Ultimo capitolo di questa prima parte, e poi dovrò cominciare a scrivere la seconda I personaggi di Slam Dunk non sono miei ma del mitico e immenso Inoue, ed io non ci guadagno nulla..

Buona lettura (Spero) Ise.

 


 

La saga di July

July

Parte IX:

di Ise: L'ADDIO (l'amore)

 

 

 

Era mezzanotte ed Hanamichi e Rukawa erano stesi sui loro letti, si sforzavano di dormire ma il sonno non arrivava.

Dopo la sfida, Kaede era rimasto in palestra da solo mentre Mito e gli altri andavano a cercare il rossino. Si era sfogato giocando ed era arrivato alla conclusione che non aveva speranze con Hanamichi per cui l’unica soluzione per dimenticare quello che provava era evitarlo e ricominciare a comportarsi con la fredda indifferenza che lo caratterizzava.

Hanamichi invece dopo aver preso a testate qualche innocente albero si era accasciato al suolo in un pianto liberatore. Era giunto alle medesime conclusioni del volpino ed aveva deciso di dargli pan per focaccia comportandosi come lui.

Mentre tornava in albergo il rossino si era incontrato sia con July che con Mito e con entrambi aveva chiarito le cose. Si era comportato il più amichevolmente possibile, sorprendendo i suoi interlocutori che pensavano di trovarlo sul piede di guerra visto il modo in cui se ne era andato dalla palestra. Sinceramente era contento che le cose fossero andate in quel modo, se avesse vinto lui la sfida avrebbe fatto l’infelicità di tre persone ovvero la propria, quella di Yohei e quella di Haruko, ormai ne era sicuro al cento per cento.

Il volpino e il rossino erano giunti in albergo nello stesso momento, si erano incontrati davanti alla porta d’entrata, si erano guardati duramente per un paio di secondi e poi, avevano rivolto gli sguardi altrove aiutati in ciò dall’avvicinarsi di Mitsui, che aveva comunicato loro la vittoria del Kainan nel torneo.

Entrambi avevano finto interessamento alla notizia.

Hanamichi aveva pure cominciato ad urlare dicendo che se il genio avesse giocato la partita contro il Ryonan ora sarebbe stato lo Shohoku il vincitore finale, ma in verità quell’informazione che fino a poche ore fa li avrebbe angustiati li aveva lasciati del tutto indifferenti. Avevano tutti e due altri pensieri in testa.

Durante la cena si erano seduti distanti e in tutta la serata non erano rimasti più di dieci secondi nella stessa stanza, entrava uno usciva l’altro e viceversa.

Rukawa era stato il primo ad andare a coricarsi, e dopo due ore anche Hanamichi si era deciso ad andare in camera.

Sakuragi aveva aspettato tutto quel tempo prima di andare a letto, perché sperava di trovare il volpino già addormentato e, infatti, quando lo aveva visto sotto le coperte con gli occhi chiusi aveva tirato un sospiro di sollievo.

In verità, però, il volpino era ancora sveglio ma non aveva fatto nulla per farlo notare.

Hanamichi si era cambiato molto velocemente, si era buttato sul letto, aveva chiuso la luce e ora…entrambi ben svegli contavano i minuti che li separavano dal giorno dopo. Il volpino tentava di far passare il tempo pensando al suo futuro in NBA, il rossino invece si ripeteva come una tiritera la sua nuova lezione di vita -indifferenza per indifferenza, umiliazione per umiliazione ecc.-

Per fortuna arrivò presto il mattino, fu Rukawa ad alzarsi per primo, si lavò e si affrettò ad uscire dalla stanza, destinazione palestra, voleva allenarsi fino a sfinirsi in modo da ricominciare a dormire in piedi com'era sua abitudine.

Quando fu sicuro che l'altro se ne fosse andato anche Hanamichi si arrischiò ad aprire gli occhi e cominciò a leggere alcune riviste che si era portato da casa.

A colazione si sedettero nuovamente separati e per tutta la mattina si evitarono nel modo più categorico.

Hanamichi quando l'altro non era nei paraggi era allegro come il solito, ma quando lo vedeva si azzittiva di colpo, lasciando anche intere frasi a metà e sorprendendo chi lo ascoltava.

Rukawa dal canto suo camminava, tenendo gli occhi ben aperti, su e giù per l'albergo come un'anima in pena e nonostante la stanchezza fisica dovuta agli sforzi fatti non riusciva ad addormentarsi.

