Kami Sama...
V
di Naika
Rukawa aveva detto:
“bene... perchè non ho ancora finito con te...” ???
Hanamichi lo fissò con occhi enormi, accorgendosi solo in quel momento che il
compagno non era venuto.
Ma lui... sarebbe riuscito a ‘sopportare’ di nuovo un’esperienza simile?
“Io..io..” pigolò piano, il respiro ancora affannato “..credevo di morire...”
confessò piano con le guance in fiamme sperando che ciò spingesse il moretto a
non farlo impazzire come poco prima.
“Il mio piccolo... innocente... do’aho..” gli soffiò Rukawa sulle labbra, una
luce sinistramente maliziosa negli occhi blu.
Il rossino deglutì a vuoto un paio di volte mentre Kaede si abbassava di nuovo a
baciarlo, giocando dolcemente con la sua lingua per un po’ dandogli il tempo di
rilassarsi e l’illusione che si sarebbe limitato a blande carezze.
Quando il rossino si tranquillizzò tra le sue braccia Rukawa spostò la mano ad
ancorare nuovamente la gamba dell’amante ai suoi fianchi prima di strofinare il
proprio sesso teso contro quello bagnato del compagno.
“Kae...” ogni ulteriore parola venne soffocata dall’ansito che gli spezzò il
respiro quando Rukawa fece nuovamente scivolare le due dita, con facilità, nel
suo corpo, aggiungendone poco dopo una terza che fece sfuggire un lamento al
rossino.
“Rilassati tesoro..” gli soffiò il moretto sulle labbra.
Hanamichi annuì con il capo, non fidandosi delle parole, cercando di lasciarsi
andare al suo tocco ricordando il piacere che il compagno aveva saputo dargli
solo pochi istanti prima.
Rukawa cominciò ad aprire maggiormente il suo corpo preparandolo con cura finchè
non lo sentì cedevole sotto le sue dita, il sesso nuovamente teso che strofinava
contro il suo, ormai al limite.
Estrasse delicatamente la mano da lui facendola scivolare sul sua fianco mentre
la sua compagna scendeva nuovamente a serrarsi sul suo sesso.
“Ru?” chiese perplesso Hanamichi il fiato nuovamente corto quando lo sentì
abbandonare il suo corpo.
Per un momento ebbe il terrore che la volpe l’avrebbe lasciato eccitato ma poi
avvertì qualcosa di caldo e già lievemente umido premere delicatamente contro la
sua apertura.
Quello era... quello era il sesso di Kaede.
Realizzò con un attimo di panico.
Intendeva davvero penetrarlo.
Rukawa lo fissò negli occhi conscio del lampo di terrore che li aveva
attraversati.
“Non vuoi?” chiese, a dispetto di quello che gli aveva detto in precedenza,
facendo un abnorme sforzo di volontà su se stesso.
Era lì, caldo, bagnato, aperto, per lui, sentiva le pareti di quell’antro
bollente avvolgere lievi i primi maledetti centimetri del suo membro ma
attendeva....
A costo d’impazzire... attendeva.
Perchè l’amava.
Anche se era un do’aho sadico che si divertiva ad eccitarlo fino alla morte per
poi lasciarlo così sull’orlo del baratro.
E Hanamichi si rese conto, dalla sua mascella contratta, dal suo corpo teso, da
quello sguardo scuro di passione dello sforzo che il moretto stava facendo.
Del significato che quello sforzo aveva.
Al diavolo! Si disse e spinse i fianchi in alto, verso di lui, permettendogli di
affondare di qualche centimetro dentro di lui, beandosi del roco gemito di
piacere che sfuggì dalla gola del compagno.
Rukawa non ci vide più.
Ormai il suo autocontrollo era al limite e quel gesto l’aveva completamente
mandato in frantumi.
Spinse con forza affondando in quella carne calda, completamente, fino a far
combaciare i loro fianchi l’uno contro l’altro e Hanamichi gridò, di dolore
questa volta, stringendo gli occhi per cercare di trattenere le lacrime che
glieli avevano punti.
Si aspettava che facesse male ma non così tanto.
Una lacrima rotolò lungo la sua guancia e labbra gentili la raccolsero piano.
“Scusa..” sussurrò il volpino “Scusa amore.... mi dispiace..” mormorò con voce
roca il moretto passandogli dolcemente le mani tra i capelli rossi.
Hanamichi cercava di respirare piano, socchiuse le palpebre umide fissando il
compagno “Baka...” ansimò a fatica, tra i denti.
“Rilassati..:” gli soffiò il moretto “Rilassati piccolo adesso andrà meglio...”
mormorò cominciando ad accarezzargli il sesso teso, a baciargli le labbra e le
guance, calmandolo con quei tocchi gentili.
Non si mosse finchè non lo sentì rilassarsi un po’ tra le sue braccia.
Assestò piano, con cautela, la prima spinta, strappandogli ancora un lamento
sebbene meno forte del precedente.
Gli accarezzò il sesso tentando di distrarlo mentre posava un bacio sulle sue
labbra lievemente contratte.
Hanamichi emise un sospiro allungando il viso per cercare la sua bocca e il
volpino lo baciò con dolcezza, facendo salire la mano che aveva usato per
tenergli il fianco a passare con fare rilassante tra i capelli rossi,
scompigliati sul divano.
Aspettò di sentirlo gemere piano e poi spinse nuovamente facendolo sussultare
con forza.
Ma nessun lamento di dolore rovinò la sua voce questa volta.
Rukawa sorrise all’amante prima di spingere i fianchi all’indietro per poi
riaffondare dentro di lui strappandogli il primo vero e proprio gemito di
piacere.
Hanamichi si aggrappò alle sue spalle ricambiando lo sguardo dell’amante per un
momento prima di nascondere il volto contro la spalla del compagno “Ancora...”
soffiò con voce incerta contro il suo orecchio.
Se quello che era avvenuto prima aveva completamente sconvolto il rossino quando
Rukawa assesto la prima, forte, spinta nel suo corpo, credette davvero che ci
avrebbe lasciato la pelle.
Il piacere attraversò il suo corpo come uno tsunami che si abbatté sugli scogli
frantumandosi in miliardi di brividi scintillanti che fecero tremare ogni più
piccola cellula del suo corpo, dalla punta dei piedi ai capelli, trovando solo
un piccolo sfogo nel gridò che spezzò il silenzio della stanza.
Rukawa incoraggiato dal piacere dell’amato cominciò a spingere con forza,
andando sempre più a fondo in quel corpo che ora non lo rifiutava più ma che,
anzi, lo accoglieva dentro di se, sollevandosi per trattenerlo ancora un
momento, quando lui si ritraeva un po’ per assestare una nuova spinta.
Hanamichi aggrappato alle sue spalle come un naufrago ad una tavola nel mare in
tempesta, gridava, supplicava, gemeva, non aveva più coscienza di se, solo di
quel piacere che sembrava sempre troppo grande e che pure, un attimo più tardi,
cresceva ancora un po’ di più finchè non sentì Rukawa gridare.
Un unico roco, lungo, lamento di piacere e poi un’ondata bruciante che schizzava
incandescente dentro di lui mentre la mano candida del volpino si stringeva sul
suo sesso.
Con l’ultimo grido Hanamichi venne tra le dita del volpino prima di scivolare in
una morbida incoscienza.
“Hana...?”
Hanamichi mugolò qualcosa avvertendo due baci leggeri sfiorare le sue palpebre
chiuse.
Le socchiuse confuso specchiandosi in due pozzi blu, lievemente preoccupati.
“Stai bene?” gli chiese Kaede passandogli la mano tra i capelli rossi per
portare indietro le ciocche umide.
Hanamichi annuì non fidandosi della voce, arrossendo nel rendersi conto che era
svenuto.
“Kami...” pigolò piano e il volpino rise sommessamente, con dolcezza, della
sorpresa che vibrava nella voce imbarazzata del rossino.
“Direi che non ce la siamo cavata male per la prima volta...” gli disse piano
tirando un lenzuolo leggero a coprire i loro corpi stesi, uno accanto all’altro.
“Pri..prima volta?” chiese Sakuragi sbarrando gli occhi “Tu..tu non avevi mai..”
chiese incredulo.
“Do’aho!!” sbottò il volpino mentre le guance si tingevano di un lievissimo
rossore “Con chi avrei dovuto farlo?” chiese.
Hanamichi divenne ancora più rosso ma scosse il capo mentre nei suoi occhi si
accendeva una luce felice.
Anche per il volpino era la prima volta!
La cosa lo rendeva inaspettatamente euforico.
Si accoccolò meglio contro di lui, strofinando il viso contro il suo collo
facendo sorride il volpino che gli massaggiò dolcemente la schiena.
Erano così intenti a coccolarsi, piano, mentre il sonno vinceva le loro, ormai,
scarse resistenze che si accorsero dei due nuovi venuti solo quando questi,
vedendoli sul divano, lasciarono cadere le sporte della spesa, fissandoli
increduli.
Rukawa si rizzò a sedere di scatto mentre il rossino sbarrava gli occhi
schizzando di fianco a Rukawa, affrettandosi a stringersi il lenzuolo contro,
cercando in qualche modo di nascondere il suo stato.
“Rei!” ringhiò Kaede scocciato ma il fratello non si mosse di un millimetro.
Continuava a fissare Hanamichi con gli occhi sgranati.
E così faceva Yuki, il suo migliore amico, al suo fianco.
“Kami sama...” sussurrò questi incredulo, le borse della spesa che si era
offerto di aiutare a portare, quando aveva incontrato Rei al supermercato,
dimenticate ai suoi piedi.
Il biondino non riusciva a credere ai suoi occhi.
Il ragazzo.. il ragazzo sul divano del suo migliore amico era... la creatura che
aveva accompagnato tutti i suoi sogni degli ultimi giorni!
I capelli rossi scompigliati, le labbra socchiuse e gonfie, gli occhi lucenti e
le guance arrossate gli davano un aria innocente e imbarazzata che, sottolineata
e smentita, da quel corpo dorato, nudo e segnato da quelli che potevano essere
solo baci, a malapena celato dal lenzuolo che Kaede aveva usato per coprire
entrambi, creavano un cocktail esplosivo che avrebbe messo seriamente in
pericolo il rossino se non ci fosse stato lo sguardo assassino del fratello del
suo migliore amico a congelare ogni sua iniziativa, seduta stante.
“Vieni!” ringhiò il moretto afferrando il rossino per mano e trascinandolo in
piedi in fretta, stanco che quei due si mangiassero il SUO ragazzo con gli
occhi.
Hanamichi tuttavia emise un lamento piegandosi in avanti e Rukawa impallidì
afferrandolo con cautela, avvolgendolo con cura nel lenzuolo prima di sollevarlo
di peso tra le braccia e sparire dalla sala.
“Que...quello era...” ansimò Yuki seguendo l’immagine fugace del suo dio dorato
sparire oltre il corridoio.
Rei annuì ancora mezzo incantato.
“Kami sama...” ripetè Yuki incredulo.
Rukawa si richiuse la porta della camera alle spalle con un tonfo.
Ci mancava solo suo fratello!!
“Kaede...” Hanamichi lo fissava con il volto arrossato “...mettimi giù...”
mormorò con voce bassa.
“Ecco stenditi...” mormorò Rukawa deponendolo sul letto.
“Sto bene non trattarmi come un invalido stupida volpe!!” lo rimbottò il rossino
bordò “E’ solo che mi sono tirato su troppo in fretta e...” arrossì paurosamente
facendo sorridere il moretto.
“Ti preparo un bagno caldo vuoi?” gli chiese indicandogli una porta laterale.
Hanamichi annuì e il volpino sparì nella piccola stanza mentre Hanamichi
appoggiava la testa al cuscino con un sospiro.
Avevano fatto l’amore.
Avevano davvero fatto l’amore.
Scosse il capo incredulo chiedendosi che cosa ne avrebbe pensato Kei.
Temeva già di sentirli i suoi: te l’avevo detto io!!
Rukawa tornò poco dopo accompagnandolo in bagno dove lo aiutò ad immergersi
nell’acqua prima di raggiungerlo.
Hanamichi arrossì e il volpino scosse il capo esasperato.
“Smettila di arrossire in continuazione Hana non ti mangio, promesso...” disse
prendendo una spugna e versandovi sopra un abbondante dose di bagnoschiuma.
Si lavarono, baciandosi di tanto in tanto, troppo stanchi per andare oltre, e
poi, avvolti in due grandi teli bianchi tornarono nella camera da letto.
Il rossino lanciò un’occhiata sospetta al giaciglio, quasi si aspettasse di
veder comparire cinghie di cuoio per legarlo.
“Do’aho non morde...” sussurrò il volpino divertito.
Hanamichi si sedette e il moretto dopo un attimo d’incertezza andò a sistemarsi
accanto a lui.
“Tutto ok?” gli chiese piano notando come il ragazzo sfugisse il suo sguardo.
“No, che non è ok!” sbottò il rossino scuotendo il capo.
“Tuo fratello ci ha trovati a.... a.... sì insomma....!!” esclamò senza
riuscire a trovare le parole adatte.
“Mio fratello è gay Hana..” lo informò Kaede godendosi per un momento
l’espressione stupita del rossino che però, poi, scosse il capo con forza.
“Non cambia niente Ru!” mormorò “Mi vergogno lo stesso..” sussurrò imbronciato.
Rukawa sospirò allungando una mano per accarezzargli la schiena dolcemente.
Hanamichi rimase teso per un momento prima di piegarsi con un sospiro e posare
il capo sulla spalla del moretto appoggiandosi al suo fianco.
“Sta succedendo tutto così in fretta...” mormorò piano.
Rukawa gli fece scivolare un braccio attorno a alla vita e gli depose un bacio
sui capelli umidi e arruffati.
“Vuoi che ti accompagni a casa?” gli chiese titubante.
Era andato tutto così bene... avrebbe ucciso Rei una volta al piano di sotto!!
Hanamichi scosse piano il capo “Stiamo un altro po’ qui... solo così...”
mormorò.
Rukawa sorrise dolcemente a quella sua richiesta stendendosi sul letto,
tendendogli una mano.
Hanamichi si sdraiò accanto a lui e il moretto allargò le braccia per farlo
accoccolare contro il suo petto.
Il rossino sospirò soddisfatto lasciandosi accarezzare piano dalle mani di
Rukawa che passavano dolcemente tra i suoi capelli, avanti e indietro in un
movimento ipnotico.
Senza che se ne rendessero conto nel tepore di quell’abbraccio si addormentarono
entrambi.
Un bussare leggero riportò Rukawa al presente.
Si mosse piano prima di rendersi conto del peso che gli poggiava sul fianco.
Abbassò lo sguardo sorridendo dolcemente quando scorse il rossino mugolare
qualcosa e strofinare la guancia contro il suo petto.
“Che vuoi Rei...” mormorò piano ben sapendo che poteva essere solo il fratello.
Il ragazzo fece capolino nella stanza osservando il ragazzo addormentato con un
lieve sorriso di tenerezza.
“Sembra incredibilmente innocente così..” mormorò.
Kaede lo gelò all’istante “Hana E’ innocente!” specificò.
Rei scosse il capo distogliendo lo sguardo dal rossino “Kae è tardi sono quasi
le sette i suoi saranno in pensiero se non lo vedono rincasare...” gli fece
notare e seppure a malincuore Rukawa dovette dargli ragione.
“Sparisci!” gli ordinò con un gesto della mano “Lo sveglio e lo accompagno a
casa”.
Rei annuì e chiuse silenziosamente la porta alle sue spalle.
Rukawa sospirò passando le mani tra i capelli rossi del compagno “Hana...” lo
chiamò piano.
Il rossino mugolò piano affondando il viso nella sua spalla poco propenso ad
abbandonare quel tepore confortevole.
“Do’aho è ora di svegliarsi su..” mormorò il volpino scuotendolo piano.
Hanamichi sbatte le palpebre un paio di volte fissando uno sguardo confuso
attorno a se arrossendo nell’incontrare un volto conosciuto a pochi centimetri
dal suo.
Non aveva sognato... era successo davvero!
Rukawa gli sfiorò le labbra con un bacio leggero prima di porgli un lieve
sorriso “Do’aho è tardi devi andare a casa o i tuoi si preoccuperanno...”
mormorò.
“Hai ragione mia madre rientrerà tra poco dal turno...” borbottò ricevendo
un’occhiata interrogativa dal moretto.
“Fa la pediatra!” le fece sapere orgoglioso il rossino.
“Adesso capisco come fa a sopportarti...” mormorò serio Rukawa “E’ abituata ad
avere a che fare con i bambini!”
“Brutta volpe maledetta!!” sbottò Hanamichi arrabbiato cercando di tirargli un
pugno che però il moretto schivò agilmente.
“Sei lento do’aho..” gli sussurrò malizioso “...si vede che sei ancora stanco..”
insinuò facendolo diventare bordò.
“Tu...tu ...tu!!” esclamò Hanamichi cercando un insulto appropriato da
affibbiargli.
Rukawa si allungò verso di lui scoccandogli un bacio leggero sulle labbra “Dai
andiamo ti accompagno a casa...” gli disse con un sorriso.
Hanamichi annuì prima di sussultare “I vestiti..” ricordò.
“Te ne presto dei miei, i tuoi te li ridò domani...” propose e Hanamichi annuì,
felice di poter indossare qualcosa che avrebbe conservato sulla sua pelle il
profumo del suo amante.
“Ci vediamo domani a scuola..:” mormorò piano Hanamichi una volta raggiunta la
soglia di casa.
Rukawa annuì rubandogli, un lieve, ultimo bacio, prima di andarsene sventolando
una mano in segno di saluto.
Il rossino rimase per un momento a fissarlo svoltare l’angolo prima di sorridere
felice e salire in casa.
“Hai accompagnato la tua dolce metà a casa?” gli chiese Rei, divertito quando il
fratello minore, raccolti e fatti sparire gli abiti del compagno era sceso in
cucina per prepararsi qualcosa con cui cenare.
“Hn..” sbottò Kaede.
“Eravate così cariiini...” cinguettò il ragazzo più grande imitando le movenze
esagerate di Yuki.
“Rei!” sbottò il moretto lanciandogli uno sguardo congelante.
“Scusa scusa...” disse questi sollevando le mani in segno di resa.
“Hmm..” borbottò il moretto accettando le scuse prima di sollevare di nuovo il
volto sul fratello.
“Ti ringrazio..” soffiò piano Kaede.
“Cosa? Cosa?” chiese incredulo il fratello maggiore.
Rukawa aggrottò la fronte sospirando “Ti ringrazi!o” ripetè più forte “Se non
avessi seguito il tuo consiglio..” disse senza terminare la frase ma lasciando
comunque capire ciò che intendeva.
Rei gongolò felice.
“Sono contento di esserti stato utile!!” disse soddisfatto.
“Un’altra cosa...” mormorò Kaede alzandosi e avvicinandoglisi.
“Cosa?” chiese fiducioso il ragazzo più alto.
Kaede piegò il braccio e rifilò un destro in pieno volto, al fratello.
“Non ti permettere mai più di dire che ti scoperesti il mio ragazzo fino a
fargli chiedere pietà!” ringhiò alludendo alla battuta che lui aveva fatto
quando gli aveva mostrato il poster all’interno della rivista.
Rei mi massaggiò la mascella dolorante osservando divertito il suo fratellino
uscire dalla cucina.
“E’ proprio innamorato...” ridacchiò felice.
“Hana ieri ti ho cercato ma non sono riuscito a trovarti...”
L’interpellato che stava riponendo le sue scarpe nell’armadietto tentò
miseramente di non arrossire cercando disperatamente di trovare un modo per
spiegare a Yohei come aveva passato il pomeriggio.
Una voce conosciuta e dal tono lievemente più dolce del solito lo tolse
d’impaccio.
“Do’aho..” lo salutò Rukawa con un piccolissimo cenno del capo.
“Baka kitsune non offendere il tensai!!” sbottò il rossino facendogli un
versaccio.
“Tz...” sbottò Kaede appoggiando a terra la sua sacca e prendendone un fagotto
che gli tirò senza farsi troppi problemi.
Hanamichi, che non se l’aspettava, afferrò l’oggetto per un pelo facendo cadere
però un piccolo indumento bianco dal gruppo.
“I tuoi vestiti...” disse tranquillamente la volpe voltando loro le spalle prima
di dirigersi alla sua classe lasciando Hanamichi a fissare boccheggiante e rosso
come un’aragosta le sue spalle mentre Yohei si chinava incredulo a raccogliere
il piccolo indumento bianco, caduto.
Era un paio di boxer....
“E..ecco... io.. lui... noi...” cominciò Hanamichi cercando disperatamente
qualcosa da dire.
Yohei fissò il suo migliore amico rosso come un peperone, Rukawa che si
allontanava tranquillamente e poi la biancheria intima che teneva in mano.
Tutto quello che riuscì a dire fu: “Kami sama....”
Fine...
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