Lacrime nascoste nella pioggia che cade

parte III

di Victor


I raggi di un sole pallido illuminarono il volto di Sanzo destandolo dal suo sonno. Le affascinanti iridi viola si posarono sul ragazzo letteralmente appiccicato a lui. Goku dormiva ancora pesantemente e il suo respiro aveva una cadenza ritmica e rassicurante. Il monaco passò una mano fra i capelli della sua scimmia baciandogli con affetto la nuca. “La mia stupida scimmia!” sussurrò solo per sé, mentre Goku reagì a quelle parole stringendosi ancora di più al monaco. Sanzo rimase a godersi il piacere che il corpo dell’amante gli regalava, tutte le volte che se lo ritrovava incollato addosso a quel modo. Ripensò al giorno in cui aveva ceduto alla sua passione e lo aveva preso, l’imbarazzo e il rossore diffuso sul suo volto, la prima sensazione che aveva provato assaggiando la sua pelle… erano passati davvero due mesi da quel giorno? sorrise, in realtà a lui sembravano trascorsi appena due giorni. Voleva davvero bene alla sua scimmietta, non c’era altro da dire. Anche se davanti agli altri continuava a trattarlo come al solito, fra loro tutto era definitivamente cambiato. I loro destini erano stati uniti con un doppio legame e sarebbe stato difficile se non impossibile scinderlo.

Il monaco stiracchiò le braccia e Goku si destò stropicciandosi gli occhi. “Ho fame!” fu la prima frase che pronunciò appena sveglio.

Sanzo lo guardò torvo. Era adorabile, tranne che in quei momenti. “Tsk! Appena svegli si dice buongiorno, non ho fame!” lo rimproverò, ma nonostante la sua voce fosse fredda e distante, Goku sorrise e lo abbracciò posando un bacio sulle sue labbra invitanti. Ecco, era quello il Sanzo che amava: burbero, scontroso, ma allo stesso tempo dolce e passionale.

“Buongiorno!” lo canzonò allora la scimmia e Sanzo gli sorrise e con un gesto d’affetto gli scompigliò i capelli.

“Preparati su, tanto lo so che tra un poco metterai in moto quel tuo terribile stomaco e non ho alcuna intenzione di sentirlo lamentarsi!” continuò e Goku felice saltò giù dal letto per correre in bagno.

 

Quando i due scesero giù a fare colazione, trovarono Gojo che li attendeva. Il kappa dava loro le spalle, ma non appena i due fecero il giro del tavolo si spaventarono. Goku fece un balzo all’indietro come se avesse visto un fantasma, Sanzo si coprì il volto con una mano.

“Mamma che paura! Chi è sto coso?” gridò Goku terrorizzato

“Bhaaaa! Fai impressione!” mormorò Sanzo

“Cosa succede?” chiese Hakkai appena arrivato notando la reazione dei due amici davanti a Gojo. Il demone dagli occhi verdi mostrava il suo solito sorriso, anche se dentro si sentiva morire. Non aveva alcuna voglia di rivedere Gojo tanto presto, ma alla fine si era convinto che rimandare sarebbe stato inutile visto che in quel lungo viaggio erano solo in quattro.

“Guardalo! Sembra più morto che vivo!” disse Goku stuzzicando il viso del kappa a distanza con il suo bastone. Gojo non reagiva. Il suo volto faceva a dir poco paura. Profonde occhiaie deturpavano la bellezza di cui il rosso era sempre andato fiero e la sua espressione imbambolata e assonnata non migliorava di certo la situazione.

Hakkai non lo degnò di uno sguardo e prese posto a tavola dedicando tutte le sue attenzioni al draghetto che teneva sulla spalla. Questo mandò Gojo in uno stato depressivo superiore al precedente. Questa volta Hakkai non lo avrebbe perdonato per niente al mondo.

“Mi fa senso mangiare con questa faccia davanti!” affermò Sanzo indispettito. Il monaco tirò fuori l’arisen dalla manica del suo kimono e come terapia d’urto lo scagliò un paio di volte sulla testa del kappa che però non reagì.

“Se neanche questo funziona non ho scelta! Goku, giralo dall’altra parte!” disse rivolgendosi alla scimmia e prendendo posto a tavola. Goku timoroso di essere contagiato voltò la sedia con cautela e non appena il viso del mezzo demone non fu più davanti a loro i tre poterono finalmente fare colazione in pace.

