DISCLAMERS: Hana e Ru non sono miei come del resto gli altri personaggi di Slam Dunk, purtroppo sono degli aventi diritto.

DEDICHE E RINGRAZIAMENTI: A Leyla per il suo compleanno e a tutti quelli trovano piacevole questa storia.

NOTE: Questa è una fic senza grosse pretese, non è molto originale e un po’ frettolosa. Dovrebbe essere solo dolce e romantica anche se…spero di evitare il melenso. Mal che vada ricordatevi che non ho i soldi per pagare a tutti le dentiere nuove per cui….non avetecela con me. Avevo bisogno di una fic così per arieggiare il cervello in questo periodo assai duro per me e poter riprendere le altre fic che ho in ballo con maggiore slancio, so che non è bellissima e non è neanche scritta bene ma spero che a qualcuno piacerà. Se proprio dovesse disgustarvi ditemelo subito che così eviterò di postare il resto dei capitoli anche se per me li scriverei lo stesso. Un bacione. Se potete commentate. Ise

NOTE2: Ormai i personaggi sono partiti per la tangente fanno quello che vogliono per cui risulteranno OOC per alcune di voi e mi dispiace moltissimo. Faccio mea culpa. Ise



 


La coppia perfetta?

parte VI

di Ise

 

MARTEDI – 1° PARTE

Il nuovo giorno si aprì su Kanagawa portando con se molta routine ma anche tante novità all’interno dell’Istituto Shohoku. Le lezioni si svolsero come al solito tra spiegazioni, interrogazioni e compiti in classe. Tutti gli studenti tentavano di stare attenti ricacciando indietro la noia e concentrandosi sulle novità relative all’esperimento di Iria, l’unica cosa che riusciva a catalizzare l’attenzione generale in ogni momento. Tutti erano troppo curiosi di sapere come stavano andando le cose tra Rukawa e Sakuragi, erano o non erano la coppia perfetta? Ormai visto che erano trascorsi due giorni dall’inizio dei loro appuntamenti e non si erano ancora ammazzati la loro curiosità doveva cominciare ad essere soddisfatta.

Le due cavie dell’esperimento, com’era successo il giorno prima, diventarono il bersaglio degli sguardi di tutti i loro compagni di scuola ma stavolta nessuno dei due sembrò farne caso. Anzi, sia Kaede che Hanamichi s’arrischiavano a salutarsi quando le loro strade s’incontravano lungo il corridoio delle classi prime o lungo le scale che portavano in bagno. Avevano capito che non valeva la pena nascondere quello che in quei giorni stava nascendo fra loro, ancora dubitavano che avrebbero formato la coppia perfetta ma se potevano diventare se non altro amici per quale motivo dovevano tirarsi indietro?

Nuove illazioni nacquero fra gli studenti fomentate da quei saluti appena accennati, c’era chi dichiarava di aver visto i due giovani chiusi in bagno mentre si baciavano, chi diceva che le due matricole della squadra di basket erano arrivati insieme in ritardo a scuola quella mattina con i capelli e vestiti tutti in disordine, chi dichiarava di aver sentito degli strani gemiti provenire dallo sgabuzzino. Insomma per molti studenti il rossino e il volpino ormai stavano già insieme e con il resto della scolaresca fingevano un certo formalismo solo per non scandalizzarli. Per altri studenti (quelli che più ragionavano con la testa), invece, i due ragazzi avevano fatto solo una tregua e uscendo insieme si erano accorti che tutto sommato l’altro non era poi così malaccio ed in quell’esatto istante erano nella fase diventiamo amici o no? Era per questo che avevano cominciato a salutarsi e non tentavano di azzannarsi alla gola ogni volta che s’incontravano. I membri del Rukawa fan club nella figura delle loro tre leader, invece, continuavano ad insistere circa il fatto che se Hanamichi e Kaede si comportavano in quel modo, non era perché c’era stato un cambio di sentimenti da parte del rossino e del volpino ma, bensì, perché i due erano stati ricattati dal loro grasso allenatore, se non si comportavano socialmente sarebbero stati buttati fuori dalla squadra di basket e visto che nessuno dei due se lo poteva permettere, si comportavano così “amichevolmente” per i loro standard per allontanare i sospetti, in verità si odiavano ancora a morte. La notizia secondo Ru, Ka e Wa era stata autenticata da una fonte vicina alla squadra di basket che però le tre non avevano voluto divulgare.

Le chiacchiere per tutta la mattina si moltiplicarono e si rincorsero. Tutti avevano qualcosa di dire, la propria teoria da fare, il proprio punto di vista da annunciare. Nessuno si tirava indietro, facilitati anche dal silenzio in cui erano caduti i protagonisti dei loro argomenti. Un po’ gli studenti dello Shohoku erano delusi da quell’atteggiamento da parte dei due ragazzi, sarebbe stato più divertente se i due avessero provato con decisione a bloccare le chiacchiere sul nascere, attizzando in quel modo ancora maggiormente la loro fantasia, di solito infatti chi nega con forza ha qualcosa da nascondere,  ma d’altronde con il loro silenzio era più facile parlare senza essere disturbati.

Kaede come era già successo il giorno prima fingeva di non sentire quelle chiacchiere dormendo quando più poteva.

Per quanto riguardava il rossino, invece, anche se le sentiva e dentro di se avrebbe voluto far ingoiare i denti a tutti quelli che osavano parlare in maniera a volte esplicitamente hentai del rapporto che si stava instaurando tra lui e il suo “rivale”, tentava di rimanere calmo perché si rendeva conto che in casi come quello che stava vivendo, la migliore tecnica per non perdere la faccia e far passare in fretta le voci di corridoio fasulle che giravano, era quella di non fomentarle facendosi vedere arrabbiato. A lungo andare quegli stupidi si sarebbero stufati di inventare fandonie sui lui e Kaede e….a quel punto lui e il volpino sarebbero stati liberi di vivere la loro amicizia fiorente senza terze complicazioni.

Gli unici con cui Hanamichi si perse in chiacchiere furono i membri della sua armata. I ragazzi si erano riuniti tutti davanti alla porta della sua classe per sapere com’era finita la serata di ieri. Lui prima aveva fatto il prezioso, non gli andava di raccontare i fatti propri e, poi, aveva ceduto. Sul suo volto si era impresso un sorriso radioso mentre raccontava velocemente e con un certo imbarazzo come lui ed il volpino avevano preso a chiamarsi per nome.

Takamiya com’era nel suo carattere cominciò a ridacchiare, urlando ai quattro venti che ormai aveva quasi vinto la scommessa che aveva fatto con gli altri studenti dello Shohoku. Il rossino doveva soltanto resistere al fascino del volpino per altri due giorni, dopo di che lasciarsi andare ed in questo modo lo avrebbe fatto diventare un uomo ricco.

Sakuragi lo guardò sconvolto e perplesso mentre una vena vistosa gli pulsava sulla fronte. Gli si avvicinò di soppiatto gridando “Ma ancora non ti è bastata la lezione di ieri?”. Fece per mollargli una testata ma Takamiya fu più veloce cominciò a roteare sul pavimento facendo leva sulla sua stazza tonda.

Proprio in quel momento suonò la campanella che dava ufficialmente inizio alla scuola e Takamiya senza più fermarsi dal suo rotolamento salutò con una mano i compagni dirigendosi in classe. Il rossino decise di non seguire l’amico, non ne valeva la pena, se voleva picchiarlo lo avrebbe fatto dopo con più calma, mentre dal resto dell’armata nacquero delle risate sincere all’indirizzo dei loro compagni. Hanamichi cominciò a ridere a sua volta spinto dagli scrosci dei suoi amici e, così, di buon umore tutti si diressero nelle proprie classi a seguire le lezioni.

In quel clima di baraonda generale in cui nessuno stava attento a quello che dicevano i professori, le lezioni passarono in fretta e ben presto giunse la pausa pranzo.

Iria si presentò a scuola proprio in quel momento con il programma del giorno per Hanamichi e Kaede. Per la Suzuki era giunto il momento che i due giovani imparassero a convivere anche a scuola ed era per questo che avrebbero dovuto passare quell’ora di pausa scolastica insieme da soli sul terrazzo della scuola.

