Altra HanaRu, ormai li sapete a memoria i miei disclaimers, vero? ^^ un bacione a Ria e a Greta e un pensiero speciale a Calipso e a Mab, sempre contente quando mi diverto a tormentare Akira Sendoh ^^ anche se nessuno lo tormenta bene come Calipso!!! (vedere per credere: se non lo avete ancora fatto, leggete le sue fic)…i personaggi sono di Inoue, tranne il MIO Rukawa, lui può tenersi tutti gli altri…

 


I was waiting for you

di Nausicaa


Parte prima.- Prima notte ^^;;;

Allora…passi che il porcospino sia stato convocato nella nazionale juniores…passi che, non appena ci ha visto, si sia catapultato su Kaede per salutarlo…passi che per tutto il viaggio in treno sia stato seduto di fronte a noi con stampato in faccia un sorriso da fare invidia alla pubblicità di un dentifricio…Ma ora si è decisamente oltrepassato il limite!!! Non è vero…non può essere vero…ditemi che non è verooooo!!! Ci hanno appena diviso nelle varie stanze, alcune da due e altre da tre, e io sono in camera con Miyagi e Koshino… E già qui avrei da ridire, ma insomma…Ma il MIO Kaede è in stanza con Sendoh!!! Con Akira Sendoh, capite?! QUELL’ Akira Sendoh!!!

Impallidisco visibilmente quando lo scopro tra l’altro ritrovandomi in mezzo, tra l’espressione imperturbabile della volpe, che non batte ciglio di fronte a questa tragedia, e quella radiosa del porcospino hentai…Perfino Miyagi si volta di scatto verso di me, temendo che io dia in escandescenze, ma non ho neanche la forza per farlo, giuro…

Mi volto verso il mio volpino, mentre la comitiva si disperde dall’atrio per andare nelle rispettive stanze, e gli chiedo: “Kaede, che cosa possiamo fare?” la voce mi esce a fatica.

Neanche lui è contento della situazione, lo capisco dal suo viso, ma si limita a spostare lo sguardo su di me: “Possiamo solo adattarci”.

“Adattarci?! Col cavolo che mi adatto, voglio parlare con il coach!!!” insisto io, sempre più sull’orlo del panico.

“Cerca di non farti riconoscere subito, do’aho, e datti una calmata!!” è l’ammonimento di Kaede, cui fa eco quello di Ryota: “Ha ragione lui, Hanamichi, le decisioni del coach non si discutono e poi qui non c’è il signor Anzai, che ti permette addirittura di dargli del nonnetto…”.

Io ho uno scatto e afferro Miyagi per la camicia: “Grrr…è facile per te parlare così, visto che non sai un sacco di cose…”.

Qualcuno tossicchia vicino a noi. Mi accorgo che siamo rimasti soli e che accanto a noi sono rimasti Sendoh e Koshino.

“Che diavolo vuoi?” gli ringhio.

“E’ ora di andare a posare il bagaglio nelle stanze; tieni, Sakuragi, eccoti le chiavi della TUA camera…Rukawa, andiamo?” e gli sorride, capite?! Gli sorride!!!!!

“Hn” la kitsune raccoglie il suo borsone e si avvia; quando  mi passa accanto mi bisbiglia: “Ci vediamo fra poco…”.

E’ vero, per fortuna abbiamo solo il tempo per posare i bagagli nelle rispettive stanze e poi dobbiamo subito recarci nella palestra che è qui, al fianco della pensione, sorta proprio per ospitare gli atleti che si servono del vicino impianto sportivo. Ordini del coach.

L’idea che tra pochi minuti rivedrò la mia volpe mi dà sollievo, ma non ho neanche modo di riprendere fiato che mi accorgo di come gli occhi del porcospino siano puntati sul fondoschiena di Kaede, che cammina di fronte a lui!!!!!!

AAAAAAARGH!!!!!!!! Faccio per slanciarmi, ma Miyagi mi strattona un braccio: “Calma, non può succedere niente, devono solo lasciare i borsoni e basta….”. Lo so che ha ragione, ma non posso fare a meno di stringergli il braccio a mia volta: “Lo vedi? Lo vedi?! Che ti dicevo di quell’hentai?!”.

“Non riesco a credere di dover dividere la stanza con un deficiente come te!!!” bofonchia Koshino, che ha assistito a tutta la scena in silenzio.

Ora, già sono nervoso di mio…

Ci mancano solo le frecciate di quel rompiscatole di Koshino…Non siamo mai andati d’accordo, io e lui, fin da quella ormai lontana amichevole e ora ho voglia solo di saltargli alla gola!!!

“Tu vedi di stare zitto, idiota che non sei altro!!! Come se a me facesse piacere avere vicino uno scorbutico come te!!!! Ah, ma perché tutte queste sventure?!” sono davvero furioso, era da molto tempo che non provavo una rabbia simile; stringo nella mano la chiave della mia stanza e mi trascino dietro Ryota, che mi lancia occhiate preoccupate e poi scuote il capo: “Veramente sono io che mi sento sventurato…”.

 

 

In realtà questo ritiro della nazionale juniores non è stato programmato in vista di una partita, né di una amichevole, ma solo per compattare il gruppo, credo; quindi gli allenamenti non sono eccessivamente pesanti.

Per questo pomeriggio abbiamo in programma un po’ di corsa, della ginnastica di riscaldamento e poi una partita titolari-riserve; se vi state chiedendo chi altri ci sia oltre a noi, vi basti conoscere i nomi di Tsuyoshi Minami e Hiroshi Morishige.

Ora stiamo correndo sulla spiaggia, un ottimo esercizio per i muscoli delle gambe che in questo modo devono faticare di più, e io e il mio do’aho siamo fianco a fianco. Il suo volto è scuro come poche volte,così parlo io per primo…

“Non fa piacere neanche a me, Hana…”.

Ma lui sta davvero fumando nero: “Vorrei vedere, stupida volpe!!! Se ti facesse piacere dividere la stanza con il porcospino, ti affogherei!!! C’è giusto il mare qui a fianco…”.

“E’ soltanto per una settimana…” cerco di calmarlo; ma lui sembra arrabbiarsi sempre di più: “Kitsune, forse non ti è chiaro che al re degli hentai basta anche meno tempo per provare a metterti le mani addosso!!! E io non lo sopporto…non sopporto neanche che ti guardi…”.

Mentre corriamo, Hanamichi volge su di me uno sguardo bruciante di passione e di gelosia e io provo ancora a farlo ragionare: “Non farà niente, credimi. Non è uno stupido” gli dico. E lo penso davvero.

“Perché lo sopravvaluti?!” mi ringhia il mio do’aho, con la voce un po’ affannata per la corsa.

“Sei tu che lo sottovaluti” gli faccio notare.

Akira Sendoh avrà i suoi bravi difetti, ma non credo sia tanto cretino da non capire che non gli conviene provare ad allungare le mani su di me…

“CHECCOSA?!” lui ha un grido soffocato, deve sembrargli che io prenda le difese del suo rivale, cosa che tra l’altro Sendoh non è, perché io so già chi voglio…Però capisco Hanamichi e so che, per il suo temperamento, si sta controllando pure troppo, eppure tutta questa situazione comincia a farmi sentire triste.

“Hana, questa è la nazionale juniores…davvero vuoi piantare grane e rischiare di rovinare tutto? Questa tua convocazione è importante per il tuo futuro, per la tua carriera di atleta…non voglio che combini guai per colpa mia, per colpa della tua gelosia…” ma la sua risposta mi sorprende.

“Sai, stupida volpe, forse tu non te ne rendi conto, ma per me tu vieni di gran lunga prima della convocazione!!! Quindi non dirmi come mi devo sentire!!!”.

Hanamichi, sei la prima persona che mi abbia messo al primo posto nella sua vita… non mi ero mai sentito così…

Mi volto verso di lui, lo guardo tranquillamente per fargli capire che non ha nulla da temere e gli chiedo semplicemente: “Do’aho, ti fidi di me?”.

Lui mi fissa, annuisce: “Mi fido di te”.

Gli sorrido, facendolo arrossire, poi non dico altro e continuiamo a correre e so che lui ha capito il perché del mio silenzio. Non credo di dover aggiungere altro, la cosa più importante è stata detta: in fondo, è una questione di fiducia…

 

Finita la cena, si sta avvicinando il momento più traumatico: dopo un po’ di svago ognuno di noi dovrà andare nella sua camera, visto che la sveglia per domani è fissata molto presto.

Hanamichi mi guarda con occhi increduli e sgranati, come se non riuscisse a capacitarsi di quanto stia per avvenire.

“Kitsune, se avessi bisogno d’aiuto grida!!!” mi raccomanda.

“Do’aho, avrai notato che non sono un ragazzo debole e indifeso…basto io a me stesso, in queste circostanze!!!” sono leggermente irritato, il mio do’aho inizia a rasentare la paranoia…

Lui borbotta qualcosa contro il mio individualismo  e contro la mia incapacità di capire la sua appassionata gelosia, ma poi diventa serio: “Sono geloso, Kaede, ma non è solo questo…quanto tempo è passato dall’ultima volta che abbiamo dormito separati?”.

Io sorrido appena, gli sfioro un braccio: “E’ passato tanto tempo, Hana, hai ragione…ma prima o poi doveva capitare! Ci faremo un bel sonno e le ore della notte voleranno subito via, ne sono sicuro…e domani mattina ci sembrerà che sia trascorso un attimo…”.

Lui mi guarda intensamente negli occhi, poi mi abbraccia forte forte: “Lo so che ami la libertà, kitsune, e io amo vederti libero…ciò non toglie che ti vorrei legare a me!!”.

“Sono già legato a te, idiota!” gli sussurro all’orecchio, poi glielo mordicchio. Ci godiamo un ultimo momento da soli prima di sentire la voce forte del coach.

“TUTTI NELLE VOSTRE STANZE!!!!”.

Riusciamo a scambiarci un bacio veloce, poi usciamo dal nostro angolo buio e ci diamo la buonanotte sorridendoci.

Quando chiudo dietro di me la porta della mia stanza, mi ritrovo davanti Sendoh che sta sistemando il suo futon; noto che lo mette un bel po’ distante dal mio…meglio così!!!! Avevo ragione, non è un cretino…

Lui alza la testa e mi guarda: “Chi va prima a farsi la doccia?” chiede con tono velatamente malizioso.

“Vai tu” rispondo e poi non lo guardo neanche più, mi occupo del mio borsone che non ho ancora aperto da stamattina; lui si chiude nel bagno e sento subito il rumore dell’acqua.

Non l’ho fatto andare per primo perché è un senpai, né per gentilezza, ma non avevo voglia di cambiarmi davanti a lui e poi spero che si addormenti mentre sarò io a lavarmi…non mi va proprio di parlare, lui torna sempre su quell’argomento…

Trascorrono alcuni minuti, Sendoh esce dal bagno e ci entro io; mi sembra che stia per dirmi qualcosa, ma io praticamente gli sbatto la porta in faccia!!

Mi rilasso sotto il getto dell’acqua e penso che forse anche il mio Hanamichi in questo momento si sta facendo la doccia, ma mentre mi asciugo ho un pensiero che mi dà ai nervi… COME DIAVOLO DEVO DORMIRE?!

Fa caldo, molto caldo: si suda anche solo restando fermi; se fossi in camera con il mio do’aho non starei qui a farmi questi problemi, dormirei in boxer o più probabilmente nudo…Invece mi tocca mettermi una maglietta!!!! Non mi va di dormire in boxer, non con Sendoh nella stessa stanza: un po’ perché non mi piace quando mi guarda come se stesse per saltarmi addosso, un po’ lo faccio per Hana…Scuoto la testa, mentre penso a lui…

Massì, lo farò per te, amore mio…

Lo so che è nervosissimo per tutta questa situazione, penso che non sopporti l’idea che Sendoh mi veda seminudo, anche se non me lo ha detto. Mah, un tempo non avrei mai pensato ad una simile gentilezza…un tempo…quando Hanamichi non era al mio fianco…un tempo triste e lontano…

Mi infilo la maglietta e torno nella camera, dove scopro che Sendoh ha già spento la luce; arrivo fino al mio futon e sto per sdraiarmi, ma mi accorgo che lui è ancora sveglio, con la schiena appoggiata alla parete. E mi sta fissando.

“Che vuoi?” gli chiedo, un po’ bruscamente.

“Voglio solo tranquillizzarti”.

La stanza è al buio, non vedo la sua faccia in realtà, ma sono sicuro che stia sorridendo.

“Ma io sono tranquillo” affermo, un po’ seccato: con chi crede di avere a che fare?! Sendoh sembra divertito, dal tono della sua voce: “Sai, Sakuragi non fa che darmi dell’hentai e parlar male di me: pensavo che ti avesse convinto delle sue ragioni e volevo che tu sapessi una cosa”.

“Quale?” sentiamo…

La sua voce ora è gentilmente sfrontata: “E’ vero che vorrei tanto baciarti e che, se potessi, ti strapperei i vestiti di dosso e poi farei l’amore con te fino a domattina…”.

CHE DIAVOLO STA DICENDO????!!!!!

“…ma in fondo io sono un tipo all’antica e credo nel sesso consensuale e so che adesso non lo sarebbe. Quindi dormi tranquillo, Rukawa, non aspetterò che tu sia addormentato per saltarti addosso”.

Io rimango in silenzio per un po’, sono stupito dal suo discorso, ma anche divertito…dice che adesso non sarebbe consensuale…ma non lo sarà mai, neanche in futuro!!!! Alzo gli occhi verso il suo volto flemmatico, nascosto dall’ombra: “Lo so che non proverai a fare alcunché, Sendoh!! Non penso che ti piacerebbe allenarti con un braccio ingessato!!” il mio tono è neutro, ma non sto proprio scherzando…

Lui ride, ha capito cosa intendo: “Ok ok, dormiamo adesso!!! Però non ho detto quelle cose solo perché in fondo sono un bravo ragazzo, le ho dette perché non potrei mai offendere il ragazzo che amo”.

