Questa fic va considerata una specie di parentesi staccata dalla trama generale seguita dalle altre one-shot...buon divertimento, e buon Halloween!



La coppia peggio assortita

di Hymeko

"Dai dai dai dai ti pregoooooo!!!!"
"No! E smettila di farmi quelle faccine!!! Tanto non cedo!"
"Kaibuccio!!!"
"Non chiamarmi così!!!"
Ma il Faraone non era tipo da lasciar perdere quando si impuntava, restava pur sempre un Faraone, e ogni suo desiderio era un ordine…così gli si attaccò addosso, tipo sanguisuga:
"Ti prego ti prego Seto-chan!!!"
"No! È la mia ultima risposta!"
Lo prese per le spalle e se lo staccò di dosso, buttandolo sul letto e stendendosi sopra di lui.
"Non crederai che ti lasci fare i tuoi comodi?"
Il Faraone lo respinse, puntandogli le ginocchia contro lo sterno.
"Ma perché vuoi fare una cosa simile?"
Era incredibile, ma Seto Kaiba si stava lagnando!
"Perché mi renderesti felice?"
mormorò quella boccuccia soave, le punte dei loro nasi che si strofinavano.
"…questo è un colpo basso"
"Lo soooo!!!"
Il suo ragazzo gli gettò le braccia al collo e lo ritirò a sé, cingendogli la vita con le gambe, baciandolo con tutta la passione che possedeva.
"Non ti dirò di sì solo per questo"
puntualizzò Kaiba, ansimando.
"Allora andrai in bianco per il resto dell'anno"
sentenziò il ragazzo sotto di lui, piantandogli i palmi sulle spalle e spingendolo via.
"Hn, posso divertirmi da solo. E poi mancano solo due mesi. In cui sarò pieno di lavoro per il Natale"
Non aveva intenzione di cedere. Non poteva…vestirsi così! C'era un limite anche al suo coraggio!
"Aaahhhh dai…lo sai che odio il tuo lavoro! Ci tiene sempre divisi! Fallo per me…perché poi chissà quando potremo di nuovo divertirci assieme!"
Il Faraone si mise a gattoni, e si avvicinò lentamente a lui.
Kaiba si ritrovò sconfitto, anche se non l'aveva ancora ammesso. Ma il suo ragazzo in little-cat-mode era troppo carino per resistergli!!!
"Sei crudele, lo sai?"
"Eccome!"
gli rispose, strizzando un occhio e leccandogli un polso, il sedere per aria che sculettava piano.
"Tu ti vesti da gattino?"
Il Faraone rotolò sulla schiena, gli arti a mo' di zampette:
"A dir la verità, pensavo a qualcosa che ti permettesse di mettermi le mani addosso senza problemi"
Il presidente inarcò un sopracciglio: la cosa si stava facendo interessante.
"Vuoi dire…di nuovo da donna?"
"Naturalmente. Altrimenti l'autrice come farebbe ad avere la D nel rating?"
(^o^ n.d.Hymeko)
"Uhm…non ci sono altre alternative, dunque"
In effetti l'idea di poterlo palpare senza tante storie, davanti a tutti, lo attirava parecchio. Soprattutto se avessero potuto infrattarsi da qualche parte, ad amoreggiare come si deve.
Ma anche la possibilità di averlo vestito da micetto, in sexy e striminzito completino di cuoio, con una bella coda che gli spuntava dall'osso sacro, lo stava facendo andar fuori di testa…
(si vede che White snake & black cat mi piace tanto tanto? n.d.Hymeko)
"Dai!!! Farò quello che vuoi!!!"
Il Faraone mise un velo di broncio, sapeva benissimo che l'altro impazziva quando faceva così, con la testa un po' inclinata in avanti e lo sguardo da cerbiatto…avrebbe di certo ottenuto un sì, anche se nel contempo era un po' impaurito, ma anche impaziente, di sapere cosa l'altro gli avrebbe chiesto.
Kaiba sospirò, tentando di cedere mantenendo un po' di dignità. Quel dannato ragazzo dagli occhi troppo belli non faceva che sconfiggerlo…
"Va bene, mi vestirò come hai deciso tu. Ma sappi che mi comporterò esattamente come lui. E quando torniamo qui…ti vorrò vestito da gattino sexy! A mia disposizione!"
"Ok…basta che non ti metti ad ammazzare nessuno…"
Kaiba sfoderò il suo miglior sorriso malvagio:
"Aspetta che Jono-uchi mi arrivi a tiro…"
"Kaiba!!!"
