DISCLAMERS: Hana e Ru non
sono miei come del resto gli altri personaggi di Slam Dunk, purtroppo sono
degli aventi diritto.
DEDICHE E RINGRAZIAMENTI: A Leyla per il suo compleanno e a
tutti quelli trovano piacevole questa storia.
Questo
capitolo di fic è dedicato anche ad Urd…per il suo compleanno…avrei
voluto scriverti qualcosa tutto per te ma non avrei saputo cosa, e, poi
ultimamente con le one shot…facci un po’ a pugni. So che apprezzi questa
fic per cui eccoti il penultimo capitolo. Spero ti possa piacere.
Spero che
questa giornata per te possa essere eccezionale. Ti mando un bacione
grandissimo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Denise
NOTE: Questa è una fic senza
grosse pretese, non è molto originale e un po’ frettolosa. Dovrebbe essere
solo dolce e romantica anche se…spero di evitare il melenso. Mal che vada
ricordatevi che non ho i soldi per pagare a tutti le dentiere nuove per
cui….non avetecela con me. Avevo bisogno di una fic così per arieggiare il
cervello in questo periodo assai duro per me e poter riprendere le altre
fic che ho in ballo con maggiore slancio, so che non è bellissima e non è
neanche scritta bene ma spero che a qualcuno piacerà. Se proprio dovesse
disgustarvi ditemelo subito che così eviterò di postare il resto dei
capitoli anche se per me li scriverei lo stesso. Un bacione. Se potete
commentate. Ise
NOTE2: Ormai i personaggi sono partiti per la tangente fanno quello
che vogliono per cui risulteranno OOC per alcune di voi e mi dispiace
moltissimo. Faccio mea culpa. Ise
La coppia
perfetta?
parte
IX
di Ise
MERCOLEDI’
Il mattino dopo gli
studenti del liceo Shohoku poterono assistere ad uno spettacolo che aveva
dell’incredibile. Hanamichi Sakuragi, il re dei rimbalzi, il teppista più
temuto all’interno della scolaresca anche se ora aveva cambiato vita e
giocava a basket stava aspettando qualcuno appoggiato al cancello
dell’entrata della scuola.
Fin qui non ci sarebbe
stato niente di male ma l’incredibile derivava da chi aspettava…ovvero Kaede
Rukawa, l’asso della squadra di basket del liceo se non che l’idolo delle
ragazze dell’intera scuola. E non l’aspettava per ammazzarlo di botte ma
bensì per passare un po’ di tempo con lui prima delle lezioni.
I rapporti fra i due
giovani da quando si erano conosciuti erano sempre stati tesi. Si odiavano a
morte e senza nasconderlo. Il rossino non poteva soffrire Rukawa perché
aveva l’attenzione della ragazza che diceva di amare, mentre il moretto non
sopportava Sakuragi perché da subito anche se gli altri lo ridicolizzavano
perché non sapeva giocare lui aveva subodorato nel rossino un temibile
avversario.
Per molto tempo le loro
beghe erano state all’ordine del giorno in palestra ed anche fuori per i
corridoi della scuola. Non passava giorno in cui i due non si azzuffassero
aiutati anche dalla loro indole combattiva ed attaccabrighe.
I loro caratteri
apparivano come quanto di più diverso ci fosse. L’uno freddo e staccato,
l’altro caldo e megalomane.
Tutti avevano perso la
speranza di vederli andare d’accordo anche perché tutto sommato era
divertente vederli litigare. Le loro zuffe infuocate, i loro insulti
reciproci, il loro modo strafottente di comportarsi riempiva le giornate
degli studenti dello Shohoku.
Eppure…era bastato che
uscissero insieme qualche volta, che un programma stabilisse che loro due
erano la coppia perfetta (cosa a cui nessuno dei loro compagni aveva creduto
anche se con i diretti interessati ci scherzavano su) ed i due si erano
rivelati più simili di quello che si poteva pensare.
Si erano accorti di andare
molto d’accordo. Si erano accorti che era piacevole passare del tempo
insieme. Si erano accorti che sotto, sotto si volevano bene, che erano più
simili di quello che sembrava. E, poi…si erano pure resi conto di essere
attratti l’uno dall’altro anche fisicamente.
Avevano combattuto una
lotta contro se stessi, facendo pressione sul loro raziocinio per non darla
vinta ai loro cuori che li spingevano a stare insieme. Loro non potevano
essere la coppia perfetta, loro dovevano odiarsi ma poi….
….si erano lasciati
sconfiggere dall’entità del sentimento che aveva cominciato ad unirli. Ed
ora sia Hanamichi che aspettava che Kaede che stava arrivando erano pronti
alla resa dei conti. Erano pronti a chiarire quello che avevano dentro il
loro cuore.
Tuttavia entrambi sapevano
che a scuola sarebbe stato pressoché impossibile parlare e dire quello che
provavano. Non avevano nessuna intenzione di dare spettacolo davanti a
tutti. I loro sentimenti appartenevano solo a loro due, non erano qualcosa
di cui gli altri potessero avere voce in capitolo. Per parlare, per
chiarirsi, per dichiararsi dovevano rimanere da soli da qualche parte
lontano da occhi indiscreti.
Ed in effetti Hanamichi
aspettava il volpino non per parlargli circa la sua decisione della notte
prima ma solo per poterlo vedere. Solo per poter passare qualche minuto con
lui anche prima dell’inizio delle lezioni.
Ormai quello che provava
per il compagno gli era certo. Lo amava e da sempre, dal primo momento che
si erano incontrati sul terrazzo della scuola. Solo che lui era stato tanto
orgoglioso ed idiota da non rendersene conto. Aveva sempre desiderato una
vita normale ed allora si era nascosto dietro delle illusioni che avevano un
solo nome Haruko.
Non l’aveva mai amata, gli
piaceva ma solo come amica perché il suo cuore apparteneva già a quella
volpe gelida che nelle difficoltà aveva sempre trovato il modo di farlo
reagire. Ora capiva perché gli facevano più male gli insulti della volpe che
quelli di chiunque altro, ora capiva perché saltava su ogni volta che la
volpe era circondata da degli ammiratori era gelosia, ora capiva perché
quando l’altro parlava anche solo per fargli capire i suoi sbagli, lui si
alzava subito in piedi pronto a fargli vedere chi era il migliore. Voleva
essergli superiore per essere degno di lui e questo solo perché lo amava.
Finalmente aveva fatto chiarezza in lui ed era pronto a rimettersi in gioco
per stare con l’altro. Lo voleva avere vicino, voleva condividere la sua
vita con lui. Lo amava alla follia. Ed era grato a tutte quelle persone in
primis Iria che glielo avevano fatto capire.
Ora era pronto a dare
libero sfogo ai suoi sentimenti. Era pronto ad ammettere che lui e la volpe
potavano benissimo diventare una coppia. Anzi sperava in cuor suo che pure
il volpino provasse le stesse cose per lui, così finalmente entrambi
avrebbero trovato qualcuno d’amare con tutto il cuore.
E se
Kaede in quella notte avesse capito che non l’amava cosa avrebbe fatto?
Non
voleva pensarci. Rukawa doveva amarlo altrimenti per quale motivo ieri aveva
provato l’impulso di baciarlo?
Questi erano i pensieri della testa rossa prima che il suo sguardo cadesse
sul ragazzo dai capelli neri e la pelle diafana che stava arrivando a scuola
a piedi.
Il
suo sguardo s’incontrò con quello di Kaede ed allora gli ultimi dubbi sui
sentimenti dell’altro si dissiparono lasciando spazio alla vera felicità.
Rukawa quel giorno aveva
deciso di partire presto da casa in modo da arrivare a scuola per tempo.
Aveva riflettuto tutta la notte ed aveva capito cosa lo legava ad Hanamichi
e, quindi, voleva il prima possibile raggiungere il compagno per sapere se
anche l’altro provava la stessa cosa.
Purtroppo però troppo
preso dall’aspettativa del nuovo incontro con il rossino la sua testa era
volata per lidi lontani ed aveva finito con il dimenticare a casa la
cartella. Se n’era accorto alla stazione della metropolitana ed era dovuto
tornare indietro a prenderla. In questo modo, però, tutto il suo anticipo
era andato a farsi benedire e lui si era stra maledetto.
Aveva corso tentando di
guadagnare un po’ di tempo, desiderava così tanto rivedere il suo do’aho e
voleva farlo il prima possibile ma purtroppo era riuscito ad arrivare a
scuola solo qualche minuto prima del suono della campanella che decretava
l’inizio delle lezioni.
Strada facendo aveva avuto
modo di pensare alla notte appena trascorsa che era stata piena di
rivelazioni. Aveva finalmente fatto luce sui suoi sentimenti a lungo celati
ed aveva scoperto di essere follemente ed inesorabilmente innamorato di
Sakuragi. Era innamorato del suo carattere forte, e deciso, della sua voglia
di vivere. Era innamorato del suo modo di essere, della sua tenacia, della
sua capacità di non arrendersi mai. Ed era innamorato pure dell’involucro
che ricopriva tutti quei pregi. Amava i suoi capelli rossi, amava i suoi
caldi occhi nocciola, amava il suo sorriso che quando non era sbruffone era
davvero intenso, amava….tutto di lui.
