Altra
HanaRu, ormai li sapete a memoria i miei disclaimers, vero? ^^ un bacione
a Ria e a Greta e un pensiero speciale a Calipso e a Mab, sempre contente quando
mi diverto a tormentare Akira Sendoh ^^ anche se nessuno lo tormenta bene come
Calipso!!! (vedere per credere: se non lo avete ancora fatto, leggete le sue fic)…i
personaggi sono di Inoue, tranne il MIO Rukawa, lui può tenersi tutti gli
altri…
I was
waiting for you di
Nausicaa
Parte
prima.- Prima notte ^^;;;
Allora…passi che il
porcospino sia stato convocato nella nazionale juniores…passi che, non
appena ci ha visto, si sia catapultato su Kaede per salutarlo…passi che
per tutto il viaggio in treno sia stato seduto di fronte a noi con
stampato in faccia un sorriso da fare invidia alla pubblicità di un
dentifricio…Ma ora si è decisamente oltrepassato il limite!!! Non è
vero…non può essere vero…ditemi che non è verooooo!!! Ci hanno
appena diviso nelle varie stanze, alcune da due e altre da tre, e io sono
in camera con Miyagi e Koshino… E già qui avrei da ridire, ma
insomma…Ma il MIO Kaede è in stanza con Sendoh!!! Con Akira Sendoh,
capite?! QUELL’ Akira Sendoh!!!
Impallidisco
visibilmente quando lo scopro tra l’altro ritrovandomi in mezzo, tra
l’espressione imperturbabile della volpe, che non batte ciglio di fronte
a questa tragedia, e quella radiosa del porcospino hentai…Perfino Miyagi
si volta di scatto verso di me, temendo che io dia in escandescenze, ma
non ho neanche la forza per farlo, giuro…
Mi volto verso il mio
volpino, mentre la comitiva si disperde dall’atrio per andare nelle
rispettive stanze, e gli chiedo: “Kaede, che cosa possiamo fare?” la
voce mi esce a fatica.
Neanche lui è
contento della situazione, lo capisco dal suo viso, ma si limita a
spostare lo sguardo su di me: “Possiamo solo adattarci”.
“Adattarci?! Col
cavolo che mi adatto, voglio parlare con il coach!!!” insisto io, sempre
più sull’orlo del panico.
“Cerca di non farti
riconoscere subito, do’aho, e datti una calmata!!” è l’ammonimento
di Kaede, cui fa eco quello di Ryota: “Ha ragione lui, Hanamichi, le
decisioni del coach non si discutono e poi qui non c’è il signor Anzai,
che ti permette addirittura di dargli del nonnetto…”.
Io ho uno scatto e
afferro Miyagi per la camicia: “Grrr…è facile per te parlare così,
visto che non sai un sacco di cose…”.
Qualcuno tossicchia
vicino a noi. Mi accorgo che siamo rimasti soli e che accanto a noi sono
rimasti Sendoh e Koshino.
“Che diavolo
vuoi?” gli ringhio.
“E’ ora di andare
a posare il bagaglio nelle stanze; tieni, Sakuragi, eccoti le chiavi della
TUA camera…Rukawa, andiamo?” e gli sorride, capite?! Gli sorride!!!!!
“Hn” la kitsune
raccoglie il suo borsone e si avvia; quando
mi passa accanto mi bisbiglia: “Ci vediamo fra poco…”.
E’ vero, per
fortuna abbiamo solo il tempo per posare i bagagli nelle rispettive stanze
e poi dobbiamo subito recarci nella palestra che è qui, al fianco della
pensione, sorta proprio per ospitare gli atleti che si servono del vicino
impianto sportivo. Ordini del coach.
L’idea che tra
pochi minuti rivedrò la mia volpe mi dà sollievo, ma non ho neanche modo
di riprendere fiato che mi accorgo di come gli occhi del porcospino siano
puntati sul fondoschiena di Kaede, che cammina di fronte a lui!!!!!!
AAAAAAARGH!!!!!!!!
Faccio per slanciarmi, ma Miyagi mi strattona un braccio: “Calma, non può
succedere niente, devono solo lasciare i borsoni e basta….”. Lo so che
ha ragione, ma non posso fare a meno di stringergli il braccio a mia
volta: “Lo vedi? Lo vedi?! Che ti dicevo di quell’hentai?!”.
“Non riesco a
credere di dover dividere la stanza con un deficiente come te!!!”
bofonchia Koshino, che ha assistito a tutta la scena in silenzio.
Ora, già sono
nervoso di mio…
Ci mancano solo le
frecciate di quel rompiscatole di Koshino…Non siamo mai andati
d’accordo, io e lui, fin da quella ormai lontana amichevole e ora ho
voglia solo di saltargli alla gola!!!
“Tu vedi di stare
zitto, idiota che non sei altro!!! Come se a me facesse piacere avere
vicino uno scorbutico come te!!!! Ah, ma perché tutte queste
sventure?!” sono davvero furioso, era da molto tempo che non provavo una
rabbia simile; stringo nella mano la chiave della mia stanza e mi trascino
dietro Ryota, che mi lancia occhiate preoccupate e poi scuote il capo:
“Veramente sono io che mi sento sventurato…”.
In
realtà questo ritiro della nazionale juniores non è stato programmato in
vista di una partita, né di una amichevole, ma solo per compattare il
gruppo, credo; quindi gli allenamenti non sono eccessivamente pesanti.
Per
questo pomeriggio abbiamo in programma un po’ di corsa, della ginnastica
di riscaldamento e poi una partita titolari-riserve; se vi state chiedendo
chi altri ci sia oltre a noi, vi basti conoscere i nomi di Tsuyoshi Minami
e Hiroshi Morishige.
Ora
stiamo correndo sulla spiaggia, un ottimo esercizio per i muscoli delle
gambe che in questo modo devono faticare di più, e io e il mio do’aho
siamo fianco a fianco. Il suo volto è scuro come poche volte,così parlo
io per primo…
“Non
fa piacere neanche a me, Hana…”.
Ma
lui sta davvero fumando nero: “Vorrei vedere, stupida volpe!!! Se ti
facesse piacere dividere la stanza con il porcospino, ti affogherei!!!
C’è giusto il mare qui a fianco…”.
“E’
soltanto per una settimana…” cerco di calmarlo; ma lui sembra
arrabbiarsi sempre di più: “Kitsune, forse non ti è chiaro che al re
degli hentai basta anche meno tempo per provare a metterti le mani
addosso!!! E io non lo sopporto…non sopporto neanche che ti
guardi…”.
Mentre
corriamo, Hanamichi volge su di me uno sguardo bruciante di passione e di
gelosia e io provo ancora a farlo ragionare: “Non farà niente, credimi.
Non è uno stupido” gli dico. E lo penso davvero.
“Perché
lo sopravvaluti?!” mi ringhia il mio do’aho, con la voce un po’
affannata per la corsa.
“Sei
tu che lo sottovaluti” gli faccio notare.
Akira
Sendoh avrà i suoi bravi difetti, ma non credo sia tanto cretino da non
capire che non gli conviene provare ad allungare le mani su di me…
“CHECCOSA?!”
lui ha un grido soffocato, deve sembrargli che io prenda le difese del suo
rivale, cosa che tra l’altro Sendoh non è, perché io so già chi
voglio…Però capisco Hanamichi e so che, per il suo temperamento, si sta
controllando pure troppo, eppure tutta questa situazione comincia a farmi
sentire triste.
“Hana,
questa è la nazionale juniores…davvero vuoi piantare grane e rischiare
di rovinare tutto? Questa tua convocazione è importante per il tuo
futuro, per la tua carriera di atleta…non voglio che combini guai per
colpa mia, per colpa della tua gelosia…” ma la sua risposta mi
sorprende.
“Sai,
stupida volpe, forse tu non te ne rendi conto, ma per me tu vieni di gran
lunga prima della convocazione!!! Quindi non dirmi come mi devo
sentire!!!”.
Hanamichi,
sei la prima persona che mi abbia messo al primo posto nella sua vita…
non mi ero mai sentito così…
Mi
volto verso di lui, lo guardo tranquillamente per fargli capire che non ha
nulla da temere e gli chiedo semplicemente: “Do’aho, ti fidi di
me?”.
Lui
mi fissa, annuisce: “Mi fido di te”.
Gli
sorrido, facendolo arrossire, poi non dico altro e continuiamo a correre e
so che lui ha capito il perché del mio silenzio. Non credo di dover
aggiungere altro, la cosa più importante è stata detta: in fondo, è una
questione di fiducia…
Finita
la cena, si sta avvicinando il momento più traumatico: dopo un po’ di
svago ognuno di noi dovrà andare nella sua camera, visto che la sveglia
per domani è fissata molto presto.
Hanamichi
mi guarda con occhi increduli e sgranati, come se non riuscisse a
capacitarsi di quanto stia per avvenire.
“Kitsune,
se avessi bisogno d’aiuto grida!!!” mi raccomanda.
“Do’aho,
avrai notato che non sono un ragazzo debole e indifeso…basto io a me
stesso, in queste circostanze!!!” sono leggermente irritato, il mio
do’aho inizia a rasentare la paranoia…
Lui
borbotta qualcosa contro il mio individualismo
e contro la mia incapacità di capire la sua appassionata gelosia,
ma poi diventa serio: “Sono geloso, Kaede, ma non è solo
questo…quanto tempo è passato dall’ultima volta che abbiamo dormito
separati?”.
Io
sorrido appena, gli sfioro un braccio: “E’ passato tanto tempo, Hana,
hai ragione…ma prima o poi doveva capitare! Ci faremo un bel sonno e le
ore della notte voleranno subito via, ne sono sicuro…e domani mattina ci
sembrerà che sia trascorso un attimo…”.
Lui
mi guarda intensamente negli occhi, poi mi abbraccia forte forte: “Lo so
che ami la libertà, kitsune, e io amo vederti libero…ciò non toglie
che ti vorrei legare a me!!”.
“Sono
già legato a te, idiota!” gli sussurro all’orecchio, poi glielo
mordicchio. Ci godiamo un ultimo momento da soli prima di sentire la voce
forte del coach.
“TUTTI
NELLE VOSTRE STANZE!!!!”.
Riusciamo
a scambiarci un bacio veloce, poi usciamo dal nostro angolo buio e ci
diamo la buonanotte sorridendoci.
Quando
chiudo dietro di me la porta della mia stanza, mi ritrovo davanti Sendoh
che sta sistemando il suo futon; noto che lo mette un bel po’ distante
dal mio…meglio così!!!! Avevo ragione, non è un cretino…
Lui
alza la testa e mi guarda: “Chi va prima a farsi la doccia?” chiede
con tono velatamente malizioso.
“Vai
tu” rispondo e poi non lo guardo neanche più, mi occupo del mio borsone
che non ho ancora aperto da stamattina; lui si chiude nel bagno e sento
subito il rumore dell’acqua.
Non
l’ho fatto andare per primo perché è un senpai, né per gentilezza, ma
non avevo voglia di cambiarmi davanti a lui e poi spero che si addormenti
mentre sarò io a lavarmi…non mi va proprio di parlare, lui torna sempre
su quell’argomento…
Trascorrono
alcuni minuti, Sendoh esce dal bagno e ci entro io; mi sembra che stia per
dirmi qualcosa, ma io praticamente gli sbatto la porta in faccia!!
Mi
rilasso sotto il getto dell’acqua e penso che forse anche il mio
Hanamichi in questo momento si sta facendo la doccia, ma mentre mi asciugo
ho un pensiero che mi dà ai nervi… COME DIAVOLO DEVO DORMIRE?!
Fa
caldo, molto caldo: si suda anche solo restando fermi; se fossi in camera
con il mio do’aho non starei qui a farmi questi problemi, dormirei in
boxer o più probabilmente nudo…Invece mi tocca mettermi una
maglietta!!!! Non mi va di dormire in boxer, non con Sendoh nella stessa
stanza: un po’ perché non mi piace quando mi guarda come se stesse per
saltarmi addosso, un po’ lo faccio per Hana…Scuoto la testa, mentre
penso a lui…
Massì,
lo farò per te, amore mio…
Lo
so che è nervosissimo per tutta questa situazione, penso che non sopporti
l’idea che Sendoh mi veda seminudo, anche se non me lo ha detto. Mah, un
tempo non avrei mai pensato ad una simile gentilezza…un tempo…quando
Hanamichi non era al mio fianco…un tempo triste e lontano…
Mi
infilo la maglietta e torno nella camera, dove scopro che Sendoh ha già
spento la luce; arrivo fino al mio futon e sto per sdraiarmi, ma mi
accorgo che lui è ancora sveglio, con la schiena appoggiata alla parete.
E mi sta fissando.
“Che
vuoi?” gli chiedo, un po’ bruscamente.
“Voglio
solo tranquillizzarti”.
La
stanza è al buio, non vedo la sua faccia in realtà, ma sono sicuro che
stia sorridendo.
“Ma
io sono tranquillo” affermo, un po’ seccato: con chi crede di avere a
che fare?! Sendoh sembra divertito, dal tono della sua voce: “Sai,
Sakuragi non fa che darmi dell’hentai e parlar male di me: pensavo che
ti avesse convinto delle sue ragioni e volevo che tu sapessi una cosa”.
“Quale?”
sentiamo…
La
sua voce ora è gentilmente sfrontata: “E’ vero che vorrei tanto
baciarti e che, se potessi, ti strapperei i vestiti di dosso e poi farei
l’amore con te fino a domattina…”.
CHE
DIAVOLO STA DICENDO????!!!!!
“…ma
in fondo io sono un tipo all’antica e credo nel sesso consensuale e so
che adesso non lo sarebbe. Quindi dormi tranquillo, Rukawa, non aspetterò
che tu sia addormentato per saltarti addosso”.
Io
rimango in silenzio per un po’, sono stupito dal suo discorso, ma anche
divertito…dice che adesso non sarebbe consensuale…ma non lo sarà mai,
neanche in futuro!!!! Alzo gli occhi verso il suo volto flemmatico,
nascosto dall’ombra: “Lo so che non proverai a fare alcunché, Sendoh!!
Non penso che ti piacerebbe allenarti con un braccio ingessato!!” il mio
tono è neutro, ma non sto proprio scherzando…
Lui
ride, ha capito cosa intendo: “Ok ok, dormiamo adesso!!! Però non ho
detto quelle cose solo perché in fondo sono un bravo ragazzo, le ho dette
perché non potrei mai offendere il ragazzo che amo”.
