Ecco qui la 2^ parte
della mia prima original fic.
Ritorno a ripetere che i
personaggi sono miei (oooooh!), la storia me la sono inventata,
l’ambientazione è invece merito dell’incredibile fantasia di Terry
Brooks.
Bene,
hope you’ll enjoy it!
Kisses
Just Like a
Spell parte
II
di Antares
Lungo la linea
dell’orizzonte, il tramonto si era oramai ridotto ad una cupa scia
d’arancio.
Le nubi autunnali si
contorcevano in strane figure, che risaltavano vagamente minacciose nella
luce che lentamente, scivolava via, per cedere il regno alla notte.
Era un paesaggio di
quiete e malinconia, quello che si apprestava a salutare l’arrivo della
Buia Signora…
“Adesso mi dirai cosa
diavolo ti succede, sono stato abbastanza chiaro?”
La voce decisa, le
parole aspre, gli occhi ridotti a due sottili fessure, attraverso le quali
si potevano notare i riflessi baluginanti di lampi d’ira, la stretta
furiosa con la quale lo aveva imprigionato…
Tutto questo era niente,
a confronto con la sconvolgente, singola piccola sensazione del soffio
leggero del suo respiro sul suo viso, la sfibrante consapevolezza della
vicinanza di quelle labbra così a lungo desiderate…
Dei… Alex sentiva le
gambe, l’intero corpo, in preda ad un crescente tremito.
Il desiderio mille volte
scacciato di baciarlo, di fondersi con lui, stava tornando prepotentemente
a galla, e lui sapeva – sentiva – che non sarebbe riuscito a
controllarsi, questa volta.
Era assurdamente
eccitato… assurdamente spaventato…
“Lasciami andare” la
voce era roca, implorante “Ti prego”
*E’ davvero questo che
vuoi, che lui ti lasci andare?*
Alex stava combattendo
una dura battaglia interiore… voleva fuggire da quel meta-elfo che
scatenava in lui la tempesta, che riusciva a toccargli il cuore, da quelle
maledette sensazioni che lo squassavano… ma una parte di lui invece era
decisa a restare, ad abbandonarsi fra quelle braccia forti, a lasciare
indietro tutti i dubbi e le incertezze, a dare voce a tutte le emozioni
così a lungo trattenute…
Myst si limitò a
fissarlo, scuotendo con decisione la testa.
“Voglio sapere…”
non fece in tempo a finire la frase.
La voce gli si spense in
gola alla vista degli occhi di Alex, del suo amico Alex, che si andavano
riempiendo di una pena così profonda, da essere dolorosa anche per lui
che la vedeva solo dipinta di riflesso…
Perché quel dolore a
tingere quegli occhi così dolci, così buoni?
“Alex… è colpa mia,
ho fatto qualcosa che ti ha ferito?” chiese, preoccupato, la rabbia di
poco prima svanita come neve al sole… non riusciva a capire cosa stesse
succedendo e questo lo spaventava.
No, lo terrorizzava.
Per la prima volta in
tutta la sua solitaria vita, si trovava di fronte a qualcosa che non
poteva capire, qualcosa che non poteva combattere e sconfiggere come era
abituato a fare… come aveva fatto per tutta la sua esistenza.
La sua era una stirpe di
elfi guerrieri, creature che sentivano il richiamo della battaglia, che
amavano avvertire sulla pelle il sangue del nemico, il suo profumo li
inebriava…
Erano un popolo evitato
dalle altre razze proprio per questo; sanguinari, violenti,e soli…
Ma lui era diverso…
era anche umano… e questo lo frenava, mitigava il suo desiderio
ancestrale di combattere… lo mitigava, ma non lo cancellava…
quell’oscuro demone era sempre in agguato nel suo cuore, un fuoco che
bruciava eterno, l’essenza stessa della sua eredità magica.
E tutto questo ora era
completamente inutile.
