Disclaimers: Sen&Kosh appartegono a papà Inoue ed i suoi editori, ma visto che io non intendo farci soldi, me li lasciano usare e non mi manderanno gli Yakuza a riscuotere i diritti d'autore... E, se dovessero farlo, spero almeno che mi inviino un tipo come Masa...



Just a bad day - special for Akira14

di Chocolat


Akira Sendoh sospirò, facendo saltellare nella mano destra la scatolina blu con tanto di fiocchetto in tinta che avrebbe dovuto consegnare al suo koi quella mattina...
Sospirò di nuovo.
Avrebbe.
Per l'appunto.
Invece, la preziosa scatolina era ancora nelle sue mani e lui era stravaccato sul pavimento della terrazza del liceo Ryonan, con il pranzo accanto a se, ancora intatto.
Aveva anche fumato... Si, sapeva bene che per un promettente atleta quale lui era le sigarette erano vietatissime... Ma non ci poteva fare nulla, quando era troppo stressato o particolarmente nervoso solo una bella fumata di nascosto riusciva a calmarlo... Soprattutto se, al posto delle Camel che teneva nascostissime nell'armadietto, riusciva a rimediare qualcosa di più... Interessante.
Sorrise.
Se Taoka-sensei avesse avuto solo un vago sospetto si sarebbe trovato fuori squadra... No, forse no... Il coach teneva troppo a lui, si era già lasciato soffiare da quel pacioccone di Anzai ben tre validi giocatori...
Piuttosto, se fosse stato qualcun altro a sapere di quelle sue malsane abitudine, allora si sarebbe trovato senza denti...
Il sorriso scomparve dal volto del ragazzo.
Tanto, quel 'qualcun altro' non aveva bisogno di scoprire i suoi più aberranti segreti per avercela con lui... In continuazione!
Accidenti a lui! E pensare che gli voleva davvero bene...
Sendoh sorrise tristemente, ricordandosi la giornata di due mesi prima, quando il suo Hiro-kun aveva raggiunto l'apice del suo scorbutismo e lui gli aveva mollato uno schiaffone davanti a tutto il club di basket; si commosse rammentando  come piangeva tra le sue braccia, mentre cercava disperatamente di tenergli nascosta la verità; sorrise di nuovo, rivivendo l'attimo in cui lui l'aveva baciato e gli aveva confessato i suoi sentimenti...
Alla fine di quel giorno memorabile, la loro amicizia ne era uscita rafforzata... Anzi, 'cambiata'. O, meglio... Non erano più soltanto amici.
Stavano insieme.
'Insieme'... Avrebbero dovuto essere una coppia, insomma.
Sendoh abbassò il capo, incassandosi nelle spalle già curve... 
Una 'coppia'...
La verità era che Koshino non aveva ancora accettato il fatto di essersi scoperto gay. Anzi... Non lo aveva accettato per niente.
Hiroaki gli aveva promesso che avrebbe cercato di comportarsi meglio, di essere più amabile... Amabile... Lui, Hiroaki Koshino! Eppure, un pochino c'era riuscito... Un po' dell'insicurezza che lo rendeva tanto musone ed intrattabile era svanita, ora che era certo dell'affetto che Akira nutriva per lui... Peccato che non riuscisse ancora ad affrontare il fatto di essersi innamorato di un altro ragazzo. E che, di conseguenza, il suo malumore cronico non accennava a guarire...
La mano di Sendoh ricadde a terra, lasciando rotolare la scatolina blu sulle piastrelle bianche.
Era davvero depresso. E gli capitava di rado di sentirsi così...
Ma perché la vita doveva essere tanto complicata? Lui voleva bene a Hiro-kun, Hiro-kun era innamorato di lui... Erano amici, frequentavano la stessa scuola, condividevano entrambi la stessa passione per il basket...
Eppure, non riuscivano a trovare un equilibrio...
Sendoh si alzò, spolverandosi il di dietro dell'uniforme scolastica. Lanciò uno sguardo alla scatolina blu abbandonata... Si chinò svogliatamente, la raccolse  e la mise in tasca. Era davvero un idiota.

***

Quel deficiente non si era presentato agli allenamenti! Ed era già la terza volta in due mesi... Solo per una stupida litigata? Per cosa, poi? Perché lui non si sentiva ancora pronto... A... A...
A fare nulla.
Koshino spezzò il laccio della sua scarpa da basket sinistra, nella foga di allacciarla, mentre ripensava a quanto era successo con Akira durante la pausa pranzo...
Forse il suo... Ragazzo... Accidenti quanto gli era difficile anche solo pensarla, quella parola! Insomma... Forse un po' di ragione pure ce l'aveva... Forse.
Il fatto era che lui non si sentiva ancora pronto, per certe *cose*... E se Akira gli avesse voluto davvero bene, l'avrebbe capito! ... O no?!?
"Koshinoooooooooo!!!! Dai, vieni, ti sei incollato a quella panca?" La voce di Uozumi riscosse Hiroaki dai suoi confusissimi pensieri.
"Arrivo, Capitano, arrivo! Mi si è rotto un laccio, lo cambio e arrivo!"
Assicurò Hiroaki, anche se l'ultima cosa al mondo che desiderava in quel momento era cominciare gli allenamenti. Sapeva bene come andava a finire, quando giocava in simili stati d'animo... Infatti, smise di sfilare il laccio rotto dalla scarpa e si fermò a pensare un secondo; due secondi dopo, si stava furtivamente rimettendo la divisa si apprestava a compiere un atto a dir poco memorabile: la prima marina della sua giovane vita.