Ancora?!
Io
mi sdraio sul futon, mi irrigidisco a queste parole: “Non dirlo più,
per favore”. Dal fruscio capisco che si sdraia anche lui.
“Il
silenzio non farà scomparire questa realtà! Buona notte, Rukawa”.
“Buona
notte” non mi va di rispondere, ma dopotutto non sono un maleducato
integrale; chiudo gli occhi e mi sento un po’ triste, perché non ho il
mio do’aho vicino a me.
Mi
piace addormentarmi sentendo le sue braccia che mi stringono o la sua mano
che mi accarezza i capelli, con il mio viso sul suo petto e
nell’orecchio il battito costante del suo cuore…
Pazienza,
questa settimana passerà in fretta, sarà così…
Bene,
il sonno si fa già sentire: sono pur sempre Kaede Rukawa, no? Mi chiedo
se anche Hanamichi stia già dormendo….zzzzzzzzzz…..
VOGLIO KAEDEEEEEEEEEE!!!!!!!!
SIGH!!!! Che
situazione disgraziata: lui in stanza con quel coso pervertito e io con
chi? Con Miyagi e Koshino…
L’orso imbronciato
si sta facendo la doccia, dopo essersi lamentato a lungo che
gliel’abbiamo lasciata per ultimo, e io sono qui a disperarmi sul mio
futon; allungo un braccio, stringo la spalla di Miyagi e lo scuoto:
“Ryo-chan, non è giusto!!!- ripeto per la millesima volta- Come
accidenti faccio a dormire senza Kaede?!” questo stato di cose mi sta
stremando anche fisicamente, ve lo assicuro: va bene che gli allenamenti
sono stati pesanti, ma io mi sento come se mi fosse passato sopra un
treno… devo dire comunque che Miyagi dà prova di grande pazienza…
“Senti, Hanamichi,
non esagerare: in fondo Rukawa è a due stanze da questa, non sulla
luna!!!! Che dovrei dire io, allora, che sto da poco tempo con la mia
Aya-chan e già mi sono dovuto allontanare da lei per una settimana?”.
Nel dirlo si illumina
tutto. Nel nominare Ayako, intendo; quando si sono salutati alla stazione,
li ho visti baciarsi e sono stato davvero contento per il mio amico, ha
impiegato tre anni per arrivare a questo momento…capisco che si senta
molto più solo di me, ma la mia situazione è peggiore della sua…
“Puoi telefonarle
con il cellulare” lo consolo.
“E’ vero, ma tu
Rukawa lo hai QUI!!! Quindi non mi rompere troppo con questa storia!”
protesta lui.
Io
mi metto a sedere e parlo concitato: “Ryo-chan, tu non comprendi:
non stavo affatto scherzando, a casa del Gorilla, quando ho parlato male
di Sendoh!!”.
“Ah, no?” si
stupisce lui.
Ma perché a volte
non mi prendono sul serio?!
“No! Sendoh è
innamorato di Rukawa, glielo ha pure detto, lo ha detto a me dicendo che
prima o poi sarebbe stato suo e, per quanto io mi fidi di Kaede, non mi
fido affatto di lui…E ora questo cavolo di coach li mette insieme nella
stessa stanza…Come pensi che mi dovrei sentire?” bene, la rabbia mi
sta facendo tornare le forze, magari tra un po’ ne avrò recuperate
abbastanza per riuscire ad arrivare fino alla loro camera e fare un
agguato all’hentai…
“Sei geloso e ti
capisco- Miyagi mi distoglie dai miei propositi di vendetta, ma mi
compiaccio sentendolo dire che mi capisce! – Però Sendoh non mi pare il
tipo da saltare addosso a qualcuno che non voglia e Rukawa non si può
certo definire indifeso, tutt’altro…secondo me, puoi dormire sogni
tranquilli…”.
Grrrrr…parla
facile, lui!
Certo, razionalmente
lo so anche io che Ryota ha ragione, ma non posso farci niente, è più
forte di me!!! Mi dà fastidio anche solo il fatto che il porcospino possa
vederlo dormire, quando il viso di Kaede è rilassato e bellissimo, o che
possa guardarlo domattina, quando aprirà gli occhi con uno sguardo ancora
velato dal sonno e quasi tenero…piccoli dolci momenti della nostra
intimità quotidiana…
Queste sono cose che
dovrei vedere solo io, non il mio rivale!!!! Che , per altro, mi era
antipatico da morire da prima che io mi innamorassi perdutamente della mia
volpe.
“Sì, però…”
tento, prima di essere interrotto da una voce antipatica.
“Ehi, silenzio ora
voi due!!! Io sono stanco e voglio dormire!!!” osa interrompermi Koshino,
sfoderando ancora una volta tutta la sua simpatia. E’ appena uscito dal
bagno e ci fissa in cagnesco.
“Che diavolo vuoi?
Cerchi guai?!” gli ringhio io; non l’ho mai potuto vedere e sapere che
è il miglior amico del bastardo numero uno non contribuisce a rendermelo
simpatico…
“Voglio dormire e
non sentire le vostre chiacchiere” ripete Mr. Simpatia.
“Vogliamo dormire
anche noi, cosa credi? Ma tu impara ad essere gentile!” anche Miyagi
sembra risentito per il suo atteggiamento.
“Mpft!” bofonchia
lui.
IDEA!!!
“Oi orso polare, se
ti diamo tanto fastidio perché non chiedi al coach di andare in stanza
con il tuo capitano?” gli propongo, cercando di darmi un tono
indifferente e disinteressato.
Ma Koshino mi fa una
smorfia: “Ti piacerebbe, vero? Così Rukawa dovrebbe venire qui…Tutto
sommato, credo che vi sopporterò: per Akira è troppo importante avere
vicino Rukawa anche se solo per qualche giorno perché io gli rompa le
scatole…Chissà se stanno dormendo?” si chiede in tono allusivo,
guardando me però. Ora gli salto alla gola!!!! Come osa fare simili
insinuazioni sul mio ragazzo?!
“Bastardo!!! Sei il
degno amico di quell’hentai, ma io strozzo prima te e poi lui!!!”
salto su gridando, faccio per slanciarmi contro di lui, ma Ryota è rapido
ad afferrarmi: “No, Hanamichi, calmati! Lo hai promesso a Rukawa!”.
A queste parole mi
blocco quasi istantaneamente: è vero, la kitsune ci tiene moltissimo a
che io mi comporti bene in questo ritiro…e io gliel’ho promesso…Se
dovessi dare retta al mio istinto, mi precipiterei nella loro stanza,
riempirei di pugni il porcospino e mi riprenderei Kaede, ma gliel’ho
promesso…
Ci fissiamo tutti
nervosamente per qualche minuto, poi io torno al mio futon e mi rivolgo a
Koshino: “Oi orso polare, vedi di non parlarmi più del tuo capitano o
ti imbavaglio!”.
“Mpft!” bofonchia
lui di nuovo; poi spegne la luce, facendo capire che la discussione si può
considerare chiusa e così un qualsiasi tipo di chiacchiera.
Alla fine ci diamo
tutti la buona notte, poi cala il silenzio; ma io fatico ad addormentarmi:
vorrei poter sfiorare il corpo della mia kitsune, stringerlo dolcemente a
me, sentire il suo respiro leggero sulla pelle, guardarlo mentre dorme,
nell’unico momento in cui è indifeso…
E, invece, qui ci
sono solo Ryota e Koshino che già ronfano alla grande!!!
SIGH….VOGLIO
KAEDEEEEEEEEE…
Parte
seconda.- Seconda notte ;_ ;
Il
risveglio per me è il momento peggiore della giornata.
Ci
metto sempre parecchi minuti per riemergere completamente dal mondo dei
sogni; ora avverto la luce al di là delle mie palpebre chiuse e mi muovo
appena nel futon…uhm…come mai Hanamichi non mi ha ancora baciato? Mi
piace iniziare la giornata con un suo bacio…
Hn…ah,
già!
Non
sono in stanza con lui, ho dormito così profondamente da dimenticarlo…
Suona
la sveglia.
Sarà
bene che mi alzi subito, non posso assolutamente indugiare, questo è il
ritiro della nazionale juniores, non una scampagnata!!! Mi concedo solo
pochi secondi per stiracchiarmi, poi aprirò gli occhi…mm…che
fatica…
Uh?
Mi sento osservato…
Mi
decido ad aprire gli occhi e come prima cosa vedo il volto di Akira Sendoh
chino su di me, intento a fissarmi. Mi parte istintivamente un pugno, che
lo sfiora appena perché lui è velocissimo a tirarsi indietro, prevedendo
la mia reazione.
“Che
diavolo stai facendo?!” gli chiedo, brusco.
“Buongiorno,
Rukawa- lui sembra non dar peso alla mia faccia accigliata, ride
apertamente- Non volevo fare niente di male, ma è non ho resistito: è
bello guardarti dormire…ed è anche impressionante, sai? Sembra che non
respiri!”.
“Hn”
sì, lo so cosa intende.
Il
mio respiro rallenta tanto da diventare impercettibile; le prime volte che
abbiamo dormito insieme, Hanamichi si era quasi spaventato, mi scuoteva
chiedendomi: “Oi kitsune, sei ancora tra noi?”.
“Volevo
assicurarmi che tu respirassi” continua Sendoh, e mi sorride.
“Ma
che hai da ridere di prima mattina?” sono di nuovo un po’ brusco, ma
non posso fare a meno di chiederglielo. Non è possibile, sembra una
iena-ridens!!!
“Anche
quel do’aho ride spesso, penso che tu lo abbia notato” scherza lui,
senza prendersela, alzandosi e sistemando il suo futon. Mi accorgo che è
già pettinato e quasi pronto, deve essersi svegliato molto prima di me…
ha trascorso tutto questo tempo a guardarmi? Possibile ?! Ma non gli
permetto di parlare così del mio ragazzo…
“Ride
perché è allegro, non perché creda che basti a risolvere tutto- e a me
piace per questo, anzi questa volta voglio davvero difenderlo, così
continuo- Comunque, Hanamichi sarà anche un do’aho, ma è il MIO
do’aho, quindi non provare più a chiamarlo così!!!”.
Non
so perché Sendoh mi guardi più intensamente dopo queste mie parole, ma
lo fa, e il suo sorriso diventa strano: è più dolce, ma anche
velatamente amaro.
Ma
è solo una frazione di secondo, poi torna come prima.
Mi
alzo anche io, mi dirigo verso il bagno per farmi una doccia e vestirmi,
quando lui mi chiama.
“Ah,
Rukawa…”.
“Hn?”
la mia mano è già sulla maniglia.
“…comunque,
sorridere non farà scomparire tutte le difficoltà della vita, però
permette di affrontarle meglio, non credi?” e mi strizza l’occhio in
modo confidenziale e amichevole al tempo stesso.
“Hn”.
“Lo
prendo per un sì…ci vediamo in palestra, Rukawa” mi saluta.
Dopo
la colazione, vado in palestra; Hanamichi è vicino a me, con il volto
stanco di chi ha dormito poco e male.
“Che
è successo in camera? Ci ha provato? Ha allungato le mani? Ti ha dato
fastidio?” mi chiede ansioso, scrutandomi in viso.
“No.
Niente di tutto questo, quindi niente scenate, do’aho”.
“Non
sto facendo scenate!” si risente lui, imbronciandosi.
“Ti
fidi di me?” gli chiedo di nuovo, con il mio tono più tranquillo,
quello che è capace di calmare anche lui.
“Mi
fido ciecamente” risponde lui, sorridendomi. Ed è sincero.
“Ok,
iniziamo l’allenamento…”.
L’allenamento
consiste in due ore di corsa, esercizi di passaggi e prove di tiri (anche
da tre); poi dopo il pranzo faremo altro riscaldamento e quindi una
partita con la squadra universitaria di questa città.
Hanamichi
si decide a concentrarsi e si impegna molto, mettendo a segno buona parte
dei suoi tiri da tre; anche Miyagi e Minami danno buona prova di sé, tra
l’altro devo dire che Minami ha affinato molto il suo gioco, ora che non
commette più azioni al limite del fallo e questo giova molto al suo
stile.
Ma
chi non sbaglia un passaggio o un canestro siamo io e Sendoh.
E
questo vuol dire che lui è ancora il mio rivale numero uno; in effetti
penso che sia stata ingiusta la loro sconfitta alle semifinali nazionali:
il Ryonan meritava di arrivare al secondo posto. Dopo essere stato
sconfitto da noi, ovviamente…
Dopo
un paio d’ore, la pausa: riprenderemo alle 15.00; la palestra pian piano
si svuota, ma prima che lui se ne vada io mi avvicino a Sendoh.
“Aspetta.
Ti sfido: ti va bene uno one-on-one?” gli chiedo, senza tergiversare.
“Ma
certo…” lui sembra contento, il suo volto è disteso, ma posso
percepire chiaramente la tensione di qualcuno che è qui al mio fianco.
“Oi
kitsune, che ti prende? Tu sei il MVP, non devi abbassarti a sfidare
questo tizio che è arrivato al terzo posto!!!” dice Hanamichi, con un
tono cattivo inusuale per lui.
Ma
io devo contraddirlo: “Il Ryonan è arrivato terzo, non lui” non so se
ha capito cosa intendo dire, non lo so neanche io, ma so che se fosse
arrivato in semifinale Sendoh sarebbe stato uno dei candidati al titolo di
MVP.
Mio
diretto rivale. Come sempre.
Il
mio do’aho mette il muso, inizia a borbottare qualcosa fra i denti
mentre si appoggia alla parte della palestra, intenzionato ad assistere
alla nostra sfida.
Io
mi porto in mezzo al campo, mi rivolgo a Sendoh: “Arriviamo a 20” gli
dico e lui annuisce.
Io la odio questa
fissazione di Kaede di considerare il porcospino il suo rivale numero
uno!!! Ma, a quanto pare, non c’è verso di levargliela dalla testa
neanche ora che è MVP. Comunque, rimarrò qui per controllare che non si
verifichino strusciamenti sospetti…
Mi appoggio alla
parete, mi incanto a guardare la concentrazione del viso di Kaede, il suo
stile, ma dopo un po’ mi accorgo di non essere l’unico rimasto ad
assistere: poco distante da me c’è Tsuyoshi Minami, anche lui
concentrato e anche lui con gli occhi fissi sulla mia volpe…Finora non
gli ho quasi rivolto la parola, ho dei pessimi ricordi su di lui; non è
cambiato affatto, stessi capelli corti, stesso atteggiamento…Lui non
stacca gli occhi da Kaede e io comincio ad innervosirmi parecchio!!!