Non puoi uccidere il
dolore, non puoi sconfiggere un nemico che non riesci a vedere… non puoi
fare nulla, nulla… solo cercare il punto in cui l’ edera della
sofferenza ha piantato le sue radici e dolcemente, con pazienza, cercare
di sradicarla e districarla con cura dal cuore che ha avviluppato…
Dei…
Lui non sapeva se ce la
poteva fare…
“Parlamene, forse
posso aiutarti…”
Ancora quegli occhi che
lo fissavano, disperati.
Ancora quella sensazione
di disagio, di impotenza, di profonda inadeguatezza…
Come poteva un
mezzosangue come lui essere d’aiuto a quella creatura di luce,
all’High Master, a colui che racchiudeva in sé il mistero stesso delle
Terre di Confine?
*Lascia perdere, tu non
vali nulla..*
No…
No, dannazione, NO!
Lui teneva a quel
piccolo, fragile, meraviglioso ragazzino.
Era diventato la sua
famiglia, il suo sorriso, e non avrebbe permesso a quei dannati pensieri
di inquinare la sua volontà.
No.
Lui era Myst, il primo
fra i cavalieri, e il suo unico dovere era vegliare sul sovrano di quelle
terre.
E questo era
precisamente ciò che aveva intenzione di fare.
“Alex…”
Chiamò il suo nome in
un sussurro.
Ma perché non capiva
che era meglio lasciar perdere?
Perché non afferrava il
semplice fatto che voleva essere lasciato in pace?
Perché doveva essere
così irrimediabilmente cocciuto?
“Lasciami”
Myst sussultò.
Ancora
quell’incomprensibile richiesta, ancora l’esortazione a permettergli
di andarsene, come se volesse scappare da lui…
“Ti fa così schifo
avermi vicino?” lo provocò, in cerca di una qualsiasi reazione…
E la reazione venne,
come una tempesta di buio e vento.
Sentì i muscoli delle
braccia di Alex contrarsi sotto la sua stretta, i tranquilli laghi calmi
dei suoi occhi scintillare di oscure profondità… non poteva saperlo, ma
stava provando le stesse sensazioni di soggezione che Alex aveva provato
poco prima nei suoi confronti.
Avvertì la natura
ritrarsi, un silenzio improvviso scendere come un velo.
Certo, ovvio.
Le Terre di confine
erano suscettibili all’umore del loro Guardiano, e reagivano alle sue
emozioni più violente.
Perché, dopotutto, lui
era parte di loro, e loro di lui.
Si erano plasmati a
vicenda, durante le battaglie contro il Caos, e anche se Alex pensava
ancora a sé come il debole ragazzetto scaraventato lì per puro caso,
sarebbe bastato fargli notare come l’intero ambiente interagiva con lui.
Si, su questo il
meta-elfo non aveva il minimo dubbio… Alex sarebbe stato un grande re…
L’ aria della sera,
resa appena frizzante da quella brezza leggera che è il respiro
dell’autunno, parve d’improvviso farsi più tagliente e fredda,
distraendo Myst dai suoi pensieri.
Gli alberi d’intorno
avevano preso a sussurrare i loro arcani incantesimi, le foglie che
bisbigliavano la magia del piccolo popolo, una segreta malia che
ipnotizzava e seduceva.
“Non hai capito
niente, grosso idiota” ogni singola parola sputata come fosse veleno”
assolutamente niente”
Myst si riscosse
dall’oscuro incanto in cui era caduto…e rimase immobile, gli occhi
persi in quelli di Alex, non sapendo bene come reagire, evitando di
lasciar trasparire la sua confusione…
Che cosa non aveva
capito?
“Vuoi la verità?”
gli sibilò contro Alex.”Hn?”
Myst si limitò a
fissarlo.
“VUOI LA
VERITA’???” stavolta era un grido, gonfio di rabbia, tristezza e…
qualcos’altro, qualcosa che il meta-elfo non era riuscito a distinguere,
qualcosa che però l’aveva colpito, turbato.
