DISCLAMEIRS: I pg di Slam Dunk non sono miei!^^

NOTE: Il titolo fa decisamente schifo, ma non risco mai a inventarne uno decente.....-.- E' per il RuHana day e scusate se è bruttino...^^;;; dedicato a Najka, Aimi, Soffio, Rei e Tes!^^




Killer

parte I

di Eny



 

Coprì pigramente con una mano lo sbadiglio che non si era neppure premurato di
reprimere.
Perchè la scuola iniziava così presto al mattino??
Non che la cosa cambiasse molto, tanto lui dormiva tutte le lezioni, ma
avere una continuità nel dormire sarebbe stato più comodo!

Pedalava lentamente per le strade deserte di Kanagawa con sguardo assonnato.
Quella mattina, era in anticipo di parecchio.
Suo padre si era messo in testa di fare una mensola nella stanzetta attigua
alla sua, e lui aveva la pessima abitudine di alzarsi molto presto la
mattina!!
Non gli sfiorava certo il pensiero che che lui potesse desiderare di dormire
alle sette di mattina!! E di certo il trapano elettrico non conciliava il
suo sonno!

Ok, era in grado di dormire anche sotto le bombe nucleari che gli esplodevano in giardino, ma il fracasso del trapano e il vibrare costante del suo letto attaccato alla parete, rendevano impossibile perfino a uno come Kede Rukawa, il sonno.

Come se non bastasse il trapano aveva bucato anche la sua di parete quindi si era trovato a ingoiare polvere di gesso bianca...
Così in sella alla sua inseparabile bicicletta si era diretto verso scuola,
avrebbe continuato a dormire in classe...
Kaede sbadigliò nuovamente. La frizzante aria mattutina gli sferzava
il volto coccolandolo, conciliando perciò, il suo sonno.
Era ormai nei pressi della scuola, era entrato nel cancello e parcheggiato
la bicicletta nella rastrelliera, quando distintamente sentì un tonfo.
Si chiese chi a quell'ora potesse essere a scuola e in un primo momento
pensava si trattasse di qualcuno che voleva allenarsi al proprio club sportivo, o magari un insegnante giunto prima delle lezioni per preparare il laboratorio a qualche particolare lezione.

Ignorò il suono incamminandosi svogliatamente verso l'entrata. Un secondo tonfo, decisamente più forte, lo fece, però, bloccare.

Forse, allora, erano vandali che stavano danneggiando la scuola, così decise di andare nel retro dell' edificio per controllare di persona. Con le sopracciglia aggrottate e il passo svelto percorse il cortile. Decisamente, c'era qualcosa che non andava.
Non gli importava certo se sfasciavano la scuola, il suo unico cruccio era
quello che sospendessero gli allenamenti per atti di vandalismo, e perdersi
Hanamichi che si fa la doccia, è uno spettacolo che solo negli spogliatoi
della palestra poteva vedere!! Ormai quel corpo praticamente perfetto era
una droga per lui, non poteva farne a meno! Osservare ividioso le mani
trasparenti dell'acqua scorrergli sul corpo, i suoi muscoli scolpiti, le
gambe lunghe e tornite, i capelli di fuoco accarezzati dall'acuqa fresca. I
suoi sospiri che lo facevano rabbrividire ogni volta che uscivano da quelle
labbre rosee...
Si riscosse dai suoi pensieri udendo chiaramente delle urla strozzate.
Si bloccò di scatto colpito da quei versi, poi, si riscosse dal suo shock: corse verso la direzione del suono. Svoltò l'angolo in tempo per vedere la vetrata dell'aula
di chimica andare in frantumi e un corpo cadere fuori. Istintivamente si
coprì il volto col braccio per proteggere gli occhi dalle scheggie, ma quando udì quel
gemito di dolore guardò terrorizzato riconoscendo la voce: Hanamichi giaceva a terra disteso supino sui frammeti di vetro.
-Hana...- le parole gli morirono in gola quando vide il suo volto sporco di
sangue, le sue mani macchiate della ninfa rubina.
Lo stesso sangue che imbrattava il manto d'erba sotto di lui.

