Avviso: La storia 'La Debolezza di un Dio' non ha alcun fine di lucro. I personaggi che compaiono nella storia sono maggiorenni ed i fatti narrati non sono riconducibili ad eventi reali o persone esistenti (purtroppo!). I personaggi appartengono agli ideatori di Death Note.

Il periodo in cui si svolge la storia nell'anime è compreso tra diciassettesimo ed il venticinquesimo episodio.


 


 

 

La debolezza di un dio

 

di Fairhen

 


Quaranta secondi sono troppi pochi, per ripensare ad un'intera vita, per quanto breve.   Fulminei flashback, come minuscole schegge di uno specchio infranto, che sintetizzano in un'unica immagine una lunga verità...  Pochi mesi riassunti in una sola immagine: il tuo volto, Light...   non quello di Kira, che mi scruta beffardo e trionfante, ma il tuo sguardo che cela un amore autentico.   Così preferisco credere...   per morire senza rimpianti.

 

*

 

All'inizio la nudità di Ryuzaki l'aveva messo a disagio, ricordava la prima volta che, per ovviare al problema di essere legati da una catena, avevano deciso che fosse decisamente meglio entrare insieme nella doccia, invece di aspettare a turno che l'altro si lavasse, per poi ripetere le stesse azioni e perdere il doppio del tempo.    Infondo erano due maschi, senza tendenze particolari.   Ma la vista di quella pelle candida, una pelle diafana che, ne era certo, non aveva mai conosciuto il bacio del sole, né di un'amante, l'aveva ammaliato.   Ogni giorno il desiderio di sentirla con le sue mani era cresciuto, anche se aveva cercato di combattere, animato dalla sua immensa determinazione, era stato travolto dal desiderio che era diventato una necessità vitale.   Non poteva esporsi, non sapeva come avrebbe reagito lui, ma...

Light chiuse gli occhi con forza, concentrandosi sul tepore dell'acqua che scrosciava sui loro corpi, talmente vicini, d'avere l'illusione di percepire il calore di Ryuzaki.   Socchiuse gli occhi e quella pelle illibata, perfetta, abbagliò la sua mente, spingendolo a deglutire cercando un controllo di sé, che sentiva scivolare via come l'acqua dal suo corpo.

“Qualcosa non va?”

La voce di Ryuzaki lo fece sussultare, con l'assurda paura che potesse scoprire il suo tumulto interiore.

“Perché?...”

Rispose esitante, non sapeva cosa dire...   l'aveva colto in un momento di debolezza, di un'estrema debolezza, che lui stesso non riusciva a definire.   Una debolezza, che non poteva accettare.

“Mi sembri...   stanco...?   Distratto... forse...”

Light si accorse che il suo cuore aveva iniziato a battergli convulsamente nel petto, solo quando lo sentì rallentare per il sollievo, intuendo che Ryuzaki fosse ignaro dei pensieri assurdi, che ormai gli toglievano la serenità.

“Si...”

Sussurrò, senza rispondere ad un quesito in particolare, chiudendo nuovamente gli occhi, fuggendo lo sguardo diretto di quelle iridi di velluto scuro, come una notte priva di stelle, di quel buio estremo che ti ingoia, ti spaventa, ma che ti affascina... ti spinge a spogliarti di tutte le convenzioni, per restare indifeso di fronte al vero te stesso.   Poggiò le spalle sulle mattonelle, cercando di raffreddare il calore che stava inesorabilmente avvolgendo il suo corpo.   Non poteva eccitarsi, anche se solo immaginare lo suo sguardo di Ryuzaki indugiare sul suo corpo, rischiava di fargli perdere il controllo.   Perché lo torturava?  

Ti prego, voltati, non permettermi di umiliarmi sotto i tuoi occhi...

Ryuzaki parve esaudire la sua preghiera, infatti Light sentì la catena tirare.   Quella catena che aveva maledetto, quel semplice oggetto che limitava la sua libertà, obbligandolo a condividere tutto con lui...   una condanna che era divenuta una gioia...   e un'agonia...   Ormai sentiva che qualcos'altro lo legava a lui, più di quel freddo metallo, più del desiderio di fermare Kira, semplicemente più di tutto.

Lentamente aprì gli occhi e si ritrovò a fissare la schiena di Ryuzaki.   La perfezione del suo incarnato, le scapole sporgenti, dove le ali candide di un angelo avrebbero trovato degna dimora.   Ryuzaki, così forte, così determinato, aveva un corpo sottile, quasi delicato...

Light si rese conto che il proprio braccio si era mosso, solo quando vide la propria mano creare un contrasto con la pelle di Ryuzaki.   Finalmente, percepì quel calore che aveva intensamente bramato, sognato fino a rischiare se stesso in un gesto inequivocabile.   Lui l'avrebbe deriso?   Cacciato?   Non importava, in quel momento c'era solo quella calda setosa sensazione, che dalla mano s'irradiava all'intero suo corpo, facendolo fremere lievemente.   Posò anche l'altra mano sulla schiena che tradì un tremito, incoraggiato dal silenzio del giovane, accarezzò quel corpo, che custodiva quella mente geniale, che l'aveva ammaliato.   Le sue mani si posarono con delicatezza sulle scapole, defraudate dalle candide ali, per scivolare verso la vita sottile, circondarono i fianchi per poi risalire verso il collo.   Sollevò i capelli neri come l'inchiostro, dai riflessi scuri, come il blu intenso di un mare perso nelle tenebre.   Le labbra di Light sfiorarono la nuca con labbra calde di un desiderio, che riusciva quasi a commuovere il suo cuore, travolto da un sentimento che non aveva mai provato nella sua vita.   Il suo torace aderì alla schiena resa scivolosa dall'acqua, che continuava a scorrere sui loro corpi, come una languida carezza che loro non osavano scambiarsi.   Light chiuse gli occhi inclinando la testa all'indietro, cercando il respiro che quel contatto gli aveva rubato.   Le sue braccia cinsero le spalle di Ryuzaki e le sue mani strinsero il petto del ragazzo, avvertendo il battito accelerato del cuore.   La sua bocca cercò il sapore della pelle del collo, salì sul lato sinistro del viso, ancora voltato verso le mattonelle, che ricoprivano la parete della doccia.   Gli baciò con sensuale delicatezza l'orecchio, nella muta supplica di ascoltare il suo trasporto.   Ryuzaki si divincolò, sottraendosi al suo caldo abbraccio.   Per un istante il cuore di Light cessò di battere, il ragazzo si voltò verso di lui, i suoi occhi si piantarono nei suoi.   Il suo sguardo indecifrabile, ferì a morte Light.   Cosa aveva fatto?   Come aveva potuto permettere all'istinto di sostituirsi alla ragione...

Ryuzaki aveva percepito in Light un cambiamento che si era accentuato nel tempo che avevano trascorso insieme.   Forse Kira stava cercando un modo di carpire il suo nome...   Aveva creduto e desiderato che il ragazzo dai capelli chiari giungesse a provare amicizia per lui, per portargli sollievo dalla sua estrema solitudine.   Si sarebbe accontentato dell'amicizia...   anche se il suo cuore riusciva a confondergli la  mente quando erano vicini...   in ogni gesto, azione, nel sonno e nella veglia...   perfino nella doccia.   Vedere quel corpo perfetto, dall'aspetto solare, non diafano ed insano come il suo...   un corpo che aveva vissuto, amato...   lo sconvolgeva, facendo nascere in lui desideri inconfessabili, che ormai non riusciva quasi più a contrastare.   Quel giorno il comportamento di Light, l'aveva messo in agitazione.   Che si fosse accorto dei suoi sentimenti?   Che sentimento poi?   Non era in grado di dargli un nome preciso...    Aveva sempre desiderato una vera amicizia, aveva gli impulsi ed i desideri di un ragazzo della sua età, ma perché per un maschio?   No, non per un maschio, ma per Light...   la sua mente l'aveva travolto, affascinato, in principio era stato ostile nei suoi confronti, perché era a lui affine, ma aveva ciò che lui aveva sempre desiderato: una vita perfetta alla luce del sole... quindi aveva deciso che doveva celare in sé l'oscurità più assoluta: Kira.

Anche se m'inganni, anche io ho i miei limiti...   voglio credere che i tuoi occhi non possano mentire così, fingendo la lacerante incertezza che incupisce le tue iridi lucenti...   Light

“Light...”

Il suo nome, pronunciato in un sussurro da Ryuzaki, gli avvolse il cuore con un calore, che dissipò le ombre nel suo sguardo.   Il viso del ragazzo dai capelli scuri non cambiò espressione e mentre si slanciò contro di lui, Light chiuse gli occhi temendo che lo colpisse, l'aveva già fatto in precedenza e sapeva quanto potesse fargli male...   ma il dolore del suo corpo non sarebbe stato che una carezza, paragonato all'agonia del suo spirito.   Le labbra di Ryuzaki s'impadronirono delle sue, in un bacio famelico, assaporò la sua bocca con lo stesso trasporto che riservava ai suoi amati dolci.   Con la lingua gli accarezzò sensualmente la sua bocca e Light si perse nelle sensazioni che quel contatto risvegliava nel suo corpo, che finalmente non doveva celare il suo coinvolgimento.   Aveva subito l'ardore di Ryuzaki passivamente, incredulo di fronte al suo gesto, travolto dal piacere di sfamarlo con la sua bocca.   Aprì gli occhi ed il suo sguardo si perse nelle scure profondità degli occhi di Ryuzaki, che l'avevano fissato intensamente per tutto il tempo.   Light sostenne il suo sguardo, cercando in esso il vero significato di ciò che stava accadendo.   Le mani di Ryuzaki gli scivolarono sui muscoli del torace, ma si fermarono incerte sui fianchi, all'apparenza incapace di spingersi oltre, ma Light non poteva più trattenersi, in una sofferenza quasi fisica lasciò quella bocca tanto agognata, per assaporare la sua pelle marmorea, dall'ingannevole freddo aspetto, ma calda... così calda, da conturbargli la mente e permettere ad un gemito di sfuggire dalle sue labbra.   Trovò un capezzolo e lo circondò con le labbra, succhiandolo, come Ryuzaki era solito succhiarsi le dita, quando il dolce era di suo gradimento, lo udì sospirare travolto dal calore che la sua bocca risvegliava nel suo corpo, estraneo al piacere dei sensi.   Le mani di Light gli accarezzarono il ventre piatto e sfiorarono appena il suo sesso, la mano sinistra di Ryuzaki artigliò i suoi capelli, facendogli quasi male.   Light per sottrarsi alla sua presa si sollevò e le labbra di Ryuzaki catturarono nuovamente la sua bocca.   Desiderava essere baciato e Light non si sottrasse alla sua richiesta, avrebbe voluto fare di più, sentire quel corpo in ogni sua parte...   era la prima volta che desiderava sentire un altro maschio in quel modo.   Voleva toccarlo, accarezzare il suo sesso, portarlo a vette di piacere assolute...   Voleva che Ryuzaki pronunciasse il suo nome come una preghiera, una supplica a cui lui avrebbe risposto, come un Dio generoso, donandogli se stesso.   La mano sinistra di Ryuzaki indugiava tra i suoi capelli, tenendolo dolcemente, ma saldamente, per la nuca, quasi temesse che potesse fuggire da lui, mentre con la destra tracciava sentieri di piacere sul petto di Light per scendere sui fianchi.   Con la mano sinistra Light lo teneva saldamente per la vita, con la destra ripeteva le carezze di Ryuzaki sul corpo del giovane dai capelli scuri.   Contemporaneamente la mano destra di entrambi si strinse sul sesso dell'altro.   Il gemito che sfuggì dalle loro labbra fu come l'eco della stessa voce ed i loro sguardi s'incatenarono senza lasciarsi più.   Le loro mani si mossero ad un ritmo sempre più incalzante, ed i gemiti di uno si persero nella bocca dell'altro.   Furono travolti da un estasi che li lasciò sconvolti ed ansimanti.

