Ed eccomi qui, con questo mio nuovo lavoro! Ho ricevuto solo due commenti per i precedenti racconti, ma sono fiduciosa! Me ne arriveranno molti, vero? ^_^

In compenso la persona che mi ha mandato il primo commento ora è diventato un mio carissimo amico! Ed è anche entrato nel mio “staff” ^_^

 Lo saluto e gli mando un grosso bacione!!! Ale sei un grande (già troppo alto confronto a me che sono nana!!)

Tanto che ci sono faccio uno grosso ringraziamento alla mia cuginona! ^_^

Nina, non fai proprio tanto schifo come editrice!!

 

 

E ora.. la storia che vi presento:

Beh.. la storia..

Questa storia non è il mio primo lavoro.. è il secondo ma ci tengo comunque molto!

Compaiono tutti i miei personaggi e quindi.. è lunghissima!

Sviluppa la storia di 8 personaggi, tutte le loro vicende sono strettamente legate fra di loro. Il perno centrale di tutto sono due Famiglie ex Mafiose i Puma e i Lupi.

 

Non posso dirvi tutto, ma sicuramente Alex e Phai ci saranno!!

 

Il fulcro sono queste due famiglie che io chiamo più correttamente Bande.

L’ambientazione e la “scenografia” sono di mia invenzione, non viene mai nominato lo Stato in cui avvengono le vicende, mi sono però rifatta alle periferie delle grandi metropoli, Napoli, Milano, Londra, Buenos Aires, New York, Philadelphia e alle zone nei paesi arabi dove accanto a grandi grattaceli e opulenza c’è immensa povertà.

Un mix di ignoranza, pregiudizi, razzismo e tensione continua fra droga e violenza.

 

Al di fuori di queste due vi sono altre bande criminali, scontri, contrapposizioni, alleanze e nemici..

 

Rating:

Nel corso della storia il Rating cambierà.

Nel caso specifico di alcuni capitoli in cui avverranno scene di un certo tipo specificherò in modo particolareggiato.

A livello generale però è un R, tratto infatti argomenti delicati e introspettivi, che possono toccare la sensibilità altrui, anche se ho cercato di essere il più “leggera” possibile.

 

 

 

 

Per facilitarvi nella lettura vi scrivo lo specchietto delle Famiglie, dato che con il proseguire della storia l’appartenenza ad esse è importante per capire i vari meccanismi, questo è quello per intero di tutti i componenti, le prossime volte riporterò nello specchietto solo i personaggi più citati e importanti:

 

 

Puma

 

Leandro

Alex

Cassandro

Ceste

Orige

Meleagro

Dorah

Sharm

Aral

Niob

Cadmo

 

Cratete

Antioco

Eraclide

Ablero

Delia

Adah

Eliana

Maia

Iride

 

 

22

18

16

19

16

17

16

21

20

18

17

 

20

20

20

18

20

18

17

20

18

Lupi

 

Demetrio

Phai

Elai

Berenice

Selene

Onescritto (Nesc)

Sirac

Jacob

Criso

 

 

 

Asandro

Olcia

Santippo

Stasanore

Siracide

Elso

Andry

Clelia

Alida

Euridice

Corinna

Sumatra

Saba

Melania

 

 

23

15

14

23

16

17

18

18

17

 

 

 

17

19

16

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16

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16

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17

19

17

19

 

 

Cosa importantissima, ad ogni personaggio ho dato un colore, pensieri e parlato avranno una precisa tonalità e sarà sempre quella, nella tabella ho messo i colori in modo da cominciare a farci l’occhio.

 

 

 

PS: i componenti delle altre bande li specificherò la prossima volta ^_^ cercate di non perdervi! Al massimo mandatemi tante belle email e chiedete ^__^


 

auguro una buona lettura a tutti e... a dopo!!!

 

Consiglio: leggete il racconto ascoltando linkin park, 30 seconds to mars ma soprattutto il gothic metal, non solo perché di ‘sti tempi mi sono fissata molto, ma perché le atmosfera di periferia, degrado, sofferenze al limite di sopportazione e sopravvivenza in un mondo fatto d’ingiustizie va a pennello che le sonorità del gothic ^_^ devo ammettere che le sonorità dell’Hip pop e dell’ R’N’B sono delle buone colonne sonore.

 

 

 

 

 

 

 

 

La città di nessuno

 

 

L’INIZIO DI TUTTO

 

 

Side 1

 

Davanti ad un alto e maestoso cancello un ragazzo, dai capelli corti leggermente mossi color sabbia bruciata, con leggere venature più chiare, e grandi occhi verdi smeraldo, fissava la costruzione dubbioso.

Erano ormai due anni che frequentava i corsi che si tenevano nel celebre quanto immenso Istituto, da dietro il cancello si mostrava con l’edificio d’entrata, uno dei molti che contava per un totale di 10 a comporre una piccola città studi.

Ne avrebbe passati circa ancora 5 prima di concludere il piano di studi che gli avrebbe dato la possibilità di conseguire una laurea degna di Harward.

 

Lui: perfetto studente, voti sempre eccellenti, un curriculum invidiabile e.. tanta tristezza; continuava a pensare accarezzando la finta pelle del sellino della sua amata moto.

 

Chi avrebbe mai detto che un ragazzino di appena 15 anni guidava da quasi 2 anni un bolide del genere.

“Ombra” del quartiere.

Da qualche tempo era il “mostro” delle gare, quello che scommetteva, correva e se ne andava con la vittoria in tasca e una cospicua somma di denaro.

Lo chiamavano così e nessuno mai avrebbe pensato che potesse essere lui!

 

 

 

- Hey Phaisquittì in quel momento Elai, l’unico nella scuola a sapere della sua stupenda moto.

- Allora, domani si ricomincia?mormorò il nuovo arrivato, capelli biondi lunghi fino alle spalle tenuti composti da non si sa quale incantesimo, forse acqua e gel, un paio d’occhi color acqua limpida e la pelle troppo chiara per chi era stato quasi due mesi a crogiolarsi sulla spiaggia di una delle più belle e costose località tropicali del mondo.

 

- Niente colore?lo canzonò bonariamente Phai sorridendo.

- Già sembra proprio che io non riesca ad avere un colorito di pelle normalerispose invece lui un po’ amareggiato.

- Meglio così certe cose non dovrebbero mai cambiarelo rincuorò invogliandolo a sorridere.

- Già sospirando annuì, la frase vista sotto un certo punto di vista era positiva ma.. lui avrebbe voluto che le cose cambiassero!

 

 

- Nuova divisa?domandò alcuni minuti dopo, il silenzio imbarazzante li aveva fatti inciampare in quella conversazione.

Aveva notato la giacca di pelle indossata dal moretto, portava uno stemma conosciuto che però osservò con ritrovata ammirazione dati i nuovi ritocchi e aggiunte artistiche di particolari e colori.

 

- Eh già, le ragazze le hanno finite settimana scorsa.. “Come regalo di compleanno per Demetrio” – gli rispose sospirando anch’esso, tolto dall’imbarazzo.

- Ma non mancano 3 mesi?lo corresse perplesso.

 

- Lo so, ma dovevano trovare un appiglio. No?sorrise ancora mentre infilava la mano nel proprio zaino per poi estrarne una borsa.

- Questa è tua. Divisa completa e passporse la suddetta ad Elai continuando a sorridere con aria allegra, in fondo erano due mesi che non si vedevano..

 

- Oh.. ma allora..

- Proprio così Elai, tra due mesi facciamo il giuramentotutto orgoglioso lasciò nelle mani dell’amico tutto il materiale e poi prese dallo scomparto un casco con lo stesso simbolo.

 

- W & Wossia i Doppia Wgià mi ero dimenticato la sua fissazione per la sigla

- Elai, sai che ci tiene davvero! E poi devi essere onorato di far parte dei Doppia W, di poter portare sul petto il loro simbolo!! – il ragazzo si riferiva al medaglione che tutti loro portavano sempre con se.

 

- Lo somormorò dispiaciutoè solo che.. è pur sempre una banda  ribattè abbassando lo sguardo.

 

- E con ciò?spazientito Phai non afferrò il senso del discorso.

 

- Con cioè.. beh io.. non sono come voidisse con un tono neutro, che non poteva essere interpretato, ne in positivo ne in negativo.

 

- Come noi.. come?domandò con vena alterata.

 

- Oh no, non capire malesi affrettò a spiegare rialzando il capo che poco prima aveva abbassatovolevo solo dire che.. io non sono forte come voi. Non mi so difendere. In caso di rissa per esempio. Insomma non sono alla vostra altezzasoffiò dispiaciuto rannicchiandosi contro le inferriate del lungo cancello di recinzione.

 

- Perché dici questo?chiese ora preoccupato.

 

- Mentre ero in vacanza è successo di nuovomormorò controllando la voce che si stava incrinando sempre più.

- Ci hanno provatosussurrò comprendendo l’argomento.

 

Il bel viso d’angelo era una calamita per i “maniaci” “stupratori”, chi ne ha più ne metta in questa folle lista di mostri!!

 

- Sai cosa mi ha salvato?chiese con già in gola il groppo tipico del pianto.

- Norispose Phai dispiaciuto più che mai.

- Il medaglionelo mostrò mentre i suoi grandi occhi divennero lucidiper l’ennesima volta il lupo alato mi ha salvatoWolf Wingedmi ha tirato fuori dai guai, un nome, uno stupidissimo nome ha piegato 3 uominiormai singhiozzava tremando

- Elai io..

 

- No, ascoltariprese un po’ di fiato e sospiròio sono grato a lui per questo. Essere in una banda del genere mi copre sempre le spalle ma io.. mi sento inadeguato.

Capisci che è davvero molto conosciuto questo nome?

Come posso io portarlo se non ne sono degno?

- Elai..cercò ancora di parlare ma un rombo attirò la loro attenzione.

 

 

Tre auto da corsa.

In pochi attimi a velocità sostenuta si avvicinarono.

 

I passanti ne rimasero colpiti e guardavan0 lo strano animale disegnato sulle tre auto.

 

Un lupo con zanne appuntite dal pelo nero che spiccava il volo con un paio di candide ali.

La scritta non chiariva certo W&w.

 

Tutti lì sapevano chi c’era nelle auto.

 

Elai scattò in piedi e si asciugò goffamente le lacrime mentre dalla macchina più elegante, nera con particolari color del sangue, ne uscì un ragazzo alto circa 1 e 90.

Spalle larghe e postura ritta, capelli mori, non molto scuri con ciocche appena più lunghe delle altre circa sotto la nuca, occhi celati da occhiale neri e un completo nero con lungo cappotto, sempre nero, per finire l’opera (fa molto matrix).

Un tipo che non passava affatto inosservato.

 

- Doppia W, Elaimormorò poco convinto il ragazzino un po’ impacciato a mo’ di saluto militare.

Intanto dalle due auto uscirono altri ragazzi che fecero un cenno ai due e risposero con un sorriso accennato, attenti al proprio capo. Erano vestiti con giacche di pelle identiche a quelle di Phai e sotto portavano abiti più colorati e dagli stili più diversi, bensì tutti abbastanza seri.

 

 

- Niente formalismirispose finalmente il colosso sorridendo appena e allargando le braccia

- Non salutate il vostro fratellone?!chiese in un soffio ed entrambi i giovani si avvicinarono, Phai senza incertezza, Elai con qualche dubbioi miei fratellini preferiti. Quanto mi siete mancatili abbracciò con impeto poi sorrise in modo più rilassato.

I due ricambiarono, anche se Elai era ancora titubante.

Si allontanarono di poco e Demetrio li guardò negli occhi.

 

 

- Cosa sono queste lacrime?domandò osservando i lucidi occhi del biondo tornando ad un tono neutro, per non metterlo troppo in imbarazzo.

- Nienteprovò a dire con voce incerta.

- Davvero?chiese però il più grande accigliato.

- Ehm..balbettò cercando di districare i mille pensieri che lo opprimevano.

- Preoccupato per l’iniziazione?domandò l’altro abbassandosi per guardarlo meglio negli occhi.

- Un po’  ammise insicuro.

- Lupi.. Blocco!sibilò mantenendo il tono neutro e all’istante i ragazzi rientrarono in auto portandole poco lontane e fermandole in modo da impedire il passaggio delle poche auto per quella strada.

- Ascolta lupetto

 

- Ehm.. lupetto?!lo canzonò Phai rivolgendogli un sorriso beffardo, l’intera banda considerava Elai come il fratellino piccolo e ingenuo, Demetrio per lui aveva un particolare debole, gli faceva da fratello maggiore in tutto e per tutto.

 

- Giovane Luposi corresse scoccando un’occhiata gelida, ma non maligna, a Phaidiventerai un uomo un giorno e io spero proprio che quel giorno noi tutti possiamo essere li con te, spero che lo diventerai insieme a noi quindi non angustiarti. Non deve essere un obbligo per te bensì un traguardosorrise stringendogli leggermente la spalla.

- Ok..esclamò con il cuore più leggero, nonostante il brivido di fastidio che gli faceva  vibrare la pelle sotto il tocco del più grande.

- Vieni a stare da me o torni dalla signora Kaiten?domandò avvicinandosi all’auto, allontanandosi con passo sicuro dai due.

 

- Kait, comunque si, vorrei riabbracciarla prima di tornare agli alloggi del campusrispose sospirando, fu molto fortunato a trovare questo Istituto.

- Ti do un passaggio?si fermò per chiedere osservando il mezzo sorriso tirato di Elai.

- No.. non preoccupartimormorò facendo vedere in modo palese che nascondeva qualcosa ma ne Demetrio ne Phai fecero domande.

 

- Ok, hey pantera con te parliamo stasera a cena da me.

Vedi di esserci, quelli della zona Ovest dicono di volerti conoscerePhai sbiancò quasi, sgranò gli occhi e boccheggiò.

- La.. la zona Ovest? Ma è quella..

- Dove c’è il quartiere dei circuiti, formula carta, quelle minori, per non parlare.. -

- Delle auto da corsa da stradaquasi urlò saltando in avanti.

- Già piccoletto, hanno visto la gara di maggio e hanno deciso che parlerai con loroPhai si volse verso Elai abbracciandolo di slancio poi assalì Demetrio e quando capì cosa aveva fatto si ricompose arrossendo e mormorandoGrazie

 

- Allora a dopo. In marciasibilò di nuovo e le due auto lo affiancarono e insieme partirono.

 

 

- Ahahahh  sospirò sognante Phai pregustandosi la serata.

 

- Ehmhmhhsospirò Elai pensieroso.

 

 

 

- Ehy piccoletto, ti do io uno strappo?domandò dopo un po’ infilandosi il casco.

- Ti ringrazio, ma.. io..

 

 

 

 

Un rombo d’auto l’interruppe all’istante.

Una maestosa auto da corsa bianca, con cerchioni cromati e alettone degno d’invidia si avvicinò a gran velocità inchiodando poi vicino a loro e uno dei finestrini oscurati si abbassò.

 

- Scusa, il ritardouna voce gelida e penetrante, riconosciuta da Phai.

- Buongiorno anche a TE.. Leandro!!mormorò in risposta Phai urtato dalla solita aria di superiorità che il ragazzo appena arrivato mostrava sempre.

 

- Non ti ho notatoconcluse lui senza scusarsi ne uscire dall’auto.

 

- Hey! Non dirmi che lo aspettavi?!?passata una frazione di secondo Phai collegò gli eventi e si ritrovò a chiedere ad Elai, che intanto era rimasto zitto e immobile.

 

- Io...cercò di spiegarsi il biondino, rosso in volto per l’imbarazzo, ma in quel momento una portiera si aprì ed un ragazzo dai capelli d’ebano, lunghi fino alla spalla, vestito in modo molto simile a Demetrio uscì.

Indossava in più un cappello stile classico nero con una striscia bianca e una cravatta panna (n.d.A fa molto anni venti/trenta... i gangster *.*).

 

- Ehy, ma da dove vieni?dopo averlo squadrato, incuriosito per l’aspetto Phai domandò con il solito piglio deciso e diretto.

- Chiesarispose senza neanche guardarlo, si tolse gli occhiali e due occhi di ghiaccio si fissarono su Elai.

 

 

- L’Istituto dice che sono il tuo tutorsibilò incatenando lo sguardo che oscillava dall’adorante al confuso, Elai intimidito e messo in soggezione deglutì più volte prima di rispondere.

 

- S..si. Mi hanno informatoconfermò tenendo il capo alzato per poter guardare negli occhi il più grande, dall’alto del suo scarso metro e 60.

- Conosco i tuoi risultati dei passati anni e penso che il tuo attuale piano di studi sia insufficiente, l’ho modificato e ho aggiunto ore d’allenamento per la schermacontinuò il discorso passando lo sguardo sull’intera figura.

 

- Vuoi che faccia anche un giro su se stesso e mostri i denti?domandò sarcastico Phai notando lo sguardo insistente di Leandro che stranamente annuì.

Elai si mosse per istinto ma non di molto perché l’imbarazzo lo colse all’improvviso e per controllarsi accennò ad un sorriso.

 

- Maniaco, pedofilo. Da quando sei gay?chiese una voce dall’auto.

- Tzè!!rispose Leandro muovendo un passo verso Elai che rimaneva immobile ma Phai non s’intromise ancora.

 

Leandro allungò la mano verso il viso di Elai e solo ora Phai reagì con freddezza.

- Fermo, non toccarlo

 

 

- O se no cosa mi fai?chiese ora lui sarcastico carezzando la guancia liscia di Elai, come se fosse attratto in un modo assoluto dal corpo del biondo, sembrava non riuscisse a staccarsi.

- Non voglio far nulla di male.. a questo biondinochiarì continuando a fissare gli occhi spalancati di Elai, rosso come un pomodoro.

Continuarono a fissarsi per svariati secondo fino a che Leandro non si avvicinò ulteriormente, si chinò e gli parlò all’orecchio.

 

- L’anno scorso ti vestivi sempre con indumenti di una o due taglie in più; cappellini o le sciarpe.. nascondevano il tuo corpo, il tuo viso..

Ora che ti guardo meglio, sei davvero carinocon questa frase si poteva benissimo credere qualcosa tipo “è gay” ma lui non lo fece!

La fama del bel tenebroso era più conosciuta del suo stesso nome, Leandro era corteggiato da tutte le ragazze dell’Istituto e i maschi lo odiavano per il suo aspetto, peccato che nessuno là dentro lo aveva mai visto con una donna, o con un uomo, per quanto ne sapeva lui poteva essere anche asessuato!!!

 

 

 

- Sei gay? Allora se scopo con la tua ex non mi uccidi?la voce nella macchina lo riscosse da quei pensieri nuovi per lui, non si era mai domandato se qualcuno intorno a se fosse o meno gay!!

 

- Stupido poppante, tu hai molestato un ragazzino di 10 annilo punzecchiò il bruno, con il solito tono gelido, mentre si allontanava, anche se di poco.

 

- Molestato?borbottò piccatosolo perché l’ho baciato qualche volta.. non vuol dire che..

Ehy brutto stronzo!

Come osi insinuare che IO sia gay?sbuffò irritato cominciando a ringhiare insulti e mezze parolacce.

 

 

Intanto Phai era montato in sella ed era stato anche lui rapito da suoi stessi pensieri tanto da non fargli ascoltare l’ultimo scambio di battute e la scena che si stava svolgendo ora.

 

- Non ricordavo che avessi delle labbra così pienesi chinò e per un attimo le loro labbra si sfiorarono, o almeno così parve al biondino, i loro sguardi, intanto, non si abbandonarono mai.

 

Non si oppose o meglio non fece nulla, rimase in balia del bruno.

 

- Mhm!!sentenziò apprezzando, dopo essersi passato la lingua sulle proprie labbra, e il biondino capì che le loro labbra si erano realmente sfiorate!!

 

 

Si staccò, fece un passo indietro, e piegò il viso voltandolo verso il moretto insella al bolide.

- Vuoi un passaggio a casa?chiese guardando Phai che ora si era ripreso e attendeva anch’esso risposta, un po’ perché preoccupato per l’amico, un po’ perché curioso di sapere come avrebbe reagito il biondino.

Non voleva lasciarlo in balia di quel “essere”, non gli piaceva affatto, ma Elai era giudizioso, sapeva scegliere.. o almeno così sperava.

 

- Se per te va bene, si perlò d’istinto senza intromettere la ragione.

- PregoLeandro fece il giro e gli aprì la portiera, senza mai cambiare espressione o tono di voce.

 

- Sicuro?domandò lui dubbioso, se Elai aveva deciso così lui lo avrebbe accettato, sapeva che in fondo il biondino era capace di cavarsela! Ma era comunque molto inquieto.

- Non lo violento mica!!  fu la risposta acida di Leandro nonostante continuasse a guardare Phai senza alcuna espressione.

- Ne sono certosibilò questa volta Phai osservando che Elai gli sorrideva sereno.

Chiuse la sicura del casco e diede gas partendo, sparì nella via dopo pochi secondi, l’angoscia sarebbe rimasta ma.. lo avrebbe chiamato appena arrivato a casa e si sarebbe accertato se davvero era andato tutto bene o no.. in quel caso..

 

 

 

Elai entrò in auto ancora in trans, non si volse, non fece nulla, si mise solo a sedere.

 

- Davvero un bel bocconcino, se non fossi etero..

- Tu, non sei etero!!lo seccò il bruno salendo a sua volta in auto.

- Ah ah ah Miste Simpatia!!il ragazzo finalmente si sporse dal sedile posteriore e avvicinò il capo a quelli anteriori allungando la mano verso Elai.

 

- Alex  non finì perché la mano di Leandro gli coprì la bocca

La via?chiese gelando con lo sguardo lo sfacciato biondo.

- Via --------- ----

- D’accordosi volse e mise in moto.

 

 

 

- Io sono Elaisi presentò con ancora delle sfumatura di porpora sulle gote, aveva ripreso fiato e coscienza con molta fatica ma ora cominciava a realizzare.

 

Dopo diversi minuti avevano finalmente imboccato una delle strade del centro, una tra le più lussuose.

- Uiuhhhh fischiò Alex per approvare i palazzi che scorrevano ai loro latiquartierino niente male eh?!scherzò battendo la mano sulla spalla di Elai.

- Ehm.. Già!!!s’imbarazzò per l’ennesima volta, scostandosi dal sedile, come se volesse mettere distanza dall’altro.

- Idiota!!! Tu abitavi dietro quel palazzolo zittì subito Leandro con il solito tono freddo.

- Uffhh.. sbuffò piccato Alex.

 

 

 

Si fermarono al semaforo per il rosso e i due biondi osservarono le vetrine dei negozi.

 

- Hey quello è lo stesso maglioncino che hai addosso!! L’hai comprato lì?  chiese Alex fissando il capo esposto in uno dei tanti e poi quello che vestiva Elai.

Azzurro tenue che si modellava sul corpo magro del ragazzino che copriva il busto fino all’ombellico.

- Ehm.. Si sempre più imbarazzato buttò lì la risposta, beh certo dire di esserne il proprietario era un po’ troppo conoscendo già la reazione di quelli che lo scoprivano.

- Uhm.. verrò a farmi un giro un giorno o l’altrosentenziò Alex ributtandosi sul suo sedile, Elai trovò quella risposta insolita ma sollevante, non sembravano male, entrambi.

 

 

Toc.. Toc..

 

Un ragazzo si era avvicinato e aveva bussato contro il vetro vicino ad Elai che naturalmente sobbalzò.

All’istante Leandro abbassò il finestrino e un sorriso festoso e solare li accolse.

- Ma chi si vede? Non credevo che venissi nei quartieri Alti la domenica pomeriggiouna voce squillante, appartenente al nuovo venuto, riempì l’auto.

 

- Hey Ceste!!lo salutò Alex.

 

- Olà. Ma ci sei anche tu?!?si sporse e sovrastando Elai salutò con il solito rito di schiaffi sulla mano Alex e poi diede una pacca sulla spalla di Leandro.

 

- Tonto! Siamo in mezzo alla strada!!lo fulminò Leandro, infastidito.

- Oksi allontanò in modo che l’auto potesse fare manovra per parcheggiare.

 

 

 

- Ohy allora sono loro?un altro ragazzo si avvicinò all’auto.

 

- Ehm..mormorò Elai osservando entrambi.

 

Il primo ragazzo che si era avvicinato era il classico Breaker, pantaloni larghi tenuti, su per grazia divina, scarpe da ginnastica con le punte rovinate, maglia sempre larga che mostrava sotto una canottiera bianca attillata.

Notò solo quando i due si avvicinarono delle ali che indossavano, sui pantaloni, sulla canottiera, la collana era fatta da piccolissime alluce identiche a quelle dei gemelli che Leandro portava ai polsi, ed anche sulla mano di Alex, un bellissimo tatuaggio.

 

Il ragazzo era moro, anche se il colore era in realtà indefinibile a causa della lunghezza dei capelli, forse tre centimetri, sul davanti erano tagliati a forma di ragnatela e ai lati più corti ancora, un centimetro.

 

- Bel taglioconstatò Alex tirando un pacchetto al biondo dietro il moro.

 

- Cos’è?chiese lui osservandolo la scatolina appena lasciatogli.

 

 

- Un regalino per la tua tipa!!lo punzecchiò Alex, l’altro lo guardò male poi aprì il pacchetto e vi trovò due fedine.

Tutti e tre, Leandro, Orige e Ceste gli urlarono:

-  IDIOTA

 

- D’accordo... D’accordo!tacque.

 

Elai intanto era rimasto in silenzio ad osservare lo svolgersi della scena.

L’altro ragazzo era biondo, il colore simile a quello di Alex, e sul naso erano appoggiati un paio di occhiali dalla montatura rettangolare viola su cui, lungo il lato destro, erano incise un paio d’ali.

 

Pensando per un attimo a quel colore si accorse che lo aveva già visto più volte: il fazzoletto nel taschino di Leandro, il polsino di Alex e la cintura la fascia che il moro portava sul braccio.

 Coincidenze” si disse semplicemente sorvolando.

 

Sbatté le palpebre per riprendere la sua osservazione, entrambi i ragazzi accanto all’auto avevano gli occhi tendenti al marrone, quelli del biondo più sul verde, sembravano però che fossero influenzati dal tempo.

 

 

- Quattrocchi, Ceste questo è Elaifinalmente venne presentato da Alex.

 

- La tua nuova preda?sfotté Ceste rivolto a un più che gelido Leandro.

- Hnrispose senza far intendere il significato della parola, cioè del monosillabo.

- D’accordo Capo, sto zittocapì però al volo Cestecomuuuunque, piacere io sono Pauceste, per gli amici Cestesi presentò allungando la mano verso di Elai che non accennava a stringerla.

 

Con Alex non aveva avuto problemi ma con lui ora non sapeva che fare..

Non mosse un muscolo e così Ceste si volse alzando le spalle,era rimasto un po’ male.

 

- Lui è Orige, per gli amici Quattrocchi

 

- Hey!!s’infastidì il biondo guardando storto il moro.

 

- Non per gli amicisi corressema per i confide..non finì perché uno scoppino lo stordì.

 

- Io sono Orige. Piacere!si avvicinò di più a loro, sorridendo, lasciando l’amico dolorante.

Era vestito con un jeans dal taglio classico e una camicia aperta su una maglia.

I capelli erano tenuti indietro dal gel.

Ragazzo semplice rispetto alla “sagoma” che gli camminava accanto.

 

- Domani pomeriggio?chiese ignorando di nuovo la presenza del ragazzo.

- Il solitomormorò annoiato Alex beccandosi però uno “schiaffetto” da Leandro.

- No, stoltolo corresse con la solita delicatezzasi va da Delia -

- Ah.. già... l’avevo scordatosi ricordò all’improvviso Alex.

