Questa ff mi è venuta in mente guardando "Robin Hood- il principe dei ladri"
con Kevin Kostner e Christian Slater (bonoooo!!) perciò la trama appartiene
agli aventi diritto, tranne alcune "modifiche" essenziali. Il tempo della
narrazione è quello della terza crociata, detta anche Crociata degli
Imperatori, ma tanto già si sa (avevo solo voglia di fare la sboronaaa!!). I
personaggi sono del mitico Mr. T e io non ci guadagno nulla, solo un gran
divertimento! Mi scuso fin da subito se urterò la sensibilità di qualcuno
facendo morire dei personaggi. E adesso...bando alle ciance e buona
lettura!! Ash(Lynx)
Parte I di Ash(lynx)
GERUSALEMME, 1194 d.C. Kaede si guardava intorno costantemente disgustato dalla condizione in cui erano tenuti prigionieri. Uomini d'ogni razza, lingua, cultura e religione incatenati alle pareti di quella grande prigione, distanti dalle loro famiglia, soli, disperati e stanchi, senza più la capacità di lottare. Erano ridotti allo stremo e sapevano che, se anche non fossero morti là, sarebbe passato molto tempo prima che fossero riusciti a tornare a casa. Erano soldati che avevano combattuto per il Santo Sepolcro, nella terza crociata, ma che adesso si rivelavano per semplici uomini senza una guida. Posò lo sguardo su Ryota, alla sua destra. Era spossato, non sarebbe resistito allungo. Gli si strinse il cuore nel vederlo così in balia degli avvenimenti, lui che era un suo amico d'infanzia, con cui aveva sempre passato le sue giornate in patria. Proprio lui, con cui aveva stretto il patto di tornare insieme a casa, vittoriosi. Adesso, invece, sembrava che non sarebbe resistito ancora per molto. Spostò gli occhi da lui, in cerca di un po' di pace in quell'inferno di urla di dolore. Il suo sguardo si fissò su un ragazzo legato alla parete opposta, che lo guardava come se riuscisse a leggere i suoi pensieri. Vide i suoi occhi e capì che non era ancora stato preso dalla disperazione, che era ancora in grado di combattere per sopravvivere. Attraverso i suoi lunghi capelli neri sciolti attorno al viso, vide il suo volto. Era bello, di una bellezza fuori dal comune. Scostò lo sguardo da lui quando una guardia si avvicinò furente a Ryota. Urlò qualcosa di incomprensibile in direzione dell'amico, issandolo in piedi e slegandolo dalle catene. Non era un buon segno. Kaede aveva visto fin troppi uomini in quella prigione venire slegati e condotti a farsi tagliare una mano, ne aveva sentito le grida strazianti e le risa dei carcerieri. Nelle condizioni in cui si trovava, Ryota sarebbe morto di certo. Raccolse tutte le sue energie e si mise in piedi, colpendo la guardia. Questa si accasciò a terrà, ma riuscì a rialzarsi e a colpire al volto il prigioniero, frastornandolo. Gli urlò qualcosa, con un voce che sembrava il latrato di un cane, poi lo slegò come aveva fatto con Ryota. Era il momento che aspettava. Incitato dalle grida degli altri prigionieri e dalla necessità di libertà, Kaede si ribellò con tutte le sue forze. Colpì nuovamente la guardia che, questa volta, cadde al suolo svenuta. Le altre due si avvicinarono armate di spade, ma lui non aveva nulla da perdere, ormai. Si lanciò contro di esse senza pensarci due volte, spingendo la prima nel fuoco poco distante ed infilzando senza remore la seconda con la sua stessa spada. Nuovamente le sue mani si erano sporcate di sangue, ma adesso potevano andarsene. <<Presto, Kaede, muoviamoci>> lo incitò Ryota. Eppure lui non si mosse. Tutti quei prigionieri lo imploravano d'aiutarli. Sentì le voci di altre guardie arrivare correndo. Colto da una fretta improvvisa, rafforzò la presa nella spada e si avventò sulle catene del carcerato più vicino, colpendole ripetutamente. <<Che stai facendo? Dobbiamo andarcene! Cosa pensi di fare: liberarli tutti!? Vuoi che ci uccidano!?