Io, tu, gli altri. E poi noi

parte I

di Hymeko


"Va bene, signor Anzai. Ma mi prometta che mi insegnerà tutto quello che mi serve" 
............... 

La stessa sera, in un bar di Kanagawa... 
"Non ci credo..." 
"È impossibile" 
"Dimmi che stai scherzando..." 
"Non lo farebbe mai..." 
"Eppure è così. Sakuragi mi ha raccontato della conversazione tra il mister e Rukawa cui ha assistito oggi pomeriggio nel corridoio, ma non sembrava averne capita l'importanza. In qualità di capitano, ho chiesto al signor Anzai spiegazioni in merito, e lui mi ha detto ciò che io vi ho appena ripetuto: Rukawa stava per lasciare la squadra per andare a giocare in America" 
"Oddio..." 
Ayako appoggiò la fronte su un palmo, incapace di crederci. 
Sapeva che l'America era il sogno del suo compagno delle medie, ma non pensava che sarebbe stato pronto a... 
Scosse la testa. Non poteva neppure immaginarlo, tanto le faceva male. 
Miyagi, ugualmente colpito, cercò di trovare parole di conforto per la ragazza e per sé stesso. 
Mitsui si mordicchiò un labbro, mentre Kogure sospirava di delusione. 
"Akagi, che cosa facciamo?" 
"Non lo so. Secondo il signor Anzai Rukawa rimarrà qui finché non sarà diventato il numero uno del Giappone, ma a questo punto non so quanto ci possiamo fidare di quel ragazzo. Se gli prendesse lo schizzo o pensasse di aver raggiunto il suo scopo potrebbe partire comunque..." 
"...e lasciarci nei guai totali" 
Il Gorilla batté un pugno sul tavolo. 
"Maledizione! Ma è mai possibile che tocchino tutte a me? Adesso che quel pazzo di Sakuragi iniziava a darsi una calmata ci si mette Rukawa?" 
Mitsui gli mise una mano sulla spalla: 
"Il problema non è questo. 
La domanda è un'altra: cosa facciamo? 
Come ci comportiamo con lui?" 
............ 
Kogure si pulì gli occhiali. 
"Dobbiamo parlarne con la squadra. Non è una cosa che si possa decidere noi cinque così, in un bar" 
"Kimi-chan ha ragione. Andiamo, ne discuteremo domani prima dell'allenamento del pomeriggio. Basterà radunare tutti un'oretta prima dell'orario, a parte lui. Tanto sarà addormentato appoggiato a qualche tronco, non si accorgerà di nulla" 
"Ma sarà giusto farlo? In fondo, è come se sparlassimo di lui" 
"Mi spiace Ayako, ma non possiamo sorvolare, e ne dobbiamo parlare con gli altri prima che con lui. Se arriveremo a dei provvedimenti, abbiamo l'obbligo di discuterne tutti insieme" 
"Va bene, sei tu il capitano. Ma se arrivasse prima in palestra per allenarsi da solo? Non sarebbe tanto strano" 
"Aya-chan ha ragione" 
"Possiamo chiedere a Mito e agli altri di tenerlo fuori per un po', magari dandogli un biglietto firmato da me e da Akagi. Non dovrebbero sorgere problemi" 
"E comunque Mito lo può tenere a bada senza problemi" 
commentò Mitsui massaggiandosi una guancia. 
Miyagi ridacchiò: 
"Te le ha date di santa ragione, eh?" 
"Ehi nanetto di gesso, vedi di portare rispetto a un tuo senpai!" 
"Basta così! Non iniziate anche voi! O lo riferisco all'allenatore!" 
"Sì capitano" 
'Me la paghi, vecchiaccio con la dentiera!' 
Mitsui sembrò intercettare il suo pensiero, e gli fece una pernacchia. 