 

- Ok. Benesi volse e chiese all’amicocapito?

- Hmmhhmugolò ancora intontito il breaker.

- Era un sisi rivolse ai due poi aggiunsein bianco e viola?

 

- Niente divisachiarì subito Leandro posando lo sguardo su Elai.

 

- Bene allora ciao – lui li salutò e Leandro alzò il finestrino.

 

 

- Tuoi amici?chiese titubante Elai che non voleva essere invadente, ma visto che dovevano per forza di cose vedersi molto in questo anno gli avrebbe fatto piacere saperne qualcosa di più su entrambi.

 

- Diciamo – gli rispose Alex.

 

- Eh.. quello è per caso tuo cugino?chiese osservando il volto somigliante a quello del biondo con gli occhiali.

 

- S..sirispose sicuro poi si corresseun po’ tutti lo siamoElai non indagò oltre, si volse e guardò la strada.

 

 

Cioè che Elai sapeva era che c’erano due Bande, in continua lotta nella zona poco lontano da quella dell’ex Mafia.

 

Certo non poteva sapere che lui era nell’auto del capo di una delle due.

 

 

Sapeva del loro stemma, un cerchio viola con delle ali bianche.

E sapeva anche che quasi cinque mesi prima una delle due aveva scacciato l’altra, immischiata in loschi traffici e che ora erano magicamente spariti, ma sapeva anche che gli sbirri ora indagavano su di loro credendoli i successori dei trafficanti.

Si ripeteva che erano tutte coincidenze le cose che vedeva e sentiva, non poteva essere nell’auto dei Puma!! No, era un Lupo.. e un Lupo non sarebbe mai salito nell’auto di un Puma!

Non ora, dopo la brutta faccenda accaduta con i Nero.

Si diceva, che i Puma avessero schiacciato i Nero solo per prendergli il territorio..

 

Beh.. se anche fosse stato così, allora perché girare con un’auto così vistosa o indossare le ali, per essere scoperti?

 

E poi, cosa più importante.. erano veramente colpevoli?!

Ne dubitava fortemente ora, se davvero erano loro.

 

 

 

Il biondino, che sapeva quello che i giornali pubblicavano, non era a conoscenza del fatto che quei traffici erano finiti e che la banda di Leandro era indagata perché c’erano diversi poliziotti corrotti, per liberare i trafficanti, che li pagavano profusamente, stavano cercando d’incastrare falsi colpevoli.

 

La “Banda” non era stata sgominata completamente, ancora alcuni nuclei spadroneggiavano nelle zone dove le altre bande non arrivavano.

 

 

Al contrario uno dei due in auto sapeva bene, anche fin troppo, che quell’ingenuo ragazzino era uno degli eredi della bada dei Lupi, una ex famiglia mafiosa conosciuta in tutto il mondo che nel loro paese da due generazioni utilizzava l’immenso patrimonio, sia in denaro che in potere, per cercare di rimanere per lo più pulita.

 

 

L’ultimo discendente, di sangue, era Demetrio che conobbe la storia della propria famiglia per lo più attraverso la madre.

Come i suoi avi aveva istituto una base, composta da ragazzi e ragazzi, modellata a sua immagine e somiglianza, o per lo meno atta a portare via dai posti più o meno disagiati ragazzini.

 

Nella sua Organizzazione, infatti, vi era stato un salto generazionale, il padre aveva istruito un proprio seguito che lo aiutasse la “crescita” del proprio figlio e che curasse i propri interessi ma dopo di lui, dopo il suo “abbandono delle scene”, nessuno aveva preso ufficialmente il comando attendendo per tacito accordo la “maggiore” età di Demetrio.

Ora il ragazzo era grande e già da un po’ era impegnato con il Clan.

 

 

Elai ne faceva parte per una serie di eventi, doveva la vita a Demetrio.

 

 

 

Sospirando gravemente Leandro continuava con le sue riflessioni.

 

Nel loro paese ormai da anni i poveri s’impoverivano sempre di più e i ricchi si arricchivano senza limite.

 

La legge era un lusso di pochi, le classi medie, cosiddette borghesi, morte sotto il peso di un’economia finanziaria fallimentare e mercati di azione prede dei ribassi e rialzi, su cui nulla poteva far affidamento, cosa che invece le più grandi aziende e banche avevano fatto.

Chi guardava dall’esterno il loro Stato, aveva l’impressione che quello fosse un Paradiso Terrestre, in realtà era un vero Inferno.

 

Il Girone dei Gironi Infernali!

 

C’era però anche gente modesta e onesta, lavoratori, contadini, operai, impiegati.

Gente che lavorava, soffriva, viva seguendo la legge, ma che troppo spesso veniva invischiata in fatti illeciti, perché quella era la realtà!

 

 

Un altro sospirò sfuggì alle labbra di Leandro, quei pensieri gli affollavano da giorni la mente!

 

Era il suo paese, questo era il suo Stato.

 

Poco più di cento anni prima il centro della loro città era il covo delle più famose famiglie malavitose in fuga dai propri paesi.

 

Le più erano imparentate con Cosa Nostra e l’Ndrangheta e cosche varie della lontana Italia o con la Nuova Mafia dell’America del Nord, in stretti legami con i latitanti più temibili del secolo scorso.

Era di questo stesso ambiente la Famiglia di Demetrio, oltre ai grandi possedimenti e alle esorbitanti somme sui conti svizzeri poteva contare su alti esponenti carismatici infiltrati in ogni ramo della vita pubblica e politica dello Stato e della città.

 

Come sapeva tutto ciò..

Lo sapeva, punto.

 

La Famiglia da cui discendeva Leandro invece era una delle più facoltose e antiche del loro paese, era imparentata con i più alti casati dell’Europa meridionale.

Disgraziatamente negli anni venti uno dei giovani ereditieri della famiglia s’invischiò in mali affari, solo con la generazione del nonno di Leandro, cioè più di 25 anni dopo, il loro buon nome riacquistò il prestigio.

 

Per fortuna o per sfortuna, non si sa, l’unico discendente ora era Leandro, unico proprietario dei beni di famiglia compresa l’antica setta che si veniva a formare ogni venti anni all’interno della famiglia, includendo così i nuovi nati, e le conoscenze più strette e legate ai membri.

 

Il ragazzo cambiò la definizione, mise su una Banda che per lo più toglieva dalla strada ragazzini con un destino già segnato se non fosse per il suo intervento.

 

Il loro Stato si era ridotto a macerie di un mondo distrutto, i resti più o meno riutilizzabili erano i soli appigli, e le Bande, ex Famiglie pseudo Mafiose, ne erano un esempio.

 

 

- Sai Elai che il nostro ghiacciolino non ha mai fatto il tutor?esclamò all’improvviso Alex facendo sobbalzare l’ingenuo ragazzinocon quelle gote rosa e quei capelli platino ti mancano solo le ali e l’aureola per essere un perfetto angioletto!!!divenne ancora più rosso e si voltò allibito verso l’interlocutore reo di averlo imbarazzato.

- Su via perché quella faccia?! Cosa sei un Innocentino..sghignazzò fino a

- Idiota. Lascialo in pace – fino a che.. Leandro lo seccasse con un solo sguardo prima di voltarsi verso il biondino rassicurandolo con un altro sguardo.

 

- Uufffsbuffò per l’ennesima volta sbattendo la schiena contro lo schienale del sedile.

 

- Uhm.. Bene, eccoci!!!e dopo circa cento metri parcheggiò e scese all’istante andando subito ad aprire la portiera ad Elai, non per galanteria ma perché doveva monopolizzare fin da subito l’attenzione del più piccolo su di se.

 

- G..Grazie – infatti mormorò lusingato, focalizzando tutte l’attenzione su di lui.

 

L’auto si era fermata davanti ad un alto palazzo stile ottocentesco.

I piani rialzati avevano però ampie vetrate con inferriate finemente lavorate e al terzo piano un serie di balconi sorretti da blocchi di marmo scolpiti a “Muso di Lupo” una firma molto evidente.

 

 

Un fischio sordo proveniente dalla macchina diede l’approvazione all’abitazione di Elai.

 

Il colore era sulle tonalità del mogano scuro che in quell’ora di pomeriggio veniva avvolto da un sottile velo di luce che faceva risaltare le varie sfumature sui dettagli.

 

 

- Niente malesentenziò Leandro osservando il largo portone d’abete che si ergeva poco distante da loro.

 

- Beh.. grazie ancorafarfugliò il biondo, più rosso che mai, tenendo gli occhi bassi.

 

- Domani alle 10veloce si avvicinò, tanto da sfiorarlo.

Abbassò di poco il capo e gli parlò all’orecchioUn consiglio Piccolo, domani portati dietro un qualsiasi oggetto rosso, ben visibilesoffiò sul suo lobo per poi allontanarsi

- Mi raccomando

 

Elai lo fissò incredulo ma poi annuì, sapeva che nell’istituto venivano fatti scherzi, non simpatici, e che per questo esistevano codici e simboli che i più grandi tramandavano a quelli degli ultimi anni così da non fare brutte figure durante l’ultimo periodo della loro permanenza nel complesso, una specie di codice d’onore.

 

L’oggetto rosso lo avrebbe protetto, o almeno così sperava, si stava fidando del ragazzo appena conosciuto.

 

 

- A prestorisalì in macchina e abbassò il finestrino per aggiungeretieni il nodo allentato. Ciaolo guardò per un altro attimo e poi ripartì a velocità sostenuta lasciandolo lì come uno stupido a sospirare, l’anno si preannunciava ostico.

 

 

 

 

Side 2

 

Due ragazze camminavano tranquillamente in una delle strade meno raccomandabili della città.

 

La più grande si fermò per rispondere al telefonino.

 

- Hey dolcezza finalmente

(risposta dell’altro)

tornato dal mare?

(risposta dell’altro)

Si?! Allora ci vediamo a scuola?

(risposta dell’altro)

Sì

(risposta dell’altro)

No, davvero?

(risposta dell’altro)

Oh.. beh no, allora no non ci sarò

(risposta dell’altro)

Mh.. ok. Un bacio, scusa ma devo aprire il negozio!

(risposta dell’altro)

si, Selene è quila più giovane sorrise e si sbracciò per poter parlare anche lei al cellulare.

 

- Si ti saluta anche lei

(risposta dell’altro)

cosa? Leandro? Oh sì

(risposta dell’altro)

Bello? È a dir poco bello

(risposta dell’altro)

già hai ragione

(risposta dell’altro)

ok. Va bene a stasera, un bacionericominciò a camminare senza degnare la sorella di mezza spiegazione.

 

 

- Sely muovitila richiamò dopo qualche passo come se nulla fosse.

 

 

La più grande, Berenice, una bionda alta più di uno e settanta, magra, ma non troppo, con forme piuttosto pronunciate e con un’aria raggiante e un viso pulito ma già da donna.

A soli 23 anni già due lauree brevi e un negozio di vestiti pop \ hip pop.

Camminava fiera e impavida, indossava con disinvoltura una gonna lunga fino al ginocchio rosa e una camicetta che arrivava fino all’ombelico bianca e giacca color carne molto semplice.

 

- Era il nostro biondino preferito, vero?domandò la sorella minore piccata. Era una graziosa sedicenne, anche lei bionda una tonalità più scura, morbidi ricci e boccoli, alta uno e sessantotto ed era più in carne della sorella e si mostrava più insicura.

 

- Si era il nostro biondino preferito!!  rispose sorridendo Berenice.

 

Selene vestiva un jeans sbiadito sulle cosce e sulle tasche posteriori, una maglia a maniche lunghe color panna e una graziosa coppola.

 

Gli occhioni blu si spalancarono e saltellando raggiunse la sorella maggiore.

 

- Come sta? Eh?

È abbronzato? Si è alzato?

Ha comparto qualche souvenir? Ha incontrato qualcuno?..

Ehy perché non parli?

E perché hai nominato Leandro?aveva strillato tutto d’un fiato tutte le domande tranne l’ultima che mormorò riflettendoci su.

 

- Frena!!la bloccò da ulteriori sproloqui, stavano svoltando il solito angolo e prima che potesse continuare qualcuno la interuppe.

 

- A bellaaun ragazzo, dagli ormoni evidentemente in subbuglio, urlò dall’altra parte della strada.

 

E Berenice, come era solita fare con i tipi del genere, rispose per le rime.

 

- A stronzoo!! e senza scomporsi tornò a parlare tranquillamente con la sorella.

- Ascolta Selly, ha detto che forse martedì prossimo vuole dare una festa nell’attico, vuole vedere la banda e ringraziare Demy per il viaggio – iniziò rimanendo però sul vago.

 

- Uhmsospirò in risposta e poi continuònon lo vediamo prima?chiese dispiaciuta.

 

- Tu non vuoi andare all’Istituto..la canzonò Berenice con piglio da saputella,  glielo avevano detto tutti di iscriversi ma lei nulla.

 

- Ma!!! Ufffhhhh...sbuffò incrociando le braccia sul pettoquindi tu lo vedi? -

 

- No, non ci vado, lo sai che ho troppo da fare!

Comunque stellina ascoltami: Elai è un giovane Lupo!!

Non farci progetti sopraBerenice la prese sotto braccio e le parlò all’orecchiosai bene che non ricambierebbe al di fuori di una semplice amicizia

- Ma.. io..balbettò Selene allontanandosi dalla sorella più grandeguarda che io non ho progetti, su di lui!!esclamò di botto.

- Allora chi ti piace?aveva risposto troppo in fretta e così Berenice l’aveva scoperta.

-  Beh io..arrossì abbassando subito lo sguardo.

- Uhmh ora si che ho capito. Cara mia, sei un libro aperto!!! T’interessa il nostro biondino perché è il migliore amico di Phai!! Giusto? sorrise compiaciuta della propria deduzione.

- Cosa??? Nooocercò di dire senza però convincere l’altra che la guardava divertita.

- Oh beh alloraaa!!!

Non so che piani ci siano su di lui per ora quindi non so che dirti. Ma sta attentata, se non dovesse funzionare o peggio se lui non ricambiasse soffrireste entrambi molto!! -

- Già!!soffiò consapevole del rischio.

 

 

- Oh guarda!! Finalmente Nesc (Onescritto) si è degnato di portarci il caricoosservò soddisfatta il camioncino con cartoni vari al suo interno.

 

- Heycinguetto Selene avvicinandosi al posto di guida.

 

- Stellina!! Come va??la salutò l’appena nominato scendendo dal camioncino.

 

- Uhm.. bene!!e fece un giro su se stessaNon si vede?divertita e a proprio agio giocò con il ragazzo.

 

- Modesta come al solito la tua sorellinastette allo scherzo lui, guardando Berenice.

 

- Eh già!! la bionda dai lunghi capelli lisci si avvicinò alla serranda e la sollevò con pochi gesti.

 

- Allora come sta il grande capo?chiese alle due ragazze entrando nel negozio.

- Bene, però ha in mano parecchi lavori e ci sono anche dei vecchi lupi da controllare

 

- Come mai?continuò ad informarsi il ragazzo che oggi sfoderava un taglio di capelli classico fatta eccezione alle strisce laterali in cui non c’erano proprio capelli, molto di moda.

- C’è stata una piccola sommossa giù alle discariche, ci sono due bande che vogliono il territorio. Gli Yadru e i Nero, li conosci no? Gente di bassa lega ma pericolosispiegò Berenice aprendo le finestre.

 

- Usano le armi più disparate per farsi la guerraconcluse Selene uscendo subito dopo.

- Ma sono quelli della retata? No.. uhm Beh ma Demetrio come si sta muovendo?  

 

- Si muove! Indaga, cerca. Il solito.

 

Ohy ma lo sai che martedì il nostro angioletto vuole dare una festa? -

 

- Si si. Mi ha mandato un mex

- Bene così ci troveremo tutti quanti a far un po’ di caciara!!esclamò una altro ragazzo entrando con due scatoloni.

 

 

- Nesc, sai vero che ora dovrai anche aprirli e sistemarli!!!

 

- Cosa Bery? Noooo Daiii?!?!cercò di sottrarsi ma la bionda lo afferrò al volo per l’orecchio e con piglio da dittatrice continuò.

 

- Due settimane di ritardo equivalgono a metà paga! vuoi metà paga?

 

- Ok! Ok!Nesc annuì e l’altro ragazzo, che portava una tinta scandalosa sui capelli si scusò.

 

- Ma il blu è nuovo?chiese Selene entrando.

 

- Già! Alla mia ragazza piaceva il blu elettrico e cosìiii ho girato per i centri commerciali e l’ho trovato. Non è un blu da paura eh?

 

- E la cresta?chiese la più grande notando i capelli tirati su più del solito.

 

- Non è stra mitica? Comunque la tolgo domanidisse tutto orgoglioso.

 

- Si silo accontentarono i tre.

 

 

 

- Portate anche voi il polsino?!?!domandò la bionda all’improvviso con lo sguardo indagatore.

 

- Certo!!  risposero prontamente entrambi, il ragazzo con la cresta alzò la manica della felpa mostrandolo e l’altro raggomitolò la manica della vecchia giacca che aveva indosso.

 

- BENE!!rispose contentaLe divise sono in magazzino, se le volete ritirare ora..

 

- Oh no!!!! Bery mia.. noi torniamo a casa solo prima delle otto, sperando in bene, mi dispiace le prendiamo domani. Ok ?! – chiese speranzoso.

 

- D’accordo Olcia, mi fido?!rispose andando alla cassa mentre gli altri si adoperavano a svuotare le scatole.

 

 

Il negozio era grande all’incirca 70 metri quadri, senza contare il magazzino.

Era accogliente, colorato, tipico punto vendita da ragazzi, con budget limitato ma con pretese alte, molte occasioni ma di qualità e costi ragionevoli.

Era un unico locale diviso con scaffali, sul fondo accessori, sulla destra abiti tipici dello stile Hip pop e pop, sulla sinistra invece quelli  più alternativi e rock.

Magliette, maglie, felpe, maglioni, jeans, pantaloni e molto altro.

 

Il magazzino sul retro era usato soprattutto come laboratorio, molti articoli infatti erano di loro produzione.

In più qui venivano confezionate le loro “Divise” per la banda.

 

Al fianco del magazzino era situato un piccolo negozietto che a giorni sarebbe stato chiuso.

Era una piccola filiale di una grande azienda, in quel quartiere però non vendeva molto ed era quindi stata decisa la chiusura.

 

Alex lavorava ormai da quasi 4 anni nel negozietto, per arrotondare.

Era diventato amico delle due, senza mai notare le migliaia di icone che riportavano l’immagine di un Lupo alato, a sua discolpa però c’è da dire che la banda lì non ci metteva quasi mai piede, la zona infatti era pregna di altre bande di dimensioni modeste, per lo più perditempo, attaccabrighe, però i Lupi preferivano non mostrarsi spesso lì.

 

Alex non aveva mai conosciuto il proprietario del negozio dove lavorava, come non aveva mai visto quello del piccolo bar di fronte o del fruttivendolo infondo alla via, lui riceveva lo stipendio e incassava, questo gli bastava!

 

- Comunque prima ho accennato a Leandro perché pare, qui lo dico e qui lo nego. che ci abbia provato più di una volta con il nostro angioletto

 

Un coro di “Coooosa?” si alzò facendo sussultare la ragazza.

 

- Ohy state calmi!l’accerchiarono all’istante, un po’ per curiosità, un po’ per il senso del dovere.

 

Sapevano bene che Elai era il protetto di Demetrio e quindi sapevano che il loro capo era intransigente con chi gli torceva solo un capello, uomo\donna\bambino\anziano\animale avrebbe avuto conseguenze spiacevoli sulla propria persona.

Stessa cosa valeva per Phai, molto probabilmente non avrebbe esitato a tornare per l’occasione il tempista di un tempo.

 

- Non credetevi chissà chesi corressegli ha ronzato intorno e basta -

 

 

- Lui lo ha cacciatomormorò nervoso Olcia

 

- L’ha picchiatoaggiunse l’altro

 

- Almeno avrà chiamato aiuto!!concluse Selene.

 

- Ehm.. veramente.. nulla di tutto ciò.. Leandro lo ha anche accompagnato a casa, credo che abbia flirtato con lui e potrebbe essergli piaciutoe di nuovo..

- COSAcon tono più alto e incredulo.

- Non ne so nulla quindi tornate a lavoro !!disse impassibile Berenice.

- Se va beh!!!  si arresero.

 

I quattro non avevano notato che un’auto bianca si era fermata davanti al negozio e che un biondo ragazzo ne era uscito e che stando passando davanti a loro aveva sentito tutto.

 

Sogghignando prese il telefonico e compose un numero.

 

 

- Ah bellosalutò con la solita voce squillante e fastidiosa, quando voleva esserlo!!

> Uhm ?!? < farfugliò infatti l’altro intontito.

 

- Dormivi, eh?gli chiese con una punta di fastidio, lui non poteva starsene a poltrire a letto!!

> Eh già!! < rispose con la voce ancora impastata dal sonno.

 

- Beh fa niente!tagliò corto Alex passando sopra come sempre a cioè che stava per dire l’altrobello ora ascoltami: notizia bomba!! – mentre parlava si diresse verso il negozio in cui lavorava, superò il magazzino e arrivò alla porta.

> Uhm!!! < borbottò di nuovo l’altro.

 

- Il ghiacciolino è ricambiato! – esclamò con aria festante.

> Che cosa????? < e inevitabilmente l’altro si svegliò di soprassalto.

 

- Già.. sentimi bene: siediti e respira. Fatto?l’altro grugnì un frettoloso assenso e Alex ripreseOk, beh allora stamane..sorridendo cominciò il racconto, includendo i suoi commenti, del tipo “tra ghiaccioli si comprenderanno” e concluse dopo dieci intensi minuti dicendocredo che però il ragazzino non sappia ancora in che sponda stare, chissà.. beh il nostro Capo deve sempre invischiarsi in cose complicate no?

> Ohy!!! NO dai non ci credo! Proprio tutte lui eh?! Ma dai.. quasi non ci credo! < incredulo l’altro scoppiò in una chiassosa risata.

 

- Ok non crederci!!! Comunque sai vero che ci vediamo da Delia? -

> Testaccia bacata!! Lo so. In divisa? <

 

- No, Leandro dice che è ancora pericoloso !!

> Oh beh.. D’accordo!!! < sbadigliò prima di tossicchiare > biondo vedi di passare! Magari prima di cena!! Facciamo due tiri, e poi mi dici come va con... com’è che si chiama??? <

 

- Aris. Tonto!!  Beh.. però, sai com’è l’ho mollata!esclamò con tono dimesso.

> Che cosa? Ma sei deficiente? Aveva o no un corpo da urlo?! Ti sei bevuto il cervello?<

 

- Ohy va che ho capito! Lo so anche io com’era quella!

Beh.. senti, in confidenza: non mi.. “tirava più!!” diciamo così!

> Che cosaaa ?!!?? < un urlo fracassò i poveri timpani di Alex > Tu.. che??? < ormai era più che sveglio!!

 

- Calmati!!mormorò cominciando a battere i tasti della cassa per controllare l’incasso e la lista delle cose che stavano per finire.

> Cal..ma..ti?? < chiese incredulo > Cazzo!!! Te la scopavi ogni notte.. Di giorno.. pomeriggio!! Va beh hai capito.. no??? Ogni volta che ti sentivo o avevate appena finito o dovevate iniziare!!! <

 

- Fottiti CASSANDROsibilò davvero molto alteratoio parlo da serio!!!spiegò scorrendo i nomi sul foglio.

> OK!!! Bello.. ohy fratello, facciamo così, tu passa verso le sette, dopo una partita andiamo a mangiare un boccone giù al molo, che ne dici? < disse un po’ dispiaciuto.

 

- OKrispose meno nervosoti porti anche mio cugino e il suo fido? – gli chiese sospirando per alcuni secondi.

> No! Fratello, ma Mel è Cret mi hanno costretto ad accettare un invito ad una festa sulla spiaggia a mezzanotte.. < inizio a dire con tono senza particolare espressione.

 

- Oh beh.. io..farfugliò riflettendoci su.

 

> Non ci vado DEFICIENTE!!!!

Ti stavo solo mettendo alla prova.

So che due mesi di riabilitazione sono stati duri. Contando la disintossicazione, non ti porterai mai ad una festa < lo rincuorò subito.

 

Sospirando Alex si alzò andando alla ricerca della sua bottiglietta d'acqua naturale, la trovò e ne bevve parte.

 

> Hey ci sei?  <

 

- Sirispose respirando piano, il ricordo dei mesi passati lo rattristava sempre.

 

> Ehm.. che dici se facciamo un po’ i tamarri per il lungo mare? Vestiti alla truzzo, musica a palla e tu porti quello schianto d’auto che sembra avere le molle al posto delle sospensioni < tutto esaltato Cassandro cominciò a lodare ogni parte di quella mitica auto decappottabile rosso lucido con delle magnifiche ruote degne di un Re dell’asfalto, con cerchioni cromati, molto scintillanti e delle stupende ali bianche disegnate sul porta bagagli. Stereo con casse dai G-byte inimmaginabili, sedili in pelle bianca e tocco finale: specchietto, maniglie e rifiniture dei cerchioni in oro bianco.

Più tamarri di così???

 

- Ok. Allora Ciao Fratello!!

> Ciao Biondo <

 

 

 

Alex aveva cominciato il suo lavoro con la solita aria scocciata.

Catalogare, registrare, consegnare: si annoiava soprattutto perché a quell’ora nessuno dei suoi compagni lavorava.

 

Sandro dormiva (ora no)

I due inseparabili, cip e ciop (comunemente chiamati Ceste e Orige) bighellonavano.

I ventenni del gruppo probabilmente erano al Pub per sistemare le ultime cose prima dell’inaugurazione.

Mel era in spiaggia con Cadmo e le loro tipe del momento, Niob sicuramente era sullo skait al parco, forse poteva chiamare Ablero anche se dubitava che avrebbe passato le sue ultime ore di libertà in quel piccolo negozio.

 

- Uffhhsospirò distendendo i muscoli delle braccia e delle mani.

Il programma serale era assicurato ma ora???

Un tintinnio lo risvegliò dalle sue elucubrazioni mentali.

 

La porta era stata aperta e qualcuno era entrato.

 

- Salve fratello posso aiutarti?esclamò avvicinandosi con fare gentile.

- Certo che puoiun ragazzo sui 24 anni, alto parecchio più di lui, fisico da lottatore e faccia da mal fattore, gli si parò davanti.

Era avvolto da un cappotto grigio, nascosto da un paio di occhiali scuri, parlava con tono freddo, costruito.

 

- So che qui la merce è di prima qualitàestrasse una mazzetta e la posò su uno degli scaffali.

- Oohh senta.. vede, io.. ehm ci deve essere un errore  cercò di spiegarsi, sapeva bene che cifre come quelle e un linguaggio simile portavano a due cose: droga o merce umana.

 

- Mi hanno mandato qui. Dov’è il ragazzinola seconda!!!!

 

- Io non ne so proprio..  ma non riuscì a finire la frase che il suo cellulare cominciò a trillare.

Accorse per rispondere, attimi in più per pensare.

 

> È un’imboscata della polizia. Ti vogliono incastrare. Sbattilo fuori e lancia per strada i soldi < Alex riconobbe la voce subito.

L’aveva sentita anche qualche ora prima, era nei suoi ricordi..

Ma a chi apparteneva? Si poteva fidare?

 

- Perché..non terminò perché l’altro riprese.

> Hai due minuti. DA ORA. Esci dal magazzino e scappa < riattaccò e Alex scattò.

 

- Fuori!!!!sibilò spingendo l’energumeno fuori.

- MA IO..spinse forte fino a farlo uscire, poi scaraventò i soldi in strada, come gli era stato detto di fare, chiuse tutto e uscì dal magazzino.

Si guardò in torno, chi aveva chiamato forse era ancora in zona.

 

L’unica cosa che vide era la solita via desolata che però nel giro di due secondi si riempì di civette e gazzelle.

 

Entrò nel negozio di Berenice facendo finta di niente.

 

Esordì con un finto radioso sorriso

- Hey !!!!

 

- Hai sentito anche tu?domandò Berenice avvicinandosi alla vetrina, i ragazzi erano andati via da un po’, c’erano solo loro in negozio.

 

- Secondo voi?!?domandò subito dopo Selene.

 

Le auto si fermarono, ne uscirono sbirri che accerchiarono nervosi l’uomo a terra e poi urla, sbraiti.

Un piano saltato.

Sorrise Alex, soddisfatto.

 

- Forse hanno sbagliato stradaBerenice si volse e tornò a piegare le sciarpe ignorando tutto quello che stava avvenendo là fuori.

- Giàesclamò Alex avvicinandosi alla più grande.

 

- Come mai qui?chiese riponendo gli indumenti con massima cura.

- Sta sera uscita da truzzi!!!esclamò divertito.

 

- Lungo mare?chiese Selene tornando dal retro piena di maglie e felpe.

- Già!rispose osservando gli accessori sul ripiano di fronte a lui.

- Prova questala bionda liscia gli lanciò una felpa nera con il cappuccio, davanti a tinta unita e dietro...

 

 

- Una pantera?!!?mormorò osservando il bellissimo disegno.

 

- L’ha disegnata un nostro amico. Vedi c’è anche la firma!!!    squittì Selene sorridendo.

 

- È bellissimaesclamò incantato dalle linee perfette della figura.

- Già e ci sono pantaloni coordinati, la canottiera, tutto sportivo. Che ne dici?!?Alex annuì continuando a osservare la bella pantera.

Era sospesa in aria nel momento più alto del balzo, zampe in avanti, bocca spalancata con denti acuminati ben in vista, il folto pelo nero e viola si scagliava contro il colore cupo della morbida felpa.

- Ricordo la tua taglia alla perfezione. TieniBerenice gli allungò pantaloni e canottiera, il primo sempre nero con la medesima immagine stampata all’altezza della caviglia destra e la seconda invece l’aveva lungo il fianco sinistro.

 

- È un genio !!esclamò Selene dando voce ai suoi pensieri, condivisi da tutti.

- Uhm.. Già !!!!dopo svariati minuti si riscosse.

 

- Ohy Biondo. Metti un po’ di matita negli occhi e scarpe nere. Liscia i capelli all’indietro e avrai l’intero lungo mare ai tuoi piediBerenice gli diede un nuovo gel, d’importazione Statunitense, e gli fece l’occhiolino.

 

- Hey.. non hai detto ragazze?!?! Hai detto tutto il lungo mare?? Attirerò anche maschi?!chiese, fintamente, preoccupato.

 

- Certo!!! E’ quello il divertimento. No?!?!la ragazza gli schioccò un bacio sulla guancia e andò nel retro lasciando entrambi allibiti.

 

 

 

- Sai vero che scherza?provò a rincuorarlo Selene.

- Mhh, si già!!!si riprese dallo shock ed estrasse il portafoglioquanto vi devo?

 

- Per teee?? 15Alex prese i soldi e glieli porse, allungandosi poi per baciargli le guance come saluto.

- E non spezzare troppi cuori  

 

Uhm.. è stato molto strano! Parlare con Bery e Sely.. non so ma.. mi ha lasciato una strana sensazione addosso..!” pensava Alex “era come se le conoscessi da una vita.. mi sento quasi meglio con loro che con quella che si definiva mia famiglia...

 

 

 

 

 

 

 

 

Side 3

A CHILOMETRI DI DISTANZA

 

- Diamine è saltato tutto!!!!Ezio, il braccio destro del ragazzo incaricato di incastrare Alex stava imprecando ormai da diversi minuti ormai.

- Chi... chi ha cantato?i quattro si guardarono scuotendo il capo. Sapeva perfettamente che appena il capo sarebbe rientrato se la sarebbe presa con lui, e lui non voleva affatto che accadesse così desiderava trovare quanto prima il colpevole!

Sapeva bene cosa si rischiava ad essere sotto tortura del capo.

 

- Tu, piccolo delinquentello! Draco!!! Sei appena diventato maggiorenne, sai vero che ora puoi andare in galera ?!?!? – Ezio, con lo sguardo da pazzo avvicinò il ragazzo sottile e aggraziato, che sedeva malamente su un tavolo, attendendo ordini, dato che il suo giro di “consegne” lo aveva finito.

L’animo gentile qual’era il ragazzino si piegò subito alla voce grossa dell’uomo e alle occhiatacce degli altri.

 

- Io sono qui per mia sorella Nadia!!disse lui con la voce tremante, poco convincentenon mi interessate. Lo sapete! Ne in bene ne in male – spostò la gamba lasciandolo penzoloni giù dal tavolo dov’era seduto evitando però lo sguardo dei quattro uomini che erano nella stanza.

 

 

- Uhm.. d’accordoEzio, era alto, grosso, un mancino con muscoli d’acciaio ma niente cervello, però sapeva quando era il momento di tacere, e aveva capito che la tensione nella stanza era alta e venire alle mani con gli altri tre o aggredire il ragazzino non serviva a nulla.

 

Dopo un grugnito agli altri due scagnozzi s’intese che la testa qualcuno doveva saltare.. e nonostante tutto il ragazzino sembrava il bersaglio perfetto, era un piccolo spacciatore dopo tutto, non era importante!

 

 

- Il ragazzino non c’entra, quindi finitelaa sua difesa s’intromise Laxo, il più intelligente e scaltro del gruppo, si piazzò davanti al ragazzino e squadrò gli altri uomini e incrociando le braccia li sfidò.

Era uomo molto alto e con una corporatura da nuotatore, con capelli corti e biondi.

- Ehy, nessuno ti ha interpellato!!grugnì Ezio in risposta, non amava essere scavalcato e contestato.

- Già, chi ti credi di essere, pidocchio!!! – lo appoggiò un altro degli energumeni dal viso pieno di cicatrice e con gli occhi sfuggenti, come a nascondere pensieri e fantasie malate celate nella mente.

 

- Oh Belli ce l’avete una striscia?  la porta della piccola stanza semibuia si aprì e una ragazza non molto alta, con i capelli quasi viola, una mini inguinale e un top ristretto fece la sua entrata disturbando e interrompendo tempestivamente la discussione.

 

La camminata ondeggiante faceva ben intendere che non era propriamente lucida la ragazza, e se ne accorsero subito.

 

- Sloggia Jessica, i grandi devono parlaregrugnì l’altro l’ultimo energumeno quello che ora stava nell’angolo più buio. La voce profonda ma dal suono quasi viscido fece rabbrividire sia il ragazzino che la ragazza che però non demorse.

 

- Ma sto male!!! Avanti.. la vogliosquittì con tono irritante.

- Ohh.. ok, basta che non scocci! Tienispazientito Ezio gli lanciò una bustina, la ragazza, una delle tante loro schiave del sesso, che battevano la strade per conto loro, erano spesso sotto l’effetto di cocaina e eroina, ma Jessica era una di quelle che veniva spesso a scocciare per averne dosi sempre maggiori probabilmente nel giro di poco.. non ne avrebbe avuto più bisogno.

 

 

- Ma non lo vedete come siamo combinati? Sta andando tutto nel cesso!!! Da quella cazzo di retata le cose non vanno più..

I Lupi e i Puma sono intoccabili.

Schiaffatevelo in testa!!! Con questi atteggiamento non andremo da nessuna parte! Che sia chiaro, io non me ne prendo la responsabilità, se siete un branco di scimmioni non è colpa mia!!urlò esasperato Laxovieni piccolo ti porto a casa – si volse e parlò a bassissima voce al ragazzino che annuì per istinto saltando impacciato giù dal tavolo.

 

- Oh Stronzo.. abbassa la cresta!!!! Draco non è su marciapiede solo per MIA grazia  gli ricordò Ezio afferrando il ragazzino per il braccio. Draco lo guardò prima impaurito poi sorrise con scherno e Laxo li divise.

 

- Non finisce qui Laxo! Se lo vuoi come tuo.. giocattolino, mettiti in coda! Lo sai che il capo vuole l’esclusiva su ogni pezzo! – rispose con la medesima espressione al sorriso e fece un passo indietro guardandoli allontanarsi..

 

 

- MA FOTTITILaxo gli mostrò il dito medio e uscì dalla stanza, quei coglioni non li sopportava proprio, non sapeva per quanto ancora sarebbe resistito.

 

Nero era un bastardo, questo era indiscutibile, con alcun senso di colpa, l’ultimo di una famiglia di delinquenti che era sempre stata sotto l’ala della mafia internazionale, ma almeno se ne stava lontano da lui.

La sua organizzazione si era evoluta, in male, da strozzini a truffatori a rete di prostituzione e droga.

 

 

Non aveva voluto dall’inizio l’incarico, tutto quello era disgustoso, tratta di ragazzini, maschi e femmine, dai 9 ai 18 anni.

Ogni volta che guardava quella merce camminargli davanti rabbrividiva e si mordeva a sangue l’interno delle guance.

 

Era capitato lì durante un’indagine amministrativa, una leggerezza, aveva scoperto la rete e il capo lo aveva costretto ad accettare.

 

DUE ANNI, due interi anni.

Privato da tutti i suoi legami con la sua vita, lontano dal mondo civilizzato a contatto ogni giorno con l’inferno.

 

Uno squallore!!! Uno schifo, aveva meditato di scappare, fuggire.

 

Lui agente, figlio di agenti, uno dei più giovani infiltrati, a soli 20 anni aveva già lavorato in 6 operazioni.

Un bambino prodigio, dicevano, intuito, prestanza fisica, ottima capacità di camaleontismo.

Un vero genio nel suo lavoro.

Ma a cosa era servito se a soli 27 anni era invischiato in uno dei traffici più disgustosi e disumani che il mondo conosceva.

 

Ma ormai aveva iniziato, avrebbe portato a termine l’operazione, era riuscito ad avere incontri con Lupi e Puma, mancava poco se lo sentiva.

Nelle loro zone beccarli era impossibile, le persone li proteggevano con la propria vita, nei punti neutri, erano loro che si muovevano per non essere incontrati, i nomi di alcuni li sapeva, ma non gli servivano a molto per ora.

 

Ora però... 

Ora c’era Draco.

 

Era un pulcino spaurito, un piccolo disperso nella Terra di Nessuno.

Era rimasto orfano insieme alla sorella e ora era caduto in quella orribile organizzazione.

Aveva dovuto aggrapparsi ad un’idea.. a qualcosa per continuare a lottare, la voglia di mettere dentro quegl’infami non bastava.

 

E così, l’idea di quel ragazzino, di salvare quel ragazzino..

Beh aveva dovuto mentire a tutti, compreso lui, per entrare indisturbato nelle grazie del Capo.

Era pura finzione!

Aveva falsato anche il suo aspetto fisico.

Non aveva occhi azzurri ma verdi, il biondo era più finto di quello di Paris Hilton, il suo era un bellissimo castano chiaro, aveva smesso di frequentare la piscina ma aveva potenziato le spalle, modificando così la sua struttura fisica.

Il suo carattere poi, lo aveva annullato costruendosene uno tutto nuovo, freddo, distante, altezzoso, un bastardo che non si tirava indietro quando c'era da rispondere per le rime.

 

Eppure tutto ciò non aveva impedito al ragazzino di affezionarsi a lui.

 

Recitava la parte di uno stronzo eppure...

 

Eppure aveva irrimediabilmente attratto a se quel giovane disperso.. e ora, che anche lui si era affezionato era pronto a svelargli tutto.

Era assolutamente convinto da chi veniva la soffiata, e lui c'entrava di sicuro, ci scommetteva il distintivo.

 

- Hey piccolo vuoi una cioccolata?salvarlo da quella vita era uno dei suoi scopi ora, ne aveva fin troppi di dispersi, ingoiati da quel fitto nulla..

Non avrebbe permesso a nessuno di portare via anche lui.

 

Draco annuì e in risposta Laxo gli scompigliò i capelli, aveva scoperto, indagando, che doveva fare tra poco i 17 anni aveva mentito anche lui alla banda e questo lo aveva incuriosito parecchio.

 

Laxo invitò il bruno a seguirlo in auto, parlare lì non era sicuro.

 

Gli disse con voce pacata che non avrebbe detto nulla ai suoi aguzzini.

 

Il ragazzino anche se un po’ titubante lo seguì.

 

 

- Come li conosci?chiese all’improvviso facendo sussultare l’altro. Niente preamboli, direttamente al dunque, era la cosa migliore.

 

- Io veramente.. non.. non li conosco.. ho sentito la via.. eh.. Ho chiamato un amico che ha delle amiche che lavorano lì.. Un caso..chiarì mentre il volto era in fiamme, eppure non gli sembrava che stesse dicendo tutta la verità..

 

- Chiama Nada, digli di andare nell’attico tu andrai alla casa famiglia giù al vecchio quartiere. È più sicuroimmaginava la sua disponibilità in quanto aveva passato molto tempo in quel posto, era molto probabile che fosse lì il suo amico.

- Phai.. Il mio amico... Si chiama Phai. È abituale della casa famiglia. Studia nell’istituto ma non può permettersi una casa propriaspiegò il ragazzino preso da una strana voglia di dir tutto.

 

- Bene!! Sono felice che tu voglia essere sincerogli sorrise, ormai potevano considerarsi amici anche se certe cose di lui non le aveva ancora capite.

 

Quel cucciolo non ancora maggiorenne non mostrava in alcun modo l’età che aveva, aveva un carnagione abbronzata e i cappelli corti neri con riccioli che cadevano scomposti sulla fronte, eppure alcuna ragazza lo avvicinava e poi..

 

- Ci fermiamo lì?chiese indicando un grazioso bar con alcuni tavolini rotondi al di fuori e un telone che faceva ora ombra, era in una piazzetta ad un centinaio di metri da loro.

- Posso sapere perché?chiese incuriosito.

- Ogni tanto passa di lì per poi andare in edicola per comperare dei mangaspiegò con perizia.

- Ehm.. perché.. Mi fissi???chiese imbarazzato, Laxo lo aveva fissato di nuovooh... forse ti stai chiedendo perché lo so?!... giusto? Semplice ho frequentato dei corsi alla scuola pubblica dove c’era anche lui.. tutto qui.. no?!?

 

- Ok.. bene !!! Allora parcheggio

 

Entrati nel locale l’agente sotto copertura notò subito i tipici particolari che qualificavano il bar come proprietà dei Lupi, e solo ora aveva notato il bracciale con il lupo disegnato di Draco, era un fiancheggiatore della Banda quindi questo faceva sì che lo stesso amico fosse un Lupo.

Si misero a sedere intorno ad un tavolino sul fondo del locale, il ragazzino aveva salutato con un gesto la ragazza dietro al bancone e il barman.

Doveva conoscerli.

- Ohy bellissimo.. da quanto non passavi?la ragazza li aveva raggiunti e aveva cominciato a chiacchierare con Draco.

Alla fine il ragazzo moro presentò l’amico alla ragazza che aveva detto di chiamarsi Sumatra, appuntò mentalmente il nome, in futuro forse gli sarebbe servito.

Ordinarono due cioccolate.

Anche lei era un Lupo, la maglia con un lupetto mezzo addormentato lo confermava.

- Sai quando non c’è scuola vengo qui!!!

 

- Sei un lupetto anche tu.. Vero? Il polsino, il bracciale..indicò per spiegargli come lo aveva intuito.

 

- Io.. sai.. Io con Nero non ho nulla a che fare.. invece... Demy...  

- Demy?se avesse avuto il collegamento giusto, se fosse riuscito a convincere almeno una delle due bande a collaborare.

- Lui mi ha sostenuto anche prima che diventassi orfano  

- Oh... beh non preoccuparti, sarò una tombaquesto era l’anno buono... forse..

 

- Ohy Bellissimo come mai qui?la ragazza aveva appena salutato un ragazzo all’entrata.

 

- Se vuoi puoi dormire da mechiese il finto biondo al ragazzino che però non lo ascoltava, intento a guardare avvicinarsi un castano al loro tavolo.

- Io.. io non so..biascicò qualche istante prima dell’arrivo del ragazzo.

 

- Hey guarda che lo dico solo per tua comodità...Draco abbassò lo sguardo impacciatoe non abbassare mai lo sguardo

 

- Ohy Dark Boy. Allora non ti han..un ragazzo dai capelli color sabbia bruciata e dagli occhi verdi, lo stesso salutato dalla ragazza, si fermò davanti a loro tavolo con due cioccolate.

 

- Scusa non volevo..

- Non preoccuparti è fidato

- Beh.. allora piacere: Phaiporse le due tazze per dare la mano all’agente.

- Laxo. Piacereprese le tazze e strinse la mano del ragazzo.

- Ti faccio posto?

- Oh no Grazie. Volevo solo dirti che non ero io.. in pericolo, ma..si bloccò e sospiròBeh diciamo qualcuno a me molto caro..

- Allora ha fatto un buon lavoro

- Eh.. Già!!!

 

- Posso chiederti quanti anni hai? – nella sua indagine ogni elemento poteva essere importante, avrebbe dovuto scoprire anche l’identità del ragazzo e capire che tipo di legame lo legava alla banda.

- Ehm.. 15..15 annimormorò un po' seccato.

 

- Ne dimostri di più. Comunque grazie per le cioccolatesi appuntò tutti i dati relativi a quel Phai.

Un gran pregio che aveva era la memoria e la sfruttava sapientemente.

- Oh.. nulla.. io vado.. ciaoincamminatosi il ragazzo si perse nei propri pensieri.

                              

 

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Beh..  direi al prossimo capitolo!!!!

 

Mi raccomando COMMENTATE

 

Ringrazio quella rompi..bip di mia cugina, il caro Ale (che domani, 30 ottobre finalmente vedrò di persona!!) e tutta la gente che ha creduto in me.. ovvero, nessuno a parte i due citati prima ^_^ come sono fortunata eh?!

 

Faccio una saluto anche ad eoluccio che mi ha commentato!!! Grazie ^_^ e ne aspetto molti altri di commenti!!!!

 

Che altro dire?! Se non avete capito qualcosa.. chiedete pure, sono troppo casinista lo so, però mi sono davvero impegnata.. spero sia venuto fuori un buon lavoro!!