>> la voce di Ryota era decisa, nonostante la precarietà del suo fisico. Sapeva che, se non se ne andavano subito sarebbero morti senza aver concluso nulla. Un'altra saggia voce si sovrappose alle urla. <<Non puoi sperare di distruggere le catene, ragazzo!>> Kaede si voltò verso l'uomo che aveva parlato, riconoscendo in lui il ragazzo che aveva notato poco prima <<Per loro non puoi fare niente. Puoi liberare me, invece>> gli mostrò le corde che gli legavano le mani. <<Perché dovrei?>> <<Io sono un condannato a morte. Mi giustizieranno presto. Fallo per pietà!>> Le urla delle guardi si avvicinavano. Presto gli sarebbero stati addosso, non aveva più tempo per pensare. Con un sol fendente tagliò le corde e seguì Ryota lungo la galleria che li avrebbe condotti all'aperto. Il ragazzo, ancora incredulo, li seguì senza aprire bocca, ringraziando la sua buona sorte. Uscirono in strada per un tombino. Avevano tutti e tre il fiato grosso ed erano stanchi, ma non potevano fermarsi: le guardie erano alle loro costole. Mossero i primi passi per strada quando il sibilo di una freccia raggiunse le loro orecchie e Ryota cadde a terra, colpito, ma ancora vivo, senza emettere alcun grido. Kaede si inginocchiò al suo fianco, prendendogli la testa fra le mani. <<Kae...>> <<Sta calmo. Adesso ti prendo in braccio e ce ne andiamo>> <<Non essere idiota: non ce la farei a sopravvivere allungo con questa ferita nella schiena. Vattene!>> Kaede lo guardò incredulo: il suo migliore amico non poteva veramente... <<Mi hai sentito bene. Scappa!>> <<No...>> <<Si, invece, e dì a mio fratello Hanamichi che sono morto da inglese libero! Proteggilo, mi raccomando!>> Con uno sforzo sovrumano si alzò in piedi. Le guardie erano vicine, non c'era più tempo per gli addii. I due amici si guadarono negli occhi un'ultima volta, poi Ryota deglutì e andò incontro al suo destino. Corse verso le guardie per dare tempo agli altri di fuggire. Kaede rimase paralizzato alla scena di quell'atto di coraggio e urlò quando vide l'amico colpito mortalmente cadere a terra senza più vita. L'altro ragazzo afferrò Kaede per un braccio e lo allontanò, andando a nascondersi in una stradina vicina. Purtroppo lui conosceva bene la guerra e tutta la sua crudeltà. Ormai non provava più dolore nel vedere tutti quei morti: troppo tempo aveva vissuto in quella prigione, tanto che il suo cuore sembrava indistruttibile. Anche Kaede era forte, però quello era il suo migliore amico. Sentiva un vuoto dentro di lui, ora che lo aveva perso per sempre. Era, però, riconoscente all'altro ragazzo, per averlo condotto via dalla strada. Si sedettero dietro una bancarella vuota del mercato e rimasero in silenzio fino a quando le guardie se ne furono andate. <<Il tuo amico è morto da eroe>> <<La guerra non fa eroi, solo vittime>> rispose Kaede in un sussurro. <<Ti ringrazio d'avermi salvato. Il mio nome è Akira Sendo>> gli porse una mano. <<Kaede Rukawa>> strinse la mano del ragazzo e si apprestò ad andarsene per la sua strada, da solo. <<Mi hai salvato la vita, perciò io ti seguirò fino a che non ti avrò salvato a mia volta>> <<Non voglio che vieni con me>> <<Non posso disonorare la mia famiglia. Devo seguirti>> <<Io vado in Inghilterra, molto lontano da qui>> cercò di dissuaderlo. <<Non ho mai avuto problemi a viaggiare>> <<Non ti darò ospitalità>> <<La vita di campo fa per me>> <<Dalle mie parti fa freddo>> <<Non ho mai sopportato il caldo: mi irrita la pelle>> <<Non mi preoccuperò di te quando sarò a casa>> <<Me la so cavare bene da solo>> <<...>> <<Allora è deciso!>> <<...>> <<Accidenti che sguardo gelido! Cerchi di farmi venire un infarto?>> <<...>> <<Tanto non mi fai cambiare idea!>> <<...>> <<Da che parte è l'Inghilterra?>> ************** INGHILTERRA, 4 MESI DOPO. Una piccola imbarcazione a remi si fermò in una costa inglese e l'equipaggio scese. Kaede era felicissimo: finalmente, dopo tanto tempo, era in patria, calpestava la sua terra. Non poteva crederci! Era sopraffatto dalle sue emozioni e mostrò tutto il suo entusiasmo riaprendo gli occhi dal suo prolungato sonno e dando una lunga occhiata in giro. <<Accidenti! Che bella spiaggia lugubre!>> disse Sendo fischiando. <<Sei sicuro d'essere a casa e non nel regno dei morti?> L'altro non si degnò neppure di rispondere. <<Incamminiamoci, allora, e speriamo di non incontrare zombie o roba simile!>> <<Sali sulla barca e torna a casa!>> ordinò Kaede <<Non ne posso più di te!>> Ma l'altro non lo stava più ascoltando, camminando verso l'entroterra col suo solito sorriso ebete stampato in volto. La barca ripartì poco dopo lasciando Kaede solo con quel ragazzo che da quattro lunghissimi ed insopportabili mesi non faceva altro che tormentarlo, quando non ci provava con qualche giovane e bel ragazzo. Ci aveva provato anche con lui, ma era bastato uno sguardo assassino per fargli passare per sempre la voglia d'allungare ancora le mani. Oppure era stata la minaccia di una castrazione imminente con un ferro infuocato? In ogni caso aveva funzionato. Camminarono allungo per lande desolate, mentre il freddo diventava sempre più insopportabile e Sendo cominciava a chiedersi se avrebbe mai più rivisto il sole, che pareva scomparso dietro le fitte nubi in quel cielo perennemente grigio. <<Devo andare al bagno>> sbottò Sendo ad un tratto. <<...non mi importa...>> <<Lo so. Aspettami qui: vado dietro a quegli alberi. Mettiti pure comodo: sarà una cosa lunga!>> Mentre Sendo scompariva dietro alcuni grandi alberi, Rukawa continuò a camminare, sperando di poterlo seminare e levarselo, così, di torno. Aveva percorso pochi metri che sentì l'abbaiare feroce di alcuni cani arrivare nella sua direzione. Aguzzò la vista e vide un ragazzo correre a perdifiato inseguito da cani e da diversi soldati a cavallo. Il ragazzo, che sembrava molto giovane, si diresse verso un albero di vischio poco distante e riuscì ad arrampicarcisi sopra poco prima che i cani lo azzannassero. <<Scendi di lì, delinquente!!>> lo chiamò quello che doveva essere il capo del gruppo, colpendo forte l'albero con la sua spada. Kaede, che aveva seguito tutta la scena, si avvicinò al gruppo, armato di spada, ed intervenne. <<Che creatura pericolosa si nasconde sull'albero per richiedere l'intervento di ben cinque soldati? Un semplice ragazzo? Non ditemi che ormai l'esercito si abbassa a rincorrere i contadini!?