Paring:
direi troppi… ehm…
Rating: questo pg-13
Note: Pensate nemmeno in questo capitolo succede
qualcosa… ma è cmq ancora dedicato ai due testoni: Hektor e
David… oltre che entrano in scena altri tre personaggi ^_^
Le autrici: AMS è composto da tre ragazze
- Arual, Miyu e Saya
Just
Love Life
Capitolo 2
di AMS
La
giornata era stranamente bella, non c’erano le nuvole, che solitamente
coprivano la città di Londra così David Spawn, visti
gli impegni saltati con la classe a cui insegnava, decise che si sarebbe
fatto una corsetta. Con la sua bella tutta grigia con dietro disegnato
lo stemma dell’aviazione militare iniziò la sua corsa perdendosi
nei propri pensieri per infine trovarsi all’inizio della via che portava
verso la Snake’s Heart. Si fermò a guardare la via dove passavano
le macchine e guardare nella direzione dove stava quel bel ragazzo
che aveva incontrato non troppo tempo fa…forse sarebbe stato carino
se fosse passato da lui almeno per salutarlo e vedere com’era questa
palestra. In molti dei suoi alluni la frequentavano, dicendo che c’era
carne in abbondanza… ma a lui fregava solo di un pezzo di questa carne…
e lui volava alto come sempre… i suoi occhi infatti si erano posati
sul proprietario. Così senza accorgersene si diresse a passo
veloce verso la palestra per fermarsi di fronte a essa con le mani
nelle tasche della tuta, guardando come si presentava il posto. Osservò
per un attimo il grande tabellone con sopra il nome poi abbassò
lo sguardo indeciso se entrare o meno… scrutando dalle vetrate notò
che Hektor era dentro la palestra, dietro al bancone e stava discutendo
con due ragazze con quel suo sorriso cordiale che quasi sempre gli
albergava sulle labbra… David sorrise a sé stesso continuando
a fissarlo ancora indeciso se entrare, non voleva dargli fastidio.
Era nervoso, quasi più di quando dovette volare da solo per
la prima volta. Il giovane proprietario della palestra intanto salutò
le due ragazze che si diressero allegramente verso gli spogliatoi
con i loro borsoni per cambiarsi...dopo questo Hektor uscì
dal bancone e si mise a girare per il bar, ma quando passò
davanti alla porta d'entrata vide David fuori imbambolato con espressione
indecisa.
”Ehi David!”
Lo chiamò uscendo fuori:
”Che ci fai qui imbambolato?”
Il soldato si scosse e fissò per un attimo il ragazzo appena
uscito e poi sorrise.
“Stavo passando... uhm... cioè stavo andando a correre nel
parco…”
Disse al quanto impaciato, infondo era la verità, chi sa perché
si sentiva così idiota in quel momento… senza rendersene conto
si passo la mano tra i capelli tentando di sorridere.
Hektor lo guardò sorridendo e chiese:
”Un pomeriggio libero eh?”
David annuì senza dire una parola continuando a guardarlo cercando
di imprimersi nella sua mente l’immagine del biondino: Hektor se ne
stava di fronte a lui con un paio di pantalone in tuta lunghi, bianchi,
con righe rosse ai lati ed una canotta rossa, per David quella era
una gran bella immagine. Sembrava che il biondino non se ne rendeva
conto e parlò di nuovo:
”Beh...visto che sei qui...ti va di venire dentro a dare un'occhiata?”
”Va bene…”
Annuì David mai tirando le mani fuori dalle tasche.
”Vieni allora…”
Disse Hektor entrando lasciandogli aperta la porta così che
potesse seguirlo. David entrò subito dietro a Hektor guardandosi
introno e sussurrò:
”Accogliente…”
Sulla sinistra dell'entrata stava il bancone con la reception, accanto
al quale più avanti c’erano due porte che conducevano agli
spogliatoi (maschili e femminili). Sulla destra invece ci stava un
piccolo ed accogliente bar con sedie, tavolini e divanetti. Davanti
a questo c'era una lunga vetrata che dava sulla palestra effettiva
e si vedeva la gente che stava lavorando agli attrezzi o sulle ciclette.
Gli occhi scuri di David si soffermarono un po’ sulle persone che
stavano lavorando e commentò:
“Hai tanti attrezzi…”
“Si...è piuttosto ben fornita....poi al piano di sotto abbiamo
anche due stanze per vari corsi: hip pop, aerobica e simili...”
Il moretto rivolse di nuovo la sua attenzione al proprietario della
palestra:
”Attrezzati per tutti i tipi di voglie sportive che possono venire
alla gente vedo…”
”Beh...si...qui la gente ha tutto quello di cui ha bisogno...”
Infine sorrise di nuovo guardando negli occhi il soldato.
”Vuoi fare un giro dentro?”
David alzò un sopraciglio.
”Adesso?”
“Perché no? Qui alla reception ci può pensare Kevin,
tanto non c'è molta gente....a meno che tu ovviamente non abbia
fretta di andare?”
“No... non ho molto da fare... andiamo...” annuì ”Precedimi…ti
seguo…”
Gli occhi di David si illuminarono per un attimo di una luce strana
mentre la sua mente creava le seguenti parole: 'così potrò
vedere il tuo bel fondoschiena... Day che cavolo stai pensando...
cattivo ragazzo....' scosse la testa come per scacciarli e sorrise
di nuovo.
”Andiamo…”
“Certo....seguimi....” disse il ragazzo biondo avviandosi verso lo
spogliatoio maschile ”Alla palestra si può accedere solo dagli
spogliatoi o dalla stanza del personale...”
“Capisco…”
David continuò a seguire Hektor mentre ogni tanto il suo sguardo
scivolava sul fondoschiena del ragazzo di fronte a lui, il quale sembrava
non accorgersi della cosa o non ci faceva caso… alla fine giunsero
nella palestra vera e propria.
“Eccoci qua....guardati pure attorno senza problemi.”
David si guardò introno scrutando gli attrezzi, senza nemmeno
vedere quelli che ci stavano sopra.
“Sono di ottima marca”
”Si.....ho voluto solo il meglio...ed hanno un'efficienza maggiore
rispetto a marche di seconda mano”
“Concordo con te...”