Tutto ciò era molto strano e non passò molto tempo che tutti notarono questi comportamenti anomali.

July aveva passato la maggior parte della serata del giorno prima e della mattinata in camera. Non stava per nulla bene. Si sentiva spossato, esausto, stava sudando in maniera copiosa e la sua mente era annebbiata.

Le prime avvisaglie di quello strano malessere, le aveva avute subito dopo la sfida, ma pensava fossero dovute alla pena provata per il comportamento di Hanamchi.

Ma poi con Hana-chan aveva fatto pace eppure le sue condizioni erano peggiorate ulteriormente.

Mentre era sulla Terra avrebbe dovuto essere immune da malattie, ma allora perché si sentiva a pezzi.

La sua prova di successione si stava rivelando sempre più strana prima i due protetti e poi questa.

Non che la prova di successione in se fosse stata ben chiara, era sempre stata avvolta nel più grande mistero. Lui stesso che la doveva sostenere sapeva solo quello che gli era stato detto dal Gran Consiglio e dal Reggente.

Si ricordava ancora quando un paio di settimane fa era stato chiamato di tutta fretta dal Consiglio, si era presentato alla seduta e il Capo Consigliere gli aveva semplicemente detto che era abbastanza grande per andare sulla Terra. Lui ne era rimasto sorpreso in quanto non aveva ancora compiuto i vent’anni, età in cui d’abitudine si era pronti ad ascendere al trono in caso di morte prematura del precedente sovrano. Non era riuscito, però, ad obiettare niente in quanto il Gran Consiglio aveva già preso la sua decisione, e non aveva potuto far altro che chiedere in cosa consisteva esattamente la prova. Allora si era alzato il Consigliere più anziano e con voce profonda gli aveva detto solo questo –Devi andare sulla terra e trovare l’unica persona in grado di vederti, quando l’avrai trovata dovrai realizzare il suo desiderio più importante. Attenzione ho detto il desiderio più importante e non un desiderio, nel caso in cui fallirai e realizzerai qualcosa di sbagliato non potrai più diventare re e dovremo far sostenere tale prova anche a tuo cugino- Dopo di che era stato condotto fuori dalla stanza e si erano cominciati i preparativi per la partenza. Non aveva capito nulla di quello che doveva fare, per fortuna che il suo tutore e Reggente del regno, con il suo solito modo dolce di fare gli aveva spiegato un po’ di più, lo aveva rassicurato dicendogli che sarebbe andato tutto per il meglio, gli aveva dato alcune informazioni sul pianeta azzurro, gli aveva detto quello che poteva e non poteva fare, gli aveva indicato esattamente il luogo dove si presumeva questa volta dovesse esserci il prescelto, lo aveva tranquillizzato dicendo che solo questa unica persona poteva vederlo, anche se in un aspetto diverso da quello che aveva in realtà e che fino a quando sarebbe stato sulla Terra nessuno avrebbe potuto ferirlo e non si sarebbe ammalato, e poi gli aveva dato quel consiglio utile, quali erano state le sue testuali parole –Ricordati Principe July, tutte le persone sia quelle di Another Country che quelle della Terra sono strane, molto spesso il desiderio più vero che si ha è quello anche più nascosto, anzi il più delle volte la stessa persona che lo desidera non sa di volerlo, il tuo compito sarà quello di sondare il cuore del prescelto, quando lo avrai capito a fondo allora ti sarà semplice realizzare ciò che lui vuole veramente-. Praticamente in una settimana aveva ricevuto più informazioni di quante non ne avesse avute nel giro dell’intera sua breve vita, comprese quelle più frivole che difficilmente gli sarebbero tornate utili, tipo la spiegazione sull’incantesimo non più usato da secoli che, invece, lui aveva usato di continuo per interagire con altre persone oltre che con i prescelti. Poi era partito, con somma fortuna aveva trovato subito il prescelto che poi si erano rivelati due, aveva fatto amicizia con loro, a sua volta aveva aiutato il loro avvicinamento, si era divertito a creare nuove coppie con il loro aiuto e, poi, ieri era andato tutto a brandelli. Il rossino e il volpino avevano ricominciato a comportarsi fra di loro con ostilità, solo che adesso la situazione sembrava peggiore di quella dell’inizio. Il problema più grosso era che non riusciva a capirne il motivo, altrimenti avrebbe potuto aiutarli. Se prima aveva pensato che potesse esserci del tenero, ora aveva quasi completamente bocciato l’idea, quello di quei due non era un comportamento da innamorati, o si, non lo sapeva, anche se amava creare coppie in materia non era propriamente un esperto in quanto non si era mai preso una cotta per nessuno. Non capiva. C’erano tante cose di cui non capiva il motivo per esempio la fretta dimostrata dal Consiglio nel mandarlo sulla Terra, forse era dovuta alla guerra, già la guerra…, non poteva rimanere tutto il giorno a poltrire in camera nonostante stesse male, doveva riuscire a capire il cuore di almeno uno dei suoi protetti, così da realizzare il suo desiderio, in modo da tornarsene a casa, il suo popolo aveva bisogno di un nuovo re.