***

Certo che doveva tenerci davvero tanto a quel deficiente, per aver fatto una cosa del genere.
Andarsene così di nascosto dagli allenamenti... Cosa si sarebbe inventato il giorno dopo, per giustificarsi con Uozumi e Taoka-sensei? Avrebbe potuto dire che sua madre l'aveva chiamato sul cellulare, dicendogli di avere la febbre a quaranta e per favore di tornare subito a casa che aveva bisogno di lui... Già, ma allora perché sarebbe sgattaiolato fuori dalla palestra come un ladro? Avrebbe dovuto inventarsi qualcosa di meglio... Beh, comunque quello non era il momento di pensare all'indomani. 
Aveva deciso: sarebbe andato a casa di Akira e avrebbero *parlato*, sul serio però: senza litigare... O meglio, senza che lui si inalberasse come al solito e diventasse una specie di Diavolo della Tasmania ringhiante...
Eh, si, doveva ammetterlo: era colpa *sua*. Anche se Sendoh non era abbastanza sensibile per capirlo... Lui mancava decisamente di dialettica. 
Si arrabbiava subito, alzava la voce, metteva il muso... E dire che ad Akira, quando non esagerava, anche piacevano questi suoi atteggiamenti da 'cucciolo arrabbiato', come li definiva il suo ragazzo...
Koshino si irritò, pensando a quel paragone idiota, si accigliò ancora di più di quel che già era e accelerò il passo...

***

Sendoh se ne stava sdraiato sul divano, la televisione sintonizzata su Cartoon Network; gli facevano compagnia soltanto un cartone di latte da un litro, ormai mezzo vuoto e appoggiato sul pavimento e un barattolo di Nutella formato famiglia che teneva abbracciato come fosse stato un peluche; ogni tanto, il ragazzo vi lasciava affondare un dito affusolato, per poi succhiarlo come avrebbe fatto un bimbo con il suo succhiotto intinto nel miele. Era così che faceva star zitta la sua cuginetta, quando quella rompiscatole della zia gliela lasciava in custodia... OK, la zia anche gli dava qualche yen per ricambiare il favore, ma fare da baby-sitter alla piccina richiedeva davvero la pazienza e la pacatezza di un santo... 
Comunque, in quel momento lui somigliava davvero tanto a Hellen  (la sorella di sua madre aveva sposato un uomo d'affari inglese) dopo uno dei suoi pianti disperati causati dall'irrefrenabile desiderio di essere presa in braccio: aveva gli occhi tutti rossi, ridotti a due fessure sottili tanto erano gonfi e la faccia congestionata. Aveva pianto talmente tanto, da quando era tornato a casa, che gli sarebbe bastato per tutta la vita. O, almeno, per altri dieci anni... Non piangeva da tanto di quel tempo... E non perché fosse incapace di esternare le proprie emozioni: semplicemente perché non ne aveva avuto mai motivo.
Lui aveva un carattere pacato ed ottimista, era solare e sempre allegro; era figlio unico, viziato e coccolatissimo da genitori, nonni e parenti vari; era intelligente e brillante, aveva un talento innato per il basket e riusciva a farsi voler bene da tutti: di certo non bastava qualche brutto voto a scuola o qualche sgridata di Taoka-sensei per fargli perdere il buon umore. Nemmeno l'essersi scoperto... Gay? Bisessuale? Non lo sapeva bene neanche lui... In ogni caso, nemmeno l'aver scoperto di essere innamorato come una pera cotta del suo amico Hiroaki l'aveva turbato più di tanto.
Ma *lui*, il suo ragazzo, Hiro-kun... Lui si, che riusciva a farlo piangere. 
Si sentiva patetico. Era giugno e lui aveva freddo... Si era persino messo un playd sulle ginocchia, neanche fosse stato un vecchietto.
E la scatolina blu era ancora lì, accanto a lui, sul bracciolo del divano...
Sendoh reimmerse il dito medio nel barattolo che teneva in braccio, per poi portarselo voluttuosamente alla bocca; considerò un momento quel gesto e, prima ancora di sapere *cosa* gli aveva evocato, si eccitò incredibilmente.
Che stupido.
Pensare di poter sperimentare quel genere di giochini con Hiro-kun era pura follia... Anzi, era utopia.
Il suo sedicente ragazzo si rifiutava categoricamente di tentare qualsiasi approccio sessuale.
Cioé, non proprio... alle volte, durante il week-end, i suoi genitori se ne restavano fuori fino a notte fonda, concedendogli gentilmente l'usufrutto totale della casa; ormai era un rito, da un paio di mesi, che lui e Hiro-kun se ne rimanessero da soli, con qualcosa da sgranocchiare, a guardarsi qualche partita dell' NBA registrata dal canale satellitare o un paio di film.
Ovviamente, dato che i suoi ormoni erano esuberanti quanto il suo carattere,  rimanersene lì accoccolato sul divano con Hiro-kun  non lo lasciava del tutto indifferente, anzi...
Peccato che Kosh non fosse 'esuberante' quanto lui... Ovvero... Finché si trattava di baciarsi e scambiarsi qualche coccola, andava tutto bene; i primi tempi  era un po' impacciato, ma lui lo aveva fatto imparare in fretta... E poi, dopo qualche settimana, il suo adorabile cucciolo-arrabbiato era arrivato anche a prendere l'iniziativa. Alle volte riusciva anche a sorprenderlo: una sera gli si era messo a cavalcioni e lo baciava quasi con rabbia, come se volesse mangiarselo... Come se avesse deciso di sfogare in modo più... *costruttivo* tutta la sua aggressività.
Solo che, appena lui aveva provato ad infilargli una mano nei pantaloni, si era guadagnato uno schiaffone da voltare la faccia di centoottanta gradi.
Ed era un copione che si ripeteva da un paio di mesi...
Beh, si, magari lui correva troppo...
...Ma se Hiro-kun gli avesse voluto bene davvero, avrebbe ben potuto fidarsi un pochino di più... O no?
Il suono insistente del campanello lo risvegliò dalle sue elucubrazioni.
Chi mai poteva essere?
'Speriamo che non sia la mamma che ha finito di lavorare prima anche oggi... non ho voglia di spiegarle perché sono in queste condizioni...'
Akira Sendoh si alzò pigramente dal divano, arruffandosi un po' i capelli; si era concesso un lunghissimo bagno una volta a case e, anche se non li aveva lavati, la sua acconciatura aveva risentito dell'umidità provocata dal vapore acqueo. E lui *odiava* farsi vedere da chicchessia con i capelli in disordine...
Si avviò a passo strascicato verso la porta e, chiedendo un altrettanto strascicato: "Chi èèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè?" con una terribile voce resa roca dal pianto spalancò la porta, trovandosi di fronte quei due occhi simili a perle nere che gli facevano perdere ogni briciolo di volontà ogni volta che li incrociava e quella deliziosa boccuccia imbronciata che riusciva ad intenerirlo più di qualsiasi moina.