“Oi calimero, ti
serve qualcosa?” lo apostrofo.
Lui mi guarda di
sbieco, poi torna a fissare il campo: “Da te sicuramente no! Voglio solo
guardare in pace Rukawa che gioca a basket…”.
COME SI PERMETTE DI
PARLARMI COSI’, QUESTO CALIMERO- TEPPISTA?! Ora gli rispondo per le
rime!!!
“Ah, sì? Be’ mi
sembra strano da parte tua, visto che in passato gli hai anche fatto un
occhio nero! Di’ la verità, stai solo aspettando l’occasione per
colpirlo di nuovo, vero?” gli chiedo polemicamente.
Guai se qualcuno fa
del male alla mia kitsune!!! Rischierebbe lo squartamento…
“Non lo farei
più: quella partita mi ha cambiato come giocatore” ammette
Minami.
“La sconfitta
brucia, eh?” lo prendo in giro.
“Non è questo. Non
mi piaceva il tipo di giocatore che stavo diventando…Rukawa, con il suo
comportamento, con il suo voler rimanere in campo, mi ha fatto capire che
si può essere competitivi senza essere scorretti…mi ha fatto ricordare
ciò che avevo dimenticato: che io giocavo a basket perché mi divertiva
farlo…” ha parlato senza guardarmi, ma del resto anche io sto tenendo
d’occhio il campo dove Rukawa e Sendoh sono ancora 12 pari.
La mia volpe si
smarca con uno scatto, poi fa uno splendido slam dunk, ma il porcospino
non demorde.
“Lui è il
giocatore che io non sono riuscito ad essere…” Minami lo dice più a
se stesso che a me; io mi sento turbato dal suo tono, mi sposto per
guardarlo negli occhi e riconosco l’espressione del suo sguardo, perché
è anche quella del mio e degli occhi di Sendoh…
Gli piace Kaede!!!
Lo capisco da come lo
guarda, da quegli occhi fissi su di lui e così intensi…
Ora sono davvero
totalmente, completamente e definitivamente inca**ato!!! Sto per dare in
escandescenze contro di lui, non bastava il porcospino, ci mancava solo
calimero!!! Sento la mia rabbia che aumenta fino a sfiorare il punto di
rottura, ma poi, proprio mentre sto per gridargli contro, lo guardo di
nuovo e noto un altro particolare…non è proprio come lo sguardo di
Sendoh…ci scorgo anche la gratitudine e l’ammirazione che si riservano
ad un idolo irraggiungibile…
“Ti piace Rukawa,
vero?” chiedo d’impulso, con un nervosismo un po’ malcelato. Minami
si volta di scatto, ora mi sembra molto aggressivo come me lo ricordavo
(ma mai quanto il tensai! Eh, fa pure rima… datemi il premio Oscar! O
era il Nobel ? ), ma poi si accorge che
non lo sto prendendo in giro e che non gliel’ho chiesto per
insultarlo e quindi non reagisce malamente come mi sarei aspettato.
Annuisce, fissandomi
quasi con sfida, credendo forse di scandalizzarmi.
“Lui…è
fantastico” dice a bassa voce.
Lo so meglio di
chiunque altro…
Minami continua:
“Ho seguito tutto il campionato nazionale, ho anche assistito alla
vostra vittoria nella finale…- tace per un attimo, cercando le parole,
poi mi sembra un po’ triste- Rukawa per me rappresenta la persona
ideale…lo so che è irraggiungibile…e non è che mi piaccia solo per
il suo aspetto, non ho mai fantasticato molto in quel senso, anche se è
davvero bellissimo…Credo…credo che tutti abbiano un sogno proibito,
no? Il mio è Rukawa” conclude.
Sicuramente pensava
di spiazzarmi, perché ora mi pare un po’ sorpreso dalla mia mancanza di
imbarazzo e a me non va di fingere, ho ben altro a cui pensare che
simulare un atteggiamento scandalizzato…
Qualunque cosa possa
dire la mia kitsune (che ora è in vantaggio grazie ad un perfetto tiro da
tre), io non sono un do’aho e ora sto RAGIONANDO: dunque…mi pare di
capire che non devo preoccuparmi: Minami ha parlato di Kaede come di un
sogno proibito, di un ideale irraggiungibile…non ci pensa proprio a
farsi avanti! Ha detto anche che il suo sentimento non si basa
sull’attrazione fisica…
Perfetto!!!
Del resto, come può
il grande tensai abbassarsi ad avere paura di calimero?! Non esiste
proprio!!!
Ma sono geloso,
questo sì; tra un po’ sarò geloso anche dell’aria che Kaede respira,
me ne rendo conto che è un sentimento eccessivo, ma nasce spontaneo nella
mia testa e nel mio cuore, perché lui è la più bella cosa del mondo ed
è mio e io non posso più fare a meno di lui…
Vi assicuro che, dato
il mio temperamento, per me è già tanto doverlo dividere con il
basket!!!
Mi accorgo che Minami
sta aspettando un mio commento. Ehehehehehe…ora il mitico tensai darà
prova di maturità!!!
Non romperò il muso
a calimero, così la kitsune sarà contenta di me, anche se forse è
meglio che non sappia di questa conversazione…
“Oi calimero, ti
consiglio di stare alla larga da Rukawa! Non ti abbiamo ancora perdonato
quel colpo sul suo occhio, sai?” borbotto.
Minami risponde a me
fissando lui: “Non voglio dargli fastidio. Ma cos’è tutta questa
amicizia da parte tua? L’anno scorso non c’era affatto buon sangue fra
di voi”. Ecco un altro seccatore…
Io salto su:
“L’anno scorso era l’anno scorso e quest’anno è quest’anno”
sbotto.
“Che intuito…”.
“Io e Rukawa siamo
diventati amici, ma tu impara a farti i fatti tuoi, stupido calimero
spennato!!! Il tensai non deve certo rendere conto a te!!!” mi sto
incavolando un po’ troppo e me ne rendo conto, quindi cerco di calmarmi,
ma con la coda dell’occhio mi accorgo che in campo le mani di Sendoh
sfiorano i fianchi di Kaede e allora vado in bestia!!! Ecco, quando c’è
quell’hentai fra i piedi uno non si può distrarre un solo dannatissimo
secondo!!!! E poi quando finisce questa cavolo di sfida?!
“Oi kitsune!!
Quanto ci metti a battere il porcospino, ti sei rammollito?! Lo avevo
detto, io, che spettava a me il titolo di MVP!!!” gli grido, alterato.
“Stai zitto,
do’aho!!” è la risposta seccata della mia idiotissima volpe, che poi
con uno dei suoi formidabili scatti corre verso il canestro…Sendoh non
riesce a fermarlo…slam dunk!!!
“20 a 18” esclama
Kaede, fiero, guardando il porcospino che si asciuga il sudore.
“Bravo volpino!- il
mio è un vero e proprio urlo gioioso- Hahahahahaha….mangia la polvere e
impara, Sendoh!!!” rido io.
Ma a dispetto dei
suoi aculei il tipo è flemmatico e non si scompone: “Rukawa è il MVP.
Non devo certo vergognarmi per aver perso contro di lui” e sorride…
Qualcuno mi può
spiegare perché questo tizio sorride anche quando perde??!! Ma
chissenefrega, si rendesse pure ridicolo…Io sono troppo impegnato a
compiacermi per la vittoria della mia kitsune, che naturalmente sarò io a
battere prima o poi!!! Hehehehehehehe…non è che abbia rinunciato
all’idea, anche se forse ci metterò più tempo del previsto e lui è
l’amore della mia vita…
Alla fine usciamo
tutti e quattro dalla palestra; dobbiamo ancora farci la doccia, poi
dovremo prepararci per il pranzo e io ho una fame da lupi!!!
Mentre continuo a
tenere d’occhio il porcospino e calimero (per fortuna è di Osaka! Va’
fuori dai piedi, cretino!), mi affianco a Kaede.
“A pranzo ti siedi
vicino a me?” è buffo, con questa domanda sembra che siamo ancora nella
fase dei primi approcci, non che conviviamo.
“Hn” Kaede è
stanco, dice solo questo, ma le sue dita mi sfiorano leggere la mano e io
gli sorrido, perché so che mi ha detto di sì.
Il
pranzo è stato tranquillo e adesso abbiamo un po’ di libertà fino alle
16.00, quando ricomincerà l’allenamento. Io e il mio do’aho ce ne
andiamo già verso la vicina palestra, dopo aver visto la TV nella
pensione, perché sappiamo che lì resteremo da soli.
“Ci
sarà un fast-food qui vicino, kitsune?” chiede lui, all’improvviso.
“Non
lo so. Perché?”.
“Ma
a te quelle sembravano porzioni per un pranzo degno di questo nome?”
insiste Hanamichi.
“Hn…veramente
sì” lo deludo io.
“Be’
non per il tensai! Io sono un uomo pieno di energie e devo nutrirmi più
degli altri!” protesta lui.
“Non
appesantirti, tra poco ricominceranno gli allenamenti…anzi…Che ne dici
di uno scontro one-on-one, do’aho?” lo sfido io e lui subito si
dimentica del cibo.
“Ma
certo! stupida volpe, ti dimostrerò che io sono l’unico candidato al
titolo di capitano della nazionale juniores! Hahahahahaha…” è già
esaltato mentre apre la porta della palestra e questo mi rende davvero
contento.
Una
cosa che mi piace moltissimo di Hanamichi è che non mi fa sconti quando
ci impegniamo in uno one-on-one e accetta che io non ne faccia a lui,
proprio come quando non stavamo
ancora insieme; e, come allora, lui ce la mette tutta, dà il massimo e
anche se non può battermi è migliorato al punto che ora per fare 20
punti contro di lui impiego a volte mezz’ora.
La
sua difesa rimane migliore del suo attacco. Alla fine vinco 20 a 14. Forse
qualcun altro si deprimerebbe, ma non il mio do’aho, lui vede sempre il
lato migliore delle cose.
“Trema,
kitsune! Praticamente ti ho quasi raggiunto, mi basterebbero due tiri da
tre!” mi sfida lui.
“Se
solo tu sapessi farli…” lo provoco io.
“CHECCOSA?!”
lui si altera, ma si calma subito quando lo guardo con la coda
dell’occhio mentre mi dirigo verso lo spogliatoio; Hanamichi mi segue e
mi abbraccia da dietro, dopo che io mi sono sfilato la canotta umida di
sudore. Inizia a darmi piccoli baci a fior di pelle, sulla nuca, sul
collo, sulle spalle…sento la sua lingua che mi sfiora insieme alle sue
labbra e le sue braccia che mi stringono convulsamente.
Io
inclino il capo perché lui continui con questa dolce tortura che mi fa
impazzire…la sua bocca calda e leggera sulla pelle mi provoca brividi
fortissimi e il mio corpo si tende contro il suo…
“Tu
non sai quanto ti voglio, Kaede…” mi dici, mormorando nel mio
orecchio. Sì che lo so, Hanamichi…mi vuoi quanto io voglio te…basta
una tua carezza per farmi venire voglia di perdermi fra le tue braccia,
non te ne sei accorto?! Tu continui con i tuoi baci e le tue carezze e io
ti incoraggio con i miei sospiri…voglio protrarre questo gioco fino ad
arrivare al limite, fino a che potrò solo gridarti di sbattermi contro il
muro e di prendermi con tutta la tua forza…Tu continui con il tuo
tormento, sospiri, sento la tua eccitazione contro di me…manca così
poco..
“Sakuragi
e Rukawa, siete già qui?” la voce del coach dalla palestra ci fa
sobbalzare.
Maledizione,
è già ora?!
Do
un’occhiata all’orologio che è alla parete e mi rendo conto che è
così…
“Sì,
ci stavamo preparando” mento io, avvicinandomi alla soglia dello
spogliatoio; vedo il coach annuire compiaciuto per la nostra solerzia…Be’
non è del tutto sbagliato, uno one-on-one l’abbiamo fatto…
Hanamichi,
però, è davvero nero.
Il
suo volto è scuro e apre nervosamente il getto d’acqua fredda del
lavandino per metterci la testa sotto.
“Mai
che si possa stare tranquilli! Tutti a noi i peggiori seccatori del
mondo…” borbotta, prima di seguirmi per tornare in palestra.
Comunque,
gli allenamenti scorrono tranquilli e così la cena; dopo aver mangiato,
io, il mio do’aho e Miyagi ci allontaniamo per fare quattro passi nei
dintorni dell’albergo e il capitano opportunamente si eclissa poco dopo.
“Ragazzi,
io vi saluto: devo telefonare ad Aya-chan!” ci sorride e si allontana,
mostrandoci il cellulare.
“Spenderà
un patrimonio in telefonate!” scherza Hanamichi.
“Hn”.
Camminiamo
in silenzio per un po’, poi io gli chiedo: “Come mai oggi guardavi
male Minami?”.
“Te
ne sei accorto, kitsune!” lui sembra sorpreso.
“Non
mi sfugge niente di quello che fai, do’aho…” io ti controllo sempre,
Hana…
“Bah,
quel calimero odioso! Non mi fido affatto di lui dopo quello che ti ha
fatto l’anno scorso, devo tenerlo d’occhio!! E poi mi sembra un po’
troppo interessato a te…” ma questo lo dice con titubanza, io capisco
che non gli va di parlarne e lascio perdere…per ora!!!
“Non
è interessato a me e poi non credo che commetterebbe più un simile
fallo: l’ho trovato cambiato come giocatore” considero.
“Era
aggressivo come giocatore, certe cose non cambiano!” puntualizza
Hanamichi; sì, lo so: non si possono colpire a freddo gli avversari se
non si ha una lucida aggressività.
“Anche
tu sei aggressivo” gli ricordo, sorridendo leggermente.
