Ragazze,
stendete un velo rosso per terra e cominciate ad aprire le bottiglie di
fragolino...sono tornata con Kaede Hood! Il mio ritardo, lo so, è stato
imperdonabile...lunghissimo! Faith, ti autorizzo a tirami le orecchie!^^ Mi
raccomando, leggete e fatemi sapere al più presto come vi sembra...così la
prossima volta ci metto meno a scriverlo! Siate ottimiste, però: colla
scuola iniziate e cogli amici che mi ritrovo l'ispirazione dovrebbe venirmi
al più presto, anche perché, con l'inizio delle tanto detestate ore di
filosofia, avrò molto più tempo per scrivere (almeno 55 minuti ogni
mattina!)^^ Della serie "come passare una mattinata di scuola"! Un
bacione e tutte, ashlynx
Kaede Hood parte III di Ash(lynx)
Due
fauci aguzze si serrarono sulla carne, denti giallognoli e cariati la
lacerarono facilmente, del sangue morto sgorgò cadendo a terra, si sentì
il rumore quasi metallico dei denti contro l'osso. Le potenti mandibole
spezzarono le carni, che vennero inghiottite in un lampo. Un leone? Un lupo?
Una tigre? No, solo Takamiya alle prese col suo pasto. Una scena alquanto
disgustosa. Rukawa
spostò il suo sguardo, tornando a guardare Mito alla sua destra. Si era
fatto un'opinione precisa di quel ragazzo e, diversamente da qualsiasi altra
persona nel raggio di chilometri, riteneva la sua intelligenza degna di un
essere umano e non di una bestia. Bè, sicuramente non era più intelligente
di lui, figlio di un nobile con una forte istruzione sulle spalle ed
esperienza in campo di battaglia, ma sicuramente si distingueva dall'ammasso
di caproni con cui stava. Oppure era proprio perché stava con quella massa
di caproni che sembrava intelligente... In
ogni caso gli pareva un ragazzo riservato che non avrebbe cominciato un
discorso con lui su questioni private, almeno non per primo. Per fortuna,
però, gli stava simpatico, altrimenti non si sarebbe trovato nel suo
accampamento, davanti ad un falò, in cerchio con tutti i suoi amici,
mangiando selvaggina fresca e bevendo della buona birra. Certo, sarebbe
stato ancora meglio se Sendo e Nobunaga non fossero stati lì con lui, ma
non si può pretendere tutto dalla vita. Prima o poi sarebbe riuscito a
toglierseli di torno! Decise
che era il caso di fare un tentativo di parlare con Mito di Hanamichi e
quel...quel...essere che si faceva chiamare sceriffo. L'unico problema era
che avrebbe dovuto iniziare lui il discorso! Kaede Rukawa che parla per
primo! Una barzelletta! Si
schiarì la voce, intenzionato a parlare, quando si rese conto di una cosa
sconcertante: "O-mio-dio!!!
Non ricordo più come si fa!!" realizzò e per poco non gli venne un
infarto. "No, no, così non va. Io sono Kaede Rukawa, il numero UNO, in
tutti i sensi! Nessuno può battermi, nemmeno a parole, perciò
adesso...adesso...ah sì! Adesso apro la bocca, prendo fiato e faccio uscire
l'aria che, vibrando contro le corde vocali, provocherà dei suoni
modulabili con lingua e labbra: parole. Bene, come andare a cavallo: una
volta imparato non si dimentica più! Da adesso in poi, però, sarà il caso
che mi alleni ogni giorno..." Uno...due...tre! <<Da
quanto conosci Hanamichi?>> "Evvai!
Ce l'ho fatta! Avevate dei dubbi? Sono o non sono il numero uno!?" <<Ehi!
Hai parlato! Pensavo ne avessi perso la capacità!>> <<Non
mi accadrà mai una cosa così stupida!>> rispose freddo. <<E
va bene: niente più battute!!>> il suo tono divenne improvvisamente
serio <<Lo conosco da quando te ne sei andato, sei anni fa>> <<Humpf>> <<Mi
parlava spesso di te. Ormai è come se ti conoscessi da sempre. Passava
interi pomeriggi a scartavetrarmi i coglioni con i suoi "quel demente
di Rukawa", "la kitsune maledetta", "appena torna dalla
guerra lo ammazzo io" e tanti altri>> La
bottiglia di vino arrivò nelle sue mani e lui ne bevve un lungo sorso. <<Ne
vuoi?>> domandò porgendogliela. Scosse
il capo: non aveva per nulla voglia di bere e, soprattutto, non gli andava
di farlo da una bottiglia dove tutti avevano posato la bocca, compreso quel
Taka-qualcosa. <<Che
ti raccontava di me?>> riprese poi a fatica il discorso. <<Nulla
che già non sapessi: che sei uno scorbutico egoista sempre freddo ed
insensibile, al quale non interessa altro che il potere e dimostrare
d'essere il numero uno in qualsiasi cosa, fregandosene di calpestare altri
per riuscirci>> <<Ah>>
non poté non essere almeno un po' triste per queste parole: anche se in un
modo alquanto contorto lui e Hanamichi erano sempre stati amici. Pensava che
lo considerasse meglio di così. <<Lui
diceva così, ma io non gli ho mai creduto. Sai, non è mai stato molto
bravo a mentire ed io so leggere i suoi veri sentimenti. Lo conosco. Ogni
volta che si parlava di te si rattristava, si capiva che gli mancavi. Diceva
tutte quelle cose per non uscire dal suo ruolo di ragazzo strafottente e per
non dimostrare ad altri di tenere veramente a te. Sono certo che ti vuole
bene, anche se ha un modo tutto personale di dimostrarlo>> <<Mi
vuole bene come amico o come io gliene voglio a lui?>> <<Intendi
vera e propria attrazione sessuale? Amore?>> Annuì. <<Questo
dovresti chiederlo direttamente a lui>> rispose semplicemente
<<ma devi farlo in fretta, prima che lo sceriffo se lo porti via.
Rischi di perderlo per sempre>> <<Solo
quella testa vuota poteva mettersi in un guaio del genere>> disse
sospirando <<Tu sai cosa ha in mente Akagi?>> <<Tutti
sanno quello che ha in mente e sanno anche che è una idea di sua sorella,
quella strega racchia che vive con lui al castello. É una- non ho neanche
il coraggio di chiamarla donna- ripugnante>> <<Peggio
del tuo amico?>> <<Takamiya
non regge il confronto>> sorride <<Akagi vuole che Hanamichi
venga a vivere con lui nel castello per poter dominare su tutti i terreni
del re, che è convinto non tornerà mai più in patria. In oltre vuole...bé,
non lo immagini?>> Annuì
nuovamente mentre nella sua mente si fece strada una delle immagini più
orripilanti della storia del genere umano: Akagi che si fotte Hanamichi! Il
gorilla che lo prende con violenza, mentre dalle sue narici escono delle
nuvolette di fumo e il suo volto è contorto in una smorfia disgustosa e
dalla sua bocca esce una bavetta di saliva! Gorilla e Hana...gorilla e Hana!
Taka e il suo pezzo di carne morsicato che si arrapa guardando la scena! Un
filo di bava gli scende lungo il mento cadendo sulla carne mentre il suo
pene si erge in tutti i suoi otto centimetri. Quando
l'aria è satura dei loro animaleschi ormoni, arriva la strega, facendo
bella mostra dei suoi lunghi capelli unti di grasso, delle sue adorate
scaglie di forfora che le concimano il capo, della sua pelle grassa e
appiccicosa, cosparsa ovunque, anche nei posti più impensabili, di orride
putrefascenze che sono l'evoluzione genetica dei più grossi bubboni
pestilenziali, delle sue lunghe e sporche unghie e dei suoi neri peli che le
cospargono le mani, le braccia, la schiena, le gambe, la pancia, le ascelle
e, parzialmente, il viso, concentrandosi in particolare nelle sopracciglia,
nei baffi e nella barba. Questo immondo essere, in uno slancio di passione,
si spoglia, facendo ammirare a tutti i presenti il suo fisico cadente da
settantenne (mi scuso colle settantenni...la babbu è molto peggio...ndMe) e
si scopa Taka mangiandosi la sua carne cosparsa della sua saliva. "Merda!
Devo vomitare" (anche io...ndMe) pensò Rukawa portandosi
istantaneamente una mano alla bocca. <<Ehm...tutto
bene Rukawa? Hai uno strano colorito: sei giallognolo tendente al
verde...>> Guardò
Mito. No, non poteva dirgli cosa aveva immaginato! Non poteva rovinargli così
l'esistenza! Sarebbe stato troppo crudele! "Userò
questa fantasia come arma letale su qualcuno che veramente se lo merita:
dove è Sendo???>> La
volpe fece un cenno colla mano a Mito per dirgli che era tutto a posto e il
ragazzo, anche se non molto convinto, si tranquillizzò.
"Beato
lui: io so già che questa notte farò degli incubi terribili!>> ************** Aki
non riusciva a staccare gli occhi di dosso a Mitsui che, seduto su un ramo
di un albero fuori dal gruppo, beveva la sua birra a lunghe sorsate.
Guardava Rukawa con uno sguardo sicuramente poco amichevole, come se lo
odiasse e, sinceramente, non riusciva a capirne la ragione. Perché Mitsui
avrebbe dovuto odiare Rukawa? Non si conoscevano neppure! Non si erano
scambiati neanche una parola fino a quel momento! Era sicuro che ci fosse
qualcosa sotto e, sicuramente, sarebbe riuscito a scoprire cosa fosse. Senza
distogliere lo sguardo dal "bel tenebroso" cominciò a seguire la
conversazione dei ragazzi al suo fianco. Nobunaga, infatti, alla sua destra,
straparlava, o sarebbe meglio dire sbraitava, assieme a Noma, Okuso e
Takamiya. Le loro voci divertite risuonavano per tutta la foresta ed era una
fortuna che Rukawa stesse parlando con Mito e non facesse caso alle loro
parole, altrimenti li avrebbe uccisi tutti all'istante. <<é
la verità, ve lo giuro!>> urlò Nobu in preda alle risa. Tutti
gli altri avevano le lacrime agli occhi dal divertimento e si reggevano lo
stomaco, mentre, per poco, Taka non si strozzò col pezzo di carne che stava
ingoiando. <<No,
non posso credere che lui, Mr. Perfezione, abbia fatto una cosa del
genere!!>> disse Noma piegato in due. <<E
invece sì! Rukawa a undici anni si faceva ancora la pipì a letto!!>>
altro scoppio di risa <<Ma
il bello deve ancora venire!>> continuò Nobu <<A
nove anni si è ritrovato un ragno tra le lenzuola in piena notte. Uno di
quelli grandi, eh. Ha tirato un urlo acutissimo ed è corso terrorizzato da
suo padre!! Da allora ha una paura oscena dei ragni! Appena ne vede uno urla
e scappa come una femmina!>> Taka
si rotolò per terra piangendo dalle risa. Akira sorrise non riuscendo ad
immaginare Rukawa da bambino spaventato ed incontinente. Oh, lo avrebbe
sfottuto a vita! <<Rukawa
aracnofobico!! Non ci posso credere!!>> sbraitò Okuso <<Hanamichi
non mi crederà mai quando glielo dirò!!>> <<Non
c'è bisogno di dirglielo: lo sa già!>> riprese Nobu <<Una
volta, mentre stavano giocando assieme su delle rocce, Rukawa è caduto a
pancia in giù, o forse sarebbe meglio dire che Hana lo a spinto a terra, e
si è ritrovato a faccia a faccia con un ragnetto da nulla! Il suo urlo si
è sentito fino al castello! Non sapete che ridere! La scimmia rossa non
faceva altro che sfotterlo tutte lo volte che si incontravano e,
naturalmente, ogni volta finivano col picchiarsi a vicenda! Uno
spasso!>> Ancora
risate. <<Ma
tu come fai a sapere tutte queste cose?>> domandò Noma <<Io
da quando sono nato ho sempre lavorato al castello dei Rukawa, perciò
conosco il ghiacciolo ambulante da una vita, e anche Hanamichi, se è per
questo. Non siamo amici, però vi saprei dire con esattezza persino quali
erano i suoi giocattoli preferiti e quante volte si masturbava in una
settimana!>> Un
grido unanime si elevò sulla foresta: <<Sfotti!
