Questo piccolo spazio mi servirà da introduzione a questa fic, comunque tenterò di essere breve.
Come potete leggere dal titolo ho deciso di scrivere una saga e come tale sarà divisa in più parti ovvero tre, ognuna divisa in diversi sotto capitoli.
La prima parte è una commedia con elementi magici e si intitola July in quanto viene presentato questo nuovo personaggio, fisicamente appare come un super deformed ed è "una specie di folletto" (però non è un folletto) pasticcione in missione sulla terra. Caratteristiche principali sono la curiosità e il combinare "matrimoni". Infatti in questa prima parte è mia intenzione trattare in ogni capitolo una nuova coppia di Slam Dunk sia Yaoi che non da affiancare alla principale (sempre loro, non potrei scrivere per il momento di nessun altro). Quali? Lo scoprirete di volta in volta. Spero di non cadere in ripetizioni.

Le altre due parti si intitoleranno "Another Country" che poi è il paese di origine di July (due dei nostri beniamini si troveranno catapultati in questo mondo. Chi sono? Ovviamente i miei favoriti di sempre) e "I desideri" (per scoprire a cosa si riferisce il titolo bisognerà aver letto la seconda parte), trasformandosi così in un vero fantasy.

Con questo è tutto, come al solito i personaggi di Slam Dunk non sono miei ma del mitico e immenso Inoue, ed io non ci guadagno nulla.
Vi lascio al primo capitolo.

Buona lettura (Spero) Ise.

 


La saga di July

July

Parte I: : L’Arrivo (la sorpresa)

di Ise

 

Era passato un mese e mezzo dall’emozionante partita che lo Shohoku aveva disputato contro il Sannoh e in quell’arco di tempo erano successe molte cose, prima di tutte la decisione della confederazione basket di Kanagawa di effettuare un nuovo torneo a quattro squadre per ringraziare gli studenti del terzo anno che erano riusciti mettersi in mostra anche a livello nazionale portando prestigio alla città. Per lo scegliere le squadre si era data preferenza a quelle che erano riuscite a raggiungere il campionato nazionale ovvero il Kainan (tutti e tre gli anni), lo Shoyo (i primi due anni) e lo Shohoku (il terzo anno). Ne mancava ancora una e i responsabili optarono per il Ryonan in quanto nell’arco dei tre anni si era sempre qualificata ai trial di Kanagawa comportandosi molto bene. Il torneo doveva durare una decina di giorni e disputarsi in un luogo di villeggiatura a quattro ore da Kanagawa per cui per semplicità i partecipanti avrebbero preso alloggio in un albergo.

Fra i membri delle quattro squadre la notizia fu accolta con gioia soprattutto fra i giocatori più anziani in quanto questo torneo era l’ultima occasione che avevano per giocare ancora con i loro compagni e contro gli avversari di sempre.

Tutti cominciarono ad allenarsi duramente non appena rientrati dalle vacanze estive.

Nel Ryonan questo torneo veniva visto anche come una forma di riscatto, Uotsumi aveva ripreso per l’occasione la sua maglia e il suo ruolo di capitano, gli era stata data un’altra possibilità di scontrarsi con Akagi e non l’avrebbe sprecata inutilmente, era tornato molto incentivato e di questo aveva giovato la squadra. Sendo e Fukuda erano in perfetta forma pronti a farsi valere soprattutto nei confronti di Rukawa per quanto riguardava il primo e Hanamichi per il secondo. Ikegami anche lui ritornato nella squadra aveva offerto potenza alla difesa in quanto era un ottimo marcatore. Koshino dal conto suo in quel mese si era allenato per assumere il ruolo di Play Maker con ottimi risultati, era sempre stato il punto debole del Ryonan non avere un buon giocatore in quel ruolo e lui voleva sfatare il mito.

Il Ryonan si presentava quindi alla sfida come una squadra piena di energia e voglia di vincere.

Anche lo Shoyo voleva la sua rivincita sia contro lo Shohoku che contro il Kainan. Il quintetto di base che sarebbe sceso in campo nel torneo era rimasto invariato. Hasegawa si era allenato duramente per marcare Mitsui. Hanagata era deciso a non farsi mettere i piedi in testa né da Uotsumi né da Akagi e a farsi perdonare certe ingenuità che erano costate care alla sua squadra. Fujima era pronto a dare battaglia e avrebbe fatto di tutto per portare alla vittoria la sua squadra.