“Il
tensai non è aggressivo: è impetuoso, prego! E tu dovresti saperlo
meglio di chiunque altro, eh kitsune?!” e all’improvviso mi afferra e
mi stringe violentemente a sé, premendomi una mano sulla nuca e
schiacciandomi le labbra sulle sue. Vuoi il fuoco, Hanamichi? Bene, lo
avrai…ricorda che, in natura, ci sono poche cose pericolose quanto il
fuoco di un vulcano che riposa sotto la neve del ghiacciaio… Gli prendo
il volto fra le mani, gli mordo le labbra, gliele succhio, insinuo la
lingua nella sua bocca per accarezzare la sua e sento le sue mani
caldissime su di me…
“Kitsune,
non provocarmi oltre o potrei strapparti i vestiti di dosso qui, in mezzo
alla strada!” ansima Hanamichi.
“Sarebbe
un’esperienza anche quella, do’aho…” commento io, rilassandomi
contro di lui e assaporando questo momento di dolcezza che contrasta con
tutta la passione di poco fa.
Purtroppo
si è già fatta l’ora di tornare alla pensione: gli orari sono molto
rigidi.
Nel
corridoio io e il mio do’aho ci scambiamo un bacio veloce e ci diamo la
buonanotte, poi dobbiamo separarci, non senza che lui mi abbia
raccomandato di non dare mai le spalle al porcospino…
Scuoto
la testa divertito: in questo Hanamichi non cambierà mai…
Non
appena entro nella mia stanza, sento il rumore della doccia: Sendoh
dev’essere rientrato prima di me; ok, nell’attesa di potermi lavare io
accendo il walk-man. La musica mi piace e mi rilassa tantissimo. Mi
riposo, seguendo la melodia che riempie la mia mente, raggiungo uno stadio
molto vicino al sonno, ma non mi addormento; non so quanto tempo trascorro
così, ma ad un certo punto il cd finisce e io mi tolgo le cuffiette dalle
orecchie.
Sono
ancora un po’ svagato quando giro il capo e scopro che non sono solo
nella stanza. Lì per lì, tra la penombra e il sonno, mi confondo e mi
chiedo “E questo chi è?” per poi rendermi conto che è Sendoh con i
capelli umidi che gli scendono sulla fronte…ieri sera non ci avevo fatto
caso, ma è strano vederlo così, sembra un altro!!! Chissà perché si
deve pettinare in quel modo invece…
E’
seduto appoggiato alla parete, mi sorride: “Rukawa, volevo solo dirti
che poco prima che tu tornassi il coach ha comunicato che domani mattina
gli allenamenti inizieranno un’ora prima. Inoltre, io ho finito di usare
la doccia, puoi andare quando vuoi…”.
Io
mi sollevo a sedere: “Grazie. Potevi chiamarmi…” mi rendo conto che
deve aver aspettato di proposito che finisse il cd per non disturbarmi.
Lui
fa un gesto con la mano: “Oh, non importa…sembravi così rilassato,
anche se concentrato sulla musica. E per me non è un problema aspettare
in silenzio, ricorda che mi piace pescare”.
“Hn?”
ah, già…io mi addormenterei dopo un secondo…
“Per
pescare bisogna stare fermi e in silenzio per ore; a me piace molto, si
adatta al mio carattere…Non so, forse per questo capisco il tuo bisogno
di avere questi momenti di raccoglimento con te stesso. Ma dimmi: Sakuragi
è in grado di capirlo, lui che è così rumoroso?” mi chiede
tranquillamente.
Io
ho un moto di irritazione a questa domanda, mi stanca tornare sempre sugli
stessi argomenti…è ripetitivo…
“Sì,
lui mi capisce” gli dico; mi capisce e mi accetta, anche per quello che
è molto lontano dal suo modo di essere e di fare. Lo so che ci sono
alcune cose di me che gli danno ai nervi, così come alcune cose di lui
danno ai nervi a me, ma se andassimo d’amore e d’accordo SEMPRE, senza
più quella costante tensione che ci ha accompagnato fin dal nostro primo
incontro, saremmo ancora Hanamichi e Kaede? Saremmo ancora NOI?
No.
Sono
sicuro di no.
“Lo
spero per lui- commenta Sendoh- Spero che si renda conto della fortuna che
ha”.
Io
mi chiudo alle spalle la porta del bagno e, dopo essermi spogliato, entro
nella doccia. Sono solo e invece vorrei tanto sentire le mani di Hanamichi
su di me, vorrei che fosse lui ad insaponarmi e che poi facesse l’amore
con me…uhm…meglio aumentare il getto dell’acqua fredda!!!
Il
mio corpo si calma, ma la mia mente continua a pensare a lui; ci penso
anche quando finalmente mi sdraio sul futon e mi copro con il lenzuolo.
Buonanotte,
amore mio…
SIIIIIIIIIGHHH!!!!!!
E’ la seconda notte
che trascorro così e sto per dar di matto!!! Voi penserete che io sia
GIA’ matto…già sento i vostri commenti : “Quante storie, in fondo
lo ha visto fino a un’ora fa!!!”.
E’ vero, ma è una
sensazione troppo strana averlo così vicino (la sua stanza è a quattro
porte dalla mia) e allo stesso tempo distante.
La scorsa notte è
stato davvero bruttissimo dormire senza averlo accanto, non riesco a
credere che sarà così per tutta la settimana. Approfitto del fatto che
ora l’orso polare è sotto la doccia per lamentarmi con Miyagi.
“Ryo-chaaaaaaaan…-
piagnucolo- Voglio andare da Kaedeeeeeeeeeeeeee….”. SIIIIIIIGHHH!
“Hanamichi, basta!-
sbotta lui, leggermente esasperato- Ti rendi conto che io mi devo
accontentare di un cellulare?! Dovrei essere io a piangere sulla tua
spalla e non il contrario!”.
Vabbe’, non sono un
cretino integrale…
“Sì, sì, lo
so…ma era da mesi che non ci capitava di dormire separati, con tutto
quello che intendo con ‘dormire’ e…” ma poi metto a fuoco un
particolare; sto per dirglielo, quando colgo l’espressione strana di
Ryota e mi innervosisco.
“Be’? e ora cosa
ti prende?!” cerco di scuoterlo.
Lui sorride:
“Niente…però devi capire che per me è strano…sì, insomma, voi due
fino a qualche mese fa non perdevate l’occasione per menarvi e ora fate
i coniglietti…”.
Io inizio ad avere
un’aria sognante: “Oooooh…io e Kaede che facciamo i coniglietti, che
bel concetto, come mi piace…” decisamente Ryota ha saputo trovare una
bella espressione!!!
Il che, però, mi
riporta a quanto stavo per dirgli: “Non offenderti, ma non credo che tu
possa capire come mi sento, visto che…cioè non so, ma…insomma tu e
Ayako…” arrossisco e balbetto, rendendomi conto che non ce la faccio
ad andare avanti con questo discorso, è troppo imbarazzante! Il senso
sarebbe che non credo che Ryota e Ayako lo abbiano già fatto visto il
pochissimo tempo che stanno insieme, quindi non so quanto lui possa capire
i tormenti di due amanti separati…
Ryota arrossisce
anche lui, dobbiamo essere davvero buffi tutti e due, però non mi manda a
quel paese per la mia indelicata allusione, ormai tra noi c’è un clima
cameratesco: “Hai ragione, probabilmente non posso comprenderti del
tutto, ma posso intuire, non credi?”.
“Dimmi, Ryo-chan,
tu sei contento come pensavi che saresti stato?” chiedo, un po’
titubante. Mi rendo conto che non c’entra assolutamente niente con
quello di cui stavamo parlando, ma era da un po’ che volevo
chiederglielo.
“Oh, molto di più-
Ryota sorride- Lo sai, ci ho impiegato quasi tre anni per conquistarla,
per farle capire che sono io l’uomo giusto per lei…in tutto quel tempo
mi è capitato anche di deprimermi, ma continuavo ad amarla e non smettevo
di pensare a lei e alla fine l’ho visto come un segno a non cedere…-
poi mi fissa negli occhi- E tu? Sei contento come sognavi? Ti ricordi
quella sera a parlare sulle altalene? Chi lo avrebbe detto che ti saresti
innamorato di Rukawa…”.
Io mi sdraio sulla
schiena, fissando il soffitto: “Non avevo idea che si potesse amare
tanto qualcuno e provare una tale felicità, quindi sono molto più felice
di quanto potessi sognare”.
C’è un attimo di
silenzio, poi parlo di nuovo io.
“Ryota?”.
“Sì?”.
“Mi inviterete al
vostro matrimonio, tu e Ayako?”.
“Sì, inviteremo
sia te che Rukawa”.
“Guarda che sto
parlando sul serio!”.
“Anche io sto
parlando sul serio…”.
Che bello!!! E’
davvero…
“Silenzio, ora!!!
Avete chiacchierato abbastanza mi pare!!!” l’orso polare è tornato in
stanza.
HIROAKI KOSHINO,
QUANTO NON TI SOPPORTO!!!
Vabbè, niente
discussioni questa sera…Ci diamo la buonanotte, con lui più per
educazione che per altro (magari si soffoca col cuscino!!!) e io comincio
a pensare a me e a Kaede, separati da un ingiusto destino…
Qualche volta guardo
anch’io i canali americani con la volpe, ormai capisco abbastanza
l’inglese da poter seguire telefilm o film…qualche volta seguo anche i
talk-show e durante quei dibattiti sento parlare di cose strane, tipo
‘crisi della coppia’ e ‘calo del desiderio’…
Credo si sia capito
che noi non ne siamo toccati! Tantomeno dal calo del desiderio!!! A parte
il fatto che io sono il tensai, ma ormai conoscete la kitsune, no? Vi pare
che si possa avere un calo del desiderio vivendo con lui?! Vi faccio un
esempio: la settimana scorsa me ne stavo in cucina a mangiare pane e burro
di arachidi (lo so, lo so…sembra una merenda uscita da un telefilm
americano! Indovinate di chi è la colpa?) che mi piace molto e lui, dopo
avermi fissato per un po’, mi ha chiesto: “Do’aho, non ti stanchi
mai di mangiare il burro di arachidi sempre nello stesso modo?”.
La mia risposta è
stata un modello di ingenuità: “Su cosa dovrei spalmarlo, scusa?”.
“Su di me” la voce sexy di Kaede mi ha provocato un brivido alla
schiena…il suo suggerimento è stato da me accolto e sperimentato con
molto entusiasmo e potete immaginare come sia trascorso quel pomeriggio…
Ma non è solo
questo, sarebbe riduttivo: io con Kaede mi DIVERTO.
E non mi riferisco
solo al sesso o ai momenti scherzosi…
Forse sembra strano
detto di una persona come lui, che è così chiuso e serio e taciturno, ma
con lui non mi sono mai annoiato: mi diverto quando parliamo, quando
discutiamo, mi diverto e lo amo per questa voglia che ho spesso di
strozzarlo e baciarlo nello stesso momento…
E ora lo vorrei tanto
qui, vicino a me, per abbracciarlo e spogliarlo lentamente e farlo mio…
Sospiro.
Dunque, vediamo:
questa è la seconda notte senza di lui…ancora altre cinque…
SIIIIIIIIIIIGHHHHHHH!!!!!!!
Parte
terza.- Terza notte ^;;^
Gli allenamenti
pomeridiani sono appena finiti e io e Kaede siamo riusciti a rimanere da
soli nello spogliatoio. Siamo soli…quasi non ci posso credere!!!
Io sono in
accappatoio, appena uscito dalla doccia, e lui è in boxer; mi avvicino e
lo abbraccio da dietro prima che si rivesta; inizio a baciargli il collo,
le spalle…lo so che ti piace, kitsune…non appena le mie labbra si
posano sulla tua pelle fresca ti sento mugolare come un gattino…e sento
il tuo corpo che chiama il mio…
Continuo a baciarti,
piccoli tocchi che fanno fremere la tua pelle, e le mie mani cominciano a
tirarti giù i boxer…Poi la tua voce roca e divertita.
“Do’aho, lo sai
che una delle regole dei ritiri sportivi è niente sesso?”.
“Ah, sì? Forse il
tizio che l’ha stabilito non aveva nessuno con cui farlo e voleva
ridurre tutti alla sua stessa condizione disgraziata!!” le mie mani sono
arrivate al tuo fondoschiena, kitsune, non penserai davvero di
interrompermi ora?!
“Il mitico tensai
non sa comportarsi da vero sportivo?” mi provoca lui, divincolandosi e
facendo un passo in avanti.
Ok ok ho capito…
“Sei crudele,
kitsune!” protesto io, come se non lo sapessi che quando si tratta di
basket la stupida volpe riesce a mettere anche il sesso in secondo
piano!!!
Lui
torna vicino a me, si protende e mi morde le labbra: “Non ti
preoccupare, Hana…quando torneremo a casa, vorrò farlo così tante
volte che ti porterò allo sfinimento…” mi soffia queste parole quasi
nella bocca e io ho un
brivido.
“E’ impossibile
sfinire il tensai, dovresti saperlo!” proclamo a testa alta.
In effetti…non per
vantarmi, ma…
Lui mi sorride, poi
fa per iniziare a rivestirsi, ma io ho delle domande che vorrei fargli da
stamattina e adesso che siamo soli è il momento migliore.
“Come si comporta
con te il porcospino?” chiedo, cercando si darmi un tono indifferente.
Ok, mi sono comportato bene e non gli ho ancora fatto cadere tutti i
denti, ma io DEVO stare tranquillo.
“Bene, direi”.
“Non ha mai provato
ad allungare le mani?” insisto io.
“Ancora no”.
Ancora no? ANCORA
NO?!
Mi slancio su Kaede,
lo afferro per le spalle e lo scuoto: “Come sarebbe, ‘ancora no’?!
Pensi che stia per farlo? Ti ha dato quest’idea? Vuoi che venga
personalmente da voi per legarlo?!” sono nel panico, devo ammetterlo.
Maledetto bastardo, mi sta togliendo dieci anni di vita!!!
La stupida volpe,
forse irritata dalla mia morsa, mi spinge via: “Lasciami, do’aho! Non
ho bisogno d’aiuto, me la cavo benissimo da solo!!! E poi, al limite,
Sendoh mi salterebbe addosso…” e socchiude gli occhi, fissandomi
malizioso.
‘Al limite’?
Stai scherzando, lo
so, ma a questo punto una testata non te la toglie nessuno, volpe del mio
cuore…una testata piccola piccola, appena un colpetto!!! Ecco fatto! A
dire il vero è stato come appoggiare la fronte alla tua, solo con più
forza.
“E questo
cos’era?” mi chiedi, accigliato.
