DISCLAMERS: Hana e Ru non sono miei come del resto gli altri personaggi di Slam Dunk, purtroppo sono degli aventi diritto.

DEDICHE E RINGRAZIAMENTI: A Leyla per il suo compleanno e a tutti quelli trovano piacevole questa storia.

NOTE: Questa è una fic senza grosse pretese, non è molto originale e un po’ frettolosa. Dovrebbe essere solo dolce e romantica anche se…spero di evitare il melenso. Mal che vada ricordatevi che non ho i soldi per pagare a tutti le dentiere nuove per cui….non avetecela con me. Avevo bisogno di una fic così per arieggiare il cervello in questo periodo assai duro per me e poter riprendere le altre fic che ho in ballo con maggiore slancio, so che non è bellissima e non è neanche scritta bene ma spero che a qualcuno piacerà. Se proprio dovesse disgustarvi ditemelo subito che così eviterò di postare il resto dei capitoli anche se per me li scriverei lo stesso. Un bacione. Se potete commentate. Ise

NOTE2: Ormai i personaggi sono partiti per la tangente fanno quello che vogliono per cui risulteranno OOC per alcune di voi e mi dispiace moltissimo. Faccio mea culpa. Ise



 


La coppia perfetta

parte IV

di Ise


 

LUNEDI – 1° PARTE

 

Il giorno dopo le lezioni a scuola si svolsero in tutto normalità. Iria non aveva dato indicazioni circa il comportamento che Hanamichi e Rukawa dovevano tenere all’interno dell’istituto per cui i due ragazzi decisero con un tacito accordo di evitarsi fino a quando non fosse stato proprio necessario incontrarsi anche se istintivamente e periodicamente i loro sguardi si muovevano a ricercare l’uno l’altro in modo di sapere sempre dove si trovava. Non volevano alimentare le chiacchiere che c’erano già tra gli studenti relative al loro appuntamento del giorno prima. Tutti sembravano molto informati in materia e facevano supposizione su come sarebbe potuta andare a finire. Sia a Sakuragi che a Rukawa la cosa dava fastidio ma mentre il volpino fingeva non curanza isolandosi cadendo nell’oblio del sonno, il rossino andava in escandescenza e terrorizzava lo Shohoku correndo dietro come una furia umana a chiunque era così stupido da farsi beccare a sparlare alle sue spalle. Addirittura arrivò al punto di mollare una craniata tremenda a Takamiya colpevole di essere il responsabile di una bisca clandestina che accettava scommesse circa l’esito dell’esperimento della dottoressa Suzuki. C’era chi scommetteva che i due ragazzi si sarebbero ammazzati a breve altri che affermavano che nel giro di tre o quattro giorni Hanamichi sarebbe caduto vittima del fascino indiscusso dell’asso dello Shohoku, altri ancora che sancivano che l’esperimento non avrebbe prodotto nessun esito e fra una settimana tutto sarebbe tornato come prima. Sempre il rossino poi si era tolto la soddisfazione di spaventare a morte Ru, Ka e Wa inseguendole per tutta la scuola sbraitando epitaffi colorati al loro indirizzo perché le aveva sorprese mentre dichiaravano a tutto il fan club del volpino che senza il loro intervento ora il loro beniamino sarebbe stato all’ospedale visto che il rossino stava per picchiarlo. Ma dove? Forse avrebbero dato vita ad una nuova rissa ma non gli avrebbe di sicuro fatto del male, in quel frangente lui e Rukawa si stavano divertendo moltissimo. Comunque fra una dormita ed un’altra da parte di uno e arrabbiature e sguardi sbiechi da parte dell’altro arrivò l’ora degli allenamenti.

