DESCLAMERS: I personaggi non sono miei ma del mitico papino Inoue che per disfarsene ogni tanto me li presta!!

 

DEDICHE: Questa fic la dedico completamene a Marty, per  il suo compleanno e poi perchè è la prima persona che mi chiede di scrivere per lei qualcosa... ç////ç sono commossa, non mi era mai successo!!!

 

DEDICA SUPER SPECIALE: a Soffio ^O^ spero tanto che ti piaccia questo capitolo!!^^

 

NOTE: Allora in questo capitolo si parlerà di quello che è successo a Mitsui e Kogure, quindi quasi tutto il capitolo sarà su questa coppia.  Scusatemi ma proprio non potevo togliere questa parte, mi serviva allo scopo della storia, inoltre ci saranno altre rivelazioni, quindi leggete!!!^^

 

 

Buona lettura!!!^O^

 

 

 

LA FORESTA INCANTATA

 

di Lucy

 

VIII Parte

 

 

 

Kogure seguiva Mitsui per i lungo corridoio,i grandi lampadari, risplendevano di luce propria, mentre il solo che passava dalle grandi finestre dava a tutto un'aria antica, magica.

 

Le pareti erano composte da acqua come le precedenti, ma questa volta su di esse poteva scorgere tantissimi quadri, che prendevano rappresentanti i luoghi di quel regno, la luce si posò su uno in particolare e come incantato si fermò ad osservarlo.

 

Hisashi non sentendo più i passi del suo amato dietro di se, si voltò e lo trovò incantato ad un quadro raffigurante una bellissima donna, dagli occhi azzurri come il cielo e i capelli rossi come il fuoco, e la pelle candida come la neve, doveva avere circa trent'anni, però ciò che rendeva davvero bello quel dipinto era il dolce sorriso che la donna rivolgeva, sembrava... luce agli occhi di Kiminobu.

 

Mitsui, la guardò un attimo e una lacrima scese dal suo occhio, non poteva crederci che suo padre avesse tenuto quel ritratto.

 

"Questa è la mia mamma"

 

Kiminobu si girò e lo guardò, in quell'attimo notò una leggera lacrima scivolare lungo la guancia, e con dita dolci l'asciugò.

 

"Era davvero bellissima..."

 

"Si, Kimi-chan..."

 

"Ti va di raccontarmi di lei??" chiese dolce posando un bacio, su quella guancia fortunata di aver assaggiato la lacrima del suo koibito.

 

"Ho pochissimi ricordi di lei, purtroppo è morta subito la nascita di Hana, ed io avevo appena due anni, però mi ricordo la dolcezza delle sue carezze, il suono della sua voce, così dolce e calda..." si fermò un attimo come in preda ad un ricordo "era sempre felice, però..." si fermò nuovamente, mordendosi un labbro "una volta, una sola volta... mi sembra... che...."

 

 

Il grande giardino, quello interno dove solo la famiglia reale, e poche altre persone potavano entrarci, era illuminato da un sole caldo ma avvolgente, non afoso.

 

I caldi raggi si posavano sull'erba rendendola lucente, i fiori si beavano di quel tocco leggero per riposarsi ed essere coccolati, nel laghetto i pesci nuotavano senza sosta, mentre alcuni di loro si preparavano per prendere il volo, infatti mancava poco alla nascita dei marine, delle piccolissime fate, con ali d'acqua e occhi grandi.

 

Lì tra i roseti un bambino di circa due anni, giocava felice, aveva i capelli azzurri con sfumature argentee, e un dolcissimo sorriso mentre con le manine giocava con le formichine, otturando il loro passaggio con un dito per poi vederle arrampicarsi sul dito, ed osservarle estasiato.

 

"Hi-chan!!" chiamò dolce una voce, il piccolo appena sentendosi chiamare, corse verso un punto ben preciso del giardino, sotto ad un gazebo ricoperto di fiori coloratissimi, una donna con il pancione aspettava il suo piccolo.

 

I lunghi capelli rossi, tenuti in una lunghissima treccia, alcuni ciuffi le ricoprivano il volto, dove due occhi azzurri come il cielo spiccavano dolci, e un caldo sorriso che illuminava più del sole.

Appena vide il suo Hi-chan, la donna allargò le braccia e subito il piccolino, gli fu addosso, stringendola e dandole tanti piccoli bacini, ricolmi del suo affetto.