“Si, voglio sapere
perché…”
*No, non è vero…
forse è meglio non sapere cosa può ridurti in questo stato, cosa può
trasformarti fino a questo punto… forse è meglio lasciar perdere,
lasciarti andare, dimenticare…*
“Si, vogli…”
“IO-TI-AMO!” esplose
Alex, non realmente cosciente di quello che stava accadendo… aveva
lasciato che la sua mente razionale si eclissasse, vinta dal semplice
istinto, e ora aveva mandato al diavolo tutti i suoi freni, tutte le sue
inibizioni… l’unica cosa che voleva era andarsene di lì, fuggire dal
tormento che gli procurava la vicinanza di Myst, buttargli in faccia i
suoi sentimenti per costringerlo ad andarsene, disgustato.
*Te la sei cercata,
stupida creatura fatata, io non volevo… e ora ti ho davvero perso*
Myst spalancò gli
occhi, frastornato da quell’inaspettata confessione, e dalla furia che
sembrava aver preso il controllo dell’amico… amico?
L’amava?
Cosa intendeva dire
con…
“E ora vattene…”
Lo stava scacciando,
ancora.
“Io non…”
“Vattene”
“…credo che sia la
cosa giusta da fare…”
Uno sguardo
interrogativo da parte di Alex.
“Andarmene,
intendo…”
No, non voleva
andarsene, non voleva scappare.
Lui non era mai
scappato. Mai.
L’unica cosa che ora
voleva davvero era capire, o almeno tentare.
Alex gli aveva appena
detto, urlato, che lo amava…
Come poteva pretendere
che lui gli girasse le spalle e facesse finta di niente?!
Inconsciamente si fece
più vicino, rafforzando la stretta sulle spalle del compagno.
Alex gridò di
frustrazione, pestando con forza un piede a terra.
Cosa credeva di fare?
Perché doveva essere
tutto così dannatamente difficile!!!
Perché non voleva
capire che era per il bene di entrambi…
Si divincolò e prese il
viso di Myst fra le mani, accostandolo al suo, premendo con forza le
labbra contro le labbra.
Non c’era niente di
dolce, o di tenero, in quel bacio… solo rabbia.
Solo un assalto che non
conservava nemmeno le più impalpabili vestigia di quell’amore che Alex
aveva dentro di sé.
La brezza divenne un
gelido ed insistente scialle di vento, un sinistro lamento che somigliava
ai canti delle banshee, che risuonavano nelle praterie durante le notti
senza luna.
Stormi di foglie presero
a rotolare per il pavimento del padiglione, inseguendosi in aggraziate
capriole, al ritmo di una danza che solo loro conoscevano, mentre le
ombre, nere e secche, cominciavano ad allungarsi, quasi volessero
staccarsi dai corpi a cui appartenevano.
Lontano, rimbalzava cupo
il sommesso brontolare del tuono.
Myst
liberò il viso dalla stretta di Alex, facendo un passo indietro e
sfiorandosi meccanicamente le labbra con le dita.
Non era mai stato
baciato da nessuno, prima d’allora… non così.
Alzò gli occhi ad
incontrare quelli di Alex, incatenando i loro sguardi.
Il ragazzo rimase a
fissarlo, ansante, aspettandosi un pugno un insulto, qualsiasi cosa
sarebbe arrivata se l’era meritata.
Continuò a scrutarlo,
il suo sguardo era sbarrato, sorpreso… ma Alex non riuscì a scorgervi
il disgusto che si aspettava di trovare.
*Ti stai solo
illudendo…*
No, quello sguardo
brillava di confusione, ma non c’era altro…
*Smettila di farti del
male…*
Alex deglutì,
riflettendo amaramente che perlomeno ora lo aveva lasciato andare.
Prima che il meta-elfo
potesse dire qualsiasi cosa, Alex si voltò, scomparendo fra le ombre
delle colonne e rientrando nelle sue stanze.
Myst rimase immobile per
lungo tempo, ascoltando il graduale riaddolcimento della sera e lo
sconvolgente uragano che sembrava invece devastargli l’anima.
Fine 2^ parte
Lo so, non dovrei dirlo,
ma adoro queste situazioni di suspance…^_^
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