I due ragazzi non si rivelarono troppo sorpresi da quel progetto. Era inevitabile che prima o poi la dottoressa Suzuki li avrebbe spinti a conoscersi meglio anche dal punto di vista scolastico e non solo privato.

Tant’è, poi, che stare insieme in terrazzo non era che scombussolasse molto le loro abitudini di quell’orario. Il volpino infatti era abituato a dormire in terrazzo e il rossino a bighellonare con i suoi amici in corridoio, per una volta il primo poteva sforzarsi a rimanere sveglio un po’ di più del solito per controllare l’altro e il secondo poteva andare in terrazzo a bighellonare con Rukawa anche se quest’ultimo non era propriamente l’armata.

Si diressero verso il tetto della scuola insieme ad Iria con il loro pranzo. La dottoressa quando vi giunsero li salutò e andandosene chiuse la porta che dava sul terrazzo a chiave dicendo “Chiudo la porta perché nessuno vi disturbi, non ammazzatevi e divertitevi. Verrò ad aprirvi all’inizio delle lezioni del pomeriggio”

I due ragazzi mugugnarono qualcosa di incomprensibile. La Suzuki era proprio insopportabile nei suoi tentativi di comprovare il suo esperimento, adesso li metteva anche in gabbia sul terrazzo della scuola, stava davvero esagerando, però in fin dei conti se non li avesse obbligati ad uscire insieme beh….non sarebbero mai diventati “quasi” amici.

Kaede si sedette sul pavimento appoggiandosi al muro vicino alla porta ed Hanamichi lo seguì. Il moretto tirò fuori il suo cestino per il pranzo mentre il rossino cominciò a mangiare un panino che aveva comprato nella sala mensa.

Per un po’ consumarono il loro pranzo in silenzio beandosi dell’arietta fresca che tirava quel giorno e che passava in mezzo a loro scompigliando i loro capelli. Fu come al solito il rossino che ruppe il silenzio “Il tuo pranzo sembra molto buono. Te l’ha fatto tua madre?”

Il volpino finì con tutta calma di masticare uno dei wurstel a forma di polipo che condiva insieme a delle verdure varie il suo riso bollito prima di rispondere “No, cucino da me”

“Davvero?” chiese sorpreso Sakuragi.

“Hn” asserì l’altro “Stando per molto tempo da solo a casa bhe…ho dovuto imparare ben presto a cucinare”

“Capisco” affermò Hanamichi che prosciugò il suo panino alla velocità della luce e ne tirò fuori un altro, infatti di solito ne mangiava tre per soddisfare la sua fame. I suoi occhi come in trance però erano fissi sulle mani del volpino che portava alla bocca un po’ di riso con del cetriolo. Avrebbe tanto voluto assaggiare quel cibo ma non sapeva come chiederlo all’altro. Aveva una certa acquolina in bocca per quel riso. Dopo tutto  lui amava mangiare.

Sospirò mentre dava un morso al secondo panino e Kaede s’accorse che c’era qualcosa che non andava.

Il volpino sentì su di se gli occhi bramosi del compagno e lo guardò. S’accorse subito dove lo sguardo del compagno finiva anche se il rossino imbarazzato aveva immediatamente abbassato lo sguardo per non dover dare spiegazioni.

Il moretto si schiarì la voce e con fare neutro e un po’ non curante chiese “Vuoi assaggiare?” e gli porse il polipo.

Il rossino non se lo fece dire due volte. Aprì la bocca e si fece imboccare. Nessuno dei due fece caso a quanto intimo era quel gesto, il tutto fu fatto solo con naturalezza ed ingenuità.

Sakuragi chiuse gli occhi e masticò il polipo gustandolo appieno. Era davvero buono e lo disse “E’ squisito! Ma sei sicuro di aver cucinato tu, non è che mi hai raccontato una bugia”

“Io non mento mai” dichiarò la volpe con sguardo glaciale “Se dico che cucino io, significa che cucino io”

“Ok! Non ti scaldare” disse il rossino portando le mani avanti “E’ solo che…non sono abituato a cibi così buoni cucinati in casa. Mia madre visto il lavoro che fa, ha sempre degli orari sbalzati e cucina raramente per me. Il cibo che di solito mangio è quello di qualche taverna di terza categoria oppure il pre-cucinato. Insomma non è che sia il massimo”

Il volpino guardò Sakuragi enigmatico e dopo s’arrischiò a fare un mezzo sorriso “Mi dispiace! Ma non potevi imparare a cucinare da solo? Mangeresti più sano”

Hanamichi arrossì non trovando una risposta adatta per rispondere, dopo tutto fino a qualche mese fa la sua unica ragione di vita era trovarsi una ragazza ed andare in giro senza una meta ed un perché con i suoi amici “Bhe…ecco….vedi….”

“Il dolce far niente era troppo allettante per te fino a poco tempo fa vero?” chiese sarcastico il volpino.

“Si” confermò Sakuragi “Ma…ora non è più così. Ho il basket, nuovi amici che condividono con me questa passione. Insomma sono 10.000 volte più felice di quei mesi in cui non facevo che ingozzarmi con i miei amici fino a tardi ed attaccar briga con chiunque mi capitasse a tiro e mi sembrava ce l’avesse con me. Comunque non fraintendere e questa è una cosa che deve rimanere fra noi, ho provato a cucinare qualche volta a casa per fare una sorpresa a mia madre, ma il cucinare è una cosa in cui il grande tensai ha dovuto proprio dare forfait. Non ci sono proprio portato”

“Capita!” dichiarò il volpino “Anch’io sono negato per alcune cose”

“E quali?” chiese curioso il rossino.

“Perché mai dovrei dirtele?” chiese enigmatico il volpino “Non mi va di darti un’arma di ricatto”

“Ma cosa dici? Ormai credo che un po’ amici lo siamo diventati no? E poi io ti ho detto una cosa su cui sono negato. Il grande genio s’è sprecato, adesso tocca allo stupido volpino. Così siamo pari”

Il volpino vista l’insistenza finì con il cedere e rivelò parlando velocemente perché si sentiva in imbarazzo a dire una cosa del genere “Non sono capace di nuotare. Mio padre e gli insegnanti di nuoto delle medie hanno provato innumerevoli volte ad insegnarmi, ma appena tocco l’acqua affondo. Non riesco proprio a stare a galla. Sono negato!”

Il rossino cominciò a ridere “Non ci posso credere. Uno sportivo come te che si lascia frenare dall’acqua. E’ assurdo. Se lo sapessero i ragazzi della squadra finiresti con il sembrare ridicolo”

“Ma è la verità, mi raccomando però eh non dirlo a nessuno. Me l’hai promesso”

“Non preoccuparti sarò muto come una tomba, ma un giorno di questi andiamo in piscina voglio proprio vederti alle prese con l’acqua”

“Scordatelo, io e gli ambienti acquatici abbiamo chiuso e poi non sfottere capito. Vorrei vedere te quanto sei bravo a nuotare”

“Io sono il tensai del nuoto e se viene con me in piscina te lo dimostrerò”

Il moretto guardò l’altro perplesso, prima di distendere il suo volto e concedere un mezzo assenso a quella proposta, che sorprese il rossino “Chi lo sa, forse un giorno. Però io non entro in acqua va bene?”

“Per il momento ti dico di si, ma quando saremo la, se verrai con me, ti convincerò ad entrare in acqua. T’insegnerò io a nuotare e vedrai che non potrai che imparare”

“Non credo proprio. Nessuno è mai riuscito nell’intento”

“Quel nessuno non era il tensai. Non c’è niente che non posso fare se mi metto d’impegno”

“Anche cucinare?”

“Perché no? Se trovo un insegnate bravo disposto ad insegnarmi”

“Vuoi uno scambio di favori? Io ti insegno a cucinare e tu a nuotare?”

“Se tu sei d’accordo?”

“Si può fare ma prima facciamo scadere questa settimana. Non voglio che qualcuno sappia di questi nostri progetti”

Il rossino sorrise “Sono d’accordo. Questi appuntamenti obbligati sono un po’ una forzatura anche se ci hanno permesso di conoscerci meglio. Preferirei poter fare quello che mi passa per la testa senza avere un programma prestabilito e delle persone che mi controllano ovunque vado”

“Idem” mugugnò il volpino trattenendo uno sbadiglio. Cominciava ad avere di nuovo sonno.

E così calò il silenzio che sta volta fu rotto dal volpino che chiese, per tentare di resistere al sonno incipiente che non gli dava tregua e che si era improvvisamente come sua consuetudine fatto vivo annebbiando i suoi sensi “E i panini della scuola come sono? Buoni?”

Hanamichi istintivamente tagliò un pezzo del panino che stava mangiando imbottito con un po’ di radicchio e una bistecca e lo porse al volpino che non facendoselo ripetere due volte lo afferrò con la bocca. Le sue labbra si posarono sulle dita che teneva il pezzo di pane per qualche secondo e una scarica elettrica attraversò i due ragazzi che arrossendo si separarono di scatto e tentarono di far finta di niente mantenendo un certo contegno.

“Buono” biascicò il volpino velocemente per cancellare la strana sensazione che lo aveva colto quando aveva sentito la pelle calda del rossino entrare in contatto con le sue labbra umide. Il panino era buono sul serio ma era per il suo sapore vero o per il suo gusto mischiato con il sale della pelle del rossino? Le sue percezioni in quel momento erano molto alterate.

“Mi fa piacere che ti piaccia” sorrise il rossino con ancora le gote arrossate. Sentiva le dita toccate dal volpino ardere, era una sensazione piacevole e disarmante. Tutto il suo io percettivo si era focalizzato su quel pezzo di pelle rendendolo estremamente sensibile. Sentiva la sudorazione abbondante delle dita, il battito del cuore che s'insinuava nelle vene, era sconcertato.

La loro piacevole conversazione amichevole finì in un silenzio imbarazzato mentre i loro occhi erano fissi sul pavimento. Nessuno dei due aveva il coraggio di guardare l'altro, anche se con la coda dell'occhio tentavano di capire la reazione del compagno a quel gesto.

Hanamichi fu quello che più risentì dell’accaduto, odiava non sentirsi all’altezza della situazione e in quel momento era così che stava, così dopo aver finito velocemente di mangiare il secondo panino si alzò in piedi per andare a guardare oltre il bordo della terrazza che dava sul cortile in cui gli altri studenti dello Shohoku mangiavano il loro pranzo.

Kaede lo lasciò fare ed intanto spulciava il suo pranzo. Improvvisamente anche il suo di solito squisito cibo aveva perso il suo gusto. Voleva di nuovo assaporare il sapore di prima oppure qualcosa di simile che poteva farlo crogiolare nel ricordo.

Fu quando Hanamichi prese in mano il terzo panino per mangiarlo che a Kaede venne un'idea. Appoggiò le bacchette che aveva usato fino a quel momento per mangiare e disse "Senti do'aho ti andrebbe di scambiarci quel che rimane del nostro pranzo per questo giorno?"

Il rossino si voltò verso il compagno "Come?"

"Si a te sarebbe piaciuto mangiare il mio di pranzo e a me andrebbe di assaggiare fino in fondo quel panino. Che ne dici?"

"Trovo sia una splendida idea" sorrise Sakuragi. Subito si risedette a fianco del moretto dimentico di quello che era successo pochi attimi prima. Aveva proprio voglia di mangiare un buon pranzo. Consegnò il panino a Rukawa e lui si prese il cestino per il pranzo. "Buon Appetito" esclamò dopo allegro.

Kaede affondò i denti sul panino e subito si accorse della differenza di sapore, era stata la pelle di Hanamichi in fin dei conti a renderlo più gustoso tuttavia se masticava lentamente riusciva ad immaginarsi quel retrogusto salato che lo aveva colpito particolarmente e aveva messo sotto sopra il suo cuore.

Hanamichi d'altra parte assaporò il cibo cucinato dal volpino di gusto. Il moretto era davvero bravo a cucinare, gli sarebbe piaciuto poter mangiare sempre cose così buone ogni giorno ma…questo significava che l'altro avrebbe dovuto sempre cucinare per lui ed era una cosa da fidanzatini e loro non lo erano. Certo che però gli sarebbe p... il suo cervello non finì quella frase perché era come esplorare una parte della sua anima che ancora gli era proibita. Si concentrò sul cibo e per un pò dimenticò tutto.

Finito di mangiare in silenzio, Rukawa decise che per quell'ora aveva parlato anche fin troppo (le sue corde vocali già gli dolevano, non era abituato a quegli sforzi) e che era giunto il momento di dormire. Senza avvertire il rossino si stiracchiò, tentò di trovare una posizione comoda e chiuse gli occhi. Nel giro di pochi istanti già ronfava ed inconsciamente il suo capo andò ad appoggiarsi alla spalla d Hanamichi che trasalì.

"Kitsune, che fai?"  sussurrò Sakuragi sorpreso. Poi, però le parole gli morirono in gola mentre s'accorgeva che il suo compagno si era addormentato. Rimase un attimo in contemplazione, non c'era nulla da nascondere, Rukawa era davvero bellissimo, ora lo poteva sul serio ammettere. Era di un fascino classico, freddo ed androgino che non poteva che mettere d'accordo chiunque lo incontrasse. Era il suo carattere  scostante e snob che poteva tutt'al più renderlo odioso ed antipatico quando lo si veniva a conoscere meglio ma....anche quel carattere così freddo in verità era soltanto una copertura, il vero Kaede aveva innumerevoli sfumature in lui e sapeva anche essere simpatico. Sorrise e sospirò. Appoggiò la testa su quella del moretto, chiuse gli occhi a sua volta per rilassarsi e così finì ben presto pure lui per addormentarsi.

Iria aprì la porta sul terrazzo qualche minuto prima che la campanella suonasse. Si avvicinò ai due giovani che ancora dormivano beatamente l'uno nelle braccia dell'altro e sorrise. Il suo esperimento stava già dando i suoi frutti ed era molto soddisfatta. La coppia perfetta si sarebbe formata e lei sarebbe entrata di diritto nell'olimpo degli scienziati che avevano fatto grande il mondo. Era euforica.

Con le mani scosse il rossino e il volpino per svegliarli, dovevano infatti andare a lezione. Non aveva però fatto i conti con il comportamento usuale del moretto quando veniva svegliato perché ad un certo punto si ritrovò a terra tutta dolorante con le mani su un occhio. Kaede si era svegliato male e l’aveva colpita senza rendersi conto di chi lo stava scuotendo.

Rukawa impassibile per nulla spiaciuto di quello che aveva fatto si rese conto, però, che per cortesia avrebbe dovuto almeno scusarsi con lei dato che Iria era una persona di un certo potere nella scuola in quel momento (non ci teneva ad essere buttato fuori dalla squadra di basket) e tentò di trovare le parole giuste da usare anche se non era facile.

Hanamichi intanto sghignazzava divertito. Tutto sommato quella dottoressa aveva avuto quello che le spettava.

Iria però bloccò il volpino prima che potesse dire niente “Non ti preoccupare ragazzo se mi hai colpito. E’ stato un riflesso incondizionato, lo so come succedono queste cose. Tant’è poi che ho studiato la tua scheda e sapevo a cosa andavo incontro svegliandoti. Sappi che per la scienza sono disposta ai peggiori sacrifici”

La donna si alzò in piedi e si sistemò meglio gli occhiali sul naso dato che erano caduti a penzoloni. Si riassettò un pochino e dopo allegra esclamò “Piuttosto voi due, come vanno le cose? Mi sembra che avete ingranato! Vi siete già scambiati il primo bacio?”

Il rossino avvampò e balbettò “Certo che no, perché mai dovrei baciare la volpe surgelata? Va bene, adesso tutto sommato i nostri rapporti sono civili, siamo diventati un po’ amici ma non ci amiamo e dubito che potremmo mai cominciare a farlo”

La dottoressa rise “Io sono convinta del contrario, ma non preoccupatevi c’è ancora tempo. Vedrete che presto ogni posto per voi diventerà luogo d’effusioni piuttosto accese”.

“Hn” fu l’unico commento del volpino mentre il rossino cominciava ad arrabbiarsi anche se era ancora l’imbarazzo principalmente a segnare le sue azioni “Dottoressa Suzuki, neanche lei può permettersi di fare tali insinuazioni. Il solo pensiero di poter ecco….si insomma…fare quelle cose con la volpe mi fa venire il volta stomaco”

“Si come no? Ed era per questo che dormivate tutti abbracciati? Ormai siete cotti!” dichiarò la Suzuki senza peli sulla lunga.

“Ci siamo addormentati in quella posizione solo perché eravamo stanchi” esclamò il rossino “E poi non eravamo abbracciati o almeno io non lo abbracciavo è stato lui a finirmi addosso nel sonno, io mi sono limitato ad accettare la situazione per non dar vita ad una nuova rissa. Tutti ci ricattano perché ci comportiamo bene l’uno con l’altro e non possiamo fare altrimenti”

“Si, si” asserì Iria con un tono che però intendeva –E io dovrei crederci?-, poi, senza più aggiungere altro circa l’atteggiamento dei due ragazzi per non accendere troppo gli animi disse “E’ ora che andiate in classe. Dopo di che Sakuragi stasera sarà Rukawa a mostrarti i suoi hobby e a farti conoscere i suoi amici anche se sono molto particolari”

Detto questo la Suzuki sparì inghiottita dalla porta e Hanamichi e Kaede dopo essersi fissati per qualche istante sconvolti dalla visita di quella mitraglietta umana, così convinta nei suoi mezzi da sragionare e parlare a raffica, si divisero per tornare in classe.

Il volpino e il rossino dopo quell’episodio si reincontrarono agli allenamenti. Lì si respirò la solita routine, fatta di litigi, proclamazioni di esaltazione, insulti. Le due matricole visto che non gli era stato chiesto di giocare di squadra fra di loro furono ancora molto egocentrici, non si passarono mai il pallone. Tuttavia non diedero vita a nessuna rissa vera e propria e se ne capitava l’occasione si rivolgevano l’uno all’altro civilmente chiamandosi per nome. Sia chi assisteva all’allenamento (molta gente), sia i compagni di squadra ne rimasero sorpresi ma i due interessati finsero che le loro occhiate non li toccassero. Erano andati in palestra per giocare e non per dare spettacolo. Prima o poi quegli stupidi che li guardavano si sarebbero stufati dei loro commentini scemi e occhiate incredule. Stavano diventando amici e allora?

Anche quel giorno, tuttavia, Anzai decretò la fine degli allenamenti molto presto e i due ragazzi dopo una doccia veloce s’incamminarono per raggiungere il luogo scelto da Rukawa per incontrare i “suoi” amici.

Il rossino stava pensando a dove cavolo lo avrebbe condotto il volpino e chi mai potessero essere questi amici particolari, quando sul cancello della scuola le due matricole si ritrovarono di fronte Haruko. La ragazza quel giorno, ancora scossa, aveva saltato le lezioni a scuola da quel che ne sapeva Hanamichi, ma allora che ci faceva li?

La Akagi quando vide il moretto e il rossino si avvicinò a loro e sorridendo dolcemente con la sua voce flebile disse “Hanamichi, potrei parlarti un attimo da sola, è una cosa importante”.

La ragazza non guardò in volto Rukawa nemmeno una volta, sembrava imbarazzata a parlare in quel modo davanti a lui.

Haruko fissò i suoi occhi grandi e un po’ tristi sul suo migliore amico e rimase in attesa della sua decisione.

Il volpino intanto guardava la ragazza duramente e stava quasi per dirle di andare a farsi un giro, che ieri aveva anche fin troppo ferito il rossino, quando Hanamichi sorridendo esclamò “Va bene. Kitsune aspettami qui. Ti raggiungo subito”

E così Haruko e Sakuragi si appartarono.

FINE MARTEDI – 1° PARTE

 

L’ANGOLO DI ISE

La fic è tratta da una puntata di Pelsia ovvero Evelyn e la magia di un sogno d’amore.

A me come plot era piaciuta molto e ho voluto sfruttarla per questa fic. Ovviamente ci saranno le dovute modifiche visto che la trama io la sfrutto come piace a me seguendo la mia sensibilità. Spero che un po’ questa fic vi piaccia. Alla prossima. Un bacione. Denise.






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