<<Che razza di amici! Altro di tirarmi su il morale!>> pensò disperato Gojo e quando si accorse che i tre stavano mangiando senza neanche considerarlo sospirò e si sollevò in piedi. Aveva bisogno di dormire, anche se solo per un paio di minuti. Tanto restare lì a cercare considerazione era del tutto inutile, Hakkai era furibondo e Goku e Sanzo avevano la sensibilità di una roccia. Si sollevò pesantemente dalla sedia e si incamminò verso le scale, trascinandosi pesantemente il suo dolore. Quel viaggio sarebbe stato davvero tremendo!!!!

 

“Hakkai, cosa è successo a Gojo?” chiese Sanzo posando la tazza di caffè nero sul tavolo. Hakkai che era rimasto in muto silenzio per tutta la colazione si limitò a rispondere con un sorriso vago, senza però proferire parola, aveva paura che la sua voce tremasse e la sofferenza a stento trattenuta sfociasse in un pianto incontrollato. Sanzo comprese al volo il significato di quelle parole taciute e spostò lo sguardo su Goku che divorava tranquillo la colazione.

Hakkai si congedò dai due e li lasciò soli e solo a quel punto Goku abbassò con la mano il giornale che Sanzo stava leggendo.

“Cosa sta succedendo, Sanzo?” chiese con la bocca piena di cibo. Il monaco si sistemò meglio gli occhiali assumendo un’aria pensierosa.

“Non lo so e non mi piace! Credo che ci sia qualche problema fra quei due!”

“Credi che sia il caso di parlare con Hakkai?” continuò

“Non sono affari che ci riguardino! Adesso finisci di mangiare e lascia stare il mio giornale, odio quando viene stropicciato prima di averlo finito di leggere!” e Goku si affrettò ad allontanare la mano, nessuna minaccia di Sanzo era mai stata vana.

 

Hakkai entrò in camera e trovò Gojo addormentato nel letto. Senza prestargli molta attenzione incominciò a preparare i bagagli.

“Noi dobbiamo parlare!” disse il kappa senza abbandonare la sua posizione, destato dalla sola presenza di Hakkai.

“Non credo che ci sia molto da dire ormai!” ribatté freddamente Hakkai senza smettere di dedicarsi al suo bagaglio. Gojo, però, si sollevò di scatto in piedi e lo abbracciò alle spalle.

“Non c’è stato nulla, avrebbe potuto, ma non c’è stato!” confessò stringendoselo forte addosso, ma Hakkai si sentiva ferito e con uno scatto fulmineo si separò da lui facendolo cadere a terra, poi con occhi freddi ed inquietanti lo squadrò: “Non toccarmi! Non toccarmi mai più!” lo minacciò alzando la voce.

Gojo abbassò lo sguardo e si sollevò in piedi spolverandosi i pantaloni. Afferrò il suo sacco a pelo (non lo aveva neanche disfatto) e si apprestò a lasciare la stanza. Prima di richiudere la porta dietro di sé posò i suoi occhi di fiamma su quelli freddi del compagno. “Io ti amo Hakkai!” gli disse prima di chiudersi la porta alle spalle, ma Hakkai per tutta risposta gli lanciò contro qualcosa, riempiendo la stanza con un tonfo e un frastuono di cocci andati in pezzi.

Gojo deglutì pesantemente, forse non era stata una genialata confessargli il suo amore in quel momento. Sollevò lo sguardo e incontrò Sanzo che fumava, con la schiena posata sulla parete. Il bonzo gli soffiò il fumo in faccia senza degnarlo di uno sguardo.

“Tsk!” Gojo non aveva piacere del fatto che il bonzo sapesse cos’era successo (anche se non ci voleva un genio per capirlo).

“Lascialo tranquillo per un po’!” gli raccomandò invece Sanzo e Gojo lo guardò sorpreso, ma prima che potesse chiedergli altro, il bonzo aprì la porta della stanza che condivideva con Goku ed entrò.

 

Lasciarono il villaggio poche ore dopo. Durante tutto il tragitto il silenzio regnava sovrano, persino Goku si trattenne dal lamentarsi per la fame, tanto che ad un certo punto Sanzo lo guardò stupito.

“Scimmia, stai male?”

“No, perché!”

“Sono passate ore dall’ultima volta che hai mangiato e non ho ancora sentito le tue lamentele!” affermò Sanzo anche se la sua voce fredda e neutrale impediva di leggere la preoccupazione nascosta nelle sue parole.

“E che quella faccia mi fa paura! Sanzo mi fai sedere vicino a te?” chiese Goku lamentandosi mentre Gojo lo guardava ancora con quell’aria imbambolata e assonnata.

“Scordatelo!” affermò il bonzo tornando a dedicarsi al giornale.

Goku sospirò, tanto lo sapeva che era inutile chiedere aiuto a Sanzo. Posò il capo sulla spalla del bonzo e cercò di addormentarsi, il ragazzo lo lasciò stare e cercò di muoversi il meno possibile così che la sua scimmia potesse stare comoda.

Gojo approfittando del fatto che gli altri due non potessero vederlo lasciò scivolare una mano lungo il fianco di Hakkai, così come faceva sempre. Ma questa volta la mano del demone non giunse a stringere la sua. Hakkai sorpreso ed indispettito da quel gesto fece per allontanare la mano dell’altro, ma la sua irruenza fu tale da riflettersi anche sul volante e la macchina sbandò un po’ destando Goku e facendo accigliare Sanzo.

“Vuoi farmi venire il mal d’auto?” chiese furibondo rivolto ad Hakkai

“Scusami Sanzo, mi ero distratto!” si giustificò con il suo solito sorriso e il bonzo decise di lasciare cadere lì la questione tornando a leggere. “Stai più attento!” si limitò a rispondere.

All’improvviso l’auto sterzò di nuovo violentemente e per poco non si ribaltò, sollevando comunque una densa nuvola di sabbia che fece tossire i quattro occupanti. Quando finalmente il polverone si abbassò Sanzo poté sbraitare tranquillo. “Si può sapere cosa succede adesso?” gridò.

“Abbiamo compagnia!” affermò Hakkai e prima che terminasse quella frase dalla sabbia emerse un piccolo esercito formato da una ventina di demoni.

Sanzo sbuffò e ripiegò in due il giornale posandolo sul suo sedile; Hakkai si schioccò le dita con fare ansioso, ecco, erano appena arrivate le vittime da sacrificare alla sua rabbia e alla sua frustrazione; Goku materializzò la sua arma ponendosi come sempre a difesa del suo monaco ed infine Gojo sbadigliò rumorosamente, posandosi pesantemente alla sua alabarda ben conficcata nel terreno.

La battaglia cominciò e i quattro, ormai abituati a tranelli ed imboscate, si dedicarono allo sterminio dei demoni con la stessa naturalezza con la quale un contadino falcia il grano.

 

********************************************************************************

 

“Guarda che faccia!” esclamò un demone divertito preparandosi a fronteggiare Gojo che non riusciva a trattenere gli sbadigli.

“Mi sa che questa notte si è divertito un sacco!” esclamò il suo compare felice di aver trovato il più debole nel gruppo del bonzo. Ma la sua osservazione poco felice scatenò la furia di Hakkai che lo polverizzò con l’aiuto del Ki.

Gojo non credeva ai suoi occhi, Hakkai lo aveva difeso, quindi non era proprio arrabbiatissimo. Il demone dagli occhi verdi però, intuendo il probabile corso dei pensieri del kappa si sbrigò a precisare: “Non l’ho fatto per te! Era sulla scia del mio Ki!” affermò con voce dura

“Non ci credo!” lo punzecchiò Gojo

“Non mi preoccuperò mai più per te! Tanto non capisci nulla, sei solo un kappa senza cervello!” lo offese facendo ricorso ad una delle frasi preferite da Goku.

“Te l’ho già detto Hakkai, non c’è stato nulla! Nulla!” disse colpendo distrattamente con l’alabarda un demone che lo stava attaccando alle spalle.

“Già, come no! E che ci facevi mezzo nudo davanti ad una donna completamente nuda???” chiese furibondo calpestando senza ritegno la testa di un demone che Goku gli aveva fatto volare davanti.

“Io… bhe…. Io….” Gojo non aveva alcuna intenzione di fornire spiegazioni in mezzo a quella folla inferocita, ma Hakkai non sembrava neanche essersi accorto di essere in mezzo ad una battaglia.

“Vedi, lo sapevo che non dovevo fidarmi di te! Sei solo un kappa pervertito e infedele!” lo accusò con ferocia e Gojo si accorse che quelle parole dette dalle labbra di Hakkai facevano davvero male. Non era come quando le usava la scimmia.

