DISCLAMERS: Hana e Ru non
sono miei come del resto gli altri personaggi di Slam Dunk, purtroppo sono
degli aventi diritto.
DEDICHE E RINGRAZIAMENTI: A Leyla per il suo compleanno e a
tutti quelli trovano piacevole questa storia.
NOTE: Questa è una fic senza
grosse pretese, non è molto originale e un po’ frettolosa. Dovrebbe essere
solo dolce e romantica anche se…spero di evitare il melenso. Mal che vada
ricordatevi che non ho i soldi per pagare a tutti le dentiere nuove per
cui….non avetecela con me. Avevo bisogno di una fic così per arieggiare il
cervello in questo periodo assai duro per me e poter riprendere le altre
fic che ho in ballo con maggiore slancio, so che non è bellissima e non è
neanche scritta bene ma spero che a qualcuno piacerà. Se proprio dovesse
disgustarvi ditemelo subito che così eviterò di postare il resto dei
capitoli anche se per me li scriverei lo stesso. Un bacione. Se potete
commentate. Ise
NOTE2: Ormai i personaggi sono partiti per la tangente fanno quello
che vogliono per cui risulteranno OOC per alcune di voi e mi dispiace
moltissimo. Faccio mea culpa. Ise
La coppia
perfetta?
parte
VI
di Ise
MARTEDI
– 1° PARTE
Il nuovo giorno si aprì su Kanagawa portando con se molta
routine ma anche tante novità all’interno dell’Istituto Shohoku. Le lezioni
si svolsero come al solito tra spiegazioni, interrogazioni e compiti in
classe. Tutti gli studenti tentavano di stare attenti ricacciando indietro
la noia e concentrandosi sulle novità relative all’esperimento di Iria,
l’unica cosa che riusciva a catalizzare l’attenzione generale in ogni
momento. Tutti erano troppo curiosi di sapere come stavano andando le cose
tra Rukawa e Sakuragi, erano o non erano la coppia perfetta? Ormai visto che
erano trascorsi due giorni dall’inizio dei loro appuntamenti e non si erano
ancora ammazzati la loro curiosità doveva cominciare ad essere soddisfatta.
Le due cavie
dell’esperimento, com’era successo il giorno prima, diventarono il bersaglio
degli sguardi di tutti i loro compagni di scuola ma stavolta nessuno dei due
sembrò farne caso. Anzi, sia Kaede che Hanamichi s’arrischiavano a salutarsi
quando le loro strade s’incontravano lungo il corridoio delle classi prime o
lungo le scale che portavano in bagno. Avevano capito che non valeva la pena
nascondere quello che in quei giorni stava nascendo fra loro, ancora
dubitavano che avrebbero formato la coppia perfetta ma se potevano diventare
se non altro amici per quale motivo dovevano tirarsi indietro?
Nuove
illazioni nacquero fra gli studenti fomentate da quei saluti appena
accennati, c’era chi dichiarava di aver visto i due giovani chiusi in bagno
mentre si baciavano, chi diceva che le due matricole della squadra di basket
erano arrivati insieme in ritardo a scuola quella mattina con i capelli e
vestiti tutti in disordine, chi dichiarava di aver sentito degli strani
gemiti provenire dallo sgabuzzino. Insomma per molti studenti il rossino e
il volpino ormai stavano già insieme e con il resto della scolaresca
fingevano un certo formalismo solo per non scandalizzarli. Per altri
studenti (quelli che più ragionavano con la testa), invece, i due ragazzi
avevano fatto solo una tregua e uscendo insieme si erano accorti che tutto
sommato l’altro non era poi così malaccio ed in quell’esatto istante erano
nella fase diventiamo amici o no? Era per questo che avevano cominciato a
salutarsi e non tentavano di azzannarsi alla gola ogni volta che
s’incontravano. I membri del Rukawa fan club nella figura delle loro tre
leader, invece, continuavano ad insistere circa il fatto che se Hanamichi e
Kaede si comportavano in quel modo, non era perché c’era stato un cambio di
sentimenti da parte del rossino e del volpino ma, bensì, perché i due erano
stati ricattati dal loro grasso allenatore, se non si comportavano
socialmente sarebbero stati buttati fuori dalla squadra di basket e visto
che nessuno dei due se lo poteva permettere, si comportavano così
“amichevolmente” per i loro standard per allontanare i sospetti, in verità
si odiavano ancora a morte. La notizia secondo Ru, Ka e Wa era stata
autenticata da una fonte vicina alla squadra di basket che però le tre non
avevano voluto divulgare.
