Ed eccomi qui, con questo mio nuovo lavoro! Ho
ricevuto solo due commenti per i precedenti racconti, ma sono fiduciosa! Me ne
arriveranno molti, vero? ^_^
In compenso la persona che mi ha mandato il primo
commento ora è diventato un mio carissimo amico! Ed è anche entrato nel mio
“staff” ^_^
Lo saluto e
gli mando un grosso bacione!!! Ale
sei un grande (già troppo alto confronto a me che sono nana!!)
Tanto che ci sono faccio uno
grosso ringraziamento alla mia cuginona! ^_^
Nina, non fai proprio tanto schifo come editrice!!
E ora.. la storia che vi presento:
Beh.. la storia..
Questa storia
non è il mio primo lavoro.. è il secondo ma ci tengo
comunque molto!
Compaiono
tutti i miei personaggi e quindi.. è lunghissima!
Sviluppa la
storia di 8 personaggi, tutte le loro vicende sono strettamente legate fra di loro. Il perno centrale di tutto sono due Famiglie ex
Mafiose i Puma e i Lupi.
Non posso dirvi tutto, ma sicuramente Alex e Phai ci saranno!!
Il fulcro
sono queste due famiglie che io chiamo più correttamente Bande.
L’ambientazione
e la “scenografia” sono di mia invenzione, non viene mai nominato lo Stato in
cui avvengono le vicende, mi sono però rifatta alle periferie delle grandi
metropoli, Napoli, Milano, Londra, Buenos Aires, New York, Philadelphia e alle
zone nei paesi arabi dove accanto a grandi grattaceli e opulenza c’è immensa
povertà.
Un mix di
ignoranza, pregiudizi, razzismo e tensione continua fra droga e violenza.
Al di fuori
di queste due vi sono altre bande criminali, scontri, contrapposizioni,
alleanze e nemici..
Rating:
Nel corso
della storia il Rating cambierà.
Nel caso
specifico di alcuni capitoli in cui avverranno scene di un certo tipo
specificherò in modo particolareggiato.
A livello
generale però è un R, tratto infatti argomenti
delicati e introspettivi, che possono toccare la sensibilità altrui, anche se
ho cercato di essere il più “leggera” possibile.
Per
facilitarvi nella lettura vi scrivo lo specchietto delle Famiglie, dato che con
il proseguire della storia l’appartenenza ad esse è importante per capire i
vari meccanismi, questo è quello per intero di tutti i componenti, le prossime
volte riporterò nello specchietto solo i personaggi più citati e importanti:
Puma Leandro Alex Cassandro Ceste Orige Meleagro Dorah Sharm Aral Niob Cadmo Cratete Antioco Eraclide Ablero Delia Adah Eliana Maia Iride |
22 18 16 19 16 17 16 21 20 18 17 20 20 20 18 20 18 17 20 18 |
Lupi Demetrio Phai Elai Berenice Selene Onescritto (Nesc) Sirac Jacob Criso Asandro Olcia Santippo Stasanore Siracide Elso Andry Clelia Alida Euridice Corinna Sumatra Saba Melania |
23 15 14 23 16 17 18 18 17 17 19 16 17 19 17 16 17 16 17 17 19 17 19 |
Cosa importantissima, ad ogni personaggio ho dato un colore, pensieri
e parlato avranno una precisa tonalità e sarà sempre quella, nella tabella ho
messo i colori in modo da cominciare a farci l’occhio.
PS: i componenti delle
altre bande li specificherò la prossima volta ^_^ cercate di non perdervi! Al massimo
mandatemi tante belle email e chiedete ^__^
auguro una buona lettura a tutti e... a dopo!!!
Consiglio: leggete il racconto ascoltando linkin park, 30 seconds to
mars ma soprattutto il gothic metal, non solo perché di
‘sti tempi mi sono fissata molto, ma perché le
atmosfera di periferia, degrado, sofferenze al limite
di sopportazione e sopravvivenza in un mondo fatto
d’ingiustizie va a pennello che le sonorità del gothic ^_^ devo ammettere che le sonorità dell’Hip pop e dell’ R’N’B sono delle buone colonne sonore.
L’INIZIO
DI TUTTO
Side 1
Davanti
ad un alto e maestoso cancello un ragazzo, dai capelli corti leggermente mossi
color sabbia bruciata, con leggere venature più chiare, e grandi occhi verdi smeraldo,
fissava la costruzione dubbioso.
Erano
ormai due anni che frequentava i corsi che si tenevano nel celebre quanto
immenso Istituto, da dietro il cancello si mostrava con l’edificio d’entrata,
uno dei molti che contava per un totale di
Ne
avrebbe passati circa ancora 5 prima di concludere il piano di studi che gli
avrebbe dato la possibilità di conseguire una laurea degna di Harward.
Lui:
perfetto studente, voti sempre eccellenti, un curriculum invidiabile e.. tanta tristezza; continuava a pensare accarezzando la
finta pelle del sellino della sua amata moto.
Chi
avrebbe mai detto che un ragazzino di appena 15 anni guidava da quasi 2 anni un
bolide del genere.
“Ombra”
del quartiere.
Da
qualche tempo era il “mostro” delle gare, quello che scommetteva, correva e se
ne andava con la vittoria in tasca e una cospicua somma di denaro.
Lo
chiamavano così e nessuno mai avrebbe pensato che potesse essere lui!
-
Hey Phai – squittì in quel momento Elai, l’unico nella scuola
a sapere della sua stupenda moto.
-
Allora, domani si ricomincia? – mormorò il nuovo arrivato, capelli biondi lunghi
fino alle spalle tenuti composti da non si sa quale incantesimo, forse acqua e
gel, un paio d’occhi color acqua limpida e la pelle troppo chiara per chi era
stato quasi due mesi a crogiolarsi sulla spiaggia di una delle più belle e
costose località tropicali del mondo.
-
Niente colore? – lo
canzonò bonariamente Phai sorridendo.
-
Già sembra proprio che io non riesca ad avere un
colorito di pelle normale – rispose
invece lui un po’ amareggiato.
-
Meglio così certe cose non dovrebbero mai cambiare – lo rincuorò invogliandolo a sorridere.
-
Già –
sospirando annuì, la frase vista sotto un certo punto di vista era positiva ma.. lui avrebbe voluto che le cose cambiassero!
-
Nuova divisa? – domandò
alcuni minuti dopo, il silenzio imbarazzante li aveva fatti inciampare in
quella conversazione.
Aveva
notato la giacca di pelle indossata dal moretto, portava uno stemma conosciuto
che però osservò con ritrovata ammirazione dati i nuovi ritocchi e aggiunte
artistiche di particolari e colori.
-
Eh già, le ragazze le hanno finite settimana scorsa.. “Come regalo di compleanno per Demetrio” – gli rispose sospirando anch’esso, tolto dall’imbarazzo.
- Ma non mancano 3
mesi? – lo corresse perplesso.
-
Lo so, ma dovevano trovare un appiglio. No? – sorrise ancora mentre infilava la mano nel
proprio zaino per poi estrarne una borsa.
-
Questa è tua. Divisa completa e pass – porse la suddetta ad Elai continuando a sorridere
con aria allegra, in fondo erano due mesi che non si vedevano..
-
Oh.. ma allora.. –
-
Proprio così Elai, tra due mesi facciamo il
giuramento – tutto orgoglioso lasciò
nelle mani dell’amico tutto il materiale e poi prese dallo scomparto un casco
con lo stesso simbolo.
-
W & W – ossia
i Doppia W – già
mi ero dimenticato la sua fissazione per la sigla –
-
Elai, sai che ci tiene davvero! E poi devi essere
onorato di far parte dei Doppia W, di poter portare sul petto il loro simbolo!! – il ragazzo si riferiva al medaglione che tutti loro
portavano sempre con se.
-
Lo so – mormorò
dispiaciuto – è
solo che.. è pur sempre una banda – ribattè abbassando lo sguardo.
-
E con ciò? – spazientito
Phai non afferrò il senso del discorso.
-
Con cioè.. beh io.. non
sono come voi – disse con un tono
neutro, che non poteva essere interpretato, ne in positivo ne in negativo.
-
Come noi.. come? – domandò con vena alterata.
-
Oh no, non capire male – si affrettò a spiegare rialzando il capo che poco
prima aveva abbassato – volevo solo dire che.. io non
sono forte come voi. Non mi so difendere. In caso di rissa per esempio. Insomma
non sono alla vostra altezza – soffiò
dispiaciuto rannicchiandosi contro le inferriate del lungo cancello di
recinzione.
-
Perché dici questo?
– chiese ora preoccupato.
-
Mentre ero in vacanza è successo di nuovo – mormorò controllando la voce che si stava
incrinando sempre più.
-
Ci hanno provato –
sussurrò comprendendo l’argomento.
Il
bel viso d’angelo era una calamita per i “maniaci” “stupratori”, chi ne ha più
ne metta in questa folle lista di mostri!!
-
Sai cosa mi ha salvato? – chiese con già in gola il groppo tipico del
pianto.
-
No – rispose
Phai dispiaciuto più che mai.
-
Il medaglione – lo
mostrò mentre i suoi grandi occhi divennero lucidi – per l’ennesima volta il lupo alato mi ha salvato – Wolf Winged – mi ha tirato fuori dai guai, un nome, uno stupidissimo
nome ha piegato 3 uomini – ormai
singhiozzava tremando
-
Elai io.. –
-
No, ascolta – riprese
un po’ di fiato e sospirò – io sono grato a lui per questo. Essere in una banda del
genere mi copre sempre le spalle ma io.. mi sento
inadeguato.
