Per scrivere questa fic e la successiva ho usato il finale di Yugi oh! del manga (spero riusciremo a vederlo in Italia >.<) e non dell’anime, ovvero spoiler: Seto non va nel passato a combattere con gli altri, ma semplicemente vede Yugi & Co. fuori dalle macerie della parete di roccia crollata, quando già il Faraone se n’è andato fine spoiler. Il motivo? Si adatta meglio allo svolgimento della mia trama ^^;;;;;
Un’ultima cosa. Non ho alcuna esperienza di psicofarmaci, sonniferi e medicinali simili, quindi perdonate se scrivo scemenze.



Labirinto del mondo

di Hymeko

"Fratello…"
So che Mokuba mi sta fissando, e sono conscio della sua preoccupazione, ma non riesco a staccare lo sguardo dalle rovine dell’antica tomba. Spire di polvere si alzano dalle rocce crollate, la sabbia si mischia all’aria, rendendo l’atmosfera irrespirabile, gli occhi irritati.
Spero di poter far finta che sia per quello che i miei si stanno arrossando…
"Stai tranquillo, è tutto a posto"
Bugia, colossale bugia. Ma cos’altro posso dirgli? Anche lui li può vedere. Lo può vedere.
Yugi Muto, il vero Yugi. Colui che per anni ha ospitato in sé il mio ragazzo, il mio Faraone. Colui che ha donato la libertà alla sua anima, e incatenato la mia nelle tenebre. Non ha più il suo Puzzle al collo, e non sta neppure cercando di recuperarlo…questo può significare solo una cosa.
Se n’è andato, il mio ragazzo se n’è andato. La sensazione di terrore che mi ha invaso, che mi ha praticamente costretto a precipitarmi qui dall’altra parte del mondo, era corretta.
Non c’è più…lui non c’è più.
Scuoto la testa, non posso permettermi di crollare. Non qui, vicino a mio fratello, e a quei perdenti. Non voglio farmi vedere prostrato e avvilito da loro…ormai cosa mi resta, se non il mio fratellino e il mio orgoglio? Ma com’è dura essere sempre forti.
Mi inginocchio vicino a lui, e gli poso le mani sulle spalle. Sono consapevole del mio volto tranquillo e disteso, ho impiegato anni per sviluppare un simile autocontrollo, anche se immagino che Mokuba sappia che non sempre una tranquillità superficiale corrisponde alla calma nel mio animo.
"Mokuba, ricordi quello che ti ho detto dopo la morte di papà, e a proposito della mamma?"
"Sì…che non abbiamo perso le persone che amiamo. Che un giorno noi…le rivedremo. È solo una questione di…"
"…tempo"
concludo per lui, annuendo.
"Ma…"
Immaginavo che non sarebbe stato così semplice…
"…tu non stai male?"
’Mokuba…’
Il mio fratellino…l’unico che rimarrà sempre accanto a me…sorrido e annuisco piano:
"…sì. Ma…non so in che altro modo lenire questo dolore, se non pensando a quando lo rivedrò"
Due lacrime spuntano nei suoi occhi, iridi scurissime che hanno visto troppa sofferenza per essere quelle di un bambino.
"Mi dispiace. Mi dispiace tanto…"
Le sue braccia sottili al collo sono tanto diverse da quelle del mio ragazzo, ma mi trasmettono lo stesso calore. In fondo sono fortunato, non sono solo.
"Lo so. Lo so"
bisbiglio, mentre con gli occhi seguo Yugi che si allontana seguito dagli altri.
La sabbia ha già iniziato a ricoprire le macerie, segno che il tempo degli antichi faraoni è del tutto finito…non posso fare a meno che pensare a Seth. Spero che almeno lui sia felice, adesso.

Oggi in ufficio è stata un’altra giornata massacrante. Sono quasi le undici di sera e ho appena finito di mangiare. L’acqua calda della doccia mi accarezza la pelle, ma il suo calore non riesce a sfiorarmi l’animo. È da quando siamo tornati che è così, ogni giorno. Al contrario di quanto pensa Mokuba non lo faccio apposta, non sto annegando il mio dolore nel lavoro. Semplicemente ho ripreso i miei vecchi ritmi, adesso che non c’è più lui il tempo che gli dedicavo va negli affari. So che mio fratello non è molto contento, ma non sono in grado di fare altro. Se stremo la mia mente sugli affari, posso non pensare a lui. Al vuoto che ha lasciato dentro di me, al freddo che provo nonostante sia sotto un getto d’acqua calda.
Sbatto un pugno contro le piastrelle, tentando di convincermi che i miei occhi stanno lacrimando per colpa dello shampoo.
Ma non è così, e ne sono dannatamente consapevole.
Mi ha lasciato, il mio ragazzo se n’è andato senza dirmi una parola. E io sono di nuovo solo, il mio spirito è incapace di trovare una mia direzione, in questo mondo. Grazie a lui ho scoperto che c’è molto altro oltre agli affari, ma le tenebre hanno celato quella via. Senza di lui, non sono in grado di ritrovala.
Trattengo a stento una risata amara, dandomi dello stupido. Perché mi stupisco? Lo sapevo…l’ho sempre saputo che sarebbe finita così.
Sempre.
"…anche tu lo sapevi, vero? Era questo, in realtà, che avresti dovuto dirmi il giorno del terremoto. Era questa verità che ti rodeva dentro, che ti rendeva così inquieto e distante…Yugi…non mi hai mai detto nulla"
Ma a che sarebbe servito? Io che avrei fatto?
Alla fine lui è tornato al luogo cui appartiene, e la mia utopistica idea del domani è stata polverizzata.
Nel mio inconscio l’idea di un futuro assieme non è mai esistita; al contrario in ogni momento vi si trovava la certezza che un giorno tutto sarebbe finito.
Non ho idea di come ne fossi a conoscenza, forse la penosa esperienza di Seth mi ha dato questa convinzione. Non so…l’unica verità è che non so più a chi affidare questo cuore.
"Strano che batta ancora"
bisbiglio, chiudendo l’acqua e avvolgendomi in un grosso asciugamano.
È passata quasi una settimana, ma vivo ancora in uno stato di intontimento, come se qualcuno mi avesse violentemente picchiato, e per questo non mi fossi reso pienamente conto della realtà. Non sto propriamente male, dopo quello che Narmer mi ha fatto ricordare sono stato decisamente peggio. Che sia l’abitudine? O i medicinali cui mi sono attaccato?
Goccioline d’acqua scivolano lungo il mio collo, mentre scuoto la testa. Mokuba non lo sa, o me l’avrebbe proibito. Ma non ho fatto di testa mia, stranamente. Sono andato da un medico e mi sono affidato a lui, seguendo sempre scrupolosamente le dosi prescritte.
Beh, quasi sempre. Un paio di volte mi sono lasciato andare coi sonniferi, ma è stata colpa dei miei partner aziendali, quei mostri che mi fanno perdere ogni volta la pazienza, che mi fanno impazzire con la loro inettitudine. E dato che non c’è più il mio ragazzo a consolarmi, devo tirarmi su in qualche modo. È colpa sua, in fondo. Se fosse qui non manderei giù queste pilloline bianche. Se fosse qui sarei ancora felice…se fosse qui, vorrebbe dire che non sono stato lasciato.
"…mi ha lasciato"
Mi rendo conto che è la prima volta che lo dico a voce alta. Lo sto realizzando ora, che dovrò passare il resto della mia vita da solo? Che non potrò baciarlo mai più?
"…qualcuno mi aiuti…"
Quanto ci mettono le pillole a far effetto? Ne devo prendere ancora? Non posso andare avanti così!!!
"Yugi…"
Ma non c’è nessun Yugi a potermi aiutare, lui adesso è fra le braccia di un altro, in un altro luogo. So che il Regno dei Morti è dove avrebbe dovuto essere già da millenni, ma la magia lo ha portato sino a me…per poi strapparmelo. Se non l’avessi incontrato, se non fossi andato nel loro negozio quel giorno, ora sarebbe tutto più facile. Quel detto, che è meglio aver amato e perso che non aver mai amato, è una gran balla ideata da chi non ha mai sofferto. Perché un dolore come questo non è preferibile all’inconsapevolezza dell’amore. Se non si ha mai amato, non si può andar in contro al dolore della perdita, e tutto risulta più facile.
Probabilmente alcuni mi darebbero del pazzo, se potessero leggere nei miei pensieri. Ma la mia vita non è stata abbastanza colma d’amore, perché la possa pensare in altro modo. Non avrei mai voluto amarlo, se avessi saputo che il risultato sarebbe stato questo.
Mi lascio pesantemente andare sulla poltrona…ho solo una piccola, magra consolazione. Lui ora è libero, non è più costretto a vivere all’interno di quel Puzzle. Quella prigione non lo trattiene più fra le sue pareti buie, le porte tetre non racchiudono più la sua memoria. È libero…è finalmente libero.
"Ah"
Non mi ero accorto di essermi morso il labbro fino a sanguinare, ma mi è venuta in mente un’altra cosa…non ha voluto che avessi parte nella sua liberazione. Perché? Non voglio credere di esser stato così poco importante per lui, anche se non ho un’altra idea. Spero che quando lo rivedrò mi darà una risposta. Chissà se ha pensato a me mentre se ne andava…dovrei parlarne con Yugi?
Scuoto la testa, non ho tanto coraggio. Più che altro, non voglio sopportare le loro domande, i tentativi di consolarmi, i "mi dispiace" sussurrati con sguardo basso. No, non li reggerei. Spero che quando riprenderà la scuola saremo in classi diverse…penso che dovrò pilotare il sorteggio.
Mi alzo, sospirando, e guardo il quadro appeso sopra un tavolino. Lì dietro c’è una cassaforte…e al suo interno ho riposto il mio anello, metà della coppia comprata a Kitakami. L’altro se l’è portato via lui, penso. Addosso a Yugi non l’ho visto, anche se ammetto di non averlo spiato bene. Ma no, non avrebbe senso se l’avesse lasciato qui. Sono convinto che mi abbia amato…solo che non eravamo destinati a innamorarci. Lui avrebbe dovuto appartenere solo a Seth, non anche a me. È stato un errore, ora ne sono convinto.
Anche se è stato il più bello sbaglio della mia esistenza.
’Forse dovrei innamorarmi di Yugi’
Poi…sbuffo una risata. Che scemenza, non potrei mai farlo…non è il mio tipo, decisamente. E facendo il confronto ne esce distrutto…no, meglio cancellare dalla mente quest’idea. È anche un po’ disgustosa, a dire il vero.
Guardo l’ora…è già mezzanotte, e io non ho ancora sonno. Che cosa sta succedendo al mio corpo? Perché i medicinali non funzionano? Che sia vero che se si è troppo agitati peggiorano la situazione?
Scuoto la testa, e mi dirigo nel mio studio. È da quando siamo tornati dall’Egitto che dormo sul divanetto vicino al camino, e non più nel mio letto. Lì ci sono troppi ricordi…il mio ragazzo è venuto a trovarmi la sera prima della partenza, e abbiamo fatto l’amore. In silenzio, senza parlare.
Se solo mi avesse detto qualcosa, io…come mi sarei comportato? Non lo so…non riesco a concepirlo. Essere lasciato…da lui…
…chiudo gli occhi. I farmaci e la stanchezza stanno facendo il loro effetto…fra poco mi annullerò in un sonno senza sogni. Non lo voglio vedere neppure lì, desidero unicamente l’oblio…dalla sua pelle, dal suo sorriso…
Sorrido amaramente. Non so perché mi sta tornando in mente proprio ora, ma al Puzzle avevo chiesto di poter rimanere per sempre con lui. E sul treno lui mi aveva detto che la Millenium Tauk ci aveva mostrati assieme, in futuro. Avevo ragione io, la magia non funziona, quegli oggetti non valgono nulla.
Che misera consolazione.

Fine


Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions