La Fortezza di Lacrime Cap. II di Unmei
Quing arrivò di corsa al cimitero, chiamato da Li-Wey che atterrita aveva assistito alla violenta crisi del loro ospite. L’inevitabile era successo…..si era chiesto più volte, in quei giorni, quale sarebbe stata la reazione di Goku davanti alla morte, ma non aveva mai immaginato *quello*. Il ragazzo era inginocchiato sulla tomba, e stava furiosamente scavando a mani nude; mani che ormai erano ferite e sanguinanti, con unghie nere e spezzate…..ma lui non vi badava, e continuava, sempre più a fondo, sempre con più ostinazione, con una rabbia disperata che non aveva niente di umano, come l’esausto grido roco e prolungato che gli usciva dalla gola. I suoi occhi erano allucinati, fissi, stravolti, forse non vedevano nient’altro che il nero della terra che doveva rimuovere, che lo separava da *lui*, e il crudele bianco immacolato della lapide. Quing-Shui gli si avvicinò e lo prese per le spalle. "Smettila ora! Tutto ciò che troveresti è un’urna cineraria…..non – " Il braccio di Goku scattò e l’uomo volò a qualche metro di distanza, cadendo rovinosamente sulla schiena; lì rimase per un po’ immobile, boccheggiante per il dolore. Di fermarlo con le buone non aveva speranza, questo era certo: il ragazzo sembrava fuori di se stesso, inutile cercare di parlargli. E fermarlo con le cattive era un’idea ancora più assurda….. Si alzò, traballante e tornò il più in fretta possibile a casa: l’unica possibilità far perdere i sensi a Goku per poterlo portare via da quel posto…..e solo con un’iniezione di anestetico poteva avere speranza di riuscirci.
~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~ Ancora una volta Goku si svegliò senza ricordare di essersi mai addormentato, solo che questa volta riconobbe la stanza, fin troppo bene. Restò a guardare il soffitto, spaventato all’idea di alzarsi e di scoprire la verità…..restando lì, a letto, poteva continuare a credere di aver fatto solo un brutto sogno…..e che la tomba…..la tomba di Sanzo era stata semplicemente un incubo. Il suo tentativo d’illusione svanì appena vide Qing su una sedia, vicino al letto, le mani raccolte in grembo e il volto stanco, e triste. L’uomo aveva le spalle incurvate e tenne gli occhi bassi; non volle incrociare il suo sguardo. "Mi…..mi dispiace. – parlò a voce bassa - Te lo avrei detto, prima o poi, avevo solo desiderio che tu ti riprendessi completamente…..non volevo che lo scoprissi così. Davvero…..ti chiedo perdono." *********** Il dolore che Goku provò fu a livello molecolare, intessuto fin nella più piccola e profonda fibra del suo corpo, e del suo spirito. Il battito del cuore era sordo e distante, tonfi pesanti, distanti fra loro interi universi. Il respiro che gli entrava nei polmoni sembrava ardente e velenoso e deglutire era come se gli strofinassero carta vetrata lungo i teneri tessuti della gola. La forza…..la rabbia…..e la disperazione…..le sentiva agitarsi convulse, premere, stridere, pulsare violente nel petto senza trovare sfogo. Temette che il diadema si sarebbe spezzato, che avrebbe sfogato la sua furia sull’uomo che lo stava aiutando, e poi forse anche su sua figlia, e poi ancora e ancora sarebbe andato avanti ad uccidere, senza più nessuno che potesse fermarlo…..un lago di sangue che nessuno avrebbe potuto arginare. Ma il diadema restava integro al suo posto, anche se stringeva e pesava come mai prima d’allora. "Perché? – chiese solo, a mala pena udibile – Non può…..non può essere!" "Quel giorno i tuoi amici non mi portarono solo te, c’era anche quel ragazzo, ferito, pugnalato…..ma per lui era troppo tardi. Era già morto quando arrivarono." Ma Sanzo non poteva morire tanto facilmente…..non ucciso da dei comuni, volgari delinquenti…..lui era sopravvissuto a ferite ben più gravi e a nemici temibili…..Sanzo era forte! …..ma era pur sempre soltanto un essere umano…..e ci vuole così poco a spezzare la vita degli umani. Goku fissò il vuoto, non disse nient’altro. C’erano pensieri confusi che si accavallavano dietro i suoi occhi ora velati…..pensieri e ricordi. Le mani. Le mani di Sanzo, che si erano protese verso di lui sciogliendo l’incantesimo che lo imprigionava…..le mani che brandivano quel temuto ventaglio e che fin troppo facilmente impugnavano la pistola…..e che erano le stesse che si posavano rassicuranti sulla sua testa quando si sentiva sfiduciato e triste, le stesse che quando era piccolo gli avevano rimboccato le coperte e curato ginocchia sbucciate…..ecco, quelle mani non c’erano più. Poi tutto divenne buio, e Goku perse i sensi. ********************************* ***Come aveva potuto farsi prendere di sorpresa in quel modo? Che stupido, che stupido!!