***

"Kosh..."
Hiroaki Koshino rimase un attimo ammutolito, prendendo visione di ciò che gli si parava davanti agli occhi. Non aveva mai visto Akira così. Aveva la faccia sconvolta... Piacevolmente sconvolta. Sembrava che si fosse appena alzato dal letto, con quegli occhi arrossati e l'espressione imbambolata. I capelli erano tutti arruffati... Indossava quei bellissimi jeans pieni di strappi che portava in casa, era scalzo e sopra indossava una felpa leggera con uno spropositato scollo a barchetta senza cuciture, che gli scendeva negligentemente su una spalla.
Koshino deglutì. Non sapeva bene perché, ma un irrefrenabile istinto di gettargli le braccia al collo e baciarlo fino a lasciarlo senza fiato si era impossessato di lui... Per qualche secondo.
Respirò profondamente e poi, puntando gli occhi in quelli del suo compagno disse, nel tono più tranquillo che riuscì a modulare:
"Dobbiamo parlare, Akira... Mi fai entrare?"
Sendoh si scostò dalla porta, mettendosi di lato e facendo un gesto plateale con il braccio, ad indicare che la strada era libera.
"Prego, Koshino-kun. Casa mia è... Dovrebbe... Essere anche casa tua."
Koshino si tolse frettolosamente le scarpe ed entrò.
"Risparmiami il sarcasmo, grazie."
"Oh, mi scusi signore... "
Akira richiuse, sbattendola, la porta dietro di se; indicò a Koshino la cucina.
"Aspettami di là, ti faccio un the... Vado un secondo in sala a prendere una cosa."
Hiroaki entrò in cucina a testa bassa; non era assolutamente da Akira essere così scortese... Doveva averlo fatto proprio arrabbiare.  Scostò una sedia dal tavolo e sedette. Avrebbe voluto preparare il the lui stesso, ma l'accoglienza che gli aveva riservato il suo ragazzo lo aveva messo decisamente in imbarazzo... Così decise di fare l'ospite educato e non mettersi a trafficare nella cucina della 'zia'.
Sendoh ritornò con un enorme barattolo di Nutella in mano, che appoggiò sul tavolo con malagrazia, proprio sotto il naso di Hiroaki, che sobbalzò leggermente.
"E questo che dovrebbe significare?", chiese, un po' spiazzato.
"Ti sto offrendo il rimedio universale contro tutti i mali. Magari riesce ad addolcirti un po'. Vuoi anche un po' di pane tostato per spalmarcela su? Io la consumo al naturale, di solito..." Sendoh gli parlava dandogli le spalle, mentre riempiva il bollitore con l'acqua del rubinetto e prendeva la scatolina del the dalla credenza.
"Senti, Akira... Ho saltato gli allenamenti per venire a parlare con te... Non mi sembra il caso di cominciare in questo modo..."
Sendoh si bloccò, girandosi a guardare l'orologio a muro sulla parete di fronte.
"Caspita! E' vero, il mio ragazzo si è degnato di bigiare un allenamento per venire qui, a casa mia, a parlare con me... e senza che nemmeno io lo supplicassi un'ora al telefono per farlo... Che succede? La fine del mondo?"
Si girò di nuovo di spalle, cominciando a rovistare nervosamente nei cassetti per cercare un cucchiaino.
Koshino sospirò.
"Akira, ti prego..."
Sendoh, che stava riempiendo il filtro del bollitore spandendo metà delle foglioline sul pavimento, richiuse la scatolina del the nervosamente e si voltò, di scatto.
"NO, Hiro-kun. Sono io che ti prego. Se sei venuto fino qui per litigare di nuovo e per assumere questo atteggiamento con me, perché non te ne torni da Taoka-sensei e gli altri? Se permetti, sono IO quello che avrebbe il diritto di essere arrabbiato."
Koshino si sentì e guance scottare e le lacrime salire agli occhi, anche se le ricaccio indietro con la massima compostezza.
"Oh, davvero?", ribatté, cercando di non alzare troppo la voce nonostante fosse già parecchio alterato. "Solo perché oggi ti ho tirato uno schiaffo dopo che hai cercato di violentarmi nei bagni?"
Ecco... L'aveva fatto di nuovo. Aveva esagerato, trasceso... Si stava di nuovo lasciando trascinare dalla rabbia...
"VIOLENTARTI?!?!? Ma senti questo!!!! Ho solo cercato di darti un bacio come si deve!"
Sendoh si era avvicinato al tavolo come una furia, sbattendovi la mano con una tale violenza da far saltellare l'enorme vaso di Nutella, che si avvicinò ancora di più a Koshino.
Akira Sendoh aveva alzato la voce... Incredibile. Anche se Koshino sapeva bene quanto il suo orribile carattere riuscisse a far venir fuori i peggiori lati nascosti del suo boyfriend.
Hiroaki inspirò profondamente, cercando di calmarsi. NON avrebbe dovuto finire in un'altra litigata.
"Akira... Eravamo nei bagni!!! Se fosse entrato qualcuno... E poi tu mi stavi anche palpando il sedere!"
