Avvertenza: questa fan fiction è senza fine di lucro, i diritti relativi ai personaggi appartengono a Tetsuo Hara, Keiichiro Ryu e alla Shueisha. In Italia il fumetto è stato pubblicato dalla Star Comics dal l’aprile del 1999 al settembre del 2000.

Il kabukimono

di Hide-chan


INTRODUZIONE: Questa storia è ambientata nell’epoca Sengoku non so bene neanch’io quando: fra il secondo anno tensho, in cui il protagonista incontra per la prima volta Matsu moglie di suo zio, e il quarto anno dello stesso periodo. Forse si svolge  addirittura nel 12° anno del periodo Eikuro, anno in cui Sukeemon e  Keiji si impossessarono del castello di Arako. Mi scuso con voi ma le mie incertezze, ma il documento, scritto da un vassallo di Keiji, che sto traducendo e racconta questa vicenda è pieno di lacune ed errori che ne  rendono difficile la compressione. Egli aggiunge ai ricordi che ha sentito dalla voce di Okumura altri particolari, in un racconto narrato in doppia persona.

 

Stamattina è arrivato al castello di Suemori, Keiji, il mio cuore sprizzava allegria da tutti i lati, ma allo stesso tempo mi sembrava di sentire una pressione tremenda allo stomaco e al torace. Non so cosa sia ma mi sentivo teso e affaticato senza aver fatto niente di particolare, non era proprio stanchezza ma era come se fossi in una tela che mi legava completamente a sè, ed ogni mio arto fosse legato ad un macigno. Appena aveva finito di farsi il bagno era venuto a tavola sedendosi vicino a me, il suo odore mi inebriava, mi sentivo come circondato da un fronte d’aria calda, un'aria afosa di quelle che ti fanno sudare e ti impediscono di respirare.

Poi Keiji mi chiese se potevamo andare a fare un giro con i cavalli, questa mi sembrò un'ottima idea per sottrarmi all’afa del castello e svagarmi un attimo: benché io sia giovane mi hanno già  affidato il compito di comandare su molti soldati, e secondo molti non mancherà molto a che io diventi il castellano di una delle fortezze della famiglia Maeda.

Avevamo lasciato i cavalli e ci eravamo inoltrati nel bosco, forse camminando mi sarei sentito meglio che andando a cavallo, e poi i cavalli erano già stanchi.

“Oggi che hai?”

“No, niente." *Cosa ti posso dire, non lo so. La tua voce mi ha fatto uno stano effetto sento una gamba formicolare, non riesco più a muoverla…*

“Guarda che se vuoi far l’amore con me non ci sono problemi”

*Cosa sta dicendo, non lo capisco…*

“Guarda che mi è già capitato di vedere dei ragazzi fare l’amore fra di loro. E poi dalla tua tensione ho capito qualcosa. Il tuo modo di comportarti sa tutto di desiderio. Tu non lo esprimi come le ragazze, ma si sente…”

Cosi dicendo iniziò a spogliarsi, sulla sua pelle c'erano alcune cicatrici delle battaglie a cui aveva partecipato, non avevo mai visto una persona che dimostrasse tanto coraggio, per molti era un eroe, mentre altri lo consideravano un folle… *No, non devo distrarmi, muovermi, scappare, rispondergli, bloccarlo… Ma non ci riesco, dovrei vergognarmi non conosco forse i principi del bushido? Non capisco cosa voglia fare Keiji, perché si comporta come un kabukimono, come se fosse padrone di sé, non bloccato dalle regoli formali, o dalla volontà altrui… come se fosse un uomo completamente libero, di seguire le proprie emozioni.*

“Ti conosco Sukeemon, fin da quando eravamo bambini.”

Cosi dicendo mi diede un bacio a cui io, Sukeemon Okumura, non rispondetti neanche quando lui iniziò a muovere la lingua dentro di me, io ero stretto nella morsa delle sue braccia. Anche se non mi dispiaceva. Keji si fermò e mi sorrise:

“Non essere una statua, rilassati e goditi la vita!”

Il suo sorriso genuino, benevole aveva sempre avuto il potere di sciogliermi, di sciogliere l’armatura invisibile della mia anima. Avvicinò di nuovo le sue labbra alle mie, si sfiorarono, si unirono ed ecco che la sua lingua diventò nuovamente audace, questa volta io rispondetti cercando di imitare i suoi movimenti: avevo gia fatto esperienza con alcune ragazze, ma non potevo di certo gareggiare con il mio amico.

