DISCLAMERS: Hana e Ru non sono miei come del resto gli altri personaggi di Slam Dunk, purtroppo sono degli aventi diritto.

DEDICHE E RINGRAZIAMENTI: Dedico questo capitolo a Leyla per il suo compleanno (avrei voluto finire tutta la fic e mandartela integra ma…..non ce l’ho fatta per cui ho preferita dividerla in mini capitoli. So che non è granché in confronto al regalo che tu hai fatto alla sottoscritta ovvero il secondo capitolo di AM o a quello che le altre tue amiche ti regaleranno ma volevo almeno farti capire che ci tengo alla tua amicizia, che sei una persona eccezionale e che mi sono ricordata di te. Spero che almeno un pochino ti piacerà).

NOTE: Questa è una fic senza grosse pretese, non è molto originale e un po’ frettolosa. Dovrebbe essere solo dolce e romantica anche se…spero di evitare il melenso. Mal che vada ricordatevi che non ho i soldi per pagare a tutti le dentiere nuove per cui….non avetecela con me. Avevo bisogno di una fic così per arieggiare il cervello in questo periodo assai duro per me e poter riprendere le altre fic che ho in ballo con maggiore slancio, so che non è bellissima e non è neanche scritta bene ma spero che a qualcuno piacerà. Se proprio dovesse disgustarvi ditemelo subito che così eviterò di postare il resto dei capitoli anche se per me li scriverei lo stesso. Un bacione. Se potete commentate. Ise

  


La coppia perfetta

Parte II

di Ise


 

DOMENICA MATTINA

 

Kaede era appoggiato ad un pilastro della metropolitana, aspettava il rossino e per passare il tempo sonnecchiava. Alla fine volenti o nolenti lui ed Hanamichi erano stati costretti da Iria ad uscire insieme, se non lo facevano sarebbero stati bocciati ed esclusi dalla squadra di basket.

               

In quella settimana avevano un duro programma da rispettare, quel giorno stesso infatti dovevano passare l’intera giornata contando solo l’uno sulla compagnia dell’altro. Inoltre per evitare che potessero mettersi d’accordo e fingere di essere stati insieme, la dottoressa aveva istituito dei posti di blocco periodici in cui loro avrebbero dovuto fermarsi e dove avrebbero firmato una ricevuta come prova della loro effettiva buona volontà a partecipare a quell’esperimento scientifico.

 

La Susuki aveva pensato proprio a tutto, addirittura aveva minacciato che se qualcuno avesse osato mettersi in mezzo ostacolando gli appuntamenti dei due ragazzi avrebbe passato un brutto quarto d’ora e sarebbe stato sospeso dalla scuola per alcune settimane. Non voleva ostacoli di sorta, nel suo esperimento, era troppo importante. Le ragazze del club di Rukawa alla fine avevano capitolato, rinunciando ad ogni tentativo di sabotaggio o quasi, non potevano permettersi che i loro genitori fossero richiamati dal preside e di venire sospese, intanto si erano rincuorate nel pensiero che era impossibile che il computer avesse ragione, Hanamichi e Kaede non potevano formare la coppia perfetta.

 

L’ora di ritrovo era fissata per le 09.00 ma il volpino era arrivato con qualche minuto d’anticipo, Sakuragi invece che si era preso a letto arrivò con un po’ di ritardo.

 

Hanamichi si fermò davanti a Rukawa che ancora dormiva, lo guardò con un brutto cipiglio e sapendo che il moretto aveva una brutta reazione quando veniva svegliato anticipò le sue eventuali mosse svegliandolo con un pugno. Il volpino non si aspettava di sicuro un comportamento del genere per cui cadde a terra rovinosamente, sbatté le palpebre qualche volta mettendo a fuoco il rossino e resosi conto di come erano andate le cose, con un balzo felino si scagliò contro Sakuragi pronto all’ennesima rissa. Erano le 09.30 e già avevano cominciato a praticare il loro secondo sport preferito.

 

Furono fermati da due pugni poderosi che calarono sulle loro teste “Si può sapere cosa state facendo?” tuonò una voce conosciuta.

 

“Il gorilla?” esclamò Hanamichi senza nessun rispetto guadagnandosi un’occhiataccia da parte di quest’ultimo.

 

“Capitano” lo chiamò Rukawa sorpreso.

 

“Che ci fai qui?” chiese poi il ragazzo dai capelli rossi.

 

“La dottoressa Susuki mi ha chiesto di controllare affinché il vostro primo incontro si svolgesse senza problemi. Praticamente sono il vostro primo posto di blocco per cui firmate qui e dopo proseguite con l’appuntamento”

 

“Ha chiesto a te di controllarci?” domandò il rossino mentre firmava senza averne veramente voglia.

 

“Si e non solo. Durante questa giornata incontrerete spesso gente conosciuta. La dottoressa ha pensato che era meglio così visto che vi conoscevamo bene”

 

“Maledetta” ringhiarono insieme i due ragazzi vittime dell’esperimento. Poi si lanciarono reciprocamente un’occhiataccia carica di risentimento e senza più una parola e senza neanche salutare Akagi, reo per loro di essersi venduto a quella donnaccia che li obbligava a fare una cosa senza senso, si diressero a prendere la metropolitana per andare fino alla prima meta del loro programma.

 

Sul vagone Hanamichi e Kaede si sedettero lontani, ci volle un’oretta prima di raggiungere il parco di Kanagawa che era la loro destinazione e nel frattempo ebbero modo di pensare all’assurdità di quella situazione. Come poteva anche solo pensare quella stupida dottoressa che loro due dichiarati nemici e rivali in una settimana potessero diventare amici e qualcosa di più? Come poteva credere che loro due avrebbero formato la coppia perfetta? Al rossino erano sempre piaciute le ragazze mentre al volpino interessava solo il basket. Doveva essersi proprio fumata il cervello.

 

Raggiunto il parco all’entrata i due s’imbatterono in Mitsui e Kogure.

 

Il quattrocchi sorrise al loro indirizzo quando li vide, e si avvicinò alla loro postazione tenendo per mano in modo molto possessivo il loro tiratore da tre punti che portava nella mano libera un grande cestino da pic-nic.

 

“Siete arrivati finalmente” disse gentilmente Kogure. “La professoressa Susuki ci ha detto di darvi questo” ed indicò il cestino “Dovrete restare qui fino alle 02.00 di questo pomeriggio, noi vi aspetteremo in zona fino a quell’ora per farvi firmare”

 

“Allora siete voi i nostri cani da guardia attuali?” sibilò il rossino “State attenti a non imboscarvi ed a dimenticarvi l’appuntamento” continuò poi sempre più sarcastico, era infatti a conoscenza che i due senpai avevano una relazione.

 

“Non preoccuparti Sakuragi, io e Kimi-kun sappiamo bene quello che facciamo” disse Hisashi usando lo stesso tono che gli era stato rivolto consegnando il cesto ad Hanamichi ed abbracciando più stretto il suo ragazzo “Piuttosto voi due coppia perfetta” e marcò queste ultime parole finendo la frase con fare allusivo “State ben attenti a tenere sotto freno i vostri ormoni. Mi raccomando, non vorremo dover venire a cercarvi per tutto il parco”

 

Il rossino diventò rosso di rabbia “Tu stupido teppista da quattro soldi” urlò afferrando il ragazzo più grande per il collo “Non osare mai più fare certe allusioni fra me e la volpe”

 

“Hanamichi ti prego lascia stare Hisashi” si mise in mezzo Kogure per tentare di aiutare il suo compagno che si trovava in difficoltà nel respirare a causa delle presa ferrea di Sakuragi.

 

“Do’aho” fu l’unico commento del volpino che imperturbabile afferrò il cestino caduto ad Hanamichi e s’introdusse nel sentiero che passava attraverso il boschetto che costeggiava il parco. Le orecchie del rossino erano così sensibili alla voce di Kaede che captarono immediatamente quel semplice insulto, si dimenticò di Hisashi e di quello che aveva osato dire, subito  lasciò libero il suo senpai e lo gettò a terra tutto ansante e corse verso la matricola d’oro dello Shohoku pronto a fargliela nuovamente pagare urlando “Come osi darmi dell’idiota baka kitsune”.

