Disclaimers: Tooru e Kenji appartengono
a papi Inoue ed ai suoi editori e noi non ci guadagnamo nulla usandoli,
anche se con le tendenze di Kenji potremmo fare carriera come maitresses...
***
Islanda
parte IV
di Hana-chan
Freddo.
Sento freddo.
Ma non saprei dire se il gelo che sento viene dall'esterno o da dentro di
me.
E' una sensazione strana.
Come stare sdraiati nudi sulla neve, mentre questa continua a cadere.
Come annusare l'odore del ghiaccio.
Apro gli occhi.
Un soffitto sconosciuto.
Ma familiare.
Cerco di mettere meglio a fuoco quando, improvvisamente, tutto diventa
sorprendentemente chiaro. Riesco a distinguere la sensazione del parquet
sulla schiena nuda, il soffitto alto e luminoso, dalle cui finestre filtra
la prima luce del giorno.
Per un attimo mi sento confuso.
Perché mi trovo qui?
Perché non sono nel mio letto, a casa, al sicuro?
Ma dura solo un istante. E poi il puzzle si ricompone, crudele e perfetto
in ogni dettaglio, nella mia mente.
Fujima.
E Maki.
Insieme, come a raffigurare la perfezione, la dualità dell'uomo.
Sento lo stomaco contorcersi.
Mi viene da vomitare.
Tutto il mio essere si sta ribellando, con tutta la forza di cui è
capace, a quest'idea.
Quanto sono stato stupido!
Che idiota sono stato a pensare che quello che Ken provava nei confronti
di Maki potesse essere solo rivalità!
Era così chiaro! Così dannatamente lampante!
Sento la rabbia rifluire prepotentemente dentro di me, come un maremoto.
E' pronta a distruggermi.
Ma non ho intenzione di permetterglielo.
Mi metto seduto, le gambe incrociate.
Cerco la palla con gli occhi.
La vedo vicino alla maglietta bianca che avevo gettato a terra dopo
essermela tolta stanotte, mentre mi allenavo.
E' l'unica soluzione possibile.
L'unico modo in cui posso sfogare l'amarezza, il dolore e l'odio. Lo
stesso che ho usato stanotte quando, a pezzi, sono venuto a rifugiarmi in
palestra.
Allungo il braccio e la palla è nelle mie mani.
La rigiro pigramente, osservandone affascinato i movimenti ipnotici.
Poi sono di nuovo in piedi.
Pronto ad allenarmi fino allo sfinimento, fino a quando non crollerò
nuovamente esanime.
Come la notte appena passata.
Inizio a palleggiare.
Le immagini di Fujima mi si affollano in testa.
E allora tiro!
Un canestro.
One shot one kill!
Le istantanee di Ken si susseguono e ad ognuna corrisponde un canestro.
Ormai tutto ciò che mi circonda non fa più parte di una dimensione
reale.
La palla è diventata il volto di Kenji, il canestro ha assunto le
sembianze di Maki e ogni mio tiro è una freccia scoccata contro quel
volto abbronzato dal sorriso sardonico perennemente stampato.
Non so per quanto vado avanti così.
Forse cinque minuti, forse ore. So solo che mi risveglio da questo stato
di torpore quando sento la porta della palestra aprirsi.
Mi volto per vedere chi mai possa essere e una morsa di ghiaccio mi
stritola il cuore e le viscere.
Fujima.
Sono impietrito.
Cosa devo dire?
Cosa devo fare?
Che qualcuno mi dica qualcosa.
Aiuto!
"Finalmente ti ho trovato, Hanagata! E ora non potrai sfuggirmi tanto
facilmente!"
Cosa?
"Ora ESIGO una spiegazione." - sibila a denti stretti.
Gli occhi solitamente enormi, da bambola, ridotti a due fessure sottili.
Viene verso di me, come un predatore.
La rabbia che divampa in lui è quasi palpabile.
Per la prima volta mi sento intimorito da qualcuno.