Capisci che è davvero molto conosciuto questo nome?
Come posso io portarlo se non ne sono
degno? –
-
Elai.. – cercò ancora di parlare ma un rombo attirò la
loro attenzione.
Tre
auto da corsa.
In
pochi attimi a velocità sostenuta si avvicinarono.
I
passanti ne rimasero colpiti e guardavan0 lo strano animale disegnato sulle tre
auto.
Un
lupo con zanne appuntite dal pelo nero che spiccava il volo con un paio di
candide ali.
La
scritta non chiariva certo W&w.
Tutti
lì sapevano chi c’era nelle auto.
Elai
scattò in piedi e si asciugò goffamente le lacrime mentre dalla macchina più
elegante, nera con particolari color del sangue, ne uscì un
ragazzo alto circa 1 e 90.
Spalle
larghe e postura ritta, capelli mori, non molto scuri con ciocche appena più
lunghe delle altre circa sotto la nuca, occhi celati da occhiale
neri e un completo nero con lungo cappotto, sempre nero, per finire
l’opera (fa molto matrix).
Un
tipo che non passava affatto inosservato.
- Doppia W, Elai – mormorò poco
convinto il ragazzino un po’ impacciato a mo’ di saluto militare.
Intanto
dalle due auto uscirono altri ragazzi che fecero un cenno ai due e risposero
con un sorriso accennato, attenti al proprio capo. Erano vestiti con giacche di
pelle identiche a quelle di Phai e sotto portavano
abiti più colorati e dagli stili più diversi, bensì tutti abbastanza seri.
-
Niente formalismi
– rispose finalmente il colosso sorridendo appena e allargando le
braccia
- Non salutate il vostro
fratellone?!
– chiese in un soffio ed entrambi i giovani
si avvicinarono, Phai senza incertezza, Elai con qualche
dubbio – i miei
fratellini preferiti. Quanto mi siete mancati
– li abbracciò con impeto poi sorrise in modo più rilassato.
I
due ricambiarono, anche se Elai era ancora titubante.
Si
allontanarono di poco e Demetrio li guardò negli occhi.
- Cosa sono queste lacrime?
– domandò osservando i lucidi occhi del biondo tornando ad un tono
neutro, per non metterlo troppo in imbarazzo.
-
Niente – provò
a dire con voce incerta.
-
Davvero? – chiese
però il più grande accigliato.
-
Ehm.. – balbettò cercando di districare i mille pensieri
che lo opprimevano.
-
Preoccupato per l’iniziazione? – domandò l’altro abbassandosi per guardarlo meglio
negli occhi.
-
Un po’ – ammise
insicuro.
-
Lupi.. Blocco! – sibilò mantenendo il tono neutro e all’istante i
ragazzi rientrarono in auto portandole poco lontane e fermandole in modo da
impedire il passaggio delle poche auto per quella strada.
-
Ascolta lupetto –
-
Ehm.. lupetto?! – lo canzonò Phai
rivolgendogli un sorriso beffardo, l’intera banda considerava Elai come il
fratellino piccolo e ingenuo, Demetrio per lui aveva un particolare debole, gli
faceva da fratello maggiore in tutto e per tutto.
-
Giovane Lupo – si
corresse scoccando un’occhiata gelida, ma non maligna, a Phai – diventerai un uomo un
giorno e io spero proprio che quel giorno noi tutti possiamo essere li con te, spero che lo diventerai insieme a noi quindi non
angustiarti. Non deve essere un obbligo per te bensì un traguardo – sorrise stringendogli leggermente la spalla.
-
Ok.. – esclamò con il cuore più leggero, nonostante il
brivido di fastidio che gli faceva
vibrare la pelle sotto il tocco del più grande.
-
Vieni a stare da me o torni dalla signora Kaiten? – domandò
avvicinandosi all’auto, allontanandosi con passo sicuro dai due.
-
Kait, comunque si, vorrei
riabbracciarla prima di tornare agli alloggi del campus – rispose sospirando, fu molto fortunato a trovare
questo Istituto.
-
Ti do un passaggio?
– si fermò per chiedere osservando il mezzo sorriso tirato di Elai.
-
No.. non preoccuparti – mormorò facendo vedere in modo palese che
nascondeva qualcosa ma ne Demetrio ne Phai fecero
domande.
-
Ok, hey pantera con te
parliamo stasera a cena da me.
Vedi di esserci, quelli della zona Ovest dicono di volerti
conoscere – Phai sbiancò quasi, sgranò gli occhi e boccheggiò.
-
La.. la zona Ovest? Ma è
quella.. –
-
Dove c’è il quartiere dei circuiti, formula carta,
quelle minori, per non parlare.. -
-
Delle auto da corsa da strada – quasi urlò saltando in avanti.
-
Già piccoletto, hanno visto la gara di maggio e
hanno deciso che parlerai con loro – Phai si volse verso Elai abbracciandolo di slancio poi
assalì Demetrio e quando capì cosa aveva fatto si ricompose arrossendo e
mormorando – Grazie –
-
Allora a dopo. In marcia – sibilò di nuovo e le due auto lo affiancarono e
insieme partirono.
-
Ahahahh – sospirò
sognante Phai pregustandosi la serata.
-
Ehmhmhh – sospirò Elai pensieroso.
-
Ehy piccoletto, ti do io uno strappo? – domandò dopo un po’ infilandosi il casco.
-
Ti ringrazio, ma.. io.. –
Un
rombo d’auto l’interruppe all’istante.
Una
maestosa auto da corsa bianca, con cerchioni cromati e alettone degno d’invidia
si avvicinò a gran velocità inchiodando poi vicino a loro e uno dei finestrini
oscurati si abbassò.
-
Scusa, il ritardo
– una voce gelida e penetrante, riconosciuta da Phai.
-
Buongiorno anche a TE..
Leandro!! – mormorò in risposta Phai urtato dalla solita aria di superiorità che il ragazzo
appena arrivato mostrava sempre.
-
Non ti ho notato –
concluse lui senza scusarsi ne uscire dall’auto.
-
Hey! Non dirmi che lo aspettavi?!? – passata una frazione di secondo Phai collegò gli eventi e si ritrovò a chiedere ad Elai,
che intanto era rimasto zitto e immobile.
-
Io... – cercò
di spiegarsi il biondino, rosso in volto per l’imbarazzo, ma in quel momento
una portiera si aprì ed un ragazzo dai capelli d’ebano, lunghi fino alla
spalla, vestito in modo molto simile a Demetrio uscì.
Indossava
in più un cappello stile classico nero con una striscia bianca e una cravatta
panna (n.d.A fa molto anni venti/trenta... i gangster *.*).
-
Ehy, ma da dove vieni? – dopo
averlo squadrato, incuriosito per l’aspetto Phai
domandò con il solito piglio deciso e diretto.
-
Chiesa – rispose
senza neanche guardarlo, si tolse gli occhiali e due occhi di ghiaccio si
fissarono su Elai.
-
L’Istituto dice che sono il tuo tutor – sibilò incatenando lo sguardo che oscillava
dall’adorante al confuso, Elai intimidito e messo in soggezione deglutì più
volte prima di rispondere.
-
S..si. Mi hanno informato – confermò tenendo il capo alzato per poter
guardare negli occhi il più grande, dall’alto del suo scarso metro e 60.
-
Conosco i tuoi risultati dei passati anni e penso
che il tuo attuale piano di studi sia insufficiente, l’ho modificato e ho
aggiunto ore d’allenamento per la scherma – continuò
il discorso passando lo sguardo sull’intera figura.
-
Vuoi che faccia anche un giro su se stesso e mostri
i denti? – domandò sarcastico Phai notando lo sguardo insistente di Leandro che stranamente
annuì.
Elai
si mosse per istinto ma non di molto perché l’imbarazzo lo colse all’improvviso
e per controllarsi accennò ad un sorriso.
- Maniaco, pedofilo. Da
quando sei gay? – chiese una voce
dall’auto.
-
Tzè!! – rispose Leandro muovendo un passo verso Elai che rimaneva
immobile ma Phai non s’intromise ancora.
Leandro
allungò la mano verso il viso di Elai e solo ora Phai
reagì con freddezza.
-
Fermo, non toccarlo
–
-
O se no cosa mi fai?
– chiese ora lui sarcastico carezzando la guancia liscia di Elai, come
se fosse attratto in un modo assoluto dal corpo del biondo, sembrava non
riuscisse a staccarsi.
-
Non voglio far nulla di male..
a questo biondino – chiarì continuando
a fissare gli occhi spalancati di Elai, rosso come un pomodoro.
Continuarono
a fissarsi per svariati secondo fino a che Leandro non si avvicinò
ulteriormente, si chinò e gli parlò all’orecchio.
-
L’anno scorso ti vestivi sempre con indumenti di
una o due taglie in più; cappellini o le sciarpe..
nascondevano il tuo corpo, il tuo viso..
Ora che ti guardo meglio, sei davvero carino – con questa
frase si poteva benissimo credere qualcosa tipo “è gay” ma lui non lo fece!
La
fama del bel tenebroso era più conosciuta del suo stesso nome, Leandro era
corteggiato da tutte le ragazze dell’Istituto e i maschi lo odiavano per il suo
aspetto, peccato che nessuno là dentro lo aveva mai visto con una donna, o con
un uomo, per quanto ne sapeva lui poteva essere anche asessuato!!!
-
Sei gay? Allora se scopo con la tua ex non mi
uccidi? – la voce nella macchina lo
riscosse da quei pensieri nuovi per lui, non si era mai domandato se qualcuno
intorno a se fosse o meno gay!!
- Stupido poppante, tu hai molestato un ragazzino di 10
anni – lo punzecchiò il bruno, con il
solito tono gelido, mentre si allontanava, anche se di poco.
-
Molestato? – borbottò
piccato – solo
perché l’ho baciato qualche volta.. non vuol dire
che..
Ehy
brutto stronzo!
Come osi insinuare che IO sia gay? – sbuffò irritato cominciando a
ringhiare insulti e mezze parolacce.
Intanto
Phai era montato in sella ed era stato anche lui
rapito da suoi stessi pensieri tanto da non fargli ascoltare l’ultimo scambio
di battute e la scena che si stava svolgendo ora.
-
Non ricordavo che avessi delle labbra così piene – si chinò e per un attimo le loro labbra si
sfiorarono, o almeno così parve al biondino, i loro sguardi, intanto, non si
abbandonarono mai.
Non
si oppose o meglio non fece nulla, rimase in balia del bruno.
-
Mhm!! – sentenziò apprezzando, dopo essersi passato la lingua sulle
proprie labbra, e il biondino capì che le loro labbra si erano realmente
sfiorate!!
Si
staccò, fece un passo indietro, e piegò il viso voltandolo verso il moretto
insella al bolide.
-
Vuoi un passaggio a casa? – chiese guardando Phai
che ora si era ripreso e attendeva anch’esso risposta, un po’ perché
preoccupato per l’amico, un po’ perché curioso di sapere come avrebbe reagito
il biondino.
Non
voleva lasciarlo in balia di quel “essere”, non gli piaceva affatto, ma Elai
era giudizioso, sapeva scegliere.. o almeno così
sperava.
-
Se per te va bene, si – perlò d’istinto senza
intromettere la ragione.
-
Prego – Leandro
fece il giro e gli aprì la portiera, senza mai cambiare espressione o tono di
voce.
-
Sicuro? – domandò
lui dubbioso, se Elai aveva deciso così lui lo avrebbe accettato, sapeva che in
fondo il biondino era capace di cavarsela! Ma era comunque molto inquieto.
-
Non lo violento mica!!
– fu la
risposta acida di Leandro nonostante continuasse a guardare Phai
senza alcuna espressione.
-
Ne sono certo – sibilò
questa volta Phai osservando che Elai gli sorrideva
sereno.
Chiuse
la sicura del casco e diede gas partendo, sparì nella via dopo pochi secondi,
l’angoscia sarebbe rimasta ma.. lo avrebbe chiamato
appena arrivato a casa e si sarebbe accertato se davvero era andato tutto bene
o no.. in quel caso..
Elai
entrò in auto ancora in trans, non si volse, non fece nulla, si mise solo a
sedere.
-
Davvero un bel bocconcino, se non fossi etero.. –
-
Tu, non sei etero!! – lo seccò il bruno salendo a sua volta in auto.
-
Ah ah ah
Miste Simpatia!! – il ragazzo
finalmente si sporse dal sedile posteriore e avvicinò il capo a quelli
anteriori allungando la mano verso Elai.
-
Alex – non finì perché la mano
di Leandro gli coprì la bocca
– La via? – chiese
gelando con lo sguardo lo sfacciato biondo.
-
Via --------- n° ---- –
-
D’accordo – si
volse e mise in moto.
- Io sono Elai – si
presentò con ancora delle sfumatura di porpora sulle gote,
aveva ripreso fiato e coscienza con molta fatica ma ora cominciava a
realizzare.
Dopo
diversi minuti avevano finalmente imboccato una delle strade del centro, una
tra le più lussuose.
-
Uiuhhhh – fischiò Alex
per approvare i palazzi che scorrevano ai loro lati –
quartierino niente male eh?! – scherzò battendo la mano sulla spalla di Elai.
-
Ehm.. Già!!! – s’imbarazzò per l’ennesima volta, scostandosi dal
sedile, come se volesse mettere distanza dall’altro.
-
Idiota!!! Tu abitavi
dietro quel palazzo – lo zittì subito
Leandro con il solito tono freddo.
-
Uffhh.. – sbuffò piccato Alex.
Si
fermarono al semaforo per il rosso e i due biondi osservarono le vetrine dei
negozi.
-
Hey quello è lo stesso maglioncino che hai addosso!! L’hai comprato lì? – chiese Alex
fissando il capo esposto in uno dei tanti e poi quello che vestiva Elai.
Azzurro
tenue che si modellava sul corpo magro del ragazzino che copriva il busto fino
all’ombellico.
- Ehm..
Si – sempre più imbarazzato buttò lì la risposta,
beh certo dire di esserne il proprietario era un po’ troppo conoscendo già la
reazione di quelli che lo scoprivano.
-
Uhm.. verrò a farmi un
giro un giorno o l’altro – sentenziò
Alex ributtandosi sul suo sedile, Elai trovò
quella risposta insolita ma sollevante, non sembravano male, entrambi.
Toc..
Toc..
Un
ragazzo si era avvicinato e aveva bussato contro il vetro vicino ad Elai che
naturalmente sobbalzò.
All’istante
Leandro abbassò il finestrino e un sorriso festoso e solare li accolse.
-
Ma chi si vede? Non credevo che venissi nei
quartieri Alti la domenica pomeriggio – una
voce squillante, appartenente al nuovo venuto, riempì l’auto.
-
Hey Ceste!! – lo salutò Alex.
-
Olà. Ma ci sei anche tu?!? – si sporse e sovrastando Elai salutò con il solito
rito di schiaffi sulla mano Alex e poi diede una pacca sulla spalla di Leandro.
-
Tonto! Siamo in mezzo alla strada!! – lo fulminò Leandro, infastidito.
-
Ok – si
allontanò in modo che l’auto potesse fare manovra per parcheggiare.
-
Ohy allora sono loro? – un
altro ragazzo si avvicinò all’auto.
-
Ehm.. – mormorò Elai osservando entrambi.
Il
primo ragazzo che si era avvicinato era il classico Breaker,
pantaloni larghi tenuti, su per grazia divina, scarpe da ginnastica con le punte
rovinate, maglia sempre larga che mostrava sotto una
canottiera bianca attillata.
Notò
solo quando i due si avvicinarono delle ali che indossavano, sui pantaloni,
sulla canottiera, la collana era fatta da piccolissime alluce
identiche a quelle dei gemelli che Leandro portava ai polsi, ed anche
sulla mano di Alex, un bellissimo tatuaggio.
Il
ragazzo era moro, anche se il colore era in realtà indefinibile a causa della
lunghezza dei capelli, forse tre centimetri, sul davanti erano tagliati a forma
di ragnatela e ai lati più corti ancora, un centimetro.
-
Bel taglio – constatò
Alex tirando un pacchetto al biondo dietro il moro.
-
Cos’è? – chiese
lui osservandolo la scatolina appena lasciatogli.
- Un regalino per la tua tipa!!
– lo punzecchiò Alex, l’altro lo guardò male
poi aprì il pacchetto e vi trovò due fedine.
Tutti
e tre, Leandro, Orige e Ceste gli urlarono:
- IDIOTA –
-
D’accordo... D’accordo! – tacque.
Elai
intanto era rimasto in silenzio ad osservare lo svolgersi della scena.
L’altro
ragazzo era biondo, il colore simile a quello di Alex, e sul naso erano
appoggiati un paio di occhiali dalla montatura rettangolare viola su cui, lungo
il lato destro, erano incise un paio d’ali.
Pensando
per un attimo a quel colore si accorse che lo aveva già visto più volte: il
fazzoletto nel taschino di Leandro, il polsino di Alex e la cintura la fascia
che il moro portava sul braccio.
“Coincidenze”
si disse semplicemente sorvolando.
Sbatté
le palpebre per riprendere la sua osservazione, entrambi i ragazzi accanto
all’auto avevano gli occhi tendenti al marrone, quelli del biondo più sul
verde, sembravano però che fossero influenzati dal tempo.
-
Quattrocchi, Ceste questo è Elai – finalmente venne presentato da Alex.
-
La tua nuova preda?
– sfotté Ceste rivolto a un più che gelido Leandro.
-
Hn – rispose senza far intendere il significato della
parola, cioè del monosillabo.
-
D’accordo Capo, sto zitto – capì però al volo Ceste
– comuuuunque, piacere io sono Pauceste, per gli amici Ceste – si presentò allungando la mano verso di Elai che non accennava
a stringerla.
Con
Alex non aveva avuto problemi ma con lui ora non sapeva che fare..
Non
mosse un muscolo e così Ceste si volse alzando le spalle,era
rimasto un po’ male.
-
Lui è Orige, per gli
amici Quattrocchi –
-
Hey!! – s’infastidì il biondo guardando storto il moro.
-
Non per gli amici
– si corresse – ma per i confide.. – non finì perché uno scoppino lo stordì.
-
Io sono Orige. Piacere! – si avvicinò di più a loro, sorridendo, lasciando
l’amico dolorante.
Era
vestito con un jeans dal taglio classico e una camicia aperta su una maglia.
I
capelli erano tenuti indietro dal gel.
Ragazzo
semplice rispetto alla “sagoma” che gli camminava accanto.
-
Domani pomeriggio?
– chiese ignorando di nuovo la presenza del ragazzo.
-
Il solito – mormorò
annoiato Alex beccandosi però uno “schiaffetto” da Leandro.
-
No, stolto – lo
corresse con la solita delicatezza – si va da Delia -
-
Ah.. già... l’avevo scordato – si ricordò all’improvviso Alex.