 

"Ascoltami, tesoro mio..." iniziò la donna, mentre passava dolce le mani tra quel piccolo mare azzurro "è molto importante..."

 

Per la prima volta ad Hisashi sembrò che la madre fosse preoccupata, alzò il viso dal grembo materno, ma il viso della donna era sempre felice, eppure nella sua voce c'era qualcosa di strano.

 

"Mi devi fare una promessa..." sussurrò la donna, Hisashi fece cenno di si con la piccola testina, scompigliando i suoi capelli.

 

"Quando Hana sarà nato, restagli accanto, proteggilo da tutto e tutti, non lasciarlo..." e in quel momento dagli occhi della giovane donna, si scaturirono numerose lacrime.

 

"Mamma, non piangere..." disse Hisashi cercando di asciugarle il viso, con la piccole manine, un sorriso apparve ma carico di tristezza.

 

"Oh Hi-chan..."

 

"Te lo prometto non lascerò mai il mio fratellino, ma tu non piangere..." il piccolo stava per mettersi a piangere.

 

"... ti prego proteggilo perché solo lui..."

 

 

 

Il ragazzo si passò una mano sugli occhi, cercando di ricordare, ma tutto fu inutile, eppure aveva la netta sensazione che...

 

"Hisa-chan, stai male??" chiese una voce colma di apprensione, mentre una mano si posa sulla sua guancia.

 

"Sto bene, solo che... non ricordo, comunque io l'ho vista piangere, una volta sola!!"

 

"Beh, per una donna in gravidanza è naturale, passare dalla felicità sfrenata alle lacrime"

 

"Si, comunque ora è meglio andare altrimenti potrebbero, vederci e insospettirsi."

 

Mitsui prese per mano il suo amore, e con decisone attraversarono il corridoio, però, una cosa sembrava strana a Hisashi, non c'era nessuna guardia, come se qualcuno li aspettasse, eppure nessuno sapeva del loro arrivo.

 

"Mi sembra strano, nessuna guardia, ho un brutto presentimento Kimi, è meglio sbrigarci, non mi piace questa tranquillità!!!"

 

Tenendo per mano il suo ragazzo, iniziò a correre verso la sala del trono, dove sapeva bene che suo padre c'era di sicura, infatti sempre il sovrano adorava quella sala, poiché le grandi finestre lo aiutavano a tranquillizzarsi.

 

In pochi istanti arrivarono.

 

Hisashi appena messo piede all'interno, una miriade di ricordi l'avvolse: le grandi finestre che davano sul grande giardino, dove da bambino giocava a nascondino con Hana, gli enormi alberi che svettavano alti nel cielo alla ricerca di sole, l'aria fresca del giorno e il laghetto dei pesci dai mille colori, guazzavano felici... tutto era rimasto come un tempo.

 

Si guardò attorno, la grande sala era pronta per l'imminente festa, ma non c'era nessun invitato.

 

"Bentornato Hisashi."

  

Quelle due parole dette con semplicità fecero scorrere più velocemente il sangue di Mitsui, strinse la mano di Kogure, e lentamente si girò, i suoi occhi si posarono ovunque, sulle finestre, sui muri tappezzati di quadri, sulle tavole imbandite per poi posarsi astiosi su suo padre.

 

"Padre..." rispose meccanicamente Hisashi che si mise davanti a Kogure, come a proteggerlo da quell'uomo.

 

Dall'altra parte Kiminobu, osservò il sovrano, alto, lunghi capelli azzurri tenuti in una leggera coda, muscoloso, ben proporzionato ma ciò che spaventò il ragazzo furono gli occhi, neri come la notte, magnetici ma freddi, terribilmente freddi senza un briciolo di amore e calore. 

 

"Quanto tempo... sei tornato per l'incoronazione di Hana???" chiese gelido.

 

"No, sono venuto a portarlo via da qui" rispose, guardando dritto negli occhi quell'uomo che un tempo aveva amato.

 

Il sovrano, strinse i pugni mentre in un sussurro gelido "davvero credi che ti seguirà?? Tu te ne sei andato via, l'hai lasciato, ed era solo un bambino, credi davvero che verrà con te??"

 

"E tu credi davvero che resterà al tuo fianco??"

 

"Portami rispetto, ragazzino, sono pur sempre tuo padre!"

 

"Sei davvero sicuro di riuscire a farlo rimanere?? Questo luogo non è cambiato!!! E' sempre lo stesso, non c'è amore ne calore!!!" gridò Mitsui con tutto il suo rancore, sapeva bene che il padre aveva ragione ma qualcosa dentro di se, gli diceva che doveva portare via Hana, prima che fosse troppo tardi.

 

".... stai attento, non farmi arrabbiare, potresti pentirtene..." sussurrò l'uomo cercando di calmarsi "ti ricordi cos'è successo l'ultima volta che mia sfidato..."

 

"Ma fammi il piacere!!!" gridò, lanciando contro il padre una sfera acquatica che venne dissolta come se non fosse stato nulla.

 

"Sempre il solito!!" gridò lanciandogli una sfera infuocata che ebbe la forza di catapultare entrambi i giovani contro una finestra, mandandola in mille pezzi.

 

Mitsui si rialzò e subito guardò il suo Kimi, che per fortuna se l'era cavata con un piccolo taglietto sulla fronte.

 

"Tutto bene, amore??"

 

"Si, Hisa, non preoccuparti"

 

Hisashi gli accarezzò una guancia, e gli sorrise amorevolmente, posando un leggero bacio su quelle labbra da lui tanto amate.

Si voltò di scatto verso il padre e con occhi cattivi "me la pagherai per aver ferito il mio Kimi!!!!" gridò lanciandogli un nuovo incantesimo.

 

Lo scontro ebbe inizio.

II loro incantesimi si scontrarono veloci, più forti e potenti, ma pochi di essi andavano a segno, poiché si annullavano a vicenda.

L'intera sala del trono era in un vero disastro, finestre rotte, muri sporchi di incantesimi ricarichi di odio e vendetta, e un'aria intrisa di odio, malignità, cattiveria.

 

Neppure il sole splendeva più, perché anche lui, non amava ciò che i suoi raggi gli mostravano.

 

Yohei trovò tutto ciò quando arrivo, un padre e un figlio che combattevano odiandosi, lanciandosi il loro rancore e il loro odio, tenuto per troppo tempo rinchiuso nei loro cuori.

Era inutile parlare, sapeva che per entrambi sarebbe stato doloroso, rinvangare i ricordi di un tempo quando tutto andava bene.

Ma non poteva lasciarli combattere.

Con abile mossa si mise in mezzo e guardò i due.

 

"Finitela!! Hana non vorrebbe questo!!"

 

"Yohei spostati!!! HANA E' MIO FIGLIO!! So bene cosa ha provato!!" gridò pronto a lanciare un nuovo incantesimo.

 

"Tu non sai cosa significhi vivere in questo luogo!!!" rispose Hisashi che cercava di proteggere il suo Kimi dal prossimo attacco.

 

"Smettetela! Ora basta!!"

 

"Yohei, sparisci!!!" gridò il re, lanciando una freccia di acqua contro il migliore amico di suo figlio.

 

Yohei non fece in tempo a mancarla, che si ritrovò sulla parete in fondo, con un'enorme lancia di ghiaccio nella sua spalla, che gli impediva di muoversi.

 

"La prego, non lo faccia!!!"

 

Ma era troppo tardi, l'uomo lanciò un turbine di fuoco e acqua contro Mitsui, il quale riuscì per poco a schivarlo, ma che infrangendosi contro un muro provocò un'onda di aria calda mista frammenti di vetro, che lo colpì in pieno, facendolo poi cadere addosso al suo ragazzo.

 

"Hisa..." sussurrò Kiminobu, cercando di spostare delicatamente il corpo di Hisa dal suo, in modo da non fargli male, ma quando lo fece, poté notare il lungo taglio che aveva sul fianco.

 

"Hisa... Hisa, rispondimi!!" supplicò Kogure, mentre lacrime amare gli rigavano le guance.

 

 

 

Continua…

 

 

 

La RUbricHANA

 

 

 

Lucy: Soffio-adorato non uccidermi ti prego!!!ç___ç Non è colpa mia!!!! Ti prometto che metterò tutto a posto ma tu non farmi a fette!!!! ç___ç

Anzai: oh oh oh oh

Lucy_che_lo_guarda: i suoi pupilli rischiano la morte, io rischio di essere fatta a fettine e lui cosa fa??

Anzai: oh oh oh

Lucy_esasperata: ride, ovvio!!! T___T