"Come?" - dico, inebetito.
"Ho detto che esigo una spiegazione!" - ripete, sempre più
furioso. - " Il motivo per cui sei venuto a casa mia lo so già, ma
ora voglio sapere che ti è preso dopo! Perché hai preso a pugni Maki?
Come hai potuto mettermi in una situazione tanto imbarazzante? Come ti sei
permesso di umiliarmi?"
Non so cosa dire.
Ha ragione.
Mi sono comportato come un perfetto idiota.
Mi vergogno di me stesso.
Mi faccio schifo.
Talmente schifo che non riesco nemmeno a guardarlo.
Fisso il pavimento.
Muto.
Sento Ken chiedere impazientemente
" Allora?"
Ma continuo a tacere.
Rimango nel più assoluto silenzio anche quando lo sento avvicinarsi.
Sempre più vicino, ancora e ancora e ancora.
Ormai ci separa la distanza di un bacio, ma i miei occhi continuano a
guardare vuoti il pavimento.
Sento il corpo di Kenji tremare.
Ormai non riesce più a contenere la collera che prova verso di me.
Ha ragione.
Me la merito.
Rimango in attesa, non so nemmeno io di cosa.
" Rispondimi Tooru!" - urla, afferrandomi per le spalle e
scrollandomi con una forza che non avrei mai pensato possedesse. -
" Vuoi deciderti a spiegarmi Tooru, maledizione?!"
Sono attonito.
Possibile che io sia riuscito a scatenare una reazione tanto intensa in
Fujima? Io, l'uomo di ghiaccio.
Io che per non ferire e non essere ferito, ho sempre fatto in modo di
risultare gentile ma sfuggente, normale ma in qualche modo alieno a tutto
e a tutti.
Ho un disperato bisogno di leggere ciò che si agita nell'animo di Ken.
Ho bisogno di guardarlo negli occhi.
Ma al medesimo tempo non ne ho il coraggio.
Sposto lo sguardo dal parquet del pavimento ai piedi di Kenji.
Sono scalzi quei piedi, nudi e terribilmente seducenti, così in contrasto
con la divisa scolastica, dal taglio classico, perfettamente stirata.
Seguendo la piega dei pantaloni faccio correre lo sguardo su, lungo le
gambe, fino a raggiungere la vita, che messa in risalto dalla sagomatura
leggera della giacca, appare persino più minuta. Perfetta. Come tutto in
lui, del resto.
Sto per alzare il viso, per guardarlo negli occhi, quando percepisco
qualcosa di sbagliato che però non riesco a mettere a fuoco.
Non capisco.
Che cosa mai.
Ma. Certo!
La giacca!
Ecco qual era il dettaglio stonato che non riuscivo ad identificare!
C'è un rigonfiamento nella tasca sinistra della sua giacca.
Chissà cosa potrà mai essere?
Sono curioso di saperlo.
E contro la mia natura, solitamente discreta, faccio scivolare dentro lo
sguardo.
Un lembo di stoffa bordeaux.
C'è qualcosa di familiare nella tonalità.
Qualcosa che mi ricorda il colore del sangue.
Ma c'è anche qualcos' altro.
Meccanicamente, senza riflettere, insinuo le dita dentro la tasca, per
tirare fuori.
Una cravatta.
(Fujima non ha mai indossato cravatte.)
Una cravatta bordeaux.
Ho già visto una cravatta come questa.
(Certo che l' hai già vista!)
Ma su chi?
(Perché continui a fingere di non aver capito a chi appartiene?)
Poi la risposta.
Ed il serpente che giace dentro di me ridacchia, gongolante, della mia
ingenuità.
Maki.
Quella è la cravatta della divisa scolastica dell' Istituto Kainan.
La cravatta di Maki.
E si ridesta nuovamente il berserker che giace addormentato dentro di me.
Sono un idiota.
Sono un ingenuo.
E sono furioso.