Sfotti! Sfotti!>> Nobunaga
si schiarì la voce, pronto a parlare: <<Allora...Rukawa
è sempre avuto una adorazione per...>> <<Per...>>
lo incitarono gli altri. <<Un
pupazzo a forma di coniglio di nome PUK!!>> <<PUK!!!???>>
Il
coro di risa fecero tremare la foresta. La
conversazione si era fatta così interessante che Akira aveva perso di vista
Hisashi e aveva cominciato a ridere senza controllo assieme agli altri. Già
pregustava tutte le battutine che gli avrebbe fatto! Tutte le frecciatine!
Ah, non vedeva l'ora! Pendeva dalle labbra di Nobu per scoprire
qualcos'altro, ma il ragazzo era così sommerso dalle risate da non riuscire
quasi più a respirare, come gli altri tre d'altronde. <<SI,
PUK!! SE LO PORTAVA ADDIRITTURA A LETTO!!>> <<A
FAR COSA, A SCACCIARE I RAGNI!?>> <<OPPURE
ERA IL SUO AMANTE SEGRETO!? IL COMPAGNO DELLE SUE AVVENTURE
SESSUALI!?>>
Nobunaga
rideva talmente forte da non riuscire più a controllarsi e rischiava di
soffocarsi sul serio! Gli altri, piegati in due, piangevano senza controllo
come bambini. Akira, assieme a loro, rideva sguaiatamente mantenendo, però,
un certo controllo per capire cosa succedeva attorno a lui. Si
bloccò di colpo quando vide Hisashi vicino a Rukawa. Entrambi erano in
piedi e, sebbene il ricco superasse lo sfregiato di molti centimetri, questi
lo guardava con odio vero ed era intenzionato a suonargliele, glielo si
leggeva in faccia. Istintivamente si alzò e si avvicinò a loro, almeno
quando bastava per sentire cosa si stavano dicendo. Riuscì, però, solo a
capire l'ultima frase di Hisashi: <<Tu
non sei come noi, non sei e non sarai mai dei nostri. Sei solo uno stupido e
ricco bambino viziano. Mi fai schifo!>> Si
allontanò pieno d'ira come era venuto. Rukawa lo guardò offeso, perché
nessuno, meno di tutti uno straccione, poteva permettersi di parlargli in
quel modo. Akira
fece per seguirlo, volendo scoprire cosa avesse, ma Mito lo fermò: <<Lascialo
stare, fa sempre così, non farci troppo caso. Preoccupati solo quando
impugna un'arma, allora sì che diventa pericoloso>> Si
sedette accanto ai due e chiese: <<Come
mai fa così?>> <<Non
lo so. Da quando lo conosco è sempre stato arrabbiato col mondo, mai un
momento di serenità>> <<Non
sai nulla della sua vita?>> <<Solo
che viveva con sua madre fino a quando non è morta di malattia alcuni anni
fa, però era così furente già prima d'allora. Poi so che è un mago con
l'arco e le frecce. Ha una mira incredibile>> <<Niente
altro?>> <<No,
non parla di sé ed io non ho mai fatto ricerche>> <<Ho
capito. Vorrà dire che gli farò sputare io il rospo: conosco dei metodi
molto convincenti per far parlare qualcuno>> <<Come
vuoi, ma non questa sera: è così arrabbiato che non penso ragioni
coerentemente. Lascialo in pace a sbollirsi un po'>> <<Ok...allora
torno dagli altri a parlare di quante seghe si faceva Rukawa da
ragazzino>> disse alzandosi in piedi. <<Cosa!?>>
urlò il diretto interessato. <<Avanti,
non vorrai farmi credere che sei completamente innocente, vero? Scommetto
che hai il polso ben allenato, no? Me lo immagino, con tutte le nottate
calienti assieme a Puk, l'amore della tua vita!>> continuò
allontanandosi. <<SENDO!!!!!>>
sbraitò Rukawa più arrabbiato di Mitsui, alzandosi in piedi di scatto
pronto a raggiungere il porcospino e a menarlo per bene. <<Stai
calmo, Ru, altrimenti i ragni ti sentono e vengono a prenderti!>> Gelato
sul posto. Nella mente dell'ex-soldato la parola "ragno" cominciò
a risuonare minacciosa e lui prese ad immaginare quei piccoli insetti
camminare con le loro lunghe e strette zampette sul suo corpo, lungo tutta
la sua schiena. Rabbrividì
e si sedette a terra cercando di darsi una controllata e maledendo
contemporaneamente Sendo. Adesso altro che incubi: non sarebbe proprio
riuscito a dormire!