Nella squadra super favorita ovvero il Kainan si respirava un aria tesa, per anni erano stati i migliori ma per vincere questo torneo avrebbero dovuto fare di più di quello che fino ad allora avevano fatto. Tutti sapevano che sarebbe stata dura, tutte le squadre che partecipavano avevano le carte in regola per vincere, ma loro avrebbero venduta cara la pellaccia. Maki, era deciso a non farsi detronizzare da nessuno come miglior giocatore della prefettura e forte della sua esperienza nella nazionale juniores aiutava Takano, il loro coach, nella stesura di nuovi schemi. Jin continuava ad esercitarsi nei tiri da tre punti, voleva vincere la sua sfida personale con Mitusi. Ma il più determinato di tutti era Kyota, durante le finali di Kanagawa non era riuscito a dimostrare di essere la miglior matricola del campionato per colpa di Kaede Rukawa ma stavolta l’avrebbe massacrato e con lui quell’idiota della scimmia rossa.

Per lo Shohoku, la squadra rivelazione dell’anno, era il momento della riconferma. I membri del team erano su di giri, avevano un ulteriore possibilità di mostrare tutte le loro doti atletiche. Akagi poteva ancora una volta far vedere di essere il miglior centro della prefettura, e incitava i suoi compagni a dare il meglio di se per vincere questo torneo in modo da accrescere il loro prestigio personale. Miyagi sapeva che sarebbe stato costretto ad affrontare di nuovo Fujima e Maki e per entrare nell’olimpo dei migliori Play Maker doveva batterli. Mitsui tentava di potenziare la sua resistenza fisica, non voleva essere ancora un peso per i suoi compagni costringendoli a sostituirlo.

Alla fine poi c’erano le due matricole, entrambe erano appena tornate in squadra dopo un breve intervallo, uno Rukawa perché convocato dalla nazionale, l’altro Sakuragi perché reduce da un infortunio alla schiena. Kaede era ancora migliorato e sembrava aver capito che il basket era un gioco di squadra, infatti passava di più la palla e molto spesso creava delle stupende occasioni di canestro per i suo compagni. Hanamichi, invece, si sforzava di ritornare in forma dopo il fermo di un mese e mezzo a cui era stato costretto. Fra loro due le cose però continuavano ad andare come il solito, continuavano a litigare e a insultarsi. La rivalità che provavano l’uno per l’altro era diventata enorme e entrambi volevano dimostrare di essere i migliori. Questo torneo gliene dava la possibilità e l’avrebbero sfruttata al meglio.

Con tutte e quattro le squadre così cariche si arrivò finalmente alla vigilia della partenza per il torneo.

 

* * *

 

Istituto Shohoku. Ore 20.00.

Hanamichi era ancora in palestra e si stava allenando da solo. Da quanto era tornato dopo il suo soggiorno in ospedale per lui le cose erano molto migliorate, amava il basket, la schiena non gli doleva più e aveva recuperato la sua perfetta forma fisica, Haruko aveva finalmente cominciato a notarlo e di questo era felice, i suoi compagni di squadra avevano iniziato ad apprezzarlo visto quello che era riuscito a fare durante la partita contro il Sannoh e glielo dimostravano. Tutti tranne uno, il volpino era diventato ancora più freddo con lui e la cosa non gli andava giù. Già ed era per questo che ora si trovava in palestra, Rukawa era di là che si stava cambiando e molto presto se ne sarebbe andato a casa, lui aspettava solo quel momento per andarsene a sua volta. Tutto ciò era ridicolo ma aveva giurato con se stesso, che un giorno il suo eterno rivale avrebbe dovuto ammettere davanti a tutti che lui Hanamichi Sakuragi, il genio del basket, era indispensabile per la squadra e allora si era imposto degli sforzi in più e di non smettere di allenarsi che non dopo il numero 11 dello Shohoku anche se stanco. Oggi era stata dura mantenere quest’imposizione, aveva le gambe che gli dolevano e avrebbe voluta andarsene a casa per riposarsi, ma il volpino era rimasto e il suo orgoglio non gli aveva permesso di andarsene.

Era lì fermo in mezzo al campo con la palla in mano, si sentiva a pezzi e quello stupido non si muoveva, domani sarebbero dovuti partire per andare nel luogo in cui si teneva il torneo e lui sentiva il bisogno di riposarsi, ma niente l’altro non voleva saperne di sbrigarsi, sbuffò e indispettito si mise a correre per tentare uno slam dunk. Aveva appena saltato quando una luce improvvisa lo accecò, si portò le mani sugli occhi per coprirli, perse l’equilibrio e si ritrovò disteso per terra con un peso sullo stomaco. Lentamente riaprì gli occhi e vide seduto sulla sua pancia un… non riusciva a capire bene cosa fosse. Sembrava un bambolotto alto circa un metro. Aveva la testa troppo grande rispetto al corpo, dei capelli nerissimi che gli attorniavano il viso abbronzato dal quale spiccavano dei giganteschi occhi neri. E, poi i vestiti erano buffissimi, portava una tunica gialla lunghissima piena di merletti e un basco blu dal quale partiva un’antenna che finiva con un sole.

Lo strano essere stupendo il rossino portò le mani sul sedere e alzandosi in volo cominciò ad urlare "Ahio Ahio che male, che brutto atterraggio." Poi volse i suoi grandi occhi verso Hanamichi e con un sorriso a trentadue denti disse "Da come mi stai guardando, capisco che mi vedi, come sono contento, ti ho già trovato" e di scatto lo abbracciò.

Sakuragi ci rimase come uno stoccafisso, quello che stava succedendo era impossibile, un "cosa" del genere non poteva esistere, forse stava sognando per cui per svegliarsi si pizzicò un guancia ma niente quel coso non scomparve anzi lo stava guardano curioso.

"Tu chi sei?" riuscì allora a proferire il rossino.

L’altro come se fosse la cosa più naturale di questo mondo rispose "July"

"Ma che diavolo sei?" sbraitò il rossino essendo vicino ad una crisi di nervi.

"Come che diavolo sono? Oh hai ragione, che sbadato che sono devo ancora presentarmi" e accompagnò queste parole con una pacca sulle spalle del rossino così forte che Sakuragi non riuscì a trattenere un urlo.

"Scusami tanto, devo ancora imparare a controllare la mia forza, mi dispiace" gli disse la strana creatura contrita.

Hanamichi dopo aver ritrovato tutta la sua baldanza urlò "Altro che scuse, potevi pensarci prima invece di colpirmi, ma se ti prendo".

Ma l’altro non lo stava più ascoltando, stava svolazzando qua e la sul campo di basket, e con meraviglia ad un certo punto disse "Dunque questo è un campo da basket".

Questo per Hanamichi fu troppo si alzò in piedi e completamente nero disse "Senti tu, bambolotto, appari all’improvviso spaventandomi, mi picchi quasi accoppandomi, e dopo quando ti faccio una domanda neanche ti degni di rispondermi. Si può sapere chi diavolo sei? E cosa vuoi?"

"Hai ragione, scusami, sono proprio distratto, me lo dicono sempre tutti" disse l’interpellato mettendosi la mano dietro la testa. Poi sempre svolazzando girò una volta su se stesso e si avvicinò al rossino fino a quando non fu a pochi centimetri e con un sorriso disarmante disse "Io sono July, vengo da un altro mondo ovvero Another Country e sono il principe delle Terre Roventi. E tu come ti chiami?"

"Hanamichi Sakuragi" rispose senza pensare il rossino.

"Bene" proseguì poi July "Sappi Hanamichi Sakuragi, che sono venuto qui sulla terra per realizzare il desiderio più vero dell’unica persona in grado di vedermi cioè tu"

"Davvero?" chiese incredulo il rossino.

"Sì, dimmi cosa vuoi e io farò in modo che tu lo ottenga" disse July con tono deciso e serio.

Hanamichi restò pensieroso un attimo, non poteva ancora crederci, sono cose che succedono nei film queste, non nella vita reale, e, invece… e se fosse stato tutto uno scherzo, no era impossibile quest’individuo volava davvero ed era troppo strano per essere un essere umano normale. Poteva essere davvero un sogno ma tentare non avrebbe nuociuto a nessuno per cui disse "Allora voglio che Haruko si innamori follemente di me e me lo dica, voglio diventare il miglior giocatore di basket del pianeta, voglio avere un sacco di soldi e mangiare sempre piatti diversi, voglio diventare più alto del gorilla in modo da potergli dare io i pugni dall’alto, voglio…"

"Basta" urlò spazientito July "Ho detto il desiderio più vero, non tutti i tuoi sogni. Questa è la prova per l’ascensione al trono, solo se riuscirò a valutare il cuore umano e capire quello che ha dentro realizzando ciò che questi desidera veramente riuscirò a diventare l’erede al trono e, quindi, un giorno un buon re".