Si alzò dal luogo in cui si trovava e svolazzando in modo alquanto sconnesso riuscì a raggiungere in qualche modo il piano terra dell’albergo giusto in tempo per captare un conversazione molto interessante.

Seduti fuori sulla scalinata che portava all’entrata, c’erano Sendo e Koshino abbracciati, Maki e Kyota che si tenevano per mano, Hanagata con Fujima in braccio, Kogure con la testa appoggiata alla spalla di Mitsui, Ryota con un braccio dietro la schiena di Ayako, Fukuda che accarezzava gentilmente la schiena di Jin, Haruko e Yohei con le dita della mano intrecciate.

Stavano discutendo dello strano comportamento di Kaede e Hanamichi.

"Chissà cosa hanno quei due?" stava dicendo Mitsui.

"Non lo so, è già da ieri che si comportano in maniera strana" disse Kogure.

"Strana? Io direi che sono irriconoscibili" disse sarcasticamente Ayako "Rukawa che non dorme e Hanamichi che si azzittisce quando lo vede, non sono più loro"

Proprio in quel momento prese la parola Mito "E’ successo tutto a causa della sfida mia e di Hana" raccontò i fatti a grande linea visto che i presenti non li conoscevano e poi concluse dicendo "Non so cosa gli sia preso, ma Hanamichi sembrava più deluso del fatto che Rukawa mi avesse aiutato, altra cosa che non mi spiego, che di Haruko che invece di lui era innamorata di me"

"Dici davvero?" disse pensieroso Maki.

"Adesso che mi ci fate pensare, quei due non si detestavano?" disse Kyota per intervenire nella discussione.

"Si, ma grazie all’idea di farli dormire nella stessa camera del coach e di Akagi, sembrava che le cose stessero migliorando fra i due" spiegò Ryota.

"Possibile che non ci arriviate?" disse Koshino.

"Cosa intendi?" chiese Hanagata.

"Giusto è già la seconda volta che sotto intendi qualcosa" lo appoggiò Fukuda.

"Dai è tutto così semplice" disse il sempre sorridente Sendo che fino a quel momento era rimasto in silenzio.

Furono Fujima e Maki a dire insieme arrivando alla stessa conclusione "Sono innamorati".

"E’ così" disse Akira.

"Sembra impossibile, eppure …" disse Mitsui "Non so perché ma penso che possiate avere ragione"

"Abbiamo ragione, puoi starne certo, è così palese che quei due provano l’uno per l’altro qualcosa di molto profondo, altrimenti il loro comportamento non si spiegherebbe" disse sempre Sendo.

"Hai ragione, questo spiegherebbe molte cose" disse Kogure.

"Soprattutto la gelosia provata da Hanamichi quando pensavamo che Akira e Rukawa stessero insieme" intervenne Koshino "Ho provato pure a lanciargli qualche battuta per fargli capire che si comportava così perché provava qualcosa per il volpino, ma lui era troppo ottuso".

"E spiegherebbe anche perché Rukawa mi ha aiutato e la rabbia di Hanamichi quando lo ha saputo" disse Mito.

Poi tutti insieme dissero "E si, sono proprio cotti"

"Ma sono troppo orgogliosi per ammetterlo" disse Fujima comprensivo.

"E soprattutto uno non farà mai la prima mossa, per paura di essere rifiutato dall’altro e dargli così un altro motivo per umiliarlo" disse Kogure.

"Io penso, invece, che entrambi credono di non avere speranza con l’altro per cui non si fanno avanti" disse Mito scuro in volto.