 

Le due cavie dell’esperimento si ritrovarono negli spogliatoi e si salutarono compostamente con un segno del capo, non volevano infatti far capire ai loro compagni di squadra che li fissavano intensamente che erano felici di rivedersi. Loro due per tutti erano ancora nemici e rivali, anche se per entrambi dentro di loro non era più così o meglio si, erano ancora rivali ma c’era pure dell’altro nato o forse no, solo scoperto stando insieme quella domenica. Cos’era però nessuno dei due sapeva ancora dirlo. Si cambiarono in fretta tentando di non far caso ai sorrisi maliziosi di Mitsui, alle paternali di Akagi che si raccomandava di non uccidersi quando sarebbero rimasti di nuovo da soli, alle frecciatine sarcastiche di Ryota, agli sguardi complici di Kogure e alla curiosità che traspariva negli occhi del resto della squadra. Anche gli allenamenti si sarebbero svolti come di routine se non fosse stato per tre piccoli ma nel contempo grandi particolari. Il primo in fin dei conti fu anche il più irrilevante ovvero anche se il volpino e il rossino litigarono come di consueto fatto che sortì l’effetto di tagliare le chiacchiere circa gli esiti dell’appuntamento almeno all’interno della squadra e di far applicare con maggior concentrazione agli allenamenti i loro compagni, lo fecero meno, solo tre volte e più per abitudine che per altro. Il primo litigio nacque da un passaggio fatto male del rossino per Mitsui che finì addosso a Rukawa, il quale subito fu lesto a richiamare Sakuragi con il suo nomigliolo-insulto e questo come era facile aspettarselo produsse la reazione solita del ragazzo dai capelli rossi con annessa rissa sodata dal ventaglio di Ayako. La seconda litigata avvenne durante la prova dei tiri da tre punti, Hanamichi non riusciva ad imbroccarne nemmeno uno e Kaede con voce non curante quasi senza pensare sussurrò un schiappa che arrivò dritto alle orecchie dell’auto proclamatasi genio del basket con le conseguenze che ormai erano prevedibili per tutti. Il terzo litigio nacque mentre stavano andando negli spogliatoi a farsi la doccia. I due ragazzi si ritrovarono nello stesso momento nella porta d’ingresso e siccome solo uno riusciva a passare ma nessuno voleva cedere il passo arrivarono alle mani per decidere chi doveva entrare per primo. Alla fine la spuntò Sakuragi semplicemente perché quando Akagi si decise a fermare le due matricole per una volta fu il volpino ad avere la peggio a causa del pugno del capitano e il rossino fu veloce ad approfittarne, anche se prima di andare esclamò a bassa voce in modo che solo il suo interlocutore lo sentisse “Hai visto Rukawa certe volte la spunto io anche senza che sia tu a tenere in mano una scimmia di peluche”.

 

Il moretto non rispose nulla ma sorrise impercettibilmente. Sakuragi l’aveva chiamato Rukawa, era la prima volta che lo faceva in quella giornata visto che davanti a tutti aveva continuato a chiamarlo Kitsune, allora non si era sognato i fatti del giorno precedente. Era tutto vero.

 

Quando il volpino entrò negli spogliatoi, si spogliò e s’inserì nella doccia vicina a quella del rossino e mormorò lievemente per farsi sentire da una sola persona “Sakuragi”.

 

Il rossino guardò il compagno intensamente sorridendo apertamente ma poi distolse lo sguardo prima che qualcuno potesse notarlo. Le cose fra lui e Rukawa erano cambiate sul serio allora il comportamento della volpe  non era stata un’eccezione del giorno prima e ne aveva avuto la conferma anche durante le risse. I pugni che si erano scambiati erano stati più delicati, nessuno dei due voleva fare del male all’altro, erano quasi carezze, carezze eccitanti. Il pensiero fece avvampare il rossino che sentì il suo membro reagire in modo strano ed imbarazzante. Girò velocemente l’acqua della doccia in modo che diventasse fredda, doveva farsi passare i bollenti spiriti, era impossibile che si eccitasse pensando al volpino. Era inconcepibile. Abbassò gli occhi fissando il pavimento e quindi non vide lo sguardo di Rukawa che avendo notato l’imbarazzo di Sakuragi aveva alzato un sopracciglio chiedendosi cosa poteva essere successo.