 

**

 

“E' inutile stare così in imbarazzo...  Ci siamo solamente toccati...   niente di più... Dobbiamo sforzarci di accettare quanto è accaduto... “

Esordì Light con voce incredibilmente esitante, mentre continuava a fissare il pavimento con un cipiglio quasi ridicolo.   Dinanzi al protrarsi del silenzio di Ryuzaki, provò ad insistere, infondo era sua la responsabilità di quanto accaduto, era stato lui a provocarlo.

“Ti ripeto che certe cose possono accadere...”

Ryuzaki cercò lo sguardo di Light, che continuava ad eludere il suo e senza nessuna esitazione nella voce parlò, urtando Light.

“Devo dedurre che certe cose ti siano accadute spesso.”

Light si alzò di scatto, i lineamenti contratti da un disappunto, sfumato dall'ira mal dissimulata.   La sua voce aveva perso quel tono incerto che a Ryuzaki aveva fatto quasi senso.

“Perché mi viene voglia di colpirti con un pugno?”

Minacciò stringendo inconsciamente i pugni, ma almeno era tornato sé stesso.

“Forse perché non sai dominare i tuoi istinti più bassi?   O forse perché sai che a parole non puoi battermi, così speri che almeno con la violenza...”

Snocciolò Ryuzaki, e la sua risposta si sarebbe dilungata se Light non l'avesse interrotto bruscamente.

“Quanto sei infantile!   Io parlavo seriamente.”

Lo rimproverò Light, incrociando le braccia sul petto e voltandosi, fingendo un autocontrollo che di certo non provava.   Ryuzaki azzardò una lunga occhiata a quel corpo perfetto, che solo poco prima aveva sentito con le sue mani.  Contemplò le gocce d'acqua che abbandonavano i capelli chiari, per scivolare sui muscoli della schiena perfetta e scomparire dentro il candido asciugamano, che gli cingeva i fianchi celandoli, ma lasciando libere le lunghe gambe.   Era veramente bello.   Le parole di Light non ebbero l'effetto di strapparlo completamente al suo incanto.

“Non dovrà accadere mai più...   A dirla tutta, non capisco come possa essere accaduto...   Forse dovrei anche chiederti scusa...   ma quando ci sentiamo in competizione riusciamo a perdere di vista...”

Ryuzaki, guardò i propri piedi muoversi nervosi sulla panca.

“A me è piaciuto...”

Affermò semplicemente, troncando i ragionamenti distorti di Light, che non riusciva semplicemente ad accettare una verità come tale.

“... ed anche a te.”

Concluse, mentre Light si voltò di scatto per piantare uno sguardo sconvolto negli occhi di Ryuzaki, che non tradivano alcuna emozione.

“Tatto...   tu non conosci il significato di questa parola?...”

Lo rimproverò, talmente a disagio da non riuscire ad aggiungere altro.   Aveva creduto che, come lui, Ryuzaki trovasse difficoltà nel gestire la situazione, ed invece?   Lo stava forse deridendo o provocando...?

“Non nel senso che, mi sembra di capire, tu intenda...   No, se significa nascondere qualcosa.”

Light lesse un moto di sfida nello sguardo dell'altro e si rimproverò mentalmente, per aver affrontato il discorso dal proprio punto di vista, che aveva creduto entrambi condividessero.   Si era mostrato debole e lui odiava sentirsi così.

“Cosa proponi di fare?”

Ironizzò Light, esibendo un autocontrollo che era ben lungi dall'esercitare su se stesso.

“Cioè?”

Chiese semplicemente Ryuzaki, tormentando le proprie labbra con un dito, in un suo tipico gesto, che denotava infantilismo, ma che Light trovava sensuale.   Intensamente sensuale.   Inspirò profondamente.   Era veramente ingenuo o lo stava solo mettendo alla prova?

“Siamo rimasti più a lungo del solito in bagno, non vorrei che qualcuno venga a vedere e senta questo discorso...   e capisca cosa è accaduto.”

“Non mi importa se gli altri lo vengono a sapere.”

Specificò Ryuzaki, lasciando Light attonito.

“Sei impazzito?!”

Chiese Light avanzando verso l'altro, spaventato da quanto aveva appena udito.

“Tu ami tuo padre, Light?”

Gli chiese all'improvviso, senza che il suo viso tradisse alcuna espressione.

“Cosa c'entra?”

Sbraitò Light confuso.

“Rispondi e basta.”

“Certo!   Ed allora?”

Chiese sulla difensiva.

“Tu riesci ad ingannare le persone che ami, fingendoti diverso da quello che sei in realtà.”

Light boccheggiò, quasi che l'aria non potesse bastargli, si sentiva soffocare.   L'aveva solo messo alla prova allora...    Si era spinto a tanto pur di fargli ammettere di essere un bugiardo?

“Tu non puoi deludere tuo padre, tu sei un figlio perfetto, un ragazzo dal comportamento encomiabile, dalle qualità eccellenti, non puoi certo aver fatto certe cose con un altro maschio, con me, soprattutto.   Con me, che dimostri chiaramente di sopportare a malapena.”

“Ma ti rendi conto...   cosa penserebbero di noi?”

“Di me pensano già abbastanza negativamente, ma cosa penserebbero di Light Yagami?”

Incalzò Ryuzaki, tornando ad essere un insopportabile saccente, ammutolendo Light con le sue domande, che non pretendevano una risposta da parte sua, ma solo un resa.

“Se ti chiedessero cosa hai fatto chiuso in bagno tanto a lungo, cosa risponderesti?”

Il suo dito continuava a giocare con le labbra che Light aveva assaporato solo poco prima, quelle labbra che aveva bramato, ma che ora lo torturavano con quesiti irritanti.

“La doccia.”

Rispose, certo di non aver mentito.

“Una mezza verità...   ma se insistessero, se ti chiedessero perché hai impiegato più del solito?”

L'oscurità di quelle lagune che lo tenevano avvinto, si intensificò ulteriormente.

Ti stai divertendo, Ryuzaki?   Avrebbe voluto chiedergli, ma rispose al suo test, perché non si sarebbe mai sottratto ad una sfida.

“Semplice, mi sono attardato sotto il getto dell'acqua, e appena uscito dalla doccia, mi sono trattenuto a dialogare con Ryuzaki.”

Un bagliore illuminò lo sguardo di Light, non si sarebbe fatto fregare...

“Ryuzaki, eh?   Non è che avete fatto del sesso voi due?   Mettila così, il tono della domanda potrebbe essere incredulo, di chi ha avuto un'infelice illuminazione, o divertito, di chi non lo crederebbe mai possibile...”

Light strinse le labbra.

“ Ma che vi salta in mente, state scherzando...?!”

Il giovane eluse la domanda, ma Ryuzaki non glielo concesse.  Ed imitando la voce di suo padre, senza successo, anche se Light era troppo concentrato per notare un particolare così irrilevante.

“Allora, figlio mio, per mettere a tacere le malelingue una volta per tutte...   rispondi sinceramente, hai mai baciato ed accarezzato Ryuzaki, hai mai... insomma hai capito, no?”

L'aveva fregato!   Era ovvio che l'avrebbe messo alle strette con una domanda diretta.   Poteva provare ad ingannarlo, sostenendo che avrebbe risposto affermativamente, ma magari lui l'avrebbe messo alla prova mettendo suo padre al corrente del fatto...   giusto per vedere se avrebbe negato con veemenza...   Ebbene, gli costava ammetterlo, ma l'avrebbe fatto, mettendo a tacere l'orgoglio e umiliandosi di fronte a Ryuzaki.   Era stanco di quel gioco idiota!

“No.   Direi di no!”

Ryuzaki sgranò gli occhi e finalmente smise di tormentarsi le belle labbra.

“Una menzogna!”

“Tu non menti mai?   Perché dovrei ferire mio padre con una verità che non vorrebbe mai conoscere...   una verità che non ha alcuna importanza...   una piccola omissione per preservare la sua serenità.”

S'infervorò Light, la sola idea, che suo padre potesse venire a conoscenza di quel fatto, lo faceva tremare d'indignazione.   Ryuzaki non poteva dirglielo!

“Se la verità fosse grande, per proteggere qualcuno, saresti ancora più propenso a mentire...   Anche Kira potrebbe credere di proteggere qualcuno, magari i deboli, mentendo spudoratamente alla sua famiglia, ai suoi amici, a tutti, fingendosi un ragazzo modello, no?”

Infierì Ryuzaki, dipingendo un'espressione ferita sui lineamenti del volto di Light, offuscandone per un istante la luce.

“Dubiti ancora di me...   Quando ti convincerai che non sono Kira?!”

“Quando lo prenderò e tu risulterai estraneo.”

Light ebbe un moto di stizza, ma non si arrese.

“Tu allora?   Tu sai ingannare meglio di me, menti anche senza parlare...   mi hai ingannato guardandomi dritto negli occhi!”

Non avrebbe mai voluto ammetterlo, ma la certezza che Ryuzaki avesse giocato con lui lo rendeva furente...   e sanguinante.   Era stato un idiota a lasciarsi andare completamente!

“Io non ti ho mentito, non ho finto.”

Affermò inaspettatamente.   Ma non si rendeva conto delle implicazioni di ciò che aveva appena rivelato?!

“Ma...”

Balbettò Light, la franchezza di Ryuzaki lo lasciò interdetto.

Senza aggiungere altro Ryuzaki si alzò ed iniziò a rivestirsi, utilizzando una di quelle assurde maglie, che si chiudevano con degli automatici dal polso alla vita, per permettergli di essere indossate senza aprire le manette.   Aveva ammesso senza fare una piega di non aver finto, di non essersi preso gioco di lui...   Senza esserne pienamente cosciente Light lo trattenne per un polso, attirandone l'attenzione.   Doveva conoscere la verità!   Non una bella menzogna o un'omissione strategica...    aveva ragione Ryuzaki, anche lui preferiva conoscere la verità.

“Aspetta...”

Ma le sue labbra non riuscivano a formulare una domanda, che potesse avere una risposta deludente... o peggio...

Ryuzaki, smise di vestirsi e lo fissò Light negli occhi, spingendo il suo cuore a martellargli nel petto.

“Nonostante ti trovo insopportabile e borioso e continuo a credere, o forse a desiderare, che tu sia Kira...   mi piaci Light Yagami...”

Light lasciò la presa ed indietreggiò per quanto la catena gli consentisse.   La confessione di Ryuzaki lo scosse profondamente, non si era mai chiesto cosa provassero l'uno per l'altro.   Lui si sentiva spesso in sfida con Ryuzaki ed ogni tanto, abbastanza spesso ad essere onesti, aveva voglia di prenderlo a pugni...   ma qualcosa in lui lo attraeva profondamente.