Ancora?!

Io mi sdraio sul futon, mi irrigidisco a queste parole: “Non dirlo più, per favore”. Dal fruscio capisco che si sdraia anche lui.

“Il silenzio non farà scomparire questa realtà! Buona notte, Rukawa”.

“Buona notte” non mi va di rispondere, ma dopotutto non sono un maleducato integrale; chiudo gli occhi e mi sento un po’ triste, perché non ho il mio do’aho vicino a me.

Mi piace addormentarmi sentendo le sue braccia che mi stringono o la sua mano che mi accarezza i capelli, con il mio viso sul suo petto e nell’orecchio il battito costante del suo cuore…

Pazienza, questa settimana passerà in fretta, sarà così…

Bene, il sonno si fa già sentire: sono pur sempre Kaede Rukawa, no? Mi chiedo se anche Hanamichi stia già dormendo….zzzzzzzzzz…..

 

 

VOGLIO KAEDEEEEEEEEEE!!!!!!!!

SIGH!!!! Che situazione disgraziata: lui in stanza con quel coso pervertito e io con chi? Con Miyagi e Koshino…

L’orso imbronciato si sta facendo la doccia, dopo essersi lamentato a lungo che gliel’abbiamo lasciata per ultimo, e io sono qui a disperarmi sul mio futon; allungo un braccio, stringo la spalla di Miyagi e lo scuoto: “Ryo-chan, non è giusto!!!- ripeto per la millesima volta- Come accidenti faccio a dormire senza Kaede?!” questo stato di cose mi sta stremando anche fisicamente, ve lo assicuro: va bene che gli allenamenti sono stati pesanti, ma io mi sento come se mi fosse passato sopra un treno… devo dire comunque che Miyagi dà prova di grande pazienza…

“Senti, Hanamichi, non esagerare: in fondo Rukawa è a due stanze da questa, non sulla luna!!!! Che dovrei dire io, allora, che sto da poco tempo con la mia Aya-chan e già mi sono dovuto allontanare da lei per una settimana?”.

Nel dirlo si illumina tutto. Nel nominare Ayako, intendo; quando si sono salutati alla stazione, li ho visti baciarsi e sono stato davvero contento per il mio amico, ha impiegato tre anni per arrivare a questo momento…capisco che si senta molto più solo di me, ma la mia situazione è peggiore della sua…

“Puoi telefonarle con il cellulare” lo consolo.

“E’ vero, ma tu Rukawa lo hai QUI!!! Quindi non mi rompere troppo con questa storia!” protesta lui.

Io  mi metto a sedere e parlo concitato: “Ryo-chan, tu non comprendi: non stavo affatto scherzando, a casa del Gorilla, quando ho parlato male di Sendoh!!”.

“Ah, no?” si stupisce lui.

Ma perché a volte non mi prendono sul serio?!

“No! Sendoh è innamorato di Rukawa, glielo ha pure detto, lo ha detto a me dicendo che prima o poi sarebbe stato suo e, per quanto io mi fidi di Kaede, non mi fido affatto di lui…E ora questo cavolo di coach li mette insieme nella stessa stanza…Come pensi che mi dovrei sentire?” bene, la rabbia mi sta facendo tornare le forze, magari tra un po’ ne avrò recuperate abbastanza per riuscire ad arrivare fino alla loro camera e fare un agguato all’hentai…

“Sei geloso e ti capisco- Miyagi mi distoglie dai miei propositi di vendetta, ma mi compiaccio sentendolo dire che mi capisce! – Però Sendoh non mi pare il tipo da saltare addosso a qualcuno che non voglia e Rukawa non si può certo definire indifeso, tutt’altro…secondo me, puoi dormire sogni tranquilli…”.

Grrrrr…parla facile, lui!

Certo, razionalmente lo so anche io che Ryota ha ragione, ma non posso farci niente, è più forte di me!!! Mi dà fastidio anche solo il fatto che il porcospino possa vederlo dormire, quando il viso di Kaede è rilassato e bellissimo, o che possa guardarlo domattina, quando aprirà gli occhi con uno sguardo ancora velato dal sonno e quasi tenero…piccoli dolci momenti della nostra intimità quotidiana…

Queste sono cose che dovrei vedere solo io, non il mio rivale!!!! Che , per altro, mi era antipatico da morire da prima che io mi innamorassi perdutamente della mia volpe.

“Sì, però…” tento, prima di essere interrotto da una voce antipatica.

“Ehi, silenzio ora voi due!!! Io sono stanco e voglio dormire!!!” osa interrompermi Koshino, sfoderando ancora una volta tutta la sua simpatia. E’ appena uscito dal bagno e ci fissa in cagnesco.

“Che diavolo vuoi? Cerchi guai?!” gli ringhio io; non l’ho mai potuto vedere e sapere che è il miglior amico del bastardo numero uno non contribuisce a rendermelo simpatico…

“Voglio dormire e non sentire le vostre chiacchiere” ripete Mr. Simpatia.

“Vogliamo dormire anche noi, cosa credi? Ma tu impara ad essere gentile!” anche Miyagi sembra risentito per il suo atteggiamento.

“Mpft!” bofonchia lui.

IDEA!!!

“Oi orso polare, se ti diamo tanto fastidio perché non chiedi al coach di andare in stanza con il tuo capitano?” gli propongo, cercando di darmi un tono indifferente e disinteressato.

Ma Koshino mi fa una smorfia: “Ti piacerebbe, vero? Così Rukawa dovrebbe venire qui…Tutto sommato, credo che vi sopporterò: per Akira è troppo importante avere vicino Rukawa anche se solo per qualche giorno perché io gli rompa le scatole…Chissà se stanno dormendo?” si chiede in tono allusivo, guardando me però. Ora gli salto alla gola!!!! Come osa fare simili insinuazioni sul mio ragazzo?!

“Bastardo!!! Sei il degno amico di quell’hentai, ma io strozzo prima te e poi lui!!!” salto su gridando, faccio per slanciarmi contro di lui, ma Ryota è rapido ad afferrarmi: “No, Hanamichi, calmati! Lo hai promesso a Rukawa!”.

A queste parole mi blocco quasi istantaneamente: è vero, la kitsune ci tiene moltissimo a che io mi comporti bene in questo ritiro…e io gliel’ho promesso…Se dovessi dare retta al mio istinto, mi precipiterei nella loro stanza, riempirei di pugni il porcospino e mi riprenderei Kaede, ma gliel’ho promesso…

Ci fissiamo tutti nervosamente per qualche minuto, poi io torno al mio futon e mi rivolgo a Koshino: “Oi orso polare, vedi di non parlarmi più del tuo capitano o ti imbavaglio!”.

“Mpft!” bofonchia lui di nuovo; poi spegne la luce, facendo capire che la discussione si può considerare chiusa e così un qualsiasi tipo di chiacchiera.

Alla fine ci diamo tutti la buona notte, poi cala il silenzio; ma io fatico ad addormentarmi: vorrei poter sfiorare il corpo della mia kitsune, stringerlo dolcemente a me, sentire il suo respiro leggero sulla pelle, guardarlo mentre dorme, nell’unico momento in cui è indifeso…

E, invece, qui ci sono solo Ryota e Koshino che già ronfano alla grande!!!

SIGH….VOGLIO KAEDEEEEEEEEE…

 

 

Parte seconda.- Seconda notte  ;_ ;  

 

 

Il risveglio per me è il momento peggiore della giornata.

Ci metto sempre parecchi minuti per riemergere completamente dal mondo dei sogni; ora avverto la luce al di là delle mie palpebre chiuse e mi muovo appena nel futon…uhm…come mai Hanamichi non mi ha ancora baciato? Mi piace iniziare la giornata con un suo bacio…

Hn…ah, già!

Non sono in stanza con lui, ho dormito così profondamente da dimenticarlo…

Suona la sveglia.

Sarà bene che mi alzi subito, non posso assolutamente indugiare, questo è il ritiro della nazionale juniores, non una scampagnata!!! Mi concedo solo pochi secondi per stiracchiarmi, poi aprirò gli occhi…mm…che fatica…

Uh? Mi sento osservato…

Mi decido ad aprire gli occhi e come prima cosa vedo il volto di Akira Sendoh chino su di me, intento a fissarmi. Mi parte istintivamente un pugno, che lo sfiora appena perché lui è velocissimo a tirarsi indietro, prevedendo la mia reazione.

“Che diavolo stai facendo?!” gli chiedo, brusco.

“Buongiorno, Rukawa- lui sembra non dar peso alla mia faccia accigliata, ride apertamente- Non volevo fare niente di male, ma è non ho resistito: è bello guardarti dormire…ed è anche impressionante, sai? Sembra che non respiri!”.

“Hn” sì, lo so cosa intende.

Il mio respiro rallenta tanto da diventare impercettibile; le prime volte che abbiamo dormito insieme, Hanamichi si era quasi spaventato, mi scuoteva chiedendomi: “Oi kitsune, sei ancora tra noi?”.

“Volevo assicurarmi che tu respirassi” continua Sendoh, e mi sorride.

“Ma che hai da ridere di prima mattina?” sono di nuovo un po’ brusco, ma non posso fare a meno di chiederglielo. Non è possibile, sembra una iena-ridens!!!

“Anche quel do’aho ride spesso, penso che tu lo abbia notato” scherza lui, senza prendersela, alzandosi e sistemando il suo futon. Mi accorgo che è già pettinato e quasi pronto, deve essersi svegliato molto prima di me… ha trascorso tutto questo tempo a guardarmi? Possibile ?! Ma non gli permetto di parlare così del mio ragazzo…

“Ride perché è allegro, non perché creda che basti a risolvere tutto- e a me piace per questo, anzi questa volta voglio davvero difenderlo, così continuo- Comunque, Hanamichi sarà anche un do’aho, ma è il MIO do’aho, quindi non provare più a chiamarlo così!!!”.

Non so perché Sendoh mi guardi più intensamente dopo queste mie parole, ma lo fa, e il suo sorriso diventa strano: è più dolce, ma anche velatamente amaro.

Ma è solo una frazione di secondo, poi torna come prima.

Mi alzo anche io, mi dirigo verso il bagno per farmi una doccia e vestirmi, quando lui mi chiama.

“Ah, Rukawa…”.

“Hn?” la mia mano è già sulla maniglia.

“…comunque, sorridere non farà scomparire tutte le difficoltà della vita, però permette di affrontarle meglio, non credi?” e mi strizza l’occhio in modo confidenziale e amichevole al tempo stesso.

“Hn”.

“Lo prendo per un sì…ci vediamo in palestra, Rukawa” mi saluta.

 

 

Dopo la colazione, vado in palestra; Hanamichi è vicino a me, con il volto stanco di chi ha dormito poco e male.

“Che è successo in camera? Ci ha provato? Ha allungato le mani? Ti ha dato fastidio?” mi chiede ansioso, scrutandomi in viso.

“No. Niente di tutto questo, quindi niente scenate, do’aho”.

“Non sto facendo scenate!” si risente lui, imbronciandosi.

“Ti fidi di me?” gli chiedo di nuovo, con il mio tono più tranquillo, quello che è capace di calmare anche lui.

“Mi fido ciecamente” risponde lui, sorridendomi. Ed è sincero.

“Ok, iniziamo l’allenamento…”.

L’allenamento consiste in due ore di corsa, esercizi di passaggi e prove di tiri (anche da tre); poi dopo il pranzo faremo altro riscaldamento e quindi una partita con la squadra universitaria di questa città.

Hanamichi si decide a concentrarsi e si impegna molto, mettendo a segno buona parte dei suoi tiri da tre; anche Miyagi e Minami danno buona prova di sé, tra l’altro devo dire che Minami ha affinato molto il suo gioco, ora che non commette più azioni al limite del fallo e questo giova molto al suo stile.

Ma chi non sbaglia un passaggio o un canestro siamo io e Sendoh.

E questo vuol dire che lui è ancora il mio rivale numero uno; in effetti penso che sia stata ingiusta la loro sconfitta alle semifinali nazionali: il Ryonan meritava di arrivare al secondo posto. Dopo essere stato sconfitto da noi, ovviamente…

Dopo un paio d’ore, la pausa: riprenderemo alle 15.00; la palestra pian piano si svuota, ma prima che lui se ne vada io mi avvicino a Sendoh.

“Aspetta. Ti sfido: ti va bene uno one-on-one?” gli chiedo, senza tergiversare.

“Ma certo…” lui sembra contento, il suo volto è disteso, ma posso percepire chiaramente la tensione di qualcuno che è qui al mio fianco.

“Oi kitsune, che ti prende? Tu sei il MVP, non devi abbassarti a sfidare questo tizio che è arrivato al terzo posto!!!” dice Hanamichi, con un tono cattivo inusuale per lui.

Ma io devo contraddirlo: “Il Ryonan è arrivato terzo, non lui” non so se ha capito cosa intendo dire, non lo so neanche io, ma so che se fosse arrivato in semifinale Sendoh sarebbe stato uno dei candidati al titolo di MVP.

Mio diretto rivale. Come sempre.

Il mio do’aho mette il muso, inizia a borbottare qualcosa fra i denti mentre si appoggia alla parte della palestra, intenzionato ad assistere alla nostra sfida.

Io mi porto in mezzo al campo, mi rivolgo a Sendoh: “Arriviamo a 20” gli dico e lui annuisce.

 

 

Io la odio questa fissazione di Kaede di considerare il porcospino il suo rivale numero uno!!! Ma, a quanto pare, non c’è verso di levargliela dalla testa neanche ora che è MVP. Comunque, rimarrò qui per controllare che non si verifichino strusciamenti sospetti…

Mi appoggio alla parete, mi incanto a guardare la concentrazione del viso di Kaede, il suo stile, ma dopo un po’ mi accorgo di non essere l’unico rimasto ad assistere: poco distante da me c’è Tsuyoshi Minami, anche lui concentrato e anche lui con gli occhi fissi sulla mia volpe…Finora non gli ho quasi rivolto la parola, ho dei pessimi ricordi su di lui; non è cambiato affatto, stessi capelli corti, stesso atteggiamento…Lui non stacca gli occhi da Kaede e io comincio ad innervosirmi parecchio!!!

