La combinazione di tutti gli spiriti trasparenti*

Parte II

di Hymeko


"Mi sei mancato…mi sei mancato così tanto…"
Nell'incoscienza fra la vita e la morte, la fronte di Hanamichi si strofinò piano contro il petto del volpino, che si chiuse su di lui, avvolgendolo con tutto il calore che possedeva.
"Fatti forza…"
Era vivo…Sakuragi era vivo. Sentiva, non sapeva nemmeno come, la sua linfa vitale scorrergli dentro, non più un fiume in piena ma un rivolo di montagna, al primo disgelo.
Rukawa deglutì, il muscolo caldo che teneva racchiusa in sé la sua mano destra, affondata nel profondo del suo petto, batteva ancora, debole.
Il suo cuore, nel cui nucleo era racchiusa la forza del fuoco, da quel poco che aveva capito.
Ma non era ancora il momento di estrarla, il suo rossino era vivo. Anche se le frecce avevano smesso di fischiare, anche se le ombre si facevano più dense, dietro la cascata. Presto sarebbero entrate, ancora…quelle che erano sgusciate dentro, s'erano ritirate all'improvviso, una volta giunte a sfiorarlo…quasi fossero solo degli esploratori, lì per far scattare eventuali trappole.
Volevano lui, per questo Hanamichi s'era sacrificato…cosa avrebbe fatto, da lì a pochi istanti, quando avrebbe dovuto scegliere fra la sua vita, e quella di Sakuragi? Avrebbe tolto quella forza dal suo cuore, col rischio di spegnere la sua esistenza? Non ne era certo, eppure lo sospettava…se avesse estratto quel globo che teneva fra le dita, il ragazzo appoggiato sulle sue gambe si sarebbe spento, come la fiamma di una candela in una tempesta.
Per salvarlo si sarebbe lasciato uccidere, andando contro a tutti gli ammonimenti che il compagno, morente fra le sue braccia, gli aveva fatto? La vita di chi, avrebbe scelto?
"Ciao, Rukawa"
Il volpino sussultò, atterrito da quella voce cortese:
"J-Jin?!"
(e chi se no? n.d.Hymeko ^_____________^)
(come dice Rukawa…idiota! n.d.Jin è_é)
No, non era il Jin che conosceva…sul volto, non c'era più traccia dell'allegra gentilezza che l'aveva sempre contraddistinto. Non era il giocatore del Kainan, quello che aveva davanti.
"È un po' che non ci vediamo"
E se…lui….poteva essere un amico? Giunto lì per salvarli? Oppure…qualcuno con il potere di sanare Hanamichi…Rukawa scosse la testa. Non capiva più nulla.
"C-Che cosa vuoi?"
"Che domande…"
Sul suo viso, si miscelarono stupore e divertimento…
"…voglio la tua vita!"
sibilò, sputandogli in faccia la realtà, acida come uno schizzo di veleno.
Approfittando di quel momento di acre autocompiacimento, Rukawa afferrò un sasso lì accanto, e lo scagliò con tutta la forza che aveva contro il suo viso…la pietra sibilò per un attimo nell'aria, prima di sbriciolarsi.
"Avanti, Rukawa…anzi no, Kaede…"
"Non chiamarmi per nome"
ringhiò il volpino, sentendo in sé che solo il rossino, aveva il diritto di chiamarlo così.
"Come vuoi…ma almeno non fare lo stupido…se tutto il potere di Hanamichi non ha potuto fermarmi, cosa puoi fare tu?"
"…è stato solo per colpa mia!"
Sotto gli occhi, aveva la conseguenza della sua stupidità. Il corpo del ragazzo che amava, trafitto da decine di frecce.
"Sì sì…però adesso togli quella mano da lì…non vorrai far morire anche lui, assieme a te"
Rukawa strinse i denti…non aveva scampo. Non aveva il potere, per contrastarlo. E non lo voleva prendere da Hanamichi, privandolo della sua vita.
'No…non mi donerà anche questo…'
Sarebbero morti assieme, forse…lo avrebbe protetto, avrebbe almeno ricambiato il favore, sperando che Jin lo lasciasse stare, una volta ottenuto ciò che voleva. Era lui, destinato all'Oscura Signora.