"Cheppalle, Hiro-kun! Se fosse entrato qualcuno avrei sentito lo scatto della porta e mi sarei allontanato..."
"...E poi puzzavi anche di sigaretta! Non credere che non sappia che fumi di nascosto!"
"E allora?"
Sendoh si allontanò, rivolgendo la sua attenzione al bollitore che aveva cominciato a sbuffare.
"E allora uno sportivo non dovrebbe fumare!"
  "E il mio ragazzo non dovrebbe schifarsi tutte le volte che cerco di baciarlo con la lingua!"
Sendoh tornò indietro con un sottopentola ed il bollitore, ora pieno di un liquido ambrato. Appoggiò il tutto sul tavolo e si sedette di fronte al suo ragazzo, che aveva abbassato gli occhi, le guance in fiamme.
Akira incrociò le braccia sul petto.
"Hiro-kun, senti... Perché non la facciamo finita?"
Gli occhi neri di Koshino si risollevarono, spalancati.
"COSA?", chiese, con una nota di puro panico nella voce. Sendoh non stava scherzando... E non lo stava dicendo solo perché era arrabbiato. Glielo leggeva in faccia... Tutta quella tristezza... Ma perché non l'aveva mai notata? Perché lì, in quel momento, nel giro di pochi secondi si stava rendendo conto di quanto male doveva aver fatto al suo Akira?
"Senti... Oggi ci ho pensato tanto. Io sto troppo male, a continuare così... Tu forse non sei pronto ad accettare il fatto di stare con un ragazzo... Oppure... Non ti fidi abbastanza di me. Magari hai bisogno di un po' di tempo per guardare dentro te stesso. Se continuiamo... rischiamo di farci solo male a vicenda. E rovinare anche quel po' di amicizia che è rimasta fra di noi."
"Non... Non puoi dire sul serio..." A Koshino sembrò che si fosse aperta un'orrenda voragine sotto alla sedia.
Sendoh si rialzò, prese due tazze sulla credenza e poggiò anche queste sul tavolo; ma, prima di risedersi, accostò la sua sedia a quella dell'amico.
Sospirò.
"Senti, Hiro-kun... Io mi sento ferito ogni volta che mi rifiuti... Per me è normale desiderare di baciarti, di abbracciarti... Di accarezzarti, di fare l'amore con te. *Dovrebbe* essere normale, tra due persone che si dicono innamorate. Magari... Tu ti sei sbagliato sui sentimenti che provi per me, tutto qui. Credo sia davvero il caso di tornare sui nostri passi."
"Ma... Ma...come puoi dire così? Soltanto perché non mi sono ancora fatto trascinare nel tuo letto tu credi che io non ti voglia bene?" La voce di Koshino in quel momento era pericolosamente incrinata. *Sapeva* che si sarebbe messo a piangere da un momento all'altro, lo sapeva... anche se non avrebbe mai voluto mostrarsi tanto debole...
Sendoh sospirò ancora una volta.
"Hiro-kun... Tu *non* mi vuoi bene nel modo in cui te ne voglio io. Altrimenti mi... Mi desidereresti anche tu. Forse... Ti sei sbagliato. E' stato un colpo di testa... Credevi di essere attratto da me, invece, magari..." 
"Oh, smettila di psicanalizzarmi!" Le lacrime superarono le barriere dell'orgoglio, cominciando a scorrere in due ruscelletti sulle guance di Koshino. "Che ne vuoi sapere tu? Non capisci nulla!"
Akira, che proprio non poteva resistere a quelle che lui chiamava 'lacrime di coccodrillo alla Kosh', si sentì al tempo stesso in colpa, confuso, preso in giro ed irrimediabilmente stupido. Aveva pensato davvero di rompere con lui? Si, ci aveva pensato tutto il pomeriggio... E gli sembrava ancora la soluzione più ragionevole. Ma quel faccino adorabile bagnato dalle lacrime... Il suo delizioso nasino arricciato nel tentativo di trattenerle...
Sospirò per l'ennesima volta, affondando l'indice nella Nutella di fronte a Koshino e offrendoglielo, mentre cominciò ad accarezzargli i capelli con l'altra mano.
"Su, su... Non fare così, Hiro-kun... Dai, non piangere... D'accordo, adesso ne parliamo, però non piangere..."
Koshino, non esitando nemmeno un attimo, schiuse le labbra e prese in bocca il dito che Akira aveva intinto nella Nutella, succhiandolo esattamente come faceva la piccola Hellen con il suo succhiotto al miele. Sendoh trattenne una risata e l'impulso di stringerlo tra le braccia e dirgli che mai, mai lo avrebbe lasciato, per nulla al mondo... Doveva resistere. Non sarebbe servito a nulla fare pace così, non era mai servito.
Gli passò un'altra imboccata di Nutella, che Hiroaki succhiò con ancora più convinzione, afferrando il polso di Akira e chiudendo gli occhi...
...Sendoh si rammentò di quando poco prima, sul divano, si era eccitato facendo la stessa cosa da solo... E adesso che era Hiro-kun a succhiare le sue dita... E poi in quel modo...
"Ehm.. Hiro-kun, senti... Ti prendo un cucchiaino?"
Ma che domanda idiota era quella? Che gli saltava in mente? Il fatto era che in quella cucina aveva iniziato a fare dannatamente caldo... E dire che prima, sul divano, aveva dovuto mettersi addosso il playd...
Con gli occhi che si sgranavano lentamente dallo stupore, Sendoh osservò il suo Hiro-kun che si toglieva il dito dalla bocca e, guidandogli la mano, ne intingeva un altro nel barattolo, per poi riservargli lo stesso trattamento.
Akira era allibito... A dir poco. E, al terzo dito, era anche terribilmente eccitato, mentre Koshino aveva smesso di piangere da un pezzo e sembrava tutto assorto nel suo lavoro, con gli occhi chiusi e le tracce delle lacrime che ancora gli brillavano sulle guance.
Al quarto dito, Sendoh ritirò la mano di scatto.
"Basta, Hiro-kun! cosa stai cercando di fare? Ti lamenti che ti salto addosso e poi mi provochi così? Ma che ti prende?"
Koshino non disse nulla, ma si alzò dalla propria sedia per andare a sedersi cavalcioni in braccio a Sendoh, che ormai non aveva più tutta la volontà necessaria a respingerlo.
"Voglio soltanto dimostrarti che ti desidero anche io...", gli sussurrò Hiroaki all'orecchio, non tralasciando di mordergli dolcemente il lobo.
Sendoh sbatté le palpebre un paio di volte, poi afferrò il compagno per le spalle e lo allontanò un poco da sé.
"Hiro-kun, non dire assurdità. Non... Non devi farlo così, adesso, perché io  ti ho detto che forse dovremmo lasciarci... E' sbagliato! Non hai voluto per mesi ed ora..."
"Per mesi sono stato un idiota. Adesso ho capito una cosa..."
"Kosh..."
"No, ascoltami... Non è che io non abbia mai desiderato di... Insomma... Sapessi quante volte l'ho sognato... E quante volte... Mi sono toccato pensando a te."
"Hi... Hiro-kun..."
"Io... Ecco... Avevo solo paura. Tanta paura. HO tanta paura." 
"... Hai paura? Di me?" Sendoh lasciò la presa sulla spalle di Koshino, facendogli scivolare le mani sulla schiena.
"No, baka... Non di te... Avrei paura comunque, anche se fossi una donna... Ma..." Koshino posò un bacio sulla guancia sinistra di Sendoh.
"...Non..."
Un bacio sul collo.
"...Voglio..."
Un bacio sulle labbra.
"...Assolutamente..."
Un bacio sulla fronte, poi uno sull'orecchio, poi un altro morso sul lobo. 
"... Che tu ti metta in testa che non ti amo, che non sono sicuro di amarti, o peggio... Che non ti desidero."
"Hiro-kun... " Sendoh abbracciò stretto il suo ragazzo, catturandogli la bocca con la sua. Non poteva resistere ancora, con Hiro-kun seduto sopra di lui in quella posizione, mentre lo baciava così... Sentì le sue braccia circondargli il collo, poi avvertì' la punta della sua lingua accarezzargli le labbra e non capì più nulla. Non perse tempo a pensare di darsi un pizzicotto per constatare se fosse un sogno o meno: anche lo era, un sogno del genere andava vissuto! Lasciò che il suo ragazzo prendesse il controllo del bacio, schiudendo le labbra per lui, sospirando mentre la lingua di Hiro-kun giocava con la sua... Certo che aveva imparato a baciare davvero bene... Con la poca pratica che avevano fatto...
L'eccitazione che già si era impadronita del suo corpo crebbe a dismisura, durante quel bacio incredibile: Koshino lo stava letteralmente lasciando senza fiato, tanto che fu lui, ad un certo punto, a staccarsi, ansimante e un po' sconvolto.
"...Kosh..."
Hiroaki si strinse ancora di più a lui, accomodandosi in modo che le loro erezioni si toccassero attraverso il tessuto dei pantaloni.
Sendoh si lasciò sfuggire un lungo, agonizzante gemito. Non era decisamente preparato per tutto questo... Stava accadendo troppo in fretta... Era troppo bello. Troppo eccitante...
"...Mmmhh... Akira... Me lo faresti un succhiotto?"
"Eh? ... Cosa?"
Koshino si sbottonò velocemente la parte superiore della camicia dell'uniforme scolastica, offrendo il collo ad Akira e spingendo avanti il bacino, in modo da accarezzare di nuovo il sesso del compagno con il suo.
"Ah... Hiro-kun... Con vero piacere..."
Sendoh afferrò i capelli del suo ragazzo con una mano, inclinandogli il capo per avere miglior accesso al fascio di muscoli che si tendevano sotto alla pelle chiara del collo di Koshino; l'altra mano gli si infilò immediatamente sotto alla camicia, accarezzandogli la schiena. Appoggiò le labbra su quella pelle invitante e cominciò a succhiarla, a mordicchiarla, a leccarla, quasi con ingordigia, accorgendosi a malapena che Hiroaki gli stava sbottonando i jeans, mentre lanciava piccoli gridolini di apprezzamento per il trattamento che stava subendo.
Ad un certo punto, con uno strattone, Koshino si  liberò con una specie di ringhio e si reimpossessò delle labbra di Akira, per un altro bacio da togliere il fiato.
Sendoh intanto si preoccupò di sbottonargli la camicia, cominciando ad accarezzargli il petto, non dimenticandosi di indugiare un po' sui capezzoli, mentre Koshino continuava a dondolare i fianchi contro ai suoi, facendolo impazzire. Ricominciò a baciargli il collo, per poi scendere sul torace per accarezzare con le labbra e la lingua quello che aveva appena esplorato con le mani; quelle di Kosh erano tra i suoi capelli e lo accarezzavano febbrilmente.
"Akira... Sei bravissimo...."
Sendoh si concesse una risatina, mentre le sue mani si azzardavano a slacciare i pantaloni della divisa di Hiroaki.
"...Kosh... Ah... non che mi dispiaccia, ma..."
"Nh?"
"...Cosa... cosa  ti è successo?"
"La... La cioccolata..."
"Eh?"
"La cioccolata... Non la posso mangiare. Mi provoca uno stato di iper-eccitazione... Ah... Akira..."
"Eeeeeeeh?"
"Mmmh.. sì, non ti distrarre, però... Ah... E'... una specie... di allergia...."
"Pffffff... Ihihihi..."
"Dai, scemo... Ah... Akira, ti prego..."
"Ma allora non dobbiamo... Mmmmh... Hiro-kun... E' come se fossi ubriaco..."
"Mmmmhhh... No, non proprio... Ma che ti importa... "
Sendoh si alzò dalla sedia, sollevando Koshino con se e depositandolo subito dopo sul tavolo della cucina e sfilandogli i calzoni ed i boxer in una volta sola... Il suo Hiroaki ora giaceva nudo, disteso sul tavolo della cucina, assolutamente desideroso di appagare i suoi desideri...
Akira lo guardò, per un lungo attimo; Koshino distolse lo sguardo, arrossendo deliziosamente fino alla punta delle orecchie. Chiuse gli occhi, sospirando.
"Hiro-kun... siamo sicuri che poi non ti penti? Non vorrei trovarmi tutto il set di coltelli da cucina della mamma piantato nella schiena..."
"Akira...  vieni subito giù..."
"Mmmhhh... E come farei a rifiutare una simile proposta?"
Sendoh si sfilò in fretta la maglietta e fece agilmente far scivolare i jeans già sbottonati sul pavimento. Poi, sorridendo maliziosamente, si sporse ad affondare due dita nel barattolo di Nutella.
"Visto che ti fa questo effetto, Hiro-kun... Perché non ne mangi ancora un po'?", lanciò, passandosi le dita sul petto. Hirokai seguì con lo sguardo quel gesto sensuale, ipnotizzato; con un sospiro, si aggrappò alle spalle del suo ragazzo e si sollevò di quel tanto che bastava per leccare via la scia di cioccolata dal torace di Sendoh.
"Bravo, Hiro-kun... Adesso tocca a me...", sussurrò Akira, col fiato corto, spingendo di nuovo Hiroaki disteso sul tavolo e immergendo le dita nella Nutella, per poi tracciargli un'invitante scia di cioccolata lungo il petto e l'addome, giù, fino a raggiungere la sua virilità eccitata..
Koshino gridò: era la primissima volta che Sendoh lo toccava. In un posto così intimo. Le sue mani si strinsero sul bordo del tavolo strinse forte gli occhi, un po' per l'anticipazione, un po' per un pizzico di paura che stava riemergendo dall'angolino più nascosto del suo cuore, tenuta a bada dalla sovra stimolazione delle sue endorfine da parte del cacao. 
Sendoh si chinò sul suo ragazzo, cominciando la sua discesa lungo il torace, succhiando la Nutella che vi aveva spalmato poco prima.
"Nnnnh. Aki-chaaaaaaaaaaaaaaan."
Koshino gli appoggiò una mano dietro alla nuca e tenendogli premuto il viso contro di sé; Sendoh raggiunse il suo ombelico, indugiandovi un po' con la lingua. .. Poi si rialzò, soffocando le proteste di Hiroaki con un bacio veloce.
Affondò ancora una volta le dita nel barattolo di Nutella; con un sorriso malizioso, si abbassò di nuovo e cominciò ad accarezzare dolcemente il sesso del compagno, avendo cura di ricoprirlo completamente con la cioccolata.
Koshino ansimava forte, il suo petto si alzava e abbassava aritmicamente; Akira lo guardo, estasiato, per un attimo, prima di chinarsi a ripulire diligentemente con la bocca ciò che aveva appena imbrattato.
Hiroaki gridò, portando entrambe le mani sulla testa di Sendoh, intrecciando le dita con i capelli arruffati.
"A.. Aki-chan.. "
La lingua di Sendoh lo accarezzò dolcemente, stuzzicandolo, per qualche istante; poi, le sue labbra si schiusero e lui si sentì precipitare nel vuoto. Non gli era mai successo di perdere i sensi, ma pensò che fosse una sensazione molto simile a quella che stava provando in quel momento. La bocca di Akira lo inghiottiva, si muoveva sensuale lungo il suo sesso, mentre le mani erano sui suoi fianchi e gli impedivano di muoversi, facendolo eccitare sempre di più.
"Akira. Akira.       Sei. sei."
Improvvisamente, Sendoh si staccò da lui, strappandogli un grido di frustrazione.
"Aki-chan. Ti prego.."
"Sssssssshhh.Non così in fretta, Hiro-kun."
Akira si sdraiò sul tavolo, coprendo il corpo del compagno con il proprio, strusciando il bacino contro quello di Hiroaki in modo che le loro erezioni si toccassero.; gemettero entrambi, cominciando a muovere ritmicamente i fianchi, in sincronia, mentre le loro mani esploravano tutto quello che riuscivano a raggiungere dei loro corpi brucianti.
Sendoh mordicchiava a leccava l'orecchio di Koshino, che ormai aveva perso ogni freno inibitore e gridava senza ritegno; non si scompose nemmeno quando sentì un dito di Akira accarezzargli la piccola apertura tra i glutei, pazientemente, dolcemente, fino a che  un lungo dito affusolato non lo penetrò, facendolo irrigidire.
"N.. No. Akira."
"Ssssh. Rilassati."
Sendoh accarezzò dolcemente i capelli del suo koi con la mano libera, lo baciò sulla fronte; fece scendere la carezza lungo il collo, sulla spalla, giù a sfiorargli il fianco fino a che la sua mano non si insinuò tra i loro corpi e afferrò con delicatezza la virilità del compagno, iniziando a massaggiarla. Sentì il respiro di Koshino ritornare regolare, le sue braccia cingergli le spalle ed abbracciarlo; cominciò a muoversi piano dentro di lui, mentre riprendeva a giocherellare con il suo orecchio.
Provò ad inserire un altro dito e non trovò troppa resistenza, anzi. Gli sembrò più un gemito che un lamento, quello che uscì dalle labbra di Koshino. 
Non capiva più nulla:  i gemiti di Hiroaki, la sua voce che invocava il suo nome lo facevano impazzire. Non avrebbe potuto fermarsi, ormai. E non avrebbe più potuto aspettare a lungo, lo sapeva, Hiro-kun era al limite, ormai.
Gli posò una pioggia di baci sul viso, fra i capelli, sulle spalle;  si rese conto che Hiro-kun si stava muovendo con lui e ormai era completamente partito: aveva la testa rovesciata indietro e dalle labbra socchiuse uscivano dei suoni inarticolati simili al pigolio dei gattini appena nati. 
Sendoh estrasse le dita dal corpo del ragazzo, lentamente, lasciando anche il suo sesso pulsante; barcollando un po', scese dal tavolo e si  mise in piedi, i fianchi incollati al bordo, mentre sollevava le gambe di Hiroaki sulle proprie spalle. Quest'ultimo non  si curò nemmeno di aprire gli occhi, era completamente abbandonato, con la braccia sollevate appena sopra alla testa, appoggiate languidamente sul tavolo con i pugni chiusi.
Akira spinse dolcemente, notando appena una smorfia di dolore quando cominciò a scivolare facilmente dentro di lui. Non gli aveva fatto male, grazie al cielo. Era stato così semplice, così. Naturale. Come se il corpo di Hiro-kun fosse fatto apposta per il suo.
Si chinò sul tavolo, appoggiandovi i gomiti; cercò le mani di Koshino, intrecciò le dita con lui, avvicinò il viso al suo e cominciò a muoversi. 
Era. Semplicemente. Fantastico. Il corpo del suo ragazzo era così incredibilmente morbido, caldo. Era stato fantastico, prima, sentire l'eccitazione di Hiro-kun accarezzare la sua, ma questo.
"Hiro-kun. Sei... Fantastico...", riuscì solo a dire, prima di lasciarsi andare e godersi tutto quello che gli stava dando il suo Hiroaki, il ragazzo che amava. Il ragazzo che aveva persino  pensato di lasciare, adesso gli stava dando tutto, senza riserve. Era lì solo per lui e Akira avrebbe fatto di tutto perché niente e nessuno potesse mai portarglielo via.
Sentì i denti di Hiroaki affondargli in una spalla, dopo un movimento un po' più profondo e i gemiti indistinti e sommessi trasformarsi in una sequenza ininterrotta di 'si, Akira, ti prego, ti prego.' finché  il ragazzo si inarcò sotto di lui, gridando il suo nome e poi collassando, esausto, sul tavolo. Quello spettacolo portò al limite anche lui, facendolo venire con un grido che soffocò sulla bocca del suo amore.
Sendoh sciolse le dita da quelle di Hiroaki; sentiva il bisogno di abbracciarlo, di stringerlo forte. sentì che Hiro-kun ricambiava debolmente l'abbraccio; rimasero qualche minuto sdraiati sul tavolo, ansimanti e sudati, prima che Sendoh, facendo appello a tutta la sua buona forza di volontà, riuscisse ad alzarsi e, sollevando Koshino tra le braccia, si avviasse verso la sua stanza.

