Disclaimers: I personaggi appartengono al nostro papi/amante/sensei Inoue ed ai suoi editori... Se Fujima appartenesse a me, saprei ben io che uso farne! *_____________*
La canzone dei Cure appartiene a loro... Ma non credo che si offenderanno se Hanachan ne ha fatto uso qui! ^o^



Islanda

parte III

di Hana-chan


Luna nuova.
Il cielo stanotte è nero come la pece. Un nero senza speranza, senza uscita.
Solo l'ululare del vento a riempire questo buio altrimenti vuoto.

E' una notte fredda, questa.
Gelata, oserei dire.
Come il mio cuore.
Fino ad ora.

Lui è ritto davanti a me.
Nudo.
Rivestito solo di quell'aura magnetica e luminosa che lo contraddistingue.
Sembra impossibile, ma riesco a vederlo nonostante l'oscurità, che sembra aver inghiottito tutto. Noi, la città addormentata, l'intero pianeta.
Mi sembra di essere un gatto.
Un gatto nero che osserva affascinato la realtà che lo circonda.

Vedo i suoi capelli, quei sottilissimi fili dai riflessi dorati, mossi dal vento che spira, attraverso la finestra, in camera mia.
Vedo il collo, lungo e sottile come quello di un cigno. Quante volte ho sognato di toccare quel collo, di farvi scorrere lievemente le dita, per poi proseguire verso l'incavo nucale e la schiena. Quante volte ho desiderato baciarlo.
Le spalle, i pettorali flessuosi, su cui spiccano due piccoli capezzoli rosa, la vita sottile, gli addominali sviluppati cui fa seguito l'inguine caldo e morbido.
Vedo tutto.
Tutto quello che ho sempre sognato.

Cerco i suoi occhi, quegli occhi colpevoli di avermi stregato fin dalla prima volta i cui li vidi.
Voglio affogare in quegli occhi, ma non ci riesco.
Sono velati dalle lunghe ciglia scure. Nascosti.

Voglio sondarlo.
Voglio sentirlo.
Voglio sentirlo muoversi contro di me, in preda al desiderio.
Lo stesso desiderio selvaggio che provo io e che mi fa vibrare nel profondo.

Mi avvicino senza far rumore, lentamente. La mano tesa, pronta a toccare quel corpo splendido.
Ho paura.
No, non è paura. è terrore e. desiderio.
Sono terrorizzato all'idea che scompaia. Che se ne vada.
Anche questa volta.
Non credo che potrei sopportarlo. Non di nuovo.

Sento le mie dita sfiorare la pelle liscia e morbida della sua spalla. Un fremito. Lascio il mio pollice libero di vagare lungo il suo collo.
Ho bisogno di sentirlo... di sentire il suo odore... il suo calore... di sentire il suo respiro mescolarsi con il mio.

Muovo un passo... ormai solo un soffio di vento si frappone tra noi.
Vorrei chinarmi a baciarlo ma ho paura.
Paura che svanisca come fumo.
Sempre mantenendo la mano sulla sua spalla e continuando a carezzarlo, gli giro attorno, in modo da cingerlo da dietro. Affondo il viso nei suoi capelli.
L'aroma di muschio bianco che mi si spande nelle nari è tanto intenso da provocarmi una sensazione di vertigine.
Mi sento affogare.
Affogare a causa della malia di una sirena.
Fujima.

Volgo lo sguardo sul suo collo.
Quante volte mi sono ritrovato a fissare ipnotizzato questo collo tanto armonioso.
Quante volte mi sono trattenuto a stento dall'impulso di baciarlo, di succhiarlo, di morderlo. Ed ora ho la possibilità di ottenere ciò che ho sempre sognato.
Chino il capo in modo che le mie labbra ne sfiorino la pelle alabastrina. E vengo travolto da un'ondata di desiderio.
Sento la mia lingua, quasi animata da una volontà propria, scivolare furtivamente tra le mie labbra per godere del gusto leggermente salato di quella pelle dal profumo di cannella.
E' inebriante.
Intossicante.
E allora lascio che siano i miei sensi a guidarmi.
Ho tolto ogni freno alle mie inibizioni, ormai. E lecco e succhio e bacio e amo ogni centimetro di quell'epidermide profumata, mentre le mie mani esplorano il torso di Kenji, giocando tentatrici con i suoi capezzoli, morbidi e turgidi al medesimo tempo. Memorizzo ogni linea, ogni neo, tutto, mentre scendo a baciare lo spazio tra le scapole, a delimitarne i contorni con la lingua.
Le mie mani sono sul suo addome quando la mia bocca si sposta dalle scapole alle reni. Mordicchio dolcemente quei lombi teneri e sodi, prima di ricoprirli con una serie di baci umidi. Sento le mie dita giocherellare pigramente con i peli pubici di Kenji e lo sento fremere, al contatto dei miei polpastrelli con quella particolare zona del suo corpo. La cosa mi eccita ulteriormente e un'idea si fa largo nella mia mente.