Le chiacchiere per tutta la mattina si moltiplicarono e si
rincorsero. Tutti avevano qualcosa di dire, la propria teoria da fare, il
proprio punto di vista da annunciare. Nessuno si tirava indietro, facilitati
anche dal silenzio in cui erano caduti i protagonisti dei loro argomenti. Un
po’ gli studenti dello Shohoku erano delusi da quell’atteggiamento da parte
dei due ragazzi, sarebbe stato più divertente se i due avessero provato con
decisione a bloccare le chiacchiere sul nascere, attizzando in quel modo
ancora maggiormente la loro fantasia, di solito infatti chi nega con forza
ha qualcosa da nascondere, ma d’altronde con il loro silenzio era più
facile parlare senza essere disturbati.
Kaede
come era già successo il giorno prima fingeva di non sentire quelle
chiacchiere dormendo quando più poteva.
Per quanto
riguardava il rossino, invece, anche se le sentiva e dentro di se avrebbe
voluto far ingoiare i denti a tutti quelli che osavano parlare in maniera a
volte esplicitamente hentai del rapporto che si stava instaurando tra lui e
il suo “rivale”, tentava di rimanere calmo perché si rendeva conto che in
casi come quello che stava vivendo, la migliore tecnica per non perdere la
faccia e far passare in fretta le voci di corridoio fasulle che giravano,
era quella di non fomentarle facendosi vedere arrabbiato. A lungo andare
quegli stupidi si sarebbero stufati di inventare fandonie sui lui e Kaede
e….a quel punto lui e il volpino sarebbero stati liberi di vivere la loro
amicizia fiorente senza terze complicazioni.
Gli unici con cui Hanamichi si perse in chiacchiere furono i
membri della sua armata. I ragazzi si erano riuniti tutti davanti alla porta
della sua classe per sapere com’era finita la serata di ieri. Lui prima
aveva fatto il prezioso, non gli andava di raccontare i fatti propri e, poi,
aveva ceduto. Sul suo volto si era impresso un sorriso radioso mentre
raccontava velocemente e con un certo imbarazzo come lui ed il volpino
avevano preso a chiamarsi per nome.
Takamiya com’era nel suo carattere
cominciò a ridacchiare, urlando ai quattro venti che ormai aveva quasi vinto la scommessa
che aveva fatto con gli altri studenti dello Shohoku. Il rossino doveva
soltanto resistere al fascino del volpino per altri due giorni, dopo di che
lasciarsi andare ed in questo modo lo avrebbe fatto diventare un uomo ricco.
Sakuragi lo guardò sconvolto e
perplesso mentre una vena vistosa gli pulsava sulla fronte. Gli si avvicinò
di soppiatto gridando “Ma ancora non ti è bastata la lezione di ieri?”. Fece
per mollargli una testata ma Takamiya fu più veloce cominciò a roteare sul
pavimento facendo leva sulla sua stazza tonda.
Proprio in
quel momento suonò la campanella che dava ufficialmente inizio alla scuola e
Takamiya senza più fermarsi dal suo rotolamento salutò con una mano i
compagni dirigendosi in classe. Il rossino decise di non seguire l’amico,
non ne valeva la pena, se voleva picchiarlo lo avrebbe fatto dopo con più
calma, mentre dal resto dell’armata nacquero delle risate sincere
all’indirizzo dei loro compagni. Hanamichi cominciò a ridere a sua volta
spinto dagli scrosci dei suoi amici e, così, di buon umore tutti si
diressero nelle proprie classi a seguire le lezioni.
In quel clima di baraonda generale in cui nessuno stava
attento a quello che dicevano i professori, le lezioni passarono in fretta e
ben presto giunse la pausa pranzo.
Iria si presentò a scuola proprio in quel momento con il
programma del giorno per Hanamichi e Kaede. Per la Suzuki era giunto il
momento che i due giovani imparassero a convivere anche a scuola ed era per
questo che avrebbero dovuto passare quell’ora di pausa scolastica insieme da
soli sul terrazzo della scuola.