"Fottiti, Jin!"
L'altro alzò le spalle, come aspettasse quella risposta:
"Sei davvero cambiato, ma…sarà un vero piacere, ammazzarti un'altra volta! Addio, Kaede!"
Rukawa non chiuse gli occhi, non gli avrebbe dato quella soddisfazione. Si strinse Hanamichi al petto, e attese. Nessuno li avrebbe separati.
Dalla mano di Jin nacque una luce abbacinante…con un colpo secco, il soffitto della grotta crollò, seppellendolo sotto di sé.
"Dai Kaede andiamo! E togli quella mano da lì"
Rukawa sussultò:
"S-Senpai?!"
Ayako era apparsa accanto a lui, e dall'altra parte, a controllare che le macerie non si smuovessero, c'era Haruko.
"Ma che…"
"Togli quella mano di lì!"
"Hn"
Obbligato dalle loro voci, Rukawa obbedì, liberando il cuore dell'altro dalla sua presenza, mentre le ragazze si stringevano a loro.
"Scusaci per il ritardo, ma abbiamo avuto un po' da fare…"
mormorò Haruko, guardandolo dritto, senza arrossire.
"Hn"
'Che anche lei…'
Il moro scosse la testa, mentre Ayako controllava le condizioni di Hanamichi…sul bel volto, si spandeva un senso di frustrazione, di preoccupazione e di rabbia, per se stessa…
"Se solo fossimo arrivate prima…"
"Ayako, dobbiamo andare!"
Haruko afferrò Rukawa per un polso, mentre con l'altra teneva stretta una mano del rossino…prima che il volpino potesse liberare entrambi dal suo tocco, anche Ayako la imitò, e in un lampo si trovarono in un altro luogo.
Non erano più in quella stretta grotta, ammassati l'uno all'altro, con l'odore del fiato che si mischiava a quello umido della terra…il sole splendeva su di loro, l'erba cantava accompagnata dal vento, uccellini variopinti sfrecciavano sullo sfondo del cielo, una tela azzurrina striata di distanti nubi bianche, velate.
"Forza, portatelo dentro"
Rukawa osservò, intimamente stupito, il corpo di Hanamichi venir sollevato da refoli di vento, spumeggianti come onde sugli scogli…dolcemente, lo trasportarono all'interno di una costruzione lì accanto, un basso santuario, con le punte del tetto leggermente piegate all'insù, e le pareti dipinte di rosso vivo.
"Puoi andare con lui, se lo desideri"
mormorò Ayako, finemente…il volpino passò lo sguardo da lei a Haruko, che annuì piano.
Senza aggiungere nulla, seguì il corpo galleggiante, attendendo che qualcosa accadesse.
'Qualsiasi cosa, pur di vederlo sano e salvo'
pregò, fra le pareti scure del corridoio.
Un bagliore rosso attirò il suo sguardo…al centro di una sala, galleggiava nell'aria una grossa sfera carminio, trasparente, o meglio…vaporosa. Come una di quelle stelle, le giganti rosse, che avevano spiegato nella lezione di scienze. Esisteva, ma era composta da nebbie incandescenti, di materiale gassoso.
Le vesti del rossino si sciolsero, davanti a essa…volteggiando sotto di lui, solleticandogli la pelle, i refoli d'aria iniziarono a introdurlo nella sfera di plasma.
"E-Ehi…"
Rukawa avanzò d'un passo, tendendo una mano verso di lui, verso quel corpo nudo che veniva ingoiato…il calore ebbe un picco, la sfera s'arroventò, per tenerlo lontano…
"Stai tranquillo…verrà curato, non temere per lui. Qui è al sicuro"
Quella voce…il moro si guardò attorno, esplorando la sala, cercando di capirne la fonte. La conosceva, l'aveva già sentita…eppure non ricordava dove, sapeva solo che apparteneva a un viso gentile…
"Anche di Jin mi sarei fidato"
borbottò, posando la schiena contro una parete, e lasciandosi scivolare a terra.