Le mie mani si spostano carezzevoli sui fianchi di Fujima e improvvise lo costringono a voltarsi verso di me.
Sono in ginocchio.
Il capo ritto a guardare ciò che è stato protagonista di tutti i miei sogni più intimi e segreti.
E' bellissimo.
Mi tendo in avanti, le labbra protese, ansiose di ricevere al loro interno il sesso pulsante di Ken.
Pregusto l'attimo esatto in cui lo accoglierò dentro di me.


Bipbipbipbipbipbipbipbipbipbipbipbipbipbipbipbipbipbipbipbip!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


Il suono improvviso e insistente della sveglia mi desta di soprassalto.
Sono completamente sudato
e.un dubbio si fa largo nella mia testa.
Scosto di scatto il lenzuolo e mi protendo a guadare nello spazio tra le mie gambe.non vorrei che.

"Kuso!"

La parola mi esce dalla bocca senza che io possa fare nulla per trattenerla.

" E questa come farò a spiegarla ad okasan?!"

Con la mente intenta a cercare una giustificazione plausibile per spiegare l'accaduto, mi alzo dal letto e mi dirigo, di pessimo umore, verso il bagno.

               _____________________________________________________________________


E' una giornata nuvolosa.
E non mi riferisco solo al tempo.
Non sono riuscito a concentrarmi nemmeno per un momento sulle lezioni, occupato com'ero a
tentare di non ripensare al sogno di stamattina.
Il profumo di Fujima, il calore della sua pelle sotto le mie dita.
Sembravano così reali, così tangibili che ancora non riesco a credere che si sia trattato solo di una chimera. Anche ora il ricordo delle sensazioni provate stanotte mi fa nuovamente infiammare i sensi.
Sono confuso.
Come potrò guardare negli occhi Ken senza che il sogno torni immediatamente ad ossessionarmi,
senza che lui mi legga in viso l'imbarazzo e il disagio che provo? Come farò a celare i miei sentimenti per lui davanti alla squadra? Come potrei sopportare di averlo così vicino e allo stesso tempo tanto lontano?
Inavvicinabile.

Non voglio!
Non voglio essere costretto ad affrontarlo!
Voglio solo.
(Lui!)
.scappare!
Scappare da Kenji, dalla squadra, dal mondo intero.

Voglio tornare nella mia piccola bolla, quella che mi avviluppava, mi cullava e proteggeva, quando io e il mondo esterno eravamo ancora due estranei.
Voglio.
(Kenji!)
.continuare ad essere solo.
Voglio.
(Possederlo!)
.che nessuno abbia mai modo di ferirmi.

"Kuso! Cosa devo fare?"

Mi rendo conto di aver pronunciato quest'ultima frase ad alta voce perché noto che le persone attorno a me ridacchiano e mi additano canzonatori.
Imbarazzo e disagio fluiscono prepotentemente dentro di me e la voglia di fuggire lontano si fa più cocente. Stringo i denti e, nonostante l'umiliazione, procedo pacato lungo il corridoio.

Basta!
Ho deciso.
Oggi salterò gli allenamenti.


Mi stringo nel lungo cappotto, mentre una folata di vento gelido mi sferza violentemente il viso.
E' già Aprile inoltrato, ma sembra che la primavera sia ancora lontana.
Inalo profondamente l'aria frizzante, prima di mettermi a camminare sull'erba cosparsa di brina, in direzione del cancello d'ingresso.
Sono arrivato quando all'improvviso sento una mano posarsi sulla mia spalla, un gesto lieve come il frullio d'ali di un colibrì.

"Tooru Hanagata non avrai per caso intenzione di saltare gli allenamenti di oggi, vero?!"