 

Il secondo fatto strano degli allenamenti fu il pubblico, c’era così tanta gente curiosa che circondava la palestra,  guardando dagli spalti, dalle finestre e porte esterne che sembrava in corso una partita dei campionati nazionali. A causa di questo tutti erano molto nervosi ed Hanamichi più di una volta si era arrabbiato quando alle sue orecchie erano arrivate mezze frasi che riguardavano lui e Rukawa come coppia perfetta, anche perché di solito il suo nome veniva sussurrato con scherno come a dire che di sicuro non era il ragazzo adatto ad una persona bella e piena di talento come Kaede. Forse era il contrario pensava dentro di se, dopo tutto era lui il genio del basket. Il rossino così si ritrovò spessissimo a donare craniate a destra e a manca irritato dagli atteggiamenti di superiorità che assumevano quegli stupidi che osavano offenderlo. Fu per questo che visto il nervosismo Anzai decise dopo un po’ di chiudere le porte e di continuare gli allenamenti privatamente, era la seconda volta che accadeva che la porta della palestra venisse chiusa durante gli allenamenti pomeridiani anche se sta volta il motivo era ben diverso dal nascondere la rissa a cui Mitsui aveva dato vita. Inoltre il coach constatata la situazione e su sollecitazione di Iria anche se nessuno lo sapeva decise di far finire gli allenamenti prima del solito in modo che le due matricole d’oro della squadra potessero svolgere il programma stabilito per quel giorno dalla dottoressa con ancora un po’ di luce a disposizione. La cosa insospettì un po’ tutti ma nessuno osò chiedere spiegazioni all’allenatore su quella decisione. Possibile che anche Anzai si fosse lasciato comprare dalla Suzuki? Pensarono Rukawa e Sakurgi indispettiti proprio mentre entravano negli spogliatoi contemporaneamente finendo così, poi per litigare.

 

La terza anomalia della giornata fu la cristi isterica di Haruko. La ragazza per tutto il giorno aveva tentato di non incontrare ne il rossino ne il volpino. Il fatto che il computer avesse decretato che quei due erano fatti l’uno per l’altro ancora la angosciava moltissimo. Perché non poteva essere lei al posto del suo amico? Lei era cotta di Rukawa da tanto tempo mentre Sakuragi non poteva soffrirlo. Perché il destino era stato così crudele con lei? Tuttavia alla fine la curiosità di guardare con i propri occhi se effettivamente Iria Suzuki e il suo programma avevano ragione vinse in lei e si decise ad andare in palestra. Arrivò giusto in tempo per vedere Hanamichi  e Kaede appaiati, visto che era l’ora del loro appuntamento,  uscire  dalla palestra accompagnati dai fischi allusivi delle persone che erano ancora li ad aspettare quel momento e dalle grida di scherno all’indirizzo del ragazzo dai capelli rossi e urla d’invocazione per il moretto protratte dal fan club di Rukawa. La Akagi passò lo sguardo prima su Rukawa e poi su Hanamichi e vederli insieme la sconvolse nuovamente. Strane immagini con i due intenti in atteggiamenti intimi si formarono nella sua mente senza che lei potesse impedirlo e non resistendo a quelle strane e disgustose secondo lei previsioni cominciò ad urlare. Il rossino notando la ragazza  e visto la sua reazione le fu subito accanto per consolarla dopo tutto a lui ancora piaceva ma Haruko lo allontanò a malo modo accusandolo di portargli via il volpino. Quest’ultimo  si sorprese non riuscendo a trattenere un gesto di stizza, da quando lui era proprietà di quella tipa che neanche considerava? Intanto Takenori si diresse verso la sua sorellina e l’abbracciò per tentare di calmarla, impresa che però si rivelò più ardua del previsto visto che la ragazza in questione continuava ad urlare e piangere rumorosamente. Sakuragi era completamente a pezzi e cominciò a chiedersi se Haruko era impazzita, quando mai lui aveva fatto qualcosa per portarle via Rukawa, era il volpino che neanche la vedeva ed era stato l’esperimento a costringerli ad uscire insieme altrimenti si sarebbero odiati in santa pace per sempre. Quel comportamento della sorella del capitano però gli fece aprire pure gli occhi, qualunque cosa avesse fatto per Haruko lui Hanamichi Sakuragi non sarebbe mai stato niente nel senso più sentimentale del termine  anzi…la cotta della Akagi per Kaede era così radicata da farle perdere la testa e tentare di allontanarlo pure come amico. S’intristì per questo, era l’ennesima delusione, ma perché non riusciva mai a trovare una persona che andasse oltre alle apparenze e lo amasse? Fu in quel momento che Kaede lo afferrò per un braccio e cominciò a spingerlo velocemente verso il cancello dell’istituto. Il moretto aveva visto lo sguardo triste di Sakuragi e aveva capito che allontanarlo da quel posto e farlo traviare con qualcosa che lo divertiva  era l’unica soluzione per fargli riprendere il prima possibile il suo buon umore e fargli dimenticare ciò che era accaduto. Il rossino intuì il perché di quella fretta da parte Rukawa e interiormente gliene fu molto grato.