"Te la concedo" disse Fujima "Ma è sempre il loro orgoglio che li fa comportare così"

"Sono d’accordo" disse Jin "A pensare che sarebbero una coppia perfetta"

"Si per uno spettacolo comico" disse Kyota ridacchiando.

"No, non per quello, sono entrambi molto bravi nel basket, hanno un’altezza simile, due fisici ben fatti e soprattutto caratterialmente l’uno compensa l’altro, in due parole sono perfetti".

Poi calò il silenzio.

July aveva ascoltato tutta la conversazione ed era rimasto interdetto.

Lui stava bocciando l’idea che i suoi due protetti fossero innamorati per via del loro comportamento ostile, e invece questi ragazzi erano arrivati alla conclusione opposta proprio per quello. Com’era possibile?

July rifletté sull’ultima settimana e, finalmente, capì cosa intendeva il suo tutore con quella frase, sondare il cuore per capire una persona significava andare oltre le apparenze, a quello che la persona fa vedere di se. C’è della gente che per orgoglio o altro si comporta in maniera contraria di come vorrebbe, questo era il caso dei suo prescelti.

Nonostante il malessere fisico rise, la prova di successione era un simbolo per fargli capire questo, in quanto un buon sovrano è quello che capisce veramente i suoi sudditi e fa di tutto per realizzare i loro desideri.

Adesso aveva capito anche il desiderio che doveva realizzare per Hana e Kaede, un desiderio per due persone non poteva che essere unico, entrambi stavano cercando la stessa cosa solo che per via del loro carattere avevano bisogno di un piccolo aiuto.

Doveva obbligarli a dire la verità sui loro sentimenti, tentò di effettuare un incantesimo a tal senso ma non ci riuscì, era troppo esausto.

Certo traendo la propria forza dal legame che si era andato a creare fra i suoi prescelti, era riuscito a fare grandi cose, fermare rapinatori, creare fantasmi, organizzare anniversari, inventare sogni, portare le catene sulla Terra, bloccare treni, ma ora che i cuori del volpino e del rossino si stavano allontanando lui era estremamente debole e i suoi poteri erano nulli. Stava fallendo la prova. Cosa poteva fare?

Proprio in quel momento, fra le coppie sedute sulla scalinata, Mito riprese la parola "Non credete che dobbiamo aiutarli?"

"Credimi se sapessi come fare sarei il primo ad intervenire dopo tutto quello che hanno fatto per noi" disse Hanagata stringendo ancora di più Fujima.

"Già, so cosa intendi in quanto non siete i soli ad essere stati aiutati" disse Maki cominciando ad accarezzare con la mano libera i capelli del suo Nobunaga.

"Proviamo a pensare a qualcosa" continuò Mito preoccupato per il suo amico.

"Per prima cosa sarebbe meglio provare a parlare con loro" intervenne Sendo "Farli sbottonare insomma"

"Rischiamo di venire uccisi" disse Mitsui "Hanno due caratteracci"

"E se li rinchiudessimo in una stanza da soli in modo da obbligarli a parlare fra loro" disse Fujima.

"Potrebbe essere un’idea, ma come farli finire li" disse Jin pensieroso.

"Su, dobbiamo inventarci qualcosa" disse Sendo.

"Ed entro stasera" proseguì Yohei.

"Perché?" chiesero sorpresi gli altri.

"Domani dopo la premiazione finale, tornate a Kanagawa e ritornando al solito tran tran sarà molto difficile trovare un’occasione giusta"

"E’ vero" disse Akira" "Al lavoro ragazzi, troviamo il modo per attirarli da soli in una stanza" e tutti cominciarono a pensare.

July sorrise ed ad alta voce anche se non poteva essere sentito disse "Grazie, sono entrambe ottime idee"

Si avvicinò a quel gruppo di ragazzi e recitò un mantra propiziatore per giovani coppie, anche se non poteva interagire con loro almeno quello visto che era una formula augurale poteva farlo.

Poi, si mise al lavoro, doveva trovare i suoi prescelti e provare a parlare con loro, intanto lui non rischiava di venire ucciso, avrebbe tentato di farsi dire palesemente cosa provavano l’uno per l’altro e li avrebbe spinti a dichiararsi.

Se non funzionava, sarebbe passato al piano bis, ovvero rinchiuderli in palestra da soli, forse si sarebbero ammazzati di botte, ma almeno ci aveva provato.