Il rossino rimase impressionato dalla sfuriata da quel piccoletto che quando voleva faceva veramente paura.

Il silenzio scese sulla palestra per diversi minuti fino a quando Hanamichi posò le mani sulle spalle di July e serio in viso cominciò a dire "Bè ecco io allora vorrei che il v…." ma venne interrotto da una porta che si apriva.

Era la porta che dava dagli spogliatoi alla palestra e ne uscì Rukawa che aveva appena finito di lavarsi e sistemarsi per tornare a casa, prendendosela comoda. Come al solito si diresse verso la porta d’uscita fingendo di non interessarsi a quello che faceva il rossino, mentre invece lo spiava con la coda dell’occhio, quando la sua attenzione fu attratta da qualcosa di strano.

Si voltò verso Sakuragi e con sarcasmo gli disse "Ehi idiota, adesso ti porti anche le bambole a scuola, hai capito che sono le uniche ad apprezzare il tuo modo di giocare"

Hanamichi lo fissò "Quali bambole?" disse.

"Quella" rispose il volpino e segnò con la mano July.

Quest’ultimo allora volando si parò davanti a Kaede e esterrefatto chiese "Ma tu mi vedi?"

L’espressione di Rukawa per la prima volta nella sua vita cambiò mostrando sorpresa ma riuscì a dire mantenendo il suo solito tono calmo e distaccato "Sì, ma tu chi sei?"

"Ma non avevi detto che ti poteva vedere soltanto una persona ed ero io?" intervenne il rossino.

"Sì" rispose perplesso July "Non era mai successo una cosa del genere e adesso cosa faccio?" e cominciò a piangere disperandosi volando su e giù, di qua e di là senza un nesso logico.

"Ma si può sapere cosa sta succedendo? E chi è questo coso?" chiese il volpino rivolgendosi ad Hanamichi, il quale anche se di contro voglia gli disse quello che sapeva.

Intanto July si era calmato dalla crisi di pianto e si era riavvicinato "Bè non importa, devo soltanto scoprire chi è il prescelto, per cui rimarrò con voi per un po’ di tempo. Intanto, tu come ti chiami?"

"Kaede Rukawa, e tu dovresti essere in grado di realizzare dei desideri? Il tuo aspetto mi ispira poca fiducia" disse reticente il volpino.

July si sentì punto nel viso e arrabbiato gli disse "Certo che ne sono in grado, vuoi mettermi alla prova?"

"Sì" rispose il volpino senza scomporsi "Vedo che sei in grado di volare e questo potrebbe essere un punto a tuo favore, ma se sei veramente così in gamba, allora vedi quel pallone là in fondo? Devi riuscire a fare canestro senza toccarlo con le mani"

"Niente di più facile" sorrise July, mise le mani davanti a se in direzione della palla e questa si alzò, l’avvicinò al canestro e … sbagliò il centro. July rimase a bocca aperta, non poteva credere di aver sbagliato una cosa così facile.

"Non ci sono dubbi, sei qui per l’idiota, schiappa come sei non potrebbe essere altrimenti, realizza pure il suo sogno, io me ne torno a casa, ho tanto sonno" disse il volpino con sarcasmo mentre si allontanava salutando con la mano.

"Schiappa a chi? Brutta volpe spelacchiata" Hanamichi non aveva digerito l’affermazione di Rukawa e gli si era gettato contro, cominciando così una rissa con pugni che volavano dall’una e l’altra parte. Erano proprio impossibili.

July dopo essersi ripreso, li guardò per un attimo per decidere il da farsi e alla fine decise di intervenire con un incantesimo "Abla Ablai Katul Sikum" urlò e i due litiganti si ritrovarono a mezz’aria separati da una coltre di fumo.

Entrambi contemporaneamente urlarono "Mettici giù" e July lo fece, facendoli cadere rovinosamente a terra.

Dopo essersi massaggiato le parti doloranti per un bel po’, Kaede riprovò ad uscire ma July non poteva permetterlo, doveva tenere sotto controllo entrambi i pretendenti per riuscire a scegliere la persona giusta alla quale realizzare il desiderio, per cui scagliò senza pensare un altro incantesimo "Katai Sakurai Josei Lafu".

Apparentemente non successo nulla, Rukawa uscì dalla porta, salì in bicicletta e se ne andò, ma quando superò l’istituto Shohoku di una certa distanza come per incanto si ritrovò attaccato al rossino che si era deciso ad andare a farsi la doccia, con July che li guardava compiaciuto.

