Kiseki*

di Hymeko

L’aria leggermente fredda investì Seth, coprendo la sua pelle di piccoli brividi. Preoccupato per l'erede si tolse il mantello, avvolgendovi il ragazzo accasciato a terra, di fronte a lui. Da parecchi momenti nessuno parlava, ma la notte avanzava veloce…presto le celebrazioni sarebbero terminate, e le prime guardie sarebbero tornate a palazzo. I sentieri bui non sarebbero più stati tali, e troppo domande sarebbero sorte, se li avessero trovati lì.
Sospirò. L’erede s’era chiuso in un assoluto mutismo, quasi apatico. Probabilmente sarebbe rimasto lì sin quando una guardia non l’avesse scoperto…sicuramente il Faraone e gli altri Priest ne sarebbero stati informati, e ne sarebbe scaturito un putiferio…no, non poteva permetterlo.
”Principe, vi prego, dobbiamo andarcene. Comprendo il vostro stato d’animo, ma non possiamo indugiare ancora”
L’altro si limitò a scuotere la testa, distante, il mantello semplicemente appoggiato addosso, come su una seggiola.
”Vi supplico, cosa accadrà se ci scoprono qui?”
Gli occhi del principe erano vuoti, mentre la sua voce era solo un sussurro distante:
”Se vuoi andartene fai pure…”
Massaggiandosi gli occhi, Seth maledisse quella situazione. Era entrato nella fase di rifiuto, qualsiasi cosa gli avesse detto, avrebbe ricevuto una risposta negativa.
”Non posso certo lasciarvi qui!”
sbottò, respirando a pieni polmoni l’aria fresca di quella notte.
”Perché no? In fondo…non ti importa nulla di me”
aggiunse dopo un attimo, ben consapevole che fosse una bugia, ma deciso a ferirlo.
”Questo non è vero, e voi lo sapete bene!”
Il principe voltò il viso, deciso a non guardarlo. Era riuscito nel suo intento e ne provava piacere, ma…in fondo gli faceva anche male.
’Seth…’
In quel momento si stava dannando l’anima per destreggiarsi fra il ruolo presente di Priest, e quello passato di amante, lo vedeva bene…sembrava spaccato fra le sue due esistenze, tirato da una parte e dall’altra…
…verso il passato, da Yugi…
…verso il futuro, dal principe…
L’erede sospirò. Seppur controvoglia, sapeva che Seth era nel giusto. Se l’avessero beccato lì, in compagnia del nuovo Priest, che sarebbe successo?
Eppure non aveva voglia di dargli ragione così facilmente…non dopo che gli aveva sigillato l’unica possibilità di fingere di vivere una vita normale.
’Come principe faccio pietà. Non sono stato in grado di farmi obbedire da un Priest appena arrivato’
”Principe, sta iniziando a fare freddo, ed è sempre più pericoloso per voi rimanere qui. Dovete pensare alle conseguenze che ne scaturirebbero, se veniste scoperto. Potrebbero pensare che io sia qui in perlustrazione, ma voi…”
”No, Seth”
Non meritava certo tutta la devozione che l’altro continuava a mostrare…nonostante la sua testardaggine, ancora si ostinava a voler cercare la soluzione migliore per lui, mettendo in secondo piano se stesso…probabilmente aveva fatto male a dirgli quella fase, poco prima. Forse i sentimenti di Seth non erano spariti del tutto, sotto la mole di insegnamenti che gli erano stati impartiti…
”Se c’è qualcosa che posso fare, allora vi prego di confidarmela”
’Amarmi ancora…’
Ma non glielo poteva dire, o sarebbe ripartito con la storia del principe…no…
”Non abbiamo nemmeno finito di parlare…”
bisbigliò soprapensiero, più a se stesso che all’altro.
”Allora andiamo in un altro luogo, va bene ovunque, ma vi imploro, spostiamoci”
’Parlare…ancora?’
Poteva essere un’idea. Seth era talmente preoccupato di portarlo via di lì, che magari avrebbe abbassato le sue difese, una volta giunti in un altro luogo.
’Dove posso andare?’
Voleva un luogo sicuro, facilmente raggiungibile, che mettesse entrambi a loro agio ma che riportasse alla mente di Seth il passato, non il presente. Un luogo dove nessuno potesse disturbarli…
’Sì, ho deciso’
”Bene, seguimi”
Seth annuì con un inchino, sollevato ma inquieto nello stesso tempo. Per quella notte non avrebbe più dovuto preoccuparsi che il principe uscisse, ma…aveva la netta sensazione che avesse ceduto troppo in fretta.
’Cosa avrà in mente?’
Comprese che era stato un errore lasciare a lui la decisione sulla loro nuova destinazione, ma ormai non ci poteva più fare molto. Il passaggio segreto che avevano imboccato si snodava all’interno del palazzo, allontanandosi sempre più dalle mura…non gli restava che seguirlo fedelmente.
”Eccoci”
Seth entrò nella stanza dopo di lui, e sussultò: erano nella sua camera.
’Ecco cosa stava tramando…’
pensò, guardando in tralice l’altro, che aveva almeno avuto il buon gusto di affacciarsi a una delle finestra e di non adagiarsi sul letto.
”Principe…”
Lo aveva portato lì per risvegliare i suoi ricordi? O per sedurlo?
’Comunque sia, non posso cedere’
Anche se averlo lì, con a portata di mano un vero letto, era una tortura…
”Qui possiamo parlare, no? È sicuro, riparato, e lontano da occhi indiscreti…non è perfetto?”
Il Priest deglutì e annuì, sedendosi sul cuscino che arricchiva una poltrona di vimini. Avvertiva le gambe improvvisamente deboli…aveva in mente qualcosa, ne era sicuro…certo, afflosciarsi su un comodo cuscino mentre il principe era ancora in piedi non era molto consono all’etichetta, ma non poteva farci niente…in più la sua testa era vuota, non riusciva a trovare nulla da dire, ora che il principe era al sicuro, la sua combattività era scemata…non aveva più argomenti…nulla da dire…
…ma lui non si sarebbe accontentato di così poco, sarebbe tornato presto alla carica…quella notte avrebbero sistemato la questione una volta per tutte, senza ombra di dubbio. Chinò la testa in avanti e iniziò a massaggiarsi le tempie, in cerca di qualcosa con cui difendersi da lui, dal suo profumo, dal ricordo del suo corpo…dal suo calore e dal gusto delle sue labbra…
Sussultò quando il principe andò a sedersi sul bracciolo della poltrona. Con la testa abbassata e la mente in altri lidi non si era accorto del suo arrivo…tentò si alzarsi per lasciargli il posto, ma il principe lo afferrò per la spalla e lo spinse indietro.
”Rimani lì”
Non un vero ordine, ma ugualmente perentorio. Seth annuì e rilassò i muscoli, risiedendosi con un sospiro. Non aveva idea di cosa fare, né di quel che sarebbe successo. E aveva una gran paura…quello era stato il primo contatto fisico che avevano avuto da quando conoscevano le rispettive identità, e lui sentiva ancora il calore della sua mano sulla spalla.
”Comprendi il motivo di questa scelta?”
Il Priest scosse la testa. Aveva una gran voglia di scappare…ma si azzardò a sbirciarlo. Il principe gli dava le spalle, la flebile luce notturna lo incorniciava…se l’avesse desiderato, ci sarebbe voluto davvero poco per appoggiare la fronte contro la sua schiena…
”Perché in un luogo simile abbiamo incontrato la verità”
Un luogo simile…la sua stanza alla locanda.
La verità…i loro veri sentimenti.
Seth socchiuse gli occhi. Non poteva negarlo:
”Ne sono consapevole, principe”
”Ma persisti nelle tue intenzioni?”
”Sì. Non posso che continuare a soffocare ciò che provo”
Un attimo di silenzio, poi l’altro parlò:
”Se…rinunciassi alla corona, tu rinunceresti alla Millenium Rod?”
”Principe! Non potete parlare sul serio!”
Lentamente, l’erede al trono si volto:
”Perché no? Essere il principe ha rovinato la mia vita…e non parlo sono di noi. Anche mia madre è…morta a causa di…ciò che sono”
sussurrò alla fine, spostando lo sguardo sul tappeto su cui Seth si era inginocchiato la prima volta che l’aveva raggiunto lì.
”Principe…”
Non sapeva nulla di quella storia, e non poteva nemmeno mettersi a chiedere. Non pensava fosse una bugia per farlo cedere, ma di certo era una frase volta a scavare più profondamente in lui. Piano piano le sue difese si stavano sgretolando…fra quanto avrebbero ceduto?
”…che cosa desiderate?”
L’altro sospirò. In fondo, nemmeno lui lo sapeva bene.
”…non essere ciò che sono”
”Questo è impossibile”
fu il sospiro triste di Seth.
”…allora…la verità…dimmi se davvero io merito tutta questa venerazione”
Il Priest non ebbe dubbi:
”Sì…più di ogni altro essere al mondo. Più degli dei stessi”
”Perché? Quale parte di me suscita in te un simile sentimento?”
”Tutto. Stare accanto a voi è qualcosa di unico. Ci sono momenti in cui sembrate risplendere”
Sentendosi vagamente lusingato, il principe virò su un altro argomento:
”E…oltre alla venerazione, mi merito…altro?”
L’altro chiuse gli occhi. Quella domanda era solo per lui, ne era consapevole…era arrivato il momento di rispondere? Il principe gli aveva chiesto la verità…quindi era giunto l’attimo dell’ammissione.
’L’ho già fatto soffrire molto stanotte, non posso negargli anche questa realtà’
Glielo doveva. Gli aveva impedito di uscire, aveva sigillato le sue vie per la libertà, aveva messo a dura prova i suoi nervi…almeno quello doveva concederglielo.
”Tutto l’amore che possa esistere in questo mondo”
Il principe si curvò un po’ in avanti. Allora non l’aveva dimenticato, non aveva soffocato il suo sentimento in nome della missione…c’era ancora lui nel suo cuore, non la Millenium Rod.
”E…come posso…riceverlo?”
Il nodo cruciale della situazione, il centro dell’universo…la relazione fra loro. Seth si mordicchiò un labbro. Non gli avrebbe detto che non potevano, sarebbe direttamente passato al motivo che li teneva separati.
”È inadatto e peccaminoso, principe. E troppo pericoloso”
”…questa è la verità, il tuo pensiero?”
”Il pensiero di un Priest devoto”
L’altro annuì piano. Era giusto, era così che un Priest doveva ragionare. Gli aveva già chiesto di disgiungere il Priest dalla persona, avendone una risposta negativa, quindi era inutile che rifacesse quella domanda. Ormai era chiaro, Seth aveva scelto. Gli sarebbe rimasto accanto per tutta la vita come Priest, riversando tutto l’amore che gli aveva indirettamente confessato in una palese devozione. Lo avrebbe adorato come un dio…aveva smesso di vederlo come un semplice uomo.
’Seth…’
”Ho capito”
Si alzò e si stiracchiò. Doveva tirarsi su di morale e riprendersi da quella notte. Aveva bisogno di una buona dormita, perché dal mattino seguente avrebbe ricominciato a cercare un modo per uscire. Se ne sarebbe stato buono buono per qualche tempo, giusto per far abbassare la guardia a Seth, poi sarebbe nuovamente sgattaiolato fuori di nascosto. Seth l’aveva abbandonato, avrebbe dovuto far a meno di lui. Ma sarebbe andato avanti lo stesso.
Sussultò quando l’altro lo abbracciò da dietro, stringendolo forte a sé. Improvvisamente sentì il suo cuore dietro a una spalla, e il suo fiato caldo che gli accarezzava la base del collo…lo stava timidamente baciando su una clavicola.
”S-Seth…m-ma…”
”Non ce la facevo più, principe”
confessò il Priest con semplicità, passandogli le mani sul corpo.
”E-E il pensiero del Priest devoto?”
mormorò, mentre si lasciava portare a letto. Era appena accaduto un miracolo…e ne era talmente stordito da essere incapace di porsi delle domande, o di tentare di respingerlo. Lo stava baciando…il resto non aveva importanza…anche se per poco sarebbe tornato con lui, l'avrebbe accettato…
”È andato all’inferno”
biascicò Seth mentre gli succhiava i capezzoli attraverso il tessuto, mentre le mani gli massaggiavano forte i glutei, stringendoli fra le dita.
”Aaahhh…non smettere mai…”
”No…ho esaurito le forze…non riuscirò più a starvi lontano”
A dir la verità, quella era una bugia. Avrebbe potuto continuare per sempre a comportarsi come aveva fatto sino a quel momento, ignorando i sentimenti che esulavano da devozione e rispetto. Ma si era reso conto che non poteva averla vinta su tutto, che qualcosa doveva concedergli. Quel principe incosciente avrebbe cercato sollievo dalle sue pene tentando di scappare di nuovo, e lui non avrebbe potuto essere al suo fianco in ogni momento. Avrebbe affrontato lunghe missioni lontano dal palazzo, e l’unico modo per proteggerlo, in quel caso, sarebbe stato di raccontare a qualcuno delle sue fughe segrete, mettendolo nei guai. Era certo che l’erede avrebbe potuto trovare dei modi per uscire, nonostante i sigilli sui passaggi segreti…no, modo migliore per proteggerlo era tenerlo stretto a sé.