Il soldato continuò ancora per un po’ a guardarsi introno senza
mai posare lo sguardo sul bel proprietario, intanto Hektor osservava
David che si aggirava tra gli attrezzi sorridendo e con uno sguardo
molto attento, permettendosi di studiarlo da capo a piedi e di fare
qualche apprezzamento mentale.
‘Certo che con la tuta sta davvero bene….anche se la divisa militare
gli conferiva un fascino del tutto particolare…dannatamente sexy..’
sospirò mentalmente il biondino rivangando il ricordo del loro
incontro e di quanto quell’uomo gli era sembrato affascinante, seduto
su quella pachina con l’uniforme dell’aviazione…un vero spettacolo.
” Allora.....ti piace?” disse infine.
“Si, molto accogliente”
Finalmente David si fermò girandosi verso il biondino sorridendo,
il quale ricambio il sorriso.
“Mi fa piacere sentirtelo dire! Vuoi vedere anche le sale dei corsi?”
”Andiamo...”
“Da questa parte...”
E si diresse verso un angolo della palestra dove c’erano delle scale
che li portano al piano di sotto dove stavano due sale...dentro una
si stava svolgendo giusto in quel momento un corso di aerobica, l'istruttrice
era una ragazza abbastanza carina dai capelli rossi. Il moretto osservò
il posto non dando importanza ai presenti che facevano esercizi cercando
di imitare la ragazza al meglio.
”Bel posto…”
”Quella è Cristy...una delle nostre istruttrici...è
molto brava...si occupa di un terzo dei corsi, un terzo sta a me e
l'altro a Malcom...”
Spiego tranquillamente osservando i progressi degli iscritti. Il soldato
lo guardò per un attimo annuendo, sicurissimo che a Hektor
piacessero le ragazze.
”Senti Hektor hai detto che sei un fisioterapista... Ti andrebbe di
dare un occhiata al mio ginocchio?”
Hektor lo fisso un po’ sorpreso ma poi la sua espressione si addolcì.
“Certo...se a te va...” sorrise “Possiamo andare negli spogliatoi
del personale, ok?”
”Va bene, sei tu il capo…”
Hektor ridacchiò un po’ guardando finalmente David.
”Non chiamarmi anche tu capo o boss...basta Kevin per questo...”
Dicendo questo si incamminò verso gli spogliatoi del personale
seguito da un David che scuoteva leggermente la testa sorridendo.
Tornarono al piano di sopra ed entrarono negli spogliatoi vuoti. David
cercò una panchina e vi sedette sopra, alzando i pantaloni
della tuta sopra il ginocchio mentre Hektor si sedeva sulla panca
ai piedi del moretto ed iniziava ad osservare le cicatrici con espressione
improvvisamente cupa e triste, quasi il vedere David concretamente
ferito riuscisse a far star male lui….ed un po’ era così.
Dal danno che la sua gamba aveva subito era convinto che l’uomo avesse
sofferto molto, soprattutto per riuscire a muoverla nuovamente così
bene….e lui odiava vedere la gente soffrire…era il suo punto debole
più grande.
Aveva scelto quell’indirizzo medico proprio perché voleva rendersi
utile ed alleviare le sofferenze della gente….come gli dicevano sempre
i suoi amici Cameron e Noah, aveva il cuore troppo tenero per un medico.
(senti da che pulpito viene la predica!-__-;;; NdMiyu – hai qualcosa
contro i teneroni? è_é NdCam – io di certo non sono
tenero!-_- NdNoah – ah…ok…allora quando stai con Nicolas? NdSaya –
Niki!*___* NdNoah – te pareva -_- NdSaya )
”E’ stato davvero un brutto incidente a vedere queste ferite....”
disse studiando la gamba.
”Il mio aereo è esploso poco dopo che mi so catapultato fuori…”
“Capisco...”
Mormorò il biondino continuando ad osservarla, poi iniziò
a far passare delicatamente le mani sulla gamba ferita, stando attendo
perché non sapeva quanto fosse sensibile quel punto.
”Non serve essere delicati... infondo il ginocchio ormai è
guarito... cioè per quanto poteva guarire..”
Hektor sorrise per un attimo.
“Non sapevo quanto fosse sensibile al tatto...”
David sorrise in ricambio senza dire una parola, mentre il giovane
fisioterapista riprese ad ispezionare la gamba con tocco un po’ più
deciso ma sempre colmo di attenzioni, osservato dall’occhio attento
di David…Il biondino gli accarezzò con le dita la gamba, il
ginocchio, risalendo poi sulla coscia seguendo le linee delle cicatrici
e gli occhi di David erano poggiati su quelle mani, desiderando che
quelle carezze non fossero solo per un controllo medico…ma per qualcosa
di più… così si morse il labbro per fermare la tentazione
di attirarlo a sé e baciarlo, rovinando un’amicizia che stava
appena nascendo.
“E’ davvero una brutta ferita....è sorprendente come tu sia
riuscito a guarire così bene....hai dimostrato una gran tenacia…”
Parlò Hektor, ma senza staccare gli occhi dalla gamba, quasi
fosse rimasto ipnotizzato dalle cicatrici.
”Non abbastanza…” rispose distogliendo lo sguardo e fissando il muro.
”Se no adesso starei di nuovo volando...”
Hektor alzò di scatto la testa, fissando David sorpreso.
”Non dire così...tu forse non puoi capire in termini medici
che cosa sei riuscito a fare per questa gamba! Hai detto che il tuo
medico ti aveva pronosticato la paralisi, no?”
Il soldato sembrò non riuscire a guardare verso il giovane
proprietario della palestra.
“Se sono arrivato fin qui... perché cavolo non riesco ad arrivare
alla meta? Perché continuano a dire che non sono ancora in
grado di volare?”
”Non pretendere così tanto da te stesso....la tua gamba sarebbe
dovuta rimanere sul serio paralizzata, al meglio che ti poteva andare
saresti rimasto zoppo a vita...”
Passò di nuovo la mano sulla cicatrice più grande, sulla
coscia, continuando a parlare con tono dolce.