 

Giunsero al cancello e vi trovarono Mito e gli altri tre membri della squadra di Sakuragi con stampati in volto dei sorrisi raggianti. Fu Yohei ad aprire la bocca per primo “Allora siete pronti a passare del tempo con noi?” In effetti quel giorno secondo quanto stabilito da Iria Hanamichi e Kaede avrebbero dovuto passare la serata con gli amici del rossino e fare i passatempi abituali di quest’ultimo in modo di conoscersi meglio anche nella vita di tutti i giorni.

 

“Come se fosse una novità? Con chi altri esco se non con voi?” esclamò il rossino facendo spallucce.

 

“Hn” mugugnò il volpino.

 

Poi, sempre Mito si avvicinò all’asso dello Shohoku e mantenendo dei modi pacati ma dai quali traspariva una grande determinazione e una grande simpatia disse porgendo la mano all’altro “Noi non ci siamo mai presentati direttamente per cui è meglio rimediare ora visto che dobbiamo passare del tempo insieme. Io sono Yohei Mito  e sono il migliore amico di Hanamichi”

 

Subito Rukawa prese la mano che gli veniva offerta e sbiascicò un veloce “Kaede Rukawa, piacere”

 

“Oh” ridacchiò Yohei “Sappiamo bene come ti chiami. Da quando Hana gioca a basket seguiamo ogni partita dello Shohoku e bhe il tuo nome fra gli spalti e anche fuori” e divertito guardò il rossino “E’ molto usato sia nel bene che nel male”

 

“Felice di essere famoso” affermò il volpino senza scomporsi con sarcasmo rivolgendo il suo sguardo al rossino come per sfidarlo. Dunque Hanamichi lo insultava anche fuori dal campo di gioco, ma bene! Era proprio contento di saperlo, pensò irritato.

 

Dopo di che si avvicinarono anche gli altri tre compari di Sakuragi e a loro volta usando molta ironia si presentarono “Anche noi vogliamo conoscere una celebrità”

 

“Io sono Takamiya”

 

“Io Uekusu”

 

“Io Noma”

 

Rukawa diede la mano a tutti e tre e questi imitando delle ragazzine eccitate nel conoscere il loro eroe cominciarono a fintare agitazione e fibrillazione scimmiottando le voci femminili.

 

“Oddio finalmente ho conosciuto il grande Kaede Rukawa”

 

“Già credo che non mi laverò mai più la mano”

 

“Altro che quel bradipo amorfo di Hanamichi Sakuragi”

 

“E chi è questo Hanamichi Saturaki?”

 

“Ma come quella schiappa dai capelli rossi” e Takamiya segnò con una mano il rossino.

 

“In effetti fra i due non c’è paragone. Rukawa è immenso” e tutti e tre imitarono l’espressione di Haruko con i cuori al posto degli occhi.