I due ragazzi non si rivelarono troppo sorpresi da quel
progetto. Era inevitabile che prima o poi la dottoressa Suzuki li avrebbe
spinti a conoscersi meglio anche dal punto di vista scolastico e non solo
privato.
Tant’è,
poi, che stare insieme in terrazzo non era che scombussolasse molto le loro
abitudini di quell’orario. Il volpino infatti era abituato a dormire in
terrazzo e il rossino a bighellonare con i suoi amici in corridoio, per una
volta il primo poteva sforzarsi a rimanere sveglio un po’ di più del solito
per controllare l’altro e il secondo poteva andare in terrazzo a
bighellonare con Rukawa anche se quest’ultimo non era propriamente l’armata.
Si diressero
verso il tetto della scuola insieme ad Iria con il loro pranzo. La
dottoressa quando vi giunsero li salutò e andandosene chiuse la porta che
dava sul terrazzo a chiave dicendo “Chiudo la porta perché nessuno vi
disturbi, non ammazzatevi e divertitevi. Verrò ad aprirvi all’inizio delle
lezioni del pomeriggio”
I due
ragazzi mugugnarono qualcosa di incomprensibile. La Suzuki era proprio
insopportabile nei suoi tentativi di comprovare il suo esperimento, adesso
li metteva anche in gabbia sul terrazzo della scuola, stava davvero
esagerando, però in fin dei conti se non li avesse obbligati ad uscire
insieme beh….non sarebbero mai diventati “quasi” amici.
Kaede
si sedette sul pavimento appoggiandosi al muro vicino alla porta ed
Hanamichi lo seguì. Il moretto tirò fuori il suo cestino per il pranzo
mentre il rossino cominciò a mangiare un panino che aveva comprato nella
sala mensa.
Per un po’
consumarono il loro pranzo in silenzio beandosi dell’arietta fresca che
tirava quel giorno e che passava in mezzo a loro scompigliando i loro
capelli. Fu come al solito il rossino che ruppe il silenzio “Il tuo pranzo
sembra molto buono. Te l’ha fatto tua madre?”
Il volpino
finì con tutta calma di masticare uno dei wurstel a forma di polipo che
condiva insieme a delle verdure varie il suo riso bollito prima di
rispondere “No, cucino da me”
“Davvero?”
chiese sorpreso Sakuragi.
“Hn” asserì
l’altro “Stando per molto tempo da solo a casa bhe…ho dovuto imparare ben
presto a cucinare”
“Capisco”
affermò Hanamichi che prosciugò il suo panino alla velocità della luce e ne
tirò fuori un altro, infatti di solito ne mangiava tre per soddisfare la sua
fame. I suoi occhi come in trance però erano fissi sulle mani del volpino
che portava alla bocca un po’ di riso con del cetriolo. Avrebbe tanto voluto
assaggiare quel cibo ma non sapeva come chiederlo all’altro. Aveva una certa
acquolina in bocca per quel riso. Dopo tutto lui amava mangiare.
Sospirò
mentre dava un morso al secondo panino e Kaede s’accorse che c’era qualcosa
che non andava.
Il volpino
sentì su di se gli occhi bramosi del compagno e lo guardò. S’accorse subito
dove lo sguardo del compagno finiva anche se il rossino imbarazzato aveva
immediatamente abbassato lo sguardo per non dover dare spiegazioni.
Il moretto
si schiarì la voce e con fare neutro e un po’ non curante chiese “Vuoi
assaggiare?” e gli porse il polipo.
Il rossino
non se lo fece dire due volte. Aprì la bocca e si fece imboccare. Nessuno
dei due fece caso a quanto intimo era quel gesto, il tutto fu fatto solo con
naturalezza ed ingenuità.