Sento il mio cuore aumentare i battiti e il sangue gelarmisi nelle vene.
Non devo voltarmi per riconoscerlo.
Sarei capace di riconoscere quella voce tra un milione.
La SUA voce.
Mi volto, nonostante sappia che così non avrò più via d'uscita.
Mi volto, anche se so che non potrò mai vincerlo.
Mi volto e sono perduto.

Fujima.
Mi sorride malizioso, cosciente di aver già vinto.
Non riuscirò mai a resistere a quel sorriso. Infatti sento la mia voce rispondergli:

"No. Naturalmente no."

Sono alla sua mercé.
Sarà sempre così.
Kuso.

          _______________________________________________________________________


Sudore.
Sento distintamente l'odore agre del mio sudore sulla pelle, lo sento mescolarsi all'aroma intenso del mio profumo al sandalo.
Il mio corpo urla.
Anzi è il mio intero essere ad urlare, bisognoso com'è di un calmante, di una panacea. La tensione nervosa lo sta logorando, lentamente, allo stesso modo dell'oceano con le coste della mia amata Kanagawa.

Acqua.

Il pensiero della doccia bollente che farò tra poco, mi rinfranca.
Quello di oggi è stato l'allenamento più duro cui ho dovuto far fronte, sia fisicamente che psicologicamente.
Ho dovuto dar fondo a tutto il mio autocontrollo, per impedirmi di fissare come un ebete i rivoli di sudore che scendevano lungo il collo di Fujima, le ciocche umide che gli ricadevano scomposte  sul viso, le sue mani esperte che controllavano la palla.
Kenji, dal canto suo, era teso e nervoso. 
Vuole che la nostra squadra si classifichi prima nel torneo prefetturiale. 
Vuole battere il Kainan, vuole dimostrare a Maki e al mondo intero di essere il migliore.

Maki Shin'ichi.
Il giocatore più accreditato di tutto il campionato nonché suo rivale da sempre.
Non riesco a spiegarmene il motivo, ma, ogni volta che sento Ken parlare di lui, mi sento assalire da un odio feroce nei suoi confronti.
Forse la mia è solo una sciocca gelosia per il fatto che Ken lo consideri degno di essere il suo rivale.
Ma certo! Deve essere così!
Che altra ragione potrebbe esserci altrimenti?!

"Hanagata, hai davvero giocato bene oggi. Sei sorprendente! Nessuno supporrebbe mai che hai iniziato a giocare solo all'inizio del primo anno di liceo. "

La voce di Hasegawa mi riscuote.

"Ah. Grazie Hasegawa, ma penso tu stia esagerando con i complimenti!"
Vedo apparire sul volto di Kazushi una nota d'imbarazzo.
Gli deve essere costato dirmi una cosa simile.
Lui, sempre così timido e taciturno, si sente costantemente inadeguato alle aspettative che gli altri ripongono in lui.

Per questo mi affretto ad aggiungere.

"Comunque, grazie ancora. Mi ha fatto davvero piacere sentire una lode da te."

Vedo il suo viso distendersi ad abbozzare un sorriso.
Ho trovato un amico.
Un amico sincero e leale.

"Ah. Forse è il caso che andiamo a farci una doccia." - dice - come per porre fine al silenzio che è caduto tra di noi.
Gli regalo un sorriso sincero prima di rispondergli.
"Già. Penso proprio tu abbia ragione!"
Una doccia è proprio ciò di cui ho bisogno per sciogliere la tensione accumulata durante l'allenamento e.il sogno della scorsa notte.

                                      __________________________________________


Ho appena aperto il rubinetto dell'acqua calda che immediatamente sento sollievo.
Lo scroscio delle gocce, il loro infrangersi su di me, come a baciarmi delicatamente la pelle, ha sempre avuto il potere di lenire le mie ferite.
Di qualunque nature esse fossero.

Per un attimo mi sento talmente bene che mi viene voglia di cantare. 
E lo faccio.
Lo faccio come se non ci fosse nessun altro oltre me in queste docce, come se fossi a casa.

"I don't care if Monday's blue,
  Tuesday is grey and Wednesday too
  Thursday I don't care about you
  It's Friday I'm in love.

  Monday you can fall apart
  Tuesday Wednesday break my heart
  Thursday doesn't even start
  It's Friday I'm in love."

Ma la voce mi muore in gola non appena apro gli occhi.