-
Ok. Bene – si
volse e chiese all’amico – capito? –
-
Hmmhh – mugolò ancora intontito il breaker.
-
Era un si – si
rivolse ai due poi aggiunse – in bianco e viola? –
-
Niente divisa – chiarì
subito Leandro posando lo sguardo su Elai.
-
Bene allora ciao –
lui li salutò e Leandro alzò il finestrino.
-
Tuoi amici? – chiese
titubante Elai che non voleva essere invadente, ma
visto che dovevano per forza di cose vedersi molto in questo anno gli avrebbe fatto
piacere saperne qualcosa di più su entrambi.
-
Diciamo – gli rispose
Alex.
-
Eh.. quello è per caso tuo
cugino? – chiese osservando il volto
somigliante a quello del biondo con gli occhiali.
-
S..si – rispose sicuro poi si corresse – un po’ tutti lo siamo – Elai non indagò oltre, si volse e guardò la
strada.
Cioè
che Elai sapeva era che c’erano due Bande, in continua lotta nella zona poco
lontano da quella dell’ex Mafia.
Certo
non poteva sapere che lui era nell’auto del capo di una delle due.
Sapeva
del loro stemma, un cerchio viola con delle ali bianche.
E
sapeva anche che quasi cinque mesi prima una delle due aveva scacciato l’altra,
immischiata in loschi traffici e che ora erano magicamente spariti, ma sapeva
anche che gli sbirri ora indagavano su di loro credendoli i successori dei
trafficanti.
Si
ripeteva che erano tutte coincidenze le cose che vedeva e sentiva, non poteva
essere nell’auto dei Puma!! No, era un Lupo.. e un Lupo non sarebbe mai salito nell’auto di un Puma!
Non
ora, dopo la brutta faccenda accaduta con i Nero.
Si
diceva, che i Puma avessero schiacciato i Nero solo per prendergli il
territorio..
Beh.. se anche fosse stato così, allora perché girare con
un’auto così vistosa o indossare le ali, per essere scoperti?
E
poi, cosa più importante.. erano veramente colpevoli?!
Ne
dubitava fortemente ora, se davvero erano loro.
Il
biondino, che sapeva quello che i giornali pubblicavano, non era a conoscenza
del fatto che quei traffici erano finiti e che la banda di Leandro era indagata
perché c’erano diversi poliziotti corrotti, per liberare i trafficanti, che li
pagavano profusamente, stavano cercando d’incastrare falsi colpevoli.
La
“Banda” non era stata sgominata completamente, ancora alcuni nuclei
spadroneggiavano nelle zone dove le altre bande non arrivavano.
Al
contrario uno dei due in auto sapeva bene, anche fin troppo, che quell’ingenuo
ragazzino era uno degli eredi della bada dei Lupi, una ex
famiglia mafiosa conosciuta in tutto il mondo che nel loro paese da due
generazioni utilizzava l’immenso patrimonio, sia in denaro che in potere, per
cercare di rimanere per lo più pulita.
L’ultimo
discendente, di sangue, era Demetrio che conobbe la storia della propria
famiglia per lo più attraverso la madre.
Come
i suoi avi aveva istituto una base, composta da ragazzi e ragazzi, modellata a
sua immagine e somiglianza, o per lo meno atta a portare via dai posti più o
meno disagiati ragazzini.
Nella
sua Organizzazione, infatti, vi era stato un salto generazionale, il padre
aveva istruito un proprio seguito che lo aiutasse la “crescita” del proprio
figlio e che curasse i propri interessi ma dopo di lui, dopo il suo “abbandono
delle scene”, nessuno aveva preso ufficialmente il comando attendendo per
tacito accordo la “maggiore” età di Demetrio.
Ora
il ragazzo era grande e già da un po’ era impegnato con il Clan.
Elai
ne faceva parte per una serie di eventi, doveva la vita a Demetrio.
Sospirando
gravemente Leandro continuava con le sue riflessioni.
Nel
loro paese ormai da anni i poveri s’impoverivano sempre di più e i ricchi si
arricchivano senza limite.
La
legge era un lusso di pochi, le classi medie, cosiddette borghesi, morte sotto
il peso di un’economia finanziaria fallimentare e mercati di azione prede dei
ribassi e rialzi, su cui nulla poteva far affidamento, cosa che invece le più
grandi aziende e banche avevano fatto.
Chi
guardava dall’esterno il loro Stato, aveva l’impressione che quello fosse un
Paradiso Terrestre, in realtà era un vero Inferno.
Il
Girone dei Gironi Infernali!
C’era
però anche gente modesta e onesta, lavoratori, contadini, operai, impiegati.
Gente
che lavorava, soffriva, viva seguendo la legge, ma che troppo spesso veniva
invischiata in fatti illeciti, perché quella era la realtà!
Un
altro sospirò sfuggì alle labbra di Leandro, quei pensieri gli affollavano da
giorni la mente!
Era
il suo paese, questo era il suo Stato.
Poco
più di cento anni prima il centro della loro città era il covo delle più
famose famiglie malavitose in fuga dai propri paesi.
Le
più erano imparentate con Cosa Nostra e l’Ndrangheta e
cosche varie della lontana Italia o con
Era
di questo stesso ambiente
Come
sapeva tutto ciò..
Lo
sapeva, punto.
La
Famiglia da cui discendeva Leandro invece era una delle più facoltose e antiche
del loro paese, era imparentata con i più alti casati dell’Europa meridionale.
Disgraziatamente
negli anni venti uno dei giovani ereditieri della famiglia s’invischiò in mali
affari, solo con la generazione del nonno di Leandro, cioè più di 25 anni dopo,
il loro buon nome riacquistò il prestigio.
Per
fortuna o per sfortuna, non si sa, l’unico discendente ora era Leandro, unico
proprietario dei beni di famiglia compresa l’antica setta che si veniva a
formare ogni venti anni all’interno della famiglia, includendo così i nuovi
nati, e le conoscenze più strette e legate ai membri.
Il
ragazzo cambiò la definizione, mise su una Banda che per lo più toglieva dalla
strada ragazzini con un destino già segnato se non fosse per il suo intervento.
Il
loro Stato si era ridotto a macerie di un mondo distrutto, i resti più o meno
riutilizzabili erano i soli appigli, e le Bande, ex Famiglie pseudo Mafiose, ne
erano un esempio.
- Sai Elai che il nostro ghiacciolino
non ha mai fatto il tutor? – esclamò
all’improvviso Alex facendo sobbalzare l’ingenuo ragazzino – con quelle gote rosa
e quei capelli platino ti mancano solo le ali e l’aureola per essere un
perfetto angioletto!!!
– divenne ancora più rosso e si voltò allibito verso l’interlocutore reo
di averlo imbarazzato.
-
Su via perché quella faccia?!
Cosa sei un Innocentino.. – sghignazzò fino a
-
Idiota. Lascialo in pace – fino a che.. Leandro lo seccasse
con un solo sguardo prima di voltarsi verso il biondino rassicurandolo con un
altro sguardo.
-
Uufff – sbuffò per l’ennesima volta sbattendo la schiena
contro lo schienale del sedile.
-
Uhm.. Bene, eccoci!!! – e dopo circa cento metri parcheggiò e scese
all’istante andando subito ad aprire la portiera ad Elai, non per galanteria ma
perché doveva monopolizzare fin da subito l’attenzione del più piccolo su di
se.
-
G..Grazie – infatti mormorò lusingato, focalizzando tutte l’attenzione
su di lui.
L’auto
si era fermata davanti ad un alto palazzo stile ottocentesco.
I
piani rialzati avevano però ampie vetrate con inferriate finemente lavorate e
al terzo piano un serie di balconi sorretti da blocchi
di marmo scolpiti a “Muso di Lupo” una firma molto evidente.
Un
fischio sordo proveniente dalla macchina diede l’approvazione all’abitazione di
Elai.
Il
colore era sulle tonalità del mogano scuro che in quell’ora di pomeriggio
veniva avvolto da un sottile velo di luce che faceva risaltare le varie
sfumature sui dettagli.
-
Niente male – sentenziò
Leandro osservando il largo portone d’abete che si ergeva poco distante da
loro.
-
Beh.. grazie ancora – farfugliò il biondo, più rosso che mai, tenendo
gli occhi bassi.
-
Domani alle 10 – veloce
si avvicinò, tanto da sfiorarlo.
Abbassò
di poco il capo e gli parlò all’orecchio – Un consiglio Piccolo, domani portati dietro un qualsiasi
oggetto rosso, ben visibile – soffiò
sul suo lobo per poi allontanarsi
- Mi raccomando –
Elai
lo fissò incredulo ma poi annuì, sapeva che nell’istituto venivano fatti
scherzi, non simpatici, e che per questo esistevano codici e simboli che i più
grandi tramandavano a quelli degli ultimi anni così da non fare brutte figure
durante l’ultimo periodo della loro permanenza nel complesso, una specie di
codice d’onore.
L’oggetto
rosso lo avrebbe protetto, o almeno così sperava, si stava fidando del ragazzo
appena conosciuto.
-
A presto – risalì
in macchina e abbassò il finestrino per aggiungere – tieni il nodo allentato. Ciao – lo guardò per un altro attimo e poi ripartì a
velocità sostenuta lasciandolo lì come uno stupido a sospirare, l’anno si
preannunciava ostico.
Side 2
Due
ragazze camminavano tranquillamente in una delle strade meno raccomandabili
della città.
La
più grande si fermò per rispondere al telefonino.
-
Hey dolcezza finalmente
(risposta dell’altro)
tornato
dal mare?
(risposta dell’altro)
Si?! Allora ci vediamo a scuola?
(risposta dell’altro)
Sì sì
(risposta dell’altro)
No,
davvero?
(risposta dell’altro)
Oh.. beh no, allora no non ci sarò
(risposta dell’altro)
Mh..
ok. Un bacio, scusa ma devo aprire il negozio!
(risposta dell’altro)
si,
Selene è qui – la più giovane sorrise e si sbracciò per poter parlare anche lei
al cellulare.
- Si ti saluta anche lei
(risposta dell’altro)
cosa?
Leandro? Oh sì
(risposta dell’altro)
Bello?
È a dir poco bello
(risposta dell’altro)
sì
già hai ragione
(risposta dell’altro)
ok.
Va bene a stasera, un bacione
– ricominciò a camminare senza degnare
la sorella di mezza spiegazione.
-
Sely muoviti – la richiamò
dopo qualche passo come se nulla fosse.
La
più grande, Berenice, una bionda alta più di uno e settanta, magra,
ma non troppo, con forme piuttosto pronunciate e con un’aria raggiante e un
viso pulito ma già da donna.
A
soli 23 anni già due lauree brevi e un negozio di vestiti pop \ hip pop.
Camminava
fiera e impavida, indossava con disinvoltura una gonna lunga fino al ginocchio
rosa e una camicetta che arrivava fino all’ombelico bianca
e giacca color carne molto semplice.
-
Era il nostro biondino preferito, vero? – domandò
la sorella minore piccata. Era una graziosa sedicenne, anche lei bionda una tonalità
più scura, morbidi ricci e boccoli, alta uno e
sessantotto ed era più in carne della sorella e si mostrava più insicura.
-
Si era il nostro biondino preferito!!
– rispose
sorridendo Berenice.
Selene
vestiva un jeans sbiadito sulle cosce e sulle tasche posteriori, una maglia a
maniche lunghe color panna e una graziosa coppola.
Gli
occhioni blu si spalancarono e saltellando raggiunse la sorella maggiore.
-
Come sta? Eh?
È
abbronzato? Si è alzato?
Ha
comparto qualche souvenir? Ha incontrato qualcuno?..
Ehy perché non
parli?
E
perché hai nominato Leandro? – aveva strillato tutto d’un fiato tutte le domande tranne
l’ultima che mormorò riflettendoci su.
- Frena!! – la bloccò da ulteriori sproloqui, stavano
svoltando il solito angolo e prima che potesse continuare qualcuno la interuppe.
-
A bellaa – un
ragazzo, dagli ormoni evidentemente in subbuglio, urlò dall’altra parte della
strada.
E
Berenice, come era solita fare con i tipi del genere, rispose per le rime.
-
A stronzoo!! – e senza scomporsi tornò a parlare tranquillamente
con la sorella.
- Ascolta Selly, ha detto che forse martedì prossimo vuole dare una
festa nell’attico, vuole vedere la banda e ringraziare Demy
per il viaggio – iniziò rimanendo però sul vago.
-
Uhm – sospirò in risposta e poi
continuò – non lo vediamo prima? – chiese dispiaciuta.
-
Tu non vuoi andare all’Istituto.. – la canzonò Berenice con piglio da
saputella, glielo avevano detto tutti di
iscriversi ma lei nulla.
-
Ma!!! Ufffhhhh... – sbuffò incrociando le braccia sul petto – quindi tu lo vedi? -
-
No, non ci vado, lo sai che ho troppo da fare!
Comunque
stellina ascoltami: Elai è un giovane Lupo!!
Non
farci progetti sopra
– Berenice la prese sotto braccio e le
parlò all’orecchio – sai bene che non
ricambierebbe al di fuori di una semplice amicizia –
-
Ma.. io.. – balbettò
Selene allontanandosi dalla sorella più grande – guarda
che io non ho progetti, su di lui!! – esclamò
di botto.
-
Allora chi ti piace? – aveva
risposto troppo in fretta e così Berenice l’aveva scoperta.
- Beh io.. – arrossì abbassando subito lo sguardo.
-
Uhmh ora si che ho capito. Cara mia, sei un libro
aperto!!! T’interessa il nostro biondino perché è il migliore amico di Phai!! Giusto? – sorrise compiaciuta della propria deduzione.
-
Cosa??? Nooo – cercò di dire senza però convincere l’altra che
la guardava divertita.
-
Oh beh alloraaa!!!
Non
so che piani ci siano su di lui per ora quindi non so che dirti. Ma sta attentata,
se non dovesse funzionare o peggio se lui non ricambiasse soffrireste entrambi
molto!! -
-
Già!! – soffiò
consapevole del rischio.
-
Oh guarda!! Finalmente Nesc
(Onescritto) si è degnato di portarci il
carico – osservò soddisfatta il
camioncino con cartoni vari al suo interno.
-
Hey – cinguetto
Selene avvicinandosi al posto di guida.
-
Stellina!! Come va??
– la salutò l’appena nominato scendendo dal camioncino.
-
Uhm.. bene!! – e
fece un giro su se stessa – Non si vede? – divertita e a proprio agio giocò con il ragazzo.
-
Modesta come al solito la tua sorellina – stette
allo scherzo lui, guardando Berenice.
-
Eh già!!
– la bionda dai lunghi capelli
lisci si avvicinò alla serranda e la sollevò con pochi gesti.
-
Allora come sta il grande capo? – chiese
alle due ragazze entrando nel negozio.
-
Bene, però ha in mano parecchi lavori e ci sono anche dei vecchi lupi da
controllare –
-
Come mai? – continuò ad
informarsi il ragazzo che oggi sfoderava un taglio di capelli classico fatta
eccezione alle strisce laterali in cui non c’erano proprio capelli, molto di
moda.
-
C’è stata una piccola sommossa giù alle discariche, ci sono due bande che
vogliono il territorio. Gli Yadru e i Nero, li
conosci no? Gente di bassa lega ma pericolosi – spiegò Berenice aprendo le finestre.
-
Usano le armi più disparate per farsi la guerra – concluse
Selene uscendo subito dopo.
-
Ma sono quelli della retata? No.. uhm Beh ma
Demetrio come si sta muovendo? –
-
Si muove! Indaga, cerca. Il solito.
Ohy ma
lo sai che martedì il nostro angioletto vuole dare una festa? -
-
Si si. Mi ha mandato un mex –
-
Bene così ci troveremo tutti quanti a far un po’ di caciara!! – esclamò una
altro ragazzo entrando con due scatoloni.
-
Nesc, sai vero che ora dovrai anche aprirli e
sistemarli!!! –
-
Cosa Bery? Noooo Daiii?!?! – cercò di sottrarsi ma la bionda lo afferrò al
volo per l’orecchio e con piglio da dittatrice continuò.
-
Due settimane di ritardo equivalgono a metà paga! vuoi metà paga?
–
-
Ok! Ok! – Nesc
annuì e l’altro ragazzo, che portava una tinta scandalosa sui capelli si scusò.
-
Ma il blu è nuovo? – chiese Selene
entrando.
-
Già! Alla mia ragazza piaceva il blu elettrico e cosìiii
ho girato per i centri commerciali e l’ho trovato. Non è un blu da paura eh?
–
-
E la cresta? – chiese
la più grande notando i capelli tirati su più del solito.
-
Non è stra mitica? Comunque la tolgo
domani – disse tutto orgoglioso.
-
Si si – lo
accontentarono i tre.
-
Portate anche voi il polsino?!?! – domandò la bionda all’improvviso con lo sguardo
indagatore.
- Certo!! – risposero
prontamente entrambi, il ragazzo con la cresta alzò la manica della felpa
mostrandolo e l’altro raggomitolò la manica della vecchia giacca che aveva
indosso.
-
BENE!! – rispose
contenta –
Le
divise sono in magazzino, se le volete ritirare ora..
–
-
Oh no!!!! Bery mia.. noi torniamo a casa solo prima delle otto, sperando in
bene, mi dispiace le prendiamo domani. Ok ?! – chiese speranzoso.
-
D’accordo Olcia, mi fido?! – rispose andando alla cassa mentre gli
altri si adoperavano a svuotare le scatole.
Il
negozio era grande all’incirca
Era
accogliente, colorato, tipico punto vendita da ragazzi, con budget limitato ma
con pretese alte, molte occasioni ma di qualità e costi ragionevoli.
Era
un unico locale diviso con scaffali, sul fondo accessori,
sulla destra abiti tipici dello stile Hip pop e pop,
sulla sinistra invece quelli più
alternativi e rock.
Magliette,
maglie, felpe, maglioni, jeans, pantaloni e molto altro.
Il
magazzino sul retro era usato soprattutto come laboratorio, molti articoli infatti erano di loro produzione.
In
più qui venivano confezionate le loro “Divise” per la
banda.
Al
fianco del magazzino era situato un piccolo negozietto che a giorni sarebbe
stato chiuso.
Era
una piccola filiale di una grande azienda, in quel quartiere però non vendeva
molto ed era quindi stata decisa la chiusura.
Alex
lavorava ormai da quasi 4 anni nel negozietto, per arrotondare.
Era
diventato amico delle due, senza mai notare le migliaia di icone che
riportavano l’immagine di un Lupo alato, a sua discolpa però c’è da dire che la
banda lì non ci metteva quasi mai piede, la zona infatti
era pregna di altre bande di dimensioni modeste, per lo più perditempo,
attaccabrighe, però i Lupi preferivano non mostrarsi spesso lì.