Sakuragi
chiuse gli occhi e masticò il polipo gustandolo appieno. Era davvero buono e
lo disse “E’ squisito! Ma sei sicuro di aver cucinato tu, non è che mi hai
raccontato una bugia”
“Io non
mento mai” dichiarò la volpe con sguardo glaciale “Se dico che cucino io,
significa che cucino io”
“Ok! Non ti
scaldare” disse il rossino portando le mani avanti “E’ solo che…non sono
abituato a cibi così buoni cucinati in casa. Mia madre visto il lavoro che
fa, ha sempre degli orari sbalzati e cucina raramente per me. Il cibo che di
solito mangio è quello di qualche taverna di terza categoria oppure il
pre-cucinato. Insomma non è che sia il massimo”
Il volpino
guardò Sakuragi enigmatico e dopo s’arrischiò a fare un mezzo sorriso “Mi
dispiace! Ma non potevi imparare a cucinare da solo? Mangeresti più sano”
Hanamichi
arrossì non trovando una risposta adatta per rispondere, dopo tutto fino a
qualche mese fa la sua unica ragione di vita era trovarsi una ragazza ed
andare in giro senza una meta ed un perché con i suoi amici
“Bhe…ecco….vedi….”
“Il dolce
far niente era troppo allettante per te fino a poco tempo fa vero?” chiese
sarcastico il volpino.
“Si”
confermò Sakuragi “Ma…ora non è più così. Ho il basket, nuovi amici che
condividono con me questa passione. Insomma sono 10.000 volte più felice di
quei mesi in cui non facevo che ingozzarmi con i miei amici fino a tardi ed
attaccar briga con chiunque mi capitasse a tiro e mi sembrava ce l’avesse
con me. Comunque non fraintendere e questa è una cosa che deve rimanere fra
noi, ho provato a cucinare qualche volta a casa per fare una sorpresa a mia
madre, ma il cucinare è una cosa in cui il grande tensai ha dovuto proprio
dare forfait. Non ci sono proprio portato”
“Capita!”
dichiarò il volpino “Anch’io sono negato per alcune cose”
“E quali?”
chiese curioso il rossino.
“Perché mai
dovrei dirtele?” chiese enigmatico il volpino “Non mi va di darti un’arma di
ricatto”
“Ma cosa
dici? Ormai credo che un po’ amici lo siamo diventati no? E poi io ti ho
detto una cosa su cui sono negato. Il grande genio s’è sprecato, adesso
tocca allo stupido volpino. Così siamo pari”
Il volpino
vista l’insistenza finì con il cedere e rivelò parlando velocemente perché
si sentiva in imbarazzo a dire una cosa del genere “Non sono capace di
nuotare. Mio padre e gli insegnanti di nuoto delle medie hanno provato
innumerevoli volte ad insegnarmi, ma appena tocco l’acqua affondo. Non
riesco proprio a stare a galla. Sono negato!”
Il rossino cominciò a ridere “Non ci posso credere. Uno
sportivo come te che si lascia frenare dall’acqua. E’ assurdo. Se lo
sapessero i ragazzi della squadra finiresti con il sembrare ridicolo”
“Ma è la
verità, mi raccomando però eh non dirlo a nessuno. Me l’hai promesso”
“Non
preoccuparti sarò muto come una tomba, ma un giorno di questi andiamo in
piscina voglio proprio vederti alle prese con l’acqua”
“Scordatelo,
io e gli ambienti acquatici abbiamo chiuso e poi non sfottere capito. Vorrei
vedere te quanto sei bravo a nuotare”
“Io sono il
tensai del nuoto e se viene con me in piscina te lo dimostrerò”
Il moretto
guardò l’altro perplesso, prima di distendere il suo volto e concedere un
mezzo assenso a quella proposta, che sorprese il rossino “Chi lo sa, forse
un giorno. Però io non entro in acqua va bene?”
“Per il
momento ti dico di si, ma quando saremo la, se verrai con me, ti convincerò
ad entrare in acqua. T’insegnerò io a nuotare e vedrai che non potrai che
imparare”
“Non credo
proprio. Nessuno è mai riuscito nell’intento”
“Quel
nessuno non era il tensai. Non c’è niente che non posso fare se mi metto
d’impegno”
“Anche
cucinare?”
“Perché no?
Se trovo un insegnate bravo disposto ad insegnarmi”
“Vuoi uno
scambio di favori? Io ti insegno a cucinare e tu a nuotare?”
“Se tu sei
d’accordo?”
“Si può fare
ma prima facciamo scadere questa settimana. Non voglio che qualcuno sappia
di questi nostri progetti”
Il rossino
sorrise “Sono d’accordo. Questi appuntamenti obbligati sono un po’ una
forzatura anche se ci hanno permesso di conoscerci meglio. Preferirei poter
fare quello che mi passa per la testa senza avere un programma prestabilito
e delle persone che mi controllano ovunque vado”
“Idem”
mugugnò il volpino trattenendo uno sbadiglio. Cominciava ad avere di nuovo
sonno.