Davanti a lui, nel centro della stanza, quello scrigno d'energia teneva racchiuso il suo tesoro…qualsiasi cosa fosse, in realtà, la voce aveva detto la verità. La sfera lo stava salvando, già le frecce erano state consumate da un fuoco invisibile, probabilmente divino.
Il volpino sospirò, la calma che si stemperava in lui, scaldandolo dolcemente. Il pericolo era passato, poteva dedicarsi completamente a lui, senza temere…felice d'ammirare finalmente, senza problemi, la sua pelle nuda.
'Sembro un maniaco come Sendo…vado a pensare certe cose, in un momento come questo. Però…'
Hanamichi giaceva sospeso nel centro della sfera, il corpo leggermente inarcato, vero l'alto. I capelli scivolavano lascivamente via dalla sua fronte, dalla testa inclinata all'indietro…le gambe, delicatamente socchiuse, fluttuavano morbidamente allungate. Le braccia cadevano verso terra, senza dare nessuna protezione al petto che s'alzava e abbassava tranquillo, regolare come il suo respiro.
Rukawa non riusciva a vedere bene la sua schiena, ma era certo che le ferite stessero svanendo velocemente, come in un attimo erano sparite le aste delle frecce maligne, che avevano perforato il suo dorso.
'Troppo bello…'
Chiuse gli occhi, per non soffermarsi sulla peluria del suo inguine, che vedeva spuntare accanto al suo bacino. Se si fosse spostato, avrebbe avuto una vista migliore…scosse la testa, vergognandosi un po'. Non era del tutto un guardone. Non di un ragazzo ferito e non consenziente, almeno.
"Guarisci in fretta"
mormorò, chiudendo gli occhi e posando la testa sulle ginocchia.

"Sveglia, stupido volpino! Sei davvero incredibile!"
"Ouch!"
Rukawa si alzò, grattandosi la testa, e ancora in uno stato più addormentato che sveglio, fase che conosceva molto bene, biascicò:
"Io non perdono chi disturba il mio sonno!"
e fece partire un diretto destro, che attraversò l'aria senza giungere a bersaglio.
"Stupido volpino! Mi hanno appena rimesso in sesto! Vuoi tentare d'ammazzarmi tu, per caso?!"
La voce calda e divertita, simile a un vento forte, gli snebbiò la mente, mentre le sue palpebre si spalancavano, e le pupille mettevano a fuoco un ragazzo alto, di fronte a lui, la pelle abbronzata su cui risaltava un bellissimo sorriso.
"S-Sakuragi?"
Era salvo…quella smorfia felice non poteva che testimoniare altro, era vivo. La sua vita non s'era spenta, a causa della sua leggerezza…
"Stupido idiota!"
ringhiò, sferrandogli il pugno più potente di cui era capace…preso alla sprovvista, Hanamichi non riuscì a evitarlo, facendosi centrare in pieno, cascando pesantemente all'indietro, come un sacco di patate.
"Ma ma ma…ma!!!"
Il rossino si rialzò velocemente, massaggiandosi scioccato una guancia:
"Ma che ti è preso?!"
"Stupido idiota! Si può sapere che ti è saltato in testa?!"
La rabbia era troppa, per essere trattenuta…Rukawa girò sui tacchi, allontanandosi a passi veloci dal cuore di quella costruzione, dove la sfera di fuoco leggero continuava elegantemente a pulsare.
"La mia vita non è importante come la tua!"
Nonostante volessero tentare di calmarlo, quelle parole che lo raggiunsero, veleggiando sull'aria, lo resero ancora più furioso…non aveva capito nulla, dei sentimenti che provava per lui. Del dolore più acuto di quello fisico, che la sua sofferenza gli causava. Non aveva compreso nulla…
"Te l'ho già detto, avrei avuto un'altra possibilità!"