Ebbene sì, finalmente
Kaede Rukawa era entrato nell’età dei sentimenti e lo aveva fatto
innamorandosi della persona più meravigliosa che conoscesse, non poteva
essere altrimenti.
Kaede non avrebbe mai
accettato di innamorarsi di una persona comune, per lui voleva solo il
meglio ed il rossino lo era.
Era un talento naturale
per lo sport che amava e, quindi, insieme avrebbero potuto fare faville in
questo campo.
Ed, inoltre, con il suo
carattere forte e deciso riusciva a tenergli testa. Lui odiava le persone
pusillanime che si abbattevano alla prima difficoltà ed invece il rossino
era il re delle riprese lampo. Se si abbatteva si riprendeva dopo poco e
questo era uno dei suoi più grandi pregi.
Poi, Hanamichi aveva anche
una grande determinazione, con lui avrebbe potuto raggiungere qualunque
obiettivo perché sapeva di potersi fidare.
Lui e Sakuragi erano sul
serio destinati a stare insieme, non poteva essere altrimenti. Ormai tutto
gli era chiaro. I loro caratteri anche se sembravano opposti in verità erano
le due facce della stessa medaglia. Erano le due metà di un insieme che dava
la perfezione.
Kaede era esaltato come
non mai. Il suo volto era impassibile ma dentro di se era al settimo cielo.
Finalmente aveva trovato
qualcuno con cui condividere tutto, finalmente aveva trovato il suo sole.
L’astro lucente che era riuscito a scaldare anche un signore dei ghiacci del
suo calibro.
Era così felice di provare
quelle sensazioni ed era contentissimo di essere riuscito finalmente a dare
un nome alla strana agitazione che lo assaliva quando pensava al rossino.
Lo aveva amato dal primo
momento che lo aveva visto solo che non se n’era reso conto. Era per questo
che aveva sempre tentato in tutti i modi di aiutarlo quando entrava in
crisi. Lo spingeva ad agire con il sarcasmo perché voleva che l’altro non si
abbattesse e lo faceva perché gli voleva già da allora molto bene.
Ed anche per Hanamichi non
poteva che essere la stessa cosa. Anche il suo do’aho non poteva che
amarlo…ne era sicuro, anche perché se no che senso avrebbe avuto per lui
trovare l’amore se poi l’altro non lo voleva? Non poteva accettarlo.
Quella notte anche il
rossino doveva essere arrivato alle sue medesime conclusione. Loro due si
amavano ed erano fatti l’uno per l’altro.
Non accettava un rifiuto
da parte di Sakuragi…lui doveva essere suo.
Con quella affermazione di
possesso finalmente il volpino riuscì ad arrivare a scuola.
E quando vide la sagoma di
Hanamichi ferma sul cancello in attesa di qualcuno, quando vide il suo volto
alzarsi e volgere il suo sguardo su di lui attraverso i suoi occhi capì
quello che gli serviva. Il resto non contava più…per chiarire i loro
sentimenti anche con le parole ci sarebbe stato tempo dopo, quando lontani
dalla scolaresca che li guardava in cerca di indizi su come andava il loro
rapporto sarebbero stati liberi di sfogare i loro sentimenti senza paura che
venissero contaminati da terze persone.
Ora per entrambi
l’importante era sapere che i loro cuori erano uniti, e visto quanto
luminosi erano i loro occhi mentre si fissavano non c’erano dubbi in
proposito.
I due giovani
s’incontrarono davanti al cancello della scuola e si salutarono un po’
imbarazzati ma felici.
“Ciao Kaede”
“Ciao Hanamichi”
Non dissero altro ma si
mossero all’unisono per entrare a scuola.
Camminarono appaiati
mentre le loro mani si sfioravano dolcemente. A quei tocchi brividi di
piacere attraversarono il loro corpo. Erano così eccitati.
Raggiunsero la classe di
Sakuragi giusto per sentir suonare la campanella. Dovettero separarsi per
le lezioni ma si salutarono con un caldo sorriso. Pure il volpino sorrise.
Dopo tutto doveva pur dimostrare al suo Hanamichi quanto tenesse a lui no?
Per tutto il periodo delle
lezioni i due ragazzi ebbero la testa tra le nuvole. Non ascoltarono
minimamente ciò che avevano da dire i professori.
Il rossino guardava fuori
dalla finestra con un espressione beota stampata sul volto. Pensava a quello
che lui e la volpe avrebbero potuto fare da ora in poi. Pensava ai loro
futuri appuntamenti. Tentava di capire dove potevano andare per divertirsi.
Tentava di capire come sarebbe stata la sua vita d’ora in poi e la vedeva
tutta rosea. Era molto felice.
Il volpino, invece, aveva
appoggiato la testa sul banco come al solito ma non dormiva. Anche lui
pensava al suo Hanamichi. Sognava il loro primo bacio, chissà quali
sensazioni avrebbe provato? Tentava di immaginare quale consistenza aveva la
sua pelle al tocco, tentava di capire cosa avrebbe provato la prima volta
che fossero diventati una sola cosa. Era così estasiato.
Sia durante l’intervallo
per la merenda sia per quello del pranzo i due giovani al suono della
campanella saltarono su in piedi come se fossero stati morsi da una
tarantola, si precipitarono fuori dalla porta dell’aula per raggiungere il
compagno e finirono con il ritrovarsi a metà strada.
Dopo di che insieme si
diressero sul tetto della scuola dove seduti appaiati si crogiolarono della
loro presenza senza parlare di qualcosa in particolare.
L’importante non era il
contenuto delle loro frasi per ora, l’importante era sentire il timbro della
voce dell’altro, perdersi nei suoi occhi, sentire di far parte di qualcosa
di importante che comprendeva anche l’altro.
Tutta la scolaresca aveva
capito che fra il rossino ed il moretto era successo qualcosa. Il loro modo
di guardarsi, il loro modo di cercarsi, di comportarsi quando stavano
insieme non dava addito a dubbi. Quei due si erano innamorati. Ed, allora,
gli studenti del liceo Shohoku cominciarono a pedinare i due per vedere se
si sarebbero scoperti del tutto. Volevano assistere ad un bacio fra i due da
portare come prova ad Iria circa il risultato positivo del suo esperimento
ma ciò non accadde. Non avevano capito che per Hanamichi e Kaede quel giorno
non erano importanti i gesti vistosi degli innamorati, non era importante
dare spettacolo nella scuola, non era importante dare ragione alla
dottoressa Susuki, era importante solo stare insieme.
Mito ed il resto del
gruppo di Hanamichi per un po’ fecero finta di niente, anche se avevano
capito cosa passava per la testa del loro amico. Poi, però decisero di
agire.
Andarono nella terrazza
della scuola e si sedettero con i due innamorati per qualche tempo. Stettero
con loro per far loro capire che avevano accettato la loro storia, che la
consideravano naturale e che avrebbero voluto fosse vissuta anche
all’interno del gundan.
Rukawa e Sakuragi
capirono quell’intromissione ed in modo naturale l’accettarono.
Hanamichi fino a quando il
gundan rimase con loro scherzò con i suoi amici come al solito. Si
beffeggiarono allegramente, si presero in giro in modo bonario, si
divertirono a loro modo e finsero pure di litigare al che come d’abitudine
Takamiya cominciò a rotolare per scappare dalle capocciate del rossino.
Rukawa ascoltò tutti quei
scherzi in silenzio. Non sorrideva ma aveva gli occhi che scintillavano di
felicità.
Era contento di essersi
innamorato di un ragazzo allegro ed imprevedibile. In questo modo la sua
vita sarebbe sempre stata colma di risate ed allegria, cose che a lui erano
mancate per tanti anni.
Quando suonò la campanella
per l’inizio delle lezioni del pomeriggio, i due ragazzi scesero le scale
del terrazzo della scuola insieme. Il Gundan se ne era andato poco prima per
permettere loro di passare gli ultimi minuti in tranquillità.
Quando furono sul
pianerottolo che dava alle classi prime delle superiori s’imbatterono nelle
leader del fan club di Rukawa. Le tre ragazze fissarono i loro occhi
malevoli sul rossino congelandolo con lo sguardo. Lui d’istinto si
ritrasse, sembravano delle belve intenzionato a sbranarlo.
Le tre ragazze, poi,
dissero “Rukawa, tu non puoi stare insieme con questo ragazzo! Tu sei troppo
bello, lui invece…”
Kaede non permise loro di
continuare. Le guardò in cagnesco minacciandole con lo sguardo, sembrava
voler dire loro che se parlavano ancora potevano considerarsi morte, poi
senza una parola prese per mano il rossino e lo spinse in avanti. Le passò
stretto a Sakuragi senza più considerarle come a significare che non le
riteneva nemmeno degne di un po’ di considerazione visto come avevano
trattato Hanamichi….ed alle tre non rimase che piangere.
Il loro idolo stava
insieme con il rossino, com’era possibile? La vita per loro non aveva più
senso. Come poteva essere successa una cosa del genere? Era assurdo.
Sbraitarono e
singhiozzarono a lungo invadendo con i loro singulti l’intera scolaresca.
Gli altri studenti dovettero mettersi i tappi per proteggersi da tali
ultrasuoni mentre i professori tentavano inutilmente di calmarle.
La dottoressa Suzuki non
si fece vedere per tutto il giorno ma in compenso aveva lasciato ad altri
l’incarico di avvertire Hanamichi e Rukawa circa quello che dovevano fare
quel giorno. Dovevano passare le lezioni in tutta tranquillità, fare quello
che più li soddisfaceva e durante gli allenamenti, invece, dovevano dar vita
ad un bel gioco di squadra. Fu Anzai a riferirlo a loro ed i due ragazzi di
dimostrarono subito euforici della situazione. Dopo aver giocato l’uno con
l’altro ieri nella sfida contro Sendo e Koshino beh….non avrebbero più
rinunciato neanche per tutto l’oro del mondo a giocare insieme.
La loro coordinazione, la
loro bravura nel giocare insieme stupì non poco i loro compagni di squadra.
Ormai era chiaro per tutti
che ciò che li legava influiva anche sul loro andamento sportivo. Ora che
avevano capito di volersi bene pure il loro gioco era più naturale.
Sarebbero diventati una coppia micidiale nel basket, nessuno avrebbe più
potuto fermarli.
Hanamichi metteva di suo
l’istinto e la potenza, Rukawa la tecnica e la precisione. Erano una squadra
unica ed imbattibile.
Akagi sorrise dentro si se
nel vedere questo. Allora sul serio lo Shohoku aveva la possibilità di
vincere il campionato nazionale invernale quest’anno. Era meraviglioso che
le due matricole più problematiche della sua squadra avessero deciso di
mettere a posto la testa e di mettersi insieme. Finalmente tutto era andato
al suo posto come doveva essere da tanto tempo.
Anzai, invece, sorrideva
bonario ai due giovani. Lui aveva sempre saputo che erano fatti l’uno per
l’altro.
Mitsui e Kogure
periodicamente guardavano il volpino ed il rossino e poi si voltavano verso
l’altro a guardarlo dolcemente negli occhi. Erano contentisimi che anche i
loro compagni di squadra fossero ora felici insieme.
Ayako e Ryota invece
stettero per tutti gli allenamenti in disparte a confabulare fra loro.
Il perché Hanamichi e
Kaede lo scoprirono solo alla fine degli allenamenti.
Il volpino ed il rossino
si erano divertiti a giocare come una squadra e grazie a questo la partita
amichevole che li aveva visti protagonisti l’aveva vinta la loro squadra.
Erano andati negli
spogliatoi ancora galvanizzati per la vittoria, si erano fatti una doccia
veloce tentando di non sbirciarsi più del dovuto e quando erano usciti si
erano trovati davanti Ayako tutta sorridente.
La ragazza li aveva
avvicinati ed allegra aveva parlato “Ragazzi. La dottoressa Susuki sta sera
per voi ha un nuovo programma. Dovete passare la serata in casa di Hanamichi
in modo da conoscervi meglio anche in un ambiente domestico. Io e Ryota
avremmo il compito di sorvegliarvi anche se visto come sono andate le cose
oggi non sarebbe necessario. Sono felice che finalmente abbiate deciso di
piegare l’orgoglio ed avete capito che siete fatti l’uno per l’altro”
Hanamichi arrossì. Era
inutile mentire con i propri compagni di squadra, va bene lui e Kaede non
avevano ancora parlato e quindi non erano ancora al 100% una coppia però era
inequivocabile che era amore quello che li legava. “Grazie” poi esclamò.
Il volpino invece si
limitò ad accennare un sorriso e dire “Hn”
“A questo punto” continuò
Ayako “Io e Ryota pensavamo di venire comunque da te Hanamichi per la
serata, mettiamo guardiamo un film a noleggio e dopo ce ne andiamo presto,
così potrete continuare la serata da soli come immagino desiderate. Vi va
bene?”
“Per me va bene. E per te
kitsune?” chiese il rossino.
“Ok. Basta che andate via
presto. Io ed Hanamichi dobbiamo ancora parlare e chiarire alcune cose”
rispose secco il volpino.
“Non preoccupatevi saremo
molto discreti. Io e Ryota veniamo solo per fare un piacere alla Susuki, per
documentarla un po’ meglio circa come stanno le cose fra voi, ma diremo solo
le cose che volete voi. Non voglio fare la pettegola” li rassicurò la
ragazza.
Dopo quelle parole ad
Hanamichi venne naturale una domanda visto che era molto curioso “Ma si può
sapere cosa ti ha promesso Iria visto che sei così determinata a farle un
piacere?”
“A Ryota ha promesso un
aiuto a scuola visto che non va molto bene mentre a me ha promesso di
mettere una buona parola per la mia partecipazione ad un corso universitario
sulle malattie ossee che si terrà quest’anno. Essendo una liceale non dovrei
parteciparvi ma se lei mi aiuta non dovrebbero esserci problemi”
“Ci tieni così tanto a
questo corso?” chiese Hanamichi stupito.
“Sì. Il mio sogno è
diventare un medico e curare gli sportivi per cui voglio che la mia
preparazione sia già buona da subito”
Fu il volpino a rispondere
a questa affermazione “E’ bello avere un sogno. In bocca al lupo per il tuo
futuro”
“Grazie” rispose Ayako.
“Bhe…allora che ne dite se
andiamo?” propose Hanamichi.
“Sarebbe una bella idea se
Ryota non fosse così lento a lavarsi dopo essersi allenato” disse la
manager.
“Che vuoi farci”
sghignazzò il rossino “Non è colpa sua se è nano e l’acqua ci mette una vita
a raggiungerlo”
“Bella questa” ridacchiò a
sua volta Ayako.
“Chi è che è nano?”
mormorò una voce dietro di loro.
“Tu” dichiarò il rossino.
“Nessuno” tentò di salvare
capra e cavoli la manager dello Shohoku.
“Io non sono nano capito?
Sarò anche basso ma non nano. E poi meglio piccoli e sodi che lunghi e
flocidi vero Ayako?” insinuò allora Ryota usando un doppio senso velatamente
sessuale.
Hanamichi arrossì per poi
urlare “Come osi?” quando capì appieno il senso nascosto della frase. Miyagi
aveva osato dire che lui era un’incapace a letto. Come aveva potuto? Era
ancora vergine e quindi l’altro non poteva sapere se sarebbe stato un amante
eccezionale o no.
“Oso. Dopo tutto tu non
esiti a prenderti gioco di me per via dell’altezza” sussurrò Ryota prima di
cominciare a ridere divertito.
Il rossino capì che
l’amico l’aveva preso in giro solo per gioco e non con cattive intenzioni
per cui lasciò scemare l’arrabbiatura e cominciò a ridere a sua volta.
Rukawa aveva assistito a
tutta la scena rimanendo in silenzio mentre Ayako aveva pure lei
cominciato a ridere.
Quando i ragazzi tornarono
seri s’incamminarono per la strada che li avrebbe portati a casa di
Hanamichi.
Strada facendo però si
fermarono in un mega store specializzato in noleggio di DVD e VHS.
Tutti furono d’accordo che
fosse Ayako a scegliere il film e quindi la ragazza entrò da sola nel
negozio.
Vi uscì sorridente
mostrando ciò che aveva noleggiato.
Era un DVD dalla
confezione sobria che conteneva un film che era stato un autentico successo
in Giappone l’anno prima. Era una storia d’amore struggente ricolma di
melassa.
I tre maschietti dopo aver
guardato la confezione, non riuscirono a trattenere un motto di disgusto.
Quei polpettoni romantici non erano proprio il loro genere di film. Ayako
però non si lasciò intimorire, quello era il film adatto per una serata
romantica per cui non ci pensava nemmeno ad andare a cambiarlo.
Sempre
prima di arrivare a casa i quattro giovani si fermarono in un negozio di
alimentari dove presero la cena per la serata. Cibi veloci e preconfezionati
da mangiare mentre si guarda la TV. Pizze, pop corn, bibite ecc.ecc.
Così equipaggiati
raggiunsero l’abitazione del rossino e la trovarono vuota. La madre di
Hanamichi era già andata a lavoro. Era un’infermiera e faceva il turno di
notte in ospedale e di solito partiva presto per essere lì in orario.
La casa del rossino era un
appartamento molto ampio. Aveva due camere da letto, due bagni, una cucina
ed un salottino. Il tutto, poi, era arredato con gusto. In quel posto si
respirava aria di casa e d’amore, quello che doveva unire Hanamichi e sua
madre.
Sakuragi fece gli onori di
casa facendo accomodare i suoi amici in salotto. Dopo di che andò in cucina
a scaldare i cibi precotti comprati.
Quando ebbe finito di
scaldarli ritornò in salotto e mise i cibi sul basso tavolino che era al
centro della stanza.
Rukawa si guardava intorno
imbarazzato, dunque quella era la casa del suo do’aho, da ora in poi era
sicuro che l’avrebbe vista spesso ma essendo la prima volta che la visitava
era un po’ teso. Tutto era così intimo lì dentro. Gli sembrava di conoscere
un’altra parte di Hanamichi, quella più nascosta, quella più intima e la
cosa lo rendeva inquieto. Sperava di essere all’altezza di quell’intimità,
non voleva perderlo.
Hanamichi da parte sua era
confuso. Sperava che la sua casa piacesse a Kaede. Non era bellissima però
era la sua e quindi faceva parte di lui. Se Rukawa la rifiutava, rifiutava
pure lui e non avrebbe mai superato quello shock.
Ayako e Ryota invece
sembravano a loro agio e tentarono di tranquillizzare anche gli altri due
con scarsi risultati.
Il clima rimase teso fino
a quando non iniziò il film.
All’inizio i tra
maschietti del gruppo lo guardarono annoiati. Ogni tanto sgranocchiavano
qualche pop corn per non cadere addormentati ma poi si lasciarono trascinare
dal sentimento che quella pellicola riusciva a trasmettere.
Ryota era seduto su una
poltrona ed Ayako gli era in braccio. I due ben presto cominciarono a
baciarsi e coccolarsi al ritmo delle scene d’amore presenti nella storia.
Hanamichi e Kaede, invece,
si erano accomodati sul divano e ben presto anche loro si lasciarono
conquistare dalle vicissitudini dei due protagonisti del film.
Quel film narrava la
storia d’amore di due giovani amanti che il destino sembrava intenzionato a
volere divisi. Per tutto il film i due giovani non facevano che incontrarsi
e venire divisi prima dalle famiglie, poi dalla guerra, ecc.ecc. Era di un
lirismo unico.
Tutto era molto triste ed
Hanamichi aveva gli occhi lucidi. Presto sentì la mano di Kaede poggiarsi
sulla sua e, poi, in modo naturale si ritrovarono abbracciati.
Ad un tratto mentre la
protagonista femminile del film piangeva disperata per l’ennesima
separazione dal suo amato ed il suo amante per consolarla l’abbracciava e
baciava passionalmente sulle labbra anche Hanamichi e Kaede si ritrovarono
quasi senza accorgersene ad unire le loro labbra.
E, dopo, per loro niente
più esistette.
Si baciarono a lungo con
passione divorandosi mentre le loro mani si accarezzavano lungo tutto il
loro corpo.
Si separarono, ritornarono
a guardare il film e poi ripresero a baciarsi.
Continuarono così fino a
quando l’abbraccio finale fra i due protagonisti del film non mise la parola
fine alla pellicola e l’incanto da favola che quella storia aveva creato si
ruppe riportando le due coppie al presente.
Per un po’ però Hanamichi
e Kaede rimasero ancora abbracciati crogiolandosi con la loro presenza. Si
erano scambiati il loro primo bacio ed era stato meraviglioso.
Fu Ayako a rovinare
l’incanto alzandosi. Lei e Ryota dovevano tornare a casa e salutarono i loro
compagni con un sorriso che voleva dire molte cose. Augurarono loro un in
bocca al lupo per il proseguo della serata e li rassicurarono dicendo che
avrebbero detto ad Iria solamente che ora andavano d’accordo e non quali
effusioni si erano scambiati, poi se ne andarono.
Kaede ed Hanamichi rimasti
da soli per un po’ si guardarono imbarazzati. Senza accorgersene avevano
dato libero sfogo al loro sentimento senza prima essersi chiariti a parole.
Ora, però, avrebbero dovuto parlare. Finalmente erano rimasti da soli. Era
giunto il momento di dare certezza assolutistica al loro rapporto.
Sakuragi stava per aprire
bocca quando…il telefono strillò.
Guardò l’apparecchio in
cagnesco, maledizione proprio ora qualcuno doveva scocciare?
Fissò lo sguardo sul
volpino che gli fece segno di rispondere.
Hanamichi lo fece “Pronto
chi è?”
La voce fresca di Iria gli
arrivò alle orecchie “Ciao Sakuragi. Sono la dottoressa Susuki”
“Buon giorno” disse
rispettoso il rossino chiedendosi cosa cavolo voleva quella tizia a quell’ora,
proprio nel momento in cui lui ed il volpino stavano per parlare circa il
loro rapporto.
“E’ lì con te Rukawa?”
chiese Iria.
“Sì” ammise il rossino
arrossendo.
“Questo telefono ha il
viva voce? Devo dire una cosa importantissima ad entrambi” continuò la
Susuki.
“Cos’ha da dirci? Metto il
viva voce. Un attimo” ed Hanamichi agì, mentre sussurrava a Rukawa “E’ la
Susuki vuole dirci qualcosa”
Quando ci fu il viva voce
la Susuki cominciò a parlare del suo esperimento, parlando di dati e
statistiche. Hanamichi e Kaede non sapevano doveva cavolo volesse andare a
parare, non ci capivano nulla delle sue parole.
Passò una buona mezz’ora
ed ancora Iria non si decideva ad arrivare al dunque così il rossino
esasperato pensò d’intervenire. “Senta dottoressa, non capisco cosa vuole
dirci. Può essere più chiara?”
“Ah
sì…mi dimentico sempre che voi siete solo degli studenti delle superiori,
comunque per farla in breve. Oggi ho controllato i calcoli che avevano
stabilito che eravate la coppia perfetta e mi sono accorta che sono
sbagliati” disse la dottoressa allegra.
“E cioè?” chiese perplesso
Rukawa “Cosa intende?”
“Ma come non ci arrivate?
E’ così palese. Se i dati erano sbagliati questo significa che voi non siete
la coppia perfetta” rispose Iria.
“Non è possibile” esclamò
Hanamichi “Lei ci aveva assicurato che il suo programma non poteva
sbagliare”
“Ed infatti non è stato il
mio programma a sbagliare ma….i dati inseriti erano sbagliati. Comunque vi
spiegherò meglio domani. Ho già avvertito i presidi delle scuole di questo
errore e quindi domani ci sarà una riunione speciale al palazzetto dello
sport con tutte le scolaresche, lì spiegherò dove c’è stato l’inghippo ed
annuncerò qual è la vera coppia perfetta”
“E noi?” chiese il rossino
un po’ scosso.
“Bhe..voi potete tornare a
fare quello che facevate prima del mio programma di appuntamenti. Continuate
ad odiarvi ed a litigare pure non è importante. Anche perché ho calcolato
comunque la vostra affinità con il mio programma, sapete visto che vi ho
obbligato ad uscire volevo sapere se c’era una speranza per voi ed il
risultato è stato che non potrete mai andare d’accordo. E’ stato assurdo
anche solo pensarlo”
A quelle parole i due
ragazzi rimasero gelati sul posto, non era possibile, come poteva dire una
cosa del genere? Loro due avevano scoperto di amarsi, cos’era quella storia
ora?
Iria scambiando il
silenzio per un non abbiamo più niente da dirci li salutò in fretta. Aveva
altre telefonate da fare e non poteva più perdere tempo con loro due, dato
che non erano più le cavie del suo esperimento non gli servivano più. Erano
solo due studenti normali. (Che bastarda che è questa Iria. N. di Ise)
Quando il telefono venne
agganciato le due matricole dello Shohoku si guardarono negli occhi. Ad
Hanamichi veniva da piangere. Iria non poteva che aver detto delle scemenze,
lui ed il volpino non erano incompatibili erano perfetti insieme. E se così
non fosse stato? Dopo tutto avevano scoperto di andare d’accordo dopo
l’esperimento, possibile che si fossero fatti influenzare senza accorgersene
dall’idea di essere la coppia perfetta?
Kaede sollevò un braccio
per appoggiare la mano sulla spalla del rossino per consolarlo. Aveva notato
i suoi occhi lucidi. A lui personalmente delle parole di Iria non gliene
importava niente, lui credeva solo in quello che provava ed il suo cuore gli
diceva di amare il rossino.
Sakuragi però allontanò da
se la sua mano.
Guardò il compagno
addolorato e con voce malferma disse “Ti prego Kaede potresti tornartene a
casa. Dopo le parole della dottoressa ho bisogno di riflettere un altro po’
da solo”
“Ma…” provò a dire Kaede
ma l’altro lo fermò.
“No! Ti prego non dirmi
niente. Lasciami pensare da solo. Ho bisogno di capire alcune cose”
Kaede avrebbe voluto
insistere ma capì dagli occhi feriti del rossino che non era il caso. Si
arrese e lo salutò “Ciao”. Dopo di che si diresse verso l’uscita, aprì la
porta, la richiuse dietro di se e con il cuore rivolto al rossino che era
dubbioso circa la veridicità del loro rapporto se ne tornò a casa.
FINE
MERCOLEDI’
Questo capitolo è venuto
fuori un po’ strano. E’ molto descrittivo e devo dire che non mi piace. Se
non altro però ho spiegato il perché del punto di domanda alla fine del
titolo. Eh eh eh. Ora non mi rimane che scrivere l’ultimo capitolo. Al
lavoro. Un bacio. Ise
L’ANGOLO DI
ISE
La fic è tratta da una puntata di Pelsia ovvero Evelyn
e la magia di un sogno d’amore.
A me come plot era piaciuta molto e ho voluto
sfruttarla per questa fic. Ovviamente ci saranno le dovute modifiche visto
che la trama io la sfrutto come piace a me seguendo la mia sensibilità.
Spero che un po’ questa fic vi piaccia. Alla prossima. Un bacione.
Denise.
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