’Detta così sembra che lo stia usando per i miei scopi’
In effetti probabilmente lo stava facendo, ma senza la cattiveria e i benefici che un vero manipolatore ne avrebbe ricavato, quindi non gli importava. Teneva a lui più che a qualsiasi altra persona o cosa nel mondo, per proteggerlo non avrebbe mai temuto di sporcarsi le mani.
’Lui vuole me…se starò con lui, se lo renderò felice, non avrà più bisogno di cercare altrove la felicità…’
Doveva solo continuare ad amarlo e a esserne amato…nulla di più facile, in fondo. Doveva solo smetterla di pensare, e lasciarsi andare fra le sue braccia. L’unica speranza era che quel cambiamento non fosse stato troppo repentino…
………
”Cosa accadrà adesso?”
mormorò il principe fra le sue braccia, accoccolandosi contro di lui.
”Dovremo stare molto, molto attenti”
borbottò il suo amante, coprendolo col lenzuolo.
L’altro ridacchiò, mordicchiandogli la pelle della spalla:
”Sarebbe un guaio se ci scoprissero, vero?”
”Molto, molto grosso come guaio”
Sbadigliando, il principe si sistemò contro il suo petto:
”Magari ci sbatterebbero fuori entrambi, lasciandoci liberi”
Seth si permise di emettere un piccolo sbuffo:
”Sarebbe più probabile che ci mettessero entrambi in catene. Come minimo”
”Sei sempre così cupo”
lo rimproverò il principe, schioccandogli un bacio sulle labbra, mentre Seth gli accarezzava un fianco.
”Sono solo realista e preoccupato”
puntualizzò il Priest, girandosi a sua volta su un fianco per abbracciarlo meglio.
”Staremo attenti, non preoccuparti. Non perderò più la testa come stanotte, te lo prometto. Non rimarremo più delle ore a parlare all’aperto, in piena notte. È incredibile che nessuno ci abbia scoperti”
Seth annuì:
”Le mie preghiere in tal senso sono state esaudite”
confessò blandamente, scatenando una risatina dell’altro:
”Ne dovrò parlare con mio padre…il giardino era totalmente scoperto”
”…vi dovrete inventare una buona scusa, per giustificare la vostra presenza lì”
L’erede alzò le spalle:
”Dirò che dovevo incontrare il mio ex amante per convincerlo a tornare a essere il mio amante”
Il Priest lo guardò male:
”Non è divertente, principe”
Continuando a ridacchiare, il principe gli succhiò un labbro:
”Lo so, però vorrei tanto vedere la faccia di mio padre a una tale rivelazione…”
”Probabilmente lo spedireste dritto dritto coi vostri nobili antenati…desiderate così tanto salire al trono?”
”No…ma non desidero neppure vivere immerso nella menzogna. E se mettessimo tutto alla luce del sole, non dovremmo più fingere. Sebbene…”
e chiuse gli occhi, appoggiando la fronte al suo petto…
”…io sia perfettamente consapevole, nonostante le mie affermazioni sconsiderate, che un simile annuncio ci porterebbe a una morte certa”
”…principe…”
Il principe sospirò:
”Credi che almeno nel Regno dei Morti potremmo stare assieme?”
”Noi staremo sempre assieme, vostra altezza. Ci ritroveremo in ogni luogo, che sia esso il mondo dei vivi o quello dei morti. E se dovessero dividerci, io vi ritroverò, principe, anche a costo di setacciare ogni angolo dell’universo”
Seth pregò intensamente perché il loro sentimento fosse davvero tanto forte da durare così a lungo. Era consapevole delle difficoltà che si sarebbero parate di fronte al loro cammino, e che una volta ottenuta la relazione che entrambi avevano fortemente desiderato, essa avrebbe potuto perdere interesse. Assurdo, ma non impossibile…in fondo erano da poco divenuti adulti. La loro vita, col favore degli Dei, sarebbe stata ancora lunga…chissà quante cose avrebbero potuto cambiare…
”Non farmi rimanere troppo da solo”
bisbigliò in risposta l’erede, nascondendo il viso contro il suo collo. Quelle parole l’avevano incredibilmente lusingato, e fatto sentire davvero importante. Non sapeva quanto fossero vere, ma era un inizio insperato. La storia con lo sconosciuto della locanda era terminata, da quella notte lui stava con Seth, Priest del Regno…e non era più un insicuro ragazzino perso nella grande città, era il vero se stesso, l’erede al trono, finalmente fiero della propria identità.