*** Era quasi buio, era stanco e stordito dall’alcol, ma quella non era una scusa…..lui era stato imperdonabile! Quando il dolore era esploso nella sua testa, quando si era ritrovato a terra, quando li aveva sentiti parlare e dire….. e dire….. /è solo un ragazzino…..ne ricaveremo ben poco! Dannazione!/ /Ne sei sicuro?…..guardalo bene…..guarda…..quello deve di sicuro valere molto!/ ******************************* Riaprì gli occhi, con il cuore che batteva irregolare e frenetico, e la fronte madida. Prese qualche profondo e tremante respiro…..guardò le proprie nocche graffiate, le unghie rotte; le abrasioni erano state ben pulite e curate, avvolte in garza sottile. Le lacrime cominciarono a scendergli senza un singhiozzo, e senza che se ne rendesse conto. Erano acqua salata e tiepida che gli usciva dagli occhi, apparentemente cristallina ma inquinata da paura e dolore; tanti dicevano che dopo aver pianto ci si sente meglio, più sereni, leggeri…..sollevati dai propri affanni. A lui così non sembrava, le lacrime sembravano seccargli il cuore, e piangere gli faceva solo venire voglia di piangere ancora, fino a consumare se stesso. Quelle le lacrime, come mattone su mattone, stavano costruendo una fortezza dalla quale non sarebbe riuscito ad uscire…..una fortezza dove rinchiudersi e dimenticare, ed essere dimenticato. Gli ci volle quasi un’ora per decidere di alzarsi, o di provarci, almeno: voleva essere forte, così che Sanzo sarebbe stato contento di lui…..perché il bonzo certamente si sarebbe arrabbiato, vedendolo struggersi in quel modo. A piedi nudi andò fino alla porta e percorse il corridoio, fino a raggiungere la stanza che Qing usava come ambulatorio. L’uomo era alla scrivania, tra libri ed appunti; non si accorse di Goku fino a quando il ragazzo non gli fu praticamente davanti. "Oh…..ti sei svegliato. Come ti senti?" Domandò, alzandosi; Goku si strinse la braccia al petto, sentendosi completamente sperduto. "Io…..male…..io non so cosa fare! – un pensiero lo terrorizzò, e rialzò gli occhi che teneva rivolti al pavimento, piantandoli enormi e lucidi sul viso dell’uomo – Hakkai e Gojyo! Perché non sono ancora tornati? Loro…..anche loro….." "Loro stanno bene, non angosciarti. Ora però non ci pensare. – gli posò una mano sulla spalla – So che niente di ciò che dirò potrà consolarti, ma il dolore che provi ora piano piano si attenuerà…..non sarà più così atroce…..e continuerai a vivere. Lo so per esperienza…..è così che va, anche se ora ti sembra impossibile." Sentì un singhiozzo strangolato e vide i suoi occhi umidi; gli sembrava un cucciolo abbandonato, in quel momento, desideroso solo di ritrovare il suo padrone. Quanto era profondo il rapporto tra Sanzo e Goku, si chiese l’uomo. Per un amico non ci si riduce così…..si soffre, sì, si piange, e si rimpiange…..ma non si viene abbattuti fino al punto cui lo era quel ragazzo…..era come se fosse morto anche lui stesso. "Forza…..hai bisogno di mangiare qualcosa. Vieni in cucina." "Grazie, ma non voglio niente." La risposta fu appena udibile, lontana come provenisse dal fondo della terra, uscita a fatica dalle labbra. Qing-Shui però non si fece scoraggiare. "Consideralo l’ordine di un medico: tu hai bisogno di mangiare, di riprendere le forze….. e si da il caso che ci sia pronta un’ottima zuppa." ~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~ Quell’uomo era gentile e premuroso con lui…..tanto da riaccompagnarlo a letto quando un’incredibile sonnolenza gli aveva fatto sentire la testa pesante, e gli occhi