“Oi calimero, ti serve qualcosa?” lo apostrofo.

Lui mi guarda di sbieco, poi torna a fissare il campo: “Da te sicuramente no! Voglio solo guardare in pace Rukawa che gioca a basket…”.

COME SI PERMETTE DI PARLARMI COSI’, QUESTO CALIMERO- TEPPISTA?! Ora gli rispondo per le rime!!!

“Ah, sì? Be’ mi sembra strano da parte tua, visto che in passato gli hai anche fatto un occhio nero! Di’ la verità, stai solo aspettando l’occasione per colpirlo di nuovo, vero?” gli chiedo polemicamente.

Guai se qualcuno fa del male alla mia kitsune!!! Rischierebbe lo squartamento…

“Non lo farei  più: quella partita mi ha cambiato come giocatore” ammette Minami.

“La sconfitta brucia, eh?” lo prendo in giro.

“Non è questo. Non mi piaceva il tipo di giocatore che stavo diventando…Rukawa, con il suo comportamento, con il suo voler rimanere in campo, mi ha fatto capire che si può essere competitivi senza essere scorretti…mi ha fatto ricordare ciò che avevo dimenticato: che io giocavo a basket perché mi divertiva farlo…” ha parlato senza guardarmi, ma del resto anche io sto tenendo d’occhio il campo dove Rukawa e Sendoh sono ancora 12 pari.

La mia volpe si smarca con uno scatto, poi fa uno splendido slam dunk, ma il porcospino non demorde.

“Lui è il giocatore che io non sono riuscito ad essere…” Minami lo dice più a se stesso che a me; io mi sento turbato dal suo tono, mi sposto per guardarlo negli occhi e riconosco l’espressione del suo sguardo, perché è anche quella del mio e degli occhi di Sendoh…

Gli piace Kaede!!!

Lo capisco da come lo guarda, da quegli occhi fissi su di lui e così intensi…

Ora sono davvero totalmente, completamente e definitivamente inca**ato!!! Sto per dare in escandescenze contro di lui, non bastava il porcospino, ci mancava solo calimero!!! Sento la mia rabbia che aumenta fino a sfiorare il punto di rottura, ma poi, proprio mentre sto per gridargli contro, lo guardo di nuovo e noto un altro particolare…non è proprio come lo sguardo di Sendoh…ci scorgo anche la gratitudine e l’ammirazione che si riservano ad un idolo irraggiungibile…

“Ti piace Rukawa, vero?” chiedo d’impulso, con un nervosismo un po’ malcelato. Minami si volta di scatto, ora mi sembra molto aggressivo come me lo ricordavo (ma mai quanto il tensai! Eh, fa pure rima… datemi il premio Oscar! O era il Nobel ? ), ma poi si accorge che  non lo sto prendendo in giro e che non gliel’ho chiesto per insultarlo e quindi non reagisce malamente come mi sarei aspettato.

Annuisce, fissandomi quasi con sfida, credendo forse di scandalizzarmi.

“Lui…è fantastico” dice a bassa voce.

Lo so meglio di chiunque altro…

Minami continua: “Ho seguito tutto il campionato nazionale, ho anche assistito alla vostra vittoria nella finale…- tace per un attimo, cercando le parole, poi mi sembra un po’ triste- Rukawa per me rappresenta la persona ideale…lo so che è irraggiungibile…e non è che mi piaccia solo per il suo aspetto, non ho mai fantasticato molto in quel senso, anche se è davvero bellissimo…Credo…credo che tutti abbiano un sogno proibito, no? Il mio è Rukawa” conclude.

Sicuramente pensava di spiazzarmi, perché ora mi pare un po’ sorpreso dalla mia mancanza di imbarazzo e a me non va di fingere, ho ben altro a cui pensare che simulare un atteggiamento scandalizzato…

Qualunque cosa possa dire la mia kitsune (che ora è in vantaggio grazie ad un perfetto tiro da tre), io non sono un do’aho e ora sto RAGIONANDO: dunque…mi pare di capire che non devo preoccuparmi: Minami ha parlato di Kaede come di un sogno proibito, di un ideale irraggiungibile…non ci pensa proprio a farsi avanti! Ha detto anche che il suo sentimento non si basa sull’attrazione fisica…

Perfetto!!!

Del resto, come può il grande tensai abbassarsi ad avere paura di calimero?! Non esiste proprio!!!

Ma sono geloso, questo sì; tra un po’ sarò geloso anche dell’aria che Kaede respira, me ne rendo conto che è un sentimento eccessivo, ma nasce spontaneo nella mia testa e nel mio cuore, perché lui è la più bella cosa del mondo ed è mio e io non posso più fare a meno di lui…

Vi assicuro che, dato il mio temperamento, per me è già tanto doverlo dividere con il basket!!!

Mi accorgo che Minami sta aspettando un mio commento. Ehehehehehe…ora il mitico tensai darà prova di maturità!!!

Non romperò il muso a calimero, così la kitsune sarà contenta di me, anche se forse è meglio che non sappia di questa conversazione…

“Oi calimero, ti consiglio di stare alla larga da Rukawa! Non ti abbiamo ancora perdonato quel colpo sul suo occhio, sai?” borbotto.

Minami risponde a me fissando lui: “Non voglio dargli fastidio. Ma cos’è tutta questa amicizia da parte tua? L’anno scorso non c’era affatto buon sangue fra di voi”. Ecco un altro seccatore…

Io salto su: “L’anno scorso era l’anno scorso e quest’anno è quest’anno” sbotto.

“Che intuito…”.

“Io e Rukawa siamo diventati amici, ma tu impara a farti i fatti tuoi, stupido calimero spennato!!! Il tensai non deve certo rendere conto a te!!!” mi sto incavolando un po’ troppo e me ne rendo conto, quindi cerco di calmarmi, ma con la coda dell’occhio mi accorgo che in campo le mani di Sendoh sfiorano i fianchi di Kaede e allora vado in bestia!!! Ecco, quando c’è quell’hentai fra i piedi uno non si può distrarre un solo dannatissimo secondo!!!! E poi quando finisce questa cavolo di sfida?!

“Oi kitsune!! Quanto ci metti a battere il porcospino, ti sei rammollito?! Lo avevo detto, io, che spettava a me il titolo di MVP!!!” gli grido, alterato.

“Stai zitto, do’aho!!” è la risposta seccata della mia idiotissima volpe, che poi con uno dei suoi formidabili scatti corre verso il canestro…Sendoh non riesce a fermarlo…slam dunk!!!

“20 a 18” esclama Kaede, fiero, guardando il porcospino che si asciuga il sudore.

“Bravo volpino!- il mio è un vero e proprio urlo gioioso- Hahahahahaha….mangia la polvere e impara, Sendoh!!!” rido io.

Ma a dispetto dei suoi aculei il tipo è flemmatico e non si scompone: “Rukawa è il MVP. Non devo certo vergognarmi per aver perso contro di lui” e sorride…

Qualcuno mi può spiegare perché questo tizio sorride anche quando perde??!! Ma chissenefrega, si rendesse pure ridicolo…Io sono troppo impegnato a compiacermi per la vittoria della mia kitsune, che naturalmente sarò io a battere prima o poi!!! Hehehehehehehe…non è che abbia rinunciato all’idea, anche se forse ci metterò più tempo del previsto e lui è l’amore della mia vita…

Alla fine usciamo tutti e quattro dalla palestra; dobbiamo ancora farci la doccia, poi dovremo prepararci per il pranzo e io ho una fame da lupi!!!

Mentre continuo a tenere d’occhio il porcospino e calimero (per fortuna è di Osaka! Va’ fuori dai piedi, cretino!), mi affianco a Kaede.

“A pranzo ti siedi vicino a me?” è buffo, con questa domanda sembra che siamo ancora nella fase dei primi approcci, non che conviviamo.

“Hn” Kaede è stanco, dice solo questo, ma le sue dita mi sfiorano leggere la mano e io gli sorrido, perché so che mi ha detto di sì.

 

 

Il pranzo è stato tranquillo e adesso abbiamo un po’ di libertà fino alle 16.00, quando ricomincerà l’allenamento. Io e il mio do’aho ce ne andiamo già verso la vicina palestra, dopo aver visto la TV nella pensione, perché sappiamo che lì resteremo da soli.

“Ci sarà un fast-food qui vicino, kitsune?” chiede lui, all’improvviso.

“Non lo so. Perché?”.

“Ma a te quelle sembravano porzioni per un pranzo degno di questo nome?” insiste Hanamichi.

“Hn…veramente sì” lo deludo io.

“Be’ non per il tensai! Io sono un uomo pieno di energie e devo nutrirmi più degli altri!” protesta lui.

“Non appesantirti, tra poco ricominceranno gli allenamenti…anzi…Che ne dici di uno scontro one-on-one, do’aho?” lo sfido io e lui subito si dimentica del cibo.

“Ma certo! stupida volpe, ti dimostrerò che io sono l’unico candidato al titolo di capitano della nazionale juniores! Hahahahahaha…” è già esaltato mentre apre la porta della palestra e questo mi rende davvero contento.

Una cosa che mi piace moltissimo di Hanamichi è che non mi fa sconti quando ci impegniamo in uno one-on-one e accetta che io non ne faccia a lui, proprio come quando non  stavamo ancora insieme; e, come allora, lui ce la mette tutta, dà il massimo e anche se non può battermi è migliorato al punto che ora per fare 20 punti contro di lui impiego a volte mezz’ora.

La sua difesa rimane migliore del suo attacco. Alla fine vinco 20 a 14. Forse qualcun altro si deprimerebbe, ma non il mio do’aho, lui vede sempre il lato migliore delle cose.

“Trema, kitsune! Praticamente ti ho quasi raggiunto, mi basterebbero due tiri da tre!” mi sfida lui.

“Se solo tu sapessi farli…” lo provoco io.

“CHECCOSA?!” lui si altera, ma si calma subito quando lo guardo con la coda dell’occhio mentre mi dirigo verso lo spogliatoio; Hanamichi mi segue e mi abbraccia da dietro, dopo che io mi sono sfilato la canotta umida di sudore. Inizia a darmi piccoli baci a fior di pelle, sulla nuca, sul collo, sulle spalle…sento la sua lingua che mi sfiora insieme alle sue labbra e le sue braccia che mi stringono convulsamente.

Io inclino il capo perché lui continui con questa dolce tortura che mi fa impazzire…la sua bocca calda e leggera sulla pelle mi provoca brividi fortissimi e il mio corpo si tende contro il suo…

“Tu non sai quanto ti voglio, Kaede…” mi dici, mormorando nel mio orecchio. Sì che lo so, Hanamichi…mi vuoi quanto io voglio te…basta una tua carezza per farmi venire voglia di perdermi fra le tue braccia, non te ne sei accorto?! Tu continui con i tuoi baci e le tue carezze e io ti incoraggio con i miei sospiri…voglio protrarre questo gioco fino ad arrivare al limite, fino a che potrò solo gridarti di sbattermi contro il muro e di prendermi con tutta la tua forza…Tu continui con il tuo tormento, sospiri, sento la tua eccitazione contro di me…manca così poco..

“Sakuragi e Rukawa, siete già qui?” la voce del coach dalla palestra ci fa sobbalzare.

Maledizione, è già ora?!

Do un’occhiata all’orologio che è alla parete e mi rendo conto che è così…

“Sì, ci stavamo preparando” mento io, avvicinandomi alla soglia dello spogliatoio; vedo il coach annuire compiaciuto per la nostra solerzia…Be’ non è del tutto sbagliato, uno one-on-one l’abbiamo fatto…

Hanamichi, però, è davvero nero.

Il suo volto è scuro e apre nervosamente il getto d’acqua fredda del lavandino per metterci la testa sotto.

“Mai che si possa stare tranquilli! Tutti a noi i peggiori seccatori del mondo…” borbotta, prima di seguirmi per tornare in palestra.

Comunque, gli allenamenti scorrono tranquilli e così la cena; dopo aver mangiato, io, il mio do’aho e Miyagi ci allontaniamo per fare quattro passi nei dintorni dell’albergo e il capitano opportunamente si eclissa poco dopo.

“Ragazzi, io vi saluto: devo telefonare ad Aya-chan!” ci sorride e si allontana, mostrandoci il cellulare.

“Spenderà un patrimonio in telefonate!” scherza Hanamichi.

“Hn”.

Camminiamo in silenzio per un po’, poi io gli chiedo: “Come mai oggi guardavi male Minami?”.

“Te ne sei accorto, kitsune!” lui sembra sorpreso.

“Non mi sfugge niente di quello che fai, do’aho…” io ti controllo sempre, Hana…

“Bah, quel calimero odioso! Non mi fido affatto di lui dopo quello che ti ha fatto l’anno scorso, devo tenerlo d’occhio!! E poi mi sembra un po’ troppo interessato a te…” ma questo lo dice con titubanza, io capisco che non gli va di parlarne e lascio perdere…per ora!!!

“Non è interessato a me e poi non credo che commetterebbe più un simile fallo: l’ho trovato cambiato come giocatore” considero.

“Era aggressivo come giocatore, certe cose non cambiano!” puntualizza Hanamichi; sì, lo so: non si possono colpire a freddo gli avversari se non si ha una lucida aggressività.

“Anche tu sei aggressivo” gli ricordo, sorridendo leggermente.