Guardo la mia mano. Sto stringendo talmente forte la cravatta in pugno da
farmi diventare bianche le nocche delle dita. Sto addirittura tremando.
Ora BASTA!
Questo è stato davvero troppo!
Faccio un passo indietro mentre alzo la testa, gli occhi puntati su quelli
di Fujima.
" Finalmente ti sei deciso a darmi una spiegazione, Tooru!"
- dice. - "Allora vuoi dirmi che cosa ti è preso."
Le parole gli muoiono in bocca quando nota la mia espressione.
E' visibilmente confuso.
Non mi ha mai visto così.
Ma del resto nemmeno mi ero mai sentito così.
" Che. che cosa c'è? Perché mi stai guardando in quel
modo?" - domanda turbato
E' la goccia.
E' il vaso di Pandora che viene aperto.
E tutti i demoni che vi giacciono addormentati risorgono a nuova vita,
fluendo fuori di me.
Ora è il mio turno di gridargli in faccia tutto il dolore, la rabbia, il
disprezzo e la disperazione che albergano in me.
"Tu.Perché? Perché proprio con lui? Perché fra tanti proprio
lui?" - domando, con la voce rotta.
Non capisce. Riesco facilmente a leggere dentro quegli occhi pieni di
interrogativi.
Infatti domanda
"Di. di che cosa stai parlando, Tooru?"
La mia risposta è muta.
Lentamente, con gli occhi colmi di rabbia e dolore, sollevo la mano e gli
faccio dondolare davanti agli occhi ciò che stringe.
Vedo il suo volto diventare cereo.
E' annichilito. E la parte più crudele di me gongola della cosa.
"Perché con lui? Perché proprio con quell'arrogante?" - sto
urlando ora, non più in grado di trattenere la collera - " Cosa c'è
stato fra di voi? Cosa avete fatto? Dimmelo, devi dirmelo!"
"Come. Come cavolo ti permetti di rivolgerti a me in questo modo?!
Con che diritto? Con che diritto osi biasimarmi, eh, Tooru?!" -
sibila a denti stretti. Lo sguardo freddo e affilato come la lama di un
bisturi. - "Quello che posso aver fatto con Maki non ti
riguarda!"
Smettila.
"Nemmeno se fossi andato a letto con tutti i membri della squadra o
se avessi partecipato a un'orgia, la cosa ti riguarderebbe!!!" Basta.
"Io non ti devo nessuna spiegazione! Non ti devo nulla!"
"TACI!" - urlo, mentre un sonoro schiaffo colpisce in pieno il
suo bel viso.
Sento che mormora confuso un "come" mentre, continuando a
ripetere, come una litania, "Taci, taci, taci." gli prendo il
mento con la mano e gli sollevo il viso per baciarlo.
Un bacio forzato, violento e possessivo, che niente sembra avere in comune
con l'amore. Tento di insinuare la lingua per fargli schiudere la bocca,
ma lo sento resistere, opporsi con tutte le sue forze al mio assalto.
[No. Non mi fermerò. Non questa volta.]
Faccio pressione con tutto il mio peso su di lui finché non lo sento
perdere l'equilibrio ed entrambi cadiamo sul parquet della palestra.
Kenji si divincola inutilmente, tentando di sottrarsi a me, mentre,
inchiodandolo a terra con tutto il mio corpo, gli blocco ambedue i polsi
con la mano libera; l'altra sta ancora stringendo la cravatta.
"Tu. tu sei un oni travestito da angelo." - sospiro, continuando
a divorargli la bocca, il collo, gli zigomi con baci famelici - "Con.
con quegli occhioni ingenui e quel sorriso innocente seduci tutti i poveri
idioti che, come me, non aspettano altro che tu rivolga loro un cenno, una
parola gentile, incapaci di dirti di no."