************** Il
gorilla lo inseguiva. A debita distanza, ma lo faceva, il maledetto. Gli
sguardi che gi lanciava di tanto in tanto lo facevano rabbrividire di
disgusto. Era da mesi, ormai, che lo teneva d'occhio e che instaurava
assurde conversazioni nel tentativo, ne era certo, di apprendere il segreto
della sua genialità. Che altro avrebbe potuto volere, altrimenti? Bè,
sperava tanto che il vecchio re Maki tornasse presto dalla guerra...era
stanco di essere preso di mira dalle sue attenzioni! Quanto avrebbe voluto
spaccargli la faccia a craniate! Continuava
a camminare con circospezione per le vie del borgo, attraverso l'affollato
mercato cittadino. Tutte le volte che passeggiava non poteva fare a meno di
notare la povertà che attanagliava la gente del posto da quando il re era
partito. Il gorilla stava spremendo talmente tanto il popolo mancava poco
non ci fosse di che vivere. Dubitava, però, che lui se ne preoccupasse.
Stava occupando quel trono indegnamente e spettava a lui, cugino del re,
aiutare i sudditi e tenere intatti i propri possedimenti, in modo che non
caddano nelle mani del primate. "Non
mi batterà mai, poiché sono un genio!" pensava sempre. Rivolse
lo sguardo a Tetsuo, al suo fianco. Reggeva due sacche della spesa e
camminava guardando ogni bancarella per comprare tutto il necessario per i
prossimi sette giorni. Contemporaneamente malediceva il rossino perché non
lo aiutava e Akagi, che gli stava letteralmente rompendo le palle. Lavorava
per Hanamichi da anni, ormai, ed era un grande aiuto ed una persona fidata.
Se non ci fosse lui a fare da mangiare per entrambi sarebbero morti di fame!
Inoltre era di grande utilità contro i primati! <<Il
gorilla è peggio di quella piattola di Aida!>> sbottò Hanamichi ad
un tratto. <<Ma
dai, poverino: non è colpa sua se gli tira quando ti vede!>> <<Gli
tira? A cosa ti riferisci?>> <<Niente,
niente>> sospirò rassegnato: era fin troppo ingenuo! Il
rosso rimase un secondo a riflettere. A cosa si riferiva? Cosa è che tira?
Fece spallucce...si doveva essere confuso lui! <<Mi
infilo dentro la prossima stradina>> disse in uno sprazzo di serietà
dettato dalla disperazione <<Se l'essere prova a seguirmi bloccalo, ok?