Dopo il primo imbarazzo dovuto alla situazione in cui si erano trovati, Hanamichi nudo e Kaede che praticamente lo abbracciava, il volpino ritrovò la parola e riuscì a chiedere a July "Ma cosa è successo?"

L’altro sorrise beffardamente "Così impari a deridere la mia abilità, ho fatto un incantesimo di unione, non potete separarvi per più di un km. di distanza, altrimenti succede quello che è appena successo, chi tenta di andare via si ritrova abbracciato all’altro".

"Ma tu sei folle" urlò Hanamichi "Noi due non possiamo vederci e tu ci hai fatto questo"

"Certo, ho bisogno di stare accanto a entrambi per vagliare la situazione e questo è il modo migliore" rispose sprezzante July.

"Io avrei un obiezione" asserì Rukawa.

"Quale?" chiese July.

"Io e Sakuragi viviamo molto distanti l’uno dall’altro e oggi come torno a casa?"

"Oh mio Dio a questo non avevo pensato, i vostri genitori si preoccuperanno" disse sconvolto July.

"Allora, perché non sciogli l’incantesimo?" provò a tentarlo Kaede.

"Non posso, è un incantesimo a termine, fino a quando non avrò raggiunto il compito per cui sono qui, non può essere annullato"

"E adesso che facciamo?" disse preoccupato il rossino.

"Non abbiamo altra scelta, tu verrai a dormire da me" propose il volpino.

"Perché io da te e non tu da me?" chiese Hanamichi con occhi di fuoco, non ci teneva ad andare a casa della volpe.

"Perché l’ho proposto per primo" disse non curante Rukawa.

"Io la trovo un ottima idea" disse battendo le mani July.

"Allora è deciso, andiamo?" disse Kaede incamminandosi.

"Io non ho ancora accettato" provò a dire il rossino ma nessuno lo ascoltò "Non conta niente quello che penso?"

"No" rispose fermandosi sulla porta Kaede "Passiamo da casa tua, così potrai avvertire i tuoi genitori e prenderti le tue cose per domani che dobbiamo andare via"

"Allora ti sbrighi?" lo incitò July.

Hanamichi non poté far altro che seguirli.

 

* * *

 

Quando arrivarono a casa del volpino Hanamichi ci rimase quasi secco, era una casa enorme, roba da ricchi insomma ma le luci erano spente per cui si azzardò a chiedere "Ma non c’è nessuno in casa?"

"No i miei sono sempre fuori per affari per cui entra e non fare più domande" disse il volpino freddamente e il rossino in effetti obbedì, ma non July il quale appena entrato in casa cominciò a volare in lungo e in largo per vedere tutte le cose che quella casa conteneva, era sorpreso per ogni cosa e continuava a porre quesiti su tutto, fino allora si era trattenuto ma ora voleva sapere più cose possibili sul loro mondo.

Finì così che quella notte nè il rossino nè il volpino riuscirono a dormire in quanto July li subissò letteralmente di richieste su quello che avrebbero fatto il giorno dopo, sul torneo, sul posto dove sarebbero andati, sulla casa, sul pianeta Terra, ecc.

 

Ma, poi, finalmente giunse l’indomani ….

 

FINE 1° CAPITOLO: L’ARRIVO (la sorpresa)

 

Ryota e Ayako: Finalmente nel prossimo capitolo saremo noi i co-protagonisti.

Ise: Ehi voi due, cosa state facendo, dovete rispettare il copione che vi ho dato.

Ryota e Ayako: Va bene.

Ise: Allora nel prossimo capitolo, tutti i membri del team Shohoku si troveranno in una situazione critica in cui finiranno pure col rischiare la vita.

Ayako: Aiuto Ryo-chan, salvami?

Ryota: Sono qui tesoro non ti lascerò mai da sola.

Ise: Cosa succederà? E come interverrà July? Tutto questo lo scoprirete nel prossimo capitolo che si intitola …

Ryota: La rapina

Ise: ovvero

Ayako: Il coraggio.

 

L’ANGOLO DI ISE

Volevo solo dire che io adoro il fantasy per cui se continuerò a scrivere molto spesso queste tematiche faranno capolino nelle mie storie. Spero che questa prima parte vi sia piaciuta.

Qualsiasi commento sia positivo che negativo potete farmelo pervenire tramite la seguente E-mail: denise-alessandro@libero.it


 

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