Sperava di non aver creato un mostro…

Alto e imponente, regale nel portamento. Naso un po' all'insù, gelidi occhi dorati. Viso bianchissimo e perfetto, sottolineato da evidenti segni rossi sugli zigomi. Capelli di una leggerissima tinta celeste, lunghi fin oltre le ginocchia.
Al fianco, un'unica, semplice spada, dal divino potere taumaturgico.
Nessuno era in grado di comprendere chi si celasse sotto il costume di Sesshomaru, ma non importava. Era semplicemente bellissimo.
Nugoli di ragazzine eccitate, armate di macchinette digitali, sciamavano davanti a lui, per tentare di convincerlo a concedere una foto.
Il suo sguardo le raggelava, cacciandole indietro, senza una parola. Perfetto. Il suo disgusto per gli umani pareva reale.
'Forse perché lo è…'
pensò fra sé, passando in rassegna la folla che squittiva davanti a lui. Nessuna di loro era il suo ragazzo, ne era certo. Ma come avrebbe fatto a ritrovarlo? Non sapeva nulla del suo travestimento. Solo che era femminile…ma lì ce n'erano tantissimi!!!
Si fece largo verso l'esterno. Doveva trovarlo al più presto, o se la sarebbe data a gambe!!! Alla faccia del costume che indossava!!!
Si infilò nel passaggio fra i due edifici, tentando di calmarsi. Per forza Sesshomaru era spesso irritato, date le persone che continumente incontrava!!!
"Dove vai, mio bel demone?"
Si girò. Davanti a lui c'era una fatina. Una fata turchina, con una maschera d'oro sul viso. Completa di cappello a punta con veli attaccati alla cima, che le scendevano fino a metà della schiena.
Ma la cosa più bella di quel costume era la gonna. Fino a metà coscia il tessuto era probabilmente cotone, quindi copriva. Ma da lì in giù c'erano solo veli di un tenue color cielo. Quasi trasparenti…e le gambe erano una calamita per gli occhi. Gambe bellissime. Che però…gli sembrava di conoscere.
"S-Sei tu?"
balbettò, comprendendo la verità. Quello era il suo ragazzo!!!
"Sììì"
cinguettò il Faraone, girando su se stesso e facendo salire la gonna, per mostrare le caviglie.
"Stai fermo!!!"
Gelosissimo, Kaiba corse da lui e lo abbrancò, stringendolo forte. Nessun altro avrebbe mai dovuto guardargli le gambe!
"Sei gelato"
mormorò, dimenticando per un attimo la gelosia.
"Un po'…"
concordò l'altro, stringendosi a lui.
"Vieni qui"
Kaiba lo avvolse nel lungo scialle morbido che portava sulla spalle, e lo cullò piano, finché il freddo non fu placato.
"Allora, ti piaccio?"
La fatina alzò il viso e chiese un bacio, che arrivò senza attesa. Il finto Sesshomaru assaporò il sapore di cannella del suo lucidalabbra, e aspirò il profumo dolce dei suoi capelli finti. Sembravano una nube di zucchero filato biondo, al miele…probabilmente i suoi strani e adorabili spuntoni erano compressi nel cappellino a cono.
"Sei un sogno…"
gli confesso, finendo di ripulire le sue labbra…
"…anche se aspetto con impazienza il gattino"
L'altro rise:
"Stasera potrai coccolarmi…e farmi quello che vorrai"
aggiunse, alla vista della sua espressione arrapata.
"Sarà una lunga notte, lo sai?"
gli promise il suo ragazzo, avviandosi con lui verso il salone della festa.
"Lo spero"
pigolò il Faraone, prendendolo per mano. Per la prima volta, in pubblico.
Quando rientrarono, la folla si voltò a fissarli. Anche l'orchestra perse un attimo il tempo. Ma non vi diedero peso, iniziando a ballare. Come una coppia comune, fra le normalissime invidie di tutti gli altri.
………
"Rimpiango di averti fatto vestire così"
mormorò la fatina, abbracciandolo e scivolando sulle note di un lento sensuale.
"Non è un po' tardi?"
sussurrò Kaiba, passando piano le mani sulla sua schiena.
"…è che non credevo che avresti avuto tale successo. Ci sono tutte le ragazze che morirebbero per un tuo respiro"
"Allora facciamo una strage"
rispose l'altro, soddisfatto.
"Eh?"
Kaiba sciolse il loro abbraccio, e prima che il Faraone potesse protestare, posò le dita sotto il suo mento e lo alzò, per poterlo baciare meglio. A lungo.