Alex
non aveva mai conosciuto il proprietario del negozio dove lavorava, come non
aveva mai visto quello del piccolo bar di fronte o del fruttivendolo infondo
alla via, lui riceveva lo stipendio e incassava, questo gli bastava!
-
Comunque prima ho accennato a Leandro perché pare, qui lo dico e qui lo
nego. che ci abbia provato più di una volta con il
nostro angioletto –
Un
coro di “Coooosa?” si alzò facendo sussultare
la ragazza.
-
Ohy state calmi! – l’accerchiarono
all’istante, un po’ per curiosità, un po’ per il senso del dovere.
Sapevano
bene che Elai era il protetto di Demetrio e quindi sapevano che il loro capo
era intransigente con chi gli torceva solo un capello,
uomo\donna\bambino\anziano\animale avrebbe avuto conseguenze spiacevoli sulla
propria persona.
Stessa
cosa valeva per Phai, molto probabilmente non avrebbe
esitato a tornare per l’occasione il tempista di un tempo.
-
Non credetevi chissà che – si corresse – gli ha ronzato intorno e basta -
-
Lui lo ha cacciato – mormorò
nervoso Olcia
-
L’ha picchiato – aggiunse
l’altro
-
Almeno avrà chiamato aiuto!! – concluse Selene.
-
Ehm.. veramente.. nulla di tutto ciò.. Leandro
lo ha anche accompagnato a casa, credo che abbia flirtato con lui e potrebbe
essergli piaciuto – e di
nuovo..
-
COSA – con tono più alto e
incredulo.
-
Non ne so nulla quindi tornate a lavoro !! – disse impassibile Berenice.
-
Se va beh!!! – si arresero.
I
quattro non avevano notato che un’auto bianca si era fermata davanti al negozio
e che un biondo ragazzo ne era uscito e che stando passando davanti a loro
aveva sentito tutto.
Sogghignando
prese il telefonico e compose un numero.
-
Ah bello – salutò
con la solita voce squillante e fastidiosa, quando voleva esserlo!!
> Uhm ?!? < farfugliò infatti l’altro
intontito.
-
Dormivi, eh? – gli
chiese con una punta di fastidio, lui non poteva starsene a poltrire a letto!!
> Eh già!! <
rispose con la voce ancora impastata dal sonno.
-
Beh fa niente! – tagliò
corto Alex passando sopra come sempre a cioè che stava per dire l’altro – bello
ora ascoltami: notizia bomba!! – mentre parlava si diresse verso il negozio in cui
lavorava, superò il magazzino e arrivò alla porta.
> Uhm!!! < borbottò di
nuovo l’altro.
-
Il ghiacciolino è
ricambiato! – esclamò con aria festante.
>
Che cosa????? <
e inevitabilmente l’altro si svegliò di soprassalto.
-
Già.. sentimi bene:
siediti e respira. Fatto? – l’altro
grugnì un frettoloso assenso e Alex riprese – Ok, beh allora stamane.. – sorridendo cominciò il racconto, includendo i
suoi commenti, del tipo “tra ghiaccioli si comprenderanno” e concluse dopo
dieci intensi minuti dicendo – credo che però il ragazzino non sappia ancora in che
sponda stare, chissà.. beh il nostro Capo deve sempre invischiarsi in cose
complicate no? –
>
Ohy!!! NO dai non ci credo! Proprio
tutte lui eh?! Ma dai.. quasi
non ci credo! < incredulo l’altro scoppiò in una chiassosa
risata.
-
Ok non crederci!!! Comunque
sai vero che ci vediamo da Delia? -
>
Testaccia bacata!! Lo so. In
divisa? <
-
No, Leandro dice che è ancora pericoloso !! –
>
Oh beh.. D’accordo!!! <
sbadigliò prima di tossicchiare > biondo vedi di
passare! Magari prima di cena!! Facciamo due tiri, e
poi mi dici come va con... com’è che si chiama???
<
-
Aris. Tonto!! Beh.. però, sai
com’è l’ho mollata! – esclamò con tono
dimesso.
>
Che cosa? Ma sei deficiente? Aveva o no un corpo da
urlo?! Ti sei bevuto il cervello?<
-
Ohy va che ho capito! Lo so anche io com’era quella!
Beh.. senti, in confidenza: non mi..
“tirava più!!” diciamo così! –
>
Che cosaaa ?!!??
< un urlo fracassò i poveri timpani di Alex > Tu.. che??? < ormai era più che sveglio!!
-
Calmati!! – mormorò cominciando a battere i tasti della cassa
per controllare l’incasso e la lista delle cose che stavano per finire.
>
Cal..ma..ti?? <
chiese incredulo > Cazzo!!!
Te la scopavi ogni notte.. Di giorno.. pomeriggio!! Va beh hai capito.. no??? Ogni volta che ti sentivo o avevate appena finito o
dovevate iniziare!!! <
-
Fottiti CASSANDRO
– sibilò davvero molto alterato – io parlo da serio!!! – spiegò scorrendo i nomi sul foglio.
>
OK!!! Bello.. ohy fratello, facciamo così, tu passa verso le sette, dopo
una partita andiamo a mangiare un boccone giù al molo, che ne dici? <
disse un po’ dispiaciuto.
-
OK – rispose
meno nervoso – ti
porti anche mio cugino e il suo fido? – gli chiese sospirando per alcuni
secondi.
>
No! Fratello, ma Mel è Cret mi hanno costretto ad accettare un invito ad una festa
sulla spiaggia a mezzanotte.. < inizio a dire con tono senza
particolare espressione.
-
Oh beh.. io.. – farfugliò riflettendoci su.
>
Non ci vado DEFICIENTE!!!!
Ti stavo solo mettendo alla prova.
So che due mesi di riabilitazione sono stati duri. Contando la
disintossicazione, non ti porterai mai ad una festa < lo rincuorò subito.
Sospirando
Alex si alzò andando alla ricerca della sua bottiglietta d'acqua naturale, la
trovò e ne bevve parte.
>
Hey ci sei? <
- Si – rispose
respirando piano, il ricordo dei mesi passati lo rattristava sempre.
>
Ehm.. che dici se facciamo
un po’ i tamarri per il lungo mare? Vestiti alla truzzo,
musica a palla e tu porti quello schianto d’auto che sembra avere le molle al
posto delle sospensioni < tutto esaltato Cassandro cominciò a
lodare ogni parte di quella mitica auto decappottabile rosso lucido con delle
magnifiche ruote degne di un Re dell’asfalto, con cerchioni cromati, molto
scintillanti e delle stupende ali bianche disegnate sul
porta bagagli. Stereo con casse dai G-byte
inimmaginabili, sedili in pelle bianca e tocco finale: specchietto, maniglie e
rifiniture dei cerchioni in oro bianco.
Più
tamarri di così???
-
Ok. Allora Ciao Fratello!!
–
> Ciao Biondo <
Alex
aveva cominciato il suo lavoro con la solita aria scocciata.
Catalogare,
registrare, consegnare: si annoiava soprattutto perché a quell’ora nessuno dei
suoi compagni lavorava.
Sandro
dormiva (ora no)
I
due inseparabili, cip e ciop (comunemente chiamati Ceste
e Orige) bighellonavano.
I
ventenni del gruppo probabilmente erano al Pub per sistemare le ultime cose
prima dell’inaugurazione.
Mel
era in spiaggia con Cadmo e le loro tipe del momento,
Niob sicuramente era sullo skait
al parco, forse poteva chiamare Ablero anche se dubitava che avrebbe passato le sue ultime ore di
libertà in quel piccolo negozio.
-
Uffhh – sospirò distendendo i muscoli delle braccia e
delle mani.
Il
programma serale era assicurato ma ora???
Un
tintinnio lo risvegliò dalle sue elucubrazioni mentali.
La
porta era stata aperta e qualcuno era entrato.
-
Salve fratello posso aiutarti? – esclamò
avvicinandosi con fare gentile.
-
Certo che puoi – un ragazzo sui
24 anni, alto parecchio più di lui, fisico da lottatore e faccia da mal fattore,
gli si parò davanti.
Era
avvolto da un cappotto grigio, nascosto da un paio di occhiali scuri, parlava
con tono freddo, costruito.
-
So che qui la merce è di prima qualità – estrasse
una mazzetta e la posò su uno degli scaffali.
-
Oohh senta.. vede, io.. ehm ci deve
essere un errore – cercò di spiegarsi, sapeva bene che
cifre come quelle e un linguaggio simile portavano a due cose: droga o merce
umana.
-
Mi hanno mandato qui. Dov’è il ragazzino – la
seconda!!!!
-
Io non ne so proprio.. – ma non riuscì a
finire la frase che il suo cellulare cominciò a trillare.
Accorse
per rispondere, attimi in più per pensare.
>
È un’imboscata della polizia. Ti vogliono
incastrare. Sbattilo fuori e lancia per strada i soldi < Alex
riconobbe la voce subito.
L’aveva
sentita anche qualche ora prima, era nei suoi ricordi..
Ma
a chi apparteneva? Si poteva fidare?
-
Perché.. – non terminò perché l’altro riprese.
>
Hai due minuti. DA ORA. Esci dal magazzino e
scappa < riattaccò e Alex scattò.
-
Fuori!!!! – sibilò spingendo l’energumeno fuori.
-
MA IO.. – spinse
forte fino a farlo uscire, poi scaraventò i soldi in strada, come gli era stato
detto di fare, chiuse tutto e uscì dal magazzino.
Si
guardò in torno, chi aveva chiamato forse era ancora in zona.
L’unica
cosa che vide era la solita via desolata che però nel giro di due secondi si
riempì di civette e gazzelle.
Entrò
nel negozio di Berenice facendo finta di niente.
Esordì
con un finto radioso sorriso
- Hey !!!! –
-
Hai sentito anche tu? – domandò
Berenice avvicinandosi alla vetrina, i ragazzi erano andati via da un po’,
c’erano solo loro in negozio.
-
Secondo voi?!? – domandò
subito dopo Selene.
Le
auto si fermarono, ne uscirono sbirri che accerchiarono nervosi l’uomo a terra
e poi urla, sbraiti.
Un
piano saltato.
Sorrise
Alex, soddisfatto.
-
Forse hanno sbagliato strada – Berenice
si volse e tornò a piegare le sciarpe ignorando tutto quello che stava
avvenendo là fuori.
-
Già – esclamò
Alex avvicinandosi alla più grande.
-
Come mai qui? – chiese
riponendo gli indumenti con massima cura.
-
Sta sera uscita da truzzi!!! – esclamò
divertito.
-
Lungo mare? – chiese Selene tornando dal retro piena di maglie e felpe.
-
Già! – rispose
osservando gli accessori sul ripiano di fronte a lui.
-
Prova questa – la
bionda liscia gli lanciò una felpa nera con il cappuccio, davanti a tinta unita
e dietro...
-
Una pantera?!!? – mormorò osservando il bellissimo disegno.
-
L’ha disegnata un nostro amico. Vedi c’è anche la firma!!! – squittì Selene sorridendo.
-
È bellissima – esclamò
incantato dalle linee perfette della figura.
-
Già e ci sono pantaloni coordinati, la canottiera, tutto sportivo. Che ne
dici?!? – Alex
annuì continuando a osservare la bella pantera.
Era
sospesa in aria nel momento più alto del balzo, zampe in avanti, bocca
spalancata con denti acuminati ben in vista, il folto pelo nero e viola si
scagliava contro il colore cupo della morbida felpa.
-
Ricordo la tua taglia alla perfezione. Tieni – Berenice gli allungò pantaloni e canottiera,
il primo sempre nero con la medesima immagine stampata all’altezza della
caviglia destra e la seconda invece l’aveva lungo il fianco sinistro.
-
È un genio !! – esclamò
Selene dando voce ai suoi pensieri, condivisi da tutti.
-
Uhm.. Già !!!! – dopo svariati minuti si riscosse.
-
Ohy Biondo. Metti un po’ di matita negli occhi e scarpe nere. Liscia i
capelli all’indietro e avrai l’intero lungo mare ai tuoi piedi – Berenice gli diede un nuovo gel,
d’importazione Statunitense, e gli fece l’occhiolino.
-
Hey.. non hai detto ragazze?!?! Hai detto tutto il lungo mare?? Attirerò anche maschi?! – chiese, fintamente, preoccupato.
-
Certo!!! E’ quello il divertimento. No?!?! – la
ragazza gli schioccò un bacio sulla guancia e andò nel retro lasciando entrambi
allibiti.
-
Sai vero che scherza? – provò a
rincuorarlo Selene.
-
Mhh, si già!!! – si riprese dallo shock ed estrasse il portafoglio – quanto vi devo?
–
-
Per teee?? 15 – Alex prese i soldi e glieli porse,
allungandosi poi per baciargli le guance come saluto.
-
E non spezzare troppi cuori –
“Uhm.. è stato molto strano!
Parlare con Bery e Sely.. non so ma.. mi ha lasciato una strana sensazione
addosso..!” pensava Alex “era come se
le conoscessi da una vita.. mi sento quasi meglio con loro che con quella che si
definiva mia famiglia...”
Side 3
A CHILOMETRI DI DISTANZA
-
Diamine è saltato tutto!!!!
– Ezio, il braccio destro del ragazzo incaricato di incastrare Alex
stava imprecando ormai da diversi minuti ormai.
-
Chi... chi ha cantato? – i quattro si
guardarono scuotendo il capo. Sapeva perfettamente che appena il capo sarebbe
rientrato se la sarebbe presa con lui, e lui non voleva affatto che accadesse
così desiderava trovare quanto prima il colpevole!
Sapeva
bene cosa si rischiava ad essere sotto tortura del capo.
-
Tu, piccolo delinquentello! Draco!!! Sei appena diventato maggiorenne, sai vero che ora puoi
andare in galera ?!?!? – Ezio, con lo sguardo da pazzo avvicinò il ragazzo
sottile e aggraziato, che sedeva malamente su un tavolo, attendendo ordini,
dato che il suo giro di “consegne” lo aveva finito.
L’animo
gentile qual’era il ragazzino si piegò subito alla voce grossa dell’uomo e alle
occhiatacce degli altri.
-
Io sono qui per mia sorella Nadia!! – disse
lui con la voce tremante, poco convincente – non mi interessate. Lo sapete! Ne
in bene ne in male – spostò la gamba lasciandolo penzoloni giù dal
tavolo dov’era seduto evitando però lo sguardo dei quattro uomini che erano
nella stanza.
-
Uhm.. d’accordo – Ezio,
era alto, grosso, un mancino con muscoli d’acciaio ma niente cervello, però
sapeva quando era il momento di tacere, e aveva capito che la tensione nella
stanza era alta e venire alle mani con gli altri tre o aggredire il ragazzino
non serviva a nulla.
Dopo
un grugnito agli altri due scagnozzi s’intese che la testa qualcuno doveva
saltare.. e nonostante tutto il ragazzino sembrava il
bersaglio perfetto, era un piccolo spacciatore dopo tutto, non era importante!
-
Il ragazzino non c’entra, quindi finitela – a
sua difesa s’intromise Laxo, il più intelligente e
scaltro del gruppo, si piazzò davanti al ragazzino e squadrò gli altri uomini e
incrociando le braccia li sfidò.
Era
uomo molto alto e con una corporatura da nuotatore, con capelli corti e biondi.
-
Ehy, nessuno ti ha interpellato!! – grugnì Ezio in risposta, non amava essere
scavalcato e contestato.
-
Già, chi ti credi di essere, pidocchio!!! – lo appoggiò un altro degli energumeni dal viso
pieno di cicatrice e con gli occhi sfuggenti, come a nascondere pensieri e
fantasie malate celate nella mente.
-
Oh Belli ce l’avete una striscia? – la porta della
piccola stanza semibuia si aprì e una ragazza non molto alta, con i
capelli quasi viola, una mini inguinale e un top ristretto fece la sua entrata
disturbando e interrompendo tempestivamente la discussione.
La
camminata ondeggiante faceva ben intendere che non era propriamente lucida la
ragazza, e se ne accorsero subito.
- Sloggia
Jessica, i grandi devono parlare – grugnì
l’altro l’ultimo energumeno quello che ora stava nell’angolo più buio. La voce
profonda ma dal suono quasi viscido fece rabbrividire sia il ragazzino che la
ragazza che però non demorse.
-
Ma sto male!!! Avanti.. la voglio – squittì con tono irritante.
-
Ohh.. ok, basta che non
scocci! Tieni – spazientito Ezio gli lanciò
una bustina, la ragazza, una delle tante loro schiave del sesso, che battevano la strade per conto loro, erano spesso sotto l’effetto di
cocaina e eroina, ma Jessica era una di quelle che veniva spesso a scocciare
per averne dosi sempre maggiori probabilmente nel giro di poco.. non ne avrebbe
avuto più bisogno.
-
Ma non lo vedete come siamo combinati? Sta andando
tutto nel cesso!!! Da quella cazzo di retata le cose
non vanno più..
I Lupi e i Puma sono intoccabili.
Schiaffatevelo in testa!!! Con questi
atteggiamento non andremo da nessuna parte! Che sia chiaro, io non me ne prendo
la responsabilità, se siete un branco di scimmioni non è colpa mia!!
– urlò esasperato Laxo – vieni piccolo ti
porto a casa – si volse e parlò a
bassissima voce al ragazzino che annuì per istinto saltando impacciato giù dal
tavolo.
-
Oh Stronzo.. abbassa la cresta!!!! Draco
non è su marciapiede solo per MIA grazia – gli ricordò Ezio
afferrando il ragazzino per il braccio. Draco lo guardò
prima impaurito poi sorrise con scherno e Laxo li
divise.
- Non finisce qui Laxo! Se lo vuoi come
tuo.. giocattolino, mettiti
in coda! Lo sai che il capo vuole l’esclusiva su ogni pezzo! – rispose con la
medesima espressione al sorriso e fece un passo indietro guardandoli
allontanarsi..
- MA FOTTITI – Laxo gli mostrò il dito medio e uscì dalla stanza, quei
coglioni non li sopportava proprio, non sapeva per quanto ancora sarebbe
resistito.
Nero
era un bastardo, questo era indiscutibile, con alcun senso di colpa, l’ultimo
di una famiglia di delinquenti che era sempre stata sotto l’ala della mafia
internazionale, ma almeno se ne stava lontano da lui.
La
sua organizzazione si era evoluta, in male, da strozzini a truffatori a rete di
prostituzione e droga.
Non
aveva voluto dall’inizio l’incarico, tutto quello era disgustoso, tratta di
ragazzini, maschi e femmine, dai 9 ai 18 anni.
Ogni
volta che guardava quella merce camminargli davanti rabbrividiva e si mordeva a
sangue l’interno delle guance.
Era
capitato lì durante un’indagine amministrativa, una leggerezza, aveva scoperto
la rete e il capo lo aveva costretto ad accettare.
DUE
ANNI, due interi anni.
Privato
da tutti i suoi legami con la sua vita, lontano dal mondo civilizzato a
contatto ogni giorno con l’inferno.
Uno
squallore!!! Uno schifo, aveva meditato di scappare,
fuggire.
Lui
agente, figlio di agenti, uno dei più giovani infiltrati, a soli 20 anni aveva
già lavorato in 6 operazioni.
Un
bambino prodigio, dicevano, intuito, prestanza fisica,
ottima capacità di camaleontismo.
Un
vero genio nel suo lavoro.
Ma
a cosa era servito se a soli 27 anni era invischiato in uno dei traffici più
disgustosi e disumani che il mondo conosceva.
Ma
ormai aveva iniziato, avrebbe portato a termine l’operazione, era riuscito ad
avere incontri con Lupi e Puma, mancava poco se lo sentiva.
Nelle
loro zone beccarli era impossibile, le persone li proteggevano con la propria
vita, nei punti neutri, erano loro che si muovevano per non essere incontrati,
i nomi di alcuni li sapeva, ma non gli servivano a molto per ora.
Ora
però...
Ora
c’era Draco.
Era
un pulcino spaurito, un piccolo disperso nella Terra di Nessuno.
Era
rimasto orfano insieme alla sorella e ora era caduto in quella orribile
organizzazione.
Aveva
dovuto aggrapparsi ad un’idea.. a qualcosa per
continuare a lottare, la voglia di mettere dentro quegl’infami non bastava.
E
così, l’idea di quel ragazzino, di salvare quel ragazzino..
Beh
aveva dovuto mentire a tutti, compreso lui, per entrare indisturbato nelle
grazie del Capo.
Era
pura finzione!
Aveva
falsato anche il suo aspetto fisico.
Non
aveva occhi azzurri ma verdi, il biondo era più finto di quello di Paris Hilton, il suo era un bellissimo castano chiaro,
aveva smesso di frequentare la piscina ma aveva potenziato le spalle,
modificando così la sua struttura fisica.
Il
suo carattere poi, lo aveva annullato costruendosene uno tutto nuovo, freddo,
distante, altezzoso, un bastardo che non si tirava indietro quando c'era da
rispondere per le rime.
Eppure
tutto ciò non aveva impedito al ragazzino di affezionarsi a lui.
Recitava
la parte di uno stronzo eppure...
Eppure
aveva irrimediabilmente attratto a se quel giovane disperso.. e ora, che anche lui si era affezionato era pronto a
svelargli tutto.
Era
assolutamente convinto da chi veniva la soffiata, e lui c'entrava di sicuro, ci
scommetteva il distintivo.
-
Hey piccolo vuoi una cioccolata? – salvarlo da quella vita era uno dei suoi scopi
ora, ne aveva fin troppi di dispersi, ingoiati da quel fitto nulla..
Non
avrebbe permesso a nessuno di portare via anche lui.
Draco annuì e in
risposta Laxo gli scompigliò i capelli, aveva
scoperto, indagando, che doveva fare tra poco i 17 anni aveva mentito anche lui
alla banda e questo lo aveva incuriosito parecchio.
Laxo invitò il
bruno a seguirlo in auto, parlare lì non era sicuro.
Gli
disse con voce pacata che non avrebbe detto nulla ai suoi aguzzini.
Il
ragazzino anche se un po’ titubante lo seguì.
-
Come li conosci?
– chiese all’improvviso facendo sussultare l’altro. Niente preamboli,
direttamente al dunque, era la cosa migliore.
- Io veramente..
non.. non li conosco.. ho sentito la via.. eh.. Ho chiamato un amico che ha
delle amiche che lavorano lì.. Un caso.. – chiarì
mentre il volto era in fiamme, eppure non gli sembrava che stesse dicendo tutta
la verità..
-
Chiama Nada, digli di andare nell’attico tu andrai
alla casa famiglia giù al vecchio quartiere. È più sicuro – immaginava la sua disponibilità in quanto aveva
passato molto tempo in quel posto, era molto probabile che fosse lì il suo
amico.
-
Phai.. Il mio amico... Si chiama Phai.
È abituale della casa famiglia. Studia nell’istituto ma non può permettersi una
casa propria – spiegò il
ragazzino preso da una strana voglia di dir tutto.
-
Bene!! Sono felice che tu
voglia essere sincero – gli sorrise, ormai potevano considerarsi amici anche se
certe cose di lui non le aveva ancora capite.
Quel
cucciolo non ancora maggiorenne non mostrava in alcun modo l’età che aveva,
aveva un carnagione abbronzata e i cappelli corti neri
con riccioli che cadevano scomposti sulla fronte, eppure alcuna ragazza lo
avvicinava e poi..
-
Ci fermiamo lì?
– chiese indicando un grazioso bar con alcuni tavolini rotondi al
di fuori e un telone che faceva ora ombra, era in una piazzetta ad un centinaio
di metri da loro.
- Posso sapere perché? – chiese incuriosito.
-
Ogni tanto passa di lì per poi andare in edicola
per comperare dei manga – spiegò
con perizia.
-
Ehm.. perché.. Mi
fissi??? – chiese imbarazzato, Laxo lo aveva fissato di nuovo – oh... forse ti stai chiedendo perché lo so?!... giusto?
Semplice ho frequentato dei corsi alla scuola pubblica dove c’era anche lui.. tutto qui.. no?!? –
-
Ok.. bene !!! Allora parcheggio –
Entrati
nel locale l’agente sotto copertura notò subito i tipici particolari che
qualificavano il bar come proprietà dei Lupi, e solo ora aveva notato il
bracciale con il lupo disegnato di Draco, era un
fiancheggiatore della Banda quindi questo faceva sì che lo stesso amico fosse
un Lupo.
Si
misero a sedere intorno ad un tavolino sul fondo del locale, il ragazzino aveva
salutato con un gesto la ragazza dietro al bancone e il barman.
Doveva
conoscerli.
-
Ohy bellissimo.. da quanto
non passavi? – la ragazza li aveva raggiunti e
aveva cominciato a chiacchierare con Draco.
Alla
fine il ragazzo moro presentò l’amico alla ragazza che aveva detto di chiamarsi
Sumatra, appuntò mentalmente il nome, in futuro forse gli sarebbe servito.
Ordinarono
due cioccolate.
Anche
lei era un Lupo, la maglia con un lupetto mezzo addormentato lo confermava.
-
Sai quando non c’è scuola vengo qui!!! –
- Sei un lupetto anche tu.. Vero? Il polsino, il bracciale.. – indicò per spiegargli come lo aveva intuito.
-
Io.. sai.. Io con Nero
non ho nulla a che fare.. invece... Demy... –
-
Demy? – se avesse
avuto il collegamento giusto, se fosse riuscito a convincere almeno una delle
due bande a collaborare.
-
Lui mi ha sostenuto anche prima che diventassi
orfano –
-
Oh... beh non preoccuparti, sarò una tomba – questo era l’anno buono... forse..
-
Ohy Bellissimo come mai qui?
– la ragazza aveva appena salutato un ragazzo all’entrata.
-
Se vuoi puoi dormire da me – chiese il finto biondo al ragazzino che però non
lo ascoltava, intento a guardare avvicinarsi un castano al loro tavolo.
-
Io.. io non so.. – biascicò qualche istante prima dell’arrivo del
ragazzo.
- Hey guarda che lo dico solo
per tua comodità...
– Draco abbassò lo sguardo impacciato – e non abbassare mai lo sguardo –
- Ohy Dark Boy. Allora non ti
han.. – un
ragazzo dai capelli color sabbia bruciata e dagli occhi verdi, lo stesso
salutato dalla ragazza, si fermò davanti a loro tavolo con due cioccolate.
- Scusa non volevo.. –
-
Non preoccuparti
è fidato –
-
Beh.. allora piacere: Phai – porse le due
tazze per dare la mano all’agente.
-
Laxo. Piacere – prese
le tazze e strinse la mano del ragazzo.
-
Ti faccio
posto? –
-
Oh no Grazie. Volevo solo dirti che non ero io.. in pericolo, ma.. – si
bloccò e sospirò – Beh
diciamo qualcuno a me molto caro.. –
-
Allora ha fatto un buon lavoro –
-
Eh.. Già!!! –
-
Posso chiederti quanti anni hai? – nella
sua indagine ogni elemento poteva essere importante, avrebbe dovuto scoprire
anche l’identità del ragazzo e capire che tipo di legame lo legava alla banda.
-
Ehm.. 15..15 anni – mormorò un po' seccato.
-
Ne dimostri di più. Comunque grazie per le
cioccolate – si appuntò tutti i dati relativi a quel Phai.
Un
gran pregio che aveva era la memoria e la sfruttava sapientemente.
-
Oh.. nulla.. io vado..
ciao – incamminatosi il ragazzo si
perse nei propri pensieri.
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Beh.. direi al prossimo capitolo!!!!
Mi raccomando COMMENTATE
Ringrazio quella rompi..bip
di mia cugina, il caro Ale (che domani, 30 ottobre
finalmente vedrò di persona!!) e tutta la gente che ha creduto in me.. ovvero,
nessuno a parte i due citati prima ^_^ come sono fortunata eh?!
Faccio una saluto anche ad eoluccio che mi ha commentato!!! Grazie ^_^ e ne aspetto
molti altri di commenti!!!!
Che altro dire?! Se non avete capito
qualcosa.. chiedete pure, sono troppo casinista lo so,
però mi sono davvero impegnata.. spero sia venuto fuori un buon lavoro!!