Per lui sarebbe stato molto semplice condurli in quel posto e chiuderli dentro.

L’incantesimo che li spingeva l’uno nelle braccia dell’altro quando si allontanavano di un kilometro era ancora attivo, in quanto legato alla realizzazione del desiderio e non al suo stato di salute.

Li avrebbe spinti contemporaneamente ad allontanarsi l’uno dall’altro di quella distanza, in mezzo ci sarebbe stata la palestra e in quel modo si sarebbero trovati nel posto giusto al momento giusto.

July barcollando riuscì a raggiungere il volpino, era seduto appoggiato ad un albero, sembrava addormentato ma non lo era, infatti quando gli si avvicinò aprì immediatamente gli occhi.

"Ciao" disse July "Ti devo parlare"

L’altro si limitò a sollevare un sopraciglio aspettando.

Allora il Principe delle Terre Roventi incominciò "Ti ho già fatto questa domanda, ma ora vorrei che tu mi rispondessi, è una cosa molto importante per me, ami Hanamichi?"

Il volpino lo guardò a lungo prima di rispondere "Anche se fosse, sarebbero comunque problemi miei"

"No, tu non capisci, io potrei darti una mano"

"Adesso basta, July, so che adori vedere tutti felici ma questo non è sempre possibile"

"E se ti dicessi che, secondo me, Hana-chan prova qualcosa per te"

Il volpino si alzò, abbozzò un sorriso amaro mentre diceva "Non ti credo e, poi, io non ho mai detto di provare qualcosa per la testa rossa"

"Ma…" provò a dire July, ma fu bloccato dall’altro "Non c’è nessun ma, questa è la realtà dei fatti"

Rukawa, poi, si fermò a guardare un attimo il suo interlocutore e gli disse "Sei sicuro di stare bene?"

Il principe delle Terre Roventi aveva cominciato ad ansimare ma tentò di sorridere mentre diceva "Si, sono solo un po’ stanco".

"Allora, vai a riposarti, sul serio non c’è niente che tu possa fare per me. Mi piace stare per conto mio, non mi pesa per nulla stare da solo. Io ho già preso la mia decisione e anche Sakuragi" dopo aver detto queste parole con uno sguardo dal quale trasparivano stranamente delle emozioni ovvero tristezza, preoccupazione e comprensione, il volpino si girò di spalle e fece per andarsene.

July riuscì a tirare fuori di nuovo la voce per dire "Va bene, non romperò più con questa storia, ma dobbiamo parlare del desiderio, ti aspetto questa sera alle sei sul campo di basket dove hai allenato Mito"

Kaede si fermò e si voltò "Non sarebbe meglio che tu realizzassi il desiderio dell’idiota"

"Può darsi, ma prima devo parlare anche con te"

"E perché proprio li?"

"Perché Hanamichi non deve vederci"

Rukawa esaminò per alcuni istanti July in modo da capire se aveva in mente qualche brutto scherzo, ma non notò nulla di strano per cui disse "E va bene, verrò" e, poi, se ne andò veramente.

Adesso mancava Hanamichi, quando lo trovò che bighellonava da solo per il boschetto, July senza aspettare un secondo in quanto ormai si sentiva al limite della resistenza fisica chiese "Hanamichi, ti piace Kaede?"

Il rossino divenne paonazzo mentre rispondeva "Certo che no, chi potrebbe amare un imbecille del genere"

"Sei sicuro al cento per cento?" riprovò a dire July.

"Certo" ma mentre diceva questa semplice parola la voce della testa rossa si incrinò un attimo.

Poi, guardando il piccoletto stava per chiedergli il motivo di tale domanda, ma July lo bloccò in quanto ormai non ce la faceva più, dicendo "Va bene, ho capito, sono troppo stanco per continuare a discutere con te per cui ascoltami un attimo, ho bisogno di parlarti del desiderio, ti aspetto alle 18.00 fuori dal bar "Miraggio" a mezzo km. da qui, in quella direzione. Ci incontriamo li perché non voglio che Kaede ci veda"

"Stai bene?" chiese il rossino in apprensione avendo notato lo strano comportamento di July.

"Si, ho bisogno solo di fare una dormitina"

"Allora, vai in camera, vuoi che ti accompagni?"

"Non serve, ma verrai all’appuntamento?"