Erano nel mezzo della sala. Tutto attorno a loro, le ragazze caddero come birilli nel pieno di un uragano.
Quel perfetto Sesshomaru mantenne la propria impassibilità, anche se nel profondo di sé si stava sciogliendo, ammaliato da quei bellissimi occhi spalancati, colmi di sorpresa ma infinitamente felici.
Si staccarono. Poi il Faraone si alzò sulle punte, e tese di nuovo il viso. Un altro contatto. Altri svenimenti, e un principio di inondazione. Molte ragazze erano scoppiate a piangere, mentre i loro accompagnatori maledicevano il giorno in cui avevano accettato di portarle a quella festa.
Le mani del finto demone si spostarono lungo i suoi fianchi, fino a raggiungere i glutei, che furono teneramente palpeggiati.
Dopo il pianto, fu il turno delle maledizioni. Le ragazze non erano contente che un simile fusto avesse già una fidanzata, e soprattutto che questa non avesse nemmeno il coraggio di mostrarsi! I commenti su di lei si sprecavano, terribili supposizioni serpeggiavano per la sala, sul viso butterato che si nascondeva sotto quella maschera.
"Ti odiano da morire"
ridacchiò Kaiba, conducendolo verso un angolo tranquillo. La musica era finita, e per loro era tempo di un po' di quiete.
"La cosa non mi sfiora minimamente"
commentò l'altro, con una punta di palesata soddisfazione.
Il suo ragazzo ringhiò contro una coppia di ragazze che tentavano di pestare la gonna della sua fatina, poi si impadronì di due sedie in un angolo buio.
"Vuoi qualcosa da bere?"
Il Faraone sbatté le lunghe ciglia:
"Grazie, ma…sei sicuro di volermi lasciare sola? Come hai detto…tutte mi odiano, qui. E io sono debole e indifesa"
"Sono sicuro che te la caverai benissimo"
Sesshomaru schioccò un bacio sulle labbra di quella compagna poco coordinata a lui, e si diresse verso il tavolo più vicino, i sensi all'erta. Se qualcuna avesse osato avvicinarsi alla fata, l'avrebbe affettata sul serio. Il suo compagno non lo sapeva, ma quella Tenseiga era una katana vera, non un modellino.
"S-Scusa?"
Kaiba nascose appena un piccolo sussulto: la ragazza che l'aveva avvicinato, e che lo guardava adorante, era Anzu! Nonostante tre chili di cerone, ombretti a volontà, lacca da farlo quasi starnutire a un metro di distanza, e zeppe fucsia coi brillantini, la sua faccia insipida era riconoscibilissima. Sugli straccetti che indossava, era meglio stendere un velo pietoso.
Rispose semplicemente guardandola, illudendola che avesse suscitato un minimo di interesse.
"Ecco, io…mi stavo chiedendo…se per caso tu…insomma…fra un po'…lo so che sei occupato, ma…vuoi ballare con me?"
L'aveva buttato fuori tutto di colpo, dopo aver balbettato come durante un'interrogazione di inglese.
Se avesse potuto, il presidente della Kaiba Corporation si sarebbe rotolato dalle risate. Ma non solo doveva fingersi Sesshomaru, aveva anche una reputazione da difendere, col suo ragazzo. Per cui si limitò a guardarla totalmente schifato, per poi bisbigliare duramente:
"E perché mai dovrei sostituire chi amo con una sciacquetta vestita da battona disperata?"
e se ne andò, lasciandola sola a farsi ridere dietro dalle altre ragazze, euforiche per il suo fallimento.
"Chi era quella?"
domandò il suo ragazzo, ringraziando con un bacio per la bibita.
"Una tua rivale"
gli rivelò, allegro.
"Spero si strozzi, allora"
"Anch'io, anch'io"
ridacchiò Kaiba, senza aggiungere nulla.
Le luci si erano spente, e la fase finale della serata era iniziata: la consegna dei premi!
Fari dorati si concentrarono sul palco, e un arzillo sessantenne salì sul palcoscenico, strillando nel microfono vari ringraziamenti per la serata, lodi a tutti e raccomandazioni per l'anno successivo.
"E ora, la parte più attesa della serata! I premi!!!"
Un boato accolse l'annuncio: a parole tutti erano lì solo per divertirsi, ma in realtà era il desiderio di primeggiare a spingerli!
"Il premio per il Miglior Costume Femminile va alla bellissima Kanzeon Bosatsu, dall'anime Sayiuki!"