>> I soldati si voltarono verso di lui e il capo gli puntò contro la sua arma. <<Ditemi il vostro nome, prima che vi trafigga, forestiero>> <<Sono Kaede Rukawa e voi state calpestando le mie terre. Andatevene>> <<Rukawa...una grande sorpresa vi attende, a casa!>> sussurrò ritirando la spada e allontanandosi a cavallo <<Uccidetelo!>> comandò. I soldati si avventarono su di lui, ma, con agilità, riuscì a colpirne due e a schivare i colpi degli altri. Uno cadde a terra morto, trafitto dalla spada. Gli altri, vedendo la sua bravura e riconoscendone la superiorità, scapparono a gambe levate. Kaede raggiunse il loro capo, ancora a cavallo, e lo fece cadere a terra con un'abile mossa. Prima che fosse riuscito a rialzarsi gli aveva già puntato la spada al collo. <<Ditemi il vostro nome, prima che vi trafigga>> intimò minaccioso. <<Sono il cugino dello sceriffo Akagi, il mio nome è Minami>> rispose l'altro spaventato. <<Il cugino dello sceriffo...bene! Riferitegli che sono tornato e che non voglio più vedere altri soldati nei miei terreni!>> Lo lasciò libero e questi, rimontato il sella del suo cavallo, se ne andò. In quel momento il ragazzo scese dall'albero quasi ammazzandosi e si rivolse a Rukawa. <<Vi ringrazio, signore>> <<Non l'ho fatto per te>> disse voltandosi. <<Farò in modo di sdebitarmi per ciò che avete fatto>> <<Ma vattene!>> sempre gentile <<Non volete sapere nemmeno perché ce l'avevano con me?>> <<Non me ne potrebbe fregare di meno>> <<Lo sceriffo ci affama! Ci chiede sempre tasse più alte e chi non può pagare viene arrestato o ucciso!>> <<...>> <<Ho ucciso dei cervi dello sceriffo per sfamare la mia famiglia>> <<Vattene!>> Il ragazzo si voltò e corse via, spaventato dallo sguardo assassino che gli era appena stato riservato. In quel momento Sendo fece la sua ricomparsa alle spalle di Rukawa, canticchiando allegro. <<Ahh, non c'è niente di meglio di una bella...>> <<Sta' zitto! Non mi va di sentire le tue insulse chiacchiere!>> <<Stai diventando sempre più intrattabile! Cos'è: sei impotente?>> Rukawa gli puntò l'arma alla gola. <<Vuoi morire?>> <<Veramente no. Abbassa l'arma...>> Kaede mise via la spada e si incamminò verso casa sua. <<Muoviti o ti lascio qui>> disse. Sendo lo seguì cominciando a pensare che sarebbe stato meglio se fosse rimasto in quella cella a farsi ammazzare. Era ormai calato il sole, anche se la differenza non è che si notasse poi molto, quando raggiunsero il castello dove viveva Kaede. <<Ma che diavolo...?>> <<Carino. Sembra che sia andato a fuoco>> costatò Sendo. Come una furia Rukawa entrò nel palazzo ormai incenerito e cominciò ad urlare. <<Padre, dove sei? Padre!? Rispondi stupido vecchio! Dove ti sei nascosto?>> <<Andavate molto d'accordo?>> chiese retoricamente l'altro. <<DOVE SEI RAZZA DI RINCOGLIONITO!?>> Rukawa continuò l'ispezione delle macerie, fino a trovare il corpo di suo padre. Era riverso per terra, in una posizione innaturale. Era stato trafitto da numerose spade e pareva morto da molto temo. Kaede si accasciò accanto al cadavere, ancora incredulo. Si sentiva male. Lo odiava, fin da quando era molto piccolo, ma adesso che era morto si sentiva distrutto dentro. Forse provava dell'affetto per lui, molto profondamente. Si scoprì a versare alcune lacrime sul corpo devastato e Sendo, per una volta, stette zitto in disparte, comprendendo e rispettando il dolore del compagno di viaggio. <<Signorino? Signorino siete voi?