 

Keiji Maeda è giovane come me, ma nonostante questo ci sono pochi donnaioli del suo livello nel clan. Una cortigiana mi raccontava che una notte aveva fatto un'orgia con tutte le donne della sua casa di piacere, soddisfacendole tutte, sembrava instancabile quella notte e avrebbe continuato ancora se la padrona non avvedesse che provvedesse prima a pagare il conto… Lei e le sue compagne lo avevano chiamato da allora “il toro da monta di Kanagawa”. La padrona andò al castello a lamentarsi di quel debito con il capofamiglia. Il quale fu da una parte un po’ amareggiato per la figuraccia fatta da un membro così importante del clan, dall’altra fu felice di poterlo riprendere davanti a molti vassalli: anche episodi come questo potevano servire a far notare che per i Maeda era stato meglio che lui avesse usurpato la carica che ricopriva il nipote. Quando però un funzionario gli fece notare che il nipote percepiva una rendita indegna Toshiie si infuriò, e lo sventurato fu mandato a morire in battaglia.

 

Loro due stavano continuando a baciarsi, ma ora sentiva la mano del suo amico scendere, toccarlo all’inguine, dandogli piacere. Finalmente riusciva a sfogarsi, a sfogare il desiderio per i membri dello stesso sesso. Tutto credeva fosse nato quando aveva visto il signor Oda Nabunaga… bello… forte… Il grande condottiero non lo aveva neanche notato (altrimenti chissà cosa sarebbe potuto succedere), ma una parte nascosta era tornata alla luce nel suo animo, un lato che non aveva voluto riconoscere e aveva represso, un samurai deve seguire la via del bushido, non torbidi istinti… Ma ora Keiji lo aveva liberato da tutte le catene.

 

Keiji staccò la sua bocca iniziò a spogliarlo, lui gli diede una mano. Ora erano nudi entrambi. Si sentiva un po’ a disagio. Keiji fece come un inchino e arrivò al suo bacino ed iniziò ad accarezzargli il membro, poi lo iniziò a sbaciucchiare tutto, infine lo ingoiò. Ed iniziò ad andare avanti e indietro con la sua bocca, mentre lavorava sul davanti, Keiji utilizzava le mani per toccargli, palpargli, carezzagli i glutei e le gambe. Iniziò a penetrarlo con un dito, forse, sentì dolore, ma poco, il piacere che provava sul davanti glielo fece passare in secondo piano. Poi un secondo dito, a questo punto si irrigidì. Keiji smise di occuparsi del didietro.

 

A Keiji era successo per caso di vedere alcuni ragazzi far l’amore fra di loro, quindi qualcosa di questo tipo di sessualità la conosceva già, poi non bisognava dimenticare che aveva un notevole intuito e una lunga esperienza con le donne: Akane, Ayako, Shinobu, Satura, Kotori… così  tante da non ricordarne neanche i nomi tranne delle ultime, delle più belle ,delle più lussuriose.

 

Nella bocca di Keiji si riversò tutto il suo sperma, e Keiji tentò di ingoiarlo tutto senza farne cadere una goccia, come aveva visto fare da altri e poi sempre seguendo i ricordi di quelle scene gli leccò il corpo fino alla bocca e di nuovo si baciarono.

Poi il giovane kabukimono si mise a carponi mostrando il sedere, indicandoglielo con un dito gli chiese: “Sei pronto?!” con quel sorriso sincero, di chi si rivolgeva ad una persona per la quale provava affetto, di chi non aveva timori ma era disponibilissimo.

Di nuovo lui Okemura Sukeemon si trovò in crisi, prigioniero del pudore, Keiji trotterellò leggero  a quattro zampe fino a lui e riprese a toccare, baciare il suo membro, a giocarci… Di nuovo si era eccitato e l’amico mise a disposizione di nuovo i suoi glutei accostandoglieli al bacino, accostandoli a ciò che fino a poco prima baciava. Ed egli glielo mise dentro, esitando…

“Forza, stai dormendo?! Impegno!”

Keiji gli sorrise. Con quel sorriso capì di poter andare oltre, come voleva… e iniziò a spingere, voleva sbatterlo, sbatterlo con potenza, sentiva di voler lasciare all’amico qualcosa che non aveva mai provato, e che nessuno sarebbe stato in grado di superare.