La ragazza, tutta felice nel centro del faro, sgambettò sul palco, inchinandosi e ringraziando la platea, che applaudiva ammirata. Una selva di flash scattò, mentre si metteva in posa.
"Per me avresti dovuto vincere tu"
mormorò Kaiba all'orecchio del suo ragazzo.
"Esagerato…lei ha un costume migliore del mio"
"Non fa nulla…sei più bello lo stesso"
"E ora, dopo aver salutato la nostra dea, ecco il Miglior costume Maschile: signore e signori…il divino demone Sesshomaru, fratello maggiore di Inuyasha!"
Kaiba si trovò col faro puntato contro, e il suo ragazzo che rideva accanto, e che lo spingeva ad alzarsi e ad andare sul palco. Gli applausi scrosciavano ancora più numerosi di prima, e la folla si apriva per farlo passare…
'Quando mai ho scelto dei posti così lontani dal palco…'
borbottò fra sé, odiando quella passerella. Lui voleva essere il miglior duellante, non il Re dei Cosplay! Quello era un titolo adatto a quello sfigato incapace di Jono-uchi!
Oltretutto, giunto sulla tribuna, l'intensità dei fari aumentò a dismisura. Le luci della ribalta l'accecarono, impedendogli di scorgere il suo compagno.
'Spero non ne abbiano approfittato per tendergli un agguato…'
Avrebbe dovuto difendersi da solo, in quel caso. Perché con la scusa delle foto, lo stavano praticamente inchiodando lì.
"Basta così!"
ordinò alla fine. Duro come il vero Sesshomaru.
Poi scese, con una smorfia di disprezzo. In verità era perché gli facevano male gli occhi, ma gli altri non potevano saperlo.
Fu grazie a un miracolo, e alla sua memoria prodigiosa, che non sbagliò strada.
"Tutto a posto?"
gli chiese, cercando con naturalezza la sua sedia.
"Certo…credevi che m'avrebbero aggredito?"
"A dir la verità sì, data come si era messa la serata"
Il Faraone gli accarezzò le mani, percorrendo i segni rossi sui polsi:
"Ci ho pensato anch'io, ma erano tutte occupate a fotografare il bel Sesshomaru"
"Meglio così"
L'attirò a sé, e mentre la premiazioni continuava, rimasero abbracciati.
………
"E ora, dopo gli spettacolari Akane e Ranma, è il momento della Coppia Peggio Assortita: sinceramente, questa è stata la scelta più facile. Infatti, chi diavolo ha convinto il nostro re Sesshomaru a mettersi con una fatina?"
Un boato d'approvazione, soprattutto femminile, e i riflettori puntati furono due, per la coppia abbracciata.
Nonostante le occhiatacce di tutte, che lo consideravano come un affronto, la fata rise con leggerezza. Poi si alzò, e intrecciata una mano col compagno, attraversò con fierezza la sala, fino al palco. E con un inchino, ricevette il premio. Sempre mano nella mano con lui.
Ma Kaiba non desiderava tornare ai loro posti, e dopo la gloriosa passerella, lo condusse fuori, sulla riva del fiume.
"Perché siamo qui?"
gli chiese il Faraone, avvolgendosi assieme a lui nella stola calda.
"Voglio stare con te"
gli confessò il ragazzo, baciandogli il lobo dell'orecchio.
La fata trattenne il respiro: quando faceva così, significava solo una cosa. Che lo desiderava carnalmente. Che aveva bisogno di fare l'amore con lui. Che anelava di sentire il suo calore, e di possederlo per sentirsi realizzato, vivo.
"S-Siamo su una riva…non qui"
"Non preoccuparti, non arriverò fino in fondo. Ma tu…"
"Kaiba…"
Non tentò nemmeno di fermarlo, mentre con un fazzoletto di carta in mano risaliva lungo la sua coscia. Si era tolto le unghie finte, non le sentiva sulla pelle…si sollevò leggermente, per permettergli di abbassargli gli slip. Poi affondò i denti nella stola, per soffocare i gemiti.
Le sue carezze erano più dolci del solito, senza fretta. Forse perché non sarebbero state immediatamente seguite da un atto sessuale, dovevano durare il più possibile.
Non solo sul suo sesso, anche sulla schiena e sui fianchi…lo stava facendo impazzire.
Anche se gli dispiaceva un po', essere l'unico a godere.
