DESCLAMERS: I personaggi
non sono miei ma della principessa Rumiko Takashi (peccato ç__ç)
DEDICHE: ci sono troppe
cose da dirti, troppe per spiegarti la gioia di averti conosciuta, quindi
scusami per queste poche parole. Tantissimi auguri piccola Kimi!! Ti auguro di
non cambiare mai, di restare sempre così, di non ascoltare le cattiverie degli
altri, avvolte sai non si pensa ciò che si dice. Ti voglio bene piccola e spero
che questo giorno sia pieno di gioia e amore, e che ogni tuo giorno si riveli
sempre più bello. Tantissimi auguri Kimi!!^^
NOTE: portate pazienza è
la mia prima ficcina su Inu
Yasha!! Ma per la mia amica questo e altro!!^^
KISS ME
di
L'immensa luna nuova
solcava il cielo nero, offuscando con la sua luce argentea ogni altra cosa
vivente e non, mentre con i suoi occhi immensi osservava una sola figura,
diventata tutt’uno solo in quell'attimo
inatteso. Le braccia ricoperte da stoffa blu erano serrate attorno alla vita, stringendo
e vezzeggiando la forte figura che teneva serrate le braccia attorno al collo
del giovano monaco.
Ormai era inutile scappare
da quello che provavano, era inutile convincersi che loro amavano delle altre
persone, era inutile perchè per nessuno dei due aveva
mai provato un senso di completezza così profondo con nessuno
altro.
Ora, invece, erano
completi.
Insieme, configuravano la
perfezione.
Forza e potenza, ingegno e
astuzia.
Questo era il loro
insieme.
Finalmente non si sentivano più ombre del giorno, ora sarebbero stati esseri
viventi.
Senza più i ma e i se.
La luna candida sorrise hai due, e chiedendo alle nuvole si fece raccontare il come,
il perchè e il quando.....
"MA QUANDO TORNA
KAGOMEEEE!!!!" urlò il piccolo Shippo, che disteso a terra disegnava tutto ciò che vedeva
mentre attorno a lui Sango lisciava il pelo della
piccola Kirara, e Miroku
era dedicato ai soliti esercizi di concentrazione. Il monaco aprì un occhio
quando sentì il piccolo Shippo, e guardandolo
rispose: "dovrebbe tornare tra poche ore, se non
mi ricordo male..."
La sua voce però era pensierosa
come non mai, anche Sango se ne accorse
ma pensò che dipendeva dal fatto che in quel periodo avevano avuto poco tempo
per rilassarsi. La ragazza interruppe una carezza a metà, iniziando a pensare
che era troppo tempo.... già, era troppo tempo che
stavano raccogliendo i frammenti della sfera... chissà quanto tempo ci avrebbero
messo per ricostruirla e poi quanto ancora per distruggere Naraku,
il mezzo demone??
Sbuffò piano per poi
ritornare alla sua piccola Kirara, le sue dita
massaggiarono ogni lembo di pelo, facendo mugolare il piccolo demone che tutto
felice iniziò a leccare le dita della sua padroncina.
Inevitabilmente i suoi
occhi si posarono su Miroku.
Era da tanto tempo che lo
vedeva strano, non capiva il motivo ma sembrava fingere allegria, prima aveva
pensato che fosse colpa del foro del vento, ma poi con il passare dei giorni si
era accorta che non era per quello. Gli occhi scuri del monaco diventavano sempre
più tristi quando Inu Yasha
e Kagome stavano insieme. Ormai ne era
sicura: Miroku amava Kagome.
Sorrise amaramente a quel
pensiero, ma ormai non poteva farci niente anche lei si era innamorata e per di
più il suo era un amore non corrisposto.
"MA QUANDO TORNA
KAGOMEEEE!!!!" gridò nuovamente il cucciolo di
volpe, attirando su di se gli occhi del monaco che si alzò e andandogli vicino,
rispose sorridendo: "presto, dai, Inu-Yasha è
andato a prenderla, quindi porta un po' di pazienza... ok??"
"Ma io voglio Kagomeeee!!!" cominciò a fare
i capricci, ma proprio quando stava per piagnucolare, ecco che tra la fronde
degli grandi alberi apparve la divina Kagome. La
ragazza attirò su di se gli occhi di tutti i presenti, dato
che non solo era arrivata senza Inu Yasha ma anche perchè aveva
un'espressione dura in volto.
"Ma Kagome.... cosa...??" chiese Sango ma venne interrottà dalla voce dell'altra ragazza.
"Quel cagnaccio!! E'
andato da Kikyo!!" brontolò
alterata, anzi, più che alterata sembrava pensosa e preoccupata. Così dicendo
posò il suo zaino a terra, e con gesti meccanici preparò la tovaglia per
iniziare a mangiare, era quasi mezzo giorno e quindi era più che logica
prepararsi per mangiare.
Nel frattempo Inu Yasha, seguendo le tracce
dell'odore della potente sacerdotessa, raggiunse lo Shinboku, e davanti alla sua splendida bellezza, osservò
l'albero secolare. Per un attimo i ricordi del passato lo assalirono,
avvolgendolo in una coperta di calore, ricordava ogni cosa: dalla conoscenza di
Kikyo, al suo pedinarla ed in fine al suo
innamoramento... per poi finire nel tragico destino che li aveva separati.
Senza rendersene conto si
sedette ai piedi dell'albero, appoggiò la schiena al tronco e iniziò a pensare
a quello che era successo dal suo risveglio.
Tutti i volti dei demoni combattuti,
i suoi compagni di viaggio, Kagome, Shippo, Sango ed infine quel maniaco
di Miroku.... per un attimo
il volto malizioso del giovane si fece avanti di prepotenza, rendendolo strano,
accaldato... se solo quei occhi lo avessero guardato, se solo....
Spalancò
di colpo le sue gemme ambrate, incontrando di fronte a se Kikyo
seguita dai suoi demoni, la sacerdotessa con l'arco in spalla osservò il mezzo demone per poi
parlare con voce atona.
"Cosa
ti succede Inu Yasha??"
"N... nulla!!"
Gli occhi della
sarcedotessa lo sondarono per poi parlare tranquilla, con la solita voce
mistica che la caratterizzava, e i suoi serpenti attorno a lei, creando un lieve
venticello che le portava in avanti le due ciocche libere dalla coda.
"Ascolta il tuo
cuore, non permettere che il potere ti attiri, non seguire solo la scia del
potere ma ascolta il tuo cuore lui, lui non ti mentirà....
anzi ti porterà dal proprietario del tuo cuore, solo così troverai la vera
felicità...." e detto ciò sparì avvolta nella
luce dei demoni serpente.
Inu Yasha
osservò lo stesso punto per molti minuti, cercando di capire
le parole di Kikyo, purtroppo per lui era
difficile capirle perchè ciò sarebbe significato...
aver sbagliato per tutto il tempo.
L'oscurità calò rapida
sulle sue gemme preziose, avrebbe dovuto andare dagli
altri ma non se la sentiva, aveva, anche se era difficile ammetterlo, paura,
una paura folle di ciò che non voleva ammettere.
Non sapeva quando si era
addormentato e non appena aprì gli occhi vide la figura snella, e dolce di Kagome. La ragazza infatti era
andata a cercarlo, preoccupata del suo non tornare, ma appena i loro occhi si
incontrarono, lei capì tutto, ora doveva solo farlo capire a quel testardo di
mezzo demone.
Senza una parola si
sedette accanto a lui, e dopo alcuni minuti di silenzio parlò calma, con una
voce ormai stanca e malinconica.
"E' tardi, sarebbe
meglio tornare dagli altri... e poi oggi sai, che c'è la luna nuova...."
"Si, ancora un po'...."
I loro occhi non si incontrarono mai durante questo scambio di battute.
"Kikyo...??"
"Lei, se n'è andata.... mi ha detto di non seguire il potere ma di ascoltare il
cuore..." bisbigliò triste.
"Capisco... e cosa
c'è?? Hai capito che.... ti piace un'altra
persona??"
Con queste parole, posò
una mano sulla spalla di Inu
Yasha che per tutta risposta scosse la testa.
La ragazza sorrise.
Non aveva ancora capito.... piano allora presa la sua decisione, difficile ma anche
necessaria per la felicità del mezzo demone.
Accarezzò la chioma che
piano piano diventava nera, trasformando il mezzo demone in un essere
umano, e la sua vocina interiore le ricordò: uno splendido essere umano.
Chiuse gli occhi e scacciò
il pensiero di non aiutarlo.
"Secondo me... tu non
mi vuoi bene, come a Kikyo, anzi tu vuoi bene in quel
senso a un'altra persona... devi solo chiudere gli
occhi e vedere chi ti appare per primo nella tua mente..." bisbigliò, cercando di mantenere la voce calma, eppure si
sentiva lacrime nel cuore.
Inu Yasha
chiuse gli occhi ma non appena lo fece, li aprì di colpo alzandosi in piedi e
gridando: "Miroku mi sta chiamando!!!"
Si mise a correre senza aspettare
Kagome che triste ma felice lo seguì,
era difficile stargli dietro, anche se essere umano era velocissimo. Dal canto
suo Inu Yasha correva senza
pensa a nulla, solo la richiesta di Miroku nella sua testa, gli gridava di fare presto, più
presto possibile, di non fermarsi e di arrivare da lui e aiutarlo.
Dopo minuti orribili,
giunse alla radura dove Miroku e Sango
combattevano.
La coda del demone
stringeva Miroku per la vita e lo di agitava in aria come una piuma, le due braccia artigliate
era colme di spine nere dalle quali fuoriusciva un gas velenoso, che appena
toccava l'erba o gli alberi li rendeva cenere. La sua forma ricordava quella di
un serpente, ma il suo corpo era ricoperto di piccoli spuntoni che altro non
erano dei piccoli occhi rossi, basto un attimo di esitazione
di Sango, che la ragazza venne sbattuta a terra da un
colpo del braccio e subito dopo venne attaccata dalle lunghissime zanne bianche
del demone. Sarebbe stata di sicuro la sua morte, se Kirara
non fosse intervenuta ma la bestiola non riuscì a
bloccare del tutto l'attacco e quando mancavano pochi centimetri tra le zanne e
il corpo della sua padrona, una freccia ruppe le zanne, che dopo pochi istanti
ricrescerono, ma questa volta erano nere come la pece. Di colpo il demone si
voltò verso i due arrivati, e vide Kagome con l'arco
in mano, pronta a scoccare una nuova freccia purificatrice. La moretta distesa
a terra chiamò a se Kirara e in groppa corse verso Kagome che per miracolo riuscì a scansare l'attacco. Ma il
merito di ciò fu di Inu Yasha che con un ottimo tempismo riuscì a bloccare le zanne
del demone, purtroppo la sua forza era minore rispetto a prima che bastò un
colpo di testa e si ritrovò a terra, aprì gli occhi d'ambra e osservò il suo
nemico, o meglio osservò Miroku che cercava di farsi
mollare, solo allora Inu Yasha
si alzò da terra.
La sua espressione era sicura, non avrebbe permesso a quel demone di uccidere Miroku, no.
Non poteva.
Così saltò
sull'attaccatura della grande coda, che continuava a
muoversi, era difficile camminarci sopra ma era necessario.
Con molte difficoltà
riuscì a salire verso il monaco che senza più forza stava perdendo i sensi, il
mezzo demone brandì Tessaiga e con un piccolo colpo
fece scogliere la presa, infatti aveva colpito un
occhio vicino a se. Il grido del demone riecheggiò per tutta la radura, si
mosse verso i due, che caduti a terra si erano incosciamente protetti a vicenda
ed ora abbracciavano stretti, stava per aggredirli con il suo veleno ma una
freccia colpì la nuca del demone.
"Hirai
kotsu!!!" gridò Sango lanciando il suo grosso boomerang verso il demone che
venne gettato a terra, subito dopo un'altra freccia colpì il demone proprio
accanto all'altra, staccando così il frammento della sfera dei quattro spiriti.
Appena il frammento cadde a terra il mostro si
sgretolò come sabbia.
La battaglia era finita.
Le due ragazze si
avvicinarono ai due che ancora distesi a terra si stringevano.
"Ehi, forza.... svegliatevi!!" disse Kagome
toccando le spalle dei due.
Gli occhi neri di Miroku si aprirono piano così come quelli di Inu Yasha,
i due osservandosi si sedettero per poi alzarsi in piedi e sciogliendo quell'abbraccio che sapeva di casa, di calore e amore.
"Forza, Sango andiamo!!" esclamò Kagome
prendendo per mano l'altra ragazza che titubante la seguì.
Invece di allontanarsi si
nascosero dietro ad un cespuglio, dove trovarono per caso Shippo
che teneramente dormiva, le due ragazze sorrisero e si misero a guardare la
scena.
Mioku senza più timore prese la
mano del mezzo demone, se la portò al cuore e calmo parlò.
"Inu
Yasha, io... insomma sai
benissimo che sono un dongiovanni incallito, mi piace correre dietro a tutte le
donne.... eppure con te è diverso. Siamo stati per un
brevissimo periodo nemici, poi amici e... a me ciò non basta più. Io
sono innamorato di te...." e
si fermò osservando gli occhi da lui tanto amati ingrandirsi per poi
ristringersi un attimo e...
SDONK
"Ma
sei impazzito??!! Io ti confesso di amarti e tu...."
iniziò a piagnucolare il monaco.
"Ti avverto: se ti
vedo fare la corte a chi chessia, giuro che ti ammazzo... intesi???" disse lugubre Inu Yasha, avvicinandosi al ragazzo.
"Allora anche
tu..." ma le parole gli morirono sulle labbra.
Miroku chiuse semplicemente gli
occhi, e si lasciò andare da quel dolce bacio.
La luna osservò così i due
ragazzi, baciarsi dolcemente e sorrise.
Finalmente anche quei suoi figli sarebbero stati felici, e non solo loro, ben
presto anche altre due ragazze si sarebbero accorte di amarsi, ma quella
sarebbe stata un'altra storia.
FINE