Eccomi di ritorno dopo mesi e mesi di assenza… vi sono mancata?? Che coro d’angeli… (no, non ci sei mancata per niente NdRukawa). Maledetto!!!

Ora vi lascio alla lettura perché molte persone, spero, vogliano sapere per chi era quel sorriso!!

Ah!! Dimenticavo… i personaggi non sono i miei e approfitto di questo spazio per salutare la mia Senpai (che mi manca tantissimo) e una mia nuova amica… ciao Chibi!!!

 


Kaede, fratello volpe

parte II

di Mitchi 131421


 

“Mitsui, cosa succede?” chiese Kogure vedendo il ragazzo bloccarsi di colpo.

Niente..” rispose guardando il nulla, poi scosse la testa continuando la frase “Mi era sembrato di vedere una persona, ma probabilmente era un fantasma”

“DOVE???” si sentì urlare nel cortile.

I giocatori si girarono verso la provenienza della voce e videro Sakuragi abbracciato fortemente a Rukawa che, impassibile, se lo scrollò di dosso mugugnando un “Do’hao”.

Tutti risero, tranne Hanamichi che ci rimase male e Hisashi, che intanto pensava a Sendo.

 

Aprì la porta d’ingresso di casa sua e una voce, proveniente dalla cucina, gli disse “Bentornato amore!”  Hisashi si affrettò ad andare in quella stanza occupata

“Aki! Che ci fai qui?!

“Se i tuoi sono in vacanza chi ci pensa alla tua alimentazione? Ma io tesoro! Dunque vatti a fare il bagno che qui ci vuole ancora molto, visto che sono arrivato un dieci minuti fa”.

Mitsui diede un lieve bacio sulla guancia al suo ragazzo e se n’andò dicendo “Se sei arrivato dieci minuti fa vuol dire che non eri tu quello davanti alla mia scuola! Meglio così! Perché ciò vuol dire che ti amo così tanto che ti vedo da per tutto!”

L’ultima frase Sendo la sentì in lontananza, Hisashi stava salendo le scale per andare al piano superiore della villa di famiglia e lui, posando il mestolo con cui stava mescolando il cibo disse “Cazzo, mi ha visto!”

 

“Perché mi hai abbracciato?” disse Rukawa, senza guardarlo negli occhi, con tono arrabbiato.

“Non lo so!  È stato improvviso! Ho sentito la parola fantasma e sono scattato!”.

Camminavano uno affianco all’altro sotto il viale alberato del parco, pochi lampioni illuminavano la strada e loro, senza fretta, andavano verso casa.

“Potevano capirlo” disse il moro.

“E anche se fosse?”

Kaede si fermò per rispondere a quella domanda “Ti da così tanto fastidio vivere nell’ombra?” disse.

Si bloccò anche Hanamichi “No, non mi da fastidio, e solo che… non so, vorrei parlarne con qualcuno”. Si diresse verso una panchina e si sedette.

Rukawa lo seguì, s’inginocchiò ai suoi piedi e disse “Non ne puoi parlare con Mito?”

“Si, con lui ne parlo, però, non so, vorrei anche fare un’uscita a quattro con qualcun altro!”

Kaede prese la mano a Sakuragi, lo guardò negli occhi “Lo so amore, ma questo è un sentimento che la gente non accetta molto volentieri, quindi non possiamo dirlo a destra e a manca!”.

Si alzò e gli poggiò un delicato bacio sulle labbra, poi si sedette al suo fianco “In ogni caso non ti rattristare, prima o poi troveremo un’altra coppia! Secondo te, chi potrebbe essere come noi?” 

Silenzio, stavano facendo scorrere la lista con tutti i loro conoscenti.

“Sendo! Potrebbe” disse Hanamichi sorridendo e guardando il suo fidanzato con occhi gioiosi.

 “Mm…. Non so! A proposito… non ti è parso di vederlo oggi vicino al cancello della scuola?”

“Ma dopo gli allenamenti?” erano ancora seduti mentre una bici passò davanti a loro.

“Si, a me è sembrato lui!”

“Non ho visto niente”

“Sarà stato un Dejavù! Sono così eccitato di gareggiare di nuovo contro di lui che lo vedo ovunque!”.

Sakuragi si alzò, mise il borsone a tracolla e guardando Kaede disse “Allora andiamo a casa visto che sei eccitato!”.