 

“Volete smetterla” sbraitò il rossino per nulla contento di quello scherzo. Lui odiava essere messo in secondo piano rispetto al volpino anche se si trattava solo di una burla e, poi, visto quello che era successo solo pochi attimi prima con la Akagi il suo umore era nero e sotto le scarpe. Gli mancava solo che i suoi amici gli facessero ricordare che con lei non aveva proprio nessuna speranza e che ormai non poteva che rassegnarsi.

 

Ma a sorpresa di tutti fu proprio Kaede ad interrompere la farsa stando al gioco con un’ironia e un savoir faire che nessuno sospettava in uno come lui “Sentite ragazzi se volete iscrivervi al mio fan club, dentro all’istituto forse trovate ancora le presidentesse e così potrete essere informati su qualunque cosa mi accada”. Il moretto infatti non aveva ancora dimenticato la reazione di Ru, Ka e Wa del giorno prima e il comportamento degli amici di Sakuragi gliela aveva ricordata.

 

Di per se quella frase non aveva niente di divertente ma tutti cominciarono a ridere compreso il rossino a cui era ritornata alla memoria l’espressione di impotenza e frustrazione che il volpino aveva nel negozio di giocattoli quando era stato insediato dalle sue ammiratrici, prima che lui lo prendesse per un braccio e lo trascinasse via. Mentre viveva quell’esperienza non l’aveva trovata per nulla divertente, visto che aveva trovato fastidioso l’intromissione di quelle tre pazze nel suo appuntamento con Rukawa ma ora……dato che era andato tutto per il meglio poteva anche prendersi il lusso di ridere dell’altro.

 

Kaede sorrise nel vedere quei ragazzi ridere di gusto e s’incantò a guardare dolcemente il rossino.

 

Sakuragi se ne accorse e smise di ridere perdendosi negli occhi blu di Rukawa. Si fissarono intensamente per qualche istante tentando l’uno di leggere negli occhi dell’altro il perché si sentivano bene quando si trovavano insieme, ma poi Hanamichi abbassò lo sguardo ed esclamò “Visto che le formalità sono finite. E’ meglio se andiamo. Non mi va di passare tutta la serata fuori dal portone della scuola” e senza aspettare risposta s’incamminò.

 

Rukawa gli fu in men che non si dica accanto. Era molto curioso di sapere dove sarebbe stato portato anche se non lo fece vedere.

 

Prima di raggiungerli però  Takamiya tirò  fuori una telecamera cominciando a riprendere i due ragazzi, Uekusu una macchina fotografica con la quale scattò delle foto di schiena di prova alle due matricole d’oro e Noma un taccuino su cui con una penna cominciò a scribacchiare qualcosa.. Mito invece si limitò a guardare sornione i suoi compagni e affiancò Sakuragi e Kaede, già pregustandosi la reazione che avrebbe avuto Hanamichi quando avrebbe saputo la verità.

 

E ben presto fu soddisfatto. Il rossino guardò scuro in volto i membri della sua compagnia intenti a firmare e a fotografare lui e Rukawa. “Cosa state facendo?” esclamò rabbioso.

 

Fu Takamiya a rispondere anche per gli altri due “La dottoressa Iria ci ha chiesto di documentare il vostro incontro”

 

“Cosa?” chiese allibito il rossino non riuscendo ancora a capire esattamente quelle parole.

 

“Dobbiamo firmare il vostro secondo appuntamento, scattarvi delle foto e fare una relazione da passare alla dottoressa in modo da permetterle di capire se le cose fra voi si stanno muovendo finalmente in positivo”

 

“E quando ve l’ha chiesto?”

 

“Ieri pomeriggio, è venuta a casa mia e c’erano anche Takamiya, Mito e Uekusu” rispose Noma.