Nella doccia di fronte, spostato leggermente a sinistra rispetto a me, c'è Fujima.
Sorride, mentre versa un po' di bagnoschiuma su una spugna naturale.
Osservo la sua mano mentre, delicatamente, come se fosse cosciente di essere guardato, appoggia sul ripiano la bottiglietta del bagnoschiuma.
Per curiosità leggo l'etichetta.
Cannella.
Mi viene voglia di sorridere.
Me l'aspettavo.

Il sorriso, però, mi muore sulle labbra nel momento in cui Ken inizia a passarsi la spugna sulle braccia, sul collo, sul ventre, lungo le gambe.
I suoi movimenti sono lenti, quasi languidi, mentre si massaggia la pelle, leggermente arrossata per il calore dell'acqua.
E' così bello che non riesco quasi a respirare.
E quasi rischio di impazzire quando vedo una scia di schiuma scivolare sul capezzolo sinistro.
Come panna e fragola.
Intossicante.
Aiuto.

Come in risposta alle mie preghiere Fujima si volta verso la doccia. Sono salvo, penso.
Mi sbaglio.
La vista delle natiche sode di Ken, delle goccioline che sembrano rincorrersi l'una con l'altra lungo le scapole, i capelli che gli cadono scomposti sul lungo collo non fanno altro che riattizzare il desiderio dentro di me.

Devo tentare di controllarmi.
Chiudo gli occhi.
Voglio credere che se tengo gli occhi chiusi abbastanza a lungo quando li riaprirò, sarà tutto finito.
Come quando da bambino facevo un brutto sogno e dopo mi sembrava di vedere gli oni accanto al mio letto. Chiudevo di nuovo gli occhi e come per incanto questi sparivano.

Riapro gli occhi con questa segreta speranza nel cuore.
Ma l'unica cosa che riesco a vedere è Fujima.
Fujima mentre si lecca l'interno del polso destro, come a saggiarne il gusto.

Questo è troppo per me.
Mi volto verso il muro della doccia e senza la minima incertezza, dopo aver chiuso il rubinetto dell'acqua calda, spalanco quello della fredda.
Una doccia gelata.
Ecco ciò di cui ho bisogno in questo momento.
La seconda da stamattina.
Kuso.

                                    ___________________________________________

Lo spogliatoio è quasi vuoto quando finalmente esco dalla doccia. Solo due o tre ritardatari che stanno finendo di sistemare le scarpe nell'armadietto prima di volare a casa.
Mi siedo sulla panca dello spogliatoio, con l'asciugamano bagnato ancora attorno alla vita.
Con calma, tiro fuori dal borsone la biancheria di ricambio e inizio a vestirmi.
Mi viene da piangere.
Ma non lo faccio.
Sono un ragazzo dopotutto.
E i ragazzi non piangono.
Non in pubblico perlomeno.

Sono quasi completamente vestito quando mi rendo conto di essere rimasto solo.
Sento le lacrime pungermi nuovamente.
Ma questa volta non devo trattenermi.

Non so quanto tempo passo così, con i palmi premuti sugli occhi, come se altrimenti questi potessero cadere a terra, assieme a tutte le lacrime versate finora.
Non me ne rendo conto.
Almeno finché non sento una voce al di sopra delle mie spalle.

"E' per Fujima, vero?!"

Alzo il viso.
Hasegawa.
Da quanto tempo è lì?
Lo guardo inebetito, come se non riuscissi a mettere a fuoco il significato delle sue parole.
Lui deve intuire qualcosa perché infatti ripete

"E' Fujima, vero?!"

Ancora scosso rispondo

"Che. che cosa è Fujima?"

"Il motivo per cui negli ultimi tempi sei così strano. La persona per cui ti stai logorando e che ti ha fatto piangere."

Mi rendo conto di avere il viso ancora rigato dalle lacrime.
Me le asciugo in maniera maldestra.
Come un bambino.
Come a voler cancellare una prova scottante.

"Ah.No.non stavo mica piangendo.era.era solo un attacco di emicrania che mi ha fatto lacrimare gli occhi." - balbetto.

Che scusa patetica.
Patetica come te in questo momento, Hanagata Tooru.
Vedo apparire un espressione triste sul viso di Hasegawa.
Entrambi sappiamo che sto mentendo.
E nemmeno molto bene.

"Davvero?!" - chiede.

Tento di sorridere mentre con un sussurro rispondo

"No."

Accenna un sorriso, mentre dice

"No cosa?"

