NOTE: i personaggi nn sono miei, ma di Kurumada sensei . ma come tutti i miei
amici sanno, nelle mie fantasie più sfrenate sono miei davvero ;P
Just
lonely souls
parte II
di Sakura
"Stupido, stupido, stupido!! Ma che ti è passato per la testa?
Baciarlo . l'hai baciato! Te ne rendi conto?" Milo affondò il viso
nel cuscino, forse per nascondere la vergogna . ma sentiva sulle labbra
ancora il sapore di quelle sconosciute, che l'avevano accolto senza
scomporsi. Che cosa doveva pensare ora di se stesso?
"Io, il grande Milo ho baciato . un uomo! E oltretutto il più
depravato qui al Santuario! Altro che viso d'angelo! E' stata colpa sua,
quel maledetto! Il suo modo di fare mi ha fatto reagire così . però .
però . diavolo! Sono stato io a baciarlo, non lui!"
E mentre Milo si tormentava con questi pensieri, qualcun altro tentava,
invece, di schiarirsi le idee.
"Certo che quel ragazzo è proprio strano! Prima si è arrabbiato -
chissà per quale motivo, poi - e poi . mi ha baciato" un leggero
sorriso apparve sulle labbra pallide di Camus. Nonostante l'atto così
inconsueto, non provava vergogna nè ribrezzo. Nulla di tutto questo,
anzi.
Il suo primo bacio era stato . buffo, ma estremamente dolce. E, dentro di
sè era felice che a darglielo fosse stato proprio quel ragazzo. Inspirò
a fondo, prima di gettarsi sul letto: chiuse gli occhi e, l'ultima cosa
che la sua mente vide furono gli occhi di Milo che sprizzavano scintille,
blu come le sue iridi.
***
Il Santuario era immerso nel silenzio della notte, quando una figura
sospetta entrò nell'undicesimo tempio.
Ci aveva pensato lunghe, lunghissime ore e l'unica cosa che gli era venuta
in mente era stata quella di andare a parlare con lui: non gli importava
se stava dormendo, l'avrebbe anche buttato giù dal letto per costringerlo
a sentire ciò che aveva da dirgli.
Chiarire tutto.
L'inequivocabile.
Il bacio.
Un gesto idiota, sciocco, senza significato, si era autoconvinto Milo. E
così, forte del suo coraggio, era uscito di gran fretta dal proprio
tempio.
Meta : la casa di Camus.
Entrò in silenzio e si sentì quasi un ladro, agendo in quel modo. Ma non
tornò sui suoi passi. Avanzò indisturbato in quel lieve silenzio . una
quiete che riuscì a trasmettergli pace e tranquillità fin nel profondo:
qualcosa che credeva di aver dimenticato .
Il suo temperamento focoso fu smorzato da quell'aria, quasi magica e
solitaria: simile e dissimile a quella che aleggiava nella sua casa. Nulla
di opprimente o rabbioso . ma in un qualche modo malinconico e sereno al
contempo.
Scorse una porta, infine: l'aprì lentamente, premurandosi di fare tutto
ciò in assoluto silenzio: "perchè mai" si chiese, ma il
pensiero lo sfiorò solamente. Si bloccò sulla soglia: l'espressione da
sorpresa si mutò in una di indecifrabile dolcezza.
Camus giaceva sul letto, rannicchiato su se stesso, ancora vestito di
tutto punto. I capelli erano intrecciati disordinatamente come fili di
seta rossa tutti attorno a lui. La luna ne illuminava il viso, scoprendone
la beatitudine e l'innocenza dipinti su di esso.
"E' davvero il viso di un angelo ." pensò Milo.
Senza rendersene conto, si avvicinò a piccoli passi al letto, si accucciò
e appoggiatosi all'orlo del materasso, prese ad osservarlo attentamente.
Sfiorò solo con lo sguardo le lunghe ciglia , immobili e delicatamente
chiuse . gli occhi si spostarono alle gote, rifulgenti della pallida luce
lunare e così ancora più bianche di quanto avesse notato quel
pomeriggio.
Non potè evitare che l'attenzione si rivolgesse infine alle labbra,
sottili e rosee, appena socchiuse al vento . pallidi petali di rosa
che aveva potuto assaporare solo qualche ora prima . ma di cui stentava a
ricordarne il sapore.
E la tentazione venne.
Forte, più forte di quel giorno. Ma stavolta non fu un colpo di testa o
l'impeto rabbioso.
E lo baciò.
Così come si bacia un fiore: delicatamente e col timore di spezzarne la
bellezza.
Quando riaprì gli occhi, sussultò sorpreso: Camus aveva aperto gli occhi
ed ora lo fissava con tenera curiosità, forse ignaro di ciò che era
successo o, forse, fingendo l'inconsapevolezza di quel gesto.
Milo non riuscì a dire nulla: non era nei suoi piani quell'incontro
ravvicinato, non aveva minimamente pensato di dover affrontare quello
sguardo disarmante, quei laghi blu nei quali affondava e affondava . senza
possibilità di essere salvato . se non da lui!
"I-io ." tentò di dire con voce incerta. Cercava di far
ragionare il suo cervello, ma nonostante tutta la sua volontà, i sensi
erano immersi come in un oblio . e l'oblio era lui: Camus, il francese!
E Milo era lì, ancora chino sul viso che quel pomeriggio avrebbe voluto
prendere a schiaffi e che invece aveva baciato . per ben due volte! Le
mani, poggiate sull'immenso letto, affondavano tra le lenzuola,
stranamente immobili e in uno stato di calma apparente.
Un sussulto ed un brivido di piacere sconosciuto lo scossero da quello
stato quando una mano straniera gli accarezzò il viso e affondò in quei
capelli così selvaggi, ma incredibilmente morbidi, si sorprese a pensare
Camus, proprio come nel suo sogno.
D'un tratto la camera fu immersa nell'oscurità - una nuvola aveva coperto
il volto dell'astro notturno - e quando la luna tornò a fare capolino
nella camera, scoprì i visi dei due giovani di nuovo uniti in un bacio,
stavolta più profondo, impegnati a scoprirsi l'un l'altro.
Due universi distanti di vite e spiriti che si univano . la netta
consapevolezza di essersi ritrovati dopo un distacco, lungo e innaturale .
due metà dello stesso cosmo che si completavano vicendevolmente.
Fu così istintivo poi ritrovarsi l'uno nelle braccia dell'altro, privi di
ogni abito, solo a volte fugacemente coperti da un lembo di
lenzuolo.
Immersi nel piacere dei sensi, mai soddisfatti dall'appagamento che si
davano vicendevolmente senza sosta.
Sospiri e gemiti, a volte trattenuti, risuonavano nella stanza con la
passione e il desiderio dell'amore, che tanto decantava la bella Dea
Afrodite.
L'alba venne lenta e sonnecchiante ed in breve illuminò la stretta valle
del Santuario che cominciava ad essere animata da voci concitate di
giovani apprendisti all'arte della guerra. Ma nulla e nessuno venne a
svegliare il dolce riposo dei due amanti . forse un tacito patto di
silenzio stretto con Morfeo.
Al primo canto di un fringuello (nn ho idea se ci siano fringuelli da
quelle parti^^;;;; n.d.A), i sensi di Milo furono destati dal torpore ed
egli s'accorse subito che quella mattina era speciale . la camera immersa
nella soffusa luce del primo mattino . le sue narici che gustavano un
profumo dimenticato, quello del mare . le lenzuola eternamente ghiacciate,
animate di nuova e calorosa vita .
Una vita che ora giaceva avvinghiata a lui, in cerca di protezione,
immersa
ancora nel regno dei sogni, ma con un sorriso che Milo attribuiva
solamente a sè .
Quel sorriso così fatale, per il quale avrebbe dato ora la vita e che
avrebbe racchiuso gelosamente nel suo giovane cuore.
Affondò il viso in quella massa di capelli infuocati . quante volte aveva
compiuto quel gesto? Ormai non teneva più conto di quante volte si fosse
dolcemente smarrito in quell'universo .
Quella notte . quella carezza . quel bacio . piccoli e semplici gesti che
avevano dato vita a quella metà di sé che non credeva esistesse .
Qualcuno che amasse solo lui, per ciò che era . cio che era .
Cos'era lui?
Un Gold saints? Certo . ma in realtà, più che il protettore della
giustizia, spesso si sentiva un semplice e spietato killer, pronto a
spargere sangue ogni qual volta il Pope glielo avesse chiesto.
E quante volte l'aveva fatto . e quante volte l'avrebbe fatto ancora .
Sanguinario . ecco l'aggettivo che lo descriveva meglio.
Volse lo sguardo verso Camus.
"Io sono un diavolo . mentre lui . sì lui è davvero un angelo,
privo di macchia e peccato, anche se così terribilmente solo.
"Un angelo e un diavolo . no, no!!"
Si passò una mano sugli occhi. Forse ciò che era successo era solo una
fantasia sua? Forse Camus l'aveva scambiato per qualcun altro . forse non
era lui quello che lui stava aspettando .
Mille e un dubbi s'affollarono pazzamente nella mente di Milo, che iniziò
a tremare a pensieri di nuova e rinnovata solitudine .
<<Cosa ti turba?>> I suoi occhi lo stanno guardando .
tristezza e preoccupazione li velavano. Perché . perché quel ragazzo,
quel timido e impacciato Gold Saint, quello con cui aveva condiviso se
stesso . non solo il suo corpo, ma la sua anima, i pensieri .
Perché ora quell'espressione di sgomento dipinta su quegli occhi?
<<Io . credo . credo che ci sia stato un errore . >>. Le
parole di Milo furono pronunciate in un sospiro, ma, in quel silenzio
quasi innaturale che si era creato, esse rimbombarono taglienti come lame
nelle orecchie di Camus.
Rivolse gli occhi, chiari quasi come le acque della Siberia, verso il
volto semi nascosto dai capelli di Milo, ma un groppo in gola gli
impedì di dire alcunché. E le sue braccia, le gambe non risposero al suo
volere, quando il corpo e l'anima che aveva fatte sue quella notte si
dissolsero in un lampo davanti ai suoi occhi. Pietrificato e sbigottito .
rimase così il ragazzo dopo quella dipartita inaspettata e dolorosa.
"Perché . perché se n'è andato? Ho forse commesso qualche errore?
L'ho ferito in qualche modo? O dea Athena, se è così allora sono
l'essere più meschino di questo mondo . forse . forse non voleva fare
l'amore con me. Io l'ho trascinato nel letto, io l'ho spogliato . io l'ho
baciato per primo questa notte .
"Sciocco, sciocco Camus! Come sempre hai preferito dare ascolto solo
ai tuoi istinti, ai tuoi desideri, e non hai dato ascolto a quelli che
erano i suoi bisogni! Perché mai devi agire sempre in questo modo?? Perché
dai sempre e solo ascolto al tuo cuore e non ti sforzi per cercare di
comprendere gli altri? Stai commettendo lo stesso errore che hai commesso
con Hyoga .
"Lui si aggrappa ancora al ricordo della madre e tu non tenti nemmeno
di consolarlo . continui nella tua freddezza e speri che anche lui possa
acquisire questa tua peculiare caratteristica. Freddo e distante da tutto
. pensare solo a se stessi, come hai sempre fatto!
"Ed ora anche lui . anche Milo è caduto in questa tua trappola .
nella rete che ho intessuto per farlo mio e mio soltanto, per soddisfare i
miei desideri . ma non ascoltare mai la voce del suo cuore. Non posso
biasimarlo se mi odia . in fondo non è l'unico, ora non lo è più."
***
"Non può . non può amarmi . non è possibile che possa mai
succedere su questa Terra! Io, lo sciocco e superficiale Milo, scostante,
orgoglioso, intrattabile . la persona più insopportabile che si possa
conoscere! La prima da rigettare . l'ultima da amare .
"Perché non so amare e nemmeno merito l'amore di alcuno . men che
meno di lui . di Camus . il malinconico e dolce francese, colui che mi ha
donato un istante infinito di gioia ed amore. Ma era qualcosa che non mi
apparteneva . di certo non poteva essere indirizzato a me, anche uno solo
dei teneri abbracci nei quali mi ha stretto quando tremavo per un brivido
di freddo . di certo non erano per me quei baci appassionati che mi
risvegliavano dal torpore ogni volta che il sapore di mare entrava nella
mia bocca.
"Un sapore inaspettatamente dolce, ma che mi donava il ricordo
dell'acqua del Mediterraneo che lambisce a volte con dolcezza, a volte con
estrema violenza, le coste della mia isola natia.
"No, non posso essere io quella persona tanto fortunata da avere il
suo così completo e profondo amore, no! La luna . l'infida e tentatrice
luna ha creato tutto questo: ha fatto sì che lui mi scambiasse per il suo
amore e ha fatto in modo che io mi perdessi completamente per quegli
occhi, per quella bocca, per quel corpo sinuoso . che ho potuto
accarezzare e baciare mille e mille volte, senza mai averne abbastanza .
"No, basta!! Smetti, smetti di pensare a lui!! Altrimenti che farai?
Maledetta Luna . ora si che davvero soffro . quanto rimpiango ora quelle
ore nella mia solitudine . soffrivo, certo, ma era solo per me stesso quel
dolore . ora, non lo è più!
"E' come il dolore di una mia puntura . moltiplicata all'infinito .
incancellabile e inesorabile, perché lui è qui . vicino, troppo vicino.
Non solo alla mia casa, ma soprattutto al mio cuore . quel cuore che
credevo esistesse solo per battere e farmi respirare . e che ora, ora .
perde colpi quando tu non ci sei, quando non posso anche solo sentire
l'odore della tua pelle .
"Cuore, maledetto cuore . che prima mi rendevi indifferente a tutto e
tutti . ora . vorrei tanto tu non ci fossi più, che smettessi di battere
a questo ritmo impazzito e senza senso. così forse smetterei di pensare,
di torturarmi, di soffrire . di piangere ."
Sakura: oh, ecco finita la seconda parte ;___;
Camus: era anche ora ... >_<
Sakura: Dai, non essere così cattivo con me ;_;
Milo: hai finito la seconda parte ... ma come l'hai finita?? Perchè devo
essere sempre quello che si fa pare mentali qui???
Sakura: ma sei così carino quando sei triste ...;_;
Camus: questo è vero ...
Milo: anche tu ti ci metti?? ;__;
Camus: sei così carino che potremmo anche continuare quello che abbiamo
interrotto prima ^__^
Milo: mmh ...
Sakura: tsè ... altro che angioletto ... -___-
Milo: in fondo è lui che ha fatto tutto ... ;P
Camus: e tu sei stato fermo tutto il tempo, vero? *_*
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