Buon Halloween!!!



It's samba time!

di Hymeko

”Seto-chaaaaaaaan…”
Kaiba alzò lo sguardo dal contratto che stava leggendo, mentre un brivido gli correva lungo la schiena: l’ultima volta che l’aveva chiamato così era stato quasi un anno prima, e lui s’era ritrovato vestito da Sesshomaru. Aveva ancora gli incubi per quegli odiosi capelli lunghi, irritanti quanto avere Jono-uchi fra i piedi…
”No”
rispose senza attendere oltre, duro come la pietra.
”Eh? Ma se non sai ancora nulla!”
Il suo ragazzo tirò fuori i suoi migliori occhi da micetto in cerca d’amore, quelli che lo facevano squagliare, ma il presidente si ficcò le unghie nelle carni e ringhiò un altro no.
”Daaai…almeno ascolta quello che voglio dirti!!!”
”No”
Non avrebbe indossato un altro orribile costume, non si sarebbe mai lasciato convincere da quegli occhi meravigliosi, potevano implorarlo quanto volevano ma lui non avrebbe ceduto!
”Seto-chan…”
”No”
”Ma hai almeno idea di quel che voglio?”
Kaiba iniziò a rispondere a una mail, sbadigliando clamorosamente:
”Fra poco è Halloween”
rispose asciutto, senza aggiungere altro.
”Allora te ne sei ricordato”
mormorò il Faraone deliziato, strofinando il viso contro la sua guancia.
”Come potrei scordare la parrucca che l’anno scorso si impigliava in qualsiasi parte della limousine?”
Il Faraone ridacchiò…il ritorno dalla festa era stato un po’ un trauma, e non aveva mai sentito il suo ragazzo imprecare così tanto.
”Ma mi sono fatto perdonare, o mi sbaglio?”
gli miagolò all’orecchio, leccandogli il lobo con la punta della lingua.
”Ah…ma la risposta è no. Anche se ti dovessi rivestire da gattino!”
Lo Spirito del Puzzle gli alitò sul collo, conscio dell’effetto che gli faceva. Non riusciva a controllargli l’inguine a causa del soprabito, ma di certo era eccitato…bastava così poco per accenderlo…averlo ai suoi piedi…più o meno.
”Davvero non vuoi? Sarebbe così bello…”
”Avere una cascata di capelli dietro la testa, col cervello che bolliva? Guarda che non sono uno dei tuoi amici”
”…pensavo più alle possibilità di ballare assieme, baciarci, amoreggiare senza doverci nascondere da nessuno…”
Kaiba lo guardò storto…quelle parole significavano solo una cosa:
”Hai ancora intenzione di vestirti da donna?”
”Sì”
gli confermò l’altro con un candido sorriso.
Il presidente si massaggiò gli occhi…ma perché doveva sempre ficcarsi in simili situazioni? Perché non si vestiva da panda, o da Jono-uchi, che almeno non si sarebbe dovuto preoccupare?
”Yugi…”
”Ormai ho deciso, quindi o vieni o ci vado coi miei amici”
Da quando aveva imparato a metterlo con le spalle al muro? Ma lui era comunque deciso a non cedere, fedele fino in fondo ai suoi principi…non gli importava se fosse passato per asociale, o se il suo ragazzo gli avrebbe tenuto il broncio per una settimana. Quelle feste le odiava troppo!
”Ah sì? La cosa non mi tocca”
Tanto ci avrebbe pensato l’altro Yugi a proteggerlo.
”Davvero?”
cinguettò falsamente stupito il suo ragazzo, sedendosi sulla sua scrivania e accavallando le gambe.
Kaiba inarcò un sopracciglio e le picchiettò con una penna:
”Non sei una segretaria e non sei in minigonna”
lo prese in giro, accarezzandole col tappino di plastica.
”Forse no, ma come mi dici sempre tu, ho delle bellissime gambe”
No, veramente sono io che ce le ho…
protestò Yugi sbuffando.
Il Faraone gli strizzò un occhio e sospirò, pronto a dare il colpo di grazia a Kaiba. Sapeva che il suo ragazzo era intenzionato a non cedere, per cui si sarebbe dovuto impegnare molto più dell’anno precedente. Quant’era problematico!!!
”E non mi farai cambiare idea semplicemente sgambettando un po’ per la mia stanza con addosso solo una camicia”
lo avvisò l’altro, chiudendo la posta elettronica.
”No, ma facendoti vedere il mio costume forse sì”
e gli mise davanti agli occhi una foto istantanea.
Kaiba quasi si strozzò semplicemente respirando. Non poteva, non poteva davvero essere quello…
”Anche se non sarò effettivamente così”
mormorò tranquillo il suo ragazzo, mordicchiandosi una ciocca di capelli.
’Meno male…’
Il presidente era un tipo forte, però certe cose erano troppo anche per lui. Persino per lui…ma perché il suo ragazzo non poteva essere un timido tranquillo gay, di quelli che se ne stanno tappati in casa e hanno paura di fare outing? Perché doveva sempre sconvolgergli così la vita?
”Prima di tutto, avrò una maschera di lustrini dorati e piume di pappagallo, quindi nessuno mi riconoscerà”
’…è già qualcosa’
pensò stancamente Kaiba, indeciso se farsi portare un sandwich ben imbottino o chiamare direttamente un’ambulanza. Aveva un leggero calo di zuccheri…
”E poi sarò ben abbronzato, più o meno come Isis-san”
Ecco, quello gli piaceva meno.
”C-Che significa?”
Il Faraone si chinò verso di lui e gli posò un bacetto sul naso:
”Che sarò più in tinta con la provenienza del costume. Allora, ci vieni o no?”
”…posso vestirmi da inuit?”
piagnucolò Kaiba, consapevole di aver ceduto di schianto e vergognandosi della propria caduta.
”No…”
Altro bacio.
”…a meno che tu non voglia passare tutta la sera da solo, mentre io me la spasso alla grande con Jono-uchi e gli altri”
L’altro lo guardò storto:
”Da quando parli così?”
”Da quando voglio che tu ceda”
”Yugi…”
Il suo ragazzo scivolò dalla scrivania sino sulle sue gambe, allungando il viso e posandogli la fronte contro il petto:
”Passa la serata con me e con gli altri. Mi piace quando stiamo soli, lo sai…ma almeno una sera l’anno stai con noi”
La fermezza di Kaiba crollò sempre più in basso, maledicendo la sua innata dolcezza, e quel modo dolente e insieme lieve che aveva per dire certe frasi. Perché un angelo aveva scelto uno come lui?
”…proprio abbinato a uno vestito così?”
”Sì”
Il Faraone tirò su il musetto…come il presidente aveva immaginato, era tutt’altro che addolorato.
”Ma…forse tu no, ma io di certo sarò ridicolo”
”No…saremo la coppia meglio assortita, quest’anno”
Kaiba lanciò un’occhiataccia alla foto:
”Permettimi di dubitarne fortemente”
”Come vuoi…ma verrai, vero?”
”Verrò”
Il capo di Kaiba si chinò in avanti, appoggiandosi alla sua spalla. L’aveva accontentato…ora voleva in cambio un po’ di coccole.
”…ti amo, Kaiba”
”Dimostramelo”
grugnì il diretto interessato, deciso a prendersi una piccola rivincita per quello che lo aspettava…
………
La notte riempiva la stanza di Kaiba, intento a lavorare sul pc seduto sul letto. Il suo ragazzo non sarebbe venuto, quella sera. Avevano già passato parecchi bei momenti in ufficio, e il vero Yugi aveva posto un freno alla loro attività per quel giorno.
”Guastafeste”
borbottò al ricordo di quando, fra le braccia, s’era trovato lui al posto del suo Faraone. Un brivido di ribrezzo lo attraversò…come facesse Anzu a trovarlo interessante proprio non lo capiva, lui al solo pensiero era disgustato.
’Ma in fondo Anzu è scema, quindi è inutile che io mi stupisca’
Iniziò a leggere il materiale sul party di Halloween di quell’anno. Per evitare consumi di alcool o droghe la festa si sarebbe tenuta nella scuola, e dato che avevano delle classi sudamericane come ospiti di un gemellaggio, il tema sarebbe stato quello: mostri dal Sud America. E il suo folle, amato, incredibile ragazzo aveva deciso di travestirti da…vampira al Carnevale di Rio.
Kaiba guardò la foto. I canini e le orecchie a punta gli davano un effetto leggermente vampiresco, però il costume da ballerina di samba verde, bianco e oro, con un’impalcatura di frutta finta in testa a nascondergli i capelli faceva a pugni col proposito di essere spaventoso. Era…ridicolo? Non esattamente. Però faceva ridere.
’E se provassi a convincere Jono-uchi a vestirsi così?’
Era un’idea…
’Invece di pensarci, trovane una per te!!!’
Lui da che si sarebbe vestito?
”Bah, un’idea mi verrà. Spero”
E fu così che i giorni passarono…

SCIAF!
”Ma che fai?!”
La (finta) ragazza di fronte a lui, bassa e con una montagna di frutta in testa, sgranò gli occhioni viola:
”Kaiba?!”
”Chi volevi che fosse?”
ringhiò il diretto interessato, massaggiandosi una guancia fasciata.
”Ehm…non ti avevo riconosciuto”
miagolò il suo ragazzo, cingendogli la vita con le braccia e alzando il volto verso di lui.
”Scordatelo…”
dopo quello schiaffo non era molto in vena di bacetti…
”…ma se non mi hai riconosciuto tu, allora sono a posto, per stasera”
”E come avrei potuto? Ti sei visto allo specchio?”
Kaiba ridacchiò da sotto le bende, poi si abbassò fino al suo orecchio:
”In tuo onore, mio Faraone”
bisbigliò, pregando intensamente che il bendaggio non gli si sciogliesse. Mokuba aveva impiegato tre ore e un sacco di nastro adesivo per farlo reggere…
”Non mi prendere in giro…comunque così impari a non annunciarti. Ti saresti risparmiato uno schiaffo”
”E chi avrebbe mai pensato che avrei dovuto farlo prima di mettere le mani addosso al mio ragazzo?”
L’altro mise il broncio:
”Un tipo vestito da incidentato sudamericano mi ha palpeggiato su una scala semibuia. Che altro avrei dovuto fare, secondo te?”
”Pensare che l’unico che avrebbe potuto metterti le mani addosso sono io, dato che conosco bene il ripieno dentro questo…costume”
terminò lievemente disgustato, picchiettando una mela finta.
”Non sono un ripieno!”
”E io non sono incidentato. Sono un ballerino di samba appena uscito da un sarcofago!”
”Kaiba…ma sei ciuco?”
L’altro scosse la testa:
”No, semplicemente sono così disperato che mi escono spontanee”
Il Faraone scosse la testa e lo prese sottobraccio:
”Allora, mio ballerino in trasferta in Egitto, andiamo a divertirci in sala? Mi sono fatto dare apposta delle lezioni di salsa da Anzu”
”Samba”
lo corresse Kaiba, il morale sempre più basso.
”Quello che è”
”…iniziamo bene”
”Ragaaaaaaaziiiiii siamo quiiiii”
A Kaiba venne tanta, ma tanta, voglia di sbattere la testa contro il muro. Jono-uchi e l’altro ritardato di Honda erano vestiti anche loro da ballerine, peccato che non si fossero né depilati né abbronzati né avessero una parvenza di seno…vero che alcuni brasiliani si mettevano anche loro in costume di piume e strass, ma vederlo lì in Giappone faceva veramente pena. Non avevano canini affilati o cicatrici, ma erano mostruosi lo stesso. Almeno il suo ragazzo passava davvero per donna, cosa che doveva rattristare non poco il vero Yugi.
”Anzu, da cosa sei vestita? Avevi detto che era una sorpresa, ma non riesco a capirlo”
Lei ridacchiò e si mosse goffamente:
”Da demone del Pan di Zucchero! Nessuno sarà più originale di me”
cinguettò allegra, la pelle rossa di trucco che si squagliava.
Il Faraone non ne seppe molto più di prima, e lanciò un’occhiata al suo ragazzo:
”È una montagna ai cui piedi è costruita una parte di Rio”
”Ah”
”Mentre Bakura dov’è?”
chiese Honda colpendo il suo amico con la coda di piume.
”È quello laggiù, il pilota-Frankestein di Formula Uno, quello coi bulloni sul collo”
”E che pilota è?”
chiese Anzu, a digiuno di sport.
”Massa o Barrichello, non l’abbiamo capito bene”
(dato come guidano potrebbe davvero essere Frankestein…n.d.Hymeko che sbava per Kimi e odia Barribrocco)
”Non importa…andiamo a mangiare!!!”
Ciondolando come un’ubriaca, Anzu caracollò sino al rinfresco, pieno di frutta colorata e tartine di vario genere.
”Voglio vedere come farà con quel vestito…”
Jono-uchi scosse la testa e corse a darle una mano, dato che il costume le impediva di raggiungere le noci brasiliane che voleva assaggiare. Kaiba sbuffò e trattenne il suo ragazzo per un polso, trascinandolo in pista:
”Dove credi di andare? Mi hai fatto venire fin qua, adesso balliamo”
”Ma…anch’io voglio assaggiare qualcosa”
”Dopo, dopo”
rispose Kaiba, obbligandolo a stare stretto a lui, sebbene vedesse un principio di arrabbiatura nei suoi occhi.
”Kaiba, sai cosa ti obbligherò a fare se finiscono tutto senza che io abbia potuto provare niente?”
”Uhm…portarti in Brasile? Ci sto”
L’altro sbatté gli occhi, un po’ per la sorpresa, un po’ per le piume che gli si infilavano fra le ciglia:
”Veramente pensavo a qualcos’altro, ma la tua idea è migliore”
”Modestamente…”
Il presidente si chinò verso di lui e lo baciò, assaggiando il suo lucidalabbra all’arancia.
”…dovresti ringraziarmi, è solo merito mio se possiamo farlo”
”…in effetti…”
Squadrandolo, Kaiba dovette ammettere fra sé che non era affatto male. Soprattutto il colore della sua pelle, abbronzato come un dio, lo faceva sembrare più bello di quanto già lo considerasse. Si sentiva come fosse la prima volta che lo vedeva, come se dai suoi occhi fosse stato sollevato un velo.
’Chi ho amato fin’ora?’
Forse quel colore, simile a quello che doveva avere in realtà, aveva il potere di coinvolgerlo ancora più profondamente, di condurlo sino al vero Faraone. Il suo amato originariamente non era pallido quanto loro, quindi l’aveva di fronte a sé nel suo aspetto originario- costume escluso, naturalmente- l’aspetto che aveva fatto innamorare Seth. Che fossero i suoi sentimenti uniti a quelli dell’antico Priest a farlo sentire così?
”…è tutto a posto?”
Il suo ragazzo lo riportò bruscamente alla realtà…era una fortuna che fosse avvolto dalle bende, perché probabilmente era pallido. Non pensava che il suo animo potesse essere ancora stravolto da lui…
”Sì”
”Andiamo a bere qualcosa?”
”Sì…volentieri”
Ne aveva bisogno…quella sera andare lì non era stata una buona idea, se ne era reso conto. Yugi, il vero Yugi, il proprietario di quel corpo, era in grave pericolo. A causa sua, dei suoi sentimenti impazziti, che gli stavano urlando di afferrare il Puzzle, distruggerlo in mille pezzi e gettarlo nei fondali dei sette mari.
’Non ce la farò ancora per molto’
Kaiba lo capì, sconsolato. Non avrebbe resistito ancora molto in quella situazione. Non voleva più che il suo ragazzo fosse prigioniero del corpo di un altro, voleva averlo sempre per sé, che avesse una vita sua, che potesse essere finalmente libero dalle catene di quella carne.
Ma sapeva anche che era grazie all’altro Yugi che il Faraone esisteva, che sarebbe altrimenti rimasto come spirito immateriale imprigionato nel Puzzle. Era inoltre grazie alla sua benevolenza se potevano amarsi, come poteva parlargliene senza sembrare un ingrato? Non lo era, in fondo. Voleva solo il suo ragazzo, che avesse un corpo tutto per sé. Che non dovesse più dipendere da un altro.
”Sei silenzioso”
constatò l’Antico Re, guardandolo sottecchi.
”Lo so”
Non negò…a che sarebbe servito? Lo conosceva troppo bene, ormai.
”Kaiba…”
”Non fraintendere, mi sto divertendo. È stato un bel ballo”
mormorò l’altro, cacciando nel fondo del proprio cuore quei pensieri. Non era il caso di rovinargli la serata, dato che ci teneva tanto. Il Faraone lo accontentava più di quanto lui facesse, poteva anche fare uno sforzo.
”Ah…”
”Semplicemente mi sto chiedendo come fare per proteggerti da quei lupi affamati”
Era quasi una bugia grossa come una casa. Quasi perché c’erano davvero un sacco di ragazzi che continuavano a fissare o a indicare più platealmente il suo compagno. E le sue gambe ben in mostra non aiutavano certo…
”Yugi, c’era proprio bisogno di uno spacco frontale sino in cima alla coscia, in quella gonna?”
Tre balze, una dorata, la seconda bianca e la terza verde scendevano un po’ sul davanti per nascondergli bene l’inguine, piccola concessione a pudore e decenza.
”Ehm…non ti piace?”
Una vena pulsò sulla fronte del presidente:
”Sì, mi piace molto. Il problema è che piace molto a quel branco di pervertiti senza donna o uomo che ti sta fissando”
”Ops…”
Giusto per provare, il Faraone strizzò un occhi alla sala e salutò piagando leggermente le dita…risultato: metà dei maschi presenti, e qualche femmina, risposero al saluto.
”Hai capito adesso?”
”C-Che si fa?”
L’altro prese in considerazione una fuga precipitosa, quindi optò per una piccola vendetta, scrollando le spalle:
”Non ne ho idea”
”Kaiba!!! È facile per te, vestito da mummia!!!”
”Sei tu che mi hai trascinato qui…gestisci tu la cosa”
Il Faraone grugnì, e prese la sua decisione:
”Come vuoi, mummia!”
Lo afferrò per un polso e lo trascinò verso i suoi amici, deciso a fargli passare una serata con loro.
’Se vuole la guerra, che guerra sia!’
Kaiba si lasciò portare verso di loro, fingendo un po’ di resistenza. Insultando Jono-uchi avrebbe potuto evitare di farsi assillare di nuovo da quei pensieri, non sarebbe stato tanto male. Le preoccupazioni era meglio rimandarle al futuro, quella sera era il presente che voleva godersi…

Fine


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