"No. Non è vero che avevo un attacco di emicrania. Avevi visto giusto. Stavo piangendo."

"Per lui, vero?! Per Fujima?!"

Non ho forza sufficiente per rispondere a questa domanda.

Annuisco.

"Te ne sei innamorato?"

Annuisco di nuovo.

"Ti va di parlarne?"

No, non mi và.
Ma mi sento comunque fare un respiro profondo e iniziare a raccontare.
Di come sono entrato a far parte della squadra.
Di come ho conosciuto Kenji.
Di come, in preda alla febbre, l' ho baciato.
Gli racconto tutto.
Senza vergogne né pudori.
Come con un vecchio amico.

Non so che ora si sia fatta quando, finalmente, smetto di parlare e lo guardo.
Lo guardo come se mi trovassi di fronte ad un oracolo.
Ho il timore di ciò che dirà.

Kazushi abbozza un sorriso prima di parlare, come a volermi rasserenare.

"Devi parlargli.
  Devi parlargli, chiaramente e con sincerità, dei tuoi sentimenti.
  Altrimenti finirai col logorarti."
Sono sconcertato.
Come può pensare che possa fare una cosa simile?!

" Non posso! Non posso!"

"Perché?" - mi chiede tranquillo.

"Come potrei presentarmi davanti a Ken? Non potrei mai bussare alla sua porta e dirgli.che so.. *Ciao Ken.scusa se ti disturbo a casa, ma sai.volevo dirti che ti amo. * o qualcosa di simile!"

Alzo lo sguardo per vedere.
Hasegawa scoppiare a ridere.
Lo guardo sconcertato, mentre tenta di ricomporsi.

"Ehm.uh,uh.Infatti non pensavo a niente di simile!" - dice infine, soffocando a stento un'altra risata.

"E a cosa allora?" - chiedo un po' piccato.

"Senti.io sono tornato in palestra perché mi ero dimenticato di restituirgli dei libri e speravo di trovarlo ancora qui , ma..dato che sono di fretta.potresti gentilmente farmi il favore di andare a casa sua a riportarglieli." - sorride, ammiccante e timido allo stesso tempo. Per poi continuare - "In questo modo avrai una scusa per andare da lui e parlargli con calma."

Non so cosa dire.
Hasegawa è veramente un amico.
Gli regalo un sorriso sincero, ampio come pochi altri, e rispondo solo

"Grazie."

                                    ________________________________________________


Sono le 18. 30 quando finalmente esco dalla palestra.
L'aria è umida e le nuvole, scure e pendule, che si intravedono nel cielo, buio come la pece, non promettono niente di buono.
Ma non mi importa.
Niente ha importanza per me in questo momento.
A parte Fujima.

Parlare con Hasegawa di lui mi ha fatto sentire meglio.
Ora so che è inutile che io cerchi di reprimere o combattere ciò che sento per Kenji.
I miei sentimenti ci sono, esistono e diventano ogni giorno più forti, tanto che non so più se sono io controllare loro o loro a controllare me.
C'è anche un'altra ragione per cui devo ringraziare Kazushi.
Lui mi ha fornito una scusa per vedere Kenji.

Mi sento così incredibilmente svuotato che quasi nemmeno mi accorgo delle piccole gocce di pioggia che hanno iniziato a cadere.

Ken.

Cosa gli dirò quando me lo troverò davanti?
E in che modo?
Perché mi sembra di stare per fare una grossa cavolata?

Tooru ragiona!
Analizza la situazione!!!

Tu ora devi andare da lui. Lo saluti e  gli spieghi il motivo per cui sei lì, per rendergli i libri. Se e quando lui ti farà entrare in casa tu con calma gli dirai ciò che provi nei suoi confronti. Potrebbe anche andare bene. Kenji potrebbe anche dirti che prova lo stesso per te.
(E se dopo che tu gli avrai confessato di amarlo lui dicesse che gli fai ribrezzo, che sei un anormale, un deviato?)
No, non potrebbe mai succedere una cosa simile. Kenji è un ragazzo intelligente, sono sicuro che capirà.
(E se invece non dovesse capire? Se in questo modo tu dovessi perdere anche la sua stima e amicizia? Potresti sopportare una simile conseguenza?) 
No. Non riuscirei a sopravvivere se lo perdessi. Non riuscirei a sopportare di essere disprezzato da lui. Gli devo così tanto!
Lui  mi ha dato un mondo in cui vivere.
Un mondo che amo e apprezzo.
Lui è il mio mondo!
(Così però lo perderai.)
Non accadrà!
(Si, invece, e lo sai anche tu. Lo perderai così come perderai la stima di tutti quanti. Tutti sapranno che il famoso Hanagata Tooru è un pervertito che ha tentato di sedurre un suo compagno di squadra.)
No. Lui non lo racconterebbe mai.
(Ne sei certo? E se invece lo raccontasse a tutti? A Takano, a Nagano, a Maki, al mondo intero?)

Sento le mie sicurezze incrinarsi e vacillare.
E' vero, niente mi assicura che in questo momento io non stia per fare il più grosso errore della mia vita, anzi.
No. Non posso dirglielo.
Non posso rischiare di perdere tutto solo perché non sono abbastanza forte da saper tenere per me i miei sentimenti!
Lascio perdere tutto e me ne torno a casa!
No, non posso!
Ho promesso ad Hasegawa che avrei riportato a Fujima i suoi libri e non me la sento di negargli questo favore dopo che è stato così gentile con me.
Riporterò i libri a Fujima, ma non gli dirò niente.
E' l'unica cosa giusta da fare.


Ero talmente tanto rapito nelle mie paranoie che non mi sono accorto che la pioggia ora cade copiosa e che gocce grosse e pesanti mi hanno inzuppato, tanto da farmi apparire come un cucciolo abbandonato e infreddolito.

Non mi sono nemmeno accorto di essere arrivato nel bel quartiere residenziale dove vive Fujima.
E' strano come la pioggia battente possa far percepire le cose in maniera tanto diversa dal normale.
Le villette basse e dalle mura bianche hanno assunto un'aria sinistra e le belle imposte blu cobalto appaiono tetre, come a recare oscuri presagi.
Ma tutto questo non ha molta importanza ora.
Sono troppo ansioso di vederlo, di parlargli, anche se di sciocchezze.
Cerco con lo sguardo la casa e.
sento in mio cuore andare in frantumi.

Fujima è lì, davanti a me, a circa dieci metri di distanza, sulla soglia.
Ma c'è qualcosa di profondamente sbagliato in quello che vedo. Qualcosa che non mi sarei mai atteso.
Chiudo gli occhi.
Forse la mia è solo un'allucinazione, forse quando li riaprirò ciò che ho visto non mi sembrerà altro che un brutto sogno.

Schiudo gli occhi ma nulla cambia.
Accanto a Fujima, c'è qualcuno.
Qualcuno che non ci dovrebbe essere.
Shin'ichi Maki.

E' lì, di fronte a Kenji, pigramente appoggiato allo stipite della porta con un gomito, il suo solito sorriso da gatto stampato sul volto, e l'altra mano. . l'altra mano sta accarezzando il volto di Ken.
Gioca con una ciocca dei suoi splendidi capelli castani.
(Come osa? Come osa toccarlo? Come osa toccare il mio Kenji? )
Cerco il volto di Ken, pronto a leggervi sopra un profondo disgusto. Ma quello che invece vedo è  una stilettata.
Kenji sta.sorridendo. Guarda Maki negli occhi e sorride malizioso. Come se tra loro ci fosse una profonda intimità.

(Come osa? Come può farmi questo? Come?)

Sento salire dentro di me un odio cieco.
Un odio che non avrei mai pensato di poter provare. Assoluto.
Quasi non mi accorgo di aver iniziato a camminare verso di loro. Così come non mi rendo conto di aver iniziato a correre.
Riesco a malapena a percepire lo stupore sui loro volti, prima di afferrare la spalla di Maki, voltarlo verso di me e assestargli un sonoro gancio sulla mascella.

Riprendo coscienza di me solo quando vedo un rivolo di sangue scendere dall'angolo della bocca di Maki.
Ho agito senza pensare, stupendo addirittura me stesso.

Tengo gli occhi bassi.
Sbarrati, per l'incredulità di ciò che è appena accaduto.
A malapena percepisco la calda scia lasciata da una lacrima furtiva, ansiosa di andare a mescolarsi ad una goccia di pioggia gelida, proveniente dai miei capelli fradici.
Quasi non mi rendo conto che i miei occhiali non si trovano più sul mio viso, ma sono rovinati a terra mentre ero preda di una furia degna di un berserker. La gocce di pioggia cadono pesanti sui frammenti di vetro delle lenti, che tanto somigliano alle schegge di ghiaccio del mio cuore in frantumi.
Non mi curo nemmeno della cartella, rovesciata, sotto la pioggia battente, sul vialetto d'ingresso.