’Se non fossi il principe non potrei più stare con lui…’
Sorrise, arrossendo. Allora c’era qualcosa di buono nella sua posizione…
”Seth…”
”Sì, principe?”
Il Priest scacciò dalla mente i pensieri foschi. Non era detto che la loro storia sarebbe finita male, anzi…dati i presupposti, c’erano buone speranze perché tutto andasse bene. Gli amori nati nel pericolo finivano bene, almeno così si diceva in giro…lui doveva solo crederci. E continuare ad amarlo, la mente libera da nebbie e dubbi. Aveva l’impressione che il sentimento del principe fosse un po’ più semplice rispetto al suo, che ora che stavano assieme, la sua mente fosse sgombra dalle nubi che invece infestavano la sua, che non avesse più preoccupazioni né paure…quasi che i problemi fossero finiti, invece che appena iniziati…
”Non va bene!”
L’erede si alzò di scatto, guardandolo imbronciato.
”Cosa?”
gli domandò il Priest, allungando una mano per accarezzare la pelle tesa del suo braccio.
”Non mi piace che continui a chiamarmi principe anche quando siamo assieme nel letto”
”Non credo che avrò mai il coraggio di chiamarvi per nome…”
si scusò Seth molto in imbarazzo. Anche se se l’era appena portato a letto, la devozione verso di lui gli imponeva di mantenere ancora una certa distanza.
’Spero solo che non me lo ordini…’
”No, lo so che non ce la faresti…”
ammise l’altro un po’ tristemente, appoggiando il viso imbronciato sul suo petto, guardandolo da sotto…Seth si allungò e gli posò, con molta fatica, un bacio sulla punta del naso.
”Per questo voglio che riprendi a chiamarmi Yugi”
”Y-Yugi?”
”Sì. Qualche problema?”
gli chiese, gli occhi viola che si scurivano.
Seth sospirò…perché doveva sempre essere lui quello che trovava i punti deboli delle situazioni? Gli sembrava di essere tanto, ma tanto, un guastafeste…
”Ehm…a dire la verità…”
”Hn?!”
Gli occhi si stavano facendo sempre più scuri e sottili…
”Ah…vedete, quando vi ho vicino, quando penso a voi…è difficile mantenere il controllo su me stesso. Io temo di…lasciarmi sfuggire quel nome, riferendomi a voi. Che spiegazioni potremmo dare, se accadesse? Ci troveremmo in una situazione spinosa”
”Uhm…non è assurdo come timore, questo”
’Nemmeno gli altri erano assurdi’
Ma Seth tenne quel pensiero per sé…aveva già rischiato parecchio quella notte, meglio stare tranquillo.
”Però non mi piace che mi chiami principe. È troppo freddo, intenzionale, abusato”
”Abusato?”
L’erede annuì:
”Tutti mi chiamano così. Non mi va che anche tu lo faccia…in cosa sarebbe diverso il nostro rapporto, altrimenti?”
”Avete ragione”
In effetti anche a lui sarebbe piaciuto avere un modo unico per chiamarlo…doveva pensarci un po’…cosa lo distingueva dagli altri? Cos’era il principe per lui, che non era per gli altri?
E scoppiò a ridere.
”Che hai?”
Il principe lo guardò storto…non l’aveva mai visto agire così.
”Voi siete mio, giusto?”
”…sì”
mormorò l’altro arrossendo…era così meravigliosamente imbarazzante…
”Quindi non ci sarebbero problemi, se vi chiamassi mio principe, no?”
disse Seth, calcando parecchio sul possessivo.
Sbattendo le palpebre, l’altro ci rimuginò sopra un secondo, poi sul suo viso si allargò un sorriso:
”Io sono il tuo principe perché tu sei un Priest e io l’erede, ma sono anche il tuo principe perché stiamo assieme…”
Seth annuì vigorosamente:
”Intendevo proprio questo!”
”Nessuno ci troverebbe niente di male, se mi chiamassi così…leale, devoto…”
”…e pazzo di due begli occhi viola”
gli mormorò in un orecchio, osservando con la coda dell’occhio le sue iridi spalancarsi, le gote velarsi di rosso e le labbra incurvarsi in un sorriso…anche se aveva dei capelli assurdi, era stranamente bello…sarebbe stato sempre il suo principe.

Fine

*miracolo


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