I frammenti trasparenti del vetro rilucevano alla luce del sole di riflessi rosati. Stille carminio intaccavano la loro lucente perfezione.
La paura montò dentro a Kaede e preso dal panico e dal terrore corse per
raggiungerlo, ma una figura slanciata affolta in un pesante mantello nero saltò
fuori dalla vetrata.
Durò tutto un istante, il pugnale sporco di sangue conficcarsi nell'addome
di Hanamichi che si inarcò con un gemito spalancando gli occhi dorati.
-Hanamichi!!!!!- urlò Rukawa correndo ad attaccare l'assassino.
-Ki...ts..une... sc..sca..scappa!- gemette mentre la lama entrava e usciva
dal suo corpo, le mani ormai rosse stringere convulsamente i fili d'erba
ormai macchiati di quella vita che stava pian piano abbandonando il ragazzo.
Rukawa tentò di colpire l'assassino che con forza straordinaria lo spinse
indietro. Rukawa cadde a terra violentemente e per un secondo tutto fu
bianco. Dolorante si alzò e vide Hanamichi radunare le ultime forze per
calciare allo stomaco del suo aggressore che si piegò in due. Rukawa si alzò
barcollando, doveva aver sbattuto forte la testa, forse una commozione
celebrale. Afferrò la vanga appoggiata alla pareta della scuola e corse
ancora verso l'uomo.
Hanamichi ormai era troppo debole, guadagnato quel poco di tempo si era
messo prono e arpionando i ciuffi d'erba che immancabilmente si tingevano
di carminio cupo, strisciava nel tentativo di sfuggire alla furia omicida
dell'uomo. Sentì Rukawa urlare e si girò faticosamente vedendo che il suo
compagno aveva colpito l'uomo con una vanga. L'assassino imbardato in un
mantello nero col volto coperto da una maschera bianca cadde a terra
lasciando cadere il coltello. Hanamichi tentò di afferrarlo, ma era troppo
debole, la vista gli si appannava.

Il dolore al petto pulsava, ogni ferita era un cuore che batteva dolorosamente.

Avvertiva la coscenza sciivolare via da lui alla stessa velocita con cui il sangue fuggiva dal suo corpo tingendo la terra sotto di lui.

Allungo una mano che tremava convulsamente.

Freddo...

Aveva freddo...

Tanto, troppo freddo.

La mano pallida coperta di sangue cadde a terra esausta, incapace di essere sostenuta a mezzaria.
-Sca...sc...scappa...Ki...tsu...une.... Ti pre...go... alm...eno tu... sal...vati...- Il suo respiro divenne un rantolo difficoltoso.
I suoi occhi socchiusi appannati dal dolore.
Le forze che man mano scemavano.
Un unico pensiero: che Rukawa si salvasse.

Quel pazzo lo voleva? Che se lo prendesse! La sua vita non valeva quella dell'algido volpino.
-Do'hao!!!- ansimò Rukawa. L'uomo forte di quella distrazione si rialzò
colpendo nuovamente il moretto alla testa sbattendolo contro il muro.
Gemette di dolore, gli girava la testa e gli martellava. Barcollando si
rialzò di nuovo.

Il do'hao stava morendo! Doveva fermare quel pazzo!

A tutti i costi.
E di nuovo quel coltello a lacerare la carne dorata di Sakuragi ora
squarciata e coperta di rosso. Con violenza, sempre di più.
Si alzò, ma le gambe gli cedettero, la testa gli pulsava dolorosamente, non
sentiva nulla se non il rumore devastante dei rantoli di Hanamichi e il
rumore della carne che si squartava spezzando, colpo dopo colpo, i rantoli del numero dieci che, pugnalata dopo pugnalata, diveniva troppo stanco perfino per gemere.
-Hana...- ansimò. Vide la figura alzare il viso di scatto e scappare verso
la recinzione.
In lontananza il suono delle sirene.
Si portò faticosavamente vicino ad Hanamichi.

Il pulsare forsennato delle tempie, era nulla in confronto al martellare scatenato del suo cuore che urlava di dolore e paura.
Il manto erboso ora era solo un lago di sangue.
Non poteva morire così...
Il suo do'hao non poteva andarsene in quel modo.
Lui non aveva fatto nulla, non l'aveva salvato.
-Hana...- si portò accanto a lui.
Il volto di Hanamichi contratto dal dolore, gli occhi socchiusi lasciavano vedere il manto di agonia che ne copriva la luce vivace. La maglietta bianca della divisa a brandelli e macchiata di quel sangue che usciva abbondante dagli squarci.

Denso, cupo...

..vitale...
-S..ei..vivo...- soffiò Hanamichi vedendolo accanto a se.
-Resisti piccolo... Te la caverai.. resisti, non puoi lasciarmi...- gemette
affranto aggrappandosi anche lui a quella flebile speranza.. Con un lembo della maglietta pulì il volto di Hanamichi dal sangue mentre questi chiudeva gli occhi esausto.
-Hana...- gemette disperato mentre il cuore pulsava rabbiosamente.
-Do'hao svegliati! Apri gli occhi piccolo!- urlò. In quel momento giunse la polizia.
Quel che successe dopo Rukawa non lo ricordò. Rammentava Hana circondato dai
medici che concitatamente dicevano di portare immediatamente la barella, che
era ancora vivo.
Ricordava Hanamichi con la mascherina dell'ossigeno mentre i guanti asettici
dei medici si imbrattavano del suo sangue nel tentativo di salvarlo, mentre
i barellieri lo caricavano sull'ambulanza.
Ricordò di essere salito su quell'ambulanza che poteva essere la tomba del
suo Hana, o la sua salvezza.
Un medico che gli urlava frasi che lui non capiva mentre il suo essere era
catalizzato su quel corpo martoriato dove gli uomini in camice stavano
lavorando furiosamente nel tentativo di salvarlo.