E così calò
il silenzio che sta volta fu rotto dal volpino che chiese, per tentare di
resistere al sonno incipiente che non gli dava tregua e che si era
improvvisamente come sua consuetudine fatto vivo annebbiando i suoi sensi “E
i panini della scuola come sono? Buoni?”
Hanamichi
istintivamente tagliò un pezzo del panino che stava mangiando imbottito con
un po’ di radicchio e una bistecca e lo porse al volpino che non facendoselo
ripetere due volte lo afferrò con la bocca. Le sue labbra si posarono sulle
dita che teneva il pezzo di pane per qualche secondo e una scarica elettrica
attraversò i due ragazzi che arrossendo si separarono di scatto e tentarono
di far finta di niente mantenendo un certo contegno.
“Buono”
biascicò il volpino velocemente per cancellare la strana sensazione che lo
aveva colto quando aveva sentito la pelle calda del rossino entrare in
contatto con le sue labbra umide. Il panino era buono sul serio ma era per
il suo sapore vero o per il suo gusto mischiato con il sale della pelle del
rossino? Le sue percezioni in quel momento erano molto alterate.
“Mi fa piacere che ti piaccia” sorrise il rossino con ancora
le gote arrossate. Sentiva le dita toccate dal volpino ardere, era una
sensazione piacevole e disarmante. Tutto il suo io percettivo si era
focalizzato su quel pezzo di pelle rendendolo estremamente sensibile.
Sentiva la sudorazione abbondante delle dita, il battito del cuore che
s'insinuava nelle vene, era sconcertato.
La loro piacevole conversazione amichevole finì in un
silenzio imbarazzato mentre i loro occhi erano fissi sul pavimento. Nessuno
dei due aveva il coraggio di guardare l'altro, anche se con la coda
dell'occhio tentavano di capire la reazione del compagno a quel gesto.
Hanamichi fu quello che più risentì
dell’accaduto, odiava non sentirsi all’altezza della situazione e in quel
momento era così che stava, così dopo aver finito velocemente di mangiare il
secondo panino si alzò in piedi per andare a guardare oltre il bordo della
terrazza che dava sul cortile in cui gli altri studenti dello Shohoku
mangiavano il loro pranzo.
Kaede lo lasciò fare ed intanto
spulciava il suo pranzo. Improvvisamente anche il suo di solito squisito
cibo aveva perso il suo gusto. Voleva di nuovo assaporare il sapore di prima
oppure qualcosa di simile che poteva farlo crogiolare nel ricordo.
Fu quando Hanamichi prese in mano il terzo panino per
mangiarlo che a Kaede venne un'idea. Appoggiò le bacchette che aveva usato
fino a quel momento per mangiare e disse "Senti do'aho ti andrebbe di
scambiarci quel che rimane del nostro pranzo per questo giorno?"
Il rossino si voltò verso il compagno "Come?"
"Si a te sarebbe piaciuto mangiare il mio di pranzo e a me
andrebbe di assaggiare fino in fondo quel panino. Che ne dici?"
"Trovo sia una splendida idea" sorrise Sakuragi. Subito si
risedette a fianco del moretto dimentico di quello che era successo pochi
attimi prima. Aveva proprio voglia di mangiare un buon pranzo. Consegnò il
panino a Rukawa e lui si prese il cestino per il pranzo. "Buon Appetito"
esclamò dopo allegro.
Kaede affondò i denti sul panino e
subito si accorse della differenza di sapore, era stata la pelle di
Hanamichi in fin dei conti a renderlo più gustoso tuttavia se masticava
lentamente riusciva ad immaginarsi quel retrogusto salato che lo aveva
colpito particolarmente e aveva messo sotto sopra il suo cuore.
Hanamichi d'altra parte assaporò il
cibo cucinato dal volpino di gusto. Il moretto era davvero bravo a cucinare,
gli sarebbe piaciuto poter mangiare sempre cose così buone ogni giorno
ma…questo significava che l'altro avrebbe dovuto sempre cucinare per lui ed
era una cosa da fidanzatini e loro non lo erano. Certo che però gli sarebbe
p... il suo cervello non finì quella frase perché era come esplorare una
parte della sua anima che ancora gli era proibita. Si concentrò sul cibo e
per un pò dimenticò tutto.