>> Una voce conosciuta si avvicinò alle loro spalle. Entrambi i ragazzi si voltarono contemporaneamente, per vedere venire in loro direzione un ragazzo piuttosto basso, che camminava in modo strano, come se gli facesse male muoversi. <<Nobunaga Kiyota!>> disse Rukawa Gli si avvicinò con passo deciso, ma con sguardo furioso, completamente preso dal suo dolore. Lo afferrò per le vesti, strattonandolo e cominciando ad urlare. <<CHE E' SUCCESSO? PERCHE' NON HAI FATTO NULLA PER IMPEDIRE CHE VENISSE UCCISO!?>> Il ragazzo non fece nulla per fermarlo, ma Sendo gli si avvicinò. <<Smettila: non vedi che è ferito!?>> disse duro fermando Rukawa. Il ricco lasciò andare Kiyota e lo osservò meglio, leggermente più calmo. Era vero: aveva numerosi segni di lotta sul volto, ma non gli sembrava ferito molto gravemente. Però Sendo era serio, forse vedeva più profondamente di quanto lui stesso facesse. <<Mi dispiace...io ho tentato...ma non...>> pianse. <<Chi è stato?>> chiese quasi dolcemente Rukawa. <<Gli...gli uomini dello sceriffo...io...>> <<Shhh, stai calmo>> intervenne Sendo passandogli una mano tra i capelli. Si rivolse poi a Kaede. <<Forse è il caso di seppellirlo, non trovi?>> L'altro annuì, ricominciando a fissare il corpo del padre. <<Allora mentre lo fai io mi occupo di lui>> Prese Kiyota per un braccio e lo condusse fuori da quelle macerie, lontano da quella stanza di morte. Si sedettero sotto un albero e Sendo accese il fuoco. Rukawa, ancora all'interno del palazzo, non dava segno di voler uscire. <<Allora, mi dici che cosa ti hanno fatto? Posso tentare di guarire le tue ferite>> Kiyota non rispose e Sendo preferì non insistere. <<In questo caso è meglio mettersi a dormire. Domani penso che partiremo, anche se non so per quale destinazione>> Si mise in una posizione più comoda appoggiato alla pianta e chiuse gli occhi. Dopo alcuni minuti, la voce di Kiyota gli giunse come un soffio alle orecchie. <<...mi hanno violentato...>> Riaprì gli occhi e vide nuovamente le sue lacrime. Non disse nulla: si limitò ad abbracciarlo. Si addormentarono poco dopo, Sendo disteso e Kiyota appoggiato sopra di lui, mentre due forti braccia lo circondavano protettive. ************** Quando la mattina dopo si svegliarono il sole era già alto. Sendo trovò Rukawa già pronto per partire con al collo una croce d'oro massiccio che prima non gli aveva mai visto. <<L'ho già seppellito>> spiegò il ragazzo. <<Adesso che intendi fare?>> <<Ho giurato di vendicarlo ed è quello che farò. Ti conviene tornare a casa: il mio mondo è stato capovolto e dovrò combattere numerose battaglie prima che tutto torni come era>> <<Non tornerà mai come era>> <<Già. Tu, però, torna a casa.>> <<Non ancora. Ti seguirò nelle tue battaglie>> <<Fa come ti pare>> Si allontanò per andare a parlare con Kiyota e Sendo non poté fare a meno di pensare che, dopotutto, qualche lato positivo quel freddo ragazzo ce l'aveva. ************** Raggiunsero la prima abitazione conosciuta nel tardo pomeriggio. Kaede bussò più volte alla porta prima che qualcuno venisse ad aprire. <<Chi siete? Cosa volete?>> domandò una donna attraverso uno spioncino. <<Mi chiamo Kaede Rukawa e sono qui per vedere Hanamichi>> <<Non è in casa!>> chiuse velocemente lo spioncino, ma i tre non se ne andarono. Rukawa continuò a bussare per un bel po', prima che la donna ricomparisse e aprisse la porta. <<Puoi entrare. Solo tu, però>> indicò Rukawa <<e deponi le tue armi>> Fece come gli era stato detto ed entrò lasciando a Sendo la sua spada. La donna lo condusse in un grande atrio e disse: <<Aspetta qua>> poi scomparve attraverso una porta. Pochi minuti dopo una voce dall'ombra lo fece trasalire. <<E così sei tornato dalla guerra, Rukawa>> <<Hanamichi, sei tu?>> <<Si.>> <<Allora fatti vedere alla luce>> <<Cosa vuoi?>> la voce ignorò la sua richiesta. <<Tuo fratello mi ha chiesto di proteggerti!>> <<In questa casa ho tutta la protezione di cui ho bisogno>> Una spada venne puntata alle sue spalle e la voce scomparve del tutto. <<Attaccare alle spalle è da vigliacchi>> disse Rukawa. La spada si allontanò e lui poté voltarsi, trovandosi di fronte ad un uomo vestito con una armatura nera, alto più o meno come lui, di cui non poteva vedere il volto. <<Io sono disarmato>> L'uomo lo attaccò ugualmente. Rukawa si buttò di lato, evitando il colpo e afferrando un candelabro in ferro. Lo scagliò contro l'assalitore, che, preso alla sprovvista, venne colpito in pieno. Rukawa colse questo suo attimo di distrazione per colpirlo con un pugno e mandarlo a sbattere contro il muro. Gli si avventò contro colpendolo allo stomaco e serrandogli le mani colle proprie. L'uomo era forte, ma ormai Rukawa sapeva d'avere la vittoria in pugno. Mosse la mano destra dell'avversario verso la fiamma di una candela poco distante, fino a metterla nel fuoco. Pochi secondi e un urlo di dolore lo congelò sul posto, tanto che l'uomo riuscì a liberarsi. Rukawa conosceva quella voce! L'aveva sentita, sognata, un milione e più di volte! Non poteva sbagliarsi! Con una mossa decisa smascherò l'avversario, scoprendo i suoi capelli rossi e gli occhi color nocciola. <<Hanamichi!>> <<Lasciami, Rukawa!>> Lo lasciò libero e questi, subito, gli diede un calcio nelle parti basse. <<Questo per avermi bruciato la mano, kitsune malefica>> ************** Rukawa e Sakuragi camminavano parlando per il piccolo borgo vicino alla casa del rosso, mentre Sendo e Kiyota si riposavano poco distante. Entrambi i giovani non riuscivano a credere di essere nuovamente così vicini, dopo anni di lontananza, e nascondevano questa gioia con parole veloci e di circostanza. <<Che ne è stato di Ryota?>> <<L'hanno ucciso>> rispose come se se ne vergognasse. <<Chi mi assicura che non l'hai abbandonato per salvarti?>> chiese sull'orlo delle lacrime. <<Non sono un vile>> <<Sei un prepotente viziato>> <<Do'hao, la guerra mi ha cambiato>> <<Non ne sono così sicuro>> Sbuffò. <<Ryota mi ha chiesto di dirti che è morto da inglese libero>> <<Almeno questo...>> <<Voleva che ti proteggessi. Dopotutto sei il cugino del re: corri dei grandi rischi.>> <<Non ho bisogno di te>> <<Infatti si è visto quanto sei riuscito a mettermi al tappeto, prima!>> <<Non sono un debole, kitsune, sono perfettamente in grado di badare a me stesso!>> <<Seee, come no>> Stava per scoppiare la loro prima lite da quando si erano rivisti, quando Sendo li chiamò. <<Stanno arrivando gli uomini dello sceriffo!>> <<Lo sceriffo?