“Il tensai non è aggressivo: è impetuoso, prego! E tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro, eh kitsune?!” e all’improvviso mi afferra e mi stringe violentemente a sé, premendomi una mano sulla nuca e schiacciandomi le labbra sulle sue. Vuoi il fuoco, Hanamichi? Bene, lo avrai…ricorda che, in natura, ci sono poche cose pericolose quanto il fuoco di un vulcano che riposa sotto la neve del ghiacciaio… Gli prendo il volto fra le mani, gli mordo le labbra, gliele succhio, insinuo la lingua nella sua bocca per accarezzare la sua e sento le sue mani caldissime su di me…

“Kitsune, non provocarmi oltre o potrei strapparti i vestiti di dosso qui, in mezzo alla strada!” ansima Hanamichi.

“Sarebbe un’esperienza anche quella, do’aho…” commento io, rilassandomi contro di lui e assaporando questo momento di dolcezza che contrasta con tutta la passione di poco fa.

Purtroppo si è già fatta l’ora di tornare alla pensione: gli orari sono molto rigidi.

Nel corridoio io e il mio do’aho ci scambiamo un bacio veloce e ci diamo la buonanotte, poi dobbiamo separarci, non senza che lui mi abbia raccomandato di non dare mai le spalle al porcospino…

Scuoto la testa divertito: in questo Hanamichi non cambierà mai…

Non appena entro nella mia stanza, sento il rumore della doccia: Sendoh dev’essere rientrato prima di me; ok, nell’attesa di potermi lavare io accendo il walk-man. La musica mi piace e mi rilassa tantissimo. Mi riposo, seguendo la melodia che riempie la mia mente, raggiungo uno stadio molto vicino al sonno, ma non mi addormento; non so quanto tempo trascorro così, ma ad un certo punto il cd finisce e io mi tolgo le cuffiette dalle orecchie.

Sono ancora un po’ svagato quando giro il capo e scopro che non sono solo nella stanza. Lì per lì, tra la penombra e il sonno, mi confondo e mi chiedo “E questo chi è?” per poi rendermi conto che è Sendoh con i capelli umidi che gli scendono sulla fronte…ieri sera non ci avevo fatto caso, ma è strano vederlo così, sembra un altro!!! Chissà perché si deve pettinare in quel modo invece…

E’ seduto appoggiato alla parete, mi sorride: “Rukawa, volevo solo dirti che poco prima che tu tornassi il coach ha comunicato che domani mattina gli allenamenti inizieranno un’ora prima. Inoltre, io ho finito di usare la doccia, puoi andare quando vuoi…”.

Io mi sollevo a sedere: “Grazie. Potevi chiamarmi…” mi rendo conto che deve aver aspettato di proposito che finisse il cd per non disturbarmi.

Lui fa un gesto con la mano: “Oh, non importa…sembravi così rilassato, anche se concentrato sulla musica. E per me non è un problema aspettare in silenzio, ricorda che mi piace pescare”.

“Hn?” ah, già…io mi addormenterei dopo un secondo…

“Per pescare bisogna stare fermi e in silenzio per ore; a me piace molto, si adatta al mio carattere…Non so, forse per questo capisco il tuo bisogno di avere questi momenti di raccoglimento con te stesso. Ma dimmi: Sakuragi è in grado di capirlo, lui che è così rumoroso?” mi chiede tranquillamente.

Io ho un moto di irritazione a questa domanda, mi stanca tornare sempre sugli stessi argomenti…è ripetitivo…

“Sì, lui mi capisce” gli dico; mi capisce e mi accetta, anche per quello che è molto lontano dal suo modo di essere e di fare. Lo so che ci sono alcune cose di me che gli danno ai nervi, così come alcune cose di lui danno ai nervi a me, ma se andassimo d’amore e d’accordo SEMPRE, senza più quella costante tensione che ci ha accompagnato fin dal nostro primo incontro, saremmo ancora Hanamichi e Kaede? Saremmo ancora NOI?

No.

Sono sicuro di no.

“Lo spero per lui- commenta Sendoh- Spero che si renda conto della fortuna che ha”. 

Io mi chiudo alle spalle la porta del bagno e, dopo essermi spogliato, entro nella doccia. Sono solo e invece vorrei tanto sentire le mani di Hanamichi su di me, vorrei che fosse lui ad insaponarmi e che poi facesse l’amore con me…uhm…meglio aumentare il getto dell’acqua fredda!!!

Il mio corpo si calma, ma la mia mente continua a pensare a lui; ci penso anche quando finalmente mi sdraio sul futon e mi copro con il lenzuolo.

Buonanotte, amore mio…

 

SIIIIIIIIIGHHH!!!!!!

E’ la seconda notte che trascorro così e sto per dar di matto!!! Voi penserete che io sia GIA’ matto…già sento i vostri commenti : “Quante storie, in fondo lo ha visto fino a un’ora fa!!!”.

E’ vero, ma è una sensazione troppo strana averlo così vicino (la sua stanza è a quattro porte dalla mia) e allo stesso tempo distante.

La scorsa notte è stato davvero bruttissimo dormire senza averlo accanto, non riesco a credere che sarà così per tutta la settimana. Approfitto del fatto che ora l’orso polare è sotto la doccia per lamentarmi con Miyagi.

“Ryo-chaaaaaaaan…- piagnucolo- Voglio andare da Kaedeeeeeeeeeeeeee….”. SIIIIIIIGHHH!

“Hanamichi, basta!- sbotta lui, leggermente esasperato- Ti rendi conto che io mi devo accontentare di un cellulare?! Dovrei essere io a piangere sulla tua spalla e non il contrario!”.

Vabbe’, non sono un cretino integrale…

“Sì, sì, lo so…ma era da mesi che non ci capitava di dormire separati, con tutto quello che intendo con ‘dormire’ e…” ma poi metto a fuoco un particolare; sto per dirglielo, quando colgo l’espressione strana di Ryota e mi innervosisco.

“Be’? e ora cosa ti prende?!” cerco di scuoterlo.

Lui sorride: “Niente…però devi capire che per me è strano…sì, insomma, voi due fino a qualche mese fa non perdevate l’occasione per menarvi e ora fate i coniglietti…”.

Io inizio ad avere un’aria sognante: “Oooooh…io e Kaede che facciamo i coniglietti, che bel concetto, come mi piace…” decisamente Ryota ha saputo trovare una bella espressione!!!

Il che, però, mi riporta a quanto stavo per dirgli: “Non offenderti, ma non credo che tu possa capire come mi sento, visto che…cioè non so, ma…insomma tu e Ayako…” arrossisco e balbetto, rendendomi conto che non ce la faccio ad andare avanti con questo discorso, è troppo imbarazzante! Il senso sarebbe che non credo che Ryota e Ayako lo abbiano già fatto visto il pochissimo tempo che stanno insieme, quindi non so quanto lui possa capire i tormenti di due amanti separati…

Ryota arrossisce anche lui, dobbiamo essere davvero buffi tutti e due, però non mi manda a quel paese per la mia indelicata allusione, ormai tra noi c’è un clima cameratesco: “Hai ragione, probabilmente non posso comprenderti del tutto, ma posso intuire, non credi?”.

“Dimmi, Ryo-chan, tu sei contento come pensavi che saresti stato?” chiedo, un po’ titubante. Mi rendo conto che non c’entra assolutamente niente con quello di cui stavamo parlando, ma era da un po’ che volevo chiederglielo.

“Oh, molto di più- Ryota sorride- Lo sai, ci ho impiegato quasi tre anni per conquistarla, per farle capire che sono io l’uomo giusto per lei…in tutto quel tempo mi è capitato anche di deprimermi, ma continuavo ad amarla e non smettevo di pensare a lei e alla fine l’ho visto come un segno a non cedere…- poi mi fissa negli occhi- E tu? Sei contento come sognavi? Ti ricordi quella sera a parlare sulle altalene? Chi lo avrebbe detto che ti saresti innamorato di Rukawa…”.

Io mi sdraio sulla schiena, fissando il soffitto: “Non avevo idea che si potesse amare tanto qualcuno e provare una tale felicità, quindi sono molto più felice di quanto potessi sognare”.

C’è un attimo di silenzio, poi parlo di nuovo io.

“Ryota?”.

“Sì?”.

“Mi inviterete al vostro matrimonio, tu e Ayako?”.

“Sì, inviteremo sia te che Rukawa”.

“Guarda che sto parlando sul serio!”.

“Anche io sto parlando sul serio…”.

Che bello!!! E’ davvero…

“Silenzio, ora!!! Avete chiacchierato abbastanza mi pare!!!” l’orso polare è tornato in stanza.

HIROAKI KOSHINO, QUANTO NON TI SOPPORTO!!!

Vabbè, niente discussioni questa sera…Ci diamo la buonanotte, con lui più per educazione che per altro (magari si soffoca col cuscino!!!) e io comincio a pensare a me e a Kaede, separati da un ingiusto destino…

Qualche volta guardo anch’io i canali americani con la volpe, ormai capisco abbastanza l’inglese da poter seguire telefilm o film…qualche volta seguo anche i talk-show e durante quei dibattiti sento parlare di cose strane, tipo ‘crisi della coppia’ e ‘calo del desiderio’…

Credo si sia capito che noi non ne siamo toccati! Tantomeno dal calo del desiderio!!! A parte il fatto che io sono il tensai, ma ormai conoscete la kitsune, no? Vi pare che si possa avere un calo del desiderio vivendo con lui?! Vi faccio un esempio: la settimana scorsa me ne stavo in cucina a mangiare pane e burro di arachidi (lo so, lo so…sembra una merenda uscita da un telefilm americano! Indovinate di chi è la colpa?) che mi piace molto e lui, dopo avermi fissato per un po’, mi ha chiesto: “Do’aho, non ti stanchi mai di mangiare il burro di arachidi sempre nello stesso modo?”.

La mia risposta è stata un modello di ingenuità: “Su cosa dovrei spalmarlo, scusa?”. “Su di me” la voce sexy di Kaede mi ha provocato un brivido alla schiena…il suo suggerimento è stato da me accolto e sperimentato con molto entusiasmo e potete immaginare come sia trascorso quel pomeriggio…

Ma non è solo questo, sarebbe riduttivo: io con Kaede mi DIVERTO.

E non mi riferisco solo al sesso o ai momenti scherzosi…

Forse sembra strano detto di una persona come lui, che è così chiuso e serio e taciturno, ma con lui non mi sono mai annoiato: mi diverto quando parliamo, quando discutiamo, mi diverto e lo amo per questa voglia che ho spesso di strozzarlo e baciarlo nello stesso momento…

E ora lo vorrei tanto qui, vicino a me, per abbracciarlo e spogliarlo lentamente e farlo mio…

Sospiro.

Dunque, vediamo: questa è la seconda notte senza di lui…ancora altre cinque…

SIIIIIIIIIIIGHHHHHHH!!!!!!!

 

Parte terza.- Terza notte   ^;;^ 

 

Gli allenamenti pomeridiani sono appena finiti e io e Kaede siamo riusciti a rimanere da soli nello spogliatoio. Siamo soli…quasi non ci posso credere!!!

Io sono in accappatoio, appena uscito dalla doccia, e lui è in boxer; mi avvicino e lo abbraccio da dietro prima che si rivesta; inizio a baciargli il collo, le spalle…lo so che ti piace, kitsune…non appena le mie labbra si posano sulla tua pelle fresca ti sento mugolare come un gattino…e sento il tuo corpo che chiama il mio…

Continuo a baciarti, piccoli tocchi che fanno fremere la tua pelle, e le mie mani cominciano a tirarti giù i boxer…Poi la tua voce roca e divertita.

“Do’aho, lo sai che una delle regole dei ritiri sportivi è niente sesso?”.

“Ah, sì? Forse il tizio che l’ha stabilito non aveva nessuno con cui farlo e voleva ridurre tutti alla sua stessa condizione disgraziata!!” le mie mani sono arrivate al tuo fondoschiena, kitsune, non penserai davvero di interrompermi ora?!

“Il mitico tensai non sa comportarsi da vero sportivo?” mi provoca lui, divincolandosi e facendo un passo in avanti.

Ok ok ho capito…

“Sei crudele, kitsune!” protesto io, come se non lo sapessi che quando si tratta di basket la stupida volpe riesce a mettere anche il sesso in secondo piano!!!

 Lui torna vicino a me, si protende e mi morde le labbra: “Non ti preoccupare, Hana…quando torneremo a casa, vorrò farlo così tante volte che ti porterò allo sfinimento…” mi soffia queste parole quasi nella bocca  e io ho un brivido.

“E’ impossibile sfinire il tensai, dovresti saperlo!” proclamo a testa alta.

In effetti…non per vantarmi, ma…

Lui mi sorride, poi fa per iniziare a rivestirsi, ma io ho delle domande che vorrei fargli da stamattina e adesso che siamo soli è il momento migliore.

“Come si comporta con te il porcospino?” chiedo, cercando si darmi un tono indifferente. Ok, mi sono comportato bene e non gli ho ancora fatto cadere tutti i denti, ma io DEVO stare tranquillo.

“Bene, direi”.

“Non ha mai provato ad allungare le mani?” insisto io.

“Ancora no”.

Ancora no? ANCORA NO?!

Mi slancio su Kaede, lo afferro per le spalle e lo scuoto: “Come sarebbe, ‘ancora no’?! Pensi che stia per farlo? Ti ha dato quest’idea? Vuoi che venga personalmente da voi per legarlo?!” sono nel panico, devo ammetterlo. Maledetto bastardo, mi sta togliendo dieci anni di vita!!!

La stupida volpe, forse irritata dalla mia morsa, mi spinge via: “Lasciami, do’aho! Non ho bisogno d’aiuto, me la cavo benissimo da solo!!! E poi, al limite, Sendoh mi salterebbe addosso…” e socchiude gli occhi, fissandomi malizioso.

‘Al limite’?

Stai scherzando, lo so, ma a questo punto una testata non te la toglie nessuno, volpe del mio cuore…una testata piccola piccola, appena un colpetto!!! Ecco fatto! A dire il vero è stato come appoggiare la fronte alla tua, solo con più forza.

“E questo cos’era?” mi chiedi, accigliato.

“Giusto per ricordarti che devi stare attento a non dare la più piccola confidenza al quel maniaco che se ne approfitterebbe subito: non voglio preoccuparmi” spiego io. Kaede mi sorride e mi accarezza una guancia.

Io sospiro: “Certo che ha una gran testa dura, il porcospino!!! Invece di intestardirsi così, farebbe bene a guardarsi intorno…ci sarà pure qualcuno con cui potrebbe voler trascorrere più di una notte!!! Prendi uno come Koshino…non ha un gran carattere e me ne accorgo sempre di più ora che divido la stanza con lui, ma in fondo sono amici da tanto tempo e poi è un bel ragazzo…”.

 

Bel ragazzo.

Il MIO Hanamichi ha appena detto che Hiroaki Koshino è un bel ragazzo?! Cioè…per dirlo deve averlo guardato…

Sta ancora parlando, ma io non ascolto più le sue parole, sono furibondo!!! Istintivamente mi parte un pugno che lo zittisce.

E se ora prova a lamentarsi gliene arriverà pure un altro!!!

Hanamichi si tocca la guancia arrossata e mi fissa attonito e un po’ stordito: “Oi kitsune, ma sei completamente scemo?!” esclama.

“Così impari!” maledizione, tu devi guardare solo me, do’aho!!! Non potete immaginare quanto fastidio mi abbia dato la sua affermazione…Se qualcuno me lo avesse detto non ci avrei creduto, ma in questo momento sono gelosissimo per quello che ha detto e mi manda in bestia pensare che divide la stanza con quello e che quindi deve averlo guardato e inconsciamente aver espresso questo giudizio positivo sul suo aspetto e io non lo sopporto!!!

Non sono pazzo, lo so che Hanamichi non sopporta Koshino, ma quello che mi fa davvero infuriare è che lui abbia potuto pensare di qualcuno che ‘è bello’…

“Ma che ho fatto?” mi chiede, spaesato, preoccupato per la mia espressione furente. “E’ per quello che hai detto” mi sento le guance in fiamme…

“E che ho detto mai? Che Sendoh potrebbe anche sforzarsi di guardare un bel ragazzo come Koshino…” ripete lui.

DI NUOVO??!!

Faccio per colpirlo una seconda volta, ma lui mi blocca afferrandomi il polso; lascio partire il mio sinistro, ma lui lo ferma allo stesso modo e allora fra noi due inizia una prova di forza: irrigidiamo i muscoli delle braccia, lui per tenermi fermo e io per riuscire a colpirlo.

Intanto il mio do’aho mi fissa negli occhi, ha come un lampo e…

“ARGH!!!! Sei geloso di Sendoh!!! Ma io ti ammazzo, kitsune!!!”.

…e non ha capito niente!!!

“Idiota imbecille, io sono geloso di TE!!!!- gli sibilo, trattenendo a stento la rabbia- Prova a ridire che Koshino o chiunque altro è un bel ragazzo e gli artigli di una volpe sembreranno poca cosa al confronto di quello che ti farò io!!!”.

I suoi occhi nocciola sono sempre più sgranati: “Tu sei geloso di Koshino?!”.

“Lo sono di chiunque!” gli dico.

 E mi pesa dirglielo, non mi piace mostrare questa mia vulnerabilità di aver bisogno di lui, ma ora non riesco a controllarmi.

“Sei geloso di me?” chiede lui e sul suo volto compare un bellissimo sorriso. Lo vedo felice e la mia rabbia sfuma e sono contento che lui sia felice grazie a me; rilascio i muscoli delle braccia e lui allenta la sua presa sui miei polsi. Perché ti meravigli, Hanamichi? Io voglio i tuoi occhi solo su di me…sempre, in ogni momento…Il mio do’aho mi lascia andare e io lo stringo forte a me.

“Mio…” sussurro.

Riesco quasi a vedere il suo sorriso sempre più aperto a queste mie parole, mentre mi abbraccia possessivamente.

“Sei proprio una stupida volpe!!! Come puoi pensare che io consideri Koshino o chiunque altro più bello di te?! Però sono anche tanto contento…”.

“Hn?”.

“Che tu sia geloso di me…- la sua stretta diventa bruciante-…perché io lo sono di te da impazzire… Kaede?”.

“Hn?”.

“Davvero, Kaede, io ti penso sempre, ti cerco sempre…e ti voglio sempre…” il sussurro roco del mio do’aho mi eccita, ma ad essere sinceri in questi giorni basta che lui mi sfiori per eccitarmi…dev’essere questo stare insieme ma separati allo stesso tempo a far crescere così la tensione erotica fra di noi.

“Mio…” ripeto, guardandolo fisso negli occhi; poggio le mie mani sulle sue spalle e lo spingo contro il muro, baciandolo fino a togliergli il respiro; quando ci separiamo, io abbraccio Hanamichi e lo trascino giù a terra con me.

“Oi kitsune…” mormora lui.

“Sssshh…” stai zitto, do’aho, e ricorda sempre a chi appartieni…

Mentre penso questo gli apro l’accappatoio e inizio ad accarezzarlo.

“Kaede…”.

“Sssshh…” poi chino il viso su di lui.

So come ti piace, Hanamichi, e io voglio che ti piaccia tanto e del resto piace anche a me…Non ho affatto fretta, sento i tuoi gemiti, le tue dita che mi accarezzano la nuca, il tuo incitamento a continuare, il tuo assecondare i movimenti della mia bocca su di te…e poi sento il tuo piacere e il sapore del tuo piacere quando vieni…

Rimani sdraiato a terra, tutto rosso in viso, e mi guardi emozionato mentre mi passo la lingua sulle labbra con fare allusivo…

“Bene, kitsune: ora davvero ti strapperò quei boxer di dosso!!!”.

Ma proprio quando lui sta per toccarmi, sentiamo un rumore di passi vicino alla porta dello spogliatoio; Hana fa appena in tempo a chiudersi di nuovo l’accappatoio che entra Akira Sendoh.

I suoi occhi si dilatano leggermente nel guardarci.

Certo: tutti e due a terra, io in boxer, lui con un accappatoio malmesso ed entrambi rossi in viso…non credo gli ci voglia molto a capire di averci interrotti!!!

“Disturbo?” chiede con un sorriso un po’ sfrontato.

“Sì!” io e Hana lo diciamo in coro, pur senza averlo programmato.

Ma lui non sembra toccato da questo: “Ehi, non è colpa mia: visto che non eravate ancora alla pensione, il coach mi ha mandato ad avvisarvi che questa sarà una serata di libertà…”.

“EVVAIIIIII!” Hanamichi scatta in piedi entusiasta, con un gran sorriso. Mi alzo anche io. 

“…ma che dovremo trascorrerla andando a cena fuori tutti insieme. Sapete, per familiarizzare…” conclude Sendoh.

Oh, cavolo!!!

“CHECCOSA?! FAMILIARIZZARE?! Ma familiarizzare di che? Se la metà di noi si conosce pure troppo bene per i miei gusti!!! E poi che serata di libertà è, se dobbiamo fare quello che dice lui?!” con la consueta rapidità Hanamichi passa dal buonumore all’incavolatura più nera.

Sendoh alza le spalle: “Glielo spieghi tu al coach?” come a dire che non c’è niente da fare.

Io sapevo che avremmo avuto una serata di libertà, era stato così anche allo scorso ritiro, ma pensavo che saremmo stati io e il mio do’aho da soli, per questo avevo…

Accidenti, non ci voleva!!!

“Grrr… maledizione…- impreca Hanamichi- E’ tutta colpa tua, porcospino!”.

“Non l’ho deciso io, sai? Io ve l’ho solo comunicato” nel dirlo Sendoh mi fissa e io mi ricordo di essere in boxer davanti a lui e lo realizza anche Hanamichi che subito si mette di fronte a me per cercare di nascondermi alla sua vista.

“NON LO DEVI GUARDAREEEEEE!!!!” gli grida. Sei buffo, amore mio…

Ma ora intervengo io: “Grazie per averci avvertito, ora puoi andare e, per favore, cambiati prima tu in camera” dico con il mio tono più gelido.

“Come vuoi, Rukawa” Sendoh sorride e si gira, andandosene.

E’ molto accondiscendente con me, credo lo faccia apposta per farmi capire che non mi contrarierebbe mai, ma non capisce che a me invece piace il contrasto…

 Ci sono delle volte, quando questioniamo, in cui Hanamichi non si schioda dalle sue idee per quanto cretine possano essere e io vorrei prenderlo a calci, ma allo stesso tempo lo adoro e sento il sangue scorrere veloce nelle mie vene…

Il rumore della porta che si chiude mi fa capire che io e il mio do’aho siamo di nuovo soli; lo guardo: sta fumando nero.

“Non sopporto che stia in stanza con te e che ti possa guardare mentre dormi!” ringhia fra i denti.

Io non mi scompongo, scuoto il capo: “Non ha un granché da vedere…anche se fa caldo, sto dormendo con una maglietta e coperto dal lenzuolo” gli spiego.

Lui rimane a bocca aperta: “Eh? Perché?”.

Certo che, a volte, sei proprio ingenuo, amore mio…

“Per te” gli dico e non aggiungo altro.

Ma non ne ho bisogno, lui comprende e mi abbraccia stretto.

Poi si tira un po’ indietro per guardarmi negli occhi.

“Kitsune, scusa, perché già che ci sei non dormi con i jeans?!”.

“Dormici tu!!!” replico io, allontanandomi da lui e iniziando a infilarmi una maglietta. 

 

 

Sono in ritardo!!!

Accidenti, Miyagi e l’orso polare sono già scesi  e saranno nell’atrio!!! Rapidamente, mi infilo la camicia bianca che mi ha regalato il mio Kaede e i miei soliti jeans…ok, ora devo cercare di pettinarmi; mentre lo faccio mi viene in  mente che il mio volpino ha fatto una faccia strana quando gli ho chiesto se si fosse portato anche qualcosa che non fosse una tuta o comunque un capo di abbigliamento super-sportivo…mm…non ci crederete, ma a volte il volpino è incredibilmente contraddittorio quando si tratta di abiti: ha tantissime tute e calzoncini e magliette e canotte, con il blu e l’azzurro come colori dominanti; poi ha alcuni abiti normali, di taglio classico, che ne so…jeans chiari e scuri, camice, maglie leggere e pesanti…però ha anche alcuni capi che non direste mai possano interessare a uno come lui.

Credo che l’ispirazione gliela abbiano data i canali americani, che lui segue spesso… Bah, scommetto che questa sera lui verrà a cena in tuta!! Sì, probabilmente non si è portato altro, ecco il perché di quell’espressione strana…

Sono pronto, finalmente!!!

Esco dalla mia stanza e chiudo la porta e quando mi giro mi trovo davanti Minami che fissa trasognato il corridoio; ma che ha?! E’ a bocca aperta, completamente rapito…sto per seguire il suo sguardo quando alzo gli occhi e mi accorgo che, poco distante da lui, il porcospino ha la stessa espressione e fissa verso la stessa parte.

Ho un terribile presentimento…

Volto lentamente la testa e guardo nella stessa direzione…e mi prende un colpo!!!

Kaede…

Il primo pensiero che il mio cervello riesce a formulare è “Non potrò perderlo di vista neanche per un secondo!!” e me lo ripeto due o tre volte, mentre lo vedo camminare verso di me col suo passo felino, dopo aver chiuso la porta della sua stanza.

Non indossa una tuta, ma jeans scuri, una maglietta blu che lo avvolge morbidamente e una camicia grigio-perla lasciata aperta…detto così sembra che vada tutto bene e invece no!!!!! Perché la maglietta è corta…troppo per la mia tranquillità…e i jeans sono a vita bassa…e il colore scuro degli indumenti non fa che mettere in risalto il candore della pelle di luna del mio volpacchiotto e lo sguardo viene inevitabilmente attirato da quel lembo di pelle scoperta che lascia intravedere anche l’ombelico…

COSA DIAVOLO GLI E’ VENUTO IN MENTE??!!

Certo, ecco cosa stanno guardando questi due, che non riescono a togliergli gli occhi di dosso!!! Gli vado incontro, sono arrabbiato e allo stesso tempo eccitato, perché Kaede già solo indossando una tuta è la creatura più sensuale della terra, ma ora, vestito così, è di un super sexy pauroso…

“Kitsune , ti ha dato di volta il cervello? Non dobbiamo andare in discoteca…Vai subito a cambiarti, te lo chiedo per favore!!” gli dico, sforzandomi di parlare a voce non troppo alta…non voglio che altre persone lo vedano così desiderabile, tantomeno Sendoh e Minami, che ora stanno letteralmente sbavando senza tanti complimenti!!! Anche lui mi parla a bassa voce, per non farsi sentire da quegli altri due, ma non credo ci sia pericolo!!! I due hentai sono tanto impegnati a spogliarlo con gli occhi che non gliene frega niente dei nostri discorsi!!!!

“Non posso cambiarmi, ho portato solo questi abiti”.

“Mi spieghi perché?!” chiedo, sempre più nervoso.

“Sapevo che avremmo avuto una serata di libertà, ma pensavo che l’avremmo trascorsa da soli, io e te…per questo avevo portato solo questi affari…” mi spiega Kaede.

Mi viene da sorridere, anche se sono arrabbiato: mi piace troppo il pensiero che Kaede volesse essere sexy per me, come se non sapesse che io sono già ai suoi piedi e che so già che lui è un volpino passionale…

“…pazienza!” conclude lui.

PAZIENZA?!

“Pazienza un corno!!!- sbotto io- Non potrò perderti di vista neanche un attimo, te ne rendi conto?!” sono agitatissimo, inutile negarlo…

Ma lui alza le spalle: “Non esagerare, do’aho, non staranno certo tutti a guardare me!”.

 “Ah, no?” ironizzo io. Ma davvero non se ne accorge fino a questo punto???

“Scendiamo ora, siamo in ritardo” e Kaede si avvia verso la scala.

