Capitolo corto corto, ma non prendetela male: o così o dovevate aspettare il ritorno dalla mia ispirazione, che sembra si sia presa una vacanza^^

Un bacione a tutte,

ashly

 



Kaede Hood

parte V

di Ash(lynx)


Akagi arrivò sudato in cima alle scale della torre più alta del suo palazzo, nella quale viveva, circondata dai suoi nauseanti intrugli, la babb...ehm...la sua adorata sorellina. Asciugandosi la fronte con la manica della camicia, si chiese per l'ennesima volta per quale inconcepibile motivo tutti coloro che lo circondavano avevano tanto insistito perché lei si trasferisse lì, così in alto che pareva perdersi tra le nuvole.

Insomma...era una ragazza di così bella presenza e di spiccata intelligenza! 

Scuotendo nuovamente il capo, bussò alla vecchia porta di legno marcio oltre la quale si trovavano le stanze consunte della lurida...ehm...della giovane.

<<Avanti>> lo invitò una voce stridula, soave solo alle sue orecchie.

Il gorilla entrò sorridente nella piccola stanza adibita da salotto. La sorella si trovava davanti allo specchio intenta a schiacciarsi il gigantesco brufolo che aveva sopra il labbro. Lui la guardò con affetto, soffermandosi particolarmente sul suo vestito color verde muffa che le lasciava scoperta parte della schiena pelosa, attendendo pazientemente che finisse di estrarre dal bubbone tutta la sostanza biancastra che conteneva.

Quando finalmente ebbe concluso, la babbuina invitò il fratello a sedersi attorno al tavolo e a parlarle dei suoi problemi, mentre lei si tagliava le unghie di piedi, prestando particolare attenzione a quelle ormai incarnite.

<<Sei più bella del solito>> cominciò lui sincero.

<<Dici sul serio!?>> chiese subito lei, esuberante <<Deve essere merito di quella maschera alla placenta che mi sono messa questa mattina!>>

Lui annuì di rimando.

<<Hai fatto anche qualcosa ai capelli però!>>

<<Che carino che l'hai notato: ci ho spalmato sopra della bava di puledro! Sai, per la lucentezza!>>

<<Certo, quello è un ottimo rimedio. E il vestito, da dove viene? É nuovo?>>

<<Bello, vero? Me lo ha donato una donna del mercato: ha detto che apparteneva a sua nonna, che l'aveva addosso quando è morta, alcuni giorni fa, di una strana malattia delle pelle>>

<<Gentile da parte sua>>

<<Molto. Per questo le ho predetto gratuitamente il futuro: morirà tra tre giorni tra atroci sofferenze>>

<<Ah...che generosa che sei! Sono fiero di te!>>

Lei rise e, per poco, lo specchio non si ruppe. Nessuno dei due, però, ci fece caso.

<<Sei venuto fin qua solo per farmi dei complimenti, Akagi?>>

Scosse la testa.

<<Ho bisogno di un consiglio>>

<<Riguardo?>>

<<Sakuragi>>

Lei annuì, aspettando che lui continuasse.

<<Come avrai capito, ormai è da anni che cerco di portarmelo a letto>>

Lei lo fisso immobile, gli occhi aperti, a palla, in un'espressione indecifrabile.

Le ci volle un po' di tempo per riuscire a mettere in piedi una frase.

<<Soffri d'insonnia e vuoi che lui ti canti una ninna- nanna?>>

Lui la guardò comprensivo: era una ragazza talmente pura ed ingenua!

<<Non esattamente. Diciamo che vorrei entrare in lui e farlo urlare dal piacere>>

Ancora occhi a palla.

Questa volta si dovette sforzare un po' di più per capire ciò che il fratello le aveva detto.

<<Vuoi deliziarlo con qualche piatto di squisite specialità?>>

Sospirò: doveva portare pazienza.

<<Voglio farlo venire tra le mie mani>>

<<Mandagli una missiva a casa: vedrai che arriverà di corsa>>

<<Non è questo che intendevo>>

<<E allora cosa...?>>

<<Voglio scoparmelo>>

<<Perché? Ha problemi di polvere?>>

Sospirò.

<<Senti...secondo te come nascono i bambini?>>

Lei rimase zitta un po' per riflettere.

<<Li porta la cicogna>> rispose sicura.

<<Ah>>

<<Ma questo che c'entra con te e Hanamichi? Volete un bambino?>>

<<No, no! Lascia stare! Non sono argomenti per te: troppo complicati>> dovette ammettere.

Lei annuì e rimase silenziosa ad aspettare che lui ricominciasse a parlare, mentre esaminava con cura meticolosa un fungo che aveva sotto la pianta del piede destro.

Lui dovette riflettere molto sulla domanda da porle prima d'arrivare ad una formulazione che lei potesse capire.

<<Voglio che Sakuragi venga a vivere in questo castello con me>>

<<Ahhh! Ora ho capito!>> gli occhi le si illuminarono per la gioia <<Glielo ha già chiesto?>>

<<Sì>>

<<E lui che ti ha risposto?>>

<<Una cosa strana sui gorilla e i tensai, non ho capito bene. Però sembrava un no>>

Il suo sguardo si fece leggermente più deciso, come se stesse covando un'idea, anche se il suo cervellino bacato cominciava a stancarsi di tutti quei ragionamenti.

<<E non puoi portarlo qui con la forza?>>

<<Con che pretesto?>>

<<Te ne serve per forza uno?>>

Annuì.

<<Bè...potresti...>> silenzio di riflessione <<incendiagli la casa! Dovrebbe venire qua per forza, non avrebbe un posto dove vivere, altrimenti!>> concluse, raggiante e fiera di sé stessa.

Akagi si alzò in piedi di scatto, illuminato:

<<Hai ragione! Potrei farlo! Funzionerebbe!>>

La lontra davanti a lui rise, contenta di vedere suo fratello così entusiasta di una sua idea.

Il gorilla, preso dalla gioia, la abbraccio e la baciò su entrambe le guance- roba che se non avessero avuto il medesimo sistema immunitario avrebbe contratto chissà quale malattia  mortale- e corse via, fuori da quell'altissima torre, con già in mente un piano perfetto per riuscire a possedere il tensai.  

Intanto, dietro di lui, giunse raggelante l'urlo dello schifo umano:

<<E porta qua anche Rukawino mio, che me lo voglio strafogare di baci!!!>>

**************

La tavola di casa Sakuragi era imbandita per la cena e, attorno ad essa, tre ragazzi mangiavano, alternando a morsi e a sordi un'infinità di parole dal tono sostenuto. Due di loro, in particolare, erano presi dalla conversazione, mentre il terzo si limitava ad osservarli intervenendo solo di tanto in tanto.

<<IO MI SBACCIUCCHIAVO CON KAEDE!!?? IO!? ALLA FESTA ANCHE TU TI SEI DATO DA FARE, NON FARE IL FINTO TONTO!!!>> urlò Hanamichi abbandonando sul piatto un cosciotto di pollo.

<<DATO DA FARE!?? E CON CHI, DI GRAZIA??>> rispose Nobunaga, indignato dalle parole "dell'amico."  

<<CON QUEL COSO...QUELLO CON LO SGUARDO SPENTO E I LABBRONI!!>

Breve silenzio di comprensione seguito da attimi di puro disgusto.

<<FUKUDA!!??>> si riprese Kiyota, decisamente scandalizzato.

<<Ah sì...Fuku-verme!>> disse Hanamichi battendosi una mano sulla fronte, essendosi finalmente ricordato il suo nome.

<<MA...MA...MA TI SEI BEVUTO IL CERVELLO, RAZZA DI BERTUCCIA IN CALORE!!??>>

<<BERTUCCIA A CHI!!??>>

<<A TE! QUANDO MAI MI SONO DATO DA FARE CON QUELL'ESSERE!!?? NON VADO CON IL PRIMO CHE PASSA, IO! NON SONO MICA DISPERATO FINO A QUESTO PUNTO!>>

<<Bè...ma belle-labbra non lo sa- interruppe Tetsuo- dovresti dirglielo, così la smetterà di spogliarti con gli occhi!>>

Nobunaga venne congelato da quelle parole. Possibile che la scimmia rossa avesse ragione? Che Fukuda lo guardasse realmente in quel modo?

No! Era troppo terribile da sopportare persino come ipotesi campata in aria!

In quel momento ringraziò di cuore Rukawa per averlo mandato via dalla foresta, dopo festa, con l'ordine di tenere d'occhio la scimmia.

Scherzare su certi argomenti era una cosa, ma che questi si rivelassero reali...dopo quello che gli era stato fatto la sola idea lo inquietava.

Hanamichi scoppiò a ridere sguaiatamente, divertito. Nobunaga, offeso, bevve un sorso di birra e guardò altrove.

Fino a quel momento era stato anche fin troppo bravo a fingere che tutto fosse a posto. Aveva mostrato la sua solita allegria e nessuno aveva sospettato nulla, ma la verità era diversa. Non stava così bene come voleva far credere, tuttavia stringeva i denti e andava avanti, convinto che prima o poi tutto sarebbe passato. Ù

Era, però, troppo presto, anche per la sua maschera, per essere guardato in quel modo invadente che lo faceva sentire sempre a disagio. Per fortuna, la sera prima non si era accorto di Fukuda, perché non era sicuro che sarebbe riuscito a sopportarlo.  

<<EHI NOBU! TI CONVIENE STARGLI ALLA LARGA! HO VISTO ANCHE IO COME TI GUARDAVA: TI TOGLIEVA I PANTALONI CON GLI OCCHI!>>

Kiyota sorrise, continuando la sua recita.

<<Se ci prova glielo taglio>> ribatté, facendo ridere i due amici.

<<Dite che dovremmo avvertir...ehi! Non sentite anche voi questo strano odore?>>

Si zittirono all'istante, annusando curiosi l'aria. In effetti aleggiava un odore particolare.

<<Sembra puzza di...bruciato>> disse Nobu.

<<Avevano qualcos'altro sul fuoco?>> chiese Hanamichi a Tetsuo.

Lui scosse la testa, mentre l'odore si faceva velocemente più intenso e l'aria diventava sempre più pesante ed irrespirabile. Il primo a tossire fu Sakuragi.

<<Dobbiamo uscire>> disse.

Si alzarono da tavola e si diressero celermente verso la porta d'ingresso.

Solo allora videro il fuoco. Cresceva mangiando la casa parandosi davanti all'uscita, alto ed indomabile. Inorriditi, sentirono il calore bruciare i loro corpi e il fumo nero penetrare irruento nei loro polmoni ad ogni respiro,

Si buttarono a terra, tentando di respirare.

Un attimo prima di cercare una via di fuga, la mente di Hanamichi vagò alla ricerca di una spiegazione plausibile per quell'incendio e l'unica che trovò fu che qualcuno l'avesse appiccato volontariamente: non c'erano candele in quella stanza. Si chiese chi potesse essere stato.

Prima che potesse darsi una risposta, Tetsuo lo afferrò per i vestiti e lo trascinò via.

<<Usciamo dal retro>> riuscì a dire tra i colpi di tossi.

Gattonarono faticosamente verso l'uscita. Le loro gole ardevano dal fumo e i loro occhi lacrimavano, impedendo loro di vedere.

Nella più totale confusione, proseguirono isolati l'uno dall'altro.

Hanamichi arrivò alla porta per puro miracolo. L'aprì con fatica, cieco, e solo quando sentì la fresca brezza serale sul volto e l'ossigeno entrargli nei polmoni, si buttò a terra tra l'erba umida, gli occhi arrossati rivolti verso il cielo stellato.

Rimase fermo alcuni secondi cercando di ricomporsi. Si sentiva spossato. Dentro di lui, i polmoni ancora gli bruciavano e la gola non gli dava tregua. Però vedeva.

Con gli occhi aperti, sgranati, osservò la sua casa andare a fuoco e maledisse le fiamme vive e coloro che ne erano stati gli artefici.

Tetsuo tossì accanto a lui.

Il rosso si voltò a guardarlo. Era seduto a terra, sporco di fumo e con il fiato stentato. La luce delle fiamme si rifletteva sul suo volto.

<<Tutto ok?>> chiese in un soffio forzato.

L'altro annuì, guardandosi attorno.

<<Dov'è Nobunaga?>> chiese.

A quelle parole Hanamichi guardò in giro, allarmato. L'altro ragazzo non c'era.

Fissò lo sguardo sulla porta dalla quale era uscito. Ormai era avvolta anch'essa dalle fiamme.

Kiyota doveva essere ancora lì dentro.

Si alzò in piedi, deciso ad andare a cercarlo in quell'inferno: non poteva lasciarlo là, in balia delle fiamme, senza fare nulla per salvarlo. Non poteva lasciarlo bruciare vivo.

Prima che potesse muoversi, una mano gli afferrò una spalla, bloccandolo. Cercò di scuotersela di dosso, invano.

<<Lasciami!>> ordinò.

Si voltò di scatto, trovandosi faccia a faccia con Akagi.

Inorridì, ma tentò di non darlo a vedere.

<<Che vuoi?>> chiese togliendo la sua mano da sé <devo andare>>

<<Voi due non vi muovete da qua>> ordinò il gorilla.

<<Scommettiamo?>> lo sfidò.

Prima che se ne potesse rendere conto, si ritrovò circondato da un gruppo di soldati armati. Akagi guardò sorridente la sua preda.

<<Se il vostro amico è ancora dentro, adesso è morto e voi non potete farci nulla. Adesso venite con me, vi ospito a palazzo>>

<<Ci ospiti o ci tieni prigionieri?>> chiese insolente Tetsuo.

Akagi non rispose. Con un cenno ordinò ai suoi uomini di issarsi a cavallo e, dopo averne fornito uno ai due prigionieri, partirono.

Erano ormai distanti dalla casa in fiamme, quando un'agile figura si buttò fuori da una delle finestre del pian terreno e cadde tra l'erba, respirando dolorosamente l'aria tanto agognata.

Nobunaga, spossato e confuso, rimase a terra, dolorante, con gli occhi talmente arrossati da impedirgli la vista. Però, lo sapeva, se ne doveva andare da lì al più presto. Doveva correre ad avvisare Rukawa di quanto era successo.

Si alzò scompostamente in piedi e avanzò, incespicando, fino alla stalla poco distante.

Montò in groppa al primo cavallo che trovò- non sellato- e, tenendosi saldo alla criniera e appoggiandosi completamente all'animale, cominciò a cavalcare verso la foresta di Sherwood.   

 

 

Continua...

 

 

Ringrazio di cuore tutte coloro che mi hanno commentata fin'ora^^ Le vostre mail hanno esaltato il mio ego e mi hanno portata fino a questo cap...perciò per il sesto non dovrete fare altro che commentare...e sperare...

ashly