"Si, certo ma non sarebbe meglio, che realizzassi il desiderio del volpino"

July sorrise, entrambi avevano pensato all’altro per il desiderio, erano proprio cotti, e finì con il rispondere nello stesso modo "Può darsi, ma prima devo parlare anche con te"

Dopo salutò Hanamichi "Ciao, allora ci vediamo" e se ne andò tentando di barcollare il meno possibile.

 

Appena arrivato in camera si appisolò.

 

Erano le 18.00 July si era appena svegliato ed era andato in palestra, non appena i due ragazzi fossero apparsi, doveva sigillare la porta all’esterno con un incantesimo e, poi, aspettare, sperando che tutto andasse per il meglio. Stava ancora più male di prima, doveva avere anche la febbre, ma non importava, doveva resistere sia per se stesso e il suo regno, sia per la felicità dei suoi amici umani.

Kaede stava andando nel luogo dell’incontro, sbadigliava continuamente ma il sonno non voleva ancora arrivare. Quando fu al campetto, si guardò intorno ma di July nessuna traccia, fece un altro passo e …

Hanamichi era in ritardo, correva come un pazzo per raggiungere in tempo il bar, ormai era in vista ed era ancora in orario, sorrise e, poi …

I due ragazzi si ritrovarono l’uno nelle braccia dell’altro in una palestra vuota, illuminata solo dalla luce della luna.

Si separarono di scatto per evitare tentazioni pericolose.

Rukawa capì al volo quello che era successo e con voce tagliente disse "Quel piccolo traditore, ecco cosa aveva in mente quando mi ha dato quell’appuntamento"

Anche Hanamichi allora intuì la verità e furibondo disse "July ha dato un appuntamento anche a te?"

"Si, al campetto"

"July" urlò il rossino mentre correva verso la porta, ma la trovò chiusa per cui battendo i pugni su di essa cominciò ad imprecare "Bastardo, vuoi aprire questa porta, vuoi che la butti giù? Non fare il finto tonto, so benissimo che sei li fuori"

Ma non successe nulla, così Sakuragi desistette e stanco si lasciò cadere seduto a terra.

Il volpino nel frattempo si era già seduto nell’altro lato della palestra.

Passarono diversi minuti e nessuno venne ad aprire.

I due ragazzi tentavano di guardare ovunque, fuorché in direzione dell’altro, ma era inutile, il sentimento che provavano li portava inesorabilmente a fissarsi.

Rukawa non ne poteva più di quella situazione per cui si alzò, aprì le luci e cominciò a fare qualche tiro per distrarsi dai continui pensieri poco casti che aveva nei confronti dell’altro ragazzo nella sala.

Hanamichi dopo un po’ seguì il suo esempio.

Per un tacito accordo, ognuno rimase in un rettangolo del campo, e tutto procedette per il meglio, fino a quando un pallone lanciato da Kaede a canestro, prese una brutta parabola al momento del rimbalzo a terra, finendo nel sedere del rossino.

Quest’ultimo si girò con occhi di fuoco, già era molto teso per trovarsi li da solo con Rukawa, già il sapere di amare quella stupida volpe non ricambiato lo irritava, figuriamoci se avrebbe accettato in silenzio quello stupido scherzo.

Prese un pallone e lo lanciò verso il volpino che ignaro di tutto, non aveva infatti seguito che fine aveva fatto il suo precedente tiro, stava effettuando uno slam dunk.

Il pallone lo prese in pieno e lo fece rovinare a terra.

Anche Rukawa allora si girò e vedendo lo sguardo di sfida di Hanamichi ricambiò il favore.

Cominciarono a volare palloni da basket dall’una all’altra parte, alcuni centravano il bersaglio e altri no, ma non importava. L’importante per entrambi era sfogarsi, punire l’altro per il dolore che stavano provando a causa di quel sentimento che era nato in loro.

Quando si stufarono di quel gioco, passarono sul serio alle mani, si picchiarono senza dire una parola con gran trasporto fino a quando il rossino non riuscì a bloccare sotto di se il volpino.

Kaede era inerme, non riusciva a liberarsi da quella presa.

Sakuragi era troppo forte, se continuava a menarlo, lo avrebbe ucciso sul serio.

Chiuse gli occhi, incapace di ragionare, continuava a sentire su di se solo la ferocia dell’altro, quando a un certo punto al posto del pugno atteso, qualcosa di bagnato gli cadde sulla guancia.

Aprì gli occhi, Hanamichi stava piangendo.