 

“E voi avete accettato? Come avete potuto sapete benissimo che per me questi appuntamenti sono un peso” sbraitò senza pensarci il rossino pentendosi subito dopo. Aveva di nuovo fatto l’errore di sminuire gli incontri con Rukawa dopo che ieri tutto sommato si era divertito. Cercò lo sguardo del volpino ma non lo trovò, il moretto aveva gli occhi chiusi e sembrava perso nel mondo di Morfeo. Non era possibile, era felice che non avesse sentito niente ma…..come poteva addormentarsi anche mentre camminava?  Vide che stava per sbattere contro un palo della luce e lo spinse per farglielo schivare. Kaede che non si era accorto di niente visto che era stato colto dall’ennesima ondata di sonno che infestava le sue giornate, si svegliò di colpo quando si sentì strattonare ed indispettito spinse a sua volta il rossino che sorpreso da quella reazione non riuscì a mantenere l’equilibrio e cadde contro Takamiya che si era avvicinato a firmare quella scena. Il grassone finì a terra facendo sbattere la telecamera sul pavimento e questa finì con lo rompersi. 

 

Takamiya si alzò in piedi e guardò affranto l’apparecchio distrutto. Subito si lamentò dicendo “La mia telecamera nuova noooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!! Adesso che faccio?”

 

Rukawa che si sentiva un po’ in colpa sussurrò “Visto che l’ho rotta praticamente io, te la ricompro”

 

Takamiya sorrise subito “Davvero? Bhe è il minimo che potresti fare”

 

Ma Hanamichi che sospettava un inganno saltò fuori dicendo “Dimmi Takamiya quand’è che hai comprato quella telecamera? Non mi ricordo che tu ne avessi una fino a poco tempo fa”

 

“L’ho comprata oggi durante la pausa pranzo” rispose innocentemente il grassone.

 

“E con quali soldi?”

 

“Bhe vedi…..” arrossì il ragazzo vedendosi scoperto.

 

“Vi siete fatti pagare da Iria per sorvegliarci vero? E tu allora ne hai approfittato per comprarti una telecamera, tu una macchina fotografica e tu una stilografica d’oro. Come avete potuto? Siete dei venduti”

 

“Ma che dici? Abbiamo solo pensato di unire l’utile al dilettevole”

 

“Come no?” e Sakuragi non perse tempo, si scagliò contro i suoi amici. Mollò una craniata a Takamiya che provò a schivarsi con la tecnica del rotolamento con scarsi risultati, inseguì Uekusu lo afferrò per il collo e gli strappò la macchina fotografica facendole fare la fine delle telecamera. A Noma invece riservò un bel pugno e visto che non valeva la pena liberarsi di una penna d’oro gettandola su un cestino se la mise in tasca appropriandosene.

 

Intanto Rukawa guardava sbigottito l’accaduto tentando di capire cosa fosse successo. Doveva essersi perso qualcosa mentre dormiva ma non gli andava da sindacare. Se Hanamichi aveva reagito così dovevano centrare loro due e gli appuntamenti e non voleva indispettirlo con altre domande. I suoi amici dovevano aver promesso qualcosa alla Susuki in cambio degli oggetti distrutti e il rossino non l’aveva presa bene.

 

Yohei invece rideva di gusto e uscì fuori dicendo “Ve l’avevo detto di non accettare. Era normale che Hanamichi avrebbe reagito così”

 

Takamiya, Noma e Uekusu dimostrando una ripresa lampo cominciarono a ridere a loro volta mentre diceva no “Lo sapevamo ma almeno abbiamo tentato. Se non altro per una volta nella vita abbiamo potuto toglierci lo sfizio di avere una telecamera, una macchina fotografica super accessoriata e una stilografica d’oro”

 

Il rossino si lasciò conquistare dalle risate e cominciò a ridere a sua volta. Era di nuovo ritornato allegro e spensierato. Aveva recuperato tutto il suo buon umore. Era inutile non riusciva mai a rimanere arrabbiato più di tanto con quel gruppo di matti, erano irresistibili e qualunque cosa gli combinassero riuscivano sempre a farsi perdonare in qualche maniera con le loro buffonate.