Se per me non fosse tanto irritante, sarebbe davvero da manuale cinematografico la scena di Minami e Sendoh che voltano contemporaneamente e sincronicamente la testa, con sguardo trasognato, per seguire lui che passa al loro fianco e poi inizia a scendere le scale…

Grrrr…magari, però, se metto loro le dita negli occhi la smettono!!!

Torno da loro a grandi passi, cercando di controllarmi, ricordandomi che calimero non sa ancora niente di noi : “Oi voi due! Cercate di darvi un contegno, sembrate due maniaci!!!”.

Mi fermo al fianco del pennuto, che deglutisce e sembra riscuotersi: “Ti dirò…- mi dice- …i miei pensieri su Rukawa cominciano ad essere molto meno platonici…”.

ODDIO, NO!!!!!!!

Sì, vabbè, ma il tizio è di Osaka…e poi stasera starò io vicino a Kaede…stai calmo, Hanamichi, è tutto sotto controllo!!! Respira e stai calmo…

Sto calmo, ma casualmente prima di scendere le scale mi parte un calcio contro la gamba del porcospino, ancora fermo con il suo sorriso ebete; gli lancio un’ultima occhiata malevola e scendo anch’io le scale, affrettandomi per raggiungere la kitsune che ormai è nell’atrio; mi viene incontro Ryota, con una faccia strana mentre fissa la volpe.

“Hanamichi, ma Rukawa…”.

“No, eh?! Tu hai Ayako a cui pensare, non venirmi a dire che stai cambiando tendenze perché io ti polverizzo!!!!” scatto subito. Ormai ho i nervi a fior di pelle…

Ryota ride: “Ma che diavolo vai pensando?! Io voglio solo Aya-chan, appunto…Però non credevo che Rukawa sapesse essere così diverso da come si mostra di solito”.

“Sì, be’…” ma lui non si mostra: lui E’ come appare di solito, soltanto che E’ anche come appare adesso…Ma non finisco neanche di rispondergli, noto che la mia volpe sexy mi sta fissando e mi fa cenno di avvicinarmi e per me non conta più niente…

Salto su per la minima provocazione, lo so; ora sono allarmato e geloso, so anche questo; ma sono anche felice, perché Kaede guarda SOLO ME e voleva essere ancora più bello solo per me e lui è mio e io sono suo e penso che la gelosia in fondo sia un piccolo prezzo da pagare  per la fortuna di avere lui…

La fiera kitsune. L’orgoglioso Kaede Rukawa.

E ora leggo l’amore nei suoi occhi e non mi importa più di niente, né di Sendoh né di Minami, mentre con gli altri ci incamminiamo verso il locale scelto, chiacchierando in mezzo alla gente come se fossimo soli…

 

 

Qua dentro fa talmente caldo che mi tolgo la camicia, restando con la maglietta. Questo locale è tipo pub; noi titolari ci sediamo ad un tavolo, mentre le riserve siedono ad un altro, il che per fortuna mi evita di vedere Koshino…

Hanamichi prende posto vicino a me, di fronte abbiamo Minami e Sendoh, mentre Miyagi si siede a capotavola. Credo che sia un po’ a disagio, il nostro capitano, trovandosi in un tavolo dove gli occhi delle altre tre persone sono puntati su di me. E  questo crea disagio anche a me, veramente: agli sguardi di Sendoh sono quasi abituato, ormai, invece non capisco il perché Minami mi fissi…mm…forse posso intuirlo: il freddo, serio e distaccato Kaede Rukawa che si veste come se dovesse andare in discoteca!!! E’ inusuale da parte mia, lo so, ma volevo vedere quella luce negli occhi di Hanamichi, quella luce che mi dice che mi vuole e mi desidera con tutto se stesso…e poi, ogni tanto, piace anche a me essere imprevedibile e stupirlo!!! Mi dispiace soltanto di non poter stare da solo con lui e so che per il do’aho è lo stesso, ma devo dire che , contro ogni mio freno caratteriale, si sta creando un’atmosfera strana fra di noi.

Beviamo e mangiamo, questo sì, ma io e il mio do’aho riusciamo a ritagliarci dei momenti in cui ci isoliamo: ci guardiamo, ci parliamo sottovoce, ci punzecchiamo… “Hai capito perché quei due si sono seduti là? Per avere una migliore visuale su di te!!!!” mi dice lui, bisbigliando. 

“Ma figurati…” ossia, riguardo a Sendoh probabilmente ha ragione…

“Non puoi provare ad allungare la maglietta?”.

“Secondo te sono in grado di creare dal nulla la stoffa che manca?” lo prendo in giro io.

E poi, so che gli piace questa maglietta…Hanamichi non riesce a tenere lontano le mani da me e mi sfiora discretamente la pelle lasciata a nudo dagli indumenti, poi si ricorda che non siamo soli, ritrae la mano e arrossisce…

Sono davvero fiero di lui: ormai conosco bene quale sia la portata della sua gelosia, ma sta facendo di tutto per controllarsi, lo sta facendo per me, riuscendoci tra l’altro!!!

Quando usciamo dal nostro momentaneo isolamento, noto il volto un po’ tirato di Sendoh, che però mantiene il suo sorriso, e quello stupito di Minami; a volte fissa Hanamichi, a volte me…Credo che abbia capito cosa ci sia tra noi, ma a questo punto non mi interessa più. Se vuole scandalizzarsi, libero di farlo…

Anche se, a dire il vero, non sembra scandalizzato.

E’ Miyagi a tenere in piedi la conversazione: chiede a Minami di Kishimoto, a Sendoh di Uozumi e dà a sua volta notizie di Akagi e Mitsui; io avverto un che di forzato in tutto questo e vorrei allontanarmene e stare da solo con il  mio do’aho, perché nel frattempo la tensione erotica tra di noi è arrivata alle stelle…

Lui mi sfiora di nuovo, come casualmente, e io cerco una soluzione…

TROVATA!!!!

Me la fornisce la cabina telefonica che scorgo in un angolo del locale, chiusa, dai vetri scuri alle porte per permettere un minimo di privacy.

All’improvviso mi alzo in piedi: “Io devo fare una telefonata” spiego.

“E a chi?” chiede Miyagi, senza riflettere, ma io ho la scusa pronta, che poi tanto scusa non è…

“Alla mia vicina di casa: le ho affidato i miei gatti. Andiamo, do’aho…” lo dico in tono piuttosto secco e mi allontano; alle mie spalle, sento il rumore della sedia che viene spostata e Hanamichi che si alza per seguirmi.

“Bella idea, kitsune!!!” sogghigna.

Raggiungiamo questa cabina ed entriamo là dentro…tempo due secondi e le nostre bocche sono unite nel più sensuale dei baci, profondo, appassionato, umido… Hanamichi mi preme contro il muro, mi si struscia addosso, sento le sue mani sulla pelle nuda del mio ventre, mentre io gli passo le mie sul viso e fra i capelli…

“Sto andando a fuoco, do’aho…” ansimo.

“Io ci sono già andato, kitsune…” Hanamichi scende a baciarmi il collo, poi all’improvviso si inginocchia di fronte a me, le sue labbra caldissime baciano il mio corpo, dove non è coperto dai vestiti, la sua lingua gioca con il mio ombelico…

Io mi inarco sotto il suo tocco, le mie guance stanno diventando bollenti e mi gira la testa…Affondo una mano nei suoi capelli, gli faccio capire che voglio baciarlo  e lui si rialza e si impossessa della mia bocca.

“Vorrei tanto fare l’amore con te, kitsune…” mi dice a fior di labbra, mentre le sue dita sfiorano infinite volte la mia pelle nuda.

Io sospiro: “Però è un ambiente scomodo…”.

“E poi non è insonorizzato!” scherza lui.

“Hn?”.

“Quando facciamo l’amore tu urli parecchio, Kaede…” mi fa notare Hanamichi, protendendosi e succhiandomi il lobo dell’orecchio. Mi lascio sfuggire un gemito, poi gli rispondo: “Non ne sei contento? E’ perché sei bravo, Hana…”.

“Contentissimo!!! Però…però qui ci arresterebbero…” continua.

“Così potremmo farlo anche in prigione, do’aho!!!” sorrido e lui ride, abbracciandomi forte.

Restiamo abbracciati, mentre aspettiamo di essere di nuovo calmi per poter uscire di qui; sappiamo entrambi che, nostro malgrado, dovremo aspettare prima di poter di nuovo fare l’amore.

“Oi kitsune, sapessi quanto mi dispiace uscire da questa cabina…”.

Io mi volto verso il telefono: “Comunque voglio sapere davvero come stanno i gatti…chiama tu…” io meno parlo, meglio è…

Hanamichi scoppia a ridere più volte durante la telefonata; quando usciamo dalla cabina, dopo un altro bacio, mi riferisce fatti e misfatti dei nostri gatti (ormai si è affezionato anche il do’aho, ma si ostina a non ammetterlo…), soprattutto dei due più piccoli, quello rosso e quello nero, che a quanto pare non fanno altro che farsi dispetti l’un l’altro.

Proprio mentre ci sediamo di nuovo al tavolo, Hanamichi fa una battuta su questo, sul fatto che gli animali somiglino ai padroni e io gli sorrido mentre lui ridacchia. Quando torno a guardare i nostri compagni di squadra, scopro che Minami e Sendoh mi fissano in modo strano.

Ho un attimo di incertezza, poi capisco: è la prima volta che mi vedono sorridere. E’ la prima volta che sorrido davanti a qualcun altro oltre che al mio do’aho.

La faccia di Minami è…non saprei descriverla a dire il vero…ma il sorriso scompare dal volto di Sendoh.

 

 

Finalmente usciamo dal pub!!!

Non ne potevo più di dover controllare le mosse di quei due, vi giuro!!! E’ vero che sedevano al di là del tavolo, da una postazione un po’ difficile per tentare qualcosa, ma non si sa mai…

Comunque, il mio cervello ha recepito bene la nozione che Minami NON è un pericolo; mi urta terribilmente vedere come sia totalmente rapito dalla mia volpe, ma continua a guardarlo per quello che è: un sogno proibito e irraggiungibile.

Però ho notato anche le sue occhiate a ME…ho l’impressione che, se potesse, farebbe a ME un occhio nero: credo che abbia capito come stanno le cose tra me e la volpe e che si senta preso in giro!!!

Quanto al porcospino, ad un certo punto ha smesso di sorridere e basta. Non che mi dispiaccia, intendiamoci, con la faccia seria sembra quasi normale, ma allo stesso tempo mi insospettisco…

Che ha ?

Lo sapeva già di me e Kaede.

Però, un momento…si è incupito dopo averlo visto sorridere…Vabbe’, cavoli suoi!!! No, sono anche cavoli miei, dal momento che il mio volpino è in stanza con lui!!! Camminando lentamente, siamo quasi arrivati alla pensione; mentre gli altri sbadigliano, io e Kaede ci attardiamo là fuori, ci troviamo un bel posticino in una zona d’ombra particolarmente scura e io lo abbraccio.

Le mie mani iniziano subito a toccare la sua pelle. Kaede è come una calamita per me, non riesco a stargli lontano, a togliergli le mani di dosso, ad evitare di fissarlo, di volerlo…

“Mi piace il modo in cui mi tocchi” mi sussurra la mia kitsune, stringendosi a me.

“E a me piace il modo in cui tu ti fai toccare…- gli bacio la punta del naso- Kitsune, questa storia mi sta facendo uscire  di testa!”.

“Sei già fuori di testa, do’aho!!” Kaede ride leggermente e io lo stringo più forte. “Meno quattro notti, kitsune” conto io; lui mi mordicchia le labbra, senza dire niente. Svogliatamente, torniamo alla pensione, ci diamo la buonanotte; quando entro in camera, scopro che Koshino già dorme e che Miyagi ha appena fatto la doccia. Indugio un bel po’ sotto il getto dell’acqua tiepida…

Kaede…

 

 

La stanza è buia.

Entro silenziosamente, mi faccio una doccia, mi preparo per la notte anche se comincio ad odiare questa maglietta…

Prima di stendermi sul futon, mi avvicino alla finestra e resto fermo per un po’ a guardare la luna.

“Non ti avevo mai visto sorridere”.

La voce di Sendoh mi fa sobbalzare, ma dopo la prima sorpresa (credevo che dormisse) non mi scompongo più di tanto.

“Credevi che non ne fossi capace?” ironizzo.

Nonostante la fitta penombra, lo vedo tirarsi su a sedere, appoggiarsi al muro.

“Avrei voluto essere io a farti sorridere”.

“Non ci saresti riuscito” replico con fermezza.

“Perché? Che ha lui più di me?”.

Tutto, vorrei rispondere. Ma il suo tono è serio e non voglio essere maleducato. Anzi, forse è meglio affrontare l’argomento seriamente per una volta. Quella definitiva. Per me, che sono stanco di questa cosa, e per lui, che ha diritto a cercare qualcuno che possa ricambiarlo e renderlo felice e deve capire che quel qualcuno non posso essere io.

Mi siedo per terra, vicino alla finestra, perché temo che sarà una conversazione lunga per i miei gusti, e gli rispondo: “Lui mi fa stare bene…e io lo amo…”.

“Non mi hai dato neanche una possibilità- la sua voce è amara- Anche io ti avrei fatto stare bene: avrei saputo rispettare i tuoi silenzi e capire la tua indole…non dare retta alle voci che girano su di me…io ho un buon carattere, avrei saputo darti tranquillità e sicurezza”.

Sta facendo il suo ultimo tentativo, penso che lo abbia intuito, ma io scuoto il capo: “E chi ti dice che io voglia questo? Io sono già sicuro, lo sono di natura, non ho certo bisogno di esserlo grazie a qualcun altro! E poi sono sicuro anche con Hanamichi…lui mi ama, me lo dimostra…e quanto alla tranquillità, non mi serve!!!”.