”Invece guardati, cammini e corri perfettamente, puoi fare qualsiasi
sforzo senza problemi... dovresti esserne felice…”
David scosse leggermente la testa.
”Non so essere felice senza volare...”
Dicendo così abbassò di nuovo lo sguardo, ancora evitando
quello di Hektor, il quale sospirò sconsolato.
Quella è sempre stata la parte più difficile da accettare….per
qualsiasi persona….il fatto di dover rinunciare a parte dei propri
sogni. Non ci si riesce a dare pace e si continua a lottare….senza
mai accontentarsi di quello che aveva o apprezzare quello che gli
era rimasto….lui lo sapeva bene, poteva percepire l’amora smisurato
che David provava per il volo….e si ritrovò inconsciamente
a pensare se sarebbe mai riuscito a trovare qualcuno che lo amasse
nello stesso modo.
“I tuoi medici non ti fanno volare perché un altro incidente
anche meno grave di quello che hai avuto ti potrebbe essere fatale
alla gamba ma...”
Il biondino sospirò di nuovo.
”Se vuoi, per quel che mi è possibile ti aiuterò a guarire.”
Senza dire una parola, focalizzato su un punto impreciso dello spogliatoio,
David annuì leggermente alla proposta.
”Ehi David...su col morale adesso!” disse Hektor tornando a sorridere
allegramente e afferrando il soldato per il mento facendogli sollevare
il capo, trovando due occhi colmi di tristezza e un tentato mezzo
sorriso.
”Grazie…”
”Di nulla...è un piacere!”
Rispose sempre sorridendo poi gli diede una sberletta affettuosa sulla
guancia continuando:
”Dai, vieni di là che ti offro qualcosa da bere!”
David annuì rimettendosi apposto i pantaloni, mentre Hektor
si era già alzato e gli porgeva la mano, che il moretto accetto
ben volentieri.
”Andiamo…”
Dicendo così Hektor passò il braccio sulle spalle del
soldato trascinandolo fuori dallo spogliatoio per andare verso il
bancone del bar. David si lasciò portare senza dire una parola,
al che il biondino lo fece sedere su uno sgabello, mentre lui scivolò
dietro al bancone, dando una pacca sulle spalle al barista che salutò
allegramente il suo capo.
”Allora David, cosa vuoi che ti prepari?”
”Fai tu, mi fido.”
”Sei astemio?”
David che si stava guardando introno, tornò a posare lo sguardo
sul biondo.
”No.”
”Bene...allora so cosa prepararti…”
Sorrise mettendosi a traficare con bicchieri e bottiglie, mentre David
si poggio al bar con i gomiti ammirandolo. Hektor era tutto concentrato
su quello che faceva e dopo qualche minuto porse a David un bicchiere
che era un miscelato di succo d'arancia, un goccio di vodka e limone.
“Grazie.”
Disse il soldato prendendo il bicchiere e sorseggiandolo.
”Prego...spero ti piaccia...” rispose poggiandosi con i gomiti al
bancone fissandolo al quanto curioso, aspettando qualche commento
da parte del moretto.
”Buono, anche se aggiungerei qualche altra goccia di vodka... quasi
non si sente...”
Alzò lo sguardo e incontrò gli occhi di Hektor.
”Lo terrò presente per la prossima volta allora.”
Sorrise senza distogliere lo sguardo, al che David annuì facendo
un mezzo sorriso.
“Allora David....posso considerarti dei nostri? Per la palestra intendo?”
L’uomo annuì di nuovo.
”Si… ma devo stabilire degli orari, sai com'è... le lezioni
non sono sempre alla stessa ora…”
”Capisco....beh...se vuoi ti lascio il mio numero di cellulare....così
mi avvisi, che dici?”
Chiese Hektor sorridendo pensando che così, di conseguenza,
avrebbe avuto il suo. Intanto David tirò fuori tre cellulari
guardandoli malissimo, controllando quali erano quelli di lavoro per
poi rimetterli a posto.
”Scusa sono due di lavoro... non sopporto averceli addosso ma devo...
se serve qualcosa... allora il mio personale è ***-******”
“Ok...segnato!” disse mentre annotava il numero su un foglietto che
poi si ficcò in tasca...in fine si mise a scrivere su un altro
folgietto e lo passò a David.
”Questo invece è il mio...”
David annuì e guardò il numero per poi trascriverselo
nella rubrica del proprio cellulare.
”Domani dovrebbero dirmi gli orari nuovi del semestre.”
Con un ultimo sorso poi si finì il coctail.
”Ok....quando vuoi sono qua...”
”Ecco adesso... credo che sia meglio andare, ti lascio al tuo lavoro.”
Non appena disse quelle parole gli suonò il cellulare che teneva
ancora in mano, guardo il nome che era comparso poi sospirò
rispondendo,era la sorella.
”Dimmi Say.”
Si senti una voce vivace provenire dal apparecchio.
”Uhm... si va bene...ci vediamo dopo... si sorellina non ti preoccupare...
a dopo...”
David rimise apposto il cellulare e guardò Hektor.
”Allora a presto... adesso devo proprio andare.”
”Ok...a presto David…”
Sorrise salutandolo con la mano, intanto il moretto annuì in
saluto, uscì e si guardò introno per poi iniziare a
correre in direzione dell’accademia militare.
Hektor rimase a fissarlo come un ebete, con i gomiti sul bancone mentre
si allontanava ed usciva dalla palestra. Sul suo volto era stampato
un sorriso ed un’espressione quasi sognante da ragazzina alla sua
prima cotta al che Stuard, il barista, non riuscì a trattenere
una risata.
Si avvicinò al suo capo ancora imbambolato a fissare il nulla
e lo prese alle spalle, tirandogli poi l’orecchio sinistro con fare
quasi di rimprovero.
“Hektor Hektor…” canzonò “Sei proprio un bambino cattivo, non
lo sai che non si fissano le persone a quel modo?”
Il biondino fece un balzo e svicolò dalla presa di Stuard,
voltandosi e fulminandolo con lo sguardo.
“Stuard! E che cavolo! Quante volte ti ho detto di non strattonarmi
l’orecchio a quel modo….ho tre orecchini o te ne sei dimenticato!?”