Rukawa sorrise, si alzò “Ok!” e s’incamminarono verso l’abitazione dell’ultimo, naturalmente, perché suo padre, come sempre, era in viaggio d’affari.

 

Scese le scale ed andò in cucina con addosso solo un paio di pantaloncini e un asciugamano appoggiato sulle spalle. Lui lo stava aspettando seduto al tavolo e facendo un po’ di zapping alla televisione.

“Adesso che ci penso io ti devo uccidere!” .... che si stesse riferendo al fatto che era andato alla sua scuola? Lo guardò sconvolto “Non mi guardare così, sai? Per colpa tua, oggi, ho preso tre in matematica, scritto cento volte sulla lavagna una frase stupida e fatto cinquanta giri di campo, cosa puoi dire in tua difesa per alleggerire la pena?” Hisashi si sedette sorridendo, Akira tirò un sospiro di sollievo e si tranquillizzò “mi saprò far perdonare stanotte” disse con voce maliziosa. “Wow, allora mangiamo e diamoci subito da fare” prese la bacchette e aspettò la sua ciotola di riso.

Stavano mangiando con Mitsui che, tra un boccone e l’altro, raccontava tutto quello che gli era capitato quel giorno, Sendo rideva, ma sembravano sorrisi di convenienza.

“… e questo è tutto! Invece a te com’è andata la giornata?”

“Niente di che… scuola, pesca e tu”

“Che giornata movimentata! No, dai! Avrai fatto qualcosa oltre a quello che fai sempre?”.

Akira si mise un dito sulle labbra, alzò gli occhi al cielo e mugugnò. “Ah! Si, ho fatto qualcosa?”.

Hisashi esclamò “Oh!” alzando le mani al cielo, poi lo guardò sorridendo “Che cosa hai fatto di bello?”

“Sono andato ad allenamento!”.

Mitsui si bloccò, poi con le mani si coprì la faccia e scoppiò in una fragorosa risata, intanto Sendo si tirò su dal tavolo e cominciò a sparecchiare. Si risedette quando ebbe finito “No, non è vero, non sono andato all’allentamento”.

Il suo fidanzato si asciugò gli occhi e lo rimproverò “Hai fatto male! Se non ci vai rischi di non entrare ai nazionali”.

Il giocatore del Ryonan sbuffò “Scusa! E che oggi non avevo molta voglia! Però ora ho voglia di fare altro! Non so se hai capito” gli fece l’occhiolino e si alzò dal tavolo invitandolo a seguirlo, cosa che fece.

 

Due corpi sudati stavano abbracciati teneramente su un letto matrimoniale. Il loro respiro affannoso, si stava regolarizzando e la mano di uno di loro stava accarezza dolcemente i capelli rossi dell’altro.

“Sai Hana che domani torna mio padre?”

“Di già!” gli dice mentre si corica su un fianco “Ma non doveva stare a Londra per un mese?”

“Si vede che ha già finito di piazzare i contratti! Sai, ha detto che mi deve far conoscere una persona”

“Non mi dire che si vuole risposare?”

Rukawa incrociò le braccia sotto il capo e sbuffò.

“Spero di no, anche se mia madre è morta quando avevo poco più d’otto anni, non voglio che una donna la rimpiazzi”

“Ti posso capire” gli appoggiò la testa sul petto “neppure io voglio sostituire mio padre, e per fortuna sembra che non lo sostituirò mai” ridacchiò, ma capì subito che non era il momento adatto, il suo fidanzato era sull’orlo di una crisi di nervi, e lui stava solo peggiorando le cose. Lo baciò con amore mormorando un “scusa”, ma Kaede lo allontanò “Non ho voglia di ricominciare… dormiamo va!”.

 

Il sole era alto nel cielo quando una persona seminuda si svegliò di scatto mandando a quel paese la sveglia che non aveva suonato, l’altro al suo fiancò replicò dicendogli che era impossibile suonasse se qualcuno prima non la carica. Gli fece una smorfia come a dirgli “non sono in vena” una voce gli rispose

“E dai Aki, in fin dei conti non stai facendo tardi a scuola, he! Oggi è domenica, goditi questa pausa accanto a me” e diede due colpetti veloci a mano aperti sul materasso.

“Non posso Hisa” chiuse la patta dei pantaloni mentre con lo sguardo cercava la maglietta “Oggi devo assolutamente essere a casa per pranzo, mia madre deve farmi conoscere una persona”

“È chi?”

