KCIIP

di Hymeko

"Fratello, allora io vado a casa"
Kaiba si girò appena, annuendo.
"Salutami Yugi"
L’altro annuì ancora, mentre il fratellino sospirava. Era tutto il giorno che suo fratello non parlava, ma lui non era arrabbiato per il suo mutismo, sebbene fosse peggiore anche del solito…quello era un giorno speciale. Era la sera dell’esperimento, ovvero sapere dove il Faraone sarebbe potuto apparire, se avesse potuto scegliere, o se era legato al luogo del primo arrivo. Naturalmente suo fratello era sulle spine, benché cercasse di non darlo a vedere. Era nervoso come raramente l’aveva visto, e ringhiava per ogni minima scocciatura…il suo umore era spaventoso, quel giorno. I loro dipendenti gli avevano fatto pena, e aveva cercato di tenerli il più possibile lontano da lui.
’Peccato non avesse in programma un incontro con Pegasus’
pensò ridacchiando…sarebbe stato uno spasso.
Entrò in ascensore e schiacciò un pulsante, appoggiandosi alla parete di metallo…cosa sarebbe accaduto, se Yugi non si fosse potuto materializzare lì? Che colpo sarebbe stato per l’animo di suo fratello?
"Yugi…ti prego…salvalo ancora"
………
Kaiba appoggiò la fronte al vetro della finestra, sentendo il freddo entrargli nella testa. Suo fratello se n’era andato da circa mezz’ora, e sarebbe dovuto arrivare a casa in quei momenti, più o meno. Mancavano ancora pochi minuti all’arrivo del suo ragazzo…sempre che potesse davvero andare lì. Se così non fosse stato, Mokuba l’avrebbe avvertito, e lui…si sarebbe precipitato a casa.
Sì, letteralmente precipitato, anche se avrebbe cercato di essere il più discreto possibile. Già avevano poco tempo per stare assieme, se poi ne sprecavano in spostamenti inutili, si sarebbe ridotto ulteriormente. Doveva studiare un modo per ottimizzare il tutto, e riuscire a essere libero da ogni impegno per il momento del suo arrivo…era la prima volta che il suo lavoro gli pesava.
’Era così, per lui, prima?’
Yugi si era lamentato, ogni tanto, dei suoi orari impossibili, o delle volte in cui avevano dovuto rimandare per un incontro imprevisto. Non gli aveva mai dato veramente buca, o almeno non gli sembrava d’averlo fatto, ma solo in quel momento si rendeva conto di quanto fosse brutto.
’No…devo far quadrare il tutto’
La scuola non era un problema, poteva anche evitare di studiare. I suoi affari invece lo erano, perché stava mettendo in piedi vari progetti per il futuro, tra cui la realizzazione di un nuovo Duel Disk, più leggero e compatto, e l’acquisto di un’isola lontana per la creazione di una scuola, o un’accademia, non aveva ancora deciso. Non poteva trascurarli troppo, Mokuba non poteva ancora prendere il suo posto…però…
Strinse il foglietto che aveva in tasca. Aveva passato un po’ di tempo in Rete, e si era scritto gli orari di altre città quando, in autunno/inverno, lì erano le sette di sera. In Europa si era attorno al mezzogiorno, dalle 10 di Londra e Lisbona alle 13 di Mosca. In America, sullo costa atlantica, era molto presto, e su quella del Pacifico ancora prima…invece a Buenos Aires, agli antipodi di Tokyo, erano le 7 della mattina…il luogo perfetto per trascorrere la giornata assieme. Certo, non si sarebbero spostati così tanto da subito, ma un giorno vi sarebbero arrivati.
Due braccia sottili gli cinsero la vita, un corpo minuto si appoggiò alla sua schiena, e Kaiba sussultò. Non l’aveva sentito arrivare…lentamente si girò, e rispose all’abbraccio. Era caldo e morbido…la sensazione data da un essere umano.
"Non ti ho sentito"
Era lì…l’aveva raggiunto lì…
"…lo so…ti ho spaventato?"
Il suo viso nascosto contro la sua camicia, il fiato che gli riscaldava la pelle…dentro il presidente scorse un brivido.
"No…sono felice di sapere che puoi venire qui"
"Anch’io"
La stretta di entrambi aumentò di forza, e quindi il Faraone sollevò il viso, chiudendo gli occhi e offrendogli la bocca. Kaiba si chinò e lo baciò piano, dolcemente all’inizio, per poi trasformare il bacio in una rovente riunione di labbra, le mani di entrambi che si muovevano velocemente sulle membra, toccando quanto più potevano, odiando la stoffa che le teneva divise dalla pelle…era così tanto che non provavano simili sensazioni…
Si staccarono per prendere fiato, poi Kaiba lo strinse ancora, il cuore che iniziava a calmarsi. Era stanco, talmente stanco di tutto, che non riusciva più a provare rancore nei suoi confronti. Si rendeva conto di aver ceduto di schianto, di non aver la forza di volontà che credeva di avere, di avergli perdonato tutto praticamente subito, senza nemmeno avergliela fatta pagare almeno un po’…
…ma perché mai avrebbe dovuto farlo, poi? Non era colpa sua se era stato costretto a tornare indietro, e sì, non gliel’aveva detto, ma anche lui gli aveva taciuto momenti oscuri del suo passato, che avrebbero potuto minare la loro storia, quindi…perché faticare a portare rancore?
’Non voglio più sentirmi così’
pensò rilassandosi.
"Dovremmo andare"
bisbigliò al suo orecchio, la tensione di quel giorno che scivolava via.
"Dove?"
"A un’inaugurazione"
rispose, prendendolo per mano e accompagnandolo in un ufficio attiguo, con un armadio zeppo di vestiti della sua misura.
"Ma…"
"Non preoccuparti, ci piacerà…"
Negli occhi blu passò un lampo, ma il Faraone decise di soprassedere…
"Ah, Yugi…"
Kaiba lo guardò fra il misterioso e il malizioso…
"…vestiti comodo"
"…cos’hai in mente?"
gli chiese, mentre passava i vestiti.
"Divertirci un po’"
gli rispose Kaiba, lasciandolo solo perché potesse cambiarsi in pace. Aveva alcune cose da sistemare velocemente, poi scegliere la moto o l’auto, le strade da percorrere…strinse i pugni. Sperava solo che non si spaventasse…
"Eccomi. Dove andiamo?"
Kaiba lo guardò. Jeans blu e una maglietta bianca, a manche lunghe. Bellissimo e più sensuale che in passato…se prima era stato il suo angelo salvatore, in quel momento sembrava un demone lì per dannarlo...e lui gli avrebbe dato volentieri l’anima.
’Ti seguirei ovunque…’
pensò, rendendosi conto che se gliel’avesse chiesto, sarebbe davvero andato con lui…il suo cervello continuava a sollevare obiezioni, ma il cuore non voleva sentire ragioni.
"Al KCIIP"
"Keep?"
Il presidente ridacchiò: non era il primo a compiere quello sbaglio.
"No, non keep, ma KCIIP, Kaiba Corporation Industrial Illusion Planetarium. È un progetto congiunto fra noi e Pegasus, un planetario a proiezione tridimensionale dove al posto delle classiche costellazioni ci sono i mostri di M&W"
Gli occhi del Faraone si illuminarono:
"Lo inaugurate oggi?"
"Sì, andiamo"
e gli gettò il suo casco, quello usato da quando lo aveva quasi rapito a Asakusa, il capodanno in cui si erano baciati per la prima volta.
"Ma…posso davvero venirci anch’io?"
Kaiba inarcò un sopracciglio, schiacciando il pulsante dell’ascensore:
"E perché non dovresti?"
L’altro abbassò lo sguardo:
"Perché ci sarà sicuramente qualcuno che conosce anche me…e…lo sai…"
"Non preoccuparti, nessuno ti vedrà. E tu…potrai vedere la tua sorpresa"
"Mi devo preoccupare?"
Quando Kaiba parlava di sorprese, era sempre meglio stare all’erta…
"Non preoccuparti…penso ti renderà felice"
Il Faraone sospirò e salì dietro di lui, il casco ben calato in testa. Non doveva essere troppo in pensiero per il futuro prossimo, ma godersi il giro in moto. Nessuno l’avrebbe riconosciuto…poteva tranquillamente vivere.
La moto vibrava sotto di lui, le macchine sfrecciavano accanto al mezzo, il vento gli sferzava il corpo, e la schiena di Kaiba, cui era aggrappato, era forte e calda…tutto come un tempo. Le persone che camminavano, i luoghi familiari, i fast food in cui aveva mangiato con gli altri, i bulli con le loro motociclette, persino lo smog della città…era tutto meraviglioso.
Nell’Aldilà tutto era divinamente perfetto, quasi irreale…lì i difetti abbondavano, ma si sentiva più a suo agio. Non era fatto per il mondo dorato della regalità…preferiva stare in un luogo dove non era assolutamente nessuno. L’unica fortuna era che Seth si trovava dall’altra parte, altrimenti avrebbe ancor maggiormente sofferto.
Strinse più forte la vita di Kaiba…non gliene aveva ancora parlato, eppure lui e il Priest si erano, come dire, riavvicinati. Parlavano molto, passeggiavano per lungo tempo, si scambiavano opinioni sulle loro esistenze…era bello stargli accanto. Seth non possedeva più i ricordi di quando lo amava, a quanto pareva il sigillo che s’era imposto reggeva ancora, ma andava bene lo stesso. Era un buon inizio, in fondo, avere vicino qualcuno che lo capiva, e lo apprezzava nonostante tutto, standogli accanto in silenzio quando serviva, senza fargli domande né pressioni perché si confidasse.
Guardò il casco argentato del suo ragazzo. Con lui non sapeva come comportarsi…doveva parlargli di Seth? Oppure doveva tener ben chiusa la bocca?
’Perché non so mai che fare?’
Non ebbe il tempo di pensare a una risposta, perché Kaiba rallentò la moto e si infilò nel parcheggio sotterraneo di una struttura argentata, sovrastata da bellissima cupola blu scura, punteggiata di migliaia di piccole stelle scintillanti.
"Siamo arrivati"
annunciò una volta fermato il mezzo, togliendosi il casco e scuotendo i capelli…il Faraone lo imitò e gli andò dietro, verso un ascensore poco distante. Kaiba entrò, schiacciò un pulsante e si appoggiò alla parete, apparentemente immerso nei suoi pensieri.
"Kaiba?"
"Hn?"
L’altro si accostò a lui:
"Perché mi hai portato qui? Queste cose non le abbiamo mai fatte prima"
Il presidente lo guardò in silenzio, poi rispose lentamente:
"Te l'ho detto, c’è un regalo per te. Una sorpresa importante"
"Eh?"
Che s’era messo in testa? Cosa aveva fatto? Lui era a posto così, non aveva bisogno di nulla…non voleva niente…soprattutto non sentirsi ancora in debito...
"Te ne stupisci?"
"No…è che non me lo aspettavo"
"Lo so"
mormorò divertito Kaiba, accarezzandogli una spalla. Era talmente carino così imbarazzato e in difficoltà…
"E…che cos’è?"
"Non hai perso l’abitudine di essere un micetto curioso"
Prima che potesse ribattere, l’ascensore arrivò al piano, ma Kaiba bloccò le porte:
"Ascolta, parlando seriamente, tu potrai vedere ma non potrai esser visto, però devi stare attento, e tutto andrà bene"
"Lo richiedo. Mi devo preoccupare?"
"No…non temere. Voglio solo che tu…"
e aprì le porte, senza terminare la frase.
"Kaiba!!!"
Perché non aveva perso quel vizio di dire le cose a metà?
"Ssshhh…non devi farti sentire"
"Ma da chi? E cos’è questo corridoio?"
Stavano passando in una galleria rivestita di tessuto blu, con delle pesanti tende dello stesso colore da un lato, e basse luci a livello del suolo dall’altro…sembrava di essere al cinema. Ma non c’era nessuno, a parte loro.
"Lo vedrai presto"
Camminarono per una cinquantina di metri, i passi attutiti dalla spessa moquette, fino a due tende assolutamente identiche a tutte le altre.
"Ecco, ci siamo"
Il Faraone le fissò: ma come aveva fatto distinguerle?
"Kaiba…"
Il suo ragazzo si abbassò e lo baciò:
"So che ti sembrerà strano, ma per non esser visti dovremo infilarci dentro a gattoni"
"…sì. È parecchio strano"
Non più di quello che avevano fatto altre volte, ma almeno erano chiusi nella lussuosa camera del suo ragazzo…
Ma Kaiba non stava scherzando…scostò leggermente le tende, passò una tessera magnetica per aprire le porte scorrevoli lì nascoste, si mise in ginocchio e scivolò dentro, invitandolo con una mano ad entrare.
’Ok…buttiamoci’
Gli andò dietro lentamente, sgusciando fra le cortine, ritrovandosi in un palco con un divano in tessuto blu come tutto l’ambiente, con lo schienale quasi completamente abbassato e con tre cuscini scuri, circondato da bottiglie di champagne in ghiaccio e da cestini argentati colmi di frutta…era quasi una stanza matrimoniale.
"Kaiba?"
"Vieni qui…c’è la tua sorpresa"
Il Faraone gattonò fino alla balaustra di vetro, modellato perché seguisse la curva del palco, mentre Kaiba controllava che i suoi capelli non spuntassero oltre il bordo…sarebbe stato un problema se l’avessero scoperto.
"Dove devo guardare?"
Il vetro era scuro, e la sala nella penombra…
"Laggiù in fondo"
L’altro seguì le sue indicazioni e sussultò, tappandosi la bocca per non gridare. Si tirò indietro, contro il suo ragazzo, stringendosi a lui. Non poteva davvero…
"Stai tranquillo, il vetro è a specchio, nessuno può vederci"
"Kaiba…perché ci hai riuniti qui?"
L’altro gli posò la fronte contro la testa:
"Per tranquillizzarti, e dimostrarti che stanno abbastanza bene. Non so se abbiano già superato la…tua partenza, ma stanno bene"
’L’unico a esser stato davvero traumatizzato sono io…’
Il suo ragazzo annuì, osservando a occhi sgranati Yugi…suo nonno…Anzu…Bakura…Jono-uchi…Shizuka…Honda…Mai...i suoi amici. Li aveva portati lì perché potesse segretamente vederli.