Il barista scoppiò a ridere di gusto.
“Un ragazzone grande e grosso come te che si lamenta per questa sciocchezza!”
disse sorridendo poi in modo malizioso “Dì la verità…ti
scoccia che abbia interrotto i tuoi sogni ad occhi aperti su quel
militare eh?”
Hektor arrossì un po’, mantendo sempre un’espressione offesa
con il suo amico/dipendente, anche se non aveva tutti torti….che diamine!
Potevano permettergli di essere palesemente attratto da David una
volta che questo se n’era andato no!? Sempre a ficcanasare nella sua
vita privata….
“Sei un rompiscatole Stuard…”
“Lo so….ciò non toglie che ti sono simpatico e che quel militare
ti piace…”
“Si…..ma David è troppo perfetto per un tipo come me…” sospirò
“E scommetto quello che vuoi che è un etero convinto…”
“Oh povero Hektorino….vieni dal tuo Stuard che ti consola lui…” disse
con voce un po’ in falsetto.
“Se non la pianti di fare l’idiota dico a Melany che il suo ragazzo
la tradisce….e sai quanto sa essere perfida quella ragazza…” intinò
con un ghigno perfido.
“Oook capo…ricevuto il messaggio…torno a lavorare.”
Così il ragazzo tornò ad asciugare i bicchieri ed Hektor,
soddisfatto di averlo zittito, se ne tornò alla reception a
svolgere il suo di lavoro.
**************************************
Il St.
Bartholomew’s Hospital, quel pomeriggio, era affollato come sempre….un
continuo via vai di gente entrava ed usciva dalle porte scorrevoli
della sala d’aspetto. Medici ed infermiere giravano per l’edificio,
parlando con pazienti o famigliari di ricoverati….era un vero e proprio
formicaio.
In quel preciso istante un ragazzo di circa ventun’anni dai fini capelli
castani, che colpiti dai raggi del sole avevano assunto un colore
simile a quello del grano, e dai lineamenti delicati stava varcando
quelle porte. Indossava un paio di jeans bianchi ed una camicia di
un profondo azzurro, che complimentava i suoi occhi di una tonalità
che sfiorava quasi il blu. Appoggiato al braccio teneva un cappotto
bianco…in fondo erano i primi di settembre, ci si sarebbe aspettata
una giornata più bigia e fredda invece di quel splendido sole…ma
visto che a Londra il tempo cambiava a schiocco di dita si era preparato
ad ogni evenienza….lui poi doveva stare in particolar modo attento
a quegli sbalzi di temperatura.
Una volta dentro l’ospedale si mise a camminare a passo sicuro per
i corridoi, salutando cordialmente ogni tanto alcune infermiere che
conosceva, ed alla fine arrivò davanti alla porta di uno studio….sulla
porta stava in bella vista la targhetta con su scritto “Dr. McCrane”.
Il ragazzo bussò alla porta.
“Avanti.” Rispose una voce al suo interno.
Il biondino allora entrò e sorrise cordialmente al medico che
stava seduto dietro la sua scrivania a studiare delle carte….non gli
avresti dato più di trent’anni.
“Ciao Cameron….scusa per il ritardo…sono stato trattenuto più
tempo del previsto in università…”
Il dottore, che aveva i capelli corti, castani che però tendevano
al rosso, e caldi occhi marroni, alzò lo sguardo su di lui
e sorrise.
“Non ti preoccupare Niki, mentre ti aspettavo mi sono messo a controllare
alcune cartelle mediche…e poi tu sei il mio ultimo paziente…quindi
hai tutto il tempo che vuoi.”
“Lo so….ma mi spiace....ti trattieni sempre oltre il tuo turno per
potermi visitare…” disse con aria un po’ colpevole.
“Beh…ma se non ti tengo sotto controllo io non lo fa nessun altro…”
sorrise “E poi lo sai che per me è un piacere passare un po’
di tempo con te…oltre che essere un mio paziente sei anche mio amico,
no?”
“Grazie Cam…sei troppo buono con me.” rispose Nicolas.
“Sciocchezze, ora basta convenevoli….chiacchieriamo mentre ti visito!”
disse Cameron alzandosi dalla scrivania e mostrandosi in tutta la
sua altezza, che sfiorava quasi il metro e novanta.
Nicolas non se lo fece ripetere due volte, in fondo, con una visita
alla settimana sapeva come comportarsi ormai. Iniziò lentamente
a spogliarsi, appoggiando i suoi vestiti su una sedia, fino a rimanere
solo in boxer…poi si andò a sedere sul lettino in modo che
Cam potesse visitarlo. I capelli, che gli solleticavano appena le
spalle, lo fecero rabbrividire un po’.
Il fatto di trovarsi praticamente nudo di fronte ad un’altra persona
lo metteva tremendamente in imbarazzo ed anche con Cameron, che era
il suo medico da ormai due anni, non riusciva a cancellare completamente
quella sensazione….colpa del suo carattere timido.
Cameron, da parte sua, sapeva come era fatto Niki e non faceva nulla
per imbarazzarlo ancora di più.
“Allora Niki…dimmi un po’, com’è andata questa settimana?”
chiese mentre iniziava a visitarlo.
“Tutto bene…la professoressa Carter lunedì era talmente ispirata
che ha proposto l’idea assurda di farci lavorare con la ceramica…sono
venute fuori delle gag assurde con i miei compagni di corso!” disse
il biondino sorridendo allegramente, un sorriso che avrebbe contagiato
chiunque.
“Immagino che tu avrai creato qualcosa di meraviglioso come al tuo
solito.” rispose Cameron, anche lui con un sorriso.
Nicolas arrossì leggermente a quell’osservazione ed il giovane
dottore si sarebbe messo a ridere se non fosse servito solo a farlo
arrossire di più. Niki era tremendamente modesto….aveva un’incredibile
talento per l’arte e non lo avrebbe mai ammesso….non aveva fiducia
in sé stesso.
“Non è vero…non era niente di speciale…era solo un vaso che
poi ho dipinto un po’.” mormorò.
‘Ecco…si sminuisce come al solito.’ pensò Cameron scuotendo
il capo.