 

Lo raggiunse in prossimità del laghetto interno del parco e rimase bloccato con il pugno alzato di fronte allo spettacolo suggestivo che gli si stagliò davanti. Quel pozzo d’acqua era circondato da alberi secolari che gli facevano da corona regale. Al centro del lago c’era un isolotto non tanto grande su cui era stato costruito come attrazione turistica un castello da favola. Il sole alto nel cielo poi faceva brillare l’acqua estremamente limpida donando al luogo  un’area romantica e misteriosa. Era bellissimo!

 

Anche Rukawa si era lasciato catturare dal fascino del posto ed infatti aveva steso a terra la coperta, aveva appoggiato il cestino su di essa e si era sdraiato chiudendo gli occhi. Con la calma e la tranquillità che si respirava li di sicuro avrebbe fatto sogni d’oro.

 

La voce del rossino però lo costrinse a riaprirli “Ehi Kitsune, io non voglio fermarmi qui”

 

“Perché?” chiese l’altro inarcando un sopracciglio.

 

“Perché anche se adesso non c’è nessuno, visto quanto è bello questo posto, presto ci sarà la fila ed io non ci tengo a farmi vedere con te”.

 

Rukawa si limitò a sbuffare, si girò da un lato e richiuse gli occhi. Con quel gesto voleva far capire a Sakuragi che lui non aveva nessuna intenzione di alzarsi per un motivo così stupido. Lui aveva deciso che quello era il posto giusto e non avrebbe cambiato idea per nessuna ragione al mondo. Il sole infatti batteva perfettamente su di lui facilitandogli il riposo.

 

Il rossino che odiava non essere considerato ed ascoltato si ritrovò come d’abitudine in presenza della volpe a perdere la testa. Si scagliò su Rukawa e cominciò a colpirlo. Kaede che comunque sta volta si aspettava un comportamento simile non fece attendere molto la sua reazione. Con un colpo di reni riuscì a far cadere a terra il rossino e a schiacciarlo sotto il suo corpo in modo d’essere avvantaggiato nelle rissa. Gli bloccò le mani con le ginocchia. Preparò l’ennesimo pugno e si fermò. Hanamichi tutto sudato e ansante sotto di lui era uno spettacolo niente male, registrò con sorpresa il suo cervello. Sakuragi d’altra parte si rese conto che la posizione in cui si trovava non era poi così umiliante e spiacevole come poteva sembrare e che anzi il corpo del volpino sul suo era caldo e confortante. I loro sguardi s’incontrarono e per un attimo tutto il mondo intorno a loro scomparve. Poi alle loro orecchie arrivano delle voci e rapidissimi ed imbarazzati si separarono voltandosi le spalle. Nelle loro menti c’erano un mucchio di domande senza risposta e che risalivano tutte a ciò che era accaduto: Cosa era successo prima? Qualcosa nel loro rapporto era cambiato pochi istanti fa, ma cosa? Erano ancora rivali, nemici, si “odiavano” ancora molto, ma cos’era quell’attrazione che li aveva attraversati e spinti ad incantarsi l’uno al cospetto dell’altro? Non lo sapevano. Forse si stavano facendo solo suggestionare dall’esperimento di Iria sulla coppia perfetta. Si, non poteva che essere questo.

 

Rukawa sollevato dall’ultimo pensiero, si stese nuovamente mettendosi comodo sulla coperta e ben presto si addormentò. Hanamichi invece rimase seduto con gli occhi sbarrati e fuori dalle orbite, era confuso ed in più come aveva previsto il posto si stava riempiendo di molti visitatori, molti dei quali erano coppie e questo gli faceva aumentare l’imbarazzo e la frustrazione.

 

Il tempo tuttavia trascorse veloce senza che nessuno dei due se ne accorgesse. Fu il brontolio del suo stomaco che riscosse Hanamichi facendogli capire che era ora di mangiare. Guardò l’orologio erano le 12.00 esatte. Prese il cestino indeciso se svegliare il volpino oppure approfittare della situazione e divorare da solo le cibarie. Alla fine il suo buon cuore vinse, si avvicinò a Rukawa lo prese per una spalla e cominciò a scuoterlo “Sveglia Kitsune, è ora di pranzo”.