 

Rukawa guardando la scena si ritrovò a  sorridere di nuovo mentre pensava che tutto sommato non era poi così male stare in compagnia con Sakuragi e la sua banda. Sembravano bravi a complicarsi la vita ed erano pure molto imprevedibili. Di sicuro non si sarebbe annoiato con loro. Tutto sommato forse non era poi così terribile avere degli amici come invece lui da buon lupo solitario aveva sempre pensato.

 

Alla fine tra una risata all’altra condite qua e la dalle craniate da parte del rossino ai suoi amici perché lo prendevano in giro i sei ragazzi arrivarono in un piccolo ristorante, dove si rimpinzarono come dei maiali. Il volpino dimostrò di essere una buona forchetta, mangiò quanto Hanamichi, doveva infatti recuperare le calorie spese durante gli allenamenti però più genuinamente. Scelse solo cibi proteici, genuini ed analcolici cucinati lessi. Mentre il do’aho si riempì lo stomaco con fritti pieni di olio che a detta degli esperti facevano più male che bene. Il volpino colto da un attimo di loquacità provò pure a dirglielo ma Sakuragi alzò le spalle e sorridendo gli fece capire che il tensai grazie al suo super fisico poteva permettersi di mangiare qualsiasi cosa. Mito, Uekusu e Noma mangiarono molta verdura e un po’ di pesce. Mentre Takamiya ingurgitò tutto quello che riusciva a trovare, sembrava un pozzo senza fondo.

 

Quando ebbero finito di rifocillarsi il gruppetto si trasferì nella sala giochi vicina al ristorante. La passione di Hanamichi era il pachinko e subito il numero 10 dello Shohoku si posizionò davanti ad una di quelle macchinette e cominciò  a giocare. Però ahimè quella per lui si rivelò una giornata nera, infatti  solo poche palline finivano all’interno della bocca metallica che doveva mangiarle per poi depositarle sul cestino esterno per decretare i premi vinti.

 

Rukawa si appoggiò ad un muro e cominciò ad osservare il rossino con una strana luce negli occhi, era contento che Sakuragi avesse ripreso tutto il buon umore, questo significava che aveva dimenticato la scenata di Haruko. Ben presto chiuse gli occhi e stava per appisolarsi quando la voce del Do’aho lo riscosse “Ehy volpe perché non provi anche tu a giocare”

 

“Do’aho” rispose l’altro stizzito per essere stato disturbato aprendo gli occhi ma poi si decise di accontentare il rossino, si diresse in direzione della macchinetta vicina a quella di Sakuragi, v’immise un gettone e cominciò a premere i tasti e a tirare la leva che serviva per il gioco. Il volpino si rivelò molto bravo, molto presto le palline che finivano nel cestino esterno erano così tante da straripare.

 

Il rossino era allibito avrebbe voluto dimostrare al moretto di essere più bravo di lui almeno in qualcosa ma invece in quella giornata iellata non gliene andava bene una e così  si stava facendo surclassare dall’altro anche in quello che gli riusciva meglio. Permaloso sbottò fuori dicendo “Sei un professionista in questo gioco vero?”

 

“Veramente è la prima volta che ci gioco” disse il volpino ancora concentrato “Non è che mi capiti molto spesso di andare in una sala giochi visto che è un luogo che si frequenta con amici, comunque devo dire che è divertente” poi si girò in  direzione del compagno e approntò un leggero sorriso.

 

Hanamichi arrossì “Certo che è divertente, il tensai fa solo cose divertenti, ne dubitavi?”

 

“Certo che ne dubitavo” lo steccò la volpe ma dopo aver visto l’espressione ferita degli occhi di Sakuragi non riuscì a trattenere il riso sincero che gli nacque dalla gola. Fu solo una risata leggera e passò subito ma per il rossino fu come una doccia gelata. Inebetito guardava il suo compagno di squadra incantato “E’ la prima volta che ti vedo ridere”

 

“In effetti, non è che mi capitano molto spesso situazioni esilaranti” biascicò il volpino “Anzi…sinceramente non rido mai, ma devo dire che tu e il tuo gruppo d’amici siete troppo divertenti”

 

“Dovresti ridere più spesso sai? Sei ancora più bello” si ritrovò a dire il ragazzo dai capelli rossi senza pensare, poi però rendendosi conto della parole pronunciate avvampò imbarazzato.