Ryuzaki fu urtato dalla reazione di Light, certo non si era aspettato che gli buttasse le braccia al collo ma, dopo quanto era accaduto tra loro, quell'espressione colpita, quasi spaventata, poteva risparmiargliela!   Non poteva immaginare quanto fosse stato difficile fare quell'ammissione, lui non si pentiva mai di ciò che diceva o faceva, ma forse quella sarebbe stata la prima volta.   Light era sempre vissuto protetto da una bella famiglia, dalla sua ammirevole intelligenza, dal suo bell'aspetto, ma l'indifferenza che Light ostentava, verso tutto ciò che possedeva, dandolo per scontato, aveva il potere d'infastidirlo.   I loro sguardi duellarono per lunghi istanti, mentre le loro menti, partendo da pensieri differenti, giunsero a porsi gli stessi quesiti.

Che fosse un'attrazione nata dallo forzata vicinanza?   Che fosse un inconscio tentativo di penetrare i pensieri dell'altro, come se toccando il corpo si potesse accedere anche alla mente?   Il loro incontro era stato simile ad una sfida, una prova di forza, in tutti i sensi.

“Rivestiti Light oppure dovremo veramente giustificare la nostra lunga assenza.    Ah...   non sentirti a disagio per la mia affermazione...   se non mi piacessi non avrei mai accettato che lavorassi con me.   Mi piace la tua mente contorta, mi stimola...”

La disarmante espressione di Ryuzaki fu come una pugnalata per il suo cuore, Light stava strenuamente lottando per dimostrargli di non essere Kira e lui dichiarava di essere stimolato dai suoi sforzi?!

“Sei tu l'unico ambiguo qui!”

Serpeggiò Light finendo d'indossare le scarpe.   Spostò lo sguardo alle stringhe che sembravano scivolargli tra le dita, che tradivano un lieve tremito.   Come avrebbe dovuto comportarsi da quel momento in poi?   Non poteva semplicemente dimenticare l'accaduto, quando desiderava ancora sentire quel corpo contro il suo...

 

***

 

Non avevano ripetuto l'esperienza, che sembrava aver tanto confuso Light, lasciando Ryuzaki perfettamente razionale.   Continuarono a vivere in forzata simbiosi, come se niente fosse accaduto, ma per entrambi la percezione che avevano l'uno dell'altro era radicalmente mutata.   Dal momento che furono consci della verità, avrebbero anche potuto fingere di ignorarla, ma dimenticarla sarebbe stato assolutamente impossibile.

Ogni giorno stavano uno di fianco all'altro, ognuno nella propria postazione, alla ricerca continua d'indizi, che potessero permettergli di afferrare quel nuovo Kira, e la notte, sempre vicini, cadevano in un sonno profondo, privo di sogni, per rigenerare le loro menti, sfruttate all'eccesso.

Light socchiuse le palpebre ed un bagliore ambrato ferì il suo sguardo, ma per un momento colse l'immagine di Ryuzaki.   Richiuse gli occhi, irritato.

“Che stai facendo?!   Ma cosa ci fai in quella posa?”

Il ragazzo sedeva sul letto, le coperte rimboccate vicino ai piedi, le ginocchia a sfiorargli il petto, il dito sulle labbra e gli occhi che fissavano un punto indefinito del buio, oltre il cerchio della flebile luce della lampada.

“Sto pensando.”

Rispose in un sussurro, dopo un lungo silenzio.   Light si tirò il lenzuolo sulla spalla sinistra, che nel movimento si era scoperta.   Scrutò i piedi nudi del ragazzo seduto, che sfregavano tra loro alla ricerca di un tepore, che dissipasse il freddo che li rendeva pallidi.

“Ma non puoi pensare sdraiato?   Non puoi pensare come tutte le persone normali?!”

Sbuffò, urtato dalla consapevolezza che l'esilità e la postura di Ryuzaki riuscissero ad intenerirlo.

“Potrei...    ma non devo pensare come una persona qualunque...”

Rispose esitante, investito dal peso del suo ruolo nel mondo.

“Ryuzaki, ma tu non sei mai stanco?”

Sospirò Light con una nota nostalgica nella voce.   Lui si, che era stanco, per tutto il giorno, aveva tenuto gli occhi incollati allo schermo del pc e desiderava riposare!

“Certo...   Anche io devo dormire...”

Rispose senza smettere di tormentarsi le labbra.

“Parlo di tutto questo...   non vorresti tornare a vivere una vita normale, senza doverti caricare il peso della salvezza del mondo, un peso che ti incurva le spalle?   La salvezza del mondo...   salvarlo da un mostro che può uccidere chiunque conoscendone il nome e l'aspetto...   e dal Secondo Kira, al quale sembrava bastare solo un volto...”

Ryuzaki fissò intensamente gli occhi di Light, quasi che bastasse il suo sguardo a dare una risposta, poi all'improvviso la sua voce risuonò nella stanza, in un tono così distaccato da essere più eloquente di un gemito di dolore.

“Questa è la mia unica vita, Light.   Io sono solo L, non ho una vita normale a cui fare ritorno.”

Uno spasmo di sofferenza strinse il petto di Light, colpito dalla densa oscurità che si celava oltre quegli occhi così determinati.   Solitudine.   Una condizione che Light non aveva mai sperimentato, ma che sapeva per istinto essere terribile.

“Scusami...   l'ho dato per scontato...   come al solito ignorando che la mia vita, che mi appariva quasi noiosa, in realtà fosse speciale...”

Con la mano sinistra, cercò la mano libera di Ryuzaki, la trovò gelida, la strinse cercando d'infondergli un pò di calore.   Un calore che lo facesse sentire meno solo.

“Ora sdraiati...    puoi pensare domani, no...?”

Gli sussurrò cercando di convincerlo, senza aggredirlo, trovandolo così fragile.

“Si...”

Rispose incredibilmente accondiscendente.

“...   ma prima...”

“Si?”

Lo esortò Light.

“... mi accompagni in... cucina?”

Chiese con enormi occhi sgranati e voce strascicata, come quella di un bambino, che tema un rifiuto.

“Non ci credo!”

Quasi gridò Light, dimenticando tutti i suoi buoni propositi.   Aveva mangiato solo due ore prima!

“Per favore...”

Quasi supplicò, come un bambino affamato.

 

****

 

Light sbuffò, seguendolo dalla cucina al divano e dovendo perfino portargli alcune leccornie, che Ryuzaki, avendo le mani eccessivamente impegnate, non era riuscito a prendere.   Lo osservò sedere e scrutare, con grande attenzione, ogni singolo dolce, per decidere da quale cominciare.   Decise per la grande fetta di torta di panna e fragole, la sua preferita.

Portando un boccone alla bocca, impugnando la forchetta in modo singolare, si rivolse a Light rigido, in piedi accanto a lui, in una posa che dichiarava tutto il suo malumore.

“Non ti siedi?”

“No!”

Rispose conciso Light, mentre il suo cipiglio si accentuava.

“Non gradisci niente...   neanche una caramella?...”

Gli chiese conciliante.

“Sono le due di notte!   Io, in genere, a quest'ora, dormo!”

Il tono della voce di Light sottolineava che era giunto al limite di sopportazione.

“Sei tu che non hai voluto che portassi tutto in camera, avrei mangiato a letto, mentre tu potevi tornare a dormire...”

Il suo tono era talmente genuino che Light dubitò seriamente della sua sanità mentale.

“Non se ne parla!   Non voglio sentirti sgranocchiare mentre tento di dormire, riempendo il letto di briciole ed altre schifezze!”

La sua voce aggredì il silenzio ovattato della notte, se continuava ad urlare così l'avrebbero udito certamente anche gli altri.

Ryuzaki mise il broncio e si chiuse in un silenzio offeso.

Aveva fatto come voleva lui!   Perché si arrabbiava tanto?   Non era colpa sua se aveva bisogno di cibo... Non avrebbe voluto disturbarlo, ma non poteva farne a meno...

Ma il suo cipiglio fu di breve durata, la torta ebbe il potere di restituirgli il sorriso.   Prese una fragola tra le dita e l'avvicinò alle labbra, per accarezzarla con la lingua, Light lo fissava rapito, sentendo il desiderio accendere un fuoco nel suo corpo.   Credeva di essere stanco, ma forse si era sbagliato.   Ryuzaki si stava succhiando le dita, con un trasporto quasi sensuale.   Era innamorato dei dolci...    desiderava la dolcezza, per sopportare l'amarezza di una vita spesa esclusivamente per gli altri.   Light non riuscì più a contenersi e si slanciò verso Ryuzaki, per rubargli un bacio al sapore di panna efragola, ma il suo impeto eccessivo, gli fece calcolare male le distanze ed i suoi denti cozzarono contro quelli di Ryuzaki.   Light non lasciò a Ryuzaki il tempo di riprendersi, gli si buttò letteralmente addosso.    Ryuzaki spinto all'indietro, colpì con i piedi le leccornie posate sul tavolino, facendole rovinare al suolo, in un tonfo di piattini rotti e posate metalliche.   Light lo teneva imprigionato contro il divano, con il proprio peso ed una forza che impressionò Ryuzaki, che tentò di sottrarsi al suo assalto, ma Light non desistette, continuò a reclamare il dominio della sua bocca, spinto da una fame insaziabile.   Tenne il torace premuto contro quello di Ryuzaki per liberarsi le mani, con la destra gli sollevò la maglia del pigiama e cercò d'insinuare la sinistra nei pantaloni.

“Lasciami!...”

Ordinò Ryuzaki, riuscendo, per un istante, a liberare le labbra dal dominio della lingua di Light, che lo ignorò totalmente.   Sembrava un invasato, fuori di sé, sordo alla sua richiesta.

“Ti ho detto...”

La voce gli morì in gola, quando la mano bramosa di Light gli strinse il sesso, con tanta forza da spezzargli il respiro, per poi iniziare a muoverla violentemente avanti ed indietro.   Gli stava facendo male...    ma...    Un gemito sfuggì dalle sue labbra, catturato dalla bocca di Light.

“... di lasciarmi!”

Riuscì quasi a gridare, spingendolo via con tutte le sue forze, per poi sedersi sul divano.   Aveva un aspetto sconvolto, cercò di riordinare il pigiama tirando giù la maglia a coprire il petto.

“Sei violento!   Sei solo un sadico, nascosto dietro la tua fittizia facciata di ragazzo perfetto.   Sai cosa significa?   Significa che sei frustrato.   La frustrazione è l'anticamera del sadismo.”

Affermò, con voce irritata, contemplando la posa scomposta di Light sul lato opposto del divano, per poco lo aveva scaraventato per terra.   E uniti dalla catena com'erano, l'avrebbe sicuramente seguito nella rovinosa caduta.   Light si aggiustò con noncuranza.

“Allora è il massimo: seguendo il tuo ragionamento, se io sono sadico, per frustrazione, tu, il grande L, sei masochista, no?   Correggimi se sbaglio...”

Ironizzò, con la voce permeata da un crescente desiderio che non riusciva a celare.

“Si L ha sempre vinto, ma Kira gli sta facendo conoscere la frustrazione...    pericolosamente...”

Lo smentì Ryuzaki, fissandolo intensamente negli occhi.   Nel suo sguardo Light colse una sfida che gli accese l'ardore nei fianchi.

“Siamo giunti alla conclusione di essere due sadici, tremendamente frustrati...   non promette niente di buono...”

