I personaggi appartengono a zio Stevie-O King, se dipendesse da me l’intero
universo apparterebbe a lui. Seconda fiction che segue “Figli del Ka-shume”,
riprende quattro pagine del quinto libro; potrebbe essere una predeath fic
ma nell’universo della Torre Nera chi mai può definirsi veramente morto?
Sempre Cuthbert-Roland, non so perché ma inizio sempre a scrivere cose
tristi per poi ritrovarmi a raccontare situazioni assurde, mah. Mi sino
lasciata andare un po’ troppo stavolta però! E ora… che la battaglia abbia
inizio! Ah quanto avrei voluto che fosse stato King stesso a scriverla!
Magari ci sarà nel fumetto, anche se nell’immagini Roland mi pare troppo
vecchio…
Ka-shume
di Mia
Iniziò tutto con la velocità di una tempesta. I nemici spuntarono dalla
collina più vicina con la velocità di un predatore che ha fiutato la sua
preda ferita. Più li si osservava e più sembravano aumentare di numero.
Duecento. Quattrocento. Mille. Duemila. L’apocalisse. C’era il rischio di
rimanere a fissarli per il panico fino alla loro venuta e alla loro
conseguente carneficina. Perché di carneficina si sarebbe trattato.
Avrebbero avuto pochissime possibilità anche se fossero stati la metà ma
vederli così tanti in un attacco a sorpresa uccideva le speranza anche al
più ottimista di salvare la pelle. Roland non era mai stato uno di quelli,
lui era un calcolatore, se le cose non potevano essere risolte dal piombo
sapeva che l’unica cosa era abbandonarsi al ka. E così avrebbe fatto ma di
sicuro si sarebbe portato dietro più cadaveri di quanto lo stesso inferno
potesse contenere. Sorrise. Perfetto la sua faccia era diventata una
macchina di morte, ora sarebbe bastato trasmettere l’ordine alle sue mani e
l’inferno sulla terra si sarebbe scatenato. Sapeva che il ka gli sarebbe
stato avverso, nessuno avrebbe potuto compiere un errore come il suo e
sperare di cavarsela. E poi lui non sperava affatto di sopravvivere perché
sopravvivere avrebbe significato affrontare ciò che aveva fatto e il solo
pensiero gli faceva venire meno ogni voglia di vivere. Se avesse combattuto
invece, se avesse solo sparato era quasi sicuro che non avrebbe avuto tempo
di pensare. E non pensare era come non aver mai agito. Una cosa assurda ma
efficiente e quello era ciò che importava. Non soffrire. Non impazzire. Solo
uccidere non più per non rimanere ucciso a sua volta ma proprio per farsi
portare via da quel dolore che se solo gli avesse dato un nome sarebbe
risultato impossibile arginare. Tutto ciò che era stato era da buttarselo
alle spalle, come quel corpo inerme che rifiutava di vedere, l’unica cosa
ora era andare incontro al nemico e dare sfogo alla rabbia…
- Roland.. – Cuthbert gli era rimasto a fianco tutto il tempo senza
spiccicare parola e anche se da una parte la sua mano sulla sua spalla gli
era confortevole dall’altra era la prova di quello che era successo.
- Che c’è!- Lo aveva praticamente sputato, sapeva che anche il suo amico
stava soffrendo ma era più forte di lui. Si era ripromesso che una cosa del
genere non sarebbe mai più successa non dopo quello che aveva fatto a sua
madre. E invece sembrava la fottuta copia di un incubo già vissuto. Era
troppo assurdo per essere vero.
- Stai bene?-
- Per quale motivo non dovrei? – In fondo non era successo nulla no?
- Non vuoi fargli un ultimo saluto prima del loro arrivo?-
- E a chi dovrei farlo? Non c’è nessuno da salutare, almeno non ancora-
- Roland! Dannazione guardati indietro! Fare finta di nulla non servirà a
riportarlo indietro! Un saluto dal suo migliore amico se lo merita non
credi?-
Cuthbert gli aveva preso la testa e con violenza l’aveva fatto girare.
- Non farmelo fare ti prego Cuth…- solo un sospiro.
- Roland è stato un terribile errore, non eravamo in grado di vedere e
l’istinto ha preso il sopravvento sulla ragione, è nella nostra natura agire
e poi pensare nel momento del pericolo.-
- Zitto, smettila! Tutte stronzate! Lo sai benissimo perché è morto! Perché
tu e io stavamo…-
- Scopando? È questo che volevi dire? Che è morto per questo? Vuoi uccidere
anche me ora? Come puoi parlare così dopo tutto quello che è successo
stasera-.
- E dimmi Cuth, che è successo veramente stasera? Abbiamo fatto sesso? Ci
siamo giurati amore eterno? O abbiamo semplicemente ucciso Alain per
sbaglio? A quale di questi fatti ti riferisci? Che vuoi che importi ad Alain
di tutto questo! E’ stato ammazzato dai suoi migliori amici mentre faceva il
suo lavoro, e noi che stavamo facendo? Ci stavamo rotolando su quella cazzo
di erba a sollazzarci a vicenda. Te l’avevo detto che stare con te mi
avrebbe portato solo più problemi quindi per favore stammi lontano!-
- Quindi hai deciso di scaricare tutta la colpa su di me è così? Siamo
tornati al punto di partenza mi stai di nuovo usando non è vero? Sei solo un
bastardo…-
- Io non ti sto usando voglio solo che mi stai lontano, ti è così difficile
capirlo?-
- Affatto.-
- Bene, ora dobbiamo studiare un piano prima che ci siano addosso-.
- Pensaci tu, sei così bravo a dare gli ordini. Io penserò a dare una degna
sepoltura ad Alain… e poi quale cazzo di piano credi che ci salverà
stavolta?-.
- Dio Cuth perché devi rendere tutto maledettamente difficile?-
- Lascia stare Roland! Come sempre vuoi fare la vittima e ti aspetti che io
regga il tuo gioco! Ma non oggi caro mio, oggi è l’ultimo giorno che mi
rimane e tu credi davvero che abbia voglia di sprecarlo dietro alle tue
cazzate? Mi hai deluso una volta di troppo e giuro sul mio onore che quando
morirò lo farò maledicendo il tuo nome. Char you tree amore mio. Chissà
magari l’ha fatto anche Alain! Ka-shume per tutti e due così non mi libererò
di te neanche nella morte! Dannati nello stesso fottuto inferno!-
Roland preso da una cieca ira che somigliava molto al panico, lo prese a
pugni come a voler cancellare dalle labbra le sue ultime parole.
- Zitto! Non aggiungere una parola! Non sopporto che sia proprio tu a
parlarmi così! -.
- Che c’è ti fa male non avermi ai tuoi piedi ad ogni tua parola a discapito
del mio amor proprio? Ti fa soffrire?-.
- Semplicemente non puoi farmi questo…-
- Ah no?! Ma vediamo, invece tu cosa mi fai Roland da quando ci conosciamo?
Mi dici: Cuth guardami ma non toccare, toccami ma non godere, godi ma non
amare, che cazzo è un nuovo girone dell’inferno per caso? O è il tuo
passatempo preferito farmi impazzire? E poi vieni a dire a me di non
maledirti! Se avessi ancora dell’orgoglio avrei il buonsenso di ucciderti
con le mie mani-.
- Se vuoi vedermi morto sarai accontentato presto… stanno arrivando. Ma puoi
andare fiero di te stesso l’unica parte che mi teneva ancora in piedi l’hai
appena fatta fuori con le tue parole. Spostiamo Alain, hai ragione, il
minimo che possiamo fare è almeno mettere al sicuro il suo corpo.-
- Dio ma perché alla fine di ogni nostra discussione sono sempre io a
sentirmi un pezzo di merda?! Ma come fai?-
- Io non faccio assolutamente nulla, dovresti chiederlo a te-. Un sorriso
stanco aleggiava sulle sue labbra. Ma stranamente sembrava un sorriso di
vittoria. Conosceva il suo amico più di qualunque altro e sapeva toccare le
corde giuste con lui…
- Ah ma la so già la risposta, semplicemente sei il più gran figlio di
puttana che sia mai esistito, prima fai imbestialire le persone che ti sono
attorno poi le commuovi con il discorsetto ‘ho solo te al mondo’ ed ecco che
il gioco è fatto e Cuthbert si sente un maledetto bastardo che ha
maltrattato il cucciolo Roland. Ti odio-.
- Non è vero-. Il sorriso da triste si trasformò in complice. La prima
battaglia l’aveva già vinta. Lo sapeva. Glielo diceva il viso di Cuth
accigliato in un’espressione di profonda frustrazione.
- Ti odio-.
- Non ne saresti mai capace, ti puoi incazzare quanto vuoi ma la realtà non
la puoi cambiare-. E la verità gliela poteva leggere su ogni sguardo e in
ogni parola, dolce od offensiva che fosse, che gli rivolgeva. Tutti e due
ormai erano persi ognuno dietro alla propria ossessione.
- L’unica realtà che conosco è che ti odio lo giuro-.
- Già me l’hai detto, sarebbe stato meglio che fosse vero ma purtroppo per
te, ma meglio per me, è ben altro ciò che provi-. Erano senza speranza...
- Ah sì, e che cosa proverei per te allora se non odio puro?-
- L’altra faccia della medaglia amico mio, ora e per sempre mio-. Ma non
avrebbe mai ammesso che per lui era lo stesso.
- E tu cos’è che provi?- Appunto…
- Non c’è più tempo per le chiacchiere, sarà per un’altra volta spiacente.
E’ ora di trattare piombo -. No, non l’avrebbe ammesso, almeno non in questa
vita neanche davanti alla faccia sconfortata e delusa che gli stava esibendo
Cuthbert in quel momento.
- Bastardo te la cavi sempre! Ma giuro che sopravvivrò a questa giornata
solo per farti scucire a suon di pugni la verità! E stavolta faccio sul
serio!-
- Allora pensa a sopravvivere per prendermi a pugni e lasciamo che i vivi
piangano i propri morti! E ORA PISTOLERI A ME!!! IL VOSTRO DINH VI CHIAMA E
VI ORDINA DI UCCIDERE PIÙ FIGLI DI PUTTANA POSSIBILE!!! CHE IL CORNO DELL’ELD
SUONI PER LA GILEAD CHE FU E PER LA TORRE NERA CHE VERRA’!!!!-
- Alain ti giuro che molto presto avrai compagnia, così tanta che dovrai
sloggiare dall’inferno per farli entrare tutti!-.
Tra la confusione dei carri, dei cavalli e delle pistole dei nemici il suono
nobile del Corno dell’Eld sovrastava ogni suono e Roland insieme a Cuthbert
andò all’avanguardia mentre la febbre e la furia omicida montavano in lui.
Gli altri dietro si erano messi nella loro usuale formazione a semicerchio
in coppia pronti a rispondere al fuoco.
- Ehi Cuth! vedi di non fare cazzate intesi?-
- Se non le farai tu non ci sarà bisogno che le faccia io-.
- Non mi serve una guardia del corpo ma un pistolero che ammazzi più gente
possibile!-.
- Farò quel che posso ma non ti prometto niente, mi sembrava di avertelo già
detto-.
- Fanculo allora!-
- Fanculo aye, è sempre il miglior consiglio in questi casi!-
Le pallottole cominciavano a sibilargli nell’orecchie e tutti e due si
buttarono a terra rotolando fino all’albero più vicino. Le pistole già
scariche vennero ricaricate con magistrale velocità pronte a seminare morte
di nuovo. Ogni colpo centrava il bersaglio come se fosse del ferro attratto
dal magnete, ma in realtà era solo abilità acquisita da anni di
addestramento e di esperienza. Se solo fossero stati un po’ di più avrebbero
avuto una possibilità di vittoria, Roland lo vedeva bene ma a guardare
quella folla urlante gli pareva che non avessero neanche abbastanza
pallottole per ucciderli tutti. Era la prima volta che si sentiva disarmato
e la cosa gli metteva paura ed era da tanto, forse troppo tempo che non
provava una sensazione simile. Non aveva altra scelta che affrontare alcuni
nemici ad un corpo a corpo, aveva sempre con sé il vecchio coltello di suo
padre e quello di sicuro non si sarebbe esaurito. Con un segno indicò a
Cuthbert di coprirgli le spalle e subito l’amico si fece attento. Appena
uscito dal nascondiglio sentì varie pallottole sfiorargli il corpo e dietro
di sé Cuthbert aprire il fuoco e dargli un minimo di copertura. Senza avere
nessuna esitazione aggirò il fuoco nemico passando da un nascondiglio
all’altro arrivandogli finalmente alle spalle. Cominciò a tagliare gole come
se stesse intagliando del legno, erano impreparati ad un attacco del genere
quindi i primi nemici uccisi non reagirono. Quando cominciarono a mangiare
la foglia aveva raccattato le munizioni rubate, tra cui anche qualche
granata, e si era tuffato di nuovo a nascondersi nella macchia di
vegetazione. Il primo blitz aveva avuto successo. Era tornato da Cuthbert e
guardando quegli occhi che brillavano di luce propria gli venne quasi l’idea
assurda di baciarlo in mezzo a quel campo di morte. Era riuscito a
trattenersi per un niente ma non poté fare a meno di sbraitare scontroso:
- Che hai da fissare?-.
- Te ovviamente-.
- Ma va? Voglio sapere il perché -.
- Ma ti sei guardato? Cazzo sei mezzo nudo, fradicio di sangue e con quell’aria
eccitante che hai ogni volta che combatti, per un pistolero innamorato sei
praticamente da mangiare o da sbattere ovvio! In effetti non saprei
scegliere tra le due cose in questo momento!-
- Fanculo! -.
- Un’altra volta?! Fammi un favore Roland mettiti qualcosa addosso, vuoi?-
- Ma ti sembra il momento di fare il cretino?- Anche se poi pure lui non è
che era andato molto lontano da quel tipo di pensieri. Dovevano essere
completamente pazzi a pensare a certe cose nel corso di una battaglia in cui
molto probabilmente ci avrebbero rimesso il culo. Ma in effetti ci sarebbe
stato un altro momento più opportuno?
- Sto dicendo sul serio mi fai sconcentrare! Guarda quel tipo là che si sta
contorcendo dal dolore, avevo mirato alla testa ma poi mi sei passato
davanti tu e ho finito per fargli uscire le budella dallo stomaco! In genere
mi piace finire il nemico con un colpo solo non mi va che soffra! Ma tu te
ne vai in giro così e il cervello se ne va da un’altra parte!-.
- Non me ne stupisco affatto, ho sempre sospettato che ce l’avessi nei
pantaloni, questo mi da finalmente ragione -.
- Finirò per essere ammazzato per colpa tua, in un momento in cui starò
osservando il tuo corpo e a fare chissà quali pensieri su di te mi distrarrò
e mi spareranno in testa, sei pronto a prenderti una tale responsabilità?-
- Se non la finisci sarò io il primo a spararti in testa Cuth!-.
Nuovamente le pistole scariche vennero ricaricate, parlavano come se
stessero in una locanda e non nel vivo di una battaglia.
- Vedi? Ho mancato nuovamente il bersaglio! A quello gli volevo sparare al
cuore invece gli ho beccato il collo! -.
- Non cercare scuse, sei semplicemente una schiappa a sparare-.
- Balle, ti vorrei vedere a te affrontare una simile potenza nemica con un
erezione che ti strizza le palle nei pantaloni Roland!-.
- Gan ma stai facendo sul serio?!-
- Certo è inutile fare dell’umorismo con te che ne sei totalmente privo!
Guarda tu in che condizioni sto! Merda ne ho mancato un altro! A quello gli
ho sparato nelle palle!!! Ahhh Rolaaand!-.
Pallottole vuote continuavano a cadere a terra, ogni bossolo era un
cadavere. Per ora solo i nemici erano stati abbattuti calcolò Roland dopo
una breve occhiata ai suoi uomini.
- Facciamo così Cuth! Tu vedi di arrivare vivo alla fine di questa battaglia
e poi vedremo di risolvere il tuo problema insieme, ok?-.
- Insieme? Vuoi dire io e te soli? Beh? Che stiamo aspettando? Ammazziamo
questi bastardi allora!-.
- E’ possibile che solo il sesso ti faccia ragionare?-
- Ah stavamo parlando di sesso? Io pensavo che avremmo tenuto semplicemente
conciliabolo io e te! Non ti facevo così sfrontato Roland! Comunque
Specifica meglio, solo quando il sesso si accompagna a te, altrimenti non
sarebbe altrettanto divertente e non varrebbe lo sforzo-.
- Ahh! Fanculo Cuth!-.
- Stai diventando monotono nel concludere così ogni discorso! Ma non ti
preoccupare ci andrò presto, anzi nei miei sogni praticamente ci sono già!
Ora però basta con le stronzate, facciamo fuori questi moscerini e non
pensiamoci più!-
- Ah! allora lo ammetti che dici solo stronzate-.
- Per ora lo sono è vero, ma presto saranno realtà! L’hai praticamente
promesso! Non mi faccio mica ammazzare quando c’è in ballo così tanto. Ti
confido un segreto Roland, sai ogni volta che c’è stata una battaglia a cosa
pensavo per rimanere vivo?-.
Era irreale vedere come mentre parlavano abbattevano con una tale
naturalezza così tanti nemici a qualsiasi distanza possibile. Non era
affatto umano.
- Nay, e non sono neanche sicuro di volerlo sapere, ma probabilmente me lo
dirai lo stesso, non riesci a chiudere quella bocca neanche se ne andasse
della tua vita!-.
- Uno dei due dovrà pur parlare, no? Tu non sei di grande compagnia Roland!
Comunque pensavo che se arrivavo vivo alla fine della giornata ti avrei
finalmente avuto, perché è cosi che è sempre andata, sarai stato uno stronzo
egoista e insensibile per tutto il tempo ma comunque ogni sera venivi da me,
e di certo non sarei mai potuto morire prima di averti un’ultima volta. Ma
capisci? E’ sempre l’ultima volta, domani mattina sarà l’ultima, dopodomani
sarà ancora l’ultima volta e così via con il passare del tempo ed io rimarrò
ancora in vita per la voglia che ho di te perché non voglio che ci sia mai
un’ultima volta tra di noi-.
- Ma è una cosa senza senso!-.
- Non è vero se ci pensi bene anche tu fai lo stesso solo che la tua
ossessione non si chiama Roland ma Torre Nera. Sei un drogato esattamente
come me-
- Fottiti! io non sono affatto un drogato!-.
- Fottiti non è carino da dire, fottimi ha già più senso, ma credo che
dovremmo sbrigare la pratica più tardi tesoro! Le cose si stanno mettendo
male, vado a dare una mano agli altri! Tu pensa a tenerli a bada per un po’,
non averti davanti sarà un dolore al cuore-.
- Tsk al cuore eh?-
- Certamente! Sono pur sempre un cavaliere no? Per di più uno degli ultimi
rimasti in circolazione! Cerca di non farti ammazzare in mia assenza eh?
Abbiamo qualcosa di estremamente importante da sistemare io e te-.
- Nella prossima vita voglio essere come te, avrei molti meno problemi!-
- Impossibilmente bello e con un'intelligenza superiore? Non credo che si
possa fare, sono un miracolo della natura e i miracoli non fanno mai il
bis!-
- Nay, intendevo infinitamente stupido e insopportabilmente superficiale,
due aggettivi per eccellenza che definiscono la tua persona-.
- Tsk invidioso!Ma anche tu non sei malaccio tesoro! Aspetta che finisca
questo piccolo bisticcio e ti dimostrerò quanto siano vere le mie parole!-.
- Pensa solo a tenere intatta quella testa malata che ti porti sulle spalle
che poi ci penserò io a rompertela con le mie mani!-.
- Vedrai che troveremo qualcosa di più interessante da fare Roland, e sono
sicuro che non avrai da lamentartene!-
- Sparisci dalla mia vista Cuth! Liquidati!-
L’esercito del Buono stava avanzando e di conseguenza i pistoleri
arretravano lasciando la loro posizione ottimale di tiro. Cuthbert si era
defilato senza farsi notare, l’agilità era una delle sue doti migliori e
Roland rimasto da solo si prese un attimo per studiare le armi che si era
procurato. Caricatori a volontà. Poche saette. E alcune preziosissime
granate. Ne prese una, disinserì la sicura e la scagliò verso il gruppo che
stava guadagnando terreno su di lui. Poi nella confusione dell’esplosione si
decise a muoversi e a seguire Cuthbert, non si fidava a lasciarlo solo.
Durante il tragitto si era accorto di aver perso degli uomini. A metà
percorso ne aveva contanti cinque ma una volta arrivato da Cuthbert il
numero era aumentato a ben dodici cadaveri, un quarto del suo esercito. Ma
il conto delle perdite comunque non era affatto equanime. All’inizio della
battaglia non erano neanche una cinquantina contro più di duemila uomini e
se di loro ne erano morti solo una dozzina nel nemico si potevano contare
già a centinaia. Ma sembrava che non ne avessero ammazzato uno per quanti
erano. Sentì un lamento provenire alla sua destra e vide che Cuth era stato
ferito.
- Cuth!-.
- Sto bene fortunatamente è solo il braccio sinistro…- il braccio gli
tremava sotto il peso della sua enorme pistola, probabilmente un legamento
era stato leso, tuttavia il volto pallido di Cuthbert gli sorrise. Un
pallottola li sfiorò entrambi e una doccia di sangue dietro di loro li
colse. La testa di Jamie era stata mozzata lasciando per un attimo il suo
corpo in equilibrio. Cuthbert con urlo feroce prese la mira e ad una
distanza inimmaginabile il cecchino colpevole morì prima di poter
schiacciare di nuovo il grilletto. Nel frattempo Roland con la saetta presa
gentilmente in prestito lanciava lampi che ad ogni colpo facevano saltare in
aria quattro o cinque nemici. Arrivavano ad ondate, aveva finito la scorta
di granate, ma non era il momento di fare un’altra spedizione, sentiva la
schiena di Cuthbert tremare e non era certo una buona idea lasciarlo solo in
quel momento.
- Roland, ti parlo dan-dinh non puoi più fare conto sul mio braccio
sinistro, è diventato un pezzo di legno, posso continuare a sparare ma in
queste condizioni mi è inutile prendere la mira è come se sparassi a
casaccio, cambiamo formazione io tengo a freno il fronte destro te occupati
del sinistro-.
Roland si era sentito perso a sentirlo parlare così, parlare dan-dinh al
proprio dinh voleva dire confidare un problema emotivo più che fisico,
Cuthbert si stava perdendo d’animo e se aveva perso il suo umorismo la cosa
diventava maledettamente tragica.
- Cuth, non me ne frega un cazzo della mira, tu spara a qualunque cosa si
muove se poi la centri è ancora meglio, ma non mollarmi adesso-.
- Non ti mollo, ti parerò il culo fino alla fine puoi starne certo! Ma mi
hanno ferito anche ad una gamba quindi se ti muovi troppo non credo di
riuscire a starti dietro!-.
- Cosa? Anche la gamba!-.
- Non ti distrarre Roland, non ti preoccupare per me, dovranno fare bene
altro per ammazzarmi!-.
- Ho bisogno di altre armi, perlomeno di granate altrimenti finiremmo
circondati senza più alcuna speranza di cavarcela!-.
- Allora dammi quella dannata saetta e fai venire uno dei nostri a prendere
il tuo posto!-
- Ok non ci metterò molto mi limiterò a prendere le armi ai cadaveri stai
tranquillo.-
- Fai quello che cazzo devi fare, ma poi porta subito il tuo culo qui, non
so per quanto riuscirò a fermarli in queste condizioni e tu Davis mettiti al
mio fianco e parami le spalle!- Le munizioni stavano ormai scarseggiando e a
turno fecero tutti come stava facendo Roland ovvero prendere le munizioni
dai cadaveri, tanto a loro di certo non sarebbero più servite. Roland riuscì
a sparare appena in tempo ad uno che aveva mirato alla testa di Cuthbert e
dopo un momento di gelo per il pericolo scampato si decise a scaricare la
pistola sui suoi vicini, più libero nei movimenti si era chinato a prendere
ciò che gli serviva lanciando allo stesso momento le granate appena trovate.
Era ritornato da Cuthbert con dei caricatori anche per lui, aveva appena
fatto in tempo che la saetta si era scaricata e di nuovo si trovò nella
linea di fuoco. Davis era stato spazzato via. Si era accorto di una nuova
ferita sulla gamba già colpita di Cuthbert. Erano già tre le pallottole che
si era preso e nonostante questo continuava a stare al suo posto senza dare
alcun segnale di dolore se non un’espressione tirata. Si accorse che anche i
suoi pantaloni erano sporchi di sangue ma controllandosi con uno sguardo
veloce era arrivato alla conclusione che apparteneva a Cuthbert. Anche la
sua schiena nuda doveva essere tinta di sangue e presumeva che il
proprietario fosse sempre lo stesso. Cuthbert si stava praticamente
dissanguando e l’idea della sua morte non gli era mai stata così chiara. In
quel raro momento di distrazione Roland non aveva visto che un cecchino
l’aveva preso di mira, all’improvviso si sentì spostato con la forza e si
vide davanti il corpo imponente di Cuthbert. Lo sentì rinculare all’indietro
e praticamente gli finì tra le braccia. Tra un colpo di tosse e l’altro
Cuthbert riuscì a parlare ancora.
- Cazzo Roland a che stai pensando? Mi pare di avere gia abbastanza piombo
in corpo senza dovermi prendere anche la tua dose non credi? Con questo sono
quattro, vedi di svegliarti perché se continua così non credo di durare
ancora molto-.
- Scusami, vattene dal campo di battaglia, ti copro io!-.
- Non ci penso proprio, ora comincia il divertimento e non me lo voglio di
certo perdere! Dammi un po’ di munizioni sbrigati!-
- Nay, vattene-.
- Se non me le dai resterò e farò il tuo scudo umano personale deciditi, che
preferisci?-
- Non voglio che tu muoia!-.
- Sono già condannato, il ka non può essere fermato, quindi almeno fammi
morire come preferisco!-.
Una rosa scarlatta si andava espandendo sulla camicia all’altezza del suo
pettorale destro. Tutto quel rosso sul suo fisico rendeva il suo viso ancora
più pallido. Roland aveva paura che si smaterializzasse da un momento
all’altro per quanto la sua figura fosse diventata fragile ed eterea. Se i
nemici avessero avuto delle pistole potenti come le loro ci sarebbe rimasto
ben poco di Cuthbert.
- Va bene ma prendi la mia saetta, per fare danni al nemico non ti servirà
neanche mirare, è sicuro che uno lo fai fuori di sicuro, penserò io a
sparare-.
- Buona idea! La vista mi si sta oscurando e il peso delle pistole è quasi
insostenibile! Con la destra continuo a sparare, con la sinistra uso la
saetta-.
- Aye, cominciamo a ritirarci verso la cima della collina, avremo un minimo
di vantaggio almeno-.
- A costo di trascinarmi sui gomiti ti seguo, andiamo!-
- Una volta in cima non avremo più via di fuga lo sai vero? Potremo solo
attaccare-.
- E chi è che vuole fuggire? Chiedi ai tuoi uomini se c’è uno solo di loro
che voglia farlo! Siamo pistoleri l’unica morte che ci onora è morire sul
campo di battaglia, questa poi è la battaglia decisiva. Faremo di tutto per
farti continuare la tua ricerca Roland! Morire è la cosa più semplice
credimi-.
- Non dovete farlo, se ci sarà una possibilità di scappare lo farete e
basta, sarò io a ordinarvelo!-.
- Non siamo bestie Roland, non sappiamo solo ubbidire agli ordini! Diavolo
anche questa saetta si è esaurita, ne hai ancora?-.
- L’ultima-.
Nel frattempo una pioggia di granate pioveva su di loro e insieme presero la
mira per far esplodere in aria quelle che più rischiavano di esplodergli
vicino. Gli uomini di Roland ora erano dimezzati, ne poteva contare una
ventina ma su nessuno di loro leggeva paura. Erano macchine da guerra
avrebbero continuato a sparare anche semimorenti, non gli servivano né occhi
né orecchie, se era necessario l’istinto omicida avrebbe sostituito tutti e
cinque i sensi. Per questo, oltre che per una ovvia differenza di abilità,in
un’assurda conta di cadaveri loro stavano vincendo. Finché avevano in corpo
un soffio di vita il dito avrebbe continuato a premere il grilletto in un
movimento per loro del tutto naturale come il respirare e ogni colpo avrebbe
fatto magicamente centro. Un’altra granata aveva quasi toccato terra e nel
secondo che occorse a Roland per neutralizzarla, un proiettile gli aveva
forato l’anca. Il primo trofeo di guerra ora se l’era guadagnato anche lui e
faceva maledettamente male. Si era piegato per il dolore improvviso
continuando sempre a sparare e si accorse che anche Cuth stava nella stessa
posizione. L’avevano colpito di nuovo e dalla traiettoria capì che era una
pallottola destinata a lui. Aveva quasi voglia di prenderlo a pugni ma la
preoccupazione che provava era maggiore, non riusciva a vedere dove era
stato colpito poi vide sulla schiena allargarsi una macchia di sangue, il
proiettile lo aveva passato da parte a parte ma nonostante tutto anche se
con la testa chinata continuava a sparare. Roland non lo aveva mai amato
così tanto e non poter far niente per salvarlo lo stava uccidendo più della
pallottola che aveva nel fianco. Un boato improvviso lo fece diventare
momentaneamente sordo stendendolo a terra con il solo spostamento d’aria.
Poi il peso del corpo di Cuthbert sul suo gli spezzò il fiato. Incapace di
intendere per la botta ricevuta alla testa non riusciva ancora a capire cosa
era successo poi il corpo sopra al suo si mosse riportandolo alla realtà.
- Cazzo non l’ho vista arrivare!-. Un sussurro che non era niente di più
lontano dalla solita voce di Cuthbert.
- Cuth, non respiro! Levati prima che ci siano addosso! -.
- Scusami… si vede che ormai ho più piombo che sangue in corpo-.
- Ripariamoci un momento da quella parte ho colpito la testa e non riesco a
stare in piedi-.
- Ottima idea Roland se riesco ad arrivarci…-.
Si alzarono velocemente ma dopo pochi passi Cuthbert cascò, Roland che era
dietro di lui lanciò la sua ultima granata e con delicatezza cercò di
trascinarlo in un posto riparato abbracciandolo da dietro, ma il corno dell’Eld
che Cuthbert si era allacciato al collo gli intralciava la mano destra che
per maggiore copertura avrebbe dovuto continuare a sparare.
- Bert dai il Corno a me!-
Sentì sobbalzare per un attimo Cuthbert, un secondo dopo si accorse di
averlo chiamato con il nomignolo che usava quando erano ragazzini. Quando si
consideravano una sola persona. E perché no infondo? In quel momento si
sentì di nuovo così. Ogni ferita che doleva al suo amico lo sentiva sul suo
stesso corpo, la sua sofferenza andava dritta al suo cervello. E su tutto
sentiva la sua paura. Non aveva mai visto Cuthbert così impaurito…
- Nay… non ci penso proprio Roland, come… lo suono io… tu te lo scordi!-.
- Non lo voglio suonare! Mi ostacola la mano!-.
- Nay… piuttosto lasciami qui, lo riavrai… solo quando sarò morto… Non
dimenticare di… recuperarlo, è tuo… Io ce l’ho solo in affidamento… ed è
stato un grande onore per me-.
- Scusami se preferisco lasciare qui il Corno piuttosto che te-.
Cuthbert faceva fatica a respirare, parlare in quel momento gli sembrava la
cosa più difficile al mondo, ma nonostante tutto strinse con forza il Corno
nelle sue a mani come a sua protezione. Per un miracolo nessuna pallottola
li colpì. Appena fuori dal mirino dei nemici Roland si sdraiò un secondo per
schiarirsi la mente, mentre Cuthbert si sedette dandogli le spalle in
assoluto silenzio ma il tremore che percorreva il suo corpo era evidente.
Gli appoggiò una mano sulla gamba in una lenta carezza involontaria…
- Cuth come ti senti?-.
- Non mi chiami più Bert ora?-.
- Te ne sei accorto eh?-.
- E’ difficile non fare caso a qualcosa che stai aspettando da un tempo che
pare un’eternità, sai?-
- Aspetti da così tanto?- Quasi gli venne da sorridere.
- Potrei dire fino alla morte, sarebbe decisamente appropriato. Ti senti
meglio?-
- Meglio è una parola grossa, almeno la nausea sta passando… Bert ce la fai
ad alzarti?-
- Dillo di nuovo Roland…-
- Cosa? Bert?-
- Dio sì… solo questo giustifica tutto quello che ho passato finora-.
- Ehi vieni qui -.
- Non è una buona idea -.
- Guarda che non ti capiterà una seconda volta sentirmi chiedere di
baciarmi-.
- Roland… la bomba che ci è esplosa vicino…-.
- Ti ha colpito???-.
- Aye, una scheggia, non vedo più da un occhio, anzi credo di non averlo
proprio più-.
- Che cazzo stai dicendo? Fammi vedere-.
- Non credo di essere un bello spettacolo ti avverto-.
- Togli la mano-.
Il viso di Cuthbert era una maschera di sangue ed aveva ragione a dire che
non c’era più l’occhio, era stato praticamente strappato dall’orbita
oculare. Roland sentiva che sarebbe svenuto da un momento all’altro, poggiò
la fronte alla sua e chiuse gli occhi ricordando il blu scuro di quell’occhio
in cui spesso si era perso. Quell’occhio che non mentiva mai neanche quando
dalla bocca di Cuthbert uscivano terribili accuse e il veleno che lo stesso
Roland gli aveva iniettato. Quell’occhio parlava sempre di profonda
adorazione per lui. Cominciò a baciargli il viso facendo attenzione a non
procurargli dolore e non badando al frastuono che ancora imperava intorno a
loro…
- Il tuo bellissimo occhio… li ammazzerò tutti Bert! Lo giuro sul nome di
mio padre, nessuno può deturpare il tuo viso e sperare di arrivare vivo a
domani-.
- Non mi importa del mio occhio Roland! Sono disposto a sacrificare ogni
cosa pur di salvare te, sono ancora in grado di sparare è questo
l’importante-.
- Shh… sta zitto un attimo amore, non abbiamo tempo per nient’altro che
questo…-
Cuthbert non aveva fatto in tempo a stupirsi per essere stato chiamato amore
che Roland lo aveva abbracciato baciandolo a piene labbra approfondendo il
contatto fino a fargli quasi perdere i sensi.
- Ricordati di questo Bert, solo di questo… quello che è stato finora non
conta nulla… Voglio che quando tu chiuderai gli occhi per sempre il tuo
ultimo pensiero sia questo bacio. Lo farai?-
- Non credo che mi costerà molta fatica ubbidirti questa volta, sai Roland?!-
- Bravo il mio ragazzo! Ti amo Bert ricordati anche questo-.
L’unico occhio rimasto di Cuthbert pareva sorridere più delle sue stesse
labbra. Sporco di sangue, orbato e morente lui continuava a sorridere come
se fosse l’uomo più felice al mondo. A Roland erano venute le lacrime agli
occhi ma sapeva che era venuto il momento di ritornare in guerra. Cuthbert
che era capace di leggergli nel pensiero anche senza il dono del tocco lo
precedette.
- Roland li abbiamo attirati dove volevamo! Attacchiamo?-
Se dovevano morire sarebbero morti insieme in una fine gloriosa, questo era
il pensiero che li attraversava entrambi.
- Aye! Molto bene! PISTOLERI A ME! A ME, VI DICO!-
- I cavalieri non c’è bisogno di richiamarli all’ordine, la cavalleria
rimasta siamo io e te! Romantico eh?-
Non aveva mai lasciato lo sguardo di Cuthbert, lo abbracciò un’ultima volta
sotto quel cielo feroce. Sentiva il suo corpo ardere ancora della furia
omicida ma sotto percepì anche l’odore suicida che aspettava pazientemente
la sua fine. Eppure rideva ancora, forse di pazzia ma era così bello vederlo
ridere che sarebbe voluto impazzire della sua stessa follia.
- Va bene ci lanceremo all’attacco, solo le loro teste placheranno la nostra
sete, non accetteremo nessuna resa se ce la offriranno!-
- In nessun caso – gli rispose Cuthbert ridendo più forte che mai nonostante
i spasmi di dolore al petto. – Dovessero gettare le armi anche tutti i
duemila e incoronarmi imperatore del mondo e renderti mio a schiavo a vita!
- Io schiavo? Non credo che ti piacerebbe credimi!-
- Nay, ma l’idea non mi dispiacerebbe neanche poi così tanto averti a mia
disposizione giorno e notte! Ma hai ragione di te amo soprattutto il tuo
animo indomito forse sono un po’ masochista ma è dannatamente eccitante
riuscire a dominarti ogni volta! Allora amante a vita ti va bene?
- Magari dove ci ritroveremo alla fine di questa battaglia sarà proprio
così! –.
- Sai che ti dico Roland? Non deve essere così male morire dopotutto. Con le
tue urla di piacere in sottofondo sarà come ascoltare il coro degli angeli
per me –.
- Allora suona quel cazzo di corno, pervertito!-
Lo squillo possente del Corno, il suo ultimo squillo strappò il cielo di
Jericho Hill, i pistoleri erano tutti riuniti intorno a loro. Roland, come
dinh, si alzò li guardò ad uno ad uno leggendo in loro la stessa divertita
follia di Bert. Fece un sorriso che prometteva morte... non servì altro per
scatenare la loro furia.
- E ORA AMICI MIEI… HILE!-
- HILE!!! -
- A ME! AVANTI PER LA TORRE!!!!!!!-
- Aye Roland! solo per quella cazzo di Torre!!!- Cuthbert ormai si teneva lo
stomaco per le risa.
- Aye amico mio per la Torre del cazzo!!! Ci vediamo all’inferno Bert!!! E
lì terremo un conciliabolo privato io e te puoi giurarci!!!- questo solo per
Cuthbert e poi per gli altri:– NIENTE PRIGIONIERI!!! -.
Aiutò Cuthbert ad alzarsi, un ultimo e interminabile contatto, una promessa
silenziosa fatta di sguardi, e puntò il dito verso la cima della collina,
verso la loro fine. Uscirono allo scoperto in avanguardia come sempre e,
armati fino ai denti, cominciarono a sparare. Tutto si concluse nei soliti
cinque minuti di follia in cui il rosso era l’unico colore che tingeva la
terra ma per Roland la battaglia di Jericho Hill sarebbe durata per sempre,
unico sopravvissuto, unico pistolero in un mondo che andava inesorabilmente
avanti, con un'unica promessa da mantenere…
… L’uomo in nero fuggì nel deserto e il pistolero lo seguì…*
Fine (Mah^^)
Ka: Il destino a cui un uomo non può opporsi.
Ka-tet: Gruppo di persone legate dallo stesso destino.
Dinh: Capo del Ka-tet.
Gan: Dio.
Il Corno dell’Eld: è il Corno che usava Arthur Eld, il capostipite dei
pistoleri, prima di ogni battaglia.
Ka-shume: un vento di morte che si insinua nel Ka-tet e che promette una o
più morti dei componenti del gruppo.
Torre Nera: E’ il centro dell’universo da cui partono come raggi del sole i
Vettori che sostengono il mondo reale e tutti i mondi paralleli. Nel tempo
di Roland i Vettori si stanno infrangendo e la Torre sta per crollare
rendendo il suo quando un mondo a metà tra Ken Shiro e i western di Sergio
Leone.
Char you tree: augurio di morte, maledizione.
Dan-dinh: discutere di un problema col proprio dinh e accettare la sua
decisione senza nessuna remora.
*La frase è l’incipit dell’intera saga della Torre Nera e per chi ha letto
l’ultimo volume è anche qualcosa di più…
Mah! Non mi è venuta per niente bene e dire che sono anni che sogno nella
mia mente come possa essere andata la battaglia di Jericho Hill! Se mi
riprendo da questo schifo, sottolineo se, potrebbe esserci una terza
conclusiva parte…
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