 

Rukawa era diventato nuovamente serio, il complimento di Sakuragi lo aveva colpito profondamente, era nato in un modo così genuino, tutto il contrario di quelli che di solito gli riservavano le sue ammiratrici, doveva ricambiare “Grazie per il complimento, ma è merito tuo se ho riso, sei irresistibile”.

 

Quella frase sortì l’effetto di imbarazzare ancora di più il rossino che tentò di dire qualcosa di intelligente per tagliare la tensione e calmare il battito del suo cuore che gli batteva forsennatamente nel petto ma le parole non volevano sapersene di uscire. Si sentiva nel contempo bene che male, distolse lo sguardo in modo da fissare la sua attenzione su un videogioco perché se no, avrebbe fatto una cosa che non poteva permettersi di fare, si sarebbe gettato fra le braccia di Kaede abbracciandolo forte in modo da sentire il suo calore così com’era successo nel parco quando era stato prima imprigionato sotto di lui e poi lo aveva a sua volta imprigionato sotto di se. Lui non sarebbe caduto vittima del fascino del volpino così come aveva stabilito Takamiya nella sua scommessa. Lui era Hanamichi Sakuragi e l’altro era solo la sua nemesi Kaede Rukawa, tutt’al più come gli aveva accennato il giorno prima poteva concedergli di diventare solo suo amico. Ma da quando ai rivali odiati si danno concezioni di questo genere. Cos’era in verità per lui Rukawa? E soprattutto da quando lo era?

 

Rukawa notò il turbamento in cui era caduto Sakuragi e si ritrovò a desiderare di poter fare qualcosa per farglielo passare. Non voleva che nubi oscurassero la limpidezza del suo sguardo. Il rossino era bello proprio perché era cristallino, sincero, in grado di appassionarsi alle cose. Il moretto provò l’impulso di abbracciarlo per confortarlo e aiutarlo ad uscire da quello stato di incertezza ma si fermò. Che cosa gli stava accadendo? Non era di lui preoccuparsi di qualcun altro. Lui aveva fatto di se stesso il centro dei suoi pensieri, niente e nessuno si era mai messo fra di lui e i suoi obiettivi, non aveva mai avuto dei veri amici ed ora quell’adorabile testa rossa gli stava facendo venir voglia di far parte della vita di un’altra persona se non altro come amico. Ma era sicuro di volere questa responsabilità? Era sicuro che un sentimento di amicizia con il do’aho gli sarebbe bastato per sempre? Era così confuso.

 

Yohei era rimasto a spiare con il resto del suo gruppo Hanamichi e Rukawa nascosto dietro un muro. Tutti avevano sentito i complimenti reciproci che si erano scambiati i due ragazzi e un sorriso malizioso era nato sulle labbra di Takamiya che già pregustava l’incasso per aver vinto la scommessa. Ma dopo fra le due matricole dello Shohoku era calato un silenzio imbarazzante a cui nessuno dei due sembrava voler porre fine. Mito notò che il suo amico rossino era troppo confuso per proferire parola e lo stesso immaginava dovesse essere per la volpe. Non era di sicuro facile accettare di poter provare qualcosa per un compagno di squadra che fino all’altro giorno era solo un rivale da battere o beffeggiare. Fu per questo che Yohei decise di accorrere in aiuto dell’amico per sbloccare quella situazione statica e difficile da sostenere ed uscì allo scoperto.

 

FINE LUNEDI – 1° PARTE

 

L’ANGOLO DI ISE

La fic è tratta da una puntata di Pelsia ovvero Evelyn e la magia di un sogno d’amore.

A me come plot era piaciuta molto e ho voluto sfruttarla per questa fic. Ovviamente ci saranno le dovute modifiche visto che la trama io la sfrutto come piace a me seguendo la mia sensibilità. Spero che un po’ questa fic vi piaccia. Alla prossima. Un bacione. Denise.






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