stanchi…..anche se si era svegliato da poco provava il desiderio di tornare a dormire …..dormire e non svegliarsi più….. Il sonno lo colse quasi immediatamente, pesante, denso, pietoso della sua sofferenza, appena toccò il guanciale; gli occhi si chiusero e tutto sfumò…..restò solo la voce di Qing che gli sussurrava qualcosa, carezzevole, ma nelle nebbie del sonno non riuscì a cogliere chiaramente le sue parole. Nel sonno li rivide. Provò ancora il dolore accecante di quella tremenda botta in testa, e sentì la terra morbida e l’erba fresca contro la guancia. Nel ricordo sentiva qualcosa di vischioso tra i capelli, forse sangue, e gli arti torpidi, non riusciva più a rialzarsi. Chiamò i suoi amici, ma il suono che gli uscì fu troppo basso perché quelli lo potessero sentire. Udì le volgari voci degli sconosciuti:
/è solo un ragazzino…..ne ricaveremo ben poco! Dannazione!/ /Ne sei sicuro?…..guardalo bene…..guarda…..quello deve di sicuro valere molto!/ Sconosciuti che parlavano, e non immaginavano il danno che stavano per causare…..stupidi delinquenti….. /Ehi, è un diadema d’oro! E sembra anche massiccio!/ /Possiamo farci un bel po’ di soldi, con quello./ Uno degli uomini si chinò su di lui; ancora il corpo non gli rispose, ancora una volta non riuscì ad alzarsi…..si sentiva…..come stremato, i muscoli non gli obbedivano! Non aveva davanti un temibile nemico, ma solo un gruppetto di stolti criminali da strada…..eppure….. //….NO! Non fatelo! Fermi! Voi non…..non sapete!…..// Non sapete…..non sapete….. Non sapete quello che accadrà, e sarà la vostra fine. Il diadema gli fu strappato e ciò che Goku temeva di più al mondo tornò ancora una volta a tormentarlo. L’essere sanguinario, desideroso di distruzione, inarrestabile e disumano, privo di sentimenti e incapace di distinguere tra nemici ed amici. Lui lo odiava, ed il pensiero che quel demone distruttore fosse parte di lui, che vivesse in lui sempre in attesa di poter prendere il sopravvento, lo faceva inorridire. Le sue urla, quando il dispositivo di controllo gli fu levato, riempirono la tranquilla aria della sera….. Fu allora che Goku si svegliò, di scatto, ansimante, ma le immagini continuarono a scorrergli davanti a gli occhi, inesorabili e vivide. Non aveva mia ricordato con precisione ciò che avveniva quando la Bestia prendeva il controllo, ma quella volta ogni istante si presentò a lui con sconcertante chiarezza. Le espressioni di terrore di quegli uomini sconsiderati, il rumore delle loro ossa che si frantumavano….. …..le voci dei suoi amici che accorrevano, ed i loro tentativi di fermarlo, di parlargli, di riportarlo in sé. Hakkai, ferito…..Gojyo che lo difendeva…..e Sanzo che avanzava sicuro, e lo chiamava stupido…..e diceva che quella volta una punizione esemplare non gliela levava nessuno. Poi fu tutto veloce, troppo….. la Bestia si avventava su Sanzo, con gli artigli sfoderati, mirando alla carne bianca del collo, al suo vitale calore. La mano di Sanzo sulla fronte, le parole necessarie a far ricomparire il dispositivo di controllo…..le parole che solo un dio poteva pronunciare con successo….. ma un istante troppo tardi, solo una breve, insignificante manciata di secondi che aveva fatto la differenza tra la vita e la morte. Il suo corpo tornava ad essere quello della solita dolce e spensierata scimmietta, e intanto veniva inondato dal getto caldo e scarlatto del sangue del suo custode, mentore, amico….. del suo amato, preziosissimo sole. Il sangue gli inzuppò gli abiti e i capelli, il suo odore denso e metallico gli riempì le narici, ne sentì il sapore sulle labbra, mentre si accasciava su Sanzo e sentiva le braccia di lui stringerlo, quasi come se…..quasi come se….. lo volesse proteggere. …..il pensiero orribile, sconvolgente, terrorizzante, troppo atroce anche per essere un incubo, si era concretizzato. L’ultimo mattone fu posto nella fortezza di lacrime. Ogni volontà morì, qualcosa si schiantò nella sua anima, frantumandola forse per sempre. Il sole era scomparso; nel mondo, ed in lui, non esisteva più la luce.
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