>> chiese Hanamichi stupito. <<Si, ho ucciso dei suoi uomini poco tempo fa>> <<Perfetto! Se questo è il tipo di protezione che hai da offrirmi allora è meglio che stia da solo, aiutato da Tetsuo>> <<Tetsuo?>> <<Un amico che mena bene>> spiegò velocemente. Sendo li raggiunse e montò su un cavallo. <<Ehi, quel cavallo è mio!>> protestò Hanamichi. <<Veramente bello!>> disse sorridente <<Sai cavalcare Kiyota?>> Il ragazzo scosse la testa, così Sendo lo issò sul suo stesso cavallo. <<Muoviti, razza di pezzo di ghiaccio, altrimenti ci prenderanno!>> Rukawa montò su un secondo cavallo e il trio partì. "Come il suo solito, non saluta" pensò Hanamichi. In quel momento i soldati dello sceriffo e Minami entrarono nel borgo. <<Davi rifugio a dei fuorilegge, Sakuragi?>> <<Mi hanno rubato dei cavalli, idiota>> <<Li prenderemo presto, non temere>> I soldati partirono all'inseguimento mentre Sakuragi, scossa la testa, ritornava a casa sua, solo leggermente preoccupato per quell'amico d'infanzia che si era scoperto amare. Il cavallo di Rukawa galoppava veloce verso la foresta di Sherwood. Dietro di lui Sendo e Kiyota non andavano molto veloci e i soldati prendevano terreno. L'unica loro speranza era di entrare nella foresta e di seminarli là. <<No, signorino: la forse è abitata da spettri!>> ma l'urlo di Kiyota si perse nel vento, mentre i cavalli oltrepassarono i primi alberi. <<O sfidiamo gli spettri, o diventiamo spettri noi!>> urlò Rukawa proseguendo. Il trio si addentrò per alcuni metri, nascondendosi, mentre i soldati, troppo impauriti, si fermarono senza il coraggio di seguirli oltre. <<Non finisce qui, Kaede Rukawa! Torneremo a stanarti e la pagherai cara!>> urlò furioso Minami, ancora arrabbiato per essere stato sconfitto a duello da quel damerino. Rukawa non badò alle sue parole. Non gli importava minimamente quello che gli altri pensavano di lui, né di quello che dicevano. Li considerava solo degli idioti, gente che non era degna del suo interessamento. E poi era molto felice. Dopo tanto tempo aveva rivisto Hanamichi! Dio, quanto gli era mancato! Eppure, erano successe così tante cose nella sua terra, che faticava a riconoscerla. In primo luogo, suo padre era stato assassinato. Sebbene fosse bravo a nascondere i propri sentimenti e non avesse mai avuto un vero rapporto col genitore, soffriva terribilmente per la sua perdita. Mai, però, avrebbe dato mostra di ciò! Ancor di più, mai avrebbe potuto mostrare ciò che provava per l'amico d'infanzia. Sapeva che nessuno l'avrebbe accettato e che lo stesso Hanamichi non gli avrebbe più rivolto la parola. Della gente non gli interessava, ma di ciò che pensava il rossino sì. Perciò aveva da tempo deciso che si sarebbe tenuto tutto dentro. <<Allora, ti muovi, mister "Io-non-ho-paura-dei-fantasmi-ma-rimango-indietro-senza-muovere-un-muscolo"? Oppure hai deciso di fare le ragnatele!?>> lo chiamò Sendo ironico. Così i tre, smontati da cavallo, proseguirono a piedi addentrandosi sempre più nella foresta sconosciuta e pericolosa.
Continua...
Ryota...scusami, mi dispiace moltissimo! E anche te, Nobu-scimmia, perdonami!! Perdonatemi tutti! Vedrò di farmi perdonare più avanti, non so ancora né come né quando, ma lo farò! Intanto, commentate! Mi farebbe un gran piacere, soprattutto se mi inviate anche delle critiche costruttive! Ringrazio tutti quelli che mi sostengono, primi tra tutti Carol, Koji e Boxer. Un bacione a tutti!! A presto, Ash(Lynx).
|