Uno dei demoni si accorse della momentanea distrazione dei due combattenti e subito ne approfittò per lanciargli contro delle lame avvelenate. Le armi però non incontrarono mai i due litiganti, perché il bastone di Goku le intercettò a metà strada deviando il percorso di cinque delle sei lame lanciate, mentre la sesta passò vicinissima al braccio del ragazzo sfiorandolo e lasciandogli niente di più di un semplice taglio che, il demone scimmia ignorò, tornando a dedicarsi ai demoni.

“Voi due state attenti!” gli gridò di rimando Sanzo

“Ne parleremo dopo!” affermò Gojo impugnando l’alabarda e decidendosi a fare sul serio.

“Non ne parleremo affatto! Io non ho più nulla da dirti!” fece Hakkai voltandogli le spalle e tornando a dedicarsi senza problemi allo sterminio.

 

L’ultimo demone venne polverizzato dalla pistola di Sanzo che soddisfatto esclamò: “Questo era l’ultimo! – poi si voltò verso Gojo e Hakkai colpendoli entrambi con l’harisen (anche Hakkai???? Scandalo) – Stupidi! La prossima volta che vi comporterete così superficialmente sarò io ad uccidervi!” era davvero furibondo e il motivo era semplice e anche i due amanti in lite lo compresero. Infatti voltarono lo sguardo su Goku, che come al solito non aveva capito nulla.

“tsk!” pronunciò Sanzo voltando loro le spalle e avvicinandosi al demone scimmia.

“Stai bene?” gli chiese nascondendo ancora una volta l’affetto dietro la freddezza.

“Sì, è solo un graffio!” affermò l’altro.

“Tsk! Adesso andiamocene, non ho voglia di perdere altro tempo!” e precedette gli altri sulla jeep tornando a leggere il giornale. Sentiva una rabbia profonda contorcergli le interiora. Per un attimo aveva visto Goku in difficoltà. Se lo avesse perso… se lo avesse perso per colpa di quei due stupidi li avrebbe uccisi senza pensarci due volte e poi avrebbe ucciso se stesso, e al diavolo tutto il resto. La scimmia era sua… e lui era della scimmia, pensò in un secondo momento trattenendo un dolce sorriso.

Hakkai si rimise pazientemente al volante e in un mormorio sommesso, udibile solo da Sanzo disse: “Scusami!” sollevò lo sguardo per incontrare gli occhi viola del monaco che lo guardò con biasimo. In fondo la colpa di quella situazione era tutta di Gojo! Se solo quel kappa avesse imparato a stare al posto proprio.

 

Goku sentiva freddo, ma in realtà quella era una giornata caldissima, stava addirittura sudando. I muscoli divennero deboli e le braccia cominciarono a pesargli. Provò a pronunciare il nome di Sanzo, ma le sue labbra si mossero senza emettere alcun suono e un’improvvisa ed imprevedibile stanchezza lo assalì. Desiderava chiudere gli occhi, ma sapeva che doveva restare sveglio.

La sua piccola mano si aggrappò alla veste del bonzo che gli dava le spalle,stringendola con forza. Sanzo si voltò di scatto pronto a rimproverarlo, attirando così l’interesse anche degli altri due compagni di viaggio.

Rimase sconvolto da ciò vide. Non sia spettava di trovarsi davanti ad un Goku, pallido e sudato, nei cui occhi si leggeva chiaramente una supplica d’aiuto.

“Ferma la macchina!” ordinò ad Hakkai voltandosi per afferrare la scimmia e stringersela addosso. Goku si lasciò ricadere nell’abbracciò di Sanzo, incapace di proferire una sola parola, incapace di reggersi a sedere o altro. Sanzo lo chiamava a gran voce, ma lui non lo sentiva, vedeva solo le sue labbra muoversi, mentre un fischio assordante gli riempiva la testa.  Pensò che sarebbe stato davvero bello morire fra quelle braccia…

Gli occhi di Sanzo erano di un bellissimo color viola, ponderò mentre li guardava sotto l’effetto del veleno, peccato che adesso fossero tanto tristi… non gli piaceva vedere quegli occhi tristi… Sanzo doveva sorridere… sempre…

La mano che il bonzo reggeva nella propria scivolò lentamente via per ricadergli lungo il fianco. Gli occhi dorati del demone scimmia non lo guardavano più e il suo respiro… perché non riusciva a sentire il suo respiro???

“Go… Goku!!! – lo chiamò scuotendolo – Goku guardami! Goku” ma la scimmia non gli mostrò i suoi occhi dorati nei quali il monaco adorava perdersi. Rimase accasciato fra le sue braccia, immobile… freddo… morto?




Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions