Disclaimers: i personaggi di YuYu
appartengono agli aventi diritto ecc. ecc. tutto come al solito.
Kurama x
Hiei
di Sara-chan
-INCOMPRENSIONI-
La
stagione autunnale stava finendo.
Suichi
era seduto alla scrivania, il gomito sul tavolo e la testa appoggiata
sulla mano, guardava pensoso le ultime foglie cadere.
La
finestra era aperta, pur con quel freddo. Sua mamma gli aveva chiesto
tante volte di chiuderla, si sarebbe presto ammalato altrimenti, ma lui
non sentiva ragioni: chiudere quella finestra significava perdere
qualsiasi occasione di rivedere il suo piccolo demone.
Erano
parecchi mesi che non aveva sue notizie e ormai in lui si stava facendo
strada il pensiero che a Hiei non gliene importasse proprio nulla di lui.
Aveva
cercato tante volte di dimenticarlo, ma non vi era riuscito, doveva
ammetterlo, era perdutamente innamorato di Hiei.
Ma
perchè?
Perchè
proprio lui, uno Youko di classe A si era innamorato così follemente di
un demone di fuoco inesperto, e molto più giovane di lui?
Kurama
non sapeva rispondere a questa domanda.
Sapeva
soltanto che quel sentimento che fino ad quel momento era riuscito a
reprimere ora era incontrollabile.
Era
un amore così forte e così vivo, ma così tremendamente doloroso.
L’incertezza
sui sentimenti che Hiei provava verso di lui lo stava uccidendo,
lentamente.
Era
appena uscito da scuola.
Il
vento gelido lo investiva, provocandogli lunghi e continui brividi lungo
la schiena.
Il
suo volto era corrucciato, in un misto di sdegno e dolore: l’aveva fatto
di nuovo, aveva nuovamente pensato a lui, ma non riusciva proprio a
toglierselo dalla testa?
Nello
stesso istante avverti un’aura e lo sguardo di qualcuno su di sè.
Si
bloccò.
*Che...che
sia?*
Si
guardò intorno con fare sospettoso, ma non vide nulla.
Rammaricato,
proseguì con passo lento verso casa.
Hiei
era la, appollaiato sul ramo di un albero a guardare il suo Yuoko.
Avrebbe
avuto voglia di scendere da quel maledetto albero, ma nello stesso momento
non gli andava di farsi vedere.
Da
giorni si limitava a guardarlo da lontano, vincendo il morboso desiderio
di riabbracciarlo.
Finalmente
aveva capito: quel sentimento che per tanto tempo aveva dato vita ad
interrogativi, che
l’aveva fatto vergognare di sè e
l’aveva spinto ad andare avanti, era amore.
Era
pazzamente innamorato di Kurama.
Per
lui aveva persino vinto la sua repulsione per il Ningenkai, ma era stato
tutto inutile.
Seguendolo
da lontano aveva potuto notare il comportamento distaccato di Suichi.
Aveva
capito che a quella stupida volpe non importava niente di lui.
Ormai
aveva preso la sua decisione: sarebbe tornato nel Makai, e ci sarebbe
rimasto.
Non
aveva intenzione di continuare così.
Di
continuare a seguire il suo Kurama, quella vista lo turbava e gli
provocava dolore.
Quella
sarebbe stata la sua ultima sera nel mondo umano.
L’indomani
il varco tra i due mondi si sarebbe riaperto, e Hiei avrebbe colto
l’occasione per tornarsene nel Makai.
Aveva
deciso che sarebbe passato a salutarlo, quella notte, il suo ultimo
saluto.
-SENTIMENTI-
Era
sera tardi, Suichi era già a letto, dormiva.
Hiei
se ne stava sul ramo dell’albero davanti alla finestra di Kurama.
Il
cuore gli batteva all’impazzata e non capiva perchè.
Da
dove era poteva vedere l’interno della camera e la sagoma sottile
dell’amico avvolta nella coperte. *Accidenti a quella volpe!* Stava
sempre sveglio fino a tardi e proprio quella sera che era venuto a
salutarlo doveva addormentassi così presto?
Avrebbe
voluto andarsene, ma i suoi piedi rimanevano incollati al ramo.
*O
ora, o mai più*
Si
fece coraggio ed entrò nella stanza.
Silenzio,
solo il rumore del suo cuore, batteva talmente forte che temeva che Kurama
potesse sentirlo.
Si
muoveva lentamente, con passo felino, attento a non fare il minimo rumore.
Finalmente
giunse ai piedi del futon dove riposava Kurama.
Dormiva
come un bambino.
Si
chinò per vederlo in volto.
Poteva
scorgere la sua pelle diafana e i suoi capelli rosso fuoco, poteva sentire
il suo profumo.
Era
tremendamente emozionato.
Silenzio...
Hiei
si chinò verso il volto di Kurama e gli accarezzo i capelli, abbassò lo
sguardo, vide le sue labbra , la bocca semichiusa.
Era
rimasto incantato da quelle labbra.
Quando
rialzò lo sguardo incrociò due occhi verde smeraldo, lo fissavano
stupiti, ma felici.
*Maledizione*
Non
avrebbe voluto svegliarlo.
Kurama
si mise a sedere.
<<Hiei,
che ci fai qui?>>
<<Volevo
solo salutarti, domani me ne vado!>>
Kurama
lo fissò come se avesse visto un fantasma.
<<C....come?!?>>
<<Me
ne torno nel Makai>> disse Hiei cercando di assumere il tono più
distaccato possibile.
Kurama
abbassò lo sguardo. Quella frase era come una lama che l’aveva
trafitto. Coltelli di ghiaccio che l’avevano inchiodato.
Aveva
sperato che Hiei fosse venuto per stare con lui, e invece se ne voleva
andare.
Sapeva
che il suo amore non poteva essere corrisposto.
Anche
Hiei distolse lo sguardo da Kurama, si era pentito di quello che aveva
appena detto, ma il fatto che Kurama non dicesse nulla non faceva che
confermare la sua idea: Kurama non lo amava affatto, o forse si?
Non
riusciva a capire il motivo di tanto silenzio, però era sicuro di una
cosa: non avrebbe resistito un minuto di più la dentro.
Velocemente
si spostò verso la finestra.
<<Me
ne vado!>>
Aveva
già messo una mano sul davanzale quando Kurama lo bloccò, cingendogli la
vita con le braccia sottili.
<<No!>>
Hiei
non se lo aspettava questa reazione da un tipo riflessivo come lui.
<<Tu
non vai da nessuna parte!>>
<<Lasciami
Baka!!>> La presa di Kurama era stretta, non gli dava la possibilità
di muoversi.
<<No!
No Hiei!>> Il tono dello Youko era deciso.
<<Lasciami
ho detto! Stupida volpe!>>
<<Non
voglio....non voglio che tu te ne vada>> gli sussurrò Kurama
all’orecchio.
Allentò
la presa.
Hiei
era stupito da quell’affermazione.
Riuscì
a girarsi e guardò l’amico con occhi increduli.
Non
gli aveva
mentito, gli occhi di Kurama erano estremamente sinceri.
<<Non
voglio che tu te ne vada...Tengo troppo a te Hiei, non voglio
perderti!>> gli disse, sempre all’orecchio.
Ogni
singola parola di quella frase gli aveva riscaldato il cuore.
Kurama
si ritrasse per guardarlo negli occhi. Le due sfere rosse lasciavano
trasparire un forte stupore.
Kurama
si accorse che erano vicini.
Erano
tremendamente vicini.
Aveva
desiderato tante volte farlo, e questo era il momento giusto.
Si
chinò leggermente e baciò Hiei, baciò quelle labbra come aveva tanto
sognato.
Hiei
era sempre più incredulo, ormai perso nei suoi pensieri e troppo preso
dalle nuove sensazioni per muoversi, fece fare senza dire nulla.
Una
grande felicità lo invase quando finalmente si rese conto di quello che
stava facendo Kurama, e ricambiò il gesto dandogli a sua volta un casto e
inesperto bacio.
Infine
si ritrassero entrambi.
Kurama
fissò le due sfere rosse di Hiei che nella luce lunare apparivano ancora
di più color del sangue.
Hiei
era ancora appollaiato sulla finestra.
Guardò
anche lui Kurama, e lesse nei suoi occhi e sul suo volto espressivo che
anche lui era felice.
Si
fece serio, abbassò lo sguardo.
Kurama
lo fissò con attenzione.
Le
parole che udì lo lasciarono sgomento.
Aveva
sentito bene? Si ne era sicuro.
<<.....Ai
shiteru Kitsune....>> Hiei l’aveva detto, anche se a bassa voce.
Non
credeva alla sue orecchie.
Era
così felice che avrebbe voluto urlare, ma si trattenne.
Fece
al suo demone un gran sorriso:
<<Anche
Io Hiei>>
Quanto
aveva sofferto, quante volte si era chiesto cosa provasse quel piccolo
testardo per lui e adesso quello che era solo un sogno, un desiderio
lontano era diventato realtà.
Lo
abbracciò, se lo strinse a sè con tutta la forza che aveva in corpo e
pianse di gioia.
Gli
passò una mano fra i capelli corvini, finalmente il suo demone era lì,
lo stava toccando, gli stava parlando.
Non
ci credeva ancora.
Non
avrebbe voluto mostrarsi così debole, ma non riusciva a trattenere le
lacrime.
Non
era come lui, non era come Hiei, che riusciva a trattenere i suoi
sentimenti e a non far trasparire le sue emozioni.
Hiei
l’aveva lasciato fare, era fermo immobile, le braccia lungo i fianchi.
Era
così felice, avrebbe voluto abbracciarlo a sua volte, gridare e piangere
tanto era felice, ma non doveva mostrarglielo troppo, tanto Kurama lo
sapeva, ne era certo.
Kurama
lo strinse ancora più forte a sè.
<<
Ite’! Mi fai male stupido!>>
<<....e
smettila di chiamarmi stupido!>> gli disse lui ridendo, ma ancora
tra le lacrime.
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