Ci vediamo dopo a casa>> Tetsuo
annuì, poi aggiunse: <<Sempre
che la babbu non sia nei paraggi...>> Hanamichi
rabbrividì inorridito mentre terribili ricordi gli tornarono alla mente. <<Non
mi ci far pensare...>> <<Senti,
in giro si dice che tu una volta l'abbia baciata...è vero?>> <<...>>
si sentì improvvisamente male. <<Perché,
se così fosse, io non voglio più starti vicino: chissà che razza di
malattie ti ha trasmesso quella disgraziata!>> <<............................................................................>> Rimasero
un minuto in silenzio. Tetsuo guardava Hana in attesa di una risposta,
mentre lui aveva una lo sguardo vitreo e un principio di svenimento. <<Ehm...sei
ancora vivo?>> <<...non
per molto...>> <<é
stato così terribile?>> <<..come
bere un uovo...forse peggio...>> Tetsuo
gli appoggiò una mano sulla spalla per consolarlo, immaginando il suo
dolore. <<Mi
spiace che ti sia capitata una disgrazia simile...>> disse piano. Sul
volto del rosso erano chiari i segni della disperazione: occhi lucidi e voce
tremante. <<Ma
che ne potevo sapere io!? Avevo solo sette anni! Quell'immondizia mi ha
baciato a tradimento sulla guancia un giorno che le avevo dato una dritta su
dove Rukawa faceva il bagno! Non è giusto! Mi ha traumatizzato a
vita!!>> Gli
batté ripetutamente sulla spalla. <<Capisco,
capisco. L'importante, però, è che tu sia ancora vivo>> <<Sì,
ma è
stato terrificante! Ho avuto incubi per giorni! Quando la vedevo
salutarmi sorridendo mi venivano l'orticaria, la nausea, la febbre, le
bolle, la paralisi temporanea di alcuni muscoli, il tremolio incontrollato,
la dislessia, l'anemia, l'anoressia, la cefalea, i vuoti di memoria, il
raffreddore, i crampi allo stomaco e lo scagotto tutte assieme!>> <<Direi
che è una che lascia il segno>> Nella
mente di Tetsuo si fece spazio un'immagine orribile: Akagi che si fotte
Hanamichi! Il gorilla che lo prende con violenza, mentre dalle sue narici
escono delle nuvolette di fumo e il suo volto è contorto in una smorfia
disgustosa e dalla sua bocca esce una bavetta di saliva! Gorilla e Hana...gorilla
e Hana! Takamiya che si arrapa guardando la scena! Un filo di bava gli
scende lungo il mento cadendo sulla carne mentre il suo pene si erge in
tutti i suoi otto centimetri. Quando
l'aria è satura dei loro animaleschi ormoni, arriva la strega, facendo
bella mostra dei suoi lunghi capelli unti di grasso, delle sue adorate
scaglie di forfora che le concimano il capo, della sua pelle grassa e
appiccicosa, cosparsa ovunque, anche nei posti più impensabili, di orride
putrefascenze che sono l'evoluzione genetica dei più grossi bubboni
pestilenziali, delle sue lunghe e sporche unghie e dei suoi neri peli che le
cospargono le mani, le braccia, la schiena, le gambe, la pancia, le ascelle
e, parzialmente, il viso, concentrandosi in particolare nelle sopracciglia,
nei baffi e nella barba. Questo immondo essere, in uno slancio di passione,
si spoglia, facendo ammirare a tutti i presenti il suo fisico cadente da
settantenne e si scopa Taka mordendo come un animale rabbioso la sua carne
cosparsa della sua saliva. Si
voltò da un lato per vomitare, ma riuscì a trattenersi, anche se per poco.
Sebbene inconsciamente, aveva avuto la stessa fantasia di Rukawa e la cosa
non gli era piaciuta. <<Scappa>>
Sussurrò. <<Ehi,
ma sei sicuro di stare bene? Non dirmi che il morbo della babbu è
infettivo!>> <<No,
no! Scappa, prima che arrivi il gorilla!>> Detto
ciò lo spintono con forza dentro la prima stradina. "Ne
va della mia salute" pensò e, fingendo un passo deciso, si diresse
verso Akagi per trattenerlo.
************** Hanamichi
non capiva cosa fosse preso al suo amico. Un minuto prima lo sfotteva
allegramente, l'attimo dopo, sconvolto, lo scaraventava dentro un vicolo e
si dirigeva dal gorilla! "Che
soffra di doppia personalità? Non me ne ero mai accorto prima!" si
chiese "Comunque è meglio che mi allontani da qui" Si
voltò pronto a scappare lungo gli stretti passaggi tra le case, quando una
mano gli afferrò il braccio costringendolo a voltarsi. <<Che
vuoi?>> chiese al mendicante che lo bloccava. L'uomo
era vestito con un mantello e un cappuccio che gli copriva l'intero volto.
Era impossibili capire che fosse. <<Non
ho spiccioli con me>> continuò. <<Non
voglio i tuoi soldi>> Era
una voce che ben conosceva, che aveva udito per la prima volta dopo tanti
anni solo il giorno prima. <<Rukawa?>>
domandò sbigottito. L'uomo
si abbassò il cappuccio rivelando una folta zazzera nera e due intensi
occhi azzurri. <<Ciao>> Rimase
interdetto per alcuni secondi. <<C...ciao?
SAI DIRE SOLO CIAO!!?? TE NE SEI ANDANDO RUBANDOMI I CAVALLI E LASCIANDOMI
NEI GUAI E L'UNICA COSA CHE SAI DIRE è
CIAO!!??>> <<Do'hao>> <<DEFICENTE!!>> <<I
cavalli stanno bene...bé, più o meno>> <<SE
COSì
NON FOSSE TI UCCIDEREI COLLE MIE STESSE MANI!!>> <<Non
ci riusciresti>> <<VUOI
PROVARE!!??>> Sbuffò. <<Non
sono venuto per litigare>> <<Non
si direbbe>> <<Sono
venuto a chiederti scusa>> Silenzio.
Il mondo trattenne il respiro. Nessuno poteva crederci, meno di tutti
Hanamichi. Stop.
Indietro veloce. Play. <<Non
sono venuto per litigare>> <<Non
si direbbe>> <<Sono
venuto a chiederti scusa>> Ahh...l'ha
detto sul serio, non me l'ero immaginato! <<Per
cosa?>> chiese Hanamichi riprendendosi dalla shock generale. <<Per
i cavalli>> <<Solo
per questo? Non me la bevo>> Rukawa
sospirò di nuovo. <<Anche
per tuo fratello e per essermene andato in guerra lasciandoti nella
merda>> <<Già
meglio>> <<L'unica
cosa che rimpiango è essere partito senza di te>> continuò. <<...>> <<Sarei
dovuto rimanere>> <<...>> <<Adesso
mi rendo conto che è stata una guerra inutile, almeno per me. Sono andato
alla conquista del Santo Sepolcro quando, invece, l'unica cosa che dovevo
conquistare si trovava a due passi da casa mia>> Si
era fatto pericolosamente vicino ad Hanamichi. I loro respiri quasi i
fondevano nell'aria fredda e i loro cuori sembravano sul punto di scoppiare.
<<E
cosa dovevi conquistare?>> chiese Hana sottovoce. <<Te>> La
sillaba si perse nel vento mentre le loro labbra si univano nel loro primo
bacio. Entrambi sentirono, in quei pochi secondi, una completezza che mai
avevano immaginato prima. Erano a posto con loro stessi e col mondo, felici,
superiori a tutti. Le
loro lingue danzavano assieme, esplorandosi, e le loro mani si muovevano
delicate sui loro corpi, incontrollate ed inarrestabili. Erano tocchi
flebili, forse timidi, ma facevano venire ad entrambi i brividi lungo la
schiena e le gambe molli. Casualmente
i loro corpi si sfregarono, toccandosi con passione. Rukawa, seguendo il
proprio istinto e le emozioni che lo travolgevano, cominciò a baciare il
collo esposto di Hanamichi. Prima un bacio, poi una leccata, e ancora un
bacio. Dalla gola del suo amante uscivano lievi gemiti di piacere e i loro
corpi accaldati, sempre più vicini, ne erano la prova. Le
labbra si separarono dalla pelle fresca e i due tornarono a guardarsi negli
occhi. Un'espressione dolce era dipinta sul volto di entrambi. Hana accarezzò
i capelli della sua volpe sorridendo, capendo che il cuore di ghiaccio della
kitsune con lui era sparito. Non poteva assicurare che con gli altri sarebbe
stato più gentile, ma con lui non c'erano dubbi, glielo leggeva in faccia.
In quanto a lui, non sarebbe mai più stato violento contro Kaede. <<Ti
prometto di proteggerti>> disse Kaede. <<Ti
ho già detto che non serve>> rispose sorridendo. <<Lo
farò comunque. Non voglio che ti accada qualcosa di brutto>> <<Allora
accetto la tua protezione, ma non verrò con te nella foresta, non
chiedermelo>> <<Come
vuoi>> Lo
baciò teneramente sulla fronte, poi su entrambi e gli occhi e, infine,
sulle labbra. <<Ti
amo>> Il
cuore di Hanamichi si sciolse sentendoselo dire. Il suo sorriso ebete si
allargò ancora di più a abbracciò la kitsune di slancio, contento come
non lo era mai stato. <<Anche
io>> Rispose
parlandogli all'orecchio. Kaede lo abbracciò a sua volta tenendolo stretto.
Non poteva credere che stesse davvero succedendo! Era il giorno più bello
della sua vita! Niente avrebbe potuto rovinarlo! <<Kaede
Hood! Tu, verme! io ti ammazzo!!!!>> Quasi
niente... I
due si allontanarono sorpresi. Davanti a loro, il gorilla si ergeva come un
muro da quanto incazzato era. Dietro di lui, Tetsuo era a terra con le
stelline che giravano allegramente sopra la sua testa. Akagi
sguainò la spada e si avventò su Rukawa, accecato dalla gelosia. Kaede
schivò il colpo ed estrasse rapidamente la sua lama. <<Vattene
hanamichi!>> urlò. <<Non
se ne parla!>> <<Fai
come ti dico! Qua me la vedo io!>> <<Ma...>> Rukawa
bloccò il fendente di Akagi e passò all'attacco, senza riuscire, però, a
colpirlo.
<<INSOMMA,
TI VUOI MUOVERE!?>> Sakuragi
si voltò rassegnato. Kaede aveva ragione: doveva andarsene prima che Akagi
potesse accusarlo di tradimento. Colla
morte nel cuore corse via, trascinandosi appresso un Tetsuo che credeva di
essere un criceto di Alfa Centauri. Rukawa
bloccò un altro colpo e fece due passi indietro. Akagi si apprestò ad
attaccare nuovamente. La volpe si buttò a destra mancando la lama, poi
attaccò. La sua spada venne bloccata da quella del gorilla a pochi
centimetri dal suo volto. <<Non
l'avrai vinta!>> disse il gorilla <<Hanamichi sarà mio, come
anche il regno!>> <<Non
penso proprio>> Colpendolo
alla sprovvista, Rukawa lo ferì allo zigomo destro. Akagi si portò la mano
al taglio e lui ne approfittò per uscire dalla stradina e correre via. Le
guardie stavano per arrivare: non poteva farsi arrestare e da solo contro
tutte quelle sarebbe stata un'impresa impossibile anche per lui. Passò
accanto ad un carro dei soldati. Stavano caricando dei viveri per portarli
ai loro compagni di servizio lontani dalla città. Senza pensarci troppo
afferrò il primo sacco a portata di mano e raggiunse il cavallo che aveva
lasciato poco distante. Intanto, un piccolo gruppo di cittadini si era
fermato ad assistere alla scena e guardavano con entusiasmo le gesta di quel
bel ragazzo che scappava dalla guardie dello sceriffo dopo aver ferito Akagi.
Non poteva esserci niente di meglio! Il
cavallo bianco corse subito veloce fuori dalle mura della città ma, quando
ormai sembrava che tutto stesse andando per il verso giusto, il sacco sfuggì
dalle mani di Rukawa, andando a finire davanti due contadini intenti a
tagliare della legna. <<Maledizione!>>
Ormai,
però, non poteva più fermarsi e tornare indietro a riprenderselo: non
sarebbe più riuscito a seminare le guardie. Così, incazzato col mondo,
continuò a correre lasciando che il vento ferisse il suo volto mentre in
giro si cominciava parlare di lui come "Kaede Hood, colui che ruba ai
ricchi per dare ai poveri"! Continua... |