Come faccio a spiegarlo, io che non so trovare le parole? Come posso volere la tranquillità, quando vivo immerso in questa meravigliosa altalena di emozioni? E’ sempre stato così fra me e Hanamichi…conversazioni degenerate in discussioni degenerate in risse degenerate in abbracci roventi…Ma come si fa a spiegare l’ardore che dà sapere che dai pugni all’improvviso passeremo ai baci? Leggere il desiderio nei nostri occhi, anche quando stiamo litigando, sentire il magnetismo crescere di giorno in giorno…

“Lui ti capisce davvero?” mi chiede Sendoh.

“Non ha mai cercato di cambiarmi” e questo perché ha capito come sono IO; Hanamichi non ama il silenzio come lo amo io, non apprezza la solitudine come me, ma non prova mai ad impormi niente: se non voglio vedere i suoi amici non prova più a trascinarmi, se mi vede seduto in silenzio si siede vicino a me e mi guarda, senza dire una parola; poi, come se se ci fosse un meccanismo nascosto, il momento in cui io mi decido a parlare coincide con quello in cui lui non ne può più di stare zitto e allora ricomincia il nostro bellissimo incontro-scontro…

Ma non posso rendere l’idea di queste scariche di adrenalina che mi attraversano il corpo ogni giorno, non con delle semplici parole.

Bisogna provarlo per capirlo.

“Sakuragi ti adora, ma io non ti amerei di meno” prova ad insistere lui.

“Sendoh, non è solo un problema di quanto amore ci sia, ma da parte di chi: sei un ottimo giocatore, il mio rivale numero uno e io ti rispetto e avrai pure un buon carattere, ma se credi che basti questo a fare di te il ragazzo adatto a me, ti sbagli!!!” lo guardo in viso, nella penombra. Tanto per cominciare io non voglio qualcuno ‘di buon carattere’, sempre lì pronto a ricordarmi, anche involontariamente, che io ne ho uno pessimo…con Hanamichi questo problema decisamente non c’è!!!

“Cosa ne sai, se non mi dai neanche una possibilità?” Sendoh continua a parlare pacatamente, gliene do atto. 

“Perché dovrei? Sarebbe solo una brutta copia di quello che ho già con Hanamichi” sono brusco, lo so, ma volevo esserlo; per la prima volta lo vedo accigliato e arrivo a sperare che inizi a detestarmi, anche se non è da lui odiare qualcuno. Ma voglio che si liberi di me, dell’IDEA di me…Cosa potrebbe offrirmi di più lui? La tranquillità che non voglio, la sicurezza che già ho…la noia…Ecco, mi sembrerebbe tutto molto noioso, rispetto alla vita con Hanamichi!!! Condivideremmo il basket, certo, ma poi? Io in silenzio, lui che rispetta i miei silenzi, lui che sta zitto quando pesca…Come potrei volere tutto questo?

“Prima di questa sera non avevo capito quanto tu ti fossi innamorato di lui…” mormora Sendoh, triste.

Io guardo il cielo, le stelle: “Lui è vitalità ed energia allo stato puro…mi sento vivo quando sto con lui, in un modo che prima mi era capitato solo su un campo da basket…io non rinuncerò mai ad Hanamichi”

Lui è come il fuoco, che brucia e dà calore e io voglio che arda sempre e solo per me…

“Grazie per essere stato così sincero” mi dice Sendoh.

“Figurati…ti ho detto quello che penso…e neanche tu saresti felice con me, forse lo pensi adesso, perché mi trovi bello e sono un tuo rivale, ma se stessimo insieme alla fine non mi sopporteresti” ne sono sicuro.

Lo sento muoversi, vuole sdraiarsi di nuovo sul futon: “Questo non lo credo affatto, non adesso che so quanto sia grande la tua capacità di amare, me l’hai appena dimostrata…Rukawa, ti prometto che non toccherò più l’argomento. Buonanotte” e poi scende il silenzio.

Non credo però che stia dormendo.

Non sono stato gentile, ma è stato meglio così: abbiamo risolto il problema o, almeno, io l’ho risolto.

Non voglio sminuire il dolore che probabilmente ha provato alle mie parole, ma so che alla fine non sarà una tragedia per lui: in fondo, non ha mai fatto nulla per conquistarmi davvero e questo mi fa piacere, ma non è il comportamento che mi aspetto da un innamorato; è così serafico che gli scivola tutto addosso senza turbarlo troppo e questa è una caratteristica che può lasciarmi indifferente in un semplice conoscente, ma che non tollererei in un compagno; Hanamichi si infiamma subito, si getta a capofitto in qualsiasi  cosa faccia…

Io e lui…gli opposti che si scontrano, ma poi si completano…io e lui…

Raggiungo il mio futon e mi sdraio.

Sorrido, ripensando alle parole del mio do’aho: meno quattro notti…

 

 

Stasera risparmio Miyagi dei miei lamenti su quanto mi manchi Kaede, anche perché ho la sensazione che abbia già pronto un bel bavaglio per me…

Chiudo gli occhi e cerco di immaginarmelo qui, per sentire di meno la sua mancanza. Non mi importa che stia a pochi metri di distanza, io sono triste se non è VICINO a me.

Mi manca la sua pelle bianca, liscia sotto la mia mano che la percorre, sensibile anche ad un mio tocco leggero, morbida…il suo corpo è forte e muscoloso, ma anche morbido e delicato fra le mie braccia…Mi manca il suo odore d’incenso, il suo sapore fresco sotto la mia bocca, il profumo dei suoi capelli folti e lucenti che mi inebria e mi stordisce…Mi manca la vicinanza del suo viso perfetto, angelico, delicato…le sue labbra da baciare all’improvviso…

Ne ho bisogno con tutto me stesso.

Una volta avevo detto che per me Kaede è come una droga, ma ora ho cambiato idea: significherebbe paragonare il mio amore per lui a qualcosa di negativo e, invece, non c’è niente di più bello.

Be’, ora devo cercare di dormire, fra poche ore rivedrò la kitsune del mio cuore!!!

Ti amo, Kaede…

 

 

Parte quarta.- Quarta notte     ^_^

 

Oggi mi sono svegliato all’alba.

Quando sono uscito dalla camera, Sendoh dormiva ancora e nel corridoio non sentivo un solo rumore provenire dalle altre stanze; mi reco alla palestra, faccio un po’ di esercizi di riscaldamento e poi inizio a tirare a canestro.

Venti minuti dopo, la porta della palestra si apre ed entra Minami.

“Buongiorno, Rukawa” mi saluta.

Hn, adesso non usa più quella stupida storpiatura del mio nome, è gentile, sembra molto cambiato rispetto a quando l’ho conosciuto e non solo come giocatore. “Buongiorno” rispondo, poi torno a dedicarmi ai miei allenamenti; in fondo, se vuole tirare anche  lui c’è l’altro canestro. E invece…

“One on one, Rukawa?” mi chiede Minami.

Mi sorprende, devo ammetterlo.

Annuisco, perché io non mi tiro mai indietro di fronte ad una sfida, ma non posso fare a meno di chiedergli il perché.

Minami è serio mentre mi fissa, poi distoglie gli occhi: “Per il piacere di giocare a basket…”.

Iniziamo la sfida; una gara serrata, competitiva, ma corretta. L’attacco di Minami è travolgente come mi ricordavo, ma nessuno può battermi in uno scontro one on one e così vinco 20 a 16.

Dopo che ho segnato il canestro della vittoria, rimaniamo in mezzo al campo, ansanti, poi lui mi si avvicina.

“Hai vinto tu. Complimenti”.

“Grazie”.

“Ma anche io sono cresciuto come giocatore” prosegue Minami.

“Me ne sono accorto” riconosco senza problemi. Io non sono un tipo che si dispiace se i suoi avversari diventano più forti, anzi…

“E’ merito tuo” dice Minami in un soffio.

Eh?

Lo guardo e lo vedo emozionato, con un leggero rossore sul volto. Fa un altro passo. “Dopo quella partita ho capito molte cose” e allunga una mano verso il mio viso, le sue dita mi accarezzano vicino all’occhio che aveva ferito, mi sfiorano la guancia e lo sento rabbrividire.

Io mi scosto bruscamente, lo fisso con il mio sguardo più gelido. Cosa diavolo crede di poter fare?!

Lui sembra dispiaciuto: “Non volevo farti male…ora non potrei più…”.

“Lo so, ma non mi piace essere toccato” gli dico con freddezza.

“Neanche da Sakuragi?” mi chiede Minami, in tono serio, senza lo scherno che spesso accompagna simili domande.

“Da lui sì” gli rispondo, sostenendo il suo sguardo indagatore, perché temo di aver capito cosa ci sia dietro il suo comportamento…

“L’ho capito ieri sera…è stato proprio questo a farmi decidere che potevo parlarti. Sai, non avrei mai creduto che avrei potuto dirtelo” mormora lui.

“Hn?”.

Minami continua a fissarmi, prende un lungo respiro e poi parla tutto d’un fiato: “Mi piaci, Rukawa. Mi piace tutto di te. Prima, quando ti ho sfiorato, ho sentito un brivido! Ho passato tanto tempo pensando a te, alla nostra partita…al fatto che sei fantastico: mi hai insegnato più tu sul basket in quei quaranta minuti che non i miei allenatori in tutta la vita…ma mi sembravi sfuggente, irraggiungibile… e poi, ieri sera, ti ho visto così…così…mi piaci, Rukawa” ripete lui, senza dirmi come mi vedeva ieri sera, anche se l’ho capito da me.

Il mio primo pensiero è quasi comico.

Un altro.

E ora come glielo dico ad Hanamichi?!

Ma qui non c’è niente di comico, ci sono solo io che per la seconda volta devo rifiutare qualcuno.

“Io sto con Sakuragi” risolutivo, no?

“Lo so. Te l’ho detto, ti vedo irraggiungibile, ma volevo che lo sapessi”.

“Hn” non è che io stia meglio, sapendolo…Un attimo di silenzio.

“Perché mi avevi colpito all’occhio?” chiedo all’improvviso.

“Perché volevo vincere a tutti i costi” ammette lui.

“Sì, ma PERCHE’?” lo avevo capito che voleva vincere, io voglio conoscere il motivo più autentico.

“Vincere era diventato più importante di qualunque altra cosa, più del basket stesso: volevamo vincere con la tecnica del ‘run&gun’ per rendere giustizia alle teorie sportive del nostro vecchio allenatore, il signor Kitano, che era stato ingiustamente licenziato dal Toyotama, solo che…avevo perso di vista tutto il resto…e poi, durante quella partita, mi era tornata in mente una sua domanda… “ti piace il basket?” …mi piaceva ancora il basket? Mi divertivo giocando a basket? Mi ricordavo ancora cosa fosse il VERO basket? Le risposte erano amare per me…però ho capito. Tardi, ma ho capito!”.

“Quando sei tornato in campo, con il capo bendato, hai giocato in modo diverso” gli faccio notare.

“E’ stato dopo aver capito”.

“Le tue motivazioni erano giuste, ma hai usato il metodo sbagliato” gli dico.

“Lo so. Quella…è stata la più bella sconfitta della mia vita…”.

Ci vuole coraggio per ammettere una cosa simile.

“E’ stato merito tuo” aggiunge.

“Se davvero ho avuto una parte in questo cambiamento, ne sono contento, ma il merito è prima di tutto del basket” e lo penso davvero.

“Posso darti un bacio? Per ringraziarti…” azzarda lui.

“No” ma come gli viene in mente?!

“E una stretta di mano al MVP  per scusarmi ancora per quell’occhio nero?” Minami mi tende la mano e io gliela stringo. Lui mi sorride, attardandosi nella stretta.

“Non c’è più bisogno che ti scusi” gli dico con fermezza. Lui mi sorride ancora di più. A questo punto, non sappiamo più che dire. Non c’è altro da dire, in realtà.

E’ ora di colazione, ormai; guardiamo entrambi l’orologio, tacitamente decidiamo di lasciare la palestra per avviarci alla pensione.

“Ah, Rukawa?”.

“Hn?” mi volto.

“Naturalmente, se le cose dovessero andare male con quella testa rossa, basta una telefonata!!! Osaka non è poi così lontana!!!” e mi strizza l’occhio.

Io torno a guardare davanti, ma dentro di me sorrido, pensando alla faccia che farà Hanamichi.

“Grazie, ma non servirà” ribadisco.

 

 

“Ho parlato con Sendoh” dico al mio do’aho, quando rimaniamo da soli al termine degli allenamenti. Mi bastano queste parole per avere tutta la sua attenzione.

“Quando?”.

“Ieri sera, prima di dormire”.

“Già, scommetto che era in vena di apprezzamenti su di te…” commenta lui, con un tono un po’ cattivo, ma io non gli bado e proseguo: “Veramente sembrava triste…”. “Triste?! Il porcospino?! Ma quando mai, figurati…” sbuffa lui, incredulo.

“Mi ha detto che prima di ieri sera non aveva capito quanto io sia innamorato di te” gli spiego, sperando che si dimostri ragionevole.

“Ah! Quindi avete parlato seriamente!” Hanamichi sembra stupito, ma non capisco se del fatto che io abbia parlato o che Sendoh sia capace di affrontare un discorso senza sorridere.

Io annuisco: “Sì e stavolta ho parlato anche io…stavolta sono stato chiaro e lui ha capito definitivamente” sottolineo quest’ultima frase, perché lui la prenda sul serio e capisca il suo significato autentico e, infatti, sembra farlo; mi si avvicina e mi abbraccia forte, io strofino il viso nell’incavo della sua spalla.

“Ieri sera…mi ero innervosito…” borbotta lui, a mezza bocca.

“Lo so”.

“Non mi è piaciuto come ti guardavano Sendoh e Minami…sono contento che tu abbia chiarito la questione una volta per tutte con il porcospino…” prosegue.

“Hn…ho parlato anche con Minami” visto che l’ha nominato, non pensiamo più neanche a lui…

“Quel calimero killer!!! Sai, lui mi ha detto che gli piaci…” dal tono della sua voce capisco che il mio do’aho stia facendo un grosso sforzo a dirmelo, ma facendolo dimostra una volta di più di essere una persona sincera. E merita altrettanto.