"…grazie"
bisbigliò, appoggiando le mani al vetro e guardandoli, studiando i loro visi, le espressioni, i movimenti…Yugi sembrava un po’ giù, ma era evidente quanto tentasse di farsi forza…
’Amici…amici miei’
"Ascolta, devo andare sul palco a inaugurare questo posto…rimani qui e non preoccuparti: nessuno entrerà senza il tuo permesso. Io tornerò presto"
Il Faraone emise una debole risposta, fissando i giovani che sceglievano i posti, senza togliere gli occhi da loro…Kaiba si chiese se avesse fatto bene a organizzare il tutto. A guardarlo, sembrava più interessato a loro che a lui che se ne stava andando…
………
"Era anche ora che Kaiba iniziasse"
"Jono-uchi, vedi di tacere. Non voglio essere buttata fuori a causa tua!"
lo sgridò Anzu, sistemandosi la gonna che continuava a salire.
L’altro emise un grugno, mentre Shizuka ridacchiava, e Mai sbuffava esasperata.
"È già tanto se abbiamo ricevuto i biglietti omaggio per l’inaugurazione…quindi vedi di non disturbare, capito, cretino?"
Honda gli diede un affettuoso colpo in testa, mentre le luci si abbassavano sempre più.
"Già…pensavo che dopo la…"
Yugi si fermò, certo che gli altri sapevano quel che stavano pensando…inoltre, a lui faceva male anche solo parlarne….
"…non avrebbe più voluto avere a che fare con noi, soprattutto con me"
Anzu scrollò il capo:
"Si vede che non ce l’ha con te…o che l’ha superata abbastanza bene"
"Non so quanto sia possibile superare bene un simile addio"
rispose l’altro, rannicchiandosi sulla poltrona. Ancora tre giorni, e sarebbero stati due mesi dal…ritorno del suo alter ego al luogo dove era destinato a riposare. Lui si svegliava ancora di notte, tutto sudato, e si affrettava a cercare il Puzzle, ma il suo Puzzle non c’era più, e con lui il suo miglior amico.
Scosse la testa e sbatté le palpebre, grato che l’oscurità fosse profonda. Non doveva piangere…
"Kaiba è forte, ce la farà di sicuro"
commentò Anzu, sistemandosi sulla poltrona. Era da molto che non parlavano con lui, non avevano idea di come si sentisse. A scuola erano in classi diverse, molto distanti fra loro, e non si incontravano neppure a pranzo…aveva creduto che il presidente avesse voltato loro le spalle, che li disprezzasse persino più di prima, che li odiasse con tutto se stesso…fino all’arrivo di quei biglietti omaggio.
’Forse la sua pessima opinione di noi è cambiata’
"Lo spero davvero…"
Yugi non l’avrebbe mai ammesso, ma era contento che non si vedessero più. Sarebbe stato in forte difficoltà a presentarsi di fronte al presidente, lui che tanto ricordava il Faraone, lui che era il corpo che aveva amato…cosa sarebbe successo, se si fossero trovati davanti?
"Yugi…tutto a posto?"
Anzu gli posò una mano su una spalla…erano molto preoccupati anche per lui. Atem aveva lasciato un grosso vuoto nella sua vita, e ogni tanto lo sentivano lontano, lo sguardo perso nel vuoto, quasi fosse ancora fra le sabbie del deserto, dove avevano camminato soli, senza più quell’anima a vegliare su di loro…
"Sì…stavo solo pensando che Kaiba si è sempre rialzato, qualsiasi cosa gli sia accaduta…e io voglio imparare da lui"
"Yugi…"
Prima che potesse rispondere, tre fari illuminarono dall’alto una porzione di pavimento, che si aprì fra sbuffi di fumo, rivelando una piattaforma che risaliva da sotto. E, in piedi, col suo lungo soprabito blu, c’era Seto Kaiba.
Un boato lo accolse, grida acute e applausi calorosi: le invenzioni di quel ragazzo erano sempre meravigliose.
"Grazie, grazie a tutti voi per essere venuti"
La sua voce risuonò dagli altoparlanti, spegnendo il clamore.
"Stasera siamo qui per inaugurare il KCIIP, acronimo per Kaiba Corporation Industrial Illusion Planetarium, ovvero una collaborazione fra la mia azienda e l’industria di Pegasus. Non vi rovinerò la sorpresa di ciò che sta per accadere, vi auguro solo di passare una magnifica serata e di divertirvi!"
Un lampo accecò tutti per qualche secondo, scatenando un’altra ovazione, mentre soffi di denso vapore nascondevano la sua sparizione…Jono-uchi sbuffò forte:
"È sempre il solito esaltato"
Honda gli tirò un altro pugno in testa:
"Taci!!!"