Rukawa scosse a testa, continuando imperterrito la sua marcia lungo il corridoio buio, anelando la luce forte del sole, che lo accecasse per fargli dimenticare tutto…non si girò neppure sentendo dei movimenti frettolosi alle sue spalle, sarebbe esploso, se fosse rimasto ancora lì, con quello scemo d'un ragazzo che quasi s'era fatto ammazzare, per lui…
"Non potevo perderti di nuovo…"
Due braccia forti, attorno al suo collo, cui s'erano abbarbicate con disperazione, tirandolo indietro, per tenergli premuta la schiena contro un petto largo, una muta implorazione perché non se ne andasse…e quelle parole, di scusa e giustificazione, quasi bastassero a cancellare tutto, a fargli dimenticare le aste delle frecce profondamente penetrate nella sua carne…
"Hn?"
Non riuscì a dire altro, non aggiunse nulla…una parte di lui voleva girarsi, stringerlo a sé e baciarlo con foga, ma l'altra analizzava più lucidamente le sue parole…
"Non avrei potuto sopportarlo ancora…mi sei mancato troppo, Kaede"
"Di che stai parlando? E perché mi chiami per nome?"
Non gli spiaceva certo, ma tutti quei bocconi incompleti d'informazioni gli stavano creando una gran confusione, in testa. In più, c'era di nuovo un accenno a…come Jin, Sakuragi stava parlando di una sua morte, già avvenuta. Eppure, la sua memoria non recava ricordo, di quell'evento, né il suo corpo aveva mai portato tracce di danni. Ma il rossino aveva accettato di mettere in gioco la sua esistenza, pur di evitare che si ripetesse, quell'episodio che non ricordava.
"N-Non te l'hanno ancora detto?"
pigolò Hanamichi, sollevando il capo dalla spalla su cui l'aveva posata…un lieve cenno negativo del volpino, e sulle sue guance il sangue schizzò prorompente, chiazzandole con due sgargianti rose rosse d'imbarazzo…con un urlo, saltò indietro, allontanandosi da lui, boccheggiando in cerca di una scusa per il suo comportamento, un po' oltre il normale…
"Hn"
rispose come al solito il volpino, uscendo senza più volarsi.
"Che figura di merda ho fatto"
commentò distrutto Hanamichi, afflosciandosi contro un muro e osservando la figura slanciata farsi sempre più piccola, in lontananza.
………
"Sapevo di trovarti qui…"
Rukawa spostò appena lo sguardo, verso il ragazzo che s'era accomodato accanto a lui, le gambe a penzoloni nel vuoto. Di fronte a entrambi, nel silenzio sempre perfetto di quel luogo, si stendeva una valle verdeggiante, orlata di monti alti dalle rocce color cremisi, su cui la vegetazione cresceva rigogliosa. Sottili banchi di nubi velavano le cime, gratificando l'insieme d'una mite atmosfera da contrada idilliaca.
"Sembra una cartolina, vero?"
tentò di nuovo Hanamichi, guardando il profilo perfetto dell'altro…ma Rukawa rispose col suo solito, immancabile grugnito, che strappò al compagno un sospiro.
"Senti, lo so che sei confuso, però…vienimi incontro. Dammi una mano…"
Hanamichi inghiottì a vuoto, mentre gli occhi blu pavone lo esaminavano…sebbene fossero lì, davanti a lui, sembravano distanti, in un altro luogo…
"Riportami a casa…"
Rukawa lo chiese senza convinzione, sapendo bene che il suo cuore non era rimasto a Kanagawa. L'aveva detto solo per…fargli sentire la sua voce, per non lasciarlo lì vuoto, senza una risposta.
Come previsto, il rossino scosse la testa, distogliendo lo sguardo da quegli occhi che lo ferivano:
"Non posso, e credo che tu lo sappia…ti attaccherebbero di nuovo, non sarai al sicuro finché…"
Mordendosi le labbra, Hanamichi si rifiutò di proseguire, tuffando l'attenzione nel mare verde che si muoveva sotto di loro, scosso dall'azione del vento.
"Hn…allora, spiegami tutto"
I due visi si incontrarono, per la prima volta si cercarono. In uno, la decisione di chi non sa nulla, e di conseguenza non ha nulla da perdere. Sull'altro, la titubanza di chi ha conosciuto troppo dolore, di chi vuole assolutamente evitare la sofferenza.
"Io…sono stato ucciso, vero?"