"K-Kaiba…anch…che…tu"
biascicò, stringendosi a lui. Il fuoco lo stava sciogliendo, i suoi polpastrelli gli stavano picchiettando la punta, mentre lui strusciava i capezzoli contro la finta armatura. Sudava, il suo battito cardiaco era alterato, i suoi sensi frastornati. Continuava a contrarre i muscoli delle gambe e dei glutei, muovendosi al ritmo da lui imposto, sentiva il corpo impazzire, era già pronto ad accoglierlo, anche se per il momento il suo ragazzo non sarebbe entrato in lui.
Ma la sua mano non rinunciava a dargli piacere, ad accarezzarlo lungo l'asta, a giocare coi testicoli. Stringeva e lasciava, accarezzava e solleticava la sua pelle, seguendo le vene che pulsavano, strizzando piano la cappella e stuzzicandone la punta, mentre con l'altra mano eccitava le sue zone erogene.
"T-Ti prego…"
"Sssshhh. Ancora poco"
Kaiba aumentò il ritmo, ascoltando la sua preghiera. Il Faraone seguiva il movimento della sua mano, sfregandosi contro il fazzolettino. Voleva venire, voleva esplodere, e soprattutto voleva essere profondamente penetrato, aperto in due dal sesso duro del ragazzo che amava.
Si concentrò su di lui, pensando a come lo possedeva nell'impeto dell'amplesso, al suo pene che si faceva dolorosamente largo nel suo corpo, e che poi bruciava tutto nella fiamma adorata del piacere. Lo immaginò nelle profondità di sé e venne, il suo urlo bloccato dalla bocca dell'amante, scesa a rubargli l'ultimo singhiozzo prima dell'orgasmo.
………
Yugi si abbandonò completamente al fresco del copriletto, con un sorriso appena accennato. Kaiba era andato in cucina a prendere qualcosa da bere, e uno spuntino…aveva il tempo di cambiarsi. Sapeva che lo considerava troppo stanco per mantenere la promessa, quella sera, ma lui lo avrebbe accontentato. Un po' perché gliel'aveva assicurato, un po' per ringraziarlo di quella fantastica ora sulla riva del fiume. Ma soprattutto, e semplicemente, perché lo amava.
Scese barcollando dal letto, e si infilò in bagno.
………
Per poco il vassoio non cadde. Alcune gocce d'aranciata s'infransero sulle brioche calde, inzuppando lo zucchero a velo.
"Y-Yugi?"
"Miao"
L'aveva fatto…sul serio.
La stanza era illuminata da candele minuscole, sparse sui cassettoni e sulla cassapanca.
E nel mezzo del letto, sul tessuto rosso come ciliegie mature, era accoccolato il suo micetto.
Il petto appoggiato sul copriletto, e il sedere per aria. Coperto solo da un minutissimo paio di shorts di cuoio e da un sottile boa di piume nere. Oltre al solito collare, portava delle cinghie ai polsi, e una sensuale cintura attorno alla coscia. Ed enormi orecchie di pelo racchiudevano quelle vere…
Dulcis in fondo, di divertiva a scuotere un collarino da micio a una caviglia, con un campanellino attaccato. Il suo tintinnio era un richiamo per lui…
Lo fissava come un animaletto col suo padroncino, pronto a soddisfare ogni suo desiderio, mentre si leccava piano la punta della coda, che gli spuntava dall'osso sacro.
"Sei davvero pazzo…"
"Mew?"
Kaiba appoggiò il portavivande sul comodino, e si sedette accanto a lui, accarezzandolo dietro le orecchie, scatenando i suoi mugolii soddisfatti.
"Sembri davvero un gattino"
"Meow?"
Il ragazzo accennò un sorriso. A quanto pare, non aveva intenzione di rispondergli.
"Vuoi mangiare, micino? Ho delle brioche…ma il succo dovrai berlo dal bicchiere. Non ho piattini, qui"
"Mao!"
Senza fretta, il presidente fece una brioche a bocconi. E si mise a imboccare il suo animaletto, acciambellatoglisi vicino, la testa appoggiata sul suo ventre.
Un pezzetto per volta, appoggiandolo alle sue labbra sottili. Alcune volte la punta della sua linguetta gli sfiorava i polpastrelli, ed allora gli occhi di entrambi si accendevano, anche se non aggiungevano nulla.
Alcune volte, invece di imboccarlo, Kaiba prendeva il pezzetto di dolce fra le labbra, e glielo porgeva così, come si fa coi canarini per addestrarli. Solo che loro si baciavano, e il cornetto col cioccolato spariva piano, dolce ed profumato.
Poi, finito il croissant, il gattino si sedette sulle zampette posteriori, ed iniziò a ripulire la sua mano dalla crema scura, quella stessa mano che poche ore prima si era premurata di scatenare in lui il piacere.