Cerco il volto di Ken, per vedere l'effetto che il mio insolito comportamento ha avuto su di lui.
E' livido.
E allo stesso tempo attonito.
Mi guarda come se ancora non riuscisse a capire.
Quando però finalmente inizia a parlare mi sembra di morire.

"Tooru. Come.come hai osato?! Come ti sei permesso di venire qui, a casa mia, a prendere a cazzotti i miei ospiti?! Come hai potuto?! Perché?"- gli occhi nocciola mandano lampi di rabbia mentre continua - "In vita mia non credo di essermi sentito mai tanto umiliato da qualcuno come da te oggi!"

Sta per continuare quando improvvisamente si blocca, l' attenzione richiamata dalla mano che gli si è posata sulla spalla.
Si volta verso Maki, preoccupato.

"Come stai Maki, tutto bene?"

Shin'ichi Maki sorride sornione, prima di voltarsi verso di me. Anche i suoi occhi mandano lampi di rabbia a stento repressa mentre, asciugandosi lascivamente il sangue dall'angolo della bocca con il dorso della mano abbronzata, risponde

"Sì, sto bene, stai tranquillo! Non sono così fragile da crollare per un unico pugno, per quanta rabbia o gelosia ci si possa mettere." - sorride di nuovo, crudele, prima di aggiungere - "Chi sta davvero male, qui, è lui!"

Sento un'altra ondata di odio impossessarsi di me, seguita subito da una di umiliazione.
Avrei voglia di prendere nuovamente a pugni questo bastardo, ma mi trattengo, non farei altro che il suo gioco, altrimenti.
Ma ciò che davvero mi disgusta è che...
Ha ragione.
Mi sento davvero malissimo.
Lancio un'occhiata dolorosa verso Fujima prima di voltarmi ed andarmene mestamente, senza dire una parola.

Non faccio cenno di fermarmi nemmeno quando sento Fujima gridare

" Aspetta Tooru! Voglio una spiegazione! Esigo una spiegazione! Dammi un motivo."

Sono a pezzi.
In frantumi.
Vorrei fermarmi.Rispondere alle stupide domande di Fujima, urlargli contro tutto il mio dolore.
Ma a che servirebbe?!
Solo a rendermi maggiormente  simile ad una grottesca caricatura di me stesso, una macchietta.
Mi sembra di quasi di stare liquefacendomi sotto questa pioggia martellante.

Ancora mi giunge lontana la voce di Fujima mentre urla furioso

" Perché Tooru? Perché? Dammi un solo fottutissimo motivo!"


Non ho il coraggio di andare a casa.
Non sarei in grado di dare a mia madre una spiegazione plausibile riguardo al mio stato.
Come un relitto, mi dirigo verso la scuola..
Per stanotte dormirò in palestra.

Tsuzuku

Fine capitolo 3
         Hanachan: /in adrenalina-in-circolo mode on/ Allora che ve ne pare?
         Hanamichi: Ma.. Ma. Ma allora sai scrivere?! Finalmente questa cosa inizia ad avere un senso!
         Hanachan: Certo baka! Credevi forse che non sapessi dove volevo andare a parare?
         Hanamichi: Esatto! Ma vedo che ogni tanto Gino(il mio solo ed unico neurone NdA) funziona come dovrebbe! Non sei un Tensai come me ma non sei male dopotutto!
         Hanachan: -_________- ;;;;  Modesto come sempre..
         Choco: Ha parlato quella buona...
         Hanachan: Chochaaaan. sei crudeleeeee.. -snif, sob-
         Hanagata: Dai. non fare così.. /rivolto a Choco/ Dovevi proprio essere così cattiva con lei?! Solo perché mi ha fatto dare un cazzotto al tuo ragazzo virtuale Maki, poi! /ad Hanachan, bisbigliando/  Grazie. Ti devo un favore! E' una vita che lo volevo fare!
         Hanachan: /ad Hanagata, sorridendo complice/ Di nulla. Per te questo ed altro Tooru!
         Choco: Ma quale crudele? Lei mi dice molto di peggio, di solito! E poi,  caro il mio Tooru. Dopo il bellissimo epilogo alla mia ficcie, studiato APPOSTA per te, per lasciarti una possibilità, mi tratti così?!!?!?!?!?!?!?!?!?! Ah, adesso sono DAVVERO offesa!!!!! PFUI!!!!!
/Fujima mode on/
         Fujima : PFUI lo faccio solo io !!!!
         Choco: Senti, tu, specie di.
         Maki: Chokkinaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa /ammonimento mode on/
         Choco: Sssssiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii?!?!?!/sbattendo le palpebre con aria ingenua/
         Maki: non offendere Kenji, eh?!?!?
         Choco: Chi, ioooooooooooooooooooooooooooooooo??!?!
         Hanachan: sentila, la finta tonta...
         Choco: Guarda che ti nascondo tutte le dojinshi. Anzi, ci verso sopra il mio yogurt Muller alla vaniglia e poi me le lecco e mi impegnerò ANCORA di più su quella che ti ho regalato per il tuo compleanno!!!!!!! 
         Hanamichi: Ah, questo si che sembra interessante!!! Ma. Il protagonista di quella doji ero io?
         Choco&Hana: NO!!!!!
         Maki: Io e Kenji?
         Hana: ASSOLUTAMENTE NO!!!
         Choco: /blush-blush/
         Fujima: allora era su me e Tooru!!!
         Choco: Ma sei un vero genio!!!
         Maki: CHOCO!!! Ma come?!?!? Regali in giro dojinshi dove Kenji non sta con ME?!?!?!
         Choco: Ehm. Ma. Ecco, vedi.
         Tooru: Chokkina, lo sapevo io che in fondo non sei male! /abbracciandola/
         Hana&Fujima: EHI!!!!!!!!!!!
         Maki: Ma insomma!
         Choco: Uffa!!! Ma ci vado di mezzo sempre io!!! Tutti con me ve la prendete! /rincattucciata in un angolo a piangere/
         Hanachan: Su, su. Non fare così! Lo sai che ti vogliamo tutti bene! E' che io sono molto gelosa di Tooru, Fujima è.è.Fujima e Maki ora per farsi perdonare per essere stato un BrUto ti porta a fare shopping con la carta di credito del suo babbo! Non è vero Shin-chan?! /sorridendo a Maki con fare minaccioso/
         Choco: Davvero?! /asciugandosi le lacrime e guardando speranzosa Maki/
         Hanachan: Certo! E mi ha addirittura assicurato che ti regalerà un kotatsu per renderti il tuo splendido sorriso, /a Maki/ vero Shin-chan?!
         Maki: Si è vero, Chocolat. Del resto mi sono comportato in modo davvero deprecabile con te. Andiamo?
         Choco: Scì. / con ritrovato buon umore/ Allora ho pensato che come prima tappa poremmo andare da Reds, poi passare giusto un attimo da MissSixty per poi finire in bellezza da Vitulli.e bla bla bla /allontanandosi con Maki e voltandosi per fare la linguaccia a Fujima/.
         Fujima: . /schiumante di rabbia/ Bene! Allora anche la nostra presenza qui è del tutto superflua! Andiamo Tooru!
         Hanagata: Ma. veramente.
         Fujima: Su, muoviti Tooru! Che aspetti?! Saluta la tua amica e vieni che me ne voglio andare!
         Hanagata: Hana. io non so come scusarmi. ma.
         Hanachan: Lo so! Devi andare. Lui ti pretende. /sospirando/ Ci vedremo un altro giorno.
         Hanagata: Grazie. Sei davvero un' amica! /uscendo a rincorrere Kenji/
         Hanachan: Hanamichi.. / sorridendo con gli occhi iniettati di sangue/
         Hanamichi: Si? Che vuoi? Che ti serve?
         Hanachan:Seguili! Fai in modo che quella. quella lolita non possa fare nulla con il mio Tooru!
         Hanamichi: Seee. Perché mai dovrei seguire Megane-san e la puttanella? Che cosa potrei mai guadagnarci?
         Hanachan: Potresti guadagnare di non essere lo zimbello di tutta Kanagawa. Ti ricordi le foto che Rukawa ti ha fatto a Capodanno? Quelle dove eri nudo e ammanettato al letto con XXX che XXXX?
         Hanamichi: Si.
         Hanachan: Bene! Le ho tutte io!
         Hanamichi: Ok, ok, ho capito brutta xxx, volo! 
Hanachan Ci vediamo alla fine del quarto capitolo.



Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions