli aprì le labbra, penetrando nella sua bocca inerme – "Ormai il tuo sangue è limpido, e ancora non ti risvegli. Sopporteresti tutto, adesso, o reagiresti? Che tentazione! Prima di consegnarti al mio signore potrei usarti un po’ io….. mi pare d’essermelo guadagnato." Lasciò scivolare le dita fuori dalla sua bocca e le fece scendere lentamente lungo il mento, ed il collo; avrebbe sfilato in fretta quei pochi indumenti leggeri che indossava, e avrebbe assaggiato le sua pelle…..chissà se era tenera e dolce come quella del bambino che sembrava, o se aveva il gusto salato dell’età adulta, e del dolore. "Non credo che Homura apprezzerebbe, se venisse a sapere quel che vuoi fare." La donna, vistosamente truccata e scarsamente vestita, che era comparsa sulla soglia lo stava guardando con un mezzo sorriso maligno sulle labbra, carico anche di una buona dose di sprezzo. "Vedo che sei tornata al tuo aspetto originario." Replicò lui, freddamente. "È piuttosto fastidioso mantenere la forma di una ragazzetta grande la metà di me. Sono tutta indolenzita." "Mph. In ogni caso non impicciarti, ho da fare." "Ti ripeto il mio consiglio; frena i tuoi bassi istinti da pervertito e sbrigati a terminare il lavoro. I compagni di questo ragazzo potrebbero farsi vivi., e se succedesse….." "Quelli saranno ormai lontani, e la barriera illusoria che ho creato nasconde tutta la radura." Lei guardò il loro prigioniero, sempre immobile sul letto, e scosse le spalle, andandosene. "Spero davvero che tu abbia ragione." Qing rimase con Goku, ancora immobile, ancora perso, e si accostò a lui, baciandogli le labbra. Se il ragazzo se ne accorse non diede alcun segno tangibile. "Quella strega ha rovinato l’atmosfera, ma non importa. Tornerò da te stanotte…..e ti porterò anche un regalino che ora vado a preparare. Un regalino che ti renderà un po’ più…..ricettivo." Concluse con un ghigno.
~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~
"Sei proprio certo che sia qui? Io non vedo nulla." Dopo un paio ore di viaggio a folle velocità su una strada decisamente dissestata, i tre avevano le ossa ammaccate e Gojyo aveva perso il suo accendino favorito a causa di una buca particolarmente profonda…..ed ora si trovavano fermi, davanti ad una rupe scoscesa. Ciò non poteva essere esattamente d’aiuto al loro umore. Sanzo fissò con feroce ostinazione il baratro. "Io lo sento ancora…..è lì! E lo troverò anche da solo, voi fate un po’ come vi pare." Si mosse, dirigendosi verso il vuoto senza batter ciglio. Voleva trovare Goku il più in fretta possibile…..e non perché il pianto che continuava a sentire lo esasperasse, come la prima volta. No…..voleva porvi termine perché quella sofferenza lo straziava. Aveva sempre detto di non voler proteggere nessuno, eppure, con il passare del tempo, con il rapporto sempre più stretto con quella stupida scimmia, con tutto l’affetto e l’attaccamento che il ragazzo aveva riversato su di lui, che forse nemmeno lo meritava….. per il semplice fatto che Goku era Goku, e faceva così profondamente parte della sua vita da non riuscire più ad immaginarla senza di lui….. per tutto questo lui si sarebbe spinto ovunque, per ritrovarlo, salvarlo….. e difenderlo. "Dannazione, fermo! Non mi pare che i bonzi sappiano volare!" Gli urlò Gojyo, e Sanzo effettivamente si fermò; non per dare soddisfazione al kappa, ma perché effettivamente non poteva più andare avanti: qualcosa di invisibile gli sbarrava la strada. Allungando una mano poteva toccarlo e sentire qualcosa di simile all’elettricità statica pizzicargli la pelle. "Sembra proprio che qualcuno non voglia farci entrare in casa." Commentò Hakkai, con un sorriso che sfiorava solo le sue labbra, mentre gli occhi erano mortalmente seri. "Direi che in questo caso non dovremmo aver problemi a buttare giù la porta." Concluse Gojyo, avvicinandosi a sua volta, e richiamando il suo jakujou.
~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~
Quing stava terminando la distillazione della sua preziosa droga quando sentì i muri della casa tremare; immediatamente non si capacitò di cosa stesse succedendo. "Un leggero terremoto, forse?" Si domandò, con indifferenza, osservando una sottile crepa aprirsi sul muro; pazienza se l’abitazione avesse subito dei danni, dopotutto non era sua, e certo il vero Qing e sua figlia non erano più in condizione di preoccuparsene…..un vantaggio dell’essere morti. La sua tranquillità durò poco, e si infranse brucamene quando percepì la sua barriera illusoria indebolirsi, vacillare; Li-Wei arrivò di corsa dal piano superiore. "Dicevi che ormai erano lontani, vero? Questi devono essere loro!" "Fa’ silenzio!" "Posso anche tacere ma le cose non cambiano! Avremmo dovuto andarcene già da giorni, ma tu- " "FAI SILENZIO!" – gridò lui, scaraventando rabbiosamente a terra l’alambicco – Ci hanno trovati, ma che significa? Possiamo ancora batterli…..ed abbiamo un ostaggio di là, ti ricordo." La donna non sembrò trarre particolare sollievo da quelle parole; sapeva di essere una buona combattente, ma conosceva bene la fama che precedeva il gruppo di Sanzo. Era facile farsi due conti, e decidere che era meglio fuggire prima che il nemico riuscisse a penetrare la loro difesa: si trattava di salvarsi la vita, e non c’erano ordini che tenessero. Forse si sarebbe scontrata con le ire di Homura, per aver abbandonato la battaglia, ma tra l’essere uccisi da Sanzo o dal Principe della Guerra la differenza era poca…..almeno fuggendo aveva una possibilità di farla franca. Non fece in tempo a realizzare i suoi propositi: una breccia si aprì nella barriera, e sentirono l’aria crepitare intorno a loro. Qing le urlò un ordine e lei obbedì, andando a raccogliere da letto il corpo passivo di Goku…..come detto, potevano servirsi di lui come ostaggio, scudo, usarlo per guadagnarsi la fuga: quei tre non li avrebbero attaccati mettendo a rischio la vita del loro amico. Poco dopo metà della parete di fronte a loro andava in frantumi, rivelando tre bei giovani di pessimo umore. Sanzo notò subito la ragazza che reggeva Goku, puntandogli uno stiletto alla gola, e si accorse pure dello sguardo vuoto e sperso del suo fedele animaletto; continuava a sentire il suo pianto, il suo nome ripetuto tra i singhiozzi. Il bonzo si fece pallido d’ira, ed alzò la shoreijyu; la sua mano salda, anche se dentro la sua anima stava bollendo di rabbia. "Non puoi! – esclamò lei, sulla soglia dell’isteria – Potresti colpire lui…..non rischierai la sua vita!" "Che discorso noioso! – si lamentò Gojyo, sbadigliando con enfasi – Guarda che noi non siamo mica il solito gruppetto di prevedibili eroi perbene!" Ma inaspettatamente Sanzo abbassò la pistola. Era più che sicuro della propria abilità, ma il pensiero che gli aveva attraversato la mente…..considerando che davvero esisteva la possibilità che colpisse Goku….. gli aveva gelato il cuore. Che avrebbe mai potuto fare, se lui stesso avesse incidentalmente ucciso quella scimmia? Nemmeno lui si sarebbe salvato, quel poco di umanità che possedeva sarebbe morto….. ed ogni giorno sarebbe diventato un giorno di pioggia. "Voi due occupatevi di quell’uomo." Si sentì dire, mentre si avvicinava alla femmina; la vide indietreggiare, la udì minacciare di spezzare il collo a Goku, se avesse fatto un altro passo, o di trafiggerlo con l’arma acuminata…..ma ciò che stava avvenendo ora andava oltre il controllo di Sanzo. Il sutra si animò senza che lui gli avesse dato alcun ordine, cosa che era già avvenuta, e alla quale lui non aveva trovato spiegazione, e si scagliò contro la donna, circondandola, attaccandola, ma lasciando stare Goku…..anzi, lui veniva sfiorato, accarezzato benevolmente. Sanzo non badava a ciò che gli avveniva intorno: non fece caso a Gojyo e Hakkai, che si liberarono in fretta del loro nemico, lui attendeva solo che il sutra facesse il suo lavoro; e quando lei, urlando, lasciò cadere Goku il bonzo tornò a puntare l’arma, con rabbia fredda. Ora non doveva più temere di colpire per sbaglio la persona che voleva salvare…..era libero di sfogare la propria collera. I colpi esplosero uno dopo l’altro, fino a quando, terminati i proiettili, l’arma non emise che degli inutili ‘click click’; la demone a quel punto già era morta, ma il sentimento oscuro che animava Sanzo aveva ancora bisogno di soddisfazione; ritrovò il controllo solo nel vedere Goku a terra. Aveva gli occhi aperti, rivolti verso di lui, ma non davano segno di riconoscerlo…..sembrava che non si stesse rendendo conto di quanto gli avveniva attorno. Sanzo lasciò cadere la pistola e gli corse accanto. Avrebbe voluto chiamarlo ‘stupido’, riempirlo di ventagliate in testa, rimproverarlo per essersi cacciato in quella situazione….. ma non riusciva a farlo; non aveva mai visto Goku in quelle condizioni, e si sentiva…..spaventato. Ammetterlo gli costava fatica, ma negare l’evidenza sarebbe stato sciocco…..e da vigliacchi. "Goku?" Chiamò, inginocchiandosi accanto a lui e sollevandogli la testa. "Goku, avanti, parla! Non fai altro che blaterare…..dì qualcosa adesso!" …..<Così che capisca che stai bene…..parlami!> "Sanzo….." Non era stato Goku a parlare, bensì Hakkai, a mezza voce. Lui e Gojyo erano alle sue spalle; anche loro guardavano preoccupati l’amico più giovane, senza saper trovare parole giuste da pronunciare. Il bonzo posò una mano sulla guancia di Goku e la sentì troppo calda per il normale; ma la febbre non sembrava così alta da cagionare un simile stato vegetativo…..senza contare che continuava a sentire i suoi richiami disperati. "Io sono qui, ora, Goku…..cosa c’è che ti spaventa tanto?" Gli sussurrò; o forse non aveva sussurrato…..forse lo avevano sentito anche gli altri, ma non importava; in quel momento non riusciva a continuare a ostentare indifferenza, a comportarsi come se non gli fosse indifferente il destino di Goku, perché così non era….. Era un ragazzo così completamente diverso da lui che a volte gli sembrava impossibile di vivergli accanto da tanti anni; ma forse era proprio grazie a questa differenza che Goku riusciva sempre a toccare il suo cuore…..tocchi che piano piano lo stavano guarendo, anche se lui non se ne rendeva pienamente conto. Sanzo lo prese in braccio e lo sollevò da terra; gli sembrò troppo leggero, troppo fragile; provò un’altra potente ondata di rabbia…..avrebbe voluto resuscitare i due colpevoli solo per poterli uccidere di nuovo, e con ancor più gusto. Inconsciamente lo strinse al petto, mentre lo trasportava in un’altra stanza, per poi adagiarlo sul letto. "Visto che pare abbiamo una casa a disposizione, ci fermeremo qui per qualche giorno." Disse. Hakkai e Gojyo avrebbero potuto ribattere che era poco prudente, che sarebbe stato meglio andarsene via subito e poi cercare alloggio in una locanda, ma non si sentirono in animo di contraddire l’amico. Non dopo aver percepito dietro la sua voce asciutta tanta greve preoccupazione.
|