“Giusto per
ricordarti che devi stare attento a non dare la più piccola confidenza al
quel maniaco che se ne approfitterebbe subito: non voglio preoccuparmi”
spiego io. Kaede mi sorride e mi accarezza una guancia.
Io sospiro: “Certo
che ha una gran testa dura, il porcospino!!! Invece di intestardirsi così,
farebbe bene a guardarsi intorno…ci sarà pure qualcuno con cui potrebbe
voler trascorrere più di una notte!!! Prendi uno come Koshino…non ha un
gran carattere e me ne accorgo sempre di più ora che divido la stanza con
lui, ma in fondo sono amici da tanto tempo e poi è un bel ragazzo…”.
Bel
ragazzo.
Il
MIO Hanamichi ha appena detto che Hiroaki Koshino è un bel ragazzo?! Cioè…per
dirlo deve averlo guardato…
Sta
ancora parlando, ma io non ascolto più le sue parole, sono furibondo!!!
Istintivamente mi parte un pugno che lo zittisce.
E
se ora prova a lamentarsi gliene arriverà pure un altro!!!
Hanamichi
si tocca la guancia arrossata e mi fissa attonito e un po’ stordito:
“Oi kitsune, ma sei completamente scemo?!” esclama.
“Così
impari!” maledizione, tu devi guardare solo me, do’aho!!! Non potete
immaginare quanto fastidio mi abbia dato la sua affermazione…Se qualcuno
me lo avesse detto non ci avrei creduto, ma in questo momento sono
gelosissimo per quello che ha detto e mi manda in bestia pensare che
divide la stanza con quello e che quindi deve averlo guardato e
inconsciamente aver espresso questo giudizio positivo sul suo aspetto e io
non lo sopporto!!!
Non
sono pazzo, lo so che Hanamichi non sopporta Koshino, ma quello che mi fa
davvero infuriare è che lui abbia potuto pensare di qualcuno che ‘è
bello’…
“Ma
che ho fatto?” mi chiede, spaesato, preoccupato per la mia espressione
furente. “E’ per quello che hai detto” mi sento le guance in
fiamme…
“E
che ho detto mai? Che Sendoh potrebbe anche sforzarsi di guardare un bel
ragazzo come Koshino…” ripete lui.
DI
NUOVO??!!
Faccio
per colpirlo una seconda volta, ma lui mi blocca afferrandomi il polso;
lascio partire il mio sinistro, ma lui lo ferma allo stesso modo e allora
fra noi due inizia una prova di forza: irrigidiamo i muscoli delle
braccia, lui per tenermi fermo e io per riuscire a colpirlo.
Intanto
il mio do’aho mi fissa negli occhi, ha come un lampo e…
“ARGH!!!!
Sei geloso di Sendoh!!! Ma io ti ammazzo, kitsune!!!”.
…e
non ha capito niente!!!
“Idiota
imbecille, io sono geloso di TE!!!!- gli sibilo, trattenendo a stento la
rabbia- Prova a ridire che Koshino o chiunque altro è un bel ragazzo e
gli artigli di una volpe sembreranno poca cosa al confronto di quello che
ti farò io!!!”.
I
suoi occhi nocciola sono sempre più sgranati: “Tu sei geloso di Koshino?!”.
“Lo
sono di chiunque!” gli dico.
E
mi pesa dirglielo, non mi piace mostrare questa mia vulnerabilità di aver
bisogno di lui, ma ora non riesco a controllarmi.
“Sei
geloso di me?” chiede lui e sul suo volto compare un bellissimo sorriso.
Lo vedo felice e la mia rabbia sfuma e sono contento che lui sia felice
grazie a me; rilascio i muscoli delle braccia e lui allenta la sua presa
sui miei polsi. Perché ti meravigli, Hanamichi? Io voglio i tuoi occhi
solo su di me…sempre, in ogni momento…Il mio do’aho mi lascia andare
e io lo stringo forte a me.
“Mio…”
sussurro.
Riesco
quasi a vedere il suo sorriso sempre più aperto a queste mie parole,
mentre mi abbraccia possessivamente.
“Sei
proprio una stupida volpe!!! Come puoi pensare che io consideri Koshino o
chiunque altro più bello di te?! Però sono anche tanto contento…”.
“Hn?”.
“Che
tu sia geloso di me…- la sua stretta diventa bruciante-…perché io lo
sono di te da impazzire… Kaede?”.
“Hn?”.
“Davvero,
Kaede, io ti penso sempre, ti cerco sempre…e ti voglio sempre…” il
sussurro roco del mio do’aho mi eccita, ma ad essere sinceri in questi
giorni basta che lui mi sfiori per eccitarmi…dev’essere questo stare
insieme ma separati allo stesso tempo a far crescere così la tensione
erotica fra di noi.
“Mio…”
ripeto, guardandolo fisso negli occhi; poggio le mie mani sulle sue spalle
e lo spingo contro il muro, baciandolo fino a togliergli il respiro;
quando ci separiamo, io abbraccio Hanamichi e lo trascino giù a terra con
me.
“Oi
kitsune…” mormora lui.
“Sssshh…”
stai zitto, do’aho, e ricorda sempre a chi appartieni…
Mentre
penso questo gli apro l’accappatoio e inizio ad accarezzarlo.
“Kaede…”.
“Sssshh…”
poi chino il viso su di lui.
So
come ti piace, Hanamichi, e io voglio che ti piaccia tanto e del resto
piace anche a me…Non ho affatto fretta, sento i tuoi gemiti, le tue dita
che mi accarezzano la nuca, il tuo incitamento a continuare, il tuo
assecondare i movimenti della mia bocca su di te…e poi sento il tuo
piacere e il sapore del tuo piacere quando vieni…
Rimani
sdraiato a terra, tutto rosso in viso, e mi guardi emozionato mentre mi
passo la lingua sulle labbra con fare allusivo…
“Bene,
kitsune: ora davvero ti strapperò quei boxer di dosso!!!”.
Ma
proprio quando lui sta per toccarmi, sentiamo un rumore di passi vicino
alla porta dello spogliatoio; Hana fa appena in tempo a chiudersi di nuovo
l’accappatoio che entra Akira Sendoh.
I
suoi occhi si dilatano leggermente nel guardarci.
Certo:
tutti e due a terra, io in boxer, lui con un accappatoio malmesso ed
entrambi rossi in viso…non credo gli ci voglia molto a capire di averci
interrotti!!!
“Disturbo?”
chiede con un sorriso un po’ sfrontato.
“Sì!”
io e Hana lo diciamo in coro, pur senza averlo programmato.
Ma
lui non sembra toccato da questo: “Ehi, non è colpa mia: visto che non
eravate ancora alla pensione, il coach mi ha mandato ad avvisarvi che
questa sarà una serata di libertà…”.
“EVVAIIIIII!”
Hanamichi scatta in piedi entusiasta, con un gran sorriso. Mi alzo anche
io.
“…ma
che dovremo trascorrerla andando a cena fuori tutti insieme. Sapete, per
familiarizzare…” conclude Sendoh.
Oh,
cavolo!!!
“CHECCOSA?!
FAMILIARIZZARE?! Ma familiarizzare di che? Se la metà di noi si conosce
pure troppo bene per i miei gusti!!! E poi che serata di libertà è, se
dobbiamo fare quello che dice lui?!” con la consueta rapidità Hanamichi
passa dal buonumore all’incavolatura più nera.
Sendoh
alza le spalle: “Glielo spieghi tu al coach?” come a dire che non c’è
niente da fare.
Io
sapevo che avremmo avuto una serata di libertà, era stato così anche
allo scorso ritiro, ma pensavo che saremmo stati io e il mio do’aho da
soli, per questo avevo…
Accidenti,
non ci voleva!!!
“Grrr…
maledizione…- impreca Hanamichi- E’ tutta colpa tua, porcospino!”.
“Non
l’ho deciso io, sai? Io ve l’ho solo comunicato” nel dirlo Sendoh mi
fissa e io mi ricordo di essere in boxer davanti a lui e lo realizza anche
Hanamichi che subito si mette di fronte a me per cercare di nascondermi
alla sua vista.
“NON
LO DEVI GUARDAREEEEEE!!!!” gli grida. Sei buffo, amore mio…
Ma
ora intervengo io: “Grazie per averci avvertito, ora puoi andare e, per
favore, cambiati prima tu in camera” dico con il mio tono più gelido.
“Come
vuoi, Rukawa” Sendoh sorride e si gira, andandosene.
E’
molto accondiscendente con me, credo lo faccia apposta per farmi capire
che non mi contrarierebbe mai, ma non capisce che a me invece piace il
contrasto…
Ci
sono delle volte, quando questioniamo, in cui Hanamichi non si schioda
dalle sue idee per quanto cretine possano essere e io vorrei prenderlo a
calci, ma allo stesso tempo lo adoro e sento il sangue scorrere veloce
nelle mie vene…
Il
rumore della porta che si chiude mi fa capire che io e il mio do’aho
siamo di nuovo soli; lo guardo: sta fumando nero.
“Non
sopporto che stia in stanza con te e che ti possa guardare mentre
dormi!” ringhia fra i denti.
Io
non mi scompongo, scuoto il capo: “Non ha un granché da vedere…anche
se fa caldo, sto dormendo con una maglietta e coperto dal lenzuolo” gli
spiego.
Lui
rimane a bocca aperta: “Eh? Perché?”.
Certo
che, a volte, sei proprio ingenuo, amore mio…
“Per
te” gli dico e non aggiungo altro.
Ma
non ne ho bisogno, lui comprende e mi abbraccia stretto.
Poi
si tira un po’ indietro per guardarmi negli occhi.
“Kitsune,
scusa, perché già che ci sei non dormi con i jeans?!”.
“Dormici
tu!!!” replico io, allontanandomi da lui e iniziando a infilarmi una
maglietta.
Sono in ritardo!!!
Accidenti, Miyagi e
l’orso polare sono già scesi e
saranno nell’atrio!!! Rapidamente, mi infilo la camicia bianca che mi ha
regalato il mio Kaede e i miei soliti jeans…ok, ora devo cercare di
pettinarmi; mentre lo faccio mi viene in
mente che il mio volpino ha fatto una faccia strana quando gli ho
chiesto se si fosse portato anche qualcosa che non fosse una tuta o
comunque un capo di abbigliamento super-sportivo…mm…non ci crederete,
ma a volte il volpino è incredibilmente contraddittorio quando si tratta
di abiti: ha tantissime tute e calzoncini e magliette e canotte, con il
blu e l’azzurro come colori dominanti; poi ha alcuni abiti normali, di
taglio classico, che ne so…jeans chiari e scuri, camice, maglie leggere
e pesanti…però ha anche alcuni capi che non direste mai possano
interessare a uno come lui.
Credo che
l’ispirazione gliela abbiano data i canali americani, che lui segue
spesso… Bah, scommetto che questa sera lui verrà a cena in tuta!! Sì,
probabilmente non si è portato altro, ecco il perché di
quell’espressione strana…
Sono pronto,
finalmente!!!
Esco dalla mia stanza
e chiudo la porta e quando mi giro mi trovo davanti Minami che fissa
trasognato il corridoio; ma che ha?! E’ a bocca aperta, completamente
rapito…sto per seguire il suo sguardo quando alzo gli occhi e mi accorgo
che, poco distante da lui, il porcospino ha la stessa espressione e fissa
verso la stessa parte.
Ho un terribile
presentimento…
Volto lentamente la
testa e guardo nella stessa direzione…e mi prende un colpo!!!
Kaede…
Il primo pensiero che
il mio cervello riesce a formulare è “Non potrò perderlo di vista
neanche per un secondo!!” e me lo ripeto due o tre volte, mentre lo vedo
camminare verso di me col suo passo felino, dopo aver chiuso la porta
della sua stanza.
Non indossa una tuta,
ma jeans scuri, una maglietta blu che lo avvolge morbidamente e una
camicia grigio-perla lasciata aperta…detto così sembra che vada tutto
bene e invece no!!!!! Perché la maglietta è corta…troppo per la mia
tranquillità…e i jeans sono a vita bassa…e il colore scuro degli
indumenti non fa che mettere in risalto il candore della pelle di luna del
mio volpacchiotto e lo sguardo viene inevitabilmente attirato da quel
lembo di pelle scoperta che lascia intravedere anche l’ombelico…
COSA DIAVOLO GLI E’
VENUTO IN MENTE??!!
Certo, ecco cosa
stanno guardando questi due, che non riescono a togliergli gli occhi di
dosso!!! Gli vado incontro, sono arrabbiato e allo stesso tempo eccitato,
perché Kaede già solo indossando una tuta è la creatura più sensuale
della terra, ma ora, vestito così, è di un super sexy pauroso…
“Kitsune , ti ha
dato di volta il cervello? Non dobbiamo andare in discoteca…Vai subito a
cambiarti, te lo chiedo per favore!!” gli dico, sforzandomi di parlare a
voce non troppo alta…non voglio che altre persone lo vedano così
desiderabile, tantomeno Sendoh e Minami, che ora stanno letteralmente
sbavando senza tanti complimenti!!! Anche lui mi parla a bassa voce, per
non farsi sentire da quegli altri due, ma non credo ci sia pericolo!!! I
due hentai sono tanto impegnati a spogliarlo con gli occhi che non gliene
frega niente dei nostri discorsi!!!!
“Non posso
cambiarmi, ho portato solo questi abiti”.
“Mi spieghi perché?!”
chiedo, sempre più nervoso.
“Sapevo che avremmo
avuto una serata di libertà, ma pensavo che l’avremmo trascorsa da
soli, io e te…per questo avevo portato solo questi affari…” mi
spiega Kaede.
Mi viene da
sorridere, anche se sono arrabbiato: mi piace troppo il pensiero che Kaede
volesse essere sexy per me, come se non sapesse che io sono già ai suoi
piedi e che so già che lui è un volpino passionale…
“…pazienza!”
conclude lui.
PAZIENZA?!
“Pazienza un
corno!!!- sbotto io- Non potrò perderti di vista neanche un attimo, te ne
rendi conto?!” sono agitatissimo, inutile negarlo…
Ma lui alza le
spalle: “Non esagerare, do’aho, non staranno certo tutti a guardare
me!”.
“Ah,
no?” ironizzo io. Ma davvero non se ne accorge fino a questo punto???
“Scendiamo ora,
siamo in ritardo” e Kaede si avvia verso la scala.