§§§

".Hiro-kun. Come va?"
I due ragazzi erano accoccolati sotto le coperte (dopo che Sendoh era sceso in cucina e aveva raccolto i rispettivi indumenti, onde evitare che a sua madre, rientrando a casa dal lavoro, venisse un infarto precoce), Koshino ancora privo di forze e semi-addormentato, Sendoh in preda a sensi di colpa e rimorsi di ogni tipo.
".Mai stato meglio.."
".Sicuro che non te ne pentirai?"
".E dai, Aki-chan. "
"Io. Ti avevo comprato una cosa. Ma, quando mi hai fatto quella scenata, oggi."
".Mi avevi. Comprato una cosa?"
".Si. Una fedina d'argento."
Sendoh sorrise, accarezzando la schiena di Koshino, sdraiato accanto a lui e con la testa appoggiata nell'incavo della sua spalla.
"Un. Anello?"
"Si.."
Koshino si sollevò su un gomito, guardando il suo ragazzo in viso.
"Ma. Perché? Non c'è nessuna ricorrenza particolare.". Chiese, lo sguardo interrogativo.
"Beh. No, non c'è. Ma avevo deciso di dirti. Che per me sei importante. Che ti voglio davvero bene. Che ti amo. Che avevo. Che desideravo fare l'amore con te. Ma non solo per una questione. Beh, non è stato solo sesso per me, Kosh. Ha significato. Tantissimo."
Hiroaki sorrise, uno suoi bellissimi, preziosissimi sorrisi. Si chinò a baciare le labbra di Akira.
"Ce l'hai ancora quella fedina?"
".Si. E' giù in salotto, sul divano. "
".Io. La vorrei portare. Per farti capire che. Provo le stesse cose che provi tu. E che. Per me è stato bellissimo fare l'amore con te. Perché l'ho sentito che non era solo sesso. Baka. Io. Ti amo da morire."
"Oh, Hiro-kun."
Proprio mentre i due ragazzi stavano per gettarsi l'uno nelle  braccia dell'altro, il rumore di una macchina li fece sbiancare.
"Mia. Mia madre?!?!?! Ma è prestissimo. Oh, accidenti!!!" Sendoh balzò giù dal letto, infilandosi di corsa i vestiti e passando a Hiroaki la sua uniforme.
"Oh, no. Akira. Hai pulito di sotto. Voglio dire." Koshino arrossì, mentre si vestiva alla velocità della luce.
"Si, si. Ma avrei voluto almeno avere il tempo di farci un bagno."
Un rumore di chiavi che giravano nella toppa, poi il click della porta.
"Beh, almeno siamo vestiti!"
"Dai, usciamo di qua prima che le venga in mente di venire a vedere se stavamo studiando. Come glielo spieghiamo il fatto che ci piace studiare a letto?"
"Esci, cretino."
"Hiro-kun, non trattarmi male!"
Koshino si bloccò sulla porta, appoggiandovisi.
"Aki-chan.."
"Si, Hiro-kun?"
"E' stata una giornataccia anche oggi, vero?"
"Puoi dirlo."
"Ma è  finita bene, giusto?"
"Puoi giurarci."
"Che a noi le giornatacce portino fortuna.?"
Sendoh prese il mento di Koshino tra le dita, gli sollevò il viso e lo contemplò per un attimo, prima di posare un bacio leggerissimo su quelle labbra che tanto gli piacevano.
"Se tutte le giornate no si concludessero come questa, Hiro-kun. Allora non vedo l'ora di averne un'altra!"
Koshino chiuse un pugno, sollevandolo e posandolo delicatamente sulla guancia del suo ragazzo.
"Andiamo. Hentai."
"Arrivo. Koi."
E Koshino sorrise di nuovo. Si rassegnò: ormai, aveva proprio imparato.

-fine-



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