“Ah, ah… ancora!”

I gemiti di piacere di Keiji ne erano la prova.

 

In realtà Keiji soffriva da morire, ma una volta intrapresa una strada voleva percolarla, aveva deciso di aiutare Sukeemon, il suo miglior amico che era depresso e sofferente dentro l’anima, senza costrizioni. Keiji in questo modo senza accorgersene seguiva la via del Tao. Okumura non pensava più questo, il suo spirito aveva ceduto agli istinti, e ora pensava solo a farsi l’amico. Alla fine Keiji era tutto dolorante: in genere quando si facevano queste cose con un ragazzo che non lo aveva mai fatto bisognava essere gentili, fare piano, senza strattoni, il miglior amico del signor Maeda lo aveva invece posseduto quasi come se lo stesse violentando.

 

“E’ stato bello” – Keiji sorrise, con il solito sorriso…

“Si è stato bello” – *Sapessi quanto mi è piaciuto.*

“Ora però andiamo a casa, io devo andare a trovare una ragazza che ho visto prima di partire…” – sempre il solito donnaiolo, prima o poi uno dei parenti delle fanciulle vergini che erano sue (volontarie) prede – “... e anche tu ricordati di venire a trovare Hikaru, sapessi quanto ti desidera… Invece, ti devo anche dire che la fidanzata che tuo padre aveva scelto per te sta morendo”

Quest’ultima notizia non lo aveva scosso più di tanto, gliene avrebbero trovata un'altra, meno sciatta magari. Mentre il sentire pronunciare il nome di Hikaru gli aveva fatto sentire di nuovo emozioni forti, per la terza volta il pene si fece lungo, non aveva mai incontrato una donna come lei, un'acrobata che conosceva tutte le arti amatoriali, una forza della natura, che viveva della sua bellezza ed esperienza… Si, doveva andarla a trovare…

Appena finito si era coricato a guardare con gli occhi le nuvole del cielo passare: tutto gli ricordava Keiji, libero, sereno, luminoso… Però Hikaru… il solo ricordo lo accendeva, gli era tornato duro…  quando Keiji si corico vicino a lui:

“Che ti prende?”

“Keichan ti voglio ancora.”

“Si, ma prima tocca a me!”

“Cosa?” esclamò tutto arrossato.

Keiji si era messo a mordicchiare dolcemente il suo collo mentre una delle sue mani si era messa a giocare con un capezzolo, si sentiva eccitato… Anche Keiji lo era: si sentiva dal pene che lo toccava su un braccio…

“Toccalo...”

Era morbido e caldo. Keiji si coricò sopra di lui e iniziò a scendere con il volto, passò a mordicchiargli il capezzolo, poi gli divaricò le gambe e se le mise attorno al busto, con le mani gli teneva il bacino e incominciò, senza farsi prendere dagli impulsi più selvaggi.

“Cerca di rilassarti, sai che ti voglio bene e non ti farei mai male.”

Keiji si era interrotto aspettando che l’amico si calmasse e gli desse un segno di assenso, poi ricominciò. Sukeemon sentiva un po’ male nonostante la delicatezza del compagno, ma dopo iniziò a sentire anche piacere per quel coso che entrava e usciva da lui così caldo…

Appena Keiji ebbe  finito gli si buttò sopra con un bacio, ricordandosi della promessa iniziò a masturbare l’amico con una mano mentre con l’altra ricambiava l’abbraccio…

Era stato veramente bello chissà se Hikaru sarebbe stata all’altezza, di certo lui avrebbe chiesto un servizio migliore del solito! 

FINE

  

HIDE-CHAN: finalmente ho concluso la mia terza ff, e di nuovo ho scelto un fumetto ignorato da alteri/e autori/ici. Ma a differenza di Inuyasha e Ranma è incentrato sui personaggi di un manga che non ha sfondato. Per il futuro dovrei creare una nuova storia autoconclusiva per Ranchan, trasformare il racconto su Inuchan in una serie, e soddisfare Wabinisuke che vuole un’avventura con Keiji…. Ma queste sono solo alcune idee vorrei infatti scrivere un racconto per tutti i personaggi che adoro: quelli di Slam Dunk,  Bastard!!, Bakuretsu Hunter, Miracle Girls,Sesame Street, Kamikaze… e poi ancora ci sarebbebbero Dark Angel, Silent Mobius, Spriggan…



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