 

Il moretto si girò verso il compagno e fece partire un pugno che il rossino non riuscì a schivare in tempo. La cosa non poteva passare liscia e così ricominciarono a picchiarsi, fino a quando sta volta non fu Sakuragi a bloccare Kaede sotto di se. Nuovamente i due ragazzi furono scossi da piacevoli e profondi brividi dovuti alla posizione, le mani del rossino si posarono dolcemente sul torace del moretto accarezzandolo, mentre quest’ultimo estremamente sorpreso emise un leggero gemito.

 

“Ah i giovani d’oggi sono senza ritegno” gracchiò una vecchia signora con nipoti a seguito passando a pochi metri da loro.

 

Il rossino e il volpino si staccarono con un balzo arrossendo vistosamente. Fu il numero undici dello Shohoku a riprendersi per primo dopo aver respirato a fondo  “Do’aho allora si mangia” disse freddamente deciso a cancellare dai suoi pensieri le sensazioni che quel maledetto rossino gli stava scatenando dentro da quando erano giunti al parco.

 

“Si, baka kitsune” esclamò baldanzoso Sakuragi sollevato dal tono usuale usato dal volpino “Ma faccio io le porzioni” Aprì il cestino e tirò fuori le pietanze, l’acqua e i bicchieri. C’erano otto polpette di riso, cinque se le mise vicine a lui e tre le diede a Rukawa. Il moretto fece finta di non vedere quella sproporzione, a mezzogiorno non aveva mai tanta fame ed inoltre voleva evitare una nuova rissa con il rossino. Non poteva permettersi di averlo di nuovo fra le braccia chissà come sarebbe potuta andare a finire. Anche l’insalata russa, i secondi freddi e il dolce vennero spartiti con la stessa proporzione e dopo cominciarono a mangiare.

 

Hanamichi odiava il silenzio per cui si arrischiò  a fare qualche domanda che lo aveva sempre incuriosito sul compagno “Senti Kitsune, posso chiederti il motivo del tuo comportamento?”

 

L’altro lo guardò interrogativo.

 

“Si, si può sapere perché dormi così tanto? Sei malato?” ripose la domanda il rossino.

 

Il moretto incredibilmente si decise a rispondere “No, non sono malato. E’ solo che quando una cosa non mi interessa, mi annoio e finisco  con l’addormentarmi.”

 

“E ti sembra normale tutto questo?”

 

“Certo. Io sono sempre stato così. Anzi ultimamente dormo meno del solito. Se c’è infatti nei paraggi un certo idiota che agisce sempre prima di pensare è impossibile annoiarsi”

 

Il rossino capì subito a chi l’altro si riferisse con quella frase ma nonostante tutto sommato il concetto fosse offensivo non se la prese, il sapere infatti di essere in grado di attirare l’attenzione del moretto anche solo con le cavolate che commetteva lo inorgogliva per cui sorridendo disse “Sai com’è? Si fa quello che si può”

 

Fu allora il turno del volpino di chiedere “E tu? Non ti annoi propri mai del tuo comportarti da buffone?”

 

Sakuragi rispose esaltandosi “Prima di tutto non sono un buffone. Sono il genio sublime. E poi sappi che il comportamento che tengo di solito è quello del mio vero io. Sono incapace di tenermi dentro qualcosa, sono un tipo estremamente espansivo ed impulsivo.

 

“Dici davvero? Vuol dire che non hai nessun segreto?”

 

Il rossino arrossì ma rispose deciso “Beh ho anch’io qualcosa che vorrei gli altri non sapessero di me, ma….è ben poca cosa. Non sono un’ipocrita”

 

Calò il silenzio fra loro per qualche tempo fino a quando Sakuragi non si decise di metterci fine un’altra volta “E il basket? Da quanto lo pratichi? Ti piace così tanto?”

 

Il volpino prima di rispondere sospirò “Lo pratico fin dalla prima volta che vidi una partita di basket in TV, avevo 10 anni per me fu una folgorazione. Me ne innamorai subito. I miei, e pure io sinceramente, pensavano che visto il mio carattere mi sarei dedicato ad uno sport individuale ed invece non è andata così. Quando ho un pallone tra le mani, quando riesco a liberarmi di un avversario, quando faccio un canestro io mi sento vivo come….” Si bloccò rendendosi conti di aver parlato e di essersi aperto decisamente troppo con quel Do’aho.

 

“Come?” però lo incitò a continuare il rossino con sguardo partecipe e sincero per cui il volpino si sentì spinto a proseguire “Come mai nella mia vita” disse guardando lontano, poi per allontanare il discorso sulla sua persona, era infatti molto ritroso a parlare di se, chiese “E tu? Come mai non hai mai praticato nessuno sport prima di ora?”

 

Hanamichi visto che l’altro era stato sincero decise di esserlo a sua volta “Perché non mi interessava. Pensavo fosse inutile dedicarsi anima e corpo ad una cosa così banale come un’attività sportiva, mi accontentavo di bighellonare con i miei amici. Inoltre a causa dei miei capelli rossi ho sempre avuto paura di non essere accettato. Non è colpa mia sia mia nonna materna era una straniera ed io ho ereditato da lei il colore dei capelli. Molti mi prendevano in giro per essi ed io ho cominciato a picchiarli diventando abile nelle risse. Anche se non si vede sono un ragazzo insicuro che necessita di certezze nella vita. Me ne sono reso conto quando ho cominciato a giocare a basket, io amo questo sport e un po’ come succede a te mi fa sentire vivo”

 

I due ragazzi si guardarono negli occhi piacevolmente colpiti di aver trovato qualcosa che li accomunava.

 

Rukawa dopo un po’ stanco della situazione d’intesa che si era venuta a creare fra loro, non era ancora pronto infatti ad accettare l’interessamento che cominciava ad avere per il rossino, si alzò e disse “Che ne dici di noleggiare una barca e farci un giro nel lago potrebbe aiutarci a digerire il cibo”

 

“Perché no? Però ne noleggiamo due di barche e così vediamo chi è il miglior rematore” propose il rossino pronto alla nuova sfida con il suo inseparabile “rivale”.

 

Le due matricole dello Shohoku così fecero, per diverso tempo Hanamichi e Kaede si sfidarono, percorsero in lungo e in largo il laghetto instancabili divertendosi come due pazzi anche se non l’avrebbero mai ammesso e sconvolgendo gli spettatori della loro gara che li considerarono due esaltati. Erano in parità  per gare vinte (ovvero 4 a 4) e stavano per dare inizio alla bella che avrebbe decretato il vincitore quando lo sguardo di Sakuragi finì  sul suo orologio. “Maledizione” urlò “Sono già le 14.30. Come vola il tempo quando ci si d….” s’interruppe non poteva certo ammettere che era stato felice di passare un po’ di tempo con il volpino, per cui dopo cambiando argomento continuò dicendo “Siamo in ritardo all’appuntamento con il quattrocchi e l’ex teppista”

 

“Hn” mormorò Kaede sorpreso, non si era proprio reso conto del passare del tempo intento com’era a punzecchiare e a gareggiare con il Do’aho.

 

Velocemente i due raggiunsero la riva, abbandonarono le barche, raccolsero il cestino da pic-nic e raggiunsero l’uscita del parco correndo forsennatamente. Erano già in ritardo di un’ora dalla tabella di marcia per cui decisero di fingere di non sentire le parole allusive di Mitsui e gli sguardi languidi e significativi che Kogure lanciava al loro indirizzo. Le cose non erano andate come loro supponevano, si erano solo lasciati andare al loro indomabile spirito di competitività. Firmarono il foglio di presenza che i due senpai  porgevano e si diressero alla metropolitana pronti ad andare verso il centro, la loro prossima meta.

 

FINE DOMENICA MATTINA

 

 

L’ANGOLO DI ISE

 

La fic è tratta da una puntata di Pelsia ovvero Evelyn e la magia di un sogno d’amore.

A me come plot era piaciuta molto e ho voluto sfruttarla per questa fic. Ovviamente ci saranno le dovute modifiche visto che la trama io la sfrutto come piace a me seguendo la mia sensibilità. Spero che un po’ questa fic vi piaccia. Alla prossima. Un bacione. Denise.



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