“Dici?”

Chiese Ryuzaki, tirando la catena per avvicinarlo a sé, catturandogli le labbra con le sue, ed affondando i denti fino a sentire il sapore del sangue di Light, che si sottrasse bruscamente.

“Mi piace il tuo sapore Light, non riesco ad appagare il desiderio che provo per la tua bocca...”

Confessò fissandolo con un bagliore riflesso nelle profonde, oscure lagune dei suoi occhi.   Light si  passò il dorso della mano sulle labbra doloranti, e vide macchie vermiglie sulle nocche chiare.

“Sei uno stronzo!”

Inveì afferrandolo con forza e rovesciandolo nuovamente sotto di sé.

“Cosa vorresti fare?!”

Lo derise Ryuzaki, con malizia, avvicinando il viso al suo e sporgendo la lingua per cogliere le gocce vermiglie che illuminavano le labbra di Light.   Light chiuse gli occhi assaporando il contatto voluttuoso con la lingua di Ryuzaki, ma di colpo gli riaprì e s'impadronì della sua bocca.   Gliela avrebbe fatta pagare!   A vicenda, si strapparono  il pigiama di dosso e rimasero nudi, i loro corpi premuti uno contro l'altro, le mani a percorrere la pelle dell'altro in carezze ruvide, quasi violente.   Ryuzaki riuscì a spingere Light contro il sedile del divano e scivolò, da sotto il suo corpo, sul pavimento.   La sua bocca cercò un capezzolo sul petto di Light e lo succhiò, accarezzò, morse come una piccola delizia capace di regalargli un'intensa soddisfazione...   non l'avrebbe barattato per nessun dolce, neanche il più squisito.   La sua lingua percorse il ventre piatto di Light fino ad incontrare la dura conferma del suo desiderio.   Lo sfiorò appena con le calde labbra, per poi circondarlo con l'umida seta della sua bocca.   Light gemette intensamente, abbandonandosi allo spasmo di piacere che lo travolse.    Ryuzaki sollevò lo sguardo, contemplando l'espressione intensa di Light.   I loro occhi s'incontrarono ed in quelli di Light lesse la forza del suo desiderio.   Light gemette ancora, le sue mani arpionarono la stoffa del divano, incapace di opporsi alla malia che lo stava allontanando dalla ragione, per perdersi nel puro istinto, che lo spingeva a bramare di più, anche se significava annullarsi nella sua intensità.   Un dolore improvviso e lancinante lo fece sobbalzare, cercando di sottrarsi alla presa di Ryuzaki, che lo trattenne, stringendo il suo sesso con forza.

“Sei impazzito?!”

Gridò Light, tirandolo su per i capelli, in risposta Ryuzaki accentuò la stretta.

“Lasciami!   Mi fai male!”

Gridò Light, sentendo la collera impadronirsi di lui.

“Anche tu!”

Rispose Ryuzaki, alludendo alla mano di Light stretta ai suoi capelli.   Per un doloroso momento, Light non si mosse, ma anche se odiava farlo, dovette cedere.   Anche la stretta della mano di Ryuzaki si allentò immediatamente.

“Mi hai morso...   E forte!”

Lo accusò Light risentito, sentendo il punto offeso ancora pulsante.

“E' colpa tua!”

“Colpa mia?!”

Boccheggiò Light incredulo, cosa si era inventato?

“Per colpa tua è caduto tutto dal tavolo!   Volevo farti provare la stessa sofferenza che ho provato io, trovandoti sottratto, da un gesto brusco, ad uno stato di estasi!”

Si giustificò, magari convinto di essere nel giusto!   Non poteva crederci!   Era così infantile o decisamente fuori di senno?!

“Fammi capire: stai vendicando qualche fetta di torta ed i tuoi maledetti spiedini di schifezze?!”

Lo aggredì Light afferrandolo per le spalle e scuotendolo con forza, ma continuando a desiderare quella bocca che riusciva a farlo andare su tutte le furie.

“No, ti sto mostrando il tuo egoismo, comportandomi come te!”

Lo sfidò, irrigidendosi sotto le sue mani, aspettando l'esplosione di collera di Light.   Inaspettatamente le labbra di Light s'incurvarono in un sorriso, un sorriso che non prometteva niente di buono!

“Ti mostrerò quanto sono egoista...    tu non puoi neanche immaginare quanto!”

Sussurrò con voce sensuale permeata da una sfumatura sadica.   Ryuzaki lo fissò come se la cosa non lo riguardasse direttamente, ciò spinse Light ad alzarsi e spingerlo sul divano.   Ryuzaki cadde, ma si oppose all'assalto di Light con determinazione, colpendolo dolorosamente.

“I tuoi maledetti piedi!”

Serpeggiò Light afferrandoli al volo, impedendoli di colpirlo ancora, cercò di aprirgli le gambe, ma Ryuzaki era davvero forte.   Con uno sforzo immane, riuscì ad aprirsi un varco ed insinuarsi tra esse.   Gravò con tutto il suo peso sul corpo del ragazzo.   L'intenzione era di fargli male, ma il suo sguardo si perse nella tenebra dei suoi occhi e le sue intenzioni vacillarono.   Posò le labbra su quelle dischiuse ed invitanti di Ryuzaki e si perse nella sua bocca.   Le braccia del ragazzo gli circondarono il torace ed iniziarono ad accarezzargli la schiena, scivolando verso il basso ad insinuarsi nel solco alla sua base.   Light sentì le dita di Ryuzaki disegnare labirinti di piacere sulla sua pelle sensibile, avvertì un dito premere per penetrare il suo corpo.

Idiota!   Indovinava le sue intenzioni e cercava di anticiparlo...   ma non glielo avrebbe permesso...   non quella volta almeno.   Ignorò l'intrusione del suo dito sfacciato e lasciò la sua bocca, non senza rimpianto, per farla scivolare lentamente sul collo.   Con la lingua e i denti disegnò labirinti di fuoco sulla pelle candida di Ryuzaki, arrossandola di piacere.   Scivolò sul petto delicato, per raggiungere il ventre piatto ed i fianchi sottili...   Era veramente magro...    troppo magro.   Raggiunse la sua virilità e la stuzzicò sfiorandola appena con la punta della lingua.   Ryuzaki sollevò istintivamente i fianchi nel tentativo d'incontrare la sua bocca, ma Light si sottrasse, continuando a torturarlo con quella sfuggente carezza.   Poi scese di colpo accogliendolo fin dove gli fosse possibile.   Un gemito soffocato sfuggì dalla labbra di Ryuzaki, che aveva preso a tormentarsi con le dita, per impedirsi di urlare.   Gli occhi serrati, quasi incapace di sopportare oltre le attenzioni di Light.   Incoraggiato dalla risposta di Ryuzaki, la bocca di Light scivolò avanti ed indietro sull'asta palpitante, per ritirarsi sulla punta e succhiare con forza.   Ryuzaki credette d'impazzire, non aveva mai provato niente del genere e non sapeva se sarebbe potuto sopravvivere a tanto...    La bocca di Light interruppe l'estatica tortura, per inumidire le proprie dita della mano destra, prima di tornare a tormentare Ryuzaki, ormai giunto al limite.  Light sollevò le gambe di Ryuzaki, che non si oppose.   La sua bocca indugiò sul sesso e le sue dita scivolarono dolcemente dentro di lui, strappandogli un ansimo di dolore.   Light aspettò che Ryuzaki si abituasse all'intrusione ed iniziò a muovere le dita, lentamente fino a sfilarle quasi del tutto per riaffondarle completamente.

Sfilò le dita e si sollevò, alzando i fianchi di Ryuzaki.

“Cosa vuoi fare...?”

Mormorò il ragazzo con voce incerta, con le guance arrossate ed il respiro ansante.

“Fidati di me...”

Gli sussurrò Light, con voce suadente, ormai incapace di fermarsi.

“Non mi fiderò mai di te...”

Rispose Ryuzaki, guardandolo intensamente negli occhi e Light gli permise di leggere i sentimenti che provava per lui, senza nascondergli niente, mostrandogli più di quanto egli stesso fosse conscio.

Senza una parola, ma continuando a tenere lo sguardo di Ryuzaki incatenato al proprio, scivolò in lui, strappandogli un grido, che soffocò con la propria bocca.   Lo baciò a lungo con una passione che stupì se stesso, voleva che Ryuzaki provasse un piacere, oltre l'umana concezione.   Aspettò di sentire il corpo del ragazzo rilassarsi prima di muoversi dentro di lui, mentre con la mano sulla virilità di Ryuzaki continuò quello che la sua bocca aveva iniziato.   Il piacere li colse entrambi, rendendoli dimentichi di tutto, del perché si fossero incontrati, del perché le loro vite avessero iniziato a percorrere lo stesso sentiero, della competizione che gli spingeva ad essere testardi e spesso anche stupidi...    Erano solo due corpi, due menti, due spiriti uniti in un unico essere, con due cuori distinti che palpitavano all'unisono, due menti perse nella stessa estasi...   non più L e Kira, non Ryuzaki e Light, ma due esseri che si completavano a vicenda.   Un rivolo di sudore attraversò la tempia di Light per scivolare lungo il suo viso dai bei lineamenti,   Ryuzaki sollevò la mano e con un dito colse la gocciolina iridescente, per fissarla e mostrarla a Light.

“Hai fatto un bello sforzo, eh?”

Lo canzonò con espressione seria, e Light rise, abbandonandosi sul corpo caldo di Ryuzaki.   Il ragazzo lo contemplò ridere, affascinato dalla luminosità del volto di Light...  lui era veramente come la luce: il suo bagliore poteva accecare...   Le sue braccia lo strinsero a sé e le sue labbra gli posarono un bacio delicatissimo sull'orecchio.

“Io rendo sempre il colpo, Light...    Capisci cosa significa?”

Sussurrò in tono malizioso, ma anche volutamente inquietante.

“Se ne sei capace...”

Ironizzò Light, sollevandosi per poterlo scrutare in volto.

“E' una sfida?”

Lo provocò Ryuzaki.

“Non adesso... ti prego...”

Light si finse spaventato.

“Allora ti sottrai ad una sfida?   Hai paura che io sia più bravo di te?”

“Tu?...   Di quale esperienza puoi vantarti?  Non credo sia un campo in cui sei molto erudito...”

Lo canzonò bonariamente Light, cercando di provocare una reazione in Ryuzaki.

“Mi sembra di avertelo già detto.   Io sono uno tosto, quando si tratta di colpire...   quindi rassegnati...   perché vuol dire che ti farò male...”

“E te ne vanteresti pure?...   Mi umilieresti di più facendomi gemere di piacere, che non di dolore...    ma credo che tu non abbia abbastanza esperienza per afferrare il concetto.”

Light si scostò dal corpo di Ryuzaki e si mise a sedere trascinando il ragazzo con sé, sedettero affiancati sul divano, che aveva conosciuto la loro passione.   Con un dito gli girò il viso verso il proprio, per guardarlo negli occhi, certo di averlo toccato, con le sue insinuazioni, non esattamente gratificanti.

“Quindi tu hai avuto tante ragazze...”

Considerò Ryuzaki, sfidando Light a lodarsi, ridicolizzandosi, smentendo la sua presunta moralità nei confronti delle ragazze.

“Solo quelle che ho voluto veramente.”