Kaiba si morse le labbra, mentre la lingua morbida e umida blandiva piano le sue dita, passando varie volte dalla base alla punta, come stesse leccando il suo membro…i denti gli mordicchiavano i polpastrelli, mentre le labbra stringevano la base, dopo che il dito era stato risucchiato completamente dentro la sua bocca. Dentro fuori, dentro e fuori, stava perdendo il conto di quella danza ipnotica e dannata alla stesso tempo, mentre sentiva il calore sgorgare nel profondo del suo ventre. Lo voleva…il suo ragazzo stava facendo sesso con le sue dita, lo stava provocando o solo desiderava farlo impazzire, perché poi si scatenasse con lui.
Non lo sapeva…ma aveva tanta voglia di scomparire nel suo corpo…
"Y-Yugi…"
"Meow?"
Ma dietro quell'espressione innocente c'era il suo stesso desiderio. Gli occhi erano puri, ma vi ardeva un fuoco che non lasciava alcunché all'immaginazione.
"T-Ti prego"
Il suo ragazzo abbandonò le dita, e gli appoggiò la fronte contro il petto, spingendolo fino alla testiera del letto. Poi alzò il viso e congiunse le loro labbra, stringendosi a lui, passandogli un braccio dietro alla testa, tenendola premuta a sé. La lingua del Faraone si fece largo fra le sue labbra, morbida come le dita che gli stavano accarezzando i capelli, nel dolce ritmo del bacio.
Kaiba aprì un occhio…se con una mano lo teneva stretto, con l'altra stava armeggiando con la sua camicia.
Il suo ragazzo dovette avvertire che la sua attenzione era stata attratta da qualcos'altro, perché aveva alzato le palpebre, trovandosi le iridi blu nelle proprie.
Sorrise senza staccarsi da lui, continuando a baciarlo, ognuno immerso negli occhi e nel rossore dell'amante, mentre i bottoni cedevano senza combattere.
"Miao"
gli soffiò il Faraone sulle labbra, prima di abbassarsi e leccargli la fossetta alla base del collo. Quel senso di azione lo stava disorientando. Di solito era Kaiba a dirigere il gioco, ad appropriarsi di ogni suo singolo centimetro di pelle. Gli faceva piacere che lasciasse a lui l'iniziativa senza ribellarsi, ma d'altra parte temeva sia l'inesperienza sia il confronto con lui, con quello che gli faceva provare. Non sapeva se sarebbe stato abbastanza bravo…
"Ah…"
Lo guardò. Si stava mordendo le labbra, mentre con una mano gli stringeva la coda.
"…fallo ancora"
Lo Spirito del Puzzle guardò il capezzolo che aveva appena leccato. Era inturgidito…esaudendo il suo desiderio, allungò la bocca e lo prese fa le labbra, seviziandolo piano.
"Y-Yu-gi…"
Il ragazzo sorrise. Anche se non era un espero, sembrava che se la stesse cavando bene. In fondo, era una specie di gioco. Obbiettivo: far impazzire il suo ragazzo. E a quanto pare, la sua lingua ci riusciva benissimo.
"Ah…sì…scendi un po'"
Obbedì, baciando le costole una per una, fino allo stomaco. Poi allungò il più possibile la lingua e risali lungo lo sterno, fino alla fossetta dove le clavicole si congiungevano, lasciando una scia umida e lucente sulla sua pelle. Il profumo delle candele esaltava quello del suo corpo, l'odore inebriante dei suoi ormoni impazziti, che lo reclamavano per sé. Presto gli sarebbe profondamente appartenuto…rabbrividì, in attesa di quel momento magicamente folle.
"Yugi…"
"Mao"
Non era finito, il suo gioco era solo a metà. Era tempo di iniziare la parte più importante. Di accompagnare Kaiba sulla via del piacere più lussurioso e dannato.
Si spostò dalle sue gambe, accomodandosi accanto a lui. Prima di iniziare il loro viaggio verso il paradiso, doveva ancora fare una piccola cosa: preparare sé stesso.
Ridacchiò fra sé, mentre vedeva lo sguardo curioso del suo ragazzo. Non sapeva bene che avesse in mente, ed era impaziente di scoprirlo. Lo fissava come un gioiello raro, o un bicchiere d'acqua nel mezzo del deserto. Lo voleva…
'Mi avrai presto'
promise, senza dirlo. Socchiuse le labbra, chiudendo gli occhi. Sperando che capisse…voleva le sue dita in bocca. Inumidirle di nuovo.
Un polpastrello accarezzò le sue labbra, e lui lo risucchiò piano. E fece lo stesso con altre sue dita.
Poi spostò le mani sui suoi mini shorts di cuoio, e iniziò a slacciarli.
Kaiba deglutì, la bocca improvvisamente piena di saliva. Si stava spogliando a pochi centimetri da lui, lento e controllato come un serpente che cambia pelle, e lui…non poteva toccarlo. Quella era una delle torture più atroci…così vicino, così caldo e liscio, eppure il permesso di congiungere i loro corpi gli era negato…solo le dita nella sua bocca, e nulla più. Sarebbe potuto morire per poterlo avere subito.
Gli shorts caddero con un tonfo leggero, e il suo ragazzo rimase vestito solo dai collari, dal boa striminzito e dalla coda. Il pene eretto svettava fra le sue cosce, un invito a toccarlo, ad accarezzarlo e a stringerlo, troppo allettante per poter resistere…
"Ahi! Micio cattivo!"
Appena l'aveva sfiorato, il suo ragazzo l'aveva morso…
"Meow!"
Il Faraone lasciò andare le sue dita, e si chinò sul suo inguine, abbassandogli la zip con i denti, spostando i glutei vicino alla sua mano inumidita.
Mezzo acciambellato accanto a lui, la bocca a un soffio dal suo sesso, il suo volere era chiaro: farsi preparare mentre facevano sesso orale.
Gemette forte, quando due dita affondarono in lui.
"Perdono"
si scusò il suo ragazzo, ansimando e trattenendo un urlo.
Non aveva perso tempo, anzi…subito dimentico del dolore, il ragazzo dagli occhi viola aveva iniziato a leccargli il membro, dalla base lentamente fino alla punta, lungo l'asta, succhiandogli piano le vene che pulsavano, mordicchiandogli ogni tanto la carne soda.
"Y-Yugi…"
Non sapeva bene cosa stesse accadendo, solo che il suo amante gliel'aveva preso in bocca, e ora stava giocando con la sua pelle con la lingua, mentre con una mano gli accarezzava i testicoli.
Aveva il corpo in fiamme, non rispondeva più ai suoi comandi, stava per esplodere, un vulcano sull'orlo di liberarsi. Sapeva che aveva le dita affondate in lui, ma non aveva idea di cosa stessero facendo. Gli stava facendo male? O invece godeva come lui? Non riusciva a capirlo, le ondate di piacere lo stavano travolgendo, sempre più intense, il suo corpo senza controllo si inarcava, per affondare di più nella sua gola, lo stava possedendo profondamente, e i suoi sensi svanivano nella luce.
Poi, il freddo.
"Yu…gi…"
Un bacio casto, e una carezza sul suo pene congestionato.
"Miao"
Il gattino appoggiò una finta zampetta sul suo polso, e lo fece uscire da sé. Poi, senza staccare i loro sguardi, si mise a cavalcioni su di lui. Prendendolo violentemente in sé, in un colpo solo.
Gridarono entrambi, per lo stesso motivo. Nell'immobilità successiva alla penetrazione, le mani si cercarono. Stringendosi, per darsi forza a vicenda.
"Yugi…"
Sussurrò Kaiba, allungando la bocca e baciandogli una lacrima.
"Abbracciami"
gli chiese il suo ragazzo, terminando il bellissimo gioco, e tornando se stesso. Era lui quello che doveva essere amato, non una maschera.
"Sì"
Kaiba sciolse una mano, e la appoggiò su una delle sue cosce. Era sudata e calda…lentamente, risalì fino a sfiorare la linea del suo inguine, per poi ascendere lungo il fianco, stuzzicandone la pelle sensibile, e raggiungere finalmente la schiena, per tenerlo stretto a sé.
"Aaaahhh…"
mormorò il Faraone, appoggiando la fronte contro la sua.
Gli occhi si rispecchiavano in quelli del compagno…sentiva la pelle del viso in fiamme, poteva quasi vederla in quei laghetti blu. Era imbarazzatissimo per quello che aveva fatto, nemmeno lui sapeva da dove avesse estratto tutto quel coraggio, ma…ne era valsa la pena. Anche solo per il modo in cui Kaiba lo stava fissando. Tutto quello che non gli aveva mai detto a parole, era contenuto in quegli occhi carichi di sentimenti. Non solo per il sesso stretto dalla sua carne.
Lo baciò teneramente, prima di chiudere gli occhi. Non sarebbe riuscito a farlo, altrimenti.
