Note: Questa fanfic
è nata dopo la rilettura dei primi 5 capitoli di "Stella del Nord" di Dhely,
anche se non c'entra una cippa con la storia di Dhely ma solo con la scuola
e l'universo in cui è ambientata. Neanche i personaggi sono gli stessi, a
parte alcuni ma solo citati.
Come al mio solito è breve, con pochissimi personaggi e non esattamente
happyhappyhappychebellaèlavitahappyhappyhappy
Un personaggio è di una serie che viene attualmente pubblicata l'altro è di
mia pura invenzione. Chi sia il personaggio non originale lo scoprite in
fondo, se non lo capite prima.
So che a volte il discorso sarà ripetitivo od un pò confuso.
Ma non ritengo che un personaggio nella situazione in cui è il personaggio
narrante di questa fanfic possa pensare più di tanto correttamente.
Spero che la apprezziate
Rating: NC14
Pairing: x X x
Disclaimer: I personaggi Marvel non sono miei, se lo fossero sarei molto più
ricca e manderei Claremont e Larroca a disegnare storie in cui il lato gay
di Bobby viene alla ribalta con la bisessualità di Remy ed in cui Jean Paul
ha molto più a che fare con QuickSilver. Storie che andrebbero
supervisionate dalla mia assolutamente-non-possono-essercene-altre co-socia
Dhely
Ringraziamenti: A Dhely che scrive degli Xmen versione slash in italiano.
Sei praticamente l'unica che conosco ed una delle migliori tra
italiane-inglesi-americane. A Noir che esiste. Ad entrambe che ogni tanto
chattano con me sugli Xmen
I pray you
di
Bryn
"Ti
prego ... fallo per me"
Un brivido gli percorse la schiena mentre stringeva le dita, contro la
parete della cucina, arcuando il corpo.
"Avanti, da bravo ... fallo ... fallo per me"
Lacrime amare gli caddero dagli occhi mentre chinava il capo, la fronte che
strisciava sulle piastrelle fredde, i capelli biondi che scivolavano
all'indietro.
Glielo aveva promesso.
Glielo aveva promesso che non sarebbe più successo.
Che non avrebbe più fatto quella richiesta.
In segno di rispetto.
In segno di amore.
Glielo aveva promesso dopo furibonde litigate che avevano fatto tremare le
pareti della sua stanza.
Sì della sua, perchè lui aveva una camera singola ed il suo ... amico ...
preferiva stare in un posto dove non c'era il rischio di avere testimoni.
Aveva pianto e gridato e rischiato di farsi sentire dal mondo intero pur di
strappargli la promessa che non gliel'avrebbe più chiesto.
Anche se era quello che aveva voluto sin dal momento in cui aveva messo gli
occhi su di loro.
Lo sapeva che probabilmente stava con lui per quel motivo, che gli diceva
"ti amo" per quelle brame, perchè lui era quello che, cedendo, era in grado
di aprirgli le porte di ciò che desiderava.
Desiderava ma non poteva prendere se non tramite lui.
Ma aveva giurato che lo rispettava, che lo amava e che per questo non gliene
avrebbe più neanche mai parlato.
Che avrebbe resistito alla tentazione e non gli avrebbe più chiesto qualcosa
del genere, perchè aveva capito quanto fosse umiliante e doloroso per lui.
Lo sentì mordergli il collo mentre rallentava il ritmo con cui lo stava
prendendo, fino a fermarsi.
Avvertì sulla pelle la sensazione dei suoi soffici baci, che andarono a
coprirgli le spalle.
"Fallo per me ... sai che ci tengo ... sai com'è bello quando mi dici di sì
e lo fai"
Non un singhiozzo gli sfuggì dalle labbra e lui non si curò di voltargli il
viso per constatare come stesse, sempre che avesse intuito che stava
piangendo.
Ma sperava di no.
Lui disprezzava i deboli.
"Lo sai come divento quando lo fai ... andiamo ... mi rendi felice
facendolo"
E LA MIA FELICITA'!?!?!?
Questo avrebbe voluto gridargli.
Ma sapeva che non lo avrebbe mai fatto, perchè avrebbe innescato un'altra
litigata e non era quello di cui aveva bisogno ora.
Non era quello di cui il suo corpo aveva bisogno ora.
Era fuggito da una casa in cui il suo fratellastro adottivo, a cui doveva
essere grato per avergli permesso di integrarsi con la famiglia lo sapeva lo
sapeva glielo avevano detto mille volte, amava divertirsi con lui con la
sottile scusa di educarlo a resistere al dolore ed ad essere forte.
Oltre a farsi ricompensare per la sua gentilezza e la sua bontà d'animo nel
prendersi cura di lui quando i genitori erano via, ovviamente.
Era fuggito non appena aveva potuto e si era rifugiato lì, nella Casa del
Sogno.
Lì si era rifatto una vita, degli amici, aveva trovato la forza di ignorare
le chiamate del suo fratellastro che diceva di sentire la sua mancanza e che
non gli importava se lui era un dannato freak, perchè era di mentalità
aperta.
Lì si era trovato degli insegnati a cui affidarsi, delle persone di cui
avere fiducia, delle figure che riuscivano a farlo sentire protetto.
Lì si era innamorato.
Ed era stato ricambiato.
Così credeva.
Ma aveva capito presto che lui voleva il suo corpo e la sua abilità e non
gli importava del resto.
Alcuni lo avrebbero capito dopo.
Altri avrebbero rifiutato la verità, per non accettarla.
Ma lui sapeva già cosa significava essere un bel corpo per qualcuno e niente
altro.
Ed aveva bisogno di lui più di tutti gli insegnanti.
Ed aveva bisogno di lui più di tutta la protezione.
Ed aveva bisogno di lui più di tutti gli amici.
Ed aveva bisogno di lui più di tutto il rispetto che poteva avere per se
stesso.
Ed aveva bisogno di lui ... perchè lo faceva sentire vivo.
Reale.
Se stesso.
Non il ragazzo felice di stare in una scuola con gente come se stesso.
Perchè quelli non erano come lui.
Non tutti.
Pochi.
Quasi nessuno.
E non aveva trovato nessuno tranne lui che volesse condividere ciò che lui
era anche su un piano più fisico.
Sapeva di amarlo perchè non poteva fare altro.
Sapeva di amarlo perchè non poteva accettare le cose altrimenti.
Sapeva di amarlo perchè non poteva non amarlo.
Sapeva di amarlo perchè non poteva non sapere che gli serviva per sentirsi
se stesso.
E non era sporco
Nè malato
Nè perverso
Nè deviato
Era felice
Felice di farsi scopare dove a lui andava
Quando lui voleva
Per quanto tempo preferiva
Non si sentiva leso
O ferito
O rovinato
O umiliato
Si sentiva a posto
Se stesso
Tranne quando lui glielo chiedeva
Gli andava bene tutto ma quello lo sviliva
Intuiva, ogni volta che glielo chiedeva, che non era solo un corpo per lui
Ma un corpo utile
Utile per la sua capacità
Ed era incredibile come riservasse ogni stilla di dolcezza solo per quel
momento
Quando glielo chiedeva e lo sentiva recalcitrare
Allora diventava gentile
Carezzevole
Comprensivo
Tenero
Bugiardo
Forse sapeva che ogni volta che glielo chiedeva le lacrime non erano per la
forza con cui lo prendeva o per l'improvvisa, fantastica accellerazione del
ritmo e neanche per le parole all'orecchio
Ma non gli importava
Nè che sapesse che le parole non erano per lui
Nè che capisse che la forza e l'accellerazione erano dovute al suo nuovo
aspetto
Non che ci volesse un genio a capire che quelli non erano i 'giochetti' a
cui uno poteva desiderare di sottoporsi con un compagno che amava.
"Su non fare così ... lo sai che ti amo ... è solo per divertirci ... dai
..."
Rimase qualche secondo in silenzio, combattuto tra il desiderio di scoprire
cosa sarebbe successo se si fossero messi a litigare all'una di notte nella
cucina dello Xavier Institute e la voglia che gli bruciava nel corpo
pregandolo di assecondarlo e di portarlo alla fine di quell'orgasmo ormai in
sospeso da troppo tempo, quasi un minuto e mezzo.
Chinò ancora di più il capo, serrando i pugni e sentendo le unghie
penetrargli nella carne.
Tra anima e corpo ... cosa vale sacrificare?
Avvertì il pizzicorio sulla pelle ancor prima di aver raggiunto una
decisione vera e propria.
Si sentì debole
Ed incapace
Ed una nuova lacrima gli rigò la bella guancia liscia e candida, che aveva
sostituito la sua abbronzata.
Sentì le sue mani affondargli le mani nei capelli neri, che erano cresciuti
e le cui punte erano ora bianche.
Avvertì le labbra baciargli le spalle, ora più grandi e più allenate
Constatò l'ingrossarsi della sua eccitazione nel corpo mentre la sua fronte
era scivolata più in alto sulle piastrelle, nonostante il suo capo fosse
rimasto chinato
"Oh sì ... sì ... hai anche indovinato chi volevo stanotte ... sì ... ti amo
... lo sapevo che l'avresti fatto, amor mio ... ti amo ..."
E mentre sentiva le spinte riprendere improvvise e dilanianti nel suo corpo
...
Mentre lo sentiva che mormorava parole d'amore all'orecchio ...
Mentre godeva per le sue mani che scivolavano sul suo corpo snello e tonico
...
Mentre le lacrime continuavano a scorrere ignorate sul suo viso fiero ed
altero ...
Non potè impedirsi di correggere e concludere ironicamente nella sua mente
< Lo sapevo che l'avresti fatto, amor mio ... ti amo ... Jean Paul. David.
Remy. Josh. Bobby. >
E chi domani?
Mai Jason ...
Non per te
Non per nessuno
Vero Julian?
- fine -
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