“Allora portamelo la prossima settimana…così ti dico io se
è un capolavoro o no…”
“Come vuoi…ma davvero…non ne vale la pena….”
“Che voto ti ha dato la Carter?”
“Ehm….” abbassò e distolse lo sguardo imbarazzato.
“Lo sapevo…ti ha dato il massimo…”
“Si ma….è stata particolarmente buona quel giorno…”
“Niki piantala con queste scuse o mi arrabbio ok?”
“Va bene…” mormorò il ragazzo, rimanendosene zitto per un po’
lasciando che Cameron finisse di visitarlo. Di solito, queste visite
di controllo non duravano più di una mezzora…a meno che Cam
non trovasse qualcosa che non andava…ma fortunatamente quei casi erano
stati pochi in due anni.
“Le medicine le prendi tutti i giorni, vero Niki?”
“Certo….mattina e sera…”
“Qualche attacco questa settimana?”
“Nessuno.”
“Neppure lieve?”
“No…di nessun tipo…”
Il giovane medico allora si allontanò dal ragazzo e lo fissò
con un sorriso soddisfatto.
“Sembrano che le nuove medicine stiano funzionando bene….gli attacchi
sono molto diminuiti…ma non per questo devi dormire sugli allori capito?”
“Lo so Cam…me lo ripeti sempre…” sorrise….sapeva che il suo amico
si stava solo preoccupando per lui perché teneva a lui.
“Beh…allora lasciami la soddisfazione di dirtelo ancora…”
Cameron gli passò affettuosamente una mano tra i capelli, come
avrebbe fatto un fratello maggiore al suo fratellino, e poi gli diede
uno buffetto sulla guancia.
“Forza, scendi da lì….sei in perfetta forma…” disse indietreggiando
un po’ per dar modo a Nicolas di scendere.
Il biondino aveva appena abbandonato il lettino quando la porta dello
studio si aprì di colpo senza che qualcuno avesse prima bussato
e lo bloccò sorpreso. Subito dopo entrò un medico dai
corti capelli neri e dagli occhi azzurri, che però erano nascosti
dietro le lenti di un paio di occhiali da lettura. La sua attenzione
era puntata su un foglio che teneva in mano e non si era accorto della
presenza del giovane paziente.
“Cammy…senti…hai ricevuto anche te questo avviso? Non ti sembra che….”
si interruppe di colpo, infatti aveva alzato lo sguardo per fissare
il suo collega ed allora aveva scorto Niki, ancora mezzo nudo, in
piedi nello studio.
Il biondino lo fissava in un misto di sorpresa ed imbarazzo…per non
parlare che era rosso come un pomodoro (ed era dir poco). Avrebbe
tanto voluto qualcosa per coprire la sua semi-nudità ma non
aveva nulla a portata di mano per farlo, così rimase lì
in piedi…desiderando di sprofondare nel pavimento.
Noah intanto continuava a puntare i suoi occhi su quella che nella
sua testa era stata definita una creatura angelica, e non riusciva
a distogliere lo sguardo per fissare il suo migliore amico, il suo
sguardo scivolò per un attimo sul corpo del ragazzo per poi
tornare a fissare nei occhi il ragazzo imbarazzato…
“Noah! Sto facendo una visita cavolo! Bussa prima di entrare!” lo
rimproverò Cameron con espressione contrariata.
L’altro medico allora si riscosse e tornò a fissare Cam.
“Scusa…mica lo sapevo…pensavo avessi finito…”
Poi riporta lo sguardo su Nicolas e fa un piccolo inchino.
“Mi scusi…”
“Non….non si preoccupi…non è successo nulla di grave…” balbettò
imbarazzato e sempre rosso in volto.
“In teoria avevo finito…ma lui è una paziente speciale…quindi
capita spesso che venga fuori orario.” spiegò il rossino sbuffando.
“Io non so davvero come scusarmi…” rivolto ancora a Niki prima di
fulminare Cam con lo sguardo “Ah beh…potevi anche avvertirmi tu…”
“Si ma che ne sapevo che mi saresti venuto a cercare....ci siamo visti
poco più di mezzora fa...”
Niki, vedendoli iniziare a litigare, cercò subito un modo per
calmare la situazione nono stante l’imbarazzo…in fondo era colpa sua
no?
“Davvero....non importa.....non state a litigare per me....”
“Si ma Cam…” e torna a fissare Niki “ Non ti preoccupare... comunque
scusatemi per la mia sfacciataggine….Noah Retford, piacere.”
“N-Nicolas Grant…”
Cameron intanto alzò gli occhi al cielo….possibile che Noah
fosse sempre il solito!?
“Allora io vi lascio... parlo dopo con te Cammy” e senza aggiungere
altro se ne esce dallo studio tutto agitato.
Cameron scosse il capo e poi fissò Nicolas, che fissava ancora
rosso in volto la porta da cui era uscito Noah.
“Vestiti Niki....altrimenti non mi perdonerò mai il fatto che
ti sia ammalato stando proprio qui da me...”
“Ah…si…certo” disse riprendendosi del tutto ed andando a prendere
i vestiti per indossarli.
“Ti prego di scusare il mio collega….è un po’ sbadato a volte
ma è una brava persona..”
“Non ti preoccupare…davvero…è stato solo un incidente…non è
successo niente..” rispose sorridendo mentre si abbottonava la camicia.
“Lo so…però certe cose non dovrebbero capitare…”
“Dai…è tutto a posto…”
Cameron sbuffò e tornò a sedersi alla sua scrivania
ed estrasse la sua agenda degli appuntamenti.
“Allora Niki…quando ci vogliamo vedere la settimana prossima?”
“Per te va bene venerdì prossimo?”
“Alla stessa ora di oggi?”
“Sarebbe perfetto..”
“Ok…non ho altri impegni quel giorno….quindi…” fece scorrere un po’
la penna sull’agenda “Eccoti segnato!”
“Grazie Cam…”
“Di nulla caro….” sorrise “Sei pronto? Così ti accompagno fuori.”
“Non ti preoccupare, vado da solo…” tentò di protestare ma
senza successo.
“Tranquillo…ho finito il turno no? Su vieni…” e si alzò dalla
scrivania per aprire la porta e lasciare che Niki uscisse.