Solo il corpo di Hanamichi pallido e martoriato, solo le urla dei medici..
Poi... Il buio...

 

Rukawa si svegliò ore più tardi con un martellante mal di testa. Aprì gli
occhi per richiuderli subito dopo ferito dal bianco accecante del soffitto
della stanza ospedaliera.
-Rukawa!- una voce conosciuta lo chiamò, e lui si sforzò di aprire gli occhi.
Sentiva le tempie pulsare e un insopportabile ronzio rimbombargli in testa.
Ci mise qualche secondo a riconoscere la figura di Ayako col volto contratto
dalla preoccupazione, ma appena ritrovò un minimo di coscenza, le immagini
di Hanamichi che veniva brutalmente pugnalato lo scossero dalle maglie
dell'intorpidimento. Si tirò a sedere di scatto ignorando la fitta lancinante
alla testa che gli fece portare di scatto una mano alla tempia, incontrando la grezza consistenza della benda.
-Hana...- gemette tentando di scendere dal letto per andare, neppure lui
sapeva dove...
-Rukawa calmati! Non puoi alzarti!- lo fermò Ayako. Rukawa non oppose molta
resistenza, la testa gli girava ed era conscio che non avrebbe potuto fare
nulla per Hana ora come ora. Si rimise sdraiato gemendo, quando la testa gli dolè nell'appoggiarla al guanciale.
-Come sta?- chiese concitatamente scrutando negli occhi della manager vedendo il riflesso del suo volto angosciato. Ayako tuttavia abbassò lo sguardo affranta e Rukawa sentì la sua anima scivolare nel baratro senza fondo della disperazione.
-E' ancora in sala operatoria... E' molto grave... L'hanno pugnalato ventitre volte, ha perso molto sangue e le sue condizioni sono molto critiche.- gli confessò in un sussurro. Rukawa gemette shockato.
-I medici hanno detto che la prima pugnalata gli è stata inferta alle spalle... Quel bastardo...- disse con voce incrinata. -Se non fosse per te Rukawa, Hanamichi sarebbe morto sicuramente...Probabilmente il suo corpo sarebbe stato irriconoscibile...- la sua voce si spezzò in lacrime mentre nascondeva il viso tra le mani. -Hanno detto che...che l'ha colpito con furia tremenda, è un miracolo he sia
vivo...- continuò a singhiozzare disperata. Ma Kaede non sentiva i suoi pianti...
No...
Lui non l'aveva salvato...
Avrebbe potuto fare molto di più...
E invece ora per colpa della sua inettitudine Hanamichi stava morendo...
Rischiava di morire...
Nella sua testa l'eco assordante della voce roca del rossino che gli diceva
di scappare, di salvarsi...
Kitsune..
L'aveva chiamato Kitsune, non Rukawa...Kitsune...
In modo che quel mostro non potesse ritrovarlo tramite il nome...
Hanamichi aveva continuato a dirgli di scappare...
Non di aiutarlo come srabbe stato normale in una situazione del genere.
Di scappare, di lasciarlo li a morire pur di salvare la vita di quel freddo compagno che l'aveva sempre insultato.
E lui, lui non aveva saputo fare di meglio che permettere che fosse ridotto in quello stato.
Se non fosse stato per Hana, anche lui sarebbe morto sicuramente.
E per impedire che gli venisse fatto del male, ora si trovava in quella sala operatoria con mille medici che tentavano salvargli quella vita, che lui non aveva saputo aiutare.
Se solo avesse agito subito invece di restare imbambolato lì a guardare Hanamichi che veniva pugnalato, ora non sarebbe in quello stato.
Se solo non is fosse distratto e avesse continuato a colpirlo con la vanga, ora Hanamichi non sarebbe così grave.
Se solo avesse reagito subito ai colpi dell'assassino, a quell'ora quel mostro sarebbe stato in galera, e Hanamichi salvo.
Se solo...
Se solo...
Se...
Se...
Non poteva sopportare che Hanamichi morisse così!
Perchè la sua vita non aveva alcun senso se non c'era quel rosso casinista a
riempirla!
-Cosa...ha detto.. la polizia...- balbettò. almeno sperava che fossero riusciti a trovare qualche indizio. Ma Ayako scosse la testa distruggendo le sue speraze.
-Brancolano nel buio, non hanno trovato ne l'arma, ne impronte ne indizi. Tu