Rispose Light soddisfatto di aver eluso la domanda di Ryuzaki, senza che questi potesse recriminare sulla sua risposta, infondo esaudiente.   Ryuzaki parve considerare il significato delle sue parole.   Era forse risentito per essersi fatto fregare?

“E tu Ryuzaki?   Hai avuto almeno una ragazza?”

Il sorriso che gli incurvò gli angoli della bocca, tradiva il piacere di Light nel pregustare una negazione da parte del ragazzo al suo fianco...   un'ammissione che l'avrebbe catalogato come privo di esperienza in campo sessuale.   Lui che era ferrato praticamente su qualsiasi argomento.   Ryuzaki lo fissò intensamente e rispose, senza alcuna esitazione.

“Tutte quelle che ho voluto veramente.”

Doveva credere che, con il suo aspetto da sfigato, non avesse mai desiderato  vanamente neanche una ragazza...?   Era proprio strano.

“Tu non menti mai Ryuzaki?”

Chiese Light.

“No, anche se questo spesso urta le persone.   Tu invece si...”

Lo scrutò sfidandolo a contraddirlo, ma Light fu abbastanza saggio dal non farlo.

“Solo quando è necessario e mai se può ferire o arrecare danno alle persone che amo.   Non si può essere sempre onesti, ma questo non vuol dire essere bugiardi.   Si può mentire per proteggere, caricandosi, sulle proprie spalle, il peso della sofferenza... delle volte dire la verità può essere crudele e la menzogna un atto di pietà e amore...”

Ryuzaki si portò un dito alle labbra, tumide dai baci, sfiorandole con la sua tipica inconscia sensualità, immerso nei propri pensieri.   Posò i piedi sul divano e portò le ginocchia al petto. Poi, quando Light credette che avrebbe taciuto, parlò in tono infantile, quasi da bambino invidioso.

“Per questo piaci a tutti...   Se tu non fossi Kira, saresti perfetto...”

“Se tu non fossi stronzo, saresti perfetto!”

Rispose Light stizzito.   Ryuzaki riusciva a trasformare un complimento in un insulto, non riconosceva nessuna delle sue qualità e pareva provare gusto solo quando riusciva ad avvilirlo!

“Sono solo sincero.   Colui, che dice la verità ad ogni costo, è meno amato di colui, che sa mentire ad arte, anche se per una nobile causa...   ma non può esiste una nobile menzogna e tu lo sai, come sai che io ho ancora dei dubbi su di te.   Non avrebbe senso negarlo.”

“Se sono solo dubbi perché parli come se fossero certezze?   E' un'accusa ignobile, terribile la tua...   Ho cercato in tutti i modi di dimostrarti che non sono Kira.   Cosa devo fare ancora?!”

Light si stupì della propria furia, desiderava con tutto se stesso che Ryuzaki riconoscesse la sua innocenza.   Per lui era davvero importante...   ma perché poi?

“Non devi fare niente, non devi dimostrare la tua innocenza, sono io che devo dimostrare la tua colpevolezza.   Tu puoi anche convincermi, ma questo non significa automaticamente che tu non sia Kira.   Io ritengo che tu lo sia, anche se in qualche modo l'hai dimenticato, perché riconosco in te il suo genio.”

Era un altro dei suoi complimenti distorti?   Oppure era testardo al punto di non poter ammettere di aver clamorosamente sbagliato?    No, se asseriva di avere dei dubbi su di lui, erano certamente fondati...   Forse lui era realmente stato Kira, o era stato usato da questo essere, che non era neanche umano...    ma lo rendeva triste e pervaso dalla rabbia il sapere che Ryuzaki sarebbe stato soddisfatto di smascherarlo, identificandolo come il peggior delinquente del mondo intero.

“Ti delude così tanto che io sia solo Light?!”

Il suo tono voleva essere irato, ma Ryuzaki colse la profonda angoscia, che non riusciva a celare, anche se animato da un orgoglio insormontabile.   Non era sua intenzione ferirlo, ma non poteva neanche accantonare i suoi dubbi, anche se pensare che Light potesse essere Kira colmava il suo cuore di un oscuro orrore pulsante, che ingigantiva ad ogni battito.   Non era un gioco di forza tra due giovani mentalmente dotati, ma una spietata realtà: se era nel giusto e riusciva a dimostrarlo, ad attendere Light ci sarebbe stata la pena di morte, se si sbagliava, Kira poteva trionfare ancora a lungo, perché lui allora non avrebbe avuto la minima idea di chi potesse essere...   ma Light sarebbe rimasto al suo fianco...

“Ti aiuterò a catturarlo e ti dimostrerò che sbagli, ma soprattutto che la tua ostinazione nel ritenermi Kira ha influenzato negativamente il tuo giudizio e le tue doti intellettive, allontanandoti dalla verità!”

S'infervorò Light.  

Tu, Light, non immagini quanto io preghi affinché tu abbia ragione...

“Se così sarà, sarò felice di riconoscere il mio sbaglio.”

Rispose, mettendo a tacere il proprio cuore.

Come puoi essere così distante, Ryuzaki...  come se non ti importasse niente di me, del nostro legame...    Puoi vivere veramente nella tua desolante solitudine, lontano da tutti, anche da me che ti stringo in un abbraccio, che tradisce i miei sentimenti?   Sentimenti che stento a chiamare con il loro giusto nome, ma che non per questo sono meno autentici e profondi...

“Pretenderò le tue scuse davanti a tutti, ricordalo!”

Serpeggiò a denti stretti, alzandosi e strattonandolo affinché lo seguisse.  

 

Fecero una doccia veloce, chiusi in un mutismo estremo, incapaci di ritrovare la complicità che li aveva uniti solo poco prima.

Per tornare in camera passarono davanti al tavolino, ancora parzialmente ingombro dei dolci ormai dimenticati.   Lo sguardo di Light fu catturato dall'anonimo divano, che conservava il ricordo dei loro corpi avvinti in una passione, che lui non avrebbe mai creduto di poter provare per nessuno.   Ryuzaki si fermò obbligando Light ad imitarlo, era forse stato colto dalla sua stessa rivelazione?   Si voltò e quel che lesse in quegli occhi, di un'oscurità impenetrabile, lo irritò oltre ogni immaginazione.   In essi brillava il desiderio per quei pochi dolci, scampati alla misera fine di cadere sul pavimento.   Quello era un lato di Ryuzaki che proprio non riusciva a sopportare, la sua superficialità nel considerare i suoi sentimenti!   Dimenticare tutto per dei pasticcini alla panna!   Ryuzaki fece per avvicinarsi al tavolino, ma Light rimase piantato al suolo, rifiutandosi di muovere quei pochi passi, che avrebbero permesso all'altro di avvicinarsi all'oggetto del proprio desiderio.   Il suo era un comportamento infantile, ma voleva negargli quel piacere!  

“Non arrivo a prenderli...”

Si lamentò Ryuzaki, tendendo al massimo la catena che li teneva uniti.   Light s'intestardì, opponendosi con maggiore determinazione.   Non gli avrebbe permesso di soddisfare il palato, quando l'aveva ignorato per un dolcetto avanzato!

“Light, se solo muovi un passo verso me...”

Chiese Ryuzaki con voce quasi supplichevole, ma venata da una sfumatura spazientita.

“Andiamo a dormire!   E' abbastanza tardi.   Puoi mangiare domani!”

Rispose lapidario, affatto propenso a cedere al capriccio di Ryuzaki.   Quest'ultimo si volse con un'espressione contrariata dipinta sul viso dai lineamenti delicati, i capelli umidi gli aderivano al collo liberando piccole gocce, che scivolavano lungo la schiena, per insinuarsi impudenti nell'asciugamano che gli cingeva i fianchi sottili.   Era talmente sensuale, anche se il suo cipiglio non era affatto rassicurante.

“Potresti essere disponibile, per una sola volta?”

Le sue parole potevano sembrare una semplice richiesta, ma il suo tono era decisamente autoritario...   Ebbene?   Lui non gli doveva niente!   L'aveva strappato al sonno con le sue manie e trascinato in cucina nel cuore della notte, anche se poi...   se poi...

Light strinse le labbra contrariato, possibile che non intuisse il motivo del suo disappunto?   Era veramente tanto insensibile, da aver già accantonato quel che avevano scoperto di provare l'uno per l'altro?

“Anche tu!   Andiamo a dormire...   io sono già stato disponibile, quasi due ore fa!   Ora è il tuo turno di esserlo!”

Ryuzaki parve cedere, ma la delusione dipinse una sfumatura di tristezza sul suo viso, dall'espressione così vulnerabile.   Era come un bambino che avesse ricevuto un torto da un adulto prepotente.   Gli occhi di Ryuzaki lo interrogavano sulla sua cattiveria gratuita, che esigeva che si privasse di un piacere senza un motivo plausibile.

“Andiamo!”

Ordinò Light, strattonando la catena, per obbligarlo ad abbandonare quella posa, che riusciva a farlo sentire un tiranno, quando era certo di essere lui l'elemento giustamente offeso, dalla noncuranza di Ryuzaki!

Ryuzaki trascinò un passo verso di lui, quindi Light si girò verso la camera, trionfante e deciso a non farsi intenerire dall'atteggiamento remissivo di Ryuzaki.   Si accinse a muovere il primo passo, ma quando il piede destro lasciò il pavimento, inaspettatamente, Ryuzaki tirò con forza, lanciandosi di corsa verso il tavolino.  Light si chiese come avesse potuto essere così ingenuo, sbilanciato fu obbligato a seguirlo per recuperare l'equilibrio.   Un dolore, imprevvisto e lancinante, al piede destro gli spezzò il respiro, mentre una colorita imprecazione gli sfuggì dalle labbra, spingendo Ryuzaki a lasciar cadere l'ambito dolcetto, che stringeva già tra le dita e fissava con un famelico bagliore nello sguardo.   Light si piegò su sé stesso, per poi chinarsi a controllare la pianta del piede, sulla quale si allargavano macchie cremisi, conscio dell'accaduto.   Lo sguardo di Ryuzaki corse da Light, alle gocce di sangue ed ai frammenti di ceramica dei piattini infranti sparsi sul pavimento, intuendo l'accaduto.   Light si era ferito per colpa sua.   Ryuzaki si precipitò da Light, ma quest'ultimo, con un movimento brusco del braccio lo allontanò stizzito.

“Basta!   Ne ho abbastanza di te!”

Gridò in tono decisamente irato.   Ryuzaki, rimase immobile, come folgorato dall'accaduto e dal rifiuto di Light, il suo sguardo fisso alle macchie cremisi che punteggiavano il pavimento chiaro.   Senza una parola, cogliendo Light di sorpresa, lo tirò praticamente in piedi, caricandosi il suo peso sul corpo sottile, per trascinarlo verso il bagno.

“Che diavolo stai facendo?!”

Protestò Light cercando di opporsi, ma senza poggiare il piede offeso sul pavimento, era quasi impossibile.

“Stai tranquillo, se non vuoi che cadiamo...   voglio solo raggiungere l'armadietto dei medicinali.”

Spiegò con voce pacata, con quel suo tono saccente che mandava Light in bestia.   Cioè appariva addirittura irragionevole?   L'aveva trascinato come un sacco di patate, senza preavviso e osava rimproverarlo?   Avrebbe voluto prenderlo a pugni urlandogli contro, ma il suo atteggiamento lo lasciava assolutamente senza parole!