Se per me non fosse
tanto irritante, sarebbe davvero da manuale cinematografico la scena di
Minami e Sendoh che voltano contemporaneamente e sincronicamente la testa,
con sguardo trasognato, per seguire lui che passa al loro fianco e poi
inizia a scendere le scale…
Grrrr…magari, però,
se metto loro le dita negli occhi la smettono!!!
Torno da loro a
grandi passi, cercando di controllarmi, ricordandomi che calimero non sa
ancora niente di noi : “Oi voi due! Cercate di darvi un contegno,
sembrate due maniaci!!!”.
Mi fermo al fianco
del pennuto, che deglutisce e sembra riscuotersi: “Ti dirò…- mi dice-
…i miei pensieri su Rukawa cominciano ad essere molto meno
platonici…”.
ODDIO, NO!!!!!!!
Sì, vabbè, ma il
tizio è di Osaka…e poi stasera starò io vicino a Kaede…stai calmo,
Hanamichi, è tutto sotto controllo!!! Respira e stai calmo…
Sto calmo, ma
casualmente prima di scendere le scale mi parte un calcio contro la gamba
del porcospino, ancora fermo con il suo sorriso ebete; gli lancio
un’ultima occhiata malevola e scendo anch’io le scale, affrettandomi
per raggiungere la kitsune che ormai è nell’atrio; mi viene incontro
Ryota, con una faccia strana mentre fissa la volpe.
“Hanamichi, ma
Rukawa…”.
“No, eh?! Tu hai
Ayako a cui pensare, non venirmi a dire che stai cambiando tendenze perché
io ti polverizzo!!!!” scatto subito. Ormai ho i nervi a fior di pelle…
Ryota ride: “Ma che
diavolo vai pensando?! Io voglio solo Aya-chan, appunto…Però non
credevo che Rukawa sapesse essere così diverso da come si mostra di
solito”.
“Sì, be’…”
ma lui non si mostra: lui E’ come appare di solito, soltanto che E’
anche come appare adesso…Ma non finisco neanche di rispondergli, noto
che la mia volpe sexy mi sta fissando e mi fa cenno di avvicinarmi e per
me non conta più niente…
Salto su per la
minima provocazione, lo so; ora sono allarmato e geloso, so anche questo;
ma sono anche felice, perché Kaede guarda SOLO ME e voleva essere ancora
più bello solo per me e lui è mio e io sono suo e penso che la gelosia
in fondo sia un piccolo prezzo da pagare
per la fortuna di avere lui…
La fiera kitsune.
L’orgoglioso Kaede Rukawa.
E ora leggo l’amore
nei suoi occhi e non mi importa più di niente, né di Sendoh né di
Minami, mentre con gli altri ci incamminiamo verso il locale scelto,
chiacchierando in mezzo alla gente come se fossimo soli…
Qua
dentro fa talmente caldo che mi tolgo la camicia, restando con la
maglietta. Questo locale è tipo pub; noi titolari ci sediamo ad un
tavolo, mentre le riserve siedono ad un altro, il che per fortuna mi evita
di vedere Koshino…
Hanamichi
prende posto vicino a me, di fronte abbiamo Minami e Sendoh, mentre Miyagi
si siede a capotavola. Credo che sia un po’ a disagio, il nostro
capitano, trovandosi in un tavolo dove gli occhi delle altre tre persone
sono puntati su di me. E questo
crea disagio anche a me, veramente: agli sguardi di Sendoh sono quasi
abituato, ormai, invece non capisco il perché Minami mi
fissi…mm…forse posso intuirlo: il freddo, serio e distaccato Kaede
Rukawa che si veste come se dovesse andare in discoteca!!! E’ inusuale
da parte mia, lo so, ma volevo vedere quella luce negli occhi di Hanamichi,
quella luce che mi dice che mi vuole e mi desidera con tutto se stesso…e
poi, ogni tanto, piace anche a me essere imprevedibile e stupirlo!!! Mi
dispiace soltanto di non poter stare da solo con lui e so che per il
do’aho è lo stesso, ma devo dire che , contro ogni mio freno
caratteriale, si sta creando un’atmosfera strana fra di noi.
Beviamo
e mangiamo, questo sì, ma io e il mio do’aho riusciamo a ritagliarci
dei momenti in cui ci isoliamo: ci guardiamo, ci parliamo sottovoce, ci
punzecchiamo… “Hai capito perché quei due si sono seduti là? Per
avere una migliore visuale su di te!!!!” mi dice lui,
bisbigliando.
“Ma
figurati…” ossia, riguardo a Sendoh probabilmente ha ragione…
“Non
puoi provare ad allungare la maglietta?”.
“Secondo
te sono in grado di creare dal nulla la stoffa che manca?” lo prendo in
giro io.
E
poi, so che gli piace questa maglietta…Hanamichi non riesce a tenere
lontano le mani da me e mi sfiora discretamente la pelle lasciata a nudo
dagli indumenti, poi si ricorda che non siamo soli, ritrae la mano e
arrossisce…
Sono
davvero fiero di lui: ormai conosco bene quale sia la portata della sua
gelosia, ma sta facendo di tutto per controllarsi, lo sta facendo per me,
riuscendoci tra l’altro!!!
Quando
usciamo dal nostro momentaneo isolamento, noto il volto un po’ tirato di
Sendoh, che però mantiene il suo sorriso, e quello stupito di Minami; a
volte fissa Hanamichi, a volte me…Credo che abbia capito cosa ci sia tra
noi, ma a questo punto non mi interessa più. Se vuole scandalizzarsi,
libero di farlo…
Anche
se, a dire il vero, non sembra scandalizzato.
E’
Miyagi a tenere in piedi la conversazione: chiede a Minami di Kishimoto, a
Sendoh di Uozumi e dà a sua volta notizie di Akagi e Mitsui; io avverto
un che di forzato in tutto questo e vorrei allontanarmene e stare da solo
con il mio do’aho, perché nel frattempo la tensione erotica tra
di noi è arrivata alle stelle…
Lui
mi sfiora di nuovo, come casualmente, e io cerco una soluzione…
TROVATA!!!!
Me
la fornisce la cabina telefonica che scorgo in un angolo del locale,
chiusa, dai vetri scuri alle porte per permettere un minimo di privacy.
All’improvviso
mi alzo in piedi: “Io devo fare una telefonata” spiego.
“E
a chi?” chiede Miyagi, senza riflettere, ma io ho la scusa pronta, che
poi tanto scusa non è…
“Alla
mia vicina di casa: le ho affidato i miei gatti. Andiamo, do’aho…”
lo dico in tono piuttosto secco e mi allontano; alle mie spalle, sento il
rumore della sedia che viene spostata e Hanamichi che si alza per
seguirmi.
“Bella
idea, kitsune!!!” sogghigna.
Raggiungiamo
questa cabina ed entriamo là dentro…tempo due secondi e le nostre
bocche sono unite nel più sensuale dei baci, profondo, appassionato,
umido… Hanamichi mi preme contro il muro, mi si struscia addosso, sento
le sue mani sulla pelle nuda del mio ventre, mentre io gli passo le mie
sul viso e fra i capelli…
“Sto
andando a fuoco, do’aho…” ansimo.
“Io
ci sono già andato, kitsune…” Hanamichi scende a baciarmi il collo,
poi all’improvviso si inginocchia di fronte a me, le sue labbra
caldissime baciano il mio corpo, dove non è coperto dai vestiti, la sua
lingua gioca con il mio ombelico…
Io
mi inarco sotto il suo tocco, le mie guance stanno diventando bollenti e
mi gira la testa…Affondo una mano nei suoi capelli, gli faccio capire
che voglio baciarlo e lui si
rialza e si impossessa della mia bocca.
“Vorrei
tanto fare l’amore con te, kitsune…” mi dice a fior di labbra,
mentre le sue dita sfiorano infinite volte la mia pelle nuda.
Io
sospiro: “Però è un ambiente scomodo…”.
“E
poi non è insonorizzato!” scherza lui.
“Hn?”.
“Quando
facciamo l’amore tu urli parecchio, Kaede…” mi fa notare Hanamichi,
protendendosi e succhiandomi il lobo dell’orecchio. Mi lascio sfuggire
un gemito, poi gli rispondo: “Non ne sei contento? E’ perché sei
bravo, Hana…”.
“Contentissimo!!!
Però…però qui ci arresterebbero…” continua.
“Così
potremmo farlo anche in prigione, do’aho!!!” sorrido e lui ride,
abbracciandomi forte.
Restiamo
abbracciati, mentre aspettiamo di essere di nuovo calmi per poter uscire
di qui; sappiamo entrambi che, nostro malgrado, dovremo aspettare prima di
poter di nuovo fare l’amore.
“Oi
kitsune, sapessi quanto mi dispiace uscire da questa cabina…”.
Io
mi volto verso il telefono: “Comunque voglio sapere davvero come stanno
i gatti…chiama tu…” io meno parlo, meglio è…
Hanamichi
scoppia a ridere più volte durante la telefonata; quando usciamo dalla
cabina, dopo un altro bacio, mi riferisce fatti e misfatti dei nostri
gatti (ormai si è affezionato anche il do’aho, ma si ostina a non
ammetterlo…), soprattutto dei due più piccoli, quello rosso e quello
nero, che a quanto pare non fanno altro che farsi dispetti l’un
l’altro.
Proprio
mentre ci sediamo di nuovo al tavolo, Hanamichi fa una battuta su questo,
sul fatto che gli animali somiglino ai padroni e io gli sorrido mentre lui
ridacchia. Quando torno a guardare i nostri compagni di squadra, scopro
che Minami e Sendoh mi fissano in modo strano.
Ho
un attimo di incertezza, poi capisco: è la prima volta che mi vedono
sorridere. E’ la prima volta che sorrido davanti a qualcun altro oltre
che al mio do’aho.
La
faccia di Minami è…non saprei descriverla a dire il vero…ma il
sorriso scompare dal volto di Sendoh.
Finalmente usciamo
dal pub!!!
Non ne potevo più di
dover controllare le mosse di quei due, vi giuro!!! E’ vero che sedevano
al di là del tavolo, da una postazione un po’ difficile per tentare
qualcosa, ma non si sa mai…
Comunque, il mio
cervello ha recepito bene la nozione che Minami NON è un pericolo; mi
urta terribilmente vedere come sia totalmente rapito dalla mia volpe, ma
continua a guardarlo per quello che è: un sogno proibito e
irraggiungibile.
Però ho notato anche
le sue occhiate a ME…ho l’impressione che, se potesse, farebbe a ME un
occhio nero: credo che abbia capito come stanno le cose tra me e la volpe
e che si senta preso in giro!!!
Quanto al porcospino,
ad un certo punto ha smesso di sorridere e basta. Non che mi dispiaccia,
intendiamoci, con la faccia seria sembra quasi normale, ma allo stesso
tempo mi insospettisco…
Che ha ?
Lo sapeva già di me
e Kaede.
Però, un
momento…si è incupito dopo averlo visto sorridere…Vabbe’, cavoli
suoi!!! No, sono anche cavoli miei, dal momento che il mio volpino è in
stanza con lui!!! Camminando lentamente, siamo quasi arrivati alla
pensione; mentre gli altri sbadigliano, io e Kaede ci attardiamo là
fuori, ci troviamo un bel posticino in una zona d’ombra particolarmente
scura e io lo abbraccio.
Le mie mani iniziano
subito a toccare la sua pelle. Kaede è come una calamita per me, non
riesco a stargli lontano, a togliergli le mani di dosso, ad evitare di
fissarlo, di volerlo…
“Mi piace il modo
in cui mi tocchi” mi sussurra la mia kitsune, stringendosi a me.
“E a me piace il
modo in cui tu ti fai toccare…- gli bacio la punta del naso- Kitsune,
questa storia mi sta facendo uscire di
testa!”.
“Sei già fuori di
testa, do’aho!!” Kaede ride leggermente e io lo stringo più forte.
“Meno quattro notti, kitsune” conto io; lui mi mordicchia le labbra,
senza dire niente. Svogliatamente, torniamo alla pensione, ci diamo la
buonanotte; quando entro in camera, scopro che Koshino già dorme e che
Miyagi ha appena fatto la doccia. Indugio un bel po’ sotto il getto
dell’acqua tiepida…
Kaede…
La
stanza è buia.
Entro
silenziosamente, mi faccio una doccia, mi preparo per la notte anche se
comincio ad odiare questa maglietta…
Prima
di stendermi sul futon, mi avvicino alla finestra e resto fermo per un
po’ a guardare la luna.
“Non
ti avevo mai visto sorridere”.
La
voce di Sendoh mi fa sobbalzare, ma dopo la prima sorpresa (credevo che
dormisse) non mi scompongo più di tanto.
“Credevi
che non ne fossi capace?” ironizzo.
Nonostante
la fitta penombra, lo vedo tirarsi su a sedere, appoggiarsi al muro.
“Avrei
voluto essere io a farti sorridere”.
“Non
ci saresti riuscito” replico con fermezza.
“Perché?
Che ha lui più di me?”.
Tutto,
vorrei rispondere. Ma il suo tono è serio e non voglio essere maleducato.
Anzi, forse è meglio affrontare l’argomento seriamente per una volta.
Quella definitiva. Per me, che sono stanco di questa cosa, e per lui, che
ha diritto a cercare qualcuno che possa ricambiarlo e renderlo felice e
deve capire che quel qualcuno non posso essere io.
Mi
siedo per terra, vicino alla finestra, perché temo che sarà una
conversazione lunga per i miei gusti, e gli rispondo: “Lui mi fa stare
bene…e io lo amo…”.
“Non
mi hai dato neanche una possibilità- la sua voce è amara- Anche io ti
avrei fatto stare bene: avrei saputo rispettare i tuoi silenzi e capire la
tua indole…non dare retta alle voci che girano su di me…io ho un buon
carattere, avrei saputo darti tranquillità e sicurezza”.
Sta
facendo il suo ultimo tentativo, penso che lo abbia intuito, ma io scuoto
il capo: “E chi ti dice che io voglia questo? Io sono già sicuro, lo
sono di natura, non ho certo bisogno di esserlo grazie a qualcun altro! E
poi sono sicuro anche con Hanamichi…lui mi ama, me lo dimostra…e
quanto alla tranquillità, non mi serve!!!”.
Come
faccio a spiegarlo, io che non so trovare le parole? Come posso volere la
tranquillità, quando vivo immerso in questa meravigliosa altalena di
emozioni? E’ sempre stato così fra me e Hanamichi…conversazioni
degenerate in discussioni degenerate in risse degenerate in abbracci
roventi…Ma come si fa a spiegare l’ardore che dà sapere che dai pugni
all’improvviso passeremo ai baci? Leggere il desiderio nei nostri occhi,
anche quando stiamo litigando, sentire il magnetismo crescere di giorno in
giorno…
“Lui
ti capisce davvero?” mi chiede Sendoh.
“Non
ha mai cercato di cambiarmi” e questo perché ha capito come sono IO;
Hanamichi non ama il silenzio come lo amo io, non apprezza la solitudine
come me, ma non prova mai ad impormi niente: se non voglio vedere i suoi
amici non prova più a trascinarmi, se mi vede seduto in silenzio si siede
vicino a me e mi guarda, senza dire una parola; poi, come se se ci fosse
un meccanismo nascosto, il momento in cui io mi decido a parlare coincide
con quello in cui lui non ne può più di stare zitto e allora ricomincia
il nostro bellissimo incontro-scontro…
Ma
non posso rendere l’idea di queste scariche di adrenalina che mi
attraversano il corpo ogni giorno, non con delle semplici parole.
Bisogna
provarlo per capirlo.
“Sakuragi
ti adora, ma io non ti amerei di meno” prova ad insistere lui.
“Sendoh,
non è solo un problema di quanto amore ci sia, ma da parte di chi: sei un
ottimo giocatore, il mio rivale numero uno e io ti rispetto e avrai pure
un buon carattere, ma se credi che basti questo a fare di te il ragazzo
adatto a me, ti sbagli!!!” lo guardo in viso, nella penombra. Tanto per
cominciare io non voglio qualcuno ‘di buon carattere’, sempre lì
pronto a ricordarmi, anche involontariamente, che io ne ho uno
pessimo…con Hanamichi questo problema decisamente non c’è!!!
“Cosa
ne sai, se non mi dai neanche una possibilità?” Sendoh continua a
parlare pacatamente, gliene do atto.
“Perché
dovrei? Sarebbe solo una brutta copia di quello che ho già con Hanamichi”
sono brusco, lo so, ma volevo esserlo; per la prima volta lo vedo
accigliato e arrivo a sperare che inizi a detestarmi, anche se non è da
lui odiare qualcuno. Ma voglio che si liberi di me, dell’IDEA di
me…Cosa potrebbe offrirmi di più lui? La tranquillità che non voglio,
la sicurezza che già ho…la noia…Ecco, mi sembrerebbe tutto molto
noioso, rispetto alla vita con Hanamichi!!! Condivideremmo il basket,
certo, ma poi? Io in silenzio, lui che rispetta i miei silenzi, lui che
sta zitto quando pesca…Come potrei volere tutto questo?
“Prima
di questa sera non avevo capito quanto tu ti fossi innamorato di lui…”
mormora Sendoh, triste.
Io
guardo il cielo, le stelle: “Lui è vitalità ed energia allo stato
puro…mi sento vivo quando sto con lui, in un modo che prima mi era
capitato solo su un campo da basket…io non rinuncerò mai ad Hanamichi”
Lui
è come il fuoco, che brucia e dà calore e io voglio che arda sempre e
solo per me…
“Grazie
per essere stato così sincero” mi dice Sendoh.
“Figurati…ti
ho detto quello che penso…e neanche tu saresti felice con me, forse lo
pensi adesso, perché mi trovi bello e sono un tuo rivale, ma se stessimo
insieme alla fine non mi sopporteresti” ne sono sicuro.
Lo
sento muoversi, vuole sdraiarsi di nuovo sul futon: “Questo non lo credo
affatto, non adesso che so quanto sia grande la tua capacità di amare, me
l’hai appena dimostrata…Rukawa, ti prometto che non toccherò più
l’argomento. Buonanotte” e poi scende il silenzio.
Non
credo però che stia dormendo.
Non
sono stato gentile, ma è stato meglio così: abbiamo risolto il problema
o, almeno, io l’ho risolto.
Non
voglio sminuire il dolore che probabilmente ha provato alle mie parole, ma
so che alla fine non sarà una tragedia per lui: in fondo, non ha mai
fatto nulla per conquistarmi davvero e questo mi fa piacere, ma non è il
comportamento che mi aspetto da un innamorato; è così serafico che gli
scivola tutto addosso senza turbarlo troppo e questa è una caratteristica
che può lasciarmi indifferente in un semplice conoscente, ma che non
tollererei in un compagno; Hanamichi si infiamma subito, si getta a
capofitto in qualsiasi cosa
faccia…
Io
e lui…gli opposti che si scontrano, ma poi si completano…io e lui…
Raggiungo
il mio futon e mi sdraio.
Sorrido,
ripensando alle parole del mio do’aho: meno quattro notti…
Stasera risparmio
Miyagi dei miei lamenti su quanto mi manchi Kaede, anche perché ho la
sensazione che abbia già pronto un bel bavaglio per me…
Chiudo gli occhi e
cerco di immaginarmelo qui, per sentire di meno la sua mancanza. Non mi
importa che stia a pochi metri di distanza, io sono triste se non è
VICINO a me.
Mi manca la sua pelle
bianca, liscia sotto la mia mano che la percorre, sensibile anche ad un
mio tocco leggero, morbida…il suo corpo è forte e muscoloso, ma anche
morbido e delicato fra le mie braccia…Mi manca il suo odore d’incenso,
il suo sapore fresco sotto la mia bocca, il profumo dei suoi capelli folti
e lucenti che mi inebria e mi stordisce…Mi manca la vicinanza del suo
viso perfetto, angelico, delicato…le sue labbra da baciare
all’improvviso…
Ne ho bisogno con
tutto me stesso.
Una volta avevo detto
che per me Kaede è come una droga, ma ora ho cambiato idea:
significherebbe paragonare il mio amore per lui a qualcosa di negativo e,
invece, non c’è niente di più bello.
Be’, ora devo
cercare di dormire, fra poche ore rivedrò la kitsune del mio cuore!!!
Ti amo, Kaede…
Parte
quarta.- Quarta notte
^_^
Oggi
mi sono svegliato all’alba.
Quando
sono uscito dalla camera, Sendoh dormiva ancora e nel corridoio non
sentivo un solo rumore provenire dalle altre stanze; mi reco alla
palestra, faccio un po’ di esercizi di riscaldamento e poi inizio a
tirare a canestro.
Venti
minuti dopo, la porta della palestra si apre ed entra Minami.
“Buongiorno,
Rukawa” mi saluta.
Hn,
adesso non usa più quella stupida storpiatura del mio nome, è gentile,
sembra molto cambiato rispetto a quando l’ho conosciuto e non solo come
giocatore. “Buongiorno” rispondo, poi torno a dedicarmi ai miei
allenamenti; in fondo, se vuole tirare anche
lui c’è l’altro canestro. E invece…
“One
on one, Rukawa?” mi chiede Minami.
Mi
sorprende, devo ammetterlo.
Annuisco,
perché io non mi tiro mai indietro di fronte ad una sfida, ma non posso
fare a meno di chiedergli il perché.
Minami
è serio mentre mi fissa, poi distoglie gli occhi: “Per il piacere di
giocare a basket…”.
Iniziamo
la sfida; una gara serrata, competitiva, ma corretta. L’attacco di
Minami è travolgente come mi ricordavo, ma nessuno può battermi in uno
scontro one on one e così vinco 20 a 16.
Dopo
che ho segnato il canestro della vittoria, rimaniamo in mezzo al campo,
ansanti, poi lui mi si avvicina.
“Hai
vinto tu. Complimenti”.
“Grazie”.
“Ma
anche io sono cresciuto come giocatore” prosegue Minami.
“Me
ne sono accorto” riconosco senza problemi. Io non sono un tipo che si
dispiace se i suoi avversari diventano più forti, anzi…
“E’
merito tuo” dice Minami in un soffio.
Eh?
Lo
guardo e lo vedo emozionato, con un leggero rossore sul volto. Fa un altro
passo. “Dopo quella partita ho capito molte cose” e allunga una mano
verso il mio viso, le sue dita mi accarezzano vicino all’occhio che
aveva ferito, mi sfiorano la guancia e lo sento rabbrividire.
Io
mi scosto bruscamente, lo fisso con il mio sguardo più gelido. Cosa
diavolo crede di poter fare?!
Lui
sembra dispiaciuto: “Non volevo farti male…ora non potrei più…”.
“Lo
so, ma non mi piace essere toccato” gli dico con freddezza.
“Neanche
da Sakuragi?” mi chiede Minami, in tono serio, senza lo scherno che
spesso accompagna simili domande.
“Da
lui sì” gli rispondo, sostenendo il suo sguardo indagatore, perché
temo di aver capito cosa ci sia dietro il suo comportamento…
“L’ho
capito ieri sera…è stato proprio questo a farmi decidere che potevo
parlarti. Sai, non avrei mai creduto che avrei potuto dirtelo” mormora
lui.
“Hn?”.
Minami
continua a fissarmi, prende un lungo respiro e poi parla tutto d’un
fiato: “Mi piaci, Rukawa. Mi piace tutto di te. Prima, quando ti ho
sfiorato, ho sentito un brivido! Ho passato tanto tempo pensando a te,
alla nostra partita…al fatto che sei fantastico: mi hai insegnato più
tu sul basket in quei quaranta minuti che non i miei allenatori in tutta
la vita…ma mi sembravi sfuggente, irraggiungibile… e poi, ieri sera,
ti ho visto così…così…mi piaci, Rukawa” ripete lui, senza dirmi
come mi vedeva ieri sera, anche se l’ho capito da me.
Il
mio primo pensiero è quasi comico.
Un
altro.
E
ora come glielo dico ad Hanamichi?!
Ma
qui non c’è niente di comico, ci sono solo io che per la seconda volta
devo rifiutare qualcuno.
“Io
sto con Sakuragi” risolutivo, no?
“Lo
so. Te l’ho detto, ti vedo irraggiungibile, ma volevo che lo sapessi”.
“Hn”
non è che io stia meglio, sapendolo…Un attimo di silenzio.
“Perché
mi avevi colpito all’occhio?” chiedo all’improvviso.
“Perché
volevo vincere a tutti i costi” ammette lui.
“Sì,
ma PERCHE’?” lo avevo capito che voleva vincere, io voglio conoscere
il motivo più autentico.
“Vincere
era diventato più importante di qualunque altra cosa, più del basket
stesso: volevamo vincere con la tecnica del ‘run&gun’ per rendere
giustizia alle teorie sportive del nostro vecchio allenatore, il signor
Kitano, che era stato ingiustamente licenziato dal Toyotama, solo
che…avevo perso di vista tutto il resto…e poi, durante quella partita,
mi era tornata in mente una sua domanda… “ti piace il basket?” …mi
piaceva ancora il basket? Mi divertivo giocando a basket? Mi ricordavo
ancora cosa fosse il VERO basket? Le risposte erano amare per me…però
ho capito. Tardi, ma ho capito!”.
“Quando
sei tornato in campo, con il capo bendato, hai giocato in modo diverso”
gli faccio notare.
“E’
stato dopo aver capito”.
“Le
tue motivazioni erano giuste, ma hai usato il metodo sbagliato” gli
dico.
“Lo
so. Quella…è stata la più bella sconfitta della mia vita…”.
Ci
vuole coraggio per ammettere una cosa simile.
“E’
stato merito tuo” aggiunge.
“Se
davvero ho avuto una parte in questo cambiamento, ne sono contento, ma il
merito è prima di tutto del basket” e lo penso davvero.
“Posso
darti un bacio? Per ringraziarti…” azzarda lui.
“No”
ma come gli viene in mente?!
“E
una stretta di mano al MVP per
scusarmi ancora per quell’occhio nero?” Minami mi tende la mano e io
gliela stringo. Lui mi sorride, attardandosi nella stretta.
“Non
c’è più bisogno che ti scusi” gli dico con fermezza. Lui mi sorride
ancora di più. A questo punto, non sappiamo più che dire. Non c’è
altro da dire, in realtà.
E’
ora di colazione, ormai; guardiamo entrambi l’orologio, tacitamente
decidiamo di lasciare la palestra per avviarci alla pensione.
“Ah,
Rukawa?”.
“Hn?”
mi volto.
“Naturalmente,
se le cose dovessero andare male con quella testa rossa, basta una
telefonata!!! Osaka non è poi così lontana!!!” e mi strizza
l’occhio.
Io
torno a guardare davanti, ma dentro di me sorrido, pensando alla faccia
che farà Hanamichi.
“Grazie,
ma non servirà” ribadisco.
“Ho
parlato con Sendoh” dico al mio do’aho, quando rimaniamo da soli al
termine degli allenamenti. Mi bastano queste parole per avere tutta la sua
attenzione.
“Quando?”.
“Ieri
sera, prima di dormire”.
“Già,
scommetto che era in vena di apprezzamenti su di te…” commenta lui,
con un tono un po’ cattivo, ma io non gli bado e proseguo: “Veramente
sembrava triste…”. “Triste?! Il porcospino?! Ma quando mai,
figurati…” sbuffa lui, incredulo.
“Mi
ha detto che prima di ieri sera non aveva capito quanto io sia innamorato
di te” gli spiego, sperando che si dimostri ragionevole.
“Ah!
Quindi avete parlato seriamente!” Hanamichi sembra stupito, ma non
capisco se del fatto che io abbia parlato o che Sendoh sia capace di
affrontare un discorso senza sorridere.
Io
annuisco: “Sì e stavolta ho parlato anche io…stavolta sono stato
chiaro e lui ha capito definitivamente” sottolineo quest’ultima frase,
perché lui la prenda sul serio e capisca il suo significato autentico e,
infatti, sembra farlo; mi si avvicina e mi abbraccia forte, io strofino il
viso nell’incavo della sua spalla.
“Ieri
sera…mi ero innervosito…” borbotta lui, a mezza bocca.
“Lo
so”.
“Non
mi è piaciuto come ti guardavano Sendoh e Minami…sono contento che tu
abbia chiarito la questione una volta per tutte con il porcospino…”
prosegue.
“Hn…ho
parlato anche con Minami” visto che l’ha nominato, non pensiamo più
neanche a lui…
“Quel
calimero killer!!! Sai, lui mi ha detto che gli piaci…” dal tono della
sua voce capisco che il mio do’aho stia facendo un grosso sforzo a
dirmelo, ma facendolo dimostra una volta di più di essere una persona
sincera. E merita altrettanto.
“Lo
ha detto anche a me” gli rivelo io; comunque lo stringo forte
preventivamente, perché non dia in escandescenze (non si sa mai…), ma
lui non si agita troppo…soltanto, diventa tutto rosso e comincia a
fumare nero!!!
“Che
faccia di bronzo!!! Avrei dovuto spennarlo, ecco cosa dovevo fare!!!- ma
poi si trattiene di colpo, mi guarda e parla in tono più triste- Mi
dispiace, Kaede…”.
“E
di cosa?”.
“Di
questa mia gelosia…immagino quanto debba sembrarti irrazionale, ma è più
forte di me, anche se so che tu sei l’ultima persona al mondo con cui
dovrei avere questo comportamento…però vorrei che tu capissi che è per
amore…”.
“Non
lo hai preso a pugni” osservo io, seguendo il filo dei miei pensieri e
non rispondendogli; fino a poche settimane fa, Minami si sarebbe ritrovato
con un trauma cranico.
“Be’,
sai, ho pensato che il tipo
è di Osaka e che poi comunque è solo un calimero qualsiasi e che tu, per
quanto sia uno stupido volpino, non sei poi così stupido da preferire
calimero al mitico tensai…e poi…” si interrompe.
“E
poi?” lo incalzo io.
Lui
sospira: “Non credere, ho avuto l’istinto di prenderlo a pugni, ma poi
ho pensato che tu ci tieni tanto a questo ritiro…”.
Io
annuisco.
Si
è controllato per me. Ti amo, Hanamichi…
“E’
tutto a posto, do’aho” gli dico, incamminandomi verso lo spogliatoio.
“Lo
so! Il tensai non ha rivali! Eheheheheh…a proposito, che ti ha detto di
preciso calimero?”.
“Di
ricordarmi di lui, in caso tra me e te non dovesse andar bene” ora ti
provoco, amore…
“E
tu che gli hai detto?” chiede lui, imbronciato.
“Che
avrei tenuto presente…” rispondo tranquillamente.
“KITSUNEEEE!!!!!-
ma poi mi passa un braccio intorno alle spalle e mi stringe possessivo,
inducendomi a guardarlo in volto; quando lo faccio, mi dice, serio- Io mi
fido di te, Kaede”.
Gli
sorrido lievemente: me lo ha appena dimostrato.
La
cena scorre tranquilla; solo alla fine, mentre alcuni di noi si stanno già
alzando da tavola, noto che Sendoh sta parlando con il coach.
La
cosa un po’ mi incuriosisce, ma me ne scordo non appena il do’aho mi
propone di fare quattro passi all’aria aperta prima del rigido
coprifuoco.
Tra
Miyagi che telefona ad Ayako e noi due che cerchiamo di coccolarci senza
essere disturbati, il tempo passa veloce, forse troppo, ed è già il
momento di tornare nelle rispettive stanze.
La
cosa comincia a pesarmi, ma quando apro la porta vedo Sendoh che sta
finendo di chiudere il suo borsone. Automaticamente ripenso alla sua
conversazione con il coach.
“Che
succede?” chiedo.
“Niente,
cambio di stanza” risponde lui, tranquillo.
“Hn?”
non capisco, lo ammetto. Lui deve cambiare stanza?
Senza
che debba chiederlo, mi spiega: “Ho parlato con il coach, gli ho detto
che volevo stare in stanza con Koshino in questi ultimi giorni, perché
nel Ryonan sono il suo capitano e ora lui ha dei problemi ad
ambientarsi…Ho avuto l’ok! Così Sakuragi potrà venire qui e tu sarai
contento” Sendoh si alza e si mette in spalla il borsone. Non me lo
aspettavo, devo essere sincero.
“Grazie-
gli dico e poi aggiungo, dopo una pausa- E’ la cosa migliore” per me,
ovviamente, ma anche per lui, cui non può che fare male avermi troppo
vicino. Sendoh mi sorride, poi esce dalla stanza; se fossi più espansivo,
salterei di gioia!!! Stanotte dormirò di nuovo con il mio do’aho!!!
E
ora anche la doccia che mi appresto a fare assume un nuovo significato:
devo pensare a come accoglierlo…
Il mio ennesimo
sospiro di frustrazione viene interrotto dal toc-toc che arriva dalla
porta; quando questa si apre, davanti ai miei occhi compare proprio
l’unica persona che non vorrei MAI
più vedere sulla faccia della terra: Akira Sendoh! Con il suo
borsone, a dire il vero…Uh? Che significa? Ma non ho tempo di
chiederglielo, perché scatto subito: “Che diavolo vuoi, porcospino?!”
gli sbraito contro.
“Fai il tuo
bagaglio e vai da Rukawa, Sakuragi! Io starò qui al posto tuo…ho già
parlato con il coach ed è tutto a posto” dice Sendoh, poggiando a terra
la sua sacca a sedendosi a sua volta. Siamo soli, Koshino e Miyagi non
sono ancora rientrati.
Vorrei tanto
credergli, ma io non mi fido di questo tizio; mi porto davanti a lui e
penso che devo avere un’aria davvero minacciosa: “Ehi, non vorrai
farmi credere che mi stai facendo un favore?! Dov’è il trucco?!”.
Sendoh sembra stanco:
“Nessun trucco e comunque hai ragione, non ho voglia di farti alcun
favore…l’ho fatto per Rukawa. E ora sbrigati ad andare da lui…penso
che tu abbia fretta, no?”.
Vabbe’, ma che mi
frega perché l’ha fatto?!
Adesso c’è un solo
pensiero che mi rimbomba nella testa: PASSERO’ LA NOTTE CON KAEDE!!!!!!
Perché diavolo sto
perdendo tempo?!
Alla velocità della
luce riempio la mia sacca delle poche cose che mi sono portato e mi fiondo
verso la porta.
Mi fermo giusto il
tempo di dire al porcospino: “Avverti tu Miyagi, ok?”.
Lui non mi risponde,
mi rivolge uno dei suoi sorrisetti irritanti: “Almeno gli avrò fatto
una buona impressione”.
So di chi sta parlando
e ricomincio a fumare nero…
“Mi sembrava strano
che tu non te ne fossi ancora uscito con la bastardaggine della sera!!! Al
diavolo…” finalmente esco e sbatto la porta e dopo due secondi netti
apro quella della camera di Kaede.
“Kitsu…ne?”
dorme?! No, fatemi capire!!!! Lui sapeva che sarei arrivato, giusto? Non
credo che gli sia sfuggita l’assenza del porcospino. E si è
addormentato?! Getto a terra il mio bagaglio e mi avvicino al suo futon:
Kaede dorme supino, i capelli neri sparsi sul cuscino…mi chino su di lui
per decidere se sia o meno il caso di svegliarlo in malo modo, ma ad un
tratto, con una mossa fulminea, lui apre gli occhi e mi tira giù
afferrandomi per la maglietta e io mi ritrovo abbracciato a lui.
“Kitsune, eri
sveglio!!!” esclamo io, felice.
“Ma certo, do’aho,
che credevi? Ti stavo aspettando…” mormora lui, passandomi le mani fra
i capelli.
“Sì, eh?”
ridacchio io.
“…infatti sono
nudo…” dice lui, in un soffio.
Nudo?! Allora questo
lenzuolo è decisamente superfluo…eheheheheheheheheheh…
Mi chino sul suo viso
e ci baciamo con passione…non c’è niente da fare, la temperatura già
comincia a salire fra di noi…
“Spogliati,
do’aho” mi incita Kaede e io mi alzo e mi spoglio il più velocemente
possibile, fissandolo.
Poi getto lontano
anche quello stupido lenzuolo che lo copre e rimango abbagliato…No, non
solo abbagliato…non so trovare le parole, ma rapidamente mi sdraio su di
lui e il contatto fra i nostri corpi nudi provoca un brivido a entrambi.
Kaede mi preme la nuca, mi guida in un bacio mozzafiato strusciandosi
contro di me e stuzzicandomi, lasciando vagare l’altra sua mano per la
mia pelle.
“Che bel corpo che
hai, do’aho…” sussurra.
Io?! Io avrei un bel
corpo?! Be’, sì, ma allora cosa bisognerebbe dire del suo?
“Davvero?” gli
chiedo, sorridendogli prima di baciarlo sulle labbra.
“Spalle
larghe…schiena muscolosa…mi piaci tanto…” continua Kaede,
accarezzandomi. Non me lo aveva mai detto così!!! Queste parole mi
eccitano ancora di più, le mie labbra scendono a baciargli il collo, a
torturargli il petto e lui sospira: “Fallo, Hana…”.
Non aspetto altro, ma
voglio punzecchiarlo un po’ prima: “Uh? Sicuro?” e interrompo i miei
baci e le mie carezze.
“Che accidenti
dici, do’aho?!” chiede lui, minacciosamente impaziente.
“Mi pareva che tu
non volessi fare l’amore durante il ritiro…” gli ricordo io.
“Ho cambiato
idea!” e per farmelo capire si struscia ancora di più sotto di me, poi
avvicina la bocca al mio orecchio, mi morde il lobo e mi dice: “Voglio
sentirti dentro di me, Hana, e lo voglio adesso…”.
La mia risposta è un
bacio profondo, umido, che dalla sua bocca scende a percorrere il suo
corpo…questo corpo meraviglioso che lui mi offre ogni volta senza
riserve…Mi raddrizzo, spostandomi, e lo accarezzo un po’, ma ora non
resisto più neanche io. Chino il viso su di lui per preparare il suo
corpo a ricevere il mio e lo sento fremere al tocco della mia bocca; Kaede
inizia a gemere in quel suo modo sensualmente eccitante che mi fa perdere
il controllo…Mi sistemo contro di lui e inizio a spingere e mi impongo
di farlo lentamente, perché questa
meravigliosa sensazione duri il più possibile…la sensazione del suo
corpo che si apre a me come un fiore…
Kaede getta la testa
all’indietro, geme ancora più forte, si morde le labbra…i miei
movimenti continuano ad essere delicati, per non fargli male, ma ad un
tratto lui posa le sue mani sui miei fianchi e li attira violentemente a sé…
“Più forte, Hana…spingi
più forte che puoi…” riesce a dire, nonostante il respiro affannato.
E io lo faccio
e mentre lo faccio lo guardo e penso che ora, anche ora, mentre è
sotto di me e io lo sto possedendo, sento la forza che emana il suo
corpo…mi abbandono al mio desiderio di lui e lo penetro sempre più a
fondo, con spinte sempre più vigorose , che lui incoraggia con i suoi
movimenti…
“Io…vorrei…che
non finisse…mai…”gli mormoro, prima di chinarmi su di lui e chiudere
la sua bocca con la mia; soffochiamo reciprocamente le nostre grida con un
bacio…con l’ultimo lampo di lucidità che ci rimane ricordiamo che
stavolta non deve sentirci assolutamente nessuno.
Affondo completamente
dentro di lui e subito sento il suo piacere su di me e mi libero anch'io,
per poi scivolargli addosso…restiamo così, con i respiri affannati…mi
attardo dentro di lui perché so che gli piace e piace anche a me rimanere
racchiuso nel suo tepore, ma alla fine devo scivolargli al
fianco…tenendolo però ancora stretto a me…
Mi
mordo le labbra per non gridare quando sento la bocca calda di Hanamichi
che prepara il mio corpo a ricevere il suo; e poi lui che entra dentro di
me, che spinge in profondità, che mi porta al culmine affondando nel mio
corpo, che mi bacia per soffocare le mie urla di piacere….
E
ora, mentre mi rilasso cercando di far tornare regolare il mio respiro, mi
giro verso di lui, che si è spostato al mio fianco e Hanamichi mi stringe
a sé, guardandomi con espressione appannata dal piacere; io mi rannicchio
contro di lui, sospirando per l’appagamento…ho caldo, mi sento il viso
e il corpo in fiamme e anche lui scotta.
“Mi
sei mancato…” gli dico, stringendolo.
“Eh,
lo so! Ho notato…” ridacchia lui con il suo tono da
io-sono-un-tensai-anche-come-amante!!!!! Gli tiro leggermente i capelli
per fargli capire che sto parlando sul serio.
“Sì,
QUELLO mi è mancato, ma non solo…QUESTO mi è mancato
tantissimo…stare così…” così, abbracciati, con gli occhi chiusi ma
svegli, senza dire una parola…
“Sei
tanto dolce, Kaede” dice Hanamichi, accarezzandomi i capelli.
DOLCE?!
IO?!
Io,
la stupida volpe, la fredda kitsune, il ghiacciolo umano? Ma dai…non
vorrà rovinarmi la reputazione!!!
“Non
è vero” protesto.
“Sì,
invece…sei dolce e non te ne rendi conto, ma non importa: basta che lo
sappia io” e il mio do’aho mi bacia in fronte.
Altro
riposante silenzio, poi il suo sussurro: “Ti adoro, Kaede”.
Io
non dico niente, traccio con un dito delle linee immaginarie sul torace di
Hanamichi e dopo un po’ lui si mette a ridere.
“Grazie!!!”.
Ha
capito che gli stavo scrivendo addosso “anch’io, do’aho”…
Fa
caldo.
Abbiamo
fatto la doccia e aperto la finestra, abbiamo anche definitivamente
accantonato il lenzuolo, ma il risultato non cambia.
“Non
si muove un filo d’aria, kitsune!!”.
“Fa
troppo caldo”.
“E
poi tu sei di nuovo sudato!!!”.
“Guarda
che anche tu sei sudato!!!”.
“Già,
vedi di scansarti, stupida volpe, voglio stare più fresco!!!”.
“Se
tu ti levassi di dosso a me, forse anche io non sentirei così
caldo!!!”.
Ma
intanto ci guardiamo e ci sorridiamo, perché, proprio mentre ci stiamo
dicendo l’un l’altro di scansarci, il nostro abbraccio diventa sempre
più stretto…
Fine (per ora? ^^)
Se ricordo bene,
all’epoca della partita Toyotama – Shohoku, Minami era del terzo anno,
quindi ora dovrebbe fare l’università…però io ho pensato alla
nazionale juniores come alla nostra ‘under 21’, quindi non credo ci
siano problemi se l’ho inserito nella mia fic…volevo dimostrare che
tutti amano Rukawa, anche se lui è solo di Hanamichi!!! ^^
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