“Lo ha detto anche a me” gli rivelo io; comunque lo stringo forte preventivamente, perché non dia in escandescenze (non si sa mai…), ma lui non si agita troppo…soltanto, diventa tutto rosso e comincia a fumare nero!!!

“Che faccia di bronzo!!! Avrei dovuto spennarlo, ecco cosa dovevo fare!!!- ma poi si trattiene di colpo, mi guarda e parla in tono più triste- Mi dispiace, Kaede…”.

“E di cosa?”.

“Di questa mia gelosia…immagino quanto debba sembrarti irrazionale, ma è più forte di me, anche se so che tu sei l’ultima persona al mondo con cui dovrei avere questo comportamento…però vorrei che tu capissi che è per amore…”.

“Non lo hai preso a pugni” osservo io, seguendo il filo dei miei pensieri e non rispondendogli; fino a poche settimane fa, Minami si sarebbe ritrovato con un trauma cranico.

“Be’, sai, ho pensato che  il tipo è di Osaka e che poi comunque è solo un calimero qualsiasi e che tu, per quanto sia uno stupido volpino, non sei poi così stupido da preferire calimero al mitico tensai…e poi…” si interrompe.

“E poi?” lo incalzo io.

Lui sospira: “Non credere, ho avuto l’istinto di prenderlo a pugni, ma poi ho pensato che tu ci tieni tanto a questo ritiro…”.

Io annuisco.

Si è controllato per me. Ti amo, Hanamichi…

“E’ tutto a posto, do’aho” gli dico, incamminandomi verso lo spogliatoio.

“Lo so! Il tensai non ha rivali! Eheheheheh…a proposito, che ti ha detto di preciso calimero?”.

“Di ricordarmi di lui, in caso tra me e te non dovesse andar bene” ora ti provoco, amore…

“E tu che gli hai detto?” chiede lui, imbronciato.

“Che avrei tenuto presente…” rispondo tranquillamente.

“KITSUNEEEE!!!!!- ma poi mi passa un braccio intorno alle spalle e mi stringe possessivo, inducendomi a guardarlo in volto; quando lo faccio, mi dice, serio- Io mi fido di te, Kaede”.

Gli sorrido lievemente: me lo ha appena dimostrato.

 

La cena scorre tranquilla; solo alla fine, mentre alcuni di noi si stanno già alzando da tavola, noto che Sendoh sta parlando con il coach.

La cosa un po’ mi incuriosisce, ma me ne scordo non appena il do’aho mi propone di fare quattro passi all’aria aperta prima del rigido coprifuoco.

Tra Miyagi che telefona ad Ayako e noi due che cerchiamo di coccolarci senza essere disturbati, il tempo passa veloce, forse troppo, ed è già il momento di tornare nelle rispettive stanze.

La cosa comincia a pesarmi, ma quando apro la porta vedo Sendoh che sta finendo di chiudere il suo borsone. Automaticamente ripenso alla sua conversazione con il coach.

“Che succede?” chiedo.

“Niente, cambio di stanza” risponde lui, tranquillo.

“Hn?” non capisco, lo ammetto. Lui deve cambiare stanza?

Senza che debba chiederlo, mi spiega: “Ho parlato con il coach, gli ho detto che volevo stare in stanza con Koshino in questi ultimi giorni, perché nel Ryonan sono il suo capitano e ora lui ha dei problemi ad ambientarsi…Ho avuto l’ok! Così Sakuragi potrà venire qui e tu sarai contento” Sendoh si alza e si mette in spalla il borsone. Non me lo aspettavo, devo essere sincero.

“Grazie- gli dico e poi aggiungo, dopo una pausa- E’ la cosa migliore” per me, ovviamente, ma anche per lui, cui non può che fare male avermi troppo vicino. Sendoh mi sorride, poi esce dalla stanza; se fossi più espansivo, salterei di gioia!!! Stanotte dormirò di nuovo con il mio do’aho!!!

E ora anche la doccia che mi appresto a fare assume un nuovo significato: devo pensare a come accoglierlo…

 

 

Il mio ennesimo sospiro di frustrazione viene interrotto dal toc-toc che arriva dalla porta; quando questa si apre, davanti ai miei occhi compare proprio l’unica persona che non vorrei MAI  più vedere sulla faccia della terra: Akira Sendoh! Con il suo borsone, a dire il vero…Uh? Che significa? Ma non ho tempo di chiederglielo, perché scatto subito: “Che diavolo vuoi, porcospino?!” gli sbraito contro.

“Fai il tuo bagaglio e vai da Rukawa, Sakuragi! Io starò qui al posto tuo…ho già parlato con il coach ed è tutto a posto” dice Sendoh, poggiando a terra la sua sacca a sedendosi a sua volta. Siamo soli, Koshino e Miyagi non sono ancora rientrati.

Vorrei tanto credergli, ma io non mi fido di questo tizio; mi porto davanti a lui e penso che devo avere un’aria davvero minacciosa: “Ehi, non vorrai farmi credere che mi stai facendo un favore?! Dov’è il trucco?!”.

Sendoh sembra stanco: “Nessun  trucco e comunque hai ragione, non ho voglia di farti alcun favore…l’ho fatto per Rukawa. E ora sbrigati ad andare da lui…penso che tu abbia fretta, no?”.

Vabbe’, ma che mi frega perché l’ha fatto?!

Adesso c’è un solo pensiero che mi rimbomba nella testa: PASSERO’ LA NOTTE CON KAEDE!!!!!!

Perché diavolo sto perdendo tempo?!

Alla velocità della luce riempio la mia sacca delle poche cose che mi sono portato e mi fiondo verso la porta.

Mi fermo giusto il tempo di dire al porcospino: “Avverti tu Miyagi, ok?”.

Lui non mi risponde, mi rivolge uno dei suoi sorrisetti irritanti: “Almeno gli avrò fatto una buona impressione”.

So di chi sta  parlando e ricomincio a fumare nero…

“Mi sembrava strano che tu non te ne fossi ancora uscito con la bastardaggine della sera!!! Al diavolo…” finalmente esco e sbatto la porta e dopo due secondi netti apro quella della camera di Kaede.

“Kitsu…ne?” dorme?! No, fatemi capire!!!! Lui sapeva che sarei arrivato, giusto? Non credo che gli sia sfuggita l’assenza del porcospino. E si è addormentato?! Getto a terra il mio bagaglio e mi avvicino al suo futon: Kaede dorme supino, i capelli neri sparsi sul cuscino…mi chino su di lui per decidere se sia o meno il caso di svegliarlo in malo modo, ma ad un tratto, con una mossa fulminea, lui apre gli occhi e mi tira giù afferrandomi per la maglietta e io mi ritrovo abbracciato a lui.

“Kitsune, eri sveglio!!!” esclamo io, felice.

“Ma certo, do’aho, che credevi? Ti stavo aspettando…” mormora lui, passandomi le mani fra i capelli.

“Sì, eh?” ridacchio io.

“…infatti sono nudo…” dice lui, in un soffio.

Nudo?! Allora questo lenzuolo è decisamente superfluo…eheheheheheheheheheh…

Mi chino sul suo viso e ci baciamo con passione…non c’è niente da fare, la temperatura già comincia a salire fra di noi…

“Spogliati, do’aho” mi incita Kaede e io mi alzo e mi spoglio il più velocemente possibile, fissandolo.

Poi getto lontano anche quello stupido lenzuolo che lo copre e rimango abbagliato…No, non solo abbagliato…non so trovare le parole, ma rapidamente mi sdraio su di lui e il contatto fra i nostri corpi nudi provoca un brivido a entrambi. Kaede mi preme la nuca, mi guida in un bacio mozzafiato strusciandosi contro di me e stuzzicandomi, lasciando vagare l’altra sua mano per la mia pelle.

“Che bel corpo che hai, do’aho…” sussurra.

Io?! Io avrei un bel corpo?! Be’, sì, ma allora cosa bisognerebbe dire del suo?

“Davvero?” gli chiedo, sorridendogli prima di baciarlo sulle labbra.

“Spalle larghe…schiena muscolosa…mi piaci tanto…” continua Kaede, accarezzandomi. Non me lo aveva mai detto così!!! Queste parole mi eccitano ancora di più, le mie labbra scendono a baciargli il collo, a torturargli il petto e lui sospira: “Fallo, Hana…”.

Non aspetto altro, ma voglio punzecchiarlo un po’ prima: “Uh? Sicuro?” e interrompo i miei baci e le mie carezze.

“Che accidenti dici, do’aho?!” chiede lui, minacciosamente impaziente.

“Mi pareva che tu non volessi fare l’amore durante il ritiro…” gli ricordo io.

“Ho cambiato idea!” e per farmelo capire si struscia ancora di più sotto di me, poi avvicina la bocca al mio orecchio, mi morde il lobo e mi dice: “Voglio sentirti dentro di me, Hana, e lo voglio adesso…”.

La mia risposta è un bacio profondo, umido, che dalla sua bocca scende a percorrere il suo corpo…questo corpo meraviglioso che lui mi offre ogni volta senza riserve…Mi raddrizzo, spostandomi, e lo accarezzo un po’, ma ora non resisto più neanche io. Chino il viso su di lui per preparare il suo corpo a ricevere il mio e lo sento fremere al tocco della mia bocca; Kaede inizia a gemere in quel suo modo sensualmente eccitante che mi fa perdere il controllo…Mi sistemo contro di lui e inizio a spingere e mi impongo di farlo lentamente, perché  questa meravigliosa sensazione duri il più possibile…la sensazione del suo corpo che si apre a me come un fiore…

Kaede getta la testa all’indietro, geme ancora più forte, si morde le labbra…i miei movimenti continuano ad essere delicati, per non fargli male, ma ad un tratto lui posa le sue mani sui miei fianchi e li attira violentemente a sé…

“Più forte, Hana…spingi più forte che puoi…” riesce a dire, nonostante il respiro affannato.

E io lo faccio  e mentre lo faccio lo guardo e penso che ora, anche ora, mentre è sotto di me e io lo sto possedendo, sento la forza che emana il suo corpo…mi abbandono al mio desiderio di lui e lo penetro sempre più a fondo, con spinte sempre più vigorose , che lui incoraggia con i suoi movimenti…

“Io…vorrei…che non finisse…mai…”gli mormoro, prima di chinarmi su di lui e chiudere la sua bocca con la mia; soffochiamo reciprocamente le nostre grida con un bacio…con l’ultimo lampo di lucidità che ci rimane ricordiamo che stavolta non deve sentirci assolutamente nessuno.

Affondo completamente dentro di lui e subito sento il suo piacere su di me e mi libero anch'io, per poi scivolargli addosso…restiamo così, con i respiri affannati…mi attardo dentro di lui perché so che gli piace e piace anche a me rimanere racchiuso nel suo tepore, ma alla fine devo scivolargli al fianco…tenendolo però ancora stretto a me…

 

 

Mi mordo le labbra per non gridare quando sento la bocca calda di Hanamichi che prepara il mio corpo a ricevere il suo; e poi lui che entra dentro di me, che spinge in profondità, che mi porta al culmine affondando nel mio corpo, che mi bacia per soffocare le mie urla di piacere….

E ora, mentre mi rilasso cercando di far tornare regolare il mio respiro, mi giro verso di lui, che si è spostato al mio fianco e Hanamichi mi stringe a sé, guardandomi con espressione appannata dal piacere; io mi rannicchio contro di lui, sospirando per l’appagamento…ho caldo, mi sento il viso e il corpo in fiamme e anche lui scotta.

“Mi sei mancato…” gli dico, stringendolo.

“Eh, lo so! Ho notato…” ridacchia lui con il suo tono da io-sono-un-tensai-anche-come-amante!!!!! Gli tiro leggermente i capelli per fargli capire che sto parlando sul serio.

“Sì, QUELLO mi è mancato, ma non solo…QUESTO mi è mancato tantissimo…stare così…” così, abbracciati, con gli occhi chiusi ma svegli, senza dire una parola…

“Sei tanto dolce, Kaede” dice Hanamichi, accarezzandomi i capelli.

DOLCE?! IO?!

Io, la stupida volpe, la fredda kitsune, il ghiacciolo umano? Ma dai…non vorrà rovinarmi la reputazione!!!

“Non è vero” protesto.

“Sì, invece…sei dolce e non te ne rendi conto, ma non importa: basta che lo sappia io” e il mio do’aho mi bacia in fronte.

Altro riposante silenzio, poi il suo sussurro: “Ti adoro, Kaede”.

Io non dico niente, traccio con un dito delle linee immaginarie sul torace di Hanamichi e dopo un po’ lui si mette a ridere.

“Grazie!!!”.

Ha capito che gli stavo scrivendo addosso “anch’io, do’aho”…

 

 

Fa caldo.

Abbiamo fatto la doccia e aperto la finestra, abbiamo anche definitivamente accantonato il lenzuolo, ma il risultato non cambia.

“Non si muove un filo d’aria, kitsune!!”.

“Fa troppo caldo”.

“E poi tu sei di nuovo sudato!!!”.

“Guarda che anche tu sei sudato!!!”.

“Già, vedi di scansarti, stupida volpe, voglio stare più fresco!!!”.

“Se tu ti levassi di dosso a me, forse anche io non sentirei così caldo!!!”.

Ma intanto ci guardiamo e ci sorridiamo, perché, proprio mentre ci stiamo dicendo l’un l’altro di scansarci, il nostro abbraccio diventa sempre più stretto…

 

 

Fine (per ora? ^^)

 

Se ricordo bene, all’epoca della partita Toyotama – Shohoku, Minami era del terzo anno, quindi ora dovrebbe fare l’università…però io ho pensato alla nazionale juniores come alla nostra ‘under 21’, quindi non credo ci siano problemi se l’ho inserito nella mia fic…volevo dimostrare che tutti amano Rukawa, anche se lui è solo di Hanamichi!!! ^^ 



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