Il rossino lasciò l’altro ragazzo e si sedette tentando di asciugarsi le lacrime con le mani, mentre dalle sue labbra usciva una semplice domanda "Perché?"

Il volpino si inginocchiò di fronte al suo idiota, poggiò le sue mani sulle spalle dell’altro e con occhi e voce dolce disse "Perché cosa?"

Hanamichi ricambiò lo sguardo e ancora con la voce rotta dalle lacrime disse "Perché hai aiutato Yohei?"

Rukawa prima di rispondere avvicinò le sue labbra alla guancia destra del rossino e con la lingua leccò dal basso verso l’alto la scia lasciata dalle lacrime che cadevano "Perché volevo che tu perdessi"

"Perché?" ripeté il rossino.

Kaede fece la stessa cosa che aveva fatto sulla guancia destra, sulla sinistra "Perché volevo che il tuo amico si mettesse con la Akagi"

"Perché?" continuò a chiedere Hanamichi ipnotizzato dal comportamento del volpino.

Il moretto baciò la fronte del compagno "Perché volevo che tu fossi libero"

"Perché?" il rossino sembrava non sapere dire altro.

Rukawa allora baciò la punta del naso di Hanamichi "Perché tu per me sei indispensabile, sei importante e non solo come giocatore di basket ma anche come persona".

"Perché?" un’ultima volta quella domanda si affacciò sulle labbra di Sakuragi mentre il suo cuore cominciava a battere più forte, in quanto il volpino aveva appena ammesso che era importante ed indispensabile, la cosa che più voleva insieme al suo amore.

Rukawa sorrise debolmente mentre accarezzava con le sue, le labbra dell’altro "Perché ti amo", poi fece per alzarsi ma venne bloccato dalla mano del rossino che lo trascinò verso di se.

"Anch’io ti amo" disse Hanamichi stringendolo più forte.

Kaede ricambiò l’abbracciò e rimasero ad ascoltare il battito del cuore l’uno dell’altro per diversi minuti.

Poi, come spinte da una forza magica le loro labbra cominciarono a cercarsi e quando si trovarono diedero vita ad un dolcissimo ma nello stesso tempo passionale bacio.

Finirono molto presto sul pavimento, quando all’improvviso sentirono dentro di se un profondo senso di vuoto

Si alzarono in piedi contemporaneamente urlando "July".

Si diressero verso l’uscita, riuscirono ad aprire la porta e trovarono a mezz’aria una busta dorata.

Kaede la prese e l’aprì, era una lettera di July.

La consegnò al rossino e insieme lessero queste parole:

 

Ciao ragazzi,

ho visto dalla finestra della palestra che siete riusciti a chiarirvi e sono molto felice per voi.

Vi chiedo scusa per avervi obbligato ad incontrarvi ma credo che abbiate capito che l’ho fatto a fin di bene.

Visto che ho realizzato il vostro desiderio più vero me ne sono tornato a casa.

Sapete realizzarlo era più facile di quanto pensassi, solo che era così ottuso da non rendermene conto.

Le vostre anime si cercavano da sempre solo che avevate bisogno di aiuto per capirlo.

Kaede non è vero che ti piace la solitudine, hai solo scambiato un’abitudine che ti sei imposto per un desiderio. In verità volevi qualcuno con cui aprirti, qualcuno con cui condividere i tuoi sogni e le tue aspirazioni come fanno i tuoi genitori in giro per il mondo e quella persona era Hanamichi solo che non aveva il coraggio di ammetterlo.

E tu Hanamichi, la tua volontà di voler essere amato a tutti i costi era impressionante, ti buttavi su ogni ragazza che era un po’ gentile con te, ma non ascoltavi veramente il tuo cuore che ti diceva che non erano adatte. Quando poi hai conosciuto Kaede hai chiuso ancora di più il tuo cuore, non volevi accettare quanto lui fosse importante, quanto con lui ti sentissi completo. Avevi paura di soffrire a causa del suo rifiuto perché non avevi ma amato qualcuno così tanto.

Per realizzare il vostro desiderio dovevo solo spingervi l’uno nelle braccia dell’altro e l’ho fatto anche se con qualche difficoltà.

Ho imparato la lezione più importante della vita, che bisogna sempre guardare oltre le apparenze e ascoltare il proprio cuore, quindi credo che diventerò un buon re.

Scusatemi anche, perché sono andato via senza salutarvi di persona, ma non ne ho avuto il coraggio, non volevo cominciare a piangere davanti a voi, volevo che mi ricordaste come il piccolo e sorridente amico che sono stato (almeno spero).

Comunque vi posso assicurare che questo non è un addio, sono sicuro che ci rivedremo.

Vostro per sempre.

July

 

Dopo la lettura i due ragazzi si guardarono per un attimo, e poi Kaede abbracciò Hanamichi da dietro, petto contro schiena.

Il rossino disse triste "Credi che lo rivedremo?" infatti avrebbe sentito moltissimo la mancanza di quel ficcanaso.

Rukawa lo strinse di più e con voce rassicurante disse "Lui ha detto di si, perché avrebbe dovuto mentirci".

Allora Sakuragi si girò nell’abbraccio del compagno, le loro labbra stavano per ricongiungersi quando una voce stridula li bloccò "Avete visto ragazzi, non c’era niente di cui preoccuparsi"

Era Kyota seguito da Maki, Sendo, Koshino, Kogure, Mitsui, Ayako, Ryota, Fukuda, Jin, Hanagata, Fujima, Mito, Haruko, Akagi e Uotsumi.

Akira si avvicinò ai due e mise le sue braccia intorno alle spalle di entrambi mentre con un super sorriso diceva "Bene ragazzi, vi siete chiariti e messi insieme senza il nostro intervento, dobbiamo festeggiare" e Hana e Kaede vennero così trascinati in un bar vicino all’albergo.

Tutti fecero baldoria e vista l’occasione pure il volpino si lasciò andare più del solito. anche se avrebbe preferito passare il suo tempo da solo con Hana-chan

Era passata un’ora dall’inizio della festa, Hanamichi aveva la testa appoggiata sulla spalla del suo volpino, guardò attorno a se e vide altre sette coppie felici come la loro, si voltò a guardare Kaede e sorrise mentre sussurrava al vento "Grazie July".

Dopo di che sentì il braccio di Rukawa stringersi di più intorno alla sua spalla, attirandolo maggiormente a se, e si lasciò cullare da quel calore.

 

FINE 9° CAPITOLO: L’ADDIO (l’amore)

 

FINE LA SAGA DI JULY – PRIMA PARTE: JULY

 

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO: Ise è momentaneamente impossibilitata ad aprire il suo solito interlazzo finale in quanto si trova a festeggiare con tutte le persone che sono intervenute in questa fic., comunque assicura che molto presto ritornerà a farsi sentire con la seconda parte della saga ovvero Another Country.

 

L’ANGOLO DI ISE

In questo angolino scriverò cosa ne penso delle varie coppie che sto formando sulla mia fic:

Hana e Ru sono la mia coppia preferita in assoluto, sono per me indivisibili non riuscirei mai a scrivere niente in cui sono separati.

Sono i mie due "bambini" terribili.

Sono stati ideati per apparire ben distinguibili l’uno dall’altro.

Sembrano completamente diversi e caratterialmente effettivamente lo sono ma in verità sono più affini di quanto vogliono far credere. Entrambi odiano perdere, entrambi sono irriverenti e scostanti, entrambi non si lasciano mettere i piedi in testa da nessuno. Insomma sono le due facce della stessa medaglia.

Sono stati creati per essere l’uno il perfetto completamento dell’altro. Secondo me solo insieme le due metà si riuniscono per diventare un vero intero.

Sono inoltre i due personaggi che nel corso della storia maturano di più, in quanto all’inizio sono entrambi molto acerbi ed immaturi. Certo quello che dimostra maggiormente la sua immaturità è il rossino, ma anche il moretto ne ha una buona dose. Dopo tutto l’egoismo è una delle più importanti caratteristiche dei bambini piccoli e Kaede ne è pieno. Anche i loro litigi, sembrano moltissimo i bisticci degli infanti.

Nel corso del racconto, però, i due imparano "sorreggendosi" a vicenda anche se in modi non molto ortodossi a crescere riconoscendo i loro limiti e, così, diventano più uomini.

Anche sta volta mi blocco qui, anche se ci sarebbero altre tantissime cose da dire.

Grazie per avermi seguito fin qui. Alla prossima. Ise.

Qualsiasi commento sia positivo che negativo potete farmelo pervenire tramite la seguente E-mail: denise-alessandro@libero.it


 

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