"Chissà in che consisterà la serata…"
Anzu tirò fuori dalla borsa del mango candito, facendo passare il sacchetto.
"Bah…una collaborazione fra lui e Pegasus…chissà che ne verrà fuori"
commentò Mai, addentando un pezzo di frutto.
"Io non mi preoccuperei, basta solo che non sia troppo lungo"
Bakura era quello che abitava più lontano, non voleva arrivare troppo tardi a casa.
"Sssh!!!"
Tutte le persone sdraiate accanto a loro li zittirono, mentre la musica iniziava, e dolci aromi stemperavano l’aria…
………
Kaiba corse lungo e scale, tentando di non fare troppo rumore. Aveva fatto una presentazione breve e concisa, dicendo tutto e niente, ovvero il necessario per potersene andare in fretta e tornarsene dal suo ragazzo.
Sperava che avesse gradito di rivedere quei pezzenti, e che così se li fosse tolti del tutto dalla testa…dato che avevano poco tempo, lui voleva che fosse concentrato unicamente su di loro.
’Non cambierò mai’
pensò, compiacendosi di se stesso.
Arrivato al loro palco passò la tessera magnetica e si precipitò dentro, abbassandosi di colpo. Nessuno doveva vedere dove era entrato…
"Yugi?"
bisbigliò, mentre i suoi occhi si abituavano all’oscurità. La proiezione delle figure tridimensionali era appena all’inizio, e i piccoli Kuribow di luce non bastavano ad illuminare la sala.
"Sono qui"
Una voce fioca, davanti a lui…il presidente gattonò fino alla fonte, passandogli un braccio attorno alle spalle.
"Tutto a posto?"
S’era immaginato un abbraccio caloroso al suo ritorno, qualcosa di più allegro…ma a quanto pareva, il suo ragazzo era entrato in crisi. E lui non aveva idea del motivo.
"Kaiba…se ti chiedo una cosa, mi risponderai sinceramente?"
"Naturale"
Che aveva ora? Perché si creavano sempre quei casini fra loro?
"Perché hai accettato di tornare con me?"
Non se lo sarebbe aspettato…Kaiba si gelò. Che intendeva dire?
"Yugi…"
"Non mi fraintendere…non sono in grado di esprimere a parole i sentimenti che provo per la tua decisione. Ma…quella sera io, quando sono apparso per la prima volta, era certo che avrei dovuto dirti addio, e che poi non ti avrei più rivisto. Non credevo davvero che saresti tornato con me"
"Perché no?"
L’altro si chiuse su se stesso, abbracciandosi le ginocchia con le braccia:
"Perché con tutto quello che ti ho fatto, ho sempre creduto che essere stato con me fosse stato talmente doloroso che…non avresti più voluto saperne. Tu invece…"
Kaiba lo strinse più forte, appoggiando il viso sulla sua spalla…
"…nonostante tutto compi sempre dei gesti tanto carini, per me"
concluse, accennando al gruppo di ragazzi immersi nella luce delle finte stelle. Dunames Strega Oscura stava lanciando il suo incanto sulla folla, mentre l’Amante Felice svolazzava sopra le teste delle ragazze.
"Yugi…"
Il presidente lo costrinse ad alzare il viso e ad accettare il suo bacio. Non aveva previsto che le cose avrebbero preso quella piega, che si sarebbe abbattuto invece che rasserenato, e che quello che voleva essere un modo per fargli definitivamente tagliare i ponti col passato si sarebbe trasformato in una semitragedia…ma ormai non poteva cambiare niente, ma solo inventarsi qualcosa, e sistemare tutto. Quel che ci voleva era una frase ad effetto, che gli facesse talmente piacere da fargli scordare i suoi amici, e quello che aveva appena detto sul loro rapporto.
"…non volevo che ti abbattessi"
’Che frase penosa’
"Lo so…e averli visti mi ha tirato su di morale. Ciò che non sopporto è…la mia incapacità di fare altrettanto per te. Mi sembra di essere arido, di non darti nulla. Io…non mi sorprenderei se un giorno ti stancassi di me"
"Potrei arrabbiarmi, lo sai?"
lo sgridò dolcemente il suo ragazzo, cullandolo piano. Il suo passaggio nell’Aldilà aveva ferito lui in profondità, ma non credeva che avesse avuto un effetto tanto catastrofico anche sul Faraone. Essere stato lui a compiere quel gesto lo aveva straziato, a quanto pareva.
"Io sono…orribile. Non faccio che farti soffrire. Anche adesso…avrebbe dovuto essere una serata romantica, e invece sono qui a farmi consolare…Kaiba…perché stai con me?"
Il presidente sospirò, appoggiandosi alla balaustra con la schiena:
"Hai ragione quando dici che stare con te è doloroso. Sì, doloroso. Ma non ho altra scelta, perché stare senza di te è peggio"
Il Faraone alzò il viso, guardando il suo ragazzo. A quello…non aveva mai pensato.
"Kaiba…"
L’altro scosse la testa:
"Non voglio più rimanere senza di te. Dopo la tua scomparsa, ho passato dei giorni d’inferno. Rimani con me…il resto non conta più"
La frase ad effetto era semplicemente la verità.
"Ma…"
"No…non parlare più. Accetta i miei sentimenti e basta"
Non gli avrebbe più permesso di abbattersi, né di piangere sul passato. Quella serata avrebbe segnato l’inizio della loro nuova vita assieme.
Lentamente lo baciò ancora, stringendogli le braccia attorno al corpo. Non avrebbe più accettato né lacrime né sofferenza…non voleva più provare dolore, era giunto per lui il momento di essere felice.
Il Faraone non si oppose al suo bacio, né fece resistenza mentre lo spingeva indietro, fino al divanetto…le sue mani gli stavano slacciando i vestiti, toccandolo ovunque…come ai bei, vecchi tempi…
’Kaiba…’
Voleva farlo lì?
"Girati"
gli sussurrò il presidente, baciandogli il collo appena sotto l’orecchio e facendolo stendere. Aveva l’erezione che gli premeva nei pantaloni, ma quella notte avrebbe soddisfatto corpo e anima.
"Q-Qui?!"
"Sì"
La musica era alta, era vero, ma sarebbe bastata a coprire i loro gemiti? Kaiba non era uno che si risparmiava mentre facevano l’amore, e lui stesso gridava in preda alla follia…
"Ci sentiranno…i tuoi soci"
provò a protestare…cosa avrebbero detto i suoi partner? E poi farlo mentre la Black Magician Girl faceva l’occhiolino all’interno dei palchi…
"Non mi importa. E poi nessuno sa che qui ci siamo noi…non sapranno mai chi siano i colpevoli"
Il Faraone deglutì, mentre il suo ragazzo continuava a spingere contro il tessuto dei suoi pantaloni. Non stava scherzando, lo voleva davvero prendere lì, in mezzo alla gente…cosa doveva fare? Accontentarlo, o…
’Che sia una prova?’
Stava saggiando i suoi sentimenti? Voleva sapere quanto era disposto a fare per lui?
"Lo voglio…lo desidero…il tuo calore"
Kaiba avvertì il corpo sotto di lui rilassarsi, e girarsi come gli aveva chiesto.
"Fai piano"
lo pregò, sciogliendosi alla sua voce, e alle sue mani.
"Hai paura?"
gli mormorò all’orecchio, slacciando piano i suoi pantaloni. Stava per esplodere, doveva mordersi l’interno del labbro inferiore per non prenderlo con forza, subito, farlo mugolare di piacere e dolore…
…stava impazzendo…
…era così difficile resistere a quel corpo minuto premuto sotto di lui, che sapeva essere così morbido, caldo e disponibile…
"Un po’…è imbarazzante dirlo, dopo tutto quello che abbiamo fatto, ma in fondo sono vergine"
"Tu?! Yugi…hai perso la memoria?"
L’altro ridacchiò:
"La mia anima non lo è di certo, ma questo corpo sì"
"Ah…"
Kaiba si rialzò, studiandolo. La luce delle stelle artificiali illuminava la schiena e i glutei sodi del suo ragazzo, due semisfere perfette che racchiudevano un mondo di piacere accessibile solo a lui…vi si sarebbe infilato presto, l’altro non l’aveva rifiutato, doveva solo essere un po’ gentile.
Si abbassò di nuovo, baciandogli una gote…non ci vedeva bene, ma era abbastanza sicuro che fosse rossa di imbarazzo.
"Non preoccuparti…ho la soluzione"
e magicamente gli apparve in mano un’ampolla di vetro, dalla forma slanciata.
"È profumo?"
Sembrava una delle boccette tanto adorate da Anzu…
"No…lubrificante"
"E da quando lo vendono in bottigliette da profumeria?"
Kaiba ghignò, abbassandosi a bisbigliargli in un orecchio, mentre si copriva le dita di unguento:
"L’ho fatto fare apposta da una ditta specializzata…è una versione per ricchi, diciamo così"
"E…cos’ha di diverso da quello usato prima?"
"Poco…è solo un po’ più profumato e colorato. Ha anche delle sfere emollienti all’interno, fatte con un raro fiore amazzonico, che si sciolgono solo quando sono dentro e leniscono il dolore. Ed è meno freddo degli altri"
Yugi si succhiò un labbro…sarebbe stato meno doloroso?
’C’è un solo modo per saperlo…’
"Che ne dici di iniziare? Stiamo perdendo tempo…"
Non sapeva quanto sarebbe durato quello spettacolo, ma ormai erano lì da quasi un’ora e mezza…
"Non aspettavo che un tuo segnale"
Yugi gemette, affondando i denti in un cuscino per non farsi sentire. Aveva infilato un dito dentro di lui, e lo stava muovendo con dolcezza, esplorando il suo interno, affondando e ritraendosi…lo stava facendo impazzire.
"Non è cambiato molto"
La sua voce bassa all’orecchio…Kaiba aveva intenzione di distruggerlo?
"Gggghhhh!!!"
Strinse più forte i denti sul cuscino…aveva iniziato a masturbarlo…giusto mentre iniziava ad infilargli dentro il secondo dito…cielo, se avesse continuato così, sarebbe venuto prima di essere penetrato…
"Kaiba…"
mugugnò, prendendo fiato…lo stava preparando troppo, non doveva più allargarlo così…sarebbe venuto troppo presto, da quanto non lo faceva?
"Vuoi che entri?"
Il suo ragazzo annuì furiosamente, senza la forza di rispondere. Aveva il sudore che gli bagnava la schiena, e il petto contro il divanetto che stava bollendo. Se non si fosse mosso, sarebbe successa una catastrofe…
"Rilassati ora"
Prima di iniziare gli circondò il sesso con un fazzoletto, o qualcosa del genere, poi appoggiò la punta contro la sua apertura e iniziò a spingere.
"Ahhh…"
Il Faraone gemette, inarcandosi per offrire più resistenza alla sua penetrazione, per sentirlo tutto mentre lo apriva. Gli faceva male ma non gli importava, nulla era più bello di quello che stava accadendo, stava di nuovo scivolando in lui, possedendolo…il lubrificante faceva effetto, scivolava dentro con abbastanza facilità, non sentiva male come l’aveva avvertito la prima volta…era più delicato…
"Non gridare, non farti sentire"
sibilò il suo ragazzo, trattenendosi a stento dall’entrare di colpo in lui. Avvertiva un fluido caldo avvolgergli il pene, e immaginava che fosse sangue, benché sperasse che non stesse sanguinando troppo.
"Pensi sia semplice?!"
lo rimbeccò il suo compagno, la temperatura del suo corpo che aumentava pericolosamente. Ormai era dentro tutto, gli premeva dentro l’intestino, lo riempiva e lo soggiogava…stava diventando pazzo. Troppo fermo per essere doloroso, troppo grosso per non essere piacevole, era una sensazione troppo difficile da comprendere. Voleva solo che Kaiba si muovesse a fare la cosa giusta, anche se…non aveva idea di quale fosse.
"Kaiba…"
lo implorò, desiderando che tutto terminasse in fretta e durasse in eterno…era sempre stato così sconvolgente fare l’amore con lui?
Anche per il suo ragazzo doveva essere dura trattenersi, perché avvertiva il suo respiro affannoso contro l’orecchio…era al limite, esattamente come lui.
"Scusami…Yugi"
Il Faraone girò il viso, donandogli un piccolo sorriso:
"Non preoccuparti…vieni"
Il viso di Kaiba sudato e tirato di piacere…quanto gli era mancato…
"Sì"
Lentamente, a piccole ondate, Kaiba iniziò a spingere, aumentando progressivamente la forza, al ritmo dei loro battiti cardiaci. I loro gemiti erano nascosti dalla musica, l’amplesso era dolce e tranquillo, nulla di violento o passionale. Era un’unione spirituale, due anime che finalmente si riabbracciavano, e il piacere era solo un gradevole sottofondo.
Deliziosamente meraviglioso…il Faraone venne per primo, emettendo un gemito strozzato, riempiendo il fazzoletto che Kaiba aveva continuato a stringere sul suo sesso. Pochi secondi dopo si inarcò di nuovo, sentendosi completamente inondato dal seme del suo ragazzo, il suo calore che gli riscaldava le profondità del corpo. E poi il freddo che avvolgeva entrambi, e il suo ragazzo che crollava esausto su di lui, il suo respiro che s’infrangeva contro la pelle del suo collo.
"…stai bene?"
gli mormorò Kaiba dopo qualche attimo, socchiudendo a fatica gli occhi. Le sue poche forze le stava usando per tenersi su sui gomiti, e non schiacciarlo.
"Sì… tu?"
"…sono a pezzi"
gli confidò il presidente, stanco in volto ma le iridi che rilucevano come stelle in una notte senza luna…era felice, lo vedeva. Felice per aver fatto di nuovo l’amore con lui.
Il Faraone sorrise imbarazzato, ancora colmo del suo corpo. Com’era caldo averlo in sé…
"Anch’io…ho bisogno di una doccia"
"O di un bel bagno all’occidentale, con la schiuma e le bolle che volteggiano per l’aria"
Kaiba si puntò sui gomiti e scivolò fuori, il più lentamente possibile, per non fargli male…il suo ragazzo gemette frustrato per quel freddo improvviso, poi si girò e lo guardò con un sorriso deliziato sul viso:
"So che lo spettacolo non è ancora finito…ma possiamo tornare a casa?"
"…speravo me lo chiedessi"
In realtà voleva passare ancora la notte in lui, talmente tante volte da non scordare più il suo calore, per riempirsene ed esserne scaldato mentre era solo nel suo ufficio…in attesa di una nuova notte…
"E poi ho fame"
Il presidente annuì, poi frugò in una tasca e ne estrasse il cellulare:
"Pronto, Isono? Prepara la macchina, stiamo arrivando"
e riattaccò, componendo poi un altro numero.
"Macchina? Ma se siamo venuti in moto?"
"L’ho fatta portare via, tu non sei in condizione di star su dietro, e io di guidare"
"Ma…così mi vedranno"
"Non preoccuparti, Isono sa tener chiusa la bocca"
L’altro sospirò...dopo il rapimento di Mokuba da parte di infiltrati della Industrial Illusion, sapeva che il suo ragazzo aveva raddoppiato i controlli sul personale:
"D’accordo, d’accordo. Ma dì la verità, da quanto pensavi a questa notte?"
"…da poco, sinceramente. Non sapevo quando sarei riuscito a…amarti ancora"
Il Faraone gli accarezzò il viso, ancora umido di sudore:
"Non esitare più…mai più"
"No…stanne certo"
Kaiba affondò la lingua nella sua bocca, bloccandogli i polsi ai lati del viso. Gli piaceva averlo così, intrappolato fra le sue braccia, docile al suo bacio…poteva fingere che sarebbe riuscito a trattenerlo per sempre.
"D-Dovremmo andare"
Sebbene l’idea un po’ lo tentasse, il Faraone non voleva più essere preso lì. A Kaiba forse poteva importare poco degli altri, ma a lui la possibilità di esser scoperti a fare sesso in un luogo pubblico faceva perdere la testa.
"Hn…d’accordo"
I due ragazzi si riassettarono i vestiti, pulendo quel poco che avevano sporcato, e scivolando fuori in silenzio. Lo spettacolo stava continuando, e l’intera famiglia delle carte di tipo Incantatore volteggiava fra gli spettatori…il Faraone quasi sussultò, quando la Black Magician Girl passò accanto a loro. Gli era sembrato che gli avesse sorriso…
"Tutto bene?"
"…sì. È un bel posto, questo"
mormorò il Faraone, aggrappandosi al suo braccio e camminando nella penombra appoggiato a lui.
"Vuoi tornarci?"
"Mi piacerebbe"
Kaiba ghignò:
"Anche a me…molto"
e sottolineò la cosa palpandogli il sedere.
"Insomma!!!"
L’altro dovette trattenersi dall’urlare, inarcandosi in avanti imbarazzato mentre lo palpeggiava senza ritegno.
"Non fare il timido"
lo rimproverò il presidente, spostando la mano dai glutei al suo fianco, per dargli un po’ di tregua.
"Non faccio il timido, solo che queste cose mi piacciono in privato"
"Ma se anche lì divampi e fai il ritroso"
"Kaiba…non tutti sono maniaci come te"
Il diretto interessato ridacchiò:
"Non mi sembra ti sia mai spiaciuto molto…non ti sei mai negato"
lo rimproverò a un soffio dalle sue labbra, mentre le porte dell’ascensore si aprivano, illuminando il corridoio.
Senza preoccuparsi della luce, il Faraone lo baciò, appoggiando le mani sul suo petto attendendo, senza essere deluso, un abbraccio.
Kaiba lo accompagnò all’interno, e schiacciò il pulsante del parcheggio…non gli spiaceva andare via. Dopo aver mangiato, magari avrebbero fatto ancora l’amore…era una bella prospettiva.
"Adesso ho capito!"
sbottò tutto d’un tratto il suo ragazzo, colpendosi la fronte col palmo di una mano, sotto gli occhi stupefatti del presidente.
"Che cosa?"
"Quando siamo andati a quella festa per Tanabata, quando…"
"L’abbiamo fatto in stazione?"
ricordò Kaiba con un sorriso troppo grande per appartenergli…non era proprio adatto a lui…
"Ehm…sì. Tu alla fine mi hai detto che quella fantasia era la seconda in classifica. Quindi al primo posto c’era farlo in mezzo alla gente, come stasera!"
"A dire la verità…no, ti stai sbagliando"
mormorò il presidente, facendo il misterioso.
"Eh?! Ma…Kaiba!!! Insomma, dimmelo!!!"
Le porte si aprirono, e si avviarono verso la macchina:
"Un giorno lo saprai, promesso"
e si accomodò in auto con lui, pronto a un delizioso bisticcio col suo ragazzo…

Fine


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