Si puntò sulle ginocchia e salì, sentendolo scivolare fuori da sé. Di nuovo si lasciò andare di colpo, impalandosi ancora su di lui. Davanti ai suoi occhi sbarrati.
'Guardami...'
Le loro voci unite in un grido, ancora.
"Yugi!"
Aveva paura che si facesse male, ma non riusciva a fermarsi. Ogni volta che l'altro scendeva, lui saliva per incontrarlo. Senza delicatezza. Lo accompagnava con una mano, mentre con l'altra lo teneva giù. Entrava e usciva, aprendo con violenza e follia quel corpo che lo stringeva, che lo accoglieva senza respingerlo, che era il suo paradiso personale.
Il campanellino tintinnava impazzito, i loro cuori correvano la stessa corsa disperata...
Per aumentare il piacere di entrambi, il Faraone stringeva ogni volta i muscoli dell'ano, per ampliare quella sensazione di possesso che portava entrambi nel mezzo della pazzia più sfrenata…la stanza era colma di gemiti e grida, l'energia potente dell'amplesso avvolgeva tutto, il loro sudore si mischiava alle lacrime che entrambi versavano, avvinti in quella nuova, inimitabile sensazione. Come l'universo che rinasceva, l'esplosione che aveva creato il cosmo si rifletteva dolcemente nell'orgasmo raggiunto da quelle anime…due mani che si stringevano, e un corpo che si riversava nell'altro, mentre il secondo marchiava il ventre del primo…e poi, niente più nomi o menti, solo il tenero piacere di annullarsi nell'abbraccio di una calda coperta, di viaggiare nel regno fatato di Morfeo, continuando nel sogno la loro inebriante unione…

Il tramonto inondava l'ufficio del presidente, sfumando di rosa i documenti che stava riponendo. Il vento freddo dell'autunno sferzava gli alberi in basso, ma rendeva il cielo sorprendentemente limpido. Come gli occhi di entrambi. Anche se non c'era un'atmosfera amorevole, nell'aria.
"Kaiba…"
"Che c'è?"
L'antico re picchiettò sulla scrivania: sembrava in assetto da guerra.
"Stamani, a scuola, eravamo tutti riuniti in terrazza…"
"Non mi chiedere ancora di unirmi a quella combriccola di perdenti dei tuoi amici!"
Kaiba si massaggiò le tempie: sarebbe stata la ventesima volta!
Il Faraone scosse la testa:
"No, ma farai bene a pensarci, per farti perdonare. Abbiamo parlato della festa, e indovina che mi ha detto Anzu?"
'Ahi ahi…'
Il presidente sospirò, pregando che qualcuno attentasse alla salvezza del mondo proprio in quel momento…
"Che un ragazzo bellissimo vestito da Sesshomaru l'ha trattata davvero male, parlandole in modo volgare"
'Dove sono i cattivi quando servono???!!!'
Sudava freddo…il suo ragazzo era capace di rifiutarsi per settimane, pur di fargliela capire. Ma che poteva farci lui, se li odiava i suoi amici?
"…davvero?"
buttò lì, cercando un modo di sfuggire alla sua ira.
Il Faraone gli si sedette in braccio, impedendogli così lo scatto verso l'ufficio di Mokuba:
"E dimmi, mio bel ragazzo…tu non l'avevi riconosciuta, vero?"
Che fare? Non gli andava di mentirgli per così poco, ma anche dirgli la verità significava…l'astinenza!
"Diciamo che…ho avuto dei vaghi dubbi"
"Allora è un sì…quindi, tu…"
Gli passò un dito sulla mandibola, osservando la sua pelle perfetta…
"Yugi…hai visto com'era vestita?"
La sua ultima difesa…
"Sì…"
L'altro sorrise, allungando il volto e baciandogli la punta del naso:
"…per questo sei perdonato"
'E perché le hai detto che mi ami…'
Date le premesse, Kaiba ci rimase un po' male. Era già pronto a battagliare per difendere i suoi diritti, e il suo ragazzo non ci provava nemmeno, a fargli la predica?
"Oh bè, allora possiamo impiegare in maniera migliore il nostro tempo"
"Di che parli?"
Un mega gocciolone scese lungo i capelli assursi dell'altro, mentre Kaiba schiacciava il pulsante per far chiudere le tende:
"Semplice…ho un po' di tempo libero"
spiegò, prima di sollevarlo e farlo sedere sulla scrivania, e di piazzarsi fra le sue gambe. Era evidente il suo interesse per la zip dei suoi pantaloni…che non resistettero molto all'assalto.
"Kaiba questa me la paghi!!!"

Fine


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