Finito di mangiare in silenzio, Rukawa decise che per quell'ora
aveva parlato anche fin troppo (le sue corde vocali già gli dolevano, non
era abituato a quegli sforzi) e che era giunto il momento di dormire. Senza
avvertire il rossino si stiracchiò, tentò di trovare una posizione comoda e
chiuse gli occhi. Nel giro di pochi istanti già ronfava ed inconsciamente il
suo capo andò ad appoggiarsi alla spalla d Hanamichi che trasalì.
"Kitsune, che fai?" sussurrò Sakuragi sorpreso. Poi, però le
parole gli morirono in gola mentre s'accorgeva che il suo compagno si era
addormentato. Rimase un attimo in contemplazione, non c'era nulla da
nascondere, Rukawa era davvero bellissimo, ora lo poteva sul serio
ammettere. Era di un fascino classico, freddo ed androgino che non poteva
che mettere d'accordo chiunque lo incontrasse. Era il suo carattere
scostante e snob che poteva tutt'al più renderlo odioso ed antipatico quando
lo si veniva a conoscere meglio ma....anche quel carattere così freddo in
verità era soltanto una copertura, il vero Kaede aveva innumerevoli
sfumature in lui e sapeva anche essere simpatico. Sorrise e sospirò.
Appoggiò la testa su quella del moretto, chiuse gli occhi a sua volta per
rilassarsi e così finì ben presto pure lui per addormentarsi.
Iria aprì la porta sul terrazzo qualche minuto prima che la
campanella suonasse. Si avvicinò ai due giovani che ancora dormivano
beatamente l'uno nelle braccia dell'altro e sorrise. Il suo esperimento
stava già dando i suoi frutti ed era molto soddisfatta. La coppia perfetta
si sarebbe formata e lei sarebbe entrata di diritto nell'olimpo degli
scienziati che avevano fatto grande il mondo. Era euforica.
Con le mani
scosse il rossino e il volpino per svegliarli, dovevano infatti andare a
lezione. Non aveva però fatto i conti con il comportamento usuale del
moretto quando veniva svegliato perché ad un certo punto si ritrovò a terra
tutta dolorante con le mani su un occhio. Kaede si era svegliato male e
l’aveva colpita senza rendersi conto di chi lo stava scuotendo.
Rukawa
impassibile per nulla spiaciuto di quello che aveva fatto si rese conto,
però, che per cortesia avrebbe dovuto almeno scusarsi con lei dato che Iria
era una persona di un certo potere nella scuola in quel momento (non ci
teneva ad essere buttato fuori dalla squadra di basket) e tentò di trovare
le parole giuste da usare anche se non era facile.
Hanamichi
intanto sghignazzava divertito. Tutto sommato quella dottoressa aveva avuto
quello che le spettava.
Iria però
bloccò il volpino prima che potesse dire niente “Non ti preoccupare ragazzo
se mi hai colpito. E’ stato un riflesso incondizionato, lo so come succedono
queste cose. Tant’è poi che ho studiato la tua scheda e sapevo a cosa andavo
incontro svegliandoti. Sappi che per la scienza sono disposta ai peggiori
sacrifici”
La donna si
alzò in piedi e si sistemò meglio gli occhiali sul naso dato che erano
caduti a penzoloni. Si riassettò un pochino e dopo allegra esclamò
“Piuttosto voi due, come vanno le cose? Mi sembra che avete ingranato! Vi
siete già scambiati il primo bacio?”
Il rossino
avvampò e balbettò “Certo che no, perché mai dovrei baciare la volpe
surgelata? Va bene, adesso tutto sommato i nostri rapporti sono civili,
siamo diventati un po’ amici ma non ci amiamo e dubito che potremmo mai
cominciare a farlo”
La
dottoressa rise “Io sono convinta del contrario, ma non preoccupatevi c’è
ancora tempo. Vedrete che presto ogni posto per voi diventerà luogo
d’effusioni piuttosto accese”.
“Hn” fu
l’unico commento del volpino mentre il rossino cominciava ad arrabbiarsi
anche se era ancora l’imbarazzo principalmente a segnare le sue azioni
“Dottoressa Suzuki, neanche lei può permettersi di fare tali insinuazioni.