Senza traccia d'emozione nella voce, senza tremore…Rukawa attese, chiedendosi nel profondo se sarebbe arrivato a costringerlo, pur d'avere una risposta.
"C-Ci arriveremo con calma"
Nonostante i suoi dubbi, Hanamichi sapeva di non poter evitare di parlargli…era suo diritto, sapere per cosa stava per essere ucciso. E poi…lui era Kaede, il suo Kaede…prese un bel respiro, e trasse forza dal saperlo accanto a sé, vivo…
"Come avrai capito, in me…in noi, si racchiude una forza speciale. Io controllo, anche se non è il termine esatto, il fuoco. Ayako la terra, mentre Haruko l'acqua"
'Fra i quattro elementi, manca l'aria…io sono collegato ad essa?'
Il pensiero era la logica conseguenza di tutto quello che gli era successo, ma Rukawa lo tenne per sé, aspettando con pazienza che le parole sfuggissero a quelle belle labbra rosse.
Intuendo i suoi pensieri, Hanamichi diede loro corpo:
"Come avrai capito…l'aria sei tu"
"Sono?"
Il moro sbatté le palpebre…prima il rossino aveva parlato di controllo, non essere…
'Ma ha ammesso lui stesso che è un termine sbagliato…'
si corresse da solo, decidendo di lasciar perdere del tutto le congetture.
"Esatto…noi quattro siamo stati creati da Madre Natura, tanto tanto tempo fa, quando il mondo era davvero, davvero giovane"
Hanamichi non poté trattenere un sorriso, di fronte all'espressione palesemente sorpresa del volpino…piano piano, stava riacquistando le vecchie abitudini, tornando ad essere il suo adorato Kaede…
"Siamo dei gusci, nel senso letterale del termine. Siamo stati forgiati per contenere in noi la vitalità degli elementi, siamo la linfa vitale di questo pianeta. Tra l'altro, ogni corpo celeste ha i suoi…la combinazione della nostra esistenza, è il supporto su cui si poggia la vita. Noi siamo…le basi della vita. Diamo a tutti gli esseri viventi un suolo su cui esistere; l'acqua di cui sono costituiti i loro corpi; il fuoco per non morire di freddo, per difesa…e infine l'aria, a coronare il tutto"
"Hn"
non aveva capito tutto, o meglio non riusciva a crederci, ma rimase in silenzio. Probabilmente Hanamichi non si rese conto della sua confusione, perché andò avanti come nulla fosse:
"Inoltre, siamo un esperimento. Madre Natura ci ha creato con quest'aspetto antropomorfo, per testare la Terra…voleva essere certa che i futuri esseri umani fossero a loro agio, con dei corpi come questi"
"Hn?"
"Esatto…sai perché prima ho detto che ero certo di trovarti qui?"
"No…"
Finalmente qualcosa di diverso, anche se pur sempre un monosillabo…Hanamichi si sciolse in un sorriso, mentre anche la sua nostalgia svaniva.
"Perché è il luogo dove ci siamo incontrati per la prima volta, moltissimi anni fa"

Un luogo forse incantato, forse semplicemente la culla di tutto, da cui la vita sulla Terra era partita. Rukawa si voltò fra le lenzuola fresche del suo letto, incapace di lasciarsi scivolare fra le braccia di Morfeo.
L'ultima parte del racconto di Hanamichi ancora lo tormentava, una serie di immagini evocate dalle parole, che però non riuscivano a prendere forma nella sua memoria.
Due bambini, basi su cui si costruiva quel mondo.
Sorrise nel sonno, permettendo solo alle foglie d'acero, che sbirciavano dalla finestra, di accorgersene.
Acero…ciliegio…tutto era iniziato quel giorno lontano, perso ormai fra le nebbie spesse del passato. Almeno per lui…il rossino ricordava tutto perfettamente, come fosse accaduto lo stesso giorno.
Non erano semplici ricordi, per Sakuragi…sembrava quasi esserne così legato, da giungere ad adorarli fanaticamente, in tutti quegli anni. Come non potesse dimenticarli, o vivere senza quelle immagini. Che fossero addirittura la sua vita, la sua vera vita.
'Forse è davvero così…'
Se erano davvero lì quando la Terra era sorta da poco, la sua vita a Kanagawa, come studente dello Shohoku, doveva essergli apparsa come un fremito fra le mille pulsazioni della storia…un nulla, o poco più.
Strinse i denti, fino a farsi male…non poteva accettare che la sua esistenza, le sue soddisfazioni, fossero il realtà solo una condizione passeggera. Lui era contento, di ciò che era. Il basket era la sua vita…e ostinatamente si ripeteva che, se fosse riuscito ad accompagnarla a Sakuragi, avrebbe davvero raggiunto la perfezione.
Ma quel racconto, e prima quegli attacchi, cancellavano tutto.
'Non voglio essere Kaede…io sono Kaede Rukawa!'
Quel pensiero parve indispettire il vento, che comandò ai rami d'acero di frustare il muro, alle sue foglie di strapparsi e cadere…il volpino si alzò, avvicinandosi in silenzio alla finestra, e raccogliendo una foglia verde caduta all'interno.
"Kaede…acero…il nome che lui m'ha dato"
Lontano, sapeva erigersi la costruzione dove Hanamichi dimorava…circondata da maestosi alberi di ciliegio.
"Hanamichi Sakuragi…i nomi che io ho scelto per lui"
Volse il capo verso il punto dove, più o meno, si trovava quella costa spiccante sul precipizio…lì, s'erano incontrati la prima volta.
Un bimbo, con in mano un ramo di ciliegio fiorito, che correva su un morbido praticello verde, che terminava in un pendio erto…una radice spuntata da chissà dove, e quel piccolo era caduto a terra, sbucciandosi un ginocchio. Due lacrime grosse avevano appannato le sue pupille limpide, mentre un leggero gemito infantile s'era sparso fino a un altro bambino lì accanto, che non s'era accorto di nulla, troppo impegnato a guardare gli alberi lontani, le nubi che correvano alte nel cielo.
Quel bambino, salutando l'acero sotto la cui ombra si riposava, s'era alzato, raggiungendolo subito, poco distante…per la prima volta, c'era qualcuno simile a lui, anche se diametralmente opposto.
Due occhi castani, al contrario dei suoi, che l'acqua gli aveva rivelato esser blu oltremare. Capelli rossi come il fuoco che ogni tanto aveva incontrato, mentre i suoi erano neri come il buio del fondo delle grotte, dove talvolta dormiva.
E quel bambino, caldo come il sole più alto nel cielo, aveva sorriso…prima stupito, poi come se il dolore che provava non fosse mai esistito. Aveva sorriso e s'era rialzato, senza più piangere, senza più esser triste.
Al suo cambiamento, anche lui aveva accennato un sorriso, qualcosa che non aveva mai visto prima e di cui non conosceva ancora il nome, invidiando intimamente quell'estraneo che ci era arrivato prima, da solo…lo aveva portato a una fonte, l'aveva aiutato a lavarsi, poi l'aveva preso per mano e l'aveva portato sotto il suo acero, coprendo la sua ferita con foglie pulite, gentilmente donate dalle fronde…e avevano fatto amicizia.
Assieme, avevano guardato il mondo cambiare, davanti ai loro occhi, crescendo senza saper nulla, felici solo d'esser assieme, anche a quelle due bambine incontrate in seguito…loro quattro, e un mondo intero a loro disposizione…
Rukawa si lasciò cadere sul letto, sospirando. Non capiva…tutte quelle parole, l'accoramento con cui Sakuragi raccontava il loro passato, lo scintillio felice nelle sue pupille…a lui non dicevano nulla.
Non lo emozionavano, non gli facevano saltare il cuore in gola. Erano solo…aria, nel senso di nulla.
I sentimenti acquisiti come studente erano più profondi, più reali. Più coinvolgenti…non gli piaceva, quel luogo. Intimamente, lo rifiutava, a priori, senza sapere il perché.
Scosse la testa…non era certo di voler sapere la verità…

Fine parte II

*Verso di Miyazawa Kenji, tratto dal prologo de "La Primavera e gli Asura"


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