“Ok…come vuoi…”
Nicolas afferrò la sua giacca ed uscì dallo studio del
dr. McCrane con il dottore stesso a presso. I due si incamminarono
per i corridoi fino ad incrociare nuovamente Noah, che stava parlando
al telefono vicino ad un bancone, dietro il quale stava un’infermiera
dall’espressione piuttosto divertita.
“No signora Monroy ascolti, sua figlia è stata operata per
l'appendicite….l'operazione è andata più che bene e....signora
Monroy mi lascia finire?…”
‘Oh…la signora Monroy….povero Noah’ pensò Cameron divertito,
che si stava ascoltando tutto il discorso da poco lontano….quella
donna era davvero un prova per la calma di qualsiasi medico, mai vista
una tipa più apprensiva e nevrotica.
Nicolas intanto stava fissando Noah con lo stesso rossore ed imbarazzo
di poco prima.
“Sua figlia sta bene...” continuò Noah ormai esasperato “Ed
è normale che non si senta tutto questo granché dopo
l'operazione subita da poco... certo signora... porti pure sua figlia
a fare una visita... buona giornata...” e riagganciò la cornetta.
“Problemi?” chiese Cam.
“No…la signor Monroy se li crea da sola…” sbuffò.
“Ahhh...la tipa che stava dando di matto per l'operazione della figlia...”
“Si…adesso dice che sua figlia sente dolori…il che è normale
l'ho aperta in due praticamente..” disse avvicinandosi al gruppetto,
lanciando ogni tanto qualche occhiata a Nicolas….occhiate che Cam
notò subito.
“Beh...effettivamente....”
Il biondino invece era ancora troppo imbarazzato per poterlo fissare
direttamente in volto quindi teneva lo sguardo un po’ basso per evitare
il suo.
“Sono passati 3 giorni dall’operazione….mi ha chiamato dal piano superiore
che sua figlia non si sente bene e che vuole che le faccia una visita...
ho mandato Montgomery comunque…”
Cameron a quella notizia scoppia a ridere.
“Povero ragazzo...sei perfido Noah...lo hai messo nelle grinfie della
madre isterica”
“Su via deve fare pratica anche lui.” sorridendo non troppo innocentemente
“Quest'anno si laurea”
“Si ma così lo spaventi” continuando a sghignazzare.
“Si ma deve capire cosa lo aspetta in futuro”
Noah tornò a fissare Niki, che se ne stava in silenzio accanto
a Cam ad ascoltare i loro discorsi da medici, e gli sorrise. In risposta
il biondino abbozzò anche lui un sorriso, osando alzare un
po’ di più lo sguardo.
“Anche questo è vero....il tirocinio è sempre la parte
più dura...” continuò il medico dai capelli rossicci.
“Quello che hanno fatto a me non voglio nemmeno ricordarlo” sospirò
il moretto scuotendo il capo.
“Io non è che me la sia passata meglio lo sai...”
“Se la sono presa con noi…gli scherzi che Jonson mi ha fatto non me
li dimenticherò mai.”
“Brrr....non mi ci far pensare...” rabbrividì facendo ridere
Noah.
“Andiamo a prendere qualcosa da bere?”
“Ah....allora io vi lascio....” disse Nicolas, ritrovando finalmente
la voce.
“Puoi venire con noi se vuoi” lo incoraggiò Noah sorridendo.
“Si dai Niki....vieni a bere qualcosa con noi....ammesso che tu non
abbia altro da fare ovviamente” aggiunse Cam.
Nicolas li fissò entrambi imbarazzati non sapendo cosa fare.
“No...veramente non ho nulla da fare ma...ecco...non vorrei disturbarvi....”
“Sei il benvenuto” disse in fine Noah con un sorriso disarmante che
fece cedere il biondino.
“Beh....se la mettete in questo modo allora...accetto..”
I due si sorrisero a vicenda e quel particolare non sfuggì
all’occhio attento di Cameron che sogghignava mentalmente con una
vaga idea che gli frullava nel cervello.
I tre, ora che si erano messi d’accordo, si incamminarono verso la
caffetteria dell’ospedale, che era un po’ affollata a quell’ora di
pomeriggio, quasi sera ormai, e si sedettero ad un tavolo.
“Allora che prendete voi due, così vado ad ordinare?” chiese
Noah rimanendo in piedi.
“Per me un caffè macchiato” rispose Cam.
“Io…un succo d’arancia grazie..” disse Niki.
Il giovane medico fece un cenno col capo e si avviò verso il
bancone del bar a prendere le loro ordinazioni, lasciando il suo collega
ed il ragazzo da soli. Il biondino aveva seguito con lo sguardo Noah
allontanarsi….ora che lo poteva osservare bene a mente lucida doveva
ammettere che era davvero un bel ragazzo, avrà avuto la stessa
età di Cam….era allegro come lui e sembrava essere davvero
molto gentile.
Un po’ gli piaceva doveva ammetterlo…anche se la sua era solo una
sensazione basata su una conoscenza superflua…e poi comunque non avrebbe
avuto nessuna possibilità con lui…c’era Cam no?
Cam, che aveva notato la cosa, era tornato a sorridere in quel suo
modo di chi la sapeva lunga….quando Nicolas si voltò nuovamente
verso il suo medico e lo vide sorridere, arrossì di colpo imbarazzato.
Era stato colto in flagrante…ma Cam decise di far finta di niente….per
ora.
“Scusalo ancora per prima Niki....spero non ti abbia messo troppo
in imbarazzo”
“No...non ti preoccupare...” rispose arrossendo ancora di più
al ricordo di essere stato visto quasi nudo dall’altro ragazzo.
Il medico dai capelli rossi lo fissò tra l’intenerito ed il
divertito.
“Voi due...ehm...siete amici da tanto vero?” chiese infine il biondino
cercando di cambiare discorso.
“Si...dai tempi dell'università...è un tipo interessante
non trovi?”
Nicolas stava per rispondere ma giusto in quel momento comparve Noah
con un piccolo vassoietto delle loro ordinazioni e tornò a
sedersi al tavolo.