Il solo pensiero di poter ecco….si insomma…fare quelle cose con la volpe mi
fa venire il volta stomaco”
“Si come no?
Ed era per questo che dormivate tutti abbracciati? Ormai siete cotti!”
dichiarò la Suzuki senza peli sulla lunga.
“Ci siamo
addormentati in quella posizione solo perché eravamo stanchi” esclamò il
rossino “E poi non eravamo abbracciati o almeno io non lo abbracciavo è
stato lui a finirmi addosso nel sonno, io mi sono limitato ad accettare la
situazione per non dar vita ad una nuova rissa. Tutti ci ricattano perché ci
comportiamo bene l’uno con l’altro e non possiamo fare altrimenti”
“Si, si”
asserì Iria con un tono che però intendeva –E io dovrei crederci?-, poi,
senza più aggiungere altro circa l’atteggiamento dei due ragazzi per non
accendere troppo gli animi disse “E’ ora che andiate in classe. Dopo di che
Sakuragi stasera sarà Rukawa a mostrarti i suoi hobby e a farti conoscere i
suoi amici anche se sono molto particolari”
Detto questo
la Suzuki sparì inghiottita dalla porta e Hanamichi e Kaede dopo essersi
fissati per qualche istante sconvolti dalla visita di quella mitraglietta
umana, così convinta nei suoi mezzi da sragionare e parlare a raffica, si
divisero per tornare in classe.
Il volpino e
il rossino dopo quell’episodio si reincontrarono agli allenamenti. Lì si
respirò la solita routine, fatta di litigi, proclamazioni di esaltazione,
insulti. Le due matricole visto che non gli era stato chiesto di giocare di
squadra fra di loro furono ancora molto egocentrici, non si passarono mai il
pallone. Tuttavia non diedero vita a nessuna rissa vera e propria e se ne
capitava l’occasione si rivolgevano l’uno all’altro civilmente chiamandosi
per nome. Sia chi assisteva all’allenamento (molta gente), sia i compagni di
squadra ne rimasero sorpresi ma i due interessati finsero che le loro
occhiate non li toccassero. Erano andati in palestra per giocare e non per
dare spettacolo. Prima o poi quegli stupidi che li guardavano si sarebbero
stufati dei loro commentini scemi e occhiate incredule. Stavano diventando
amici e allora?
Anche quel
giorno, tuttavia, Anzai decretò la fine degli allenamenti molto presto e i
due ragazzi dopo una doccia veloce s’incamminarono per raggiungere il luogo
scelto da Rukawa per incontrare i “suoi” amici.
Il rossino
stava pensando a dove cavolo lo avrebbe condotto il volpino e chi mai
potessero essere questi amici particolari, quando sul cancello della scuola
le due matricole si ritrovarono di fronte Haruko. La ragazza quel giorno,
ancora scossa, aveva saltato le lezioni a scuola da quel che ne sapeva
Hanamichi, ma allora che ci faceva li?
La Akagi
quando vide il moretto e il rossino si avvicinò a loro e sorridendo
dolcemente con la sua voce flebile disse “Hanamichi, potrei parlarti un
attimo da sola, è una cosa importante”.
La ragazza
non guardò in volto Rukawa nemmeno una volta, sembrava imbarazzata a parlare
in quel modo davanti a lui.
Haruko
fissò i suoi occhi grandi e un po’ tristi sul suo migliore amico e rimase in
attesa della sua decisione.
Il volpino
intanto guardava la ragazza duramente e stava quasi per dirle di andare a
farsi un giro, che ieri aveva anche fin troppo ferito il rossino, quando
Hanamichi sorridendo esclamò “Va bene. Kitsune aspettami qui. Ti raggiungo
subito”
E così
Haruko e Sakuragi si appartarono.
FINE MARTEDI
– 1° PARTE
L’ANGOLO DI
ISE
La fic è tratta da una puntata di Pelsia ovvero Evelyn
e la magia di un sogno d’amore.
A me come plot era piaciuta molto e ho voluto
sfruttarla per questa fic. Ovviamente ci saranno le dovute modifiche visto
che la trama io la sfrutto come piace a me seguendo la mia sensibilità.
Spero che un po’ questa fic vi piaccia. Alla prossima. Un bacione.
Denise.
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