solo sei il testimone, tu oltre ad Hanamcihi.- spiegò mesta. In quel momento il medico entrò nella stanza.
-Come sta?- chiese immediatamente Rukawa.
-E' in prognosi riservata, l'abbiamo salvato, per ora, ma le sue condizioni
sono molto critiche. Speriamo che riesca a passare la notte...- disse mesto.
-Posso vederlo?- Il medico lo guardò per alcuni secondi.
-No. E' ancora troppo debole.- disse categorico.
-La prego.- insistette Rukawa. Il medico alto e mgra fissò negli occhi il ragazzo da dietro le lenti trasparendi.
-Solo per due minuti. Troppo stress, nelle sue condizioni può essergli fatale.- disse. Rukawa si alzò dal eltto infilandosi frettolosamente la vestaglia che gli era stata portata e le pantofole. Seguì il medico lungo i corridoi asettici fino ad arrivare a un ampia porta di metallo dove la scritta 'terapia intensiva' spiaccava in rosso.
Una pugnalata nel petto di Rukawa.
Il dottore lo portò dinanzi a un uscio in fondo al corridoio.
-Ricorda, solo pochi minuti.- gli rammentò prima di andarsene scribacchiando sulla cartella che portava tra le mani. Rukawa fissò la porta con angoscia. Accando alla porta una larga vetrata permetteva la vista del paziente all'interno, momentaneamente impedita dalle tende tirate. Abbassò la maniglia con mano tremante. Entrato nella stanza la visione del letto su cui Hanamichi giaceva lo colpì come una fucilata: il volto pallido coperto da una mascherina che lo faceva respirare. Dalle sue braccia infiniti tubi partivano collegati a flebo e una sacca di sangue. Il corpo martoriato coperte da bende candide come l'intera stanza, il volto pieno di lividi e contusioni. Elettrodi attaccati con quelle ventose bianche alle sue tempie e in più punti del corpo.
La macchina che segnava il battito cardiaco emetteva bip regolari e ritmati.
Unica nota di colore in quello scenario straziante era il colore malsano delle contusioni, il rosso cupo della sacca di sangue e di alcuni graffi sulle braccia e sul volto procuratisi, sicuramente, quando era stato lanciato fuori dalla vetrata. E infine i suoi capelli saprsi sul cuscino come un'aureola di sangue intorno al capo.
-Hana...- chiamò dolcemente. Il ragazzo aprì lentamente gli occhi voltando cautamente il volto verso di lui. Rukawa si avvicinò e Hanamichi sorrise debolmente. Kaede non poteva vedere le sue labbra, ma la sua espressione sorrideva timidamente. Kaede non potè che sorridere amaramente. Hanamichi si portò stancamente una mano al volto togliendosi la piccola mascherina.
-Stai bene...- soffiò debolmente prima di prendere un profondo respiro con l'ausiglio della maschera che si era nuovamente poggiato al volto.
-Grazie a te...- rispose Rukawa sedendosi.
-Mi dispiace... di non aver fatto di più.. se solo io...- Rukawa fu zittito da un debole 'Baka' sussurrato dal compagno.
-Se non fosse per te, sarei morto, ti devo ringraziare baka Kitsune...- sussurrò stancamente portandosi nuovamente la maschera al volto. Era evidente che senza essa non riusciva a respirare. Kaede sorrise dolcemente.
-Lo stesso vale per te, mi avrebbe ucciso sicuramente quell'uomo...- borbottò. Hanamichi sorrise.
-L'impotante è che tu stia bene Ru...- disse con sollievo.
-Chi era quell'uomo Hana?- chiese di punto in bianco. Ma Hanamichi scosse
il capo.
-Non lo so... ero in classe, volevo fare qualche tiro a canestro quando qualcuno mi ha pugnalato alla schiena... Ho cercato di resistere, ma è stato inutile...- raccontò con respiro pesante. Nuovamente si portò con urgenza la mascherina al volto respirando profondamente.
Era il caso che ora andasse, Hanamichi era troppo debole.
-Capisco...Ora vado, devi riposare piccolo.- disse posandogli un bacio sulla
fronte. Le guance di Sakuragi presero un po' di colore. Era arrossito.
-Verrai a trovarmi ancora Kitsune?- chiese speranzoso.
-Mi sembra chiaro.- rispose Kaede chiudendosi la porta alle spalle.

 

FINE PARTE 1


 




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