“Non lo so!” mentì. Lo sapeva benissimo chi era, sua madre gliene aveva parlato il giorno prima, ma non se la sentiva di dirglielo, sarebbe stato troppo sconvolgente per lui.

“Aspetta che indovino” Mitsui si mise seduto a gambe incrociate al centro del letto, con le dita si massaggiò le tempie e ad occhi chiusi azzardò un ipotesi “è il nuovo fidanzato di tua madre!”

Sendo non sapeva se ridere o se piangere a quella fantasia… fece una faccia sorpresa giusto per prenderlo in giro e disse “Nooo, mia madre non può risposarsi!”si gettò sul letto facendo finta di piangere “se mio padre annullasse il divorzio? Io mi ritroverei con due padri! Nooo! Non va bene!” si rialzò e lo guardò con aria seria “ma sei scemo o cosa? Figurati se mia madre si risposa, e troppo presa dal suo lavoro di infermiera per pensare a questo” rispose così, ma sinceramente non sapeva cosa sarebbe successo, perché, in effetti, andava a conoscere proprio una vecchia fiamma di sua madre. Ci scherzava su, ma sperava dal profondo del cuore di avere ragione.

 

Suonarono alla porta e la signora Sendo disse al ragazzo che era seduto di fronte a lei di andare ad aprirla. Non si sorprese più di tanto, sapeva fare due più due, e aveva già collegato il cognome della donna che gli aveva fatto conoscere suo padre al giocatore del Ryonan.

Si guardarono negli occhi per molto tempo.

“Non entri? In fin dei conti è casa tua”

Akira entrò, andò nel soggiorno e si sedette vicino a sua madre, Kaede al suo posto.

“Ragazzi, non so se avete già capito la situazione?” disse il signor Rukawa

“Io so già tutto, solo che non sapevo che fosse così grave” rispose Aki

“Io non so niente, spiegatemi!” fu Kaede a parlare.

“Vedi figlio mio, io e la signora qui presente, Midori Sendo, abbiamo avuto una relazione extraconiugale venti anni fa, relazione che è durata finché lei non mi ha lasciato per un motivo a me ignoto fino a qualche mese fa, quando, incontratoci per caso, abbiamo parlato dei vecchi tempi e lei mi ha dato una notizia scioccante”

“Kaede caro, non so come dirtelo, ma io lasciai tuo padre perché ero incinta di Akira” la signora si torceva le mani vistosamente e non riusciva a guardare in faccia nessuno, continuò il suo discorso parlando con il pavimento “io pensavo che il bambino fosse di mio marito, noi desideravamo tanto un figlio, per questo pensai che era meglio troncare quel rapporto, ma, pochi anni dopo, capì che invece non era suo, ma di Takeshi Rukawa, per questo abbiamo divorziato lo stesso anno”

“Ciò vuol dire che io e Sendo, cioè volevo dire Akira, siamo fratelli?”

“Per l’appunto fratellastri, figlio mio”

Kaede si alzò in piedi, uscì dalla stanza, si mise le scarpe nell’entrata e uscì da quella casa sbattendo la porta.

“Penso che ha preso male la notizia” disse Takeshi.

“No, è solo che… “ Akira non riusciva a finire la frase, pensava di dare un dispiacere alle due persone che aveva davanti che ora si tenevano la mano teneramente, si capiva subito che adesso che erano entrambi soli avevano deciso di rimettersi insieme. Come faceva a dirgli che i loro due figli non sarebbero mai andati d’accordo? “È solo che io e Rukawa, cioè Kaede, ci odiamo”

“Vi odiate?” replicò la donna.

“Allora vi conoscete già?” disse l’uomo stupito.

“Siamo rivali nel basket, solo che, sinceramente, non lo odio, anzi per me lui è una sfida e sono molto felice ogni volta che devo scontrarmi contro di lui, però mi sa che per lui non è così… ora devo andare, scusa mamma” si avvicinò al padre di Rukawa e gli strinse la mano “Arrivederci signore, spero che lei sia un ottimo padre per me”.

Salì nella sua stanza, mise il pallone color arancione nella sacca e uscì correndo per strada.

Doveva sfogarsi un po’.

 

Fine capitolo 2

 

 

 

Mitchi: vi ho accontentati, cari lettori, adesso sapete un po’ di più di questa contorta vicenda, ma non è finita qui, perché accadrà che….

(Michiru mette una mano sopra la bocca dell’autrice)

Michiru: non svelare il seguito!!

Mitchi: perdono!!!

 

Alla prossima!!