Ecco cosa c'era scritto sul bigliettino che ho trovato in casa
vicino al telefono quando sono rientrato dal lavoro.
Mi ha fatto piacere che se ne sia ricordato.
Quando questa mattina mi sono svegliato lui era già andato via,
e dire che era un'ora troppo presto per lui, e questo mi aveva
davvero stupito.
Sono rientrato che erano le 19, mi sono tolto i vestiti, li ho
lanciati sul letto come faccio sempre, poi mi sono diretto verso
il bagno per farmi una doccia ristoratrice.
Ho lasciato che l'acqua calda mi scorresse lungo il corpo per
quasi tutto il tempo, mentre mi scervellavo cercando di capire
che cosa avesse in mente di fare Kouji.
Quando ho finito, sono tornato in camera, ed ho aperto l'armadio
alla ricerca di qualcosa da mettere.
Alla fine ho optato per una camicia verdognola della Compagnie
Canadienne, ed un paio di pantaloni color sabbia acquistati
ultimamente. Tutto proprio come aveva chiesto Kouji.
Finalmente arrivano le 20.30 e con loro anche Shibuya, che mi dà
un colpo di citofono per dirmi che mi aspetta in macchina. Esco
di casa.
Scendo le scale ed entro in machina salutando Katsumi.
Per un buon pezzo di strada quasi non parliamo, poi mi accorgo
che abbiamo imboccato l'autostrada e stiamo lasciando Tokyo. Così
chiedo a Shibuya dove ha intenzione di portarmi, e facendo un
sorriso alquanto malizioso, mi risponde che è una sorpresa.
Il fatto che anche lui sia così misterioso mi rende alquanto
nervoso.
Poi, come per smettere di chiedermi dove mi stesse portando, gli
ho parlato del fatto che al mio risveglio Kouji non era già più
in casa.
Però questo sembrò non meravigliarlo, e da lì capì che
Shibuya aveva contribuito ai preparativi del nostro anniversario.
Alla fine arrivammo ad una spiaggia a dieci minuti da Tokyo,
tutta sabbia finissima, bianca come l'avorio, con un dolcissimo
rumore di onde che arrivano dolcemente a lambire il bagnoasciuga.
Shibuya mi fa cenno di scendere in spiaggia, e come incomincio la
mia discesa lui risale in macchina e se ne va via.
"Ma come? Se ne va? Questo è uno dei soliti stupidi scherzi
di Kouji, se riesco ad arrivare a casa gli rompo il muso!
Cantante o no, giuro che lo rovino!"
Mentre mi guardo intorno, noto, ad una decina di metri da me, un
tavolo piazzato in mezzo alla spiaggia. E' tutto imbandito come
per un banchetto di nozze e nel centro un meraviglioso mazzo di
rose rosse, ed in mezzo a tutte una magnifica rosa nera...
Le luci delle candelle ondeggiano al passare di un alito di
vento; improvvisamente un rumore continuo mi distrae e mi
costringe quasi a voltarmi a vedere cosa stia accadendo.
Guardo verso il mare. Sciaf...Sciaf...
Poi nella luce molto flebile dei lampioni della strada vedo una
figura di uomo uscire dalle onde e venirmi incontro.
Man mano che si avvicina lo riconosco in Kouji. Non gli dico
nulla, e quando ormai tra noi rimane poco meno di un passo si
ferma.
Mi guarda. Rimaniamo a fissarci per alcuni secondi che sembrano
trasformarsi in secoli.
Intravedo appena i suoi occhi nella debole luce che ci illumina,
ma sento comunque addosso quella inebriante sensazione di calore
e benessere che mi trasmette ogni volta.
Non le vedo neanche le sue mani che piano piano si posano sulle
mie spalle facendomi trasalire appena. Lentamente le sento salire
verso il mio collo e dal collo le sento passare alla nuca.
Le scarpe che tenevo in mano, perchè non si rovinassero a
contatto con la sabbia, mi cadono improvvisamente, come se nel
mio braccio non ci fosse più sensibilità.
Mi sentivo totalmente abbandonato, se avessi voluto reagire non
ci sarei comunque riuscito.
Mentre mi rendevo conto che le scarpe mi erano scivolate di mano,
Kouji posò le sue labbra sulle mie e mi baciò a lungo e con
molta passione, come se ci rivedessimo dopo settimane di
lontananza.
Io non feci altro che ricambiare il bacio, ma non riuscii
assolutamente a mettergli le braccia intorno al collo.
Non ero arabbiato con lui, ero semplicemente molto sorpreso.
Anche se da lui avrei dovuto aspettarmi una cosa del genere!
Mentre ci stavamo baciando, fece scorrere le sue mani dalla mia
nuca ai bottoni della camicia, che comiciò a sbottonare molto
lentamente.
Quando ruppe il bacio, io continuai a lasciarlo fare, volevo
vedere fin dove voleva arrivare.
Finiti i bottoni fece scivolare le mani lungo il mio petto, ed io
ebbi un attimo di smarrimento, quasi mi mancasse il respiro.
Poi fece in modo di farmi scivolare via la camicia, e, lasciando
scorrere le sue mani giù per la mia schiena, si mise in
ginocchio e cominciò a slacciarmi i pantaloni.
Io credevo che da un momento all'altro sarei caduto lungo disteso
sulla sabbia per la mancanza di forze.
Mentre sfilava via dolcemente i pantaloni lasciò che il suo
pollice destro danzasse solitario ed incerto sulla mia cicatrice,
ed in quell'istante io dovetti appoggiarmi alle sue spalle per
non finire veramente per terra.
Quando gli poggiai le mani sulle spalle, il suo volto si alzò
dai miei pantaloni al mio viso. Avevo sentito le mie guance
imporporarsi, e Kouji, senza la minima esitazione, si posò
dolcemente su quell'antica ferita.
Non avevo più un ritmo di respirazione, le gambe le sentivo
sempre più deboli, e le mie mani si erano completamente
intricate tra i suoi capelli bagnati
Quando si staccò dal mio fianco, avevo ripreso a respirare un
po' meglio di prima; aveva capito che se continuava così prima o
poi sarei svenuto ancora prima di iniziare i festeggiamenti!
"Allora? Ti muovi?"
"Cosa vuoi fare? Kouji! Fermati!"
"Semplice. Andiamo a farci una nuotatina. Ci farà venire un
appetito più forte, credimi."
"Ma sei impazzito? Non lo vedi che sono in mutande?"
"Allora toglile. Così."
Non ci potevo credere, in pochi attimi era riuscito a denudarmi
completamente e a trascinarmi in mare aperto per fare una
"sana" nuotata.
Quando fummo un paio di metri lontani dalla riva, Kouji si
immerse in profondità, lasciandomi un'altra volta da solo.
Mentre ero in mezzo al mare scuro della notte, sentii qualcosa,
una strana corrente, sempre più vicina, ed alla fine qualcosa mi
afferrò per la vita.
Cercai di non farmi prendere dallo spavento, sapevo che era lui,
e, quando mi girai di fronte a Kouji, gli diedi dello stupido:
"E se ero uno debole di cuore che mi prendeva un coccolone
qui in mezo al mare, che facevi?".
"Beh, prima di tutto non ti portavo qui, e poi al limite ti
avrei fatto una respirazione bocca a bocca... Proprio così!"
E stringendomi a sè mi diede un altro bacio, ma questo,
diversamente dall'altro, sapeva molto più di sale, essendo
bagnati entrambi.
Mentre le nostre labbra erano "sigillate", sentivo, ed
ero certo che lo sentisse anche lui, che entrambi ci stavamo
eccitando, ma credo fosse per questo motivo che questa nuotata ci
avrebbe fatto venire un appetito maggiore.
Non dicemmo niente, io pensai solo a circondargli i fianchi con
le mie gambe, mentre Kouji si muoveva ora piano ora più forte
nell'acqua salata. Era la prima volta che facevo del sesso in
mare, e la trovai un'esperienza davvero interessante.
Quando uscimmo dall'acqua eravamo nudi, sfiniti ed affamati.
Notai che Kouji non si dirigeva verso il tavolo, ma verso degli
asciugamani sulla sabbia. Aveva studiato tutto nei minimi
particolari. Da una borsa aveva estratto due asciugamani, uno per
sè ed uno per me.
Dopo che ci fummo asciugati abbastanza ci sedemmo a tavola e ci
abbuffamo come dei naufraghi che vengono portati in salvo da una
nave dopo mesi di permanenza su di un isola deserta.
Il cibo era tutto di prima scelta ed il tutto era inaffiato da un
ottimo vino rosso.
Ammetto che alla fine della cena ero abbastanza su di giri, ma
sono sicuro che Kouji aveva pensato anche a questo.
"Come hai fatto ad arrivare qui con tutta questa roba, se la
macchina l'hai lasciata in garage?"
"Ovvio! Mi sono fatto scorazzare da Shibuya! Mi sono anche
fatto lasciare un telefonino, così appena ci viene voglia di
tornare a casa, basta solo fargli uno squillo." mi rispose.
Ero letteralmente impressionato, non mi sarei mai aspettato da
Kouji tanta organizzazione, ed io ero al centro di tanta
attenzione ai particolari, e la cosa mi faceva impazzire
Dopo mangiato ci andammo a sdraiare sui due asciugamani e
rimanemmo per qualche minuto a fissare le stelle.
Poi d'un tratto Kouji rotolò su di me e mi sussurrò
all'orecchio: "Izumi, aishiteru...zutto aishiteru!".
Mentre lo diceva, lasciai che le mie mani esplorassero tutta la
sua schiena fino ad arrivare ai lombi; Kouji, intanto, aveva
cominciato ad accarezzarmi i capelli, il viso, il collo...
Quando si alzò sulle braccia gli sorrisi e gli dissi:
"Kouji, voglio fare l'amore. Qui adesso, così.".
Mi sorrise, quasi fosse certo che gli avrei detto una frase del
genere.
Cominciò col baciarmi il petto, lasciai che la sua lingua
giocasse coi brividi della mia pelle, e mentre mi accarezzava il
viso, gli presi la mano e incominciai a baciargliela, a
esplorarla con le labbra, a succhiargli le dita una per volta,
c'era ancora il sapore del mare su quella pelle.
Ad un tratto mi strattonò via la mano, e, dolcemente, si insinuò
fra le mie gambe. So che con Kouji mi bastava anche un solo bacio
per eccitarmi, ed ogni volta lui si divertiva a farmi eccitare al
massimo facendomi una pompa.
Come suo solito non mi lasciava il tempo di venire, e quando si
allontanò da me, mi guardò negli occhi e fece un sorriso che
lasciava presagire tutte le idee "morbose" che gli
turbinavano nel cervello.
Si alzò in piedi e corse verso il tavolo, prese una frappeuse
contenente dello champagne e ritornò da me.
Avevo notato lo champagne, ma non avevo visto i bicchieri
nell'altra mano.
Appena fu tornato al mio fianco stappò la bottiglia, e non feci
in tempo a rendermi conto di ciò che accadeva, che Kouji mi
stava già inaffiando con il prezioso liquore.
Sentivo le bollicine del liquore sulla mia pelle e
contemporaneamente sentivo anche qualcos'altro sulla mia schiena:
era la lingua di Kouji.
Finalmente riuscì ad afferrrare la bottiglia e a strappargliela
di mano, non che mi scocciasse il nuovo giochetto, ma volevo
anche berne un po'. Allora per tutta risposta Kouji infilò una
mano nel cestello che conteneva il ghiaccio, e con l'altra mi
rimise sdraiato a terra.
Con il ghiaccio che aveva raccolto nel contenitore si divertì a
"torturarmi", me lo passò su e giù per il petto, si
soffermò sui capezzoli, che io sentii indurirsi in un secondo,
passò molto lentamente sul basso ventre, e quando alla fine,
guardandomi in faccia, capii che se mi sfiorava un'altra volta io
venivo automaticamente, si distese su di me, lasciando ovviamente
il ghiaccio in mezzo ai nostri due corpi, e facemmo un'altra
volta l'amore.
Dopo che venimmo entrambi, vidi Kouji mettersi seduto
sull'asciugamano, che per dippiù era tutto sconquassato, e
cominciare a trafficare nel borsone che si era portato. Alla fine
estrasse un plaid, con il quale ci coprì entrambi, anche perchè
dopo il giochino del ghiaccio io un pochino di freddo l'avevo,
anche per la stanchezza.
Mentre eravamo sotto la calda coperta, mi prese fra le sue
braccia e mi strinse forte, come per non lasciarmi assolutamente
scappare da lì, ed io feci la stessa identica cosa, eravamo solo
noi due, nessun altro avrebbe potuto rovinare quel momento se
nonchè...
...Driin... ...Driin...
Era Shibuya che, stufo di restare in piedi ad apettare la nostra
chiamata, ci comunicava che entro mezzora sarebbe venuto a
prenderci.
Kouji feci per addirarsi, io gli misi una mano sulla spalla e gli
sussurrai all'orecchio: "A casa ci aspetta il secondo ruond.
Se ti senti in grado di continuare..."....
P.s. Per la notte brava con cui festeggiammo, il giorno dopo
eravamo entrambi a letto con un febbreno da cavallo!!!...