Giunti in bagno, Ryuzaki prese l'occorrente per la medicazione: disinfettante, garze, cerotto e pinzette.   Nuovamente lo trascinò, conducendolo in camera per spingerlo sul letto, senza troppe cerimonie.

“Che diavolo fai?!”

Protestò Light mettendosi a sedere, sollevando il piede e posando la caviglia sul ginocchio sinistro, sbirciando la pianta sanguinante.

“Ci penso io a medicarti...”

Esordì Ryuzaki, chinandosi davanti a Light, afferrandogli il piede con la mano sinistra, mentre nella destra impugnava le pinzette, in modo a dir poco ridicolo e poco rassicurante.

“Non credo proprio!   Hai già fatto abbastanza danni per oggi.   Faccio da solo!”

Precisò Light porgendo la mano, affinché Ryuzaki gli consegnasse le pinzette.

“No, ti ho detto che ti medico io.   In alternativa mi obblighi a chiamare Watari...    E visto che preferisci nascondere l'accaduto, non sarebbe saggio farci trovare quasi nudi a quest'ora della notte, dopo aver fatto la doccia.   Sarebbe a dir poco equivoco.”

Le parole di Ryuzaki erano un vero e proprio ricatto.

“Maledizione!”

Serpeggiò Light a denti stretti, conscio di dover chiaramente cedere.

“Non preoccuparti, ho delle nozioni di pronto soccorso.   Non ti farò male...”

L'espressione di Ryuzaki era talmente seria ed assorta, che se non fosse stato così arrabbiato avrebbe riso di lui, comunque parte del suo malumore dileguò.

“Sei uno squallido ricattatore...”

Capitolò Light, senza opporre più resistenza.

“E' normale che tu sia arrabbiato con me, ti sei ferito per colpa mia...”

Erano forse delle scuse, pronunciate in voce esitante?   Forse che il grande L non fosse abituato a scusarsi?

“Ahi!...   Mi hai fatto male!    Non hai dichiarato di essere un esperto?”

Lo rimproverò sarcastico, certo di riuscire a risvegliare un moto di ribellione in Ryuzaki, totalmente concentrato nello svolgere il compito che si era imposto.

“Mi dispiace...   ma ho quasi finito: erano poche schegge e le ferite superficiali.   Il punto è che il piede sanguina parecchio...”

Spiegò senza degnarlo di uno sguardo.   In un silenzio permeato solo dai loro respiri, Ryuzaki disinfettò accuratamente le ferite e le coprì con delle compresse di garza, che fissò con del cerotto, affinché smettessero di sanguinare.

Terminata la medicazione il suo sguardo incontrò quello di Light, senza abbandonare la posizione ai suoi piedi.

“Cosa significa il tuo sguardo?”

Chiese Light, colpito dall'oscura profondità dei suoi occhi di tenebra.

“E' una promessa...   Prometto che ti proteggerò da Kira...   anche se Kira dovessi essere tu stesso...”

Sussurrò Ryuzaki, con uno sguardo che penetrò la mente ed il cuore di Light.

“Ti credo...   Io credo in te Ryuzaki...”

Le labbra di Ryuzaki sfiorarono la pelle sottile del dorso del piede di Light, la sua lingua accarezzò le dita, insinuandosi negli spazi tra esse.   Light sussultò colto da un'eccitazione inaspettata.

“Ryuzaki... a... aspetta, se... continui... io...   E' molto... tardi!”

Tra un gemito è l'altro Light riuscì a formulare una frase di senso compiuto.   Un'espressione maliziosa si dipinse sul volto di Ryuzaki, i grandi occhi, perennemente sottolineati da un'ombra, si socchiusero, mentre continuava a torturare Light.   Light rovesciò la testa all'indietro e si lasciò travolgere dall'intensa sensazione, dal calore che dall'estremità saliva ad ardere il suo corpo.   Era incredibile, era passata poco più di mezz'ora da quando si erano amati in modo tanto intenso e nuovamente sentiva il desiderio impadronirsi di lui.   Le attenzioni di Ryuzaki avevano ridestato la sua virilità.   La voce del ragazzo chino ai suoi piedi lo raggiunse attraverso la tempesta, che gli ottundeva i sensi, riportandolo di colpo alla realtà.

“E' molto tardi, ma ricorda...   occhio per occhio...   io rendo sempre i colpi...”

Ryuzaki raggiunse Light sul letto, gli liberò i fianchi dall'asciugamano e senza indugio gli strinse la virilità, già desta, nella mano destra, il cui polso era cinto dalle manette.   Ad ogni movimento di Ryuzaki, la catena sfiorava il corpo di Light in una fredda carezza, in contrasto con il calore intenso del palmo che gli cingeva il sesso.   La bocca di Ryuzaki percorse il corpo di Light bruciandolo in sentieri di piacere, per raggiungere il fulcro dell'eccitazione e assaporarlo, come un dolce desiderato troppo a lungo.   Light cercò con le mani il corpo di Ryuzaki, ma quast'ultimo lo costrinse supino, allontanando le mani da sé, con risoluta gentilezza.

“Permettimi di scusarmi, lascia che cancelli il dolore con il piacere...”

Light si arrese alla determinata richiesta, che lesse nelle iridi scure, nella tenebrosa vastità di quel cielo privo di stelle, si abbandonò, stringendo le lenzuola nei pugni, per impedirsi di rovesciare Ryuzaki sotto di sé ed amarlo con ardente lussuria...

Non si oppose all'intrusione del dito di Ryuzaki, che penetrò il suo corpo, il lieve fastidio cancellato dal fuoco intenso che ardeva la sua virilità.   Quando le dita furono due s'irrigidì, ma non permise al gemito di dolore, che gli salì alle labbra di uscire, ma Ryuzaki si accorse ugualmente del suo disagio ed i suoi gesti divennero più gentili, mentre la sua bocca divenne più esigente, rubandogli il respiro, per restituirglielo in ansimi irregolari.   Le sue dite iniziarono a muoversi avanti ed indietro allo stesso ritmo della bocca e Light non fu più in grado di scindere la sensazione di dolore dal piacere assoluto.    Ryuzaki posò la mano libera sul fianco sinistro di Light, con una leggera pressione  lo fece voltare sul fianco destro.   Sollevò la gamba sinistra di Light sulla propria spalla, costringendolo ad aprire le gambe.

“Vuoi ...farlo... veramente...?”

Light era travolto dall'eccitazione, ma una nota di esitazione permeava il tono appassionato della sua voce.

“Sarai tu a chiedermi di farlo...”

Rispose Ryuzaki con una sicurezza, che accese una sfumatura di scetticismo nel gemito, che sfuggì dalle labbra dischiuse di Light.

“Io ascolto il tuo corpo è lui a chiedere...   io rispondo soltanto...   seguo il tuo desiderio...”

Sussurrò fissandolo negli occhi, riaccogliendo la virilità di Light nella propria bocca, capace di carezze conturbanti.   Light fu colpito dalle sue parole, ma non poté evitare di abbandonarsi al potere persuasivo delle azioni di Ryuzaki.

Ryuzaki lo spinse all'apice per negargli la liberazione, stremandolo, spingendolo a soffrire per l'estasi negata.

“Ryu...zaki...”

Mormorò il suo nome, il nome del suo amante, il nome del suo aguzzino, come una supplica, come una preghiera, rivolta ad un Dio crudele, impietoso di fronte al fuoco che lo divorava, come il fuoco inestinguibile dell'Inferno...

“Ryu...za...ki...”

Lo chiamò, ma Ryuzaki sembrava non udire le sue invocazioni ed accentuava il suo potere, annullando la volontà di Light, che solo un frammento superstite del suo sconfinato orgoglio impediva di capitolare.

“Dillo Light...”

Lo esortò Ryuzaki, stringendo con forza la base dell'organo pulsante, negandogli l'estatico sollievo.

“Ma... ledetto... sadico...”

Serpeggiò, incapace di opporsi alla malia di Ryuzaki, che continuava a tormentarlo, spingendolo ad un delirio febbricitante, che riusciva ad annullare il suo orgoglio.

“Ti farò smettere di soffrire...   Chiedimelo Light...    ed io sarò felice di entrare in te...”

La voce suadente di Ryuzaki accarezzò il suo udito ed il respiro caldo il suo sesso sensibile.

“Qualsiasi... cosa...”

Capitolò Light, il corpo, coperto da un velo di sudore, ardeva di una febbre che non aveva mai conosciuto e che non gli dava tregua.

“Mi chiedi di penetrare il tuo corpo...?”

Precisò Ryuzaki, mentre la sua lingua sfiorava Light facendolo rabbrividire, ormai al limite.

“Si... maledizione!”

Assentì Light, con voce roca, sconfitto.   Ryuzaki l'aveva sconfitto.

“Ti farò gridare di piacere...”

Promise Ryuzaki, sfilando le dita da Light per penetrarlo delicatamente con il sesso duro e ardente.   Uno spasmo di dolore attraversò il corpo di Light, per un istante quasi cedette all'istinto di sottrarsi, ma semplicemente non poteva.   Andava bene anche il dolore se poteva sottrarlo all'agonia, che lo stava divorando.   Ryuzaki rimase immobile e si permise di contemplare il volto di Light.   Era così bello, anche se l'espressione di sofferenza gli aggrottava le sopracciglia e gli serrava le labbra.    I capelli sempre perfetti, erano scompigliati contro il candore delle lenzuola e la pelle del viso era soffusa da una calda sfumatura.   Avrebbe voluto incontrare il suo sguardo, fissarlo negli occhi mentre entrava in lui, ma Light era teso nella lotta contro il dolore, l'orgoglio e le convinzioni, che non aveva mai messo in dubbio.   Ryuzaki si mosse in lui, lentamente, gentilmente, per aumentare il ritmo guidato dalla risposta di Light.   Gli occhi chiari si aprirono e il suo sguardo cercò quello di Ryuzaki, che lo accolse come un abbraccio appassionato.   I loro sguardi dissero ciò che le loro labbra non riuscivano ad ammettere...   parlarono del sentimento che provavano l'uno per l'altro, delle loro speranze e paure, parlarono di vulnerabilità e coraggio, di determinazione e fragilità, ma parlarono soprattutto di un piacere, che li rendeva ebbri.   Il calore che accoglieva Ryuzaki, all'interno del corpo di Light, lo travolse rendendolo vittima delle proprie azioni.

“Ryu...zaki...”

Light ripeteva quel nome, con voce incrinata ed ansante.   Ryuzaki si chinò verso il suo viso, fissandolo intensamente, lo sguardo ottenebrato dalle intense sensazioni, che gli conturbavano il corpo e la mente.

“Voglio che almeno... in questo momento... mi chiamo con il mio vero nome...”

“Il tuo... vero... nome...?”

Ansimò Light, riacquistando una scheggia di lucidità e sollevandosi sul gomito destro, per avvicinarsi al volto, eternamente pallido, di Ryuzaki, in quel momento soffuso da una lieve sfumatura rosata.

“Si...   Light...  il mio nome é L...”

La bocca di Light soffocò le sue parole, zittendolo in un bacio di un'intensità struggente, mentre il piacere violentemente esplose nei loro corpi, lasciandoli svuotati di ogni energia.   Light costrinse Ryuzaki con la schiena contro il materasso e torreggiando su di lui gli strinse le spalle, con forza.

“Se non ti avessi fermato, mi avresti rivelato il tuo nome...   Sei impazzito?!   Io non voglio conoscerlo!   Se veramente sono Kira o se lui fosse in grado di servirsi di me, io causerei...”

Ryuzaki scorse un liquido luccichio negli occhi di Light, vide la lacrima imprigionata nelle lunghe ciglia, che l'orgoglio di Light non avrebbe mai permesso di scorrere sul bellissimo viso, dall'espressione affranta, che tradiva una sfumatura di paura.

“...causerei la tua morte!”

Concluse sconvolto.

“Se tu fossi Kira, io dovrei continuare a vivere...?”

“Ryuzaki!   Ricorda la tua promessa!   Hai promesso di proteggermi da Kira...   anche se Kira fossi io stesso!   Kira merita di essere giustiziato...    se io fossi Kira non meriterei alcuna pietà.”

“Lo so Light...”

Non c'era più traccia di esitazione nella sua voce, quasi che le parole di Light avessero dissipato un dubbio folle, riconducendolo alla ragione.

Light rimase sveglio a lungo, turbato dal comportamento di Ryuzaki, si chiese se gli avrebbe veramente confessato il proprio nome.   Lui, che non mentiva mai.   O era stato solo un modo per metterlo alla prova, in un momento di vulnerabilità estrema?

Con lo sguardo cercò Ryuzaki che dormiva al suo fianco, rannicchiato su se stesso, come un bambino cresciuto senza affetto.    Light fu intenerito dalla vulnerabilità che colse in lui.   Con la punta delle dita, sfiorò appena la pelle della spalla di Ryuzaki in una carezza lieve come un sospiro.  

Io prenderò Kira, perché tu sia finalmente libero ...   Dormirai disteso, senza cercare in te stesso il tepore dell'affetto che sarò io a donarti...   Fidati di me ed io saprò renderti felice, impegnando tutto me stesso.

 

 

*****

 

Light si adoperò impiegando tutte le sue energie, la sua genialità, fino al giorno in cui i ricordi si riversarono nella sua mente, annientando il Light alieno alla follia di Kira...

 

Sei cambiato Light, in un istante, sei tornato ad essere Kira...  

“A cosa pensi?”

Gli chiese Light, sdraiato al suo fianco, posandogli un casto bacio sul collo...   un bacio freddo, come il suo cuore.   Ryuzaki girò il viso verso di lui e lo fissò intensamente negli occhi, cercando una traccia di Light nel bagliore di fiamma, che li animava.

“Perché continui a stare qui?   Sei libero ormai, non posso più trattenerti e le manette ti son state tolte...   Puoi tornare alla tua vita normale.”

Rispose Ryuzaki in tono piatto, combattendo contro il sordo dolore del proprio cuore.

“Le manette?   La catena che mi lega a te Ryuzaki, non potrà spezzarla niente e nessuno...”

Sussurrò Light stringendogli il volto tra le mani e posando la fronte sulla sua.   Per un attimo Ryuzaki parve convincersi, Light sentì i suoi muscoli rilassarsi, ma le sue parole lo urtarono.

“Neanche la morte?...   La mia, di morte, intendo...”

Light lo lasciò e si sdraiò al suo fianco, fissando il soffitto.

“Sei strano Ryuzaki...   Da quando è comparso lo Shinigami, è sceso un velo scuro sul tuo volto...”

Tornò a guardarlo negli occhi, lo afferrò per attrarlo a sé e stringerlo tra le braccia.

“Lo so che è uno Shinigami...   ciò ci rende consci del potere sovrumano di Kira, ma finché noi stiamo insieme possiamo affrontarlo!   Anche sconfiggerlo!”

La stretta di Light gli stava facendo male.   Da quando era comparso il Dio della morte, Light era divenuto più sollecito nei momenti d'intimità, a parole sembrava realmente dalla sua parte, ma il suo sguardo era mutato.   Spesso coglieva uno sguardo folle, talmente fugace da poter credere di averlo immaginato.   Ma Ryuzaki era certo di non sbagliarsi.    Light lesse la muta accusa nel buio degli occhi del ragazzo inerte nel suo abbraccio.

“Dubiti ancora di me...”

Sussurrò Light con la voce incrinata da una nota d'angoscia, che toccò il cuore di Ryuzaki, che chiuse gli occhi fingendo, per una scheggia infinitesimale di tempo, che fosse sincero.

“Non capisci?!...   Non capisci che sei troppo importante per me?...   Non capisci che sono innamorato di te?”

La voce disperata di Light, attraversò il suo corpo in un brivido che lo scosse.   Kira si prendeva gioco dei suoi sentimenti!    Ryuzaki lo spinse con forza, allontanandolo da sé.   Si alzò di scatto e si voltò, fissando l'espressione sgomenta apparsa sul volto amato, ma animato da un'oscura presenza, che in quel momento sembrava scomparsa, lasciando riaffiorare il vero Light.   Ma quello era solo Kira, maledizione!

“Smettila!...   Non siamo ridicoli, non possiamo parlare di amore tra noi!   Ti stai lasciando trasportare...   ma io no.   Io sono perfettamente padrone di me stesso.”

L'ultima frase risuonò nella mente di Light come una minaccia.   Era certo che Ryuzaki provasse qualcosa per lui, quando non ricordava di essere Kira, quando era vergognosamente sincero nei suoi confronti, quando forse lo amava veramente...   Che non si potesse ingannare colui che si e ti ama?   Che non si potesse fingere un sentimento così intenso?   Era certo di essere un perfetto interprete...   il perfetto Light Yagami che aveva provato qualcosa per Ryuzaki.   Stentava ancora a crederlo, ma era la verità...   e spesso indulgeva in quel sentimento, che ancora pervadeva il suo cuore, ma poi ricordava, senza pietà verso se stesso, che non c'era posto per Ryuzaki nel suo nuovo mondo.   Un Dio non poteva avere debolezze.

“Scusami...   ti metto in difficoltà, ma per me è sempre più difficile trattenermi...   Quando parli della tua morte, uccidi me...”

Il luccichio di una lacrima, intrappolata dall'orgoglio nelle lunghe ciglia degli occhi di Light, fece titubare le certezze di Ryuzaki.   Angosciato dalla propria debolezza nei confronti di Light si avvicinò a lui e gli sfiorò le labbra con le sue, folgorato da una terribile verità.

Si, Kira, quando io morirò anche Light morirà con me...

 

******

 

“E Misa...?   Tutti i giorni lei viene a trovarti.”

Affermò Ryuzaki dalla sua postazione, ingombra da una quantità incredibile di dolci.

“Non provo niente per lei, lo sai bene...   ma la sua presenza aiuta a nascondere il nostro legame.”

Rispose Light sottovoce, guardandosi attorno per essere certo che nessuno potesse udirli, ma erano praticamente soli nell'enorme sala, seduti di fronte ai grandi monitor.

“Ricordi il discorso che ti feci la prima volta che siamo stati insieme?”

“Come potrei dimenticarlo...”

“ Allora, con le tue ammissioni, dimostrasti di essere un bugiardo ed ora di essere capace di usare le persone per i tuoi scopi, quando hai sempre sostenuto di non poterlo fare.”

Light accusò il colpo, ma l'espressione sul suo volto rimase immutata.

“Io non la sto usando, non la inganno fingendo amore per lei.”

“Mi sembra di averti visto abbracciarla...    e lei ti ama.”

Precisò Ryuzaki, sfidandolo a negare l'evidenza.

“Solo un gesto d'affetto, anche se non la amo, non significa che non le sia affezionato!”

Si giustificò Light con veemenza.

“Così la illudi, le fai del male.”

“Cosa dovrei fare?   Cacciarla via?   Sai benissimo che ho sempre messo in chiaro di non ricambiarla.”

Certo Kira, tu non la ami, semplicemente perché non ami nessuno, neanche te stesso, altrimenti non ti annulleresti in un progetto folle...   ma Misa, il Secondo Kira, ti serve per raggiungere i tuoi scopi.

L'espressione sul volto di Ryuzaki diceva senza dubbio che non credeva alle sue parole.   Light lo fissò stizzito.

“Cosa ti disturba esattamente, Ryuzaki?” 

“Cosa mi disturba?   Che, nonostante sia palese la tua scorrettezza, vorrei continuare a crederti.”

Light dischiuse le labbra come se volesse replicare, ma poi le serrò voltandosi verso lo schermo del pc, ignorando Ryuzaki, che riprese a mangiare nel suo modo bizzarro, che aveva ammaliato Light, ma che ora trovava solo irritante.

Maledetto Ryuzaki!    Per un periodo sembrava aver accantonato i suoi sospetti su di lui, ma dalla comparsa di Rem, gli stava col fiato sul collo.   I suoi occhi non lo lasciavano per un istante, ma in essi era comparsa una sfumatura di tristezza, che superando la fanatica crudeltà di Kira, riusciva a raggiungere Light.

 

*******

 

Il tempo si trascinò rafforzando i dubbi di Ryuzaki, mutandoli in certezza, la certezza che Light fosse tornato ad essere Kira.

Il buio della notte, che premeva contro i vetri della finestra era impenetrabile, come le ombre che offuscavano il cuore di Ryuzaki, permettendo alla sua mente di essere implacabile nel riconoscere la verità.   Strinse le ginocchia la petto, le coperte abbandonate ai suoi piedi, si volse permettendo al suo sguardo d'indugiare sul viso di Light, addormentato al suo fianco.   Stavano insieme meno spesso, ma non riusciva a cacciarlo quando si presentava alla porta della sua camera...   Quando i suoi occhi lo supplicavano di non respingerlo, quando il suo corpo lo desiderava ancora...   nonostante, fosse certo che avesse recuperato la coscienza di Kira.

Riesci a mentire perdendoti nei miei occhi Light...  Al mio corpo...  La fiducia che provo per te è solo illusione, leggo la menzogna sulle tue labbra che posano freddi baci sulle mie labbra affamate del tuo calore.   Bramo il calore con cui mi hai nutrito, Light...  

Ho pregato che tu provassi la stessa mia paura, dinanzi alla possibilità che tutto finisca...

Il suo sguardo tornò alla notte, oltre il vetro, cercò il bagliore della luna senza riuscire a scorgerlo.   Poteva essere l'ultima notte della sua vita.   Quella possibilità lo rendeva triste, non spaventato o furioso con il destino o Kira.   Esclusivamente permeato da una tristezza estrema, sconfinata, per aver trovato l'amore, il senso della propria vita in colui che desiderava la sua morte e si adoperava per raggiungere il suo scopo, senza alcuna esitazione.

Sono stanco di lottare, anche se vorrei sottrarmi al tuo fittizio amore, finisco per soccombere...   ma non voglio più perdermi nei tuoi occhi...   Non aprire gli occhi...   ti prego...

Light aprì gli occhi ed il suo sguardo cercò quello di Ryuzaki, incontrando i suoi simili a lagune oscure, che rivelavano un dolore estremo, celato da un orgoglio fragile come un cristallo incrinato.   Light scostò la coperta e lo invitò a stendersi al suo fianco, il suo sorriso sensuale prometteva ciò che il bagliore nel suo sguardo smentiva.   Ryuzaki accettò il suo invito, chiudendo gli occhi e cercando nella mente l'immagine del Light che aveva imparato ad amare.  

Ogni istante con te sarà un dono, per un momento, dimenticando chi sei, continuerò ad amarti, anche se in realtà continuo ad essere sempre solo in questo mondo...

Le mani di Light accarezzarono il suo corpo rigido, che tradiva il tormento del suo cuore.

“Rilassati Ryuzaki, stanotte sei particolarmente nervoso...”

Gli sussurrò Light, il suo respiro gli accarezzò l'orecchio e le sue labbra si posarono sulla pelle sensibile del collo, ma Ryuzaki rimase immobile.

“Perché sei qui con me Light...?   Ora dovresti stare con Misa...”

Gli chiese inaspettatamente, a quelle parole le labbra di Light posate sul collo del ragazzo tradirono un tremito, prima di scostarsi dalla pelle e permettere al freddo della notte di sostituirsi al calore della sua bocca.

“Misa...?   Io desidero stare con te Ryuzaki...”

Sussurrò, insinuando le dita tra i capelli scompigliati di Ryuzaki.

Non toccarmi con quella luce negli occhi, con quell'esitazione nel rispondere, che non riesce a celare la febbrile ricerca della tua mente di fornire la risposta più consona.  

“... io voglio solo te.”

Dove ti sei perso Light...   Ti ritroverò mai?   Mi manchi... devo riconoscere che senza te sono vulnerabile ed in balia di Kira.

Con la morte nel cuore, le sue labbra risposero alla richiesta della bocca di Light, quel calore gli permetteva di illudersi che niente fosse cambiato...   almeno in quel momento, lontano dalla sua postazione e dalla sua posizione di L...   Poteva essere ancora solo Ryuzaki, almeno per una volta ancora.   La consapevolezza, che ogni abbraccio potesse essere l'ultimo, gli riempiva il cuore di una disperazione ed una frenesia che non poteva combattere.

 

********

 

Quel giorno Light aveva cercato Ryuzaki ovunque, per trovarlo nell'immensa terrazza battuta dalla pioggia torrenziale, che gettava un manto tetro sul mondo.    Light esitò per scrutare a lungo Ryuzaki, che incurante delle sferzate della pioggia battente, restava immobile come la statua di un angelo, mesto e sottile.

Sembrava che stessi piangendo, Ryuzaki, piegato sotto il peso della tempesta, le tue lacrime dileguate dalle gocce di pioggia, ma l'oscurità nel tuo sguardo era talmente profonda da cancellare il resto del mondo...   Hai iniziato a parlare di campane...    Percepivi la tua morte imminente?   Così triste e solo Ryuzaki...   da raggiungere il mio cuore, oltre le barriere imposte dalla coscienza di essere Kira.

“Non mi fido di nessuno...”

Alla voce di Ryuzaki fece eco il tormento del cielo, angosciato dal dolore chiuso nel suo cuore, piangeva per lui, che non avrebbe versato una lacrima.

Stai provando ad aprirmi il tuo cuore, nonostante hai chiaramente capito che Kira è tornato?

“E' vero Ryuzaki.

...Cerchi di non restare coinvolto in qualsiasi relazione.”

“Lo so bene...    Ma tu sei come me.”

“Cosa intendi dire?”

I loro sguardi si catturarono, cercando di indovinare i pensieri dell'altro.

“Da quando sei nato, hai mai detto la verità almeno una volta?”

Ryuzaki sentiva le campane a morto rintoccare nella voce di Light, nella sua risposta articolata e perfetta, ma un frase rimase impressa nella sua mente, bruciante come fuoco inestinguibile.

“Chiunque mente, ma non mentirei mai a chi voglio bene...”

E' questa la tua risposta Light?   A me menti spudoratamente...   quindi non mi hai mai voluto bene...    forse quando non avevi ricordo d'incarnare Kira...   forse

 

Tornarono dentro, erano bagnati fradici, cercarono di asciugarsi con delle asciugamani, ma senza alcun risultato.   Light sedeva sulle scale, aveva tolto le scarpe, completamente bagnate, inaspettatamente Ryuzaki si chinò di fronte a lui e gli prese il piede destro in mano.

“Cosa fai Ryuzaki?”

Chiese Light a disagio, infatti qualcuno avrebbe potuto vederli, ma soprattutto perché il tocco di Ryuzaki gli confondeva il cuore e la mente.

“Ti aiuto ad asciugarti.   Ti faccio anche un massaggio...   sono bravo.”

“Fa come vuoi...”

Rispose Light, fingendo noncuranza, ma la nota di tristezza nella voce di Ryuzaki lo fece capitolare, il suo tocco lo fece sussultare...   il suo tocco lo sconvolgeva, minando pericolosamente le certezze di Kira.   Lo sguardo di Light spaziò, cercando di sfuggire al tumulto interiore, per recuperare l'autocontrollo che sentiva  di star perdendo.

Sentì la goccia che gli cadde sulla caviglia, abbassò lo sguardo e ne vide altre due.

Sono ancora lacrime Ryuzaki?   Le lacrime che tu non puoi versare ma che, anche all'interno, il cielo continua a versare al tuo posto?

Light allungò la mano e passò l'asciugamano sui capelli neri di Ryuzaki, dove gocce di pioggia rilucevano preziose, come stelle a punteggiare la volta della notte.

“Sei ancora bagnato.”

Disse Light per colmare il silenzio che risuonava nella sua mente, la voce straziante del sentimento che provava per Ryuzaki, che lui stesso cercava di assassinare.

Negli occhi di Ryuzaki colse lo stesso sguardo che gli rivolse la notte della promessa di proteggerlo da Kira...   Anche se Kira dovessi essere tu stesso...

“Mi dispiace.”

Sussurrò Ryuzaki.   No, non si stava scusando per averlo trascinato sotto la pioggia...   No, ti stai scusando per non aver potuto mantenere la promessa...

Perché Ryuzaki?!   C'è ancora tempo!   Noi...   noi possiamo... ancora confrontarci...   Perché sei così triste...

“Sono triste, presto capirai perché...”

Aggiunse il ragazzo, ma le sue parole furono interrotte dallo squillo del proprio cellulare.

Cosa volevi dirmi?   Io conosco il perché della tua angoscia, ma tu... tu non dovresti saperlo...   E se lo sai perché non combatti...?   Devi combattere Ryuzaki...   Non puoi morire così...

 

Gli eventi si erano svolti talmente velocemente che Light si rese appena conto di quanto stesse accadendo.   La cancellazione di tutti i dati, la morte di Watari, il genio di Ryuzaki nell'intuire in pochi secondi l'accaduto.   La sua presa di posizione, la sua volontà di opporsi, ma nessuno poteva opporsi ad uno Shinigami, neanche il grande L...  Tutti i presenti furono distratti dall'azione, ma lo sguardo di Light rimase fisso sulla schiena di Ryuzaki.   Vide il cucchiaino, che il ragazzo teneva tra le dita della mano sinistra, ciondolare per un istante prima di scivolare verso il suolo ed allora intuì, capì quanto la realtà, piegata dal volere di Kira, potesse essere spietata ed ingiusta.   Si stava realizzando ciò che aveva ardentemente bramato da quando L aveva osato opporsi a Kira...    si stava realizzando ciò che aveva intensamente temuto da quando Ryuzaki era diventato una scheggia della vita stessa di Light...

Light sentì il cuore fermarsi per un istante, la luce dei suoi occhi, libera dal bagliore folle, tradiva il suo disperato spavento.   Si lanciò verso Ryuzaki, che scivolava dalla sedia, e lo colse prima che toccasse il suolo, cercando di proteggerlo dall'urto, con il proprio corpo.   Lo fissò intensamente negli occhi e per la prima volta scorse, oltre l'oscurità impenetrabile dei suoi occhi, il velo di tenebra dissipato nella luce della nuova realtà che lo attendeva...   per un istante un ghigno malvagio stravolse i lineamenti del volto di Light, permettendo alla parte folle, che invadeva la sua mente turbata da Kira, di esultare e ferire Ryuzaki con un'ultima pugnalata...   non gli bastava ucciderlo, voleva che provasse un ultimo intenso spasmo di sofferenza ed una sconfitta che potesse turbarlo per l'eternità.

“Ryuzaki!...”

Gridò con tutta la disperazione di chi ha perso la vita stessa, ogni motivo per continuare ad esistere, semplicemente l'anima.   Quella disperazione annientante, quella disperazione, che doveva essere simulata, era in realtà l'autentico grido del cuore lacerato di Light...   Un urlo di dolore gli straziò il petto, in una sofferenza inumana, prima che Kira lo facesse tacere, prima che Kira lo salvasse, prima che Kira uccidesse anche lui.  E rimase Kira, solo Kira...

Ti ho sconfitto L, ma tu hai vinto...   Light, la mia umanità, è morto con te.    E' rimasto solo Kira, l'assassino, e ci ha ucciso...    Light avrebbe voluto non ricordare mai, ma Kira con il suo piano ci ha preso in trappola entrambi ed è risorto inclemente ed incurante del nostro...   ora posso ammetterlo... amore.

 

*********

 

“Il tuo sbaglio Ryuzaki...?   Hai cercato in me ciò che era dentro di te...”

Mi sono liberato di tutti gli ostacoli, anche i più insormontabili, per la realizzazione del mio Nuovo Mondo...   ma allora cos'è questo senso di smarrimento, questo senso di oppressione che mi grava sul petto, rubandomi il respiro...   cos'è questo dolore al cuore...

Light fissò il cielo tempestoso dalla terrazza dell'enorme opera fatta costruire da L,  un monumento che testimoniava la sua determinazione ed il suo impegno nel cercare di fermare Kira, il presuntuoso tentativo di un uomo di opporsi ad un Dio...   ma anche il grande L aveva avuto un punto debole: la lacerante solitudine che aveva spento la luce nel suo giovane sguardo.   Nutrito dai sentimenti di Light, famelicamente si era lasciato sfamare dalle menzogne di Kira per sopravvivere, pur conscio che con il suo veleno l'avrebbe portato alla morte.  

Sei stato così ingenuo Ryuzaki, ti sei sacrificato, incapace di tornare alla tua solitudine, hai accettato la sconfitta senza più lottare...   credevo di aver avuto di fronte un degno avversario, invece eri solo un debole... alla fine mi hai deluso...   Però, cos'è questo dolore al cuore...   Perché l'orizzonte mi appare indistinto...   perché un velo di lacrime mi offusca la vista rendendo incerto il mio sguardo...   Io sono Kira, sono un Dio, il Dio di un Nuovo Mondo e nel mio Nuovo Mondo non c'era posto per te, Ryuzaki, per l'unica debolezza di Light, l'unica debolezza umana in un Dio...

“Ryuk sei pronto ad assistere alla nascita del Nuovo Mondo?”

Chiese con voce fanatica, reso euforico dalla propria condizione divina, scacciando dal cuore anche la minima traccia del tormento interiore che l'aveva colto, l'ultimo frammento della propria umanità perduta per sempre, che un ragazzo, cresciuto senza amore, ma capace di amare, aveva cercato di salvare a costo della propria vita.

 

Fine.

 

 

Spero vi sia piaciuta almeno un pochino...

Vi ricordo che sul sito è presente anche un'altra mia fanfic: “Ossessione...”

sulla serie Fullmetal Alchemist

(Rating: R).  

Tra breve invierò anche il seguito: “Ossessione 2: il Ritorno di Ed...”

(Rating: NC-17).

A prestissimo.

 

Fairhen