Vedo i suoi occhi accendersi a queste parole, mentre si morde
orgogliosamente le labbra, e questo alimenta la mia eccitazione. Ripenso
alla cravatta che stringo in mano e un pensiero perverso mi balugina nella
mente. Mi sollevo un poco, quel tanto che basta a facilitarmi i movimenti.
"Smettila, Tooru. Smettila immediatamente. Questa puerile rivalsa su
di me è durata fin troppo." - la sua voce è dura e fredda come un
iceberg, ma noto un' impronta di panico nello sguardo di Ken, quando
rispondo
"No. Non mi fermerò. Non questa volta. Kami-sama, ti ho desiderato
così tanto e talmente a lungo che ora che ti ho qui, sotto di me, alla
mia mercé, non lascerò che tu mi scivoli via come l'ultima volta."
- dico, mentre gli lego assieme i polsi sopra la testa con la cravatta -
"Non mi interessa se poi mi ucciderai, cosa mi potrà succedere dopo
non ha per me la minima importanza. L'unica cosa di cui m'importa è che
tu ora stia qui con me."
" Tooru smettila. basta. lasciami. nn.. lasciami.ti prego" - lo
sento singhiozzare.
Lacrime copiose iniziano a scendere lungo quegli zigomi cesellati, quando
finalmente si rende conto che questa volta non è in grado di dominarmi, e
questo lo fa apparire ancora più fragile e bello.
Ho appena finito di legarlo saldamente che scendo a leccargli via le
lacrime dal volto. Continuo a leccarlo e a baciarlo anche quando mi sposto
dal viso al collo, per poi continuare a scendere verso l'incisura
giugulare.
"Tu. sei. cattivo." - mormoro, mentre gli mordicchio
delicatamente la clavicola. E' come avevo sempre pensato.Fujima.la sua
pelle.profumano di cannella e hanno un sapore dolcissimo. inebriante.
Inizio a sbottonare la camicia con movimenti languidi, poi sempre
più in fretta, troppo eccitato per trattenermi oltre. Quasi mi manca il
fiato quando finalmente finisco.
Piccole perle di sudore ricoprono il torace, l'addome, i capezzoli del mio
amore, come ad incoronarne la perfezione. - "Sei. crudele. sei.
bellissimo. Così. perfetto."
Bacio quell' epidermide umida e profumata, come un naufrago finalmente a
casa. Ne esploro ogni centimetro con le labbra e con la lingua.Quindi
dedico tutta la mia attenzione ai capezzoli. Vi faccio delicatamente
scorrere le dita sopra, sorridendo quando li sento inturgidirsi. Decido di
ripetere l'esperimento dopo essermi umettato le dita con un po' di saliva.
Lo sento fremere sotto di me così alzo gli occhi per poterlo osservare:
ha il viso arrossato e un' espressione indefinibile dipinta sopra. Sorrido
mentre mi chino nuovamente su di lui, le labbra protese a succhiare un'
areola.
Lascio piccoli rivoli di saliva quando con la bocca scendo verso l'addome
baciando, mordendo e succhiando ogni centimetro di pelle, insinuando la
lingua nell' ombelico per stuzzicarlo. Continuo finché non sento Ken
lanciare un gridolino.
Vorrei andare avanti così ancora a lungo, ma l'organo congestionato che
sento pulsare attraverso la stoffa della tuta mi fa desistere. Non
resisterò ancora a lungo. Ma mi resta ancora una cosa da fare prima..
Faccio scivolare le mani dalla vita fino al bottone dei pantaloni della
divisa di Kenji, facendolo schizzare via per aprirli il più velocemente
possibile. Glieli sfilo con un unico movimento assieme ai boxer
elasticizzati blu oceano che indossa.
Mi perdo ad osservarlo per un tempo infinito.
E' dannatamente bello così sudato ed eccitato.
Scendo a leccare l' inguine e l'interno delle cosce con languidi baci,
mormorando
"Non mi sembra ti dispiaccia poi tanto il trattamento che ti sto
riservando."
" Ba.stardo" - sibila con la voce impastata di lussuria, quando
le mie labbra sfiorano il suo sesso, mentre con le mani accarezzo lo
scroto.
Mi eccita.
Mi eccita da morire questa sua finta ritrosia.
"Vediamo se anche adesso mi consideri un bastardo." - sussurro
mentre schiudo le labbra per accoglierne la punta.
" Aah." - grida, per poi aggiungere, in tono di sfida - "
Ok, Tooru! Sei. riuscito a. sottomettermi. Ora. vediamo. se riesci anche a
farmi urlare dal piacere."
Non chiedo di meglio!
E il suo sesso sparisce all'interno della mia bocca.
Quella che provo è una sensazione incredibile.
Mi sembra. di non possedere più un corpo. No. non è questo. è come se
il corpo fosse un tutt'uno con la mia bocca. Come se tutte le
cellule e i recettori del mio corpo si fossero attivati contemporaneamente
per assaporare la sensazione che mi da accarezzarlo con i denti e la
lingua, sentirlo grattare sul palato, percepirne il sapore muschiato
mescolato all'aroma di cannella del bagnoschiuma.
Affondo le mani nelle sue natiche per attirarle ancora di più verso di
me.
Come se volessi fondermi con Ken.
Come se in questo modo potessi sentirlo più vicino.
Come se volessi fare di noi due anime in una.
Avverto Fujima gemere in preda all'estasi.
Nel suono della sua voce c'è una muta esortazione.
Continua.
Ancora e ancora e ancora.
Sono tentato, MOLTO tentato di accondiscendere a questa richiesta, ma la
turgidità della sua carne mi fa capire che manca poco perché venga, ed
io ho ancora una cosa da fare.
Faccio scivolare via le labbra dal suo sesso lentamente, sapendo che
per lui questa sarà una dolce tortura.
Kenji borbotta parole indistinte in segno di disapprovazione, ma smette
immediatamente quando mi sente frugare con la lingua nella sua piccola
apertura.
E' bollente.
E non mi riferisco solo all' entrata che sto diligentemente umettando.
Il suo corpo brucia come se fosse in preda a una febbre violenta. E il mio
cuore arde.
Stacco la mia bocca da lui giusto il tempo per sostituirla con un lungo
dito affusolato.
Il piccolo anello di muscolatura si contrae, come ad opporsi al mio
assalto, per poi rilassarsi piano piano.
Bacio la tenera pelle dell'interno coscia mentre furtivo aggiungo un altro
dito. Lo sento opporre minor resistenza questa volta e ciò mi spinge a
continuare la stimolazione. Geme, la mente ottenebrata dalle
sensazioni che prova.
Una fitta di dolore mi fa chiaramente capire che il mio pene ha patito fin
troppo e che ora pretende di essere liberato.
Mi sfilo le scarpe da ginnastica usando i piedi, quindi i calzettoni di
spugna, la tuta e i boxer con un' unica mano, l'altra ancora intenta a
scoprire nuove zone di piacere all'interno di Fujima.
Sono completamente nudo ora.
Pensavo che la prima volta sarebbe stata imbarazzante.
Trovarsi nudi e privi di difese di fronte a qualcuno mi incuteva un
terrore reverenziale.
Si, mi sono trovato nudo diverse volte nelle docce con il resto della
squadra, ma quella è una cosa completamente diversa. Non è così.intima.
Invece. sono completamente a mio agio. E talmente eccitato da star male.
Levo le dita da dentro di lui, per poi farci penetrare la punta del mio
sesso. La muscolatura del piccolo sfintere si contrae di nuovo,
stringendosi attorno a me con forza inaspettata.
Kenji manda flebili gemiti di dolore.
Mi ripugna farlo soffrire. Per quanto male mi abbia fatto, mi rendo conto
di essere incapace di farne io a lui.
Lo guardo.
Il suo viso è tirato e dei grossi lacrimoni gli spuntano agli angoli
degli occhi.
Il cuore mi si stringe in una morsa.
Non posso.
Non ci riesco.
Non sopporto di vederlo soffrire.
" Forse è meglio che smetta." - sussurro con voce tremante.
Noto i suoi occhi accendersi di una luce misteriosa mentre con voce alta e
ferma grida
" NO! Voglio che continui! Questo è un ordine, hai capito Tooru?!
"
Rimango basito qualche istante prima di borbottare " Ok.",
mentre un sorriso obliquo si stampa sul mio volto.
Spingo il mio sesso più in profondità dentro di lui, mentre lo sento
poco a poco sciogliersi e lasciarsi andare.
Mi chino a baciarlo.
Le nostre lingue duellano per prevalere, mentre lentamente inizio a
muovermi fuori e dentro di lui. La scossa elettrica di puro piacere che mi
invade è qualcosa di mai provato.
Il ritmo delle mie spinte aumenta, in sincronia con i nostri ansimi.
Lascio le labbra di Ken per sollevarmi meglio sulle braccia, ma a questo
punto succede qualcosa di incredibile: Le braccia di Kenji, ancora legate
per i polsi, mi cingono il collo e mi attirano verso di lui. Il suo petto
è proteso verso di me.
Si sta offrendo.
Si sta offrendo a me senza alcuna riserva.
Lo bacio.
Il collo, le guance, gli zigomi, il lobo delle orecchie, le spalle, i
capezzoli.
Bacio ogni angolo che riesco a raggiungere di quella pelle profumata
mentre le mie spinte diventano via via più ossessive.
Lo sento urlare.
Siamo entrambi al limite.
Senza fermarmi, insinuo una mano tra di noi e la faccio scorrere finché
non trovo il sesso pulsante di Kenji. Lo afferro e inizio a far scorrere
le dita su e giù per tutta la sua lunghezza, dedicando particolare
attenzione al glande umido.
Il corpo di Fujima è scosso da spasmi, quando finalmente raggiunge
l'orgasmo. Lo guardo rapito mentre freme sotto di me. E' bello quanto solo
Lucifero avrebbe potuto essere, l'angelo più bello e amato dal Dio
cristiano. L'angelo ribelle.
Questi e altri pensieri confusi mi turbinano nella testa, finché la mente
mi si ottenebra, tutto diventa nero e finalmente vengo anch'io.
***************************
La prima cosa che vedo quando finalmente riapro gli occhi sono fili di
seta castani e due luminose stelle color nocciola.
Fujima.
Ha un espressione dolce e tranquilla sul volto quando, guardandomi negli
occhi, mormora
"Tooru."
Gli sorrido dolcemente mentre gli rispondo
" Si. Cosa c'è mio piccolo angelo?"
"Pensi che potresti slegarmi i polsi, ora? Sai, sto iniziando a non
sentirmi più le mani!" - ridacchia.
" Ah. Si, certo! Scusa!" - borbotto imbarazzato, mentre snodo
solerte la cravatta.
Devo sembrare davvero buffo, perché vedo Ken trattenere a stento le risa
" Mmpf. Ahahahahahahah." - la sua risata è il suono più bello
ed argentino che io abbia mai udito. - " Sai una cosa, Hanagata Tooru,
sei la persona più assurda che io abbia mai conosciuto! Hai avuto
l'ardire di legarmi e, praticamente, di violentarmi e adesso ti scusi
perché in questo modo mi si è rovinata la pelle dei polsi!" -
smette nuovamente di parlare, in preda ad un nuovo attacco di risa. Quindi
riprende - " La cosa più sorprendente, però, è che non riesco
proprio ad essere arrabbiato con te. E' davvero strano,
conoscendomi."
Si alza da terra e piano inizia a raccogliere i suoi abiti sparpagliati
sul parquet e a rivestirsi.
Lo imito in fretta, quando mi rendo conto che siamo ancora in palestra.
Che siamo SEMPRE stati in palestra.
Kami-sama!
E se qualcuno fosse entrato mentre.
Arrossisco.
Solo ora mi rendo realmente conto di ciò che ho fatto.
" Non. è. possibile!" - sussurro. - " Non. non è
possibile che proprio io abbia fatto una cosa simile. Non io, l'uomo di
ghiaccio."
Fujima sorride, continuando ad abbottonarsi lentamente la camicia.
E continua a sorridere mentre mi dice
" Anche a me sembrava impossibile. Non ti avevo mai visto così fuori
di te. Era come se fino ad ora tu avessi avuto un vulcano che giaceva
addormentato dentro di te, nascosto da una spessa coltre di ghiaccio. Sai.
per certi versi mi ricordi molto l' Islanda."
" L' Islanda?" - ripeto, confuso.
" Si." - conferma - " Quell' isola benché sia quasi
perennemente coperta dal ghiaccio, nasconde al suo interno innumerevoli
geyser e vulcani sommersi. Proprio come te."
Sorrido.
Non so perché, ma quello che Fujima mi ha detto mi riempie di gioia. Come
se il lungo inverno in cui albergava il mio cuore, fosse finalmente
terminato.
Come se finalmente anch'io avessi un luogo cui appartenere.
Un posto da chiamare 'casa'.
Mi sto allacciando le scarpe da ginnastica, quando il mio sguardo si posa
sulla cravatta bordeaux ancora a terra.
L' interruttore che mi ha fatto esplodere.
Maki
Stringo gli ultimi lacci, quindi mi chino a raccoglierla.
C'è un'ultima cosa che mi è rimasta da fare.
La più importante.
La più essenziale.
" Cosa provi per Maki?" - domando.
Il cuore mi batte furiosamente.
Devo sapere.
Ne ho bisogno.
Kenji si volta piano verso di me.
La sua espressione è indefinibile.
Malinconia, tristezza, confusione e mille altri sentimenti sembrano
mescolarsi in lui.
Ci guardiamo in silenzio per un tempo infinito.
" Non lo so." - sospira infine - Davvero non lo so. Il mio
rapporto con Shin'ichi è sempre stato confuso. Siamo sempre stati rivali,
questo si, ma non solo. Quando è vicino a me, non faccio altro che
stuzzicarlo ed essere sgradevole con lui, senza essere mai me stesso, ma
quando non lo vedo mi manca e lo cerco. E per lui è lo stesso. Ci
attiriamo e ci respingiamo. Come due satelliti che non si possono
avvicinare troppo l'un l'altro se non vogliono collassare."
" E per me? Per me cosa provi?" - chiedo fremente.
"Per te è lo stesso, anche se in maniera diversa. Con te riesco
sempre ad essere rilassato e forse riuscirei persino a lasciarmi andare.
Mi piaci Tooru, mi sei sempre piaciuto, solo che non so fino a che
punto." - a questo punto si zittisce. Quindi si dirige verso
l'entrata della palestra, dove ha lasciato le scarpe da interni. Apre la
porta dicendo - " E' meglio che vada, non vorrei che qualcuno
vedendoci uscire insieme equivocasse." - fa per andarsene ma poi si
volta nuovamente verso di me per aggiungere - "Ah. Vedi di chiamare
tua madre per rassicurarla sul fatto che stai bene. Stamattina quando sono
passato a casa tua era preoccupata. Pensava che almeno io sapessi
dov'eri."
" Ok, grazie." - rispondo. Quindi aggiungo - " Ai shiteru,
Kenji."
Sorride mentre mormora - " Lo so."
Quindi la porta si chiude alle sue spalle.
Ridacchio mentre penso che quella risposta è proprio da lui.
Mi dirigo nello spogliatoio a prendere la mia roba, quindi raccolgo la
cartella che Ken mi ha lasciato in entrata. L'avevo dimenticata nel suo
giardino la scorsa notte.
Devo chiamare okasan, penso mentre esco dalla palestra.
La luce chiara del mattino è talmente abbagliante da ferirmi gli occhi.
Il cielo è terso e di un azzurro splendido.
Ripenso a Fujima.
Alle sue parole.
Io.
Lui.
Maki.
Non so come andrà a finire questo instabile triangolo, ma spero davvero
che il mio dolce e bellissimo angelo continui a volgere i suoi occhi verso
di me, come stamattina.
OWARI
Choco--- seduta sulle
ginocchia di Hanagata e brindando con lui :
KAMPAIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!! ALLELUJAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!
Ce l'ha fatta!!!!!!!!!!!!!!
Hanagata: #smile-smile# :
grazie, Chokkina.
Hanachan&Fujima: EHI,
VOI DUE!!! Ma che state facendo?!?!?!?
Choco: OHOHOHOHOH!!!!---
Alla Kodachi Kuno Ma niente, puccini!!! Sto festeggiando con Tooru
la fine di questa tormentatissima ficcie!!! La scena lemon!!! Il
coronamento del sogno d'amore di.
Fujima: VA BENE, ma c'è
bisogno di stargli in braccio? E di STRUSCIARTI?!?!
Hanachan: Ehm.
Choco: SENTI, Lolita di
seconda scelta. IO non mi struscio su NESSUNO, nemmeno su Maki!!!
Chiaro?!?!?!? #HIC!#
Hanagata: #smile# Dai,
fate i bravi, voi due.
Hanachan: EHM..
^__^''''''' Kenji, non la provocare.
Fujima: MA GUARDALA!!!
Sta seduta in braccio a Tooru!!! E beve sakè dal SUO bicchiere!!! Non le
dici niente?!?!?!?
Hanachan: Ehm. Appunto!!!
Tu non sai di cosa è capace quando è ubriaca! #shiver#
Choco: Oh, Toruccio.
Perché non leghi anche me? Ti presto la mia cintura di perline!
Hanachan: COSA?!?! EHI,
Chokkina, non esagerare!!! E poi quella cintura ti si rompe sempre!
Fujima: Ah, adesso ti da
fastidio, eh? -_____________-
Hanagata: Ehm. #blush#
Hanachan: C'è una sola
cosa da fare! Kenji!!! ---- Puntandogli contro l'indice
Fujima: Che vuoi da me!?!
Hanachan: Chiama Maki!!!
IMMEDIATAMENTE!!!!
Fujima: Te lo scordi!!!
Con #quella# in quelle condizioni?!?!?!?!
Hanagata: Ehm. Scusa
Kenji, ma che problema ci sarebbe? Almeno ci penserebbe lui alla povera
Chokkina. Guarda qui come sta male!!! -- Indicando Choko che, sempre in
braccio a lui, sbircia in tutti i bicchierini con sul fondo le foto degli
uomini nudi
Hanachan:
-_____________________-
Fujima: Beata
ingenuità..
Hanachan: OK!!!! La porto
via io!!!! -- Strappando Choco dalle braccia di Tooru e caricandosela in
spalla
Choco:
NNNNNNNOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!! #hic# La mia collezione di
bicchieriniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!
Fujima:
-_____________________--
Hanachan: Ehi, voi
due!!!! --- A Tooru e Kenji.
Tooru&Kenji:
si?!?!?!?!
Hanachan: Vi do il
permesso di fare quello che volete. Vedete di approfittarne, dato che ho
installato cinque telecamere Sony di ultima generazione acquistate da
Choco con la carta di credito di Maki!!!! Almeno, la prossima volta che
dovrò scrivere una lemon su di voi, non dovrò far altro che guardarmi le
video registrate!!! OHOHOHOHOHOHOHOHOHOH!!!! --- allontanandosi con Choco
in spalla
Tooru: .
Fujima: .
Tooru: . Ma pensi che la
pazzia sia un male contagioso?
Fujima: .Credo proprio di
si..
*OWARI!!!!!* ^_______________^
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