“Chi io?” chiese curioso….Niki arrossì.
“Pensi sempre di essere al centro dell'attenzione eh? Comunque si...parlavamo
di te...”
Noah fissò Cameron e Nicolas interdetto.
“E cosa dicevate di me?”
“Niente di che - alzando le spalle - gli ho solo detto che siamo amici
fin dai tempi dell'università...”
“Eh si, Cammy mi sopporta da tempo immemore ormai”
Cameron ridacchiò e gli fece l’occhiolino.
“Sono il tuo santo personale”
“Eh già che farei io senza di te” rispose con voce melodrammatica.
Intanto entrambi i medici avevano iniziato a bere i rispettivi caffè
mentre Nicolas li fissava cercando di calmare il rossore del viso.
Nel sentirli parlare in quel modo così rilassato e confidenziale,
come se sapessero ogni cosa dell’altro, non riuscì ad evitare
di sentirsi un po’ invidioso….erano così affiatati quei due.
‘Deve essere bello essere così innamorati…’ pensò con
un po’ di malinconia…lui non era mai stato voluto da nessuno in quel
modo, lo avevano sempre illuso e poi fatto soffrire….perché
la gente aveva così paura di lui?
“Siete davvero una bella coppia…” disse…quell’osservazione non era
proprio riuscito a trattenerla, perché era vera e sentiva giusto
fargliela sapere.
Noah, a quelle parole, sputò il caffè sul tavolo e Cameron
per poco non si strozzò con il suo, iniziando a tossire per
respirare.
“Eeeeh? Coppia?” disse il moretto con espressione incredula.
Nicolas lì fissò sorpreso e con espressione colpevole.
“Ho....ho detto qualcosa di sbagliato..?”
Noah lo fissa ancora un attimo e poi scoppia a ridere, afferrando
dei tovaglioli ed iniziando ad asciugare il tavolo.
“Niki...hai preso un abbaglio....” disse Cameron continuando a tossire.
“Eh?”
“Noi non stiamo insieme” spiegò meglio Noah, che intanto aveva
finito di pulire.
“Ah.... - arrossendo come un pomodoro - ma io....non intendevo in
quel senso....cioè...non solo....insomma....volevo dire che
eravate una bella accoppiata...”
Nicolas abbassò lo sguardo sul tavolo….in quel momento si voleva
sotterrare o nascondere da qualche parte per la bellissima figura
di merda che aveva fatto. Perché doveva sempre mettersi in
ridicolo? Anche se….provò un certo sollievo nel sapere che
Cam e Noah non erano fidanzati come credeva.
“Non ti preoccupare sono cose che succedono..” ridacchiò Noah
per poi fargli l’occhiolino “Anche se sinceramente... Cammy bacia
bene”
“Ah grazie...l'impressione è reciproca...anche tu non te la
cavi male” rispose Cameron ridendo mentre Niki era sempre più
confuso…ma non avevano detto di non stare insieme?
Noah vedendo il ragazzo in piena confusione si affrettò a spiegare
la cosa.
“Abbiamo perso una scommessa... mentre eravamo un po' brilli.”
“Un po’ tanto direi.”
“Ah...capisco...”
“Si Cammy ma c'è lo ricordiamo”
“Il che è strano visto che non ricordo molto dell'intera serata
in questione...”
Nicolas intanto, un po’ più tranquillo, si era deciso a bere
il suo succo d’arancia, che era rimasto abbandonato sul tavolo.
“Concordo... la mattina dopo mi son svegliato con un mal di testa
atroce”
“Non me ne parlare Noah...”
In quel momento il cercapersone del medico dai capelli neri iniziò
a suonare ed il ragazzo lo sganciò dalla cintura per vedere
chi diavolo lo stava disturbando in quel momento.
“Non adesso, sono in pausa…” sbuffò “Ecco... devo andare...
mi dispiace tanto”
Detto questo si alzò dal tavolo e sorrise ai due, in particolar
modo al ragazzo dai capelli color del grano.
“Spero di rivederti presto Nicolas”
“Anche io e....beh...arrivederci....” rispose al sorriso….e così
Noah corse via, seguito sempre dallo sguardo attento di Niki che sospirò
dispiaciuto nel vederlo sparire così presto.
Lui e Cameron rimasero a parlare ancora qualche minuto del più
e del meno….il medico si scusò in particolar modo perché
erano stati solo lui ed il suo collega a parlare ed a monopolizzare
la conversazione….ma Niki scosse la testa, a lui non era dispiaciuto
starli ad ascoltare anzi, aveva potuto farsi un’idea più concreta
su che tipo era Noah.
Alla fine anche Nicolas se ne andò perché si era fatto
tardi e doveva tornare a casa...o meglio, al dormitorio dell’università,
perché aveva un progetto da finire.
Passano
un paio d’ore….Noah se ne stava in abiti civili alla reception a firmare
le ultime carte prima di andare a casa. Cameron uscì in quel
preciso momento dagli spogliatoi del personale, vestito normalmente,
e si avvicina all’amico.
“Hai finito?”
Noah alzò lo sguardo dalle carte e sorrise a Cam.
“Non vedi che sono già in abiti civili?”
“Bene...quando vuoi andare sono pronto...e grazie ancora del passaggio...domani
dovrei avere di nuovo l'auto funzionante.”
“Ma per così poco, per me è un piacere” disse firmando
l’ultima carta e passandola poi all’infermiera che arrossì
“Arrivederci Signorina Claymour”
Noah si sistemò la giacca e si voltò verso il compagno.
“Possiamo andare ora”
“Perfetto.”
Con questo i due medici uscirono dall’ospedale e si diressero verso
il parcheggio a recuperare l’auto di Noah…una Mercedes nera dell’ultimo
modello.
“Allora…come mai non mi hai mai parlato del tuo paziente?” chiese
Noah mentre apriva la vettura.
“Parli di Niki?”
Il moretto fece un cenno affermativo col capo sedendosi poi al posto
di guida, imitato da Cam che si sedette accanto a lui.
“Mah....non mi è mai venuto in mente di farlo....tutto qui..”
“Ma è un paziente speciale? Che ha che non va?”
“Ti ricordi il dr. Orcot che è andato in pensione 2 anni fa?
Beh...Niki era un suo paziente del quale si è preso cura fin
da quando era piccolo....” spiegò “Andando in pensione e trasferendosi
in Galles, non poteva più curarlo così ha chiesto a
me di occuparmi di lui...ormai più che un paziente Niki è
un amico..”
Poi si interruppe un attimo sospirando e passandosi una mano tra i
capelli….e Noah colse l’occasione per far partire la macchina ed avviarsi
verso casa di Cam.
“Per quanto riguarda il motivo delle sue continue visite...beh...”
“E’ qualcosa di grave?” chiese Noah un po’ preoccupato.
“Può diventarlo se non è tenuto sotto controllo...vedi...la
salute di Niki è molto delicata e gli basta davvero molto poco
per ammalarsi.... e quando succede...beh...sono danni perché
fa molta più fatica degli altri a riprendersi…” disse scuotendo
il capo con un po’ tristezza “Da piccolo ci è mancato poco
che morisse per una polmonite...”
“Capisco…mi dispiace, sembra un ragazzo tanto carino.”
Cameron si voltò a fissarlo con uno strano sguardo attento
e lo scrutò da capo a piedi mentre continuava a guidare.
“Carino eh?”
Noah si voltò un attimo nella sua direzione prima di tornare
a fissare la strada.
“Che hai? Perché mi guardi in quel modo?”
“No...niente...è solo che l'ultima volta che hai definito 'carino'
un ragazzo è stato Christopher...e ci hai provato spudoratamente
con lui una settimana prima di capire che era fidanzato...” sorrise
divertito al ricordo….facendo arrossire l’amico.
“E che ne sapevo io che era fidanzato…” mormorò “Perché
Nicolas è fidanzato? Etero?”
Il sorriso di Cameron si allargò maggiormente a quelle domande….oh
come lo conosceva bene Noah quando faceva così….
“Ahhh...allora ti interessa Niki eh?”
“No…” rispose il moretto, anche se non sembrava molto convinto lui
stesso delle sue parole “Sembra un persona interessante niente di
più.” ( tzè.. ndSaya cosa? ndNoah niente ndSaya ihihih^^
NdMiyu)
Cameron continua a sorridere pensando ‘Si, come no…valla a raccontare
a qualcun altro.’
“Oh beh...interessante lo è senza dubbio...”
“Comunque non mi hai ancora risposto”
“No...non è ne etero ne fidanzato..”
“Ah allora sai bene cosa gli piace.” disse lanciando una strana occhiata
a Cam.
“Sono il suo medico personale da 2 anni....mi sembra il minimo…e d’altra
parte anche lui sa che non sono propriamente interessato alle ragazze.”
rispose in tutta tranquillità ignorando l’occhiata.
“E come l'hai capito?”
“Mah...all'inizio è stato un sospetto che si è fondato
nei primi mesi che l'ho conosciuto...poi un giorno è venuto
da me per una visita con l'espressione tipica di chi si trova sull'orlo
di un baratro e sta meditando di buttarsi di sotto...” si rattristò
al ricordo “La prima cosa che ho pensato era che stesse male ma non
era così...quindi sono riuscito a sbottonarlo e mi ha raccontato
di come il suo ragazzo l'aveva piantato senza troppe cerimonie..”
Cameron sospirò guardando fuori dal finestrino le strade ormai
illuminate dai lampioni.
“Da allora mi è capitato un altro paio di volte vederlo in
quelle condizioni...e di doverlo consolare oltre che visitare”
“Povero ragazzo...” sinceramente dispiaciuto “Ma come può qualcuno
desiderare piantarlo…”
“Hanno paura di lui...della sua fragilità e di farsi coinvolgere
troppo...così lo usano e poi lo abbandonano prima che sia 'tardi',
senza preoccuparsi di farlo soffrire o meno....”
“Odio persone del genere..” disse Noah diventando terribilmente serio
“Non si dovrebbe mai fare una cosa del genere.”
“Già....ma per certa gente è comodo agire così...”
“Io non vorrei mai vedere quel faccino dolce triste…”
Noah aveva parlato ad alta voce senza accorgersene e Cam tornò
nuovamente a fissarlo, questa volta con un sorriso dolce e non più
derisorio.
“Allora ti piace sul serio...”
Il moretto fermò la macchina davanti a casa di Cameron…nessuno
dei due si era accorto che erano praticamente arrivati tanto erano
presi nella conversazione.
“Non lo so sinceramente...” sospirando “Mi ha colpito non appena l'ho
visto….e senza rendermene conto... forse hai raggiane tu, mi piace
sul serio”
“Ci credo che ti ha colpito....lo hai visto praticamente nudo!” scherzò
ma poi tornò serio ed appoggiò una mano sulla spalla
di Noah “Comunque sono felice....Niki è un ragazzo a posto...e
sono convinto che se ti mettessi con lui lo tratteresti nel modo giusto...come
merita di essere trattato..”
Il compagno si voltò a fissarlo.
“Non credi che sia troppo vecchio per provarci?”
“L'amore non ha età, lo sai....e poi ha 21 anni, non è
un bambino...e tu ne hai 29….non è una differenza tanto grande
sai?”
Noah annuì debolmente.
“Ci sentiamo più tardi ok? Oppure ti vengo a prendere domani?”
“Se ti manco tanto chiamami pure - e gli fa l'occhiolino - comunque
si....passami a prendere domani, così passiamo dal meccanico
a ritirare la mia auto...” disse aprendo la portiera e scendendo.
“Va bene...a proposito!” bloccandolo prima che se ne andasse “La prossima
volta che deve venire Nicolas averti mi…”
“D'accordo...puoi contarci...buona notte Noah...”
“Notte anche a te Cammy”
Fine capitolo due
Miyu:
mamma mia Niki....sei un rossore continuo-__-;;;
Niki: ma...io....é///////è
Miyu: appunto...-_-
Saya: ... *guardando Noah*
Noah: cosa?
Saya: niente… niente
David: *imbambolato a guardare Hektor*
Hek: *_______* -inebetito a pensare a David-
Cam: ed io sono solo soletto ç___ç
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