Rukawa si diresse verso la terrazza a mangiare e dormire in pace. Era stato il primo a lasciare gli spogliatoi dopo l'allenamento della mattina. Gli altri si erano lasciati andare in chiacchiere inutili, e così se l'era filata in fretta. Non aveva sonno da perdere con quegli idioti! 
............ 
In palestra, il capitano Akagi aveva appena finito di riportare al resto della squadra radunata dopo il pranzo l'intenzione di Rukawa di andare negli Stati Uniti. 
Kuwata sgranò gli occhi: 
"Ecco perché ultimamente era tanto strano...stava pensando a questo!" 
"Già, era talmente esaltato dall'idea di partire che si dimenticava dei suoi doveri di giocatore dello Shohoku" 
Kogure avanzò: 
"Dobbiamo discutere di questo. Rukawa avrebbe lasciato senza problemi la nostra squadra, se l'allenatore non l'avesse convinto a rimanere. Se ne sarebbe andato lasciandoci nei guai per i Campionati Nazionali. Non gli importa praticamente nulla di noi. Ha tradito la nostra fiducia. In quanto vice capitano, chiedo la sua sospensione dal nostro team" 
"Cosa?! Kogure!" 
Akagi gli si avvicinò stupito. Anche gli altri giocatori lo guardarono a bocca aperta. 
Il calmo e indulgente Kogure aveva appena proposto l'espulsione di uno di loro. 
"Non propongo un'esclusione definitiva, ma un allontanamento di una settimana. Credo che così Rukawa imparerà la lezione: lui è qui per la squadra, non il contrario. Sono convinto che così afferrerà che non esistiamo per i suoi comodi, ma come noi lo abbiamo aiutato a crescere come giocatore e essere umano lui debba provare un minimo di gratitudine..." 
"...insomma, quel che il senpai vuole dire è che dobbiamo dare una lezione a quella matricola impudente!" 
"Ryota!" 
"Mi spiace Aya-chan, ma non possiamo sorvolare su un fatto così grave. Noi lo abbiamo sempre sostenuto, e lui che fa? Ci ripaga mollandoci proprio sul più bello! Vediamo se dopo essere stato sbattuto fuori capirà la lezione!" 
Kuwata alzò una mano: 
"Scusate, ma non dovremmo discuterne anche con signor Anzai prima di decidere?" 
Akagi lo tranquillizzò: 
"Ho già parlato io con lui, e mi ha detto che non è suo compito sbrogliare questo pasticcio, ma della squadra, perché siamo noi quelli maggiormente coinvolti con lui. Il mister accetterà la nostra decisione. Propongo anch'io un temporaneo allontanamento di Rukawa dalla squadra" 
"Non sono d'accordo" 
Tutti si girarono verso il Mago dei tre punti. 
"Perché, Mitsui?" 
"Io credo che sarebbe meglio parlarne con lui, e dargli un'altra possibilità" 
"Un'altra possibilità di che cosa? Di metterci nei guai?" 
"Non ci ha messo nei casini, in fondo, mentre io nelle rogne vi ci ho ficcati sul serio. Ma a me una seconda chance è stata data, non vedo perché con lui dovrebbe essere diverso" 
"Ma tu sei tornato con molta umiltà, mentre lui è solo uno sbruffone!" 
"Ha ragione Mitchy, è una questione di correttezza" 
"o_O!!!!!!!!!!! Sakuragi? Ma sei sicuro di stare bene?" 
"Benissimo, perché?" 
Ayako tirò fuori un termometro e glielo cacciò in bocca. 
Cinque minuti dopo... 
(Hymeko questa è insulsa...n.d.Hana) 
"No, nulla, niente febbre!" 
"Ma certo che non ho la febbre!" 
"Allora ha appena avuto un ictus, oppure non è Hanamichi" 
"E secondo voi qualcuno potrebbe eguagliare il Tensai in uno Slam Dunk?" 
Si lanciò verso il canestro e schiacciò la palla...sul ferro, finendo a terra a gambe levate. 
Akagi si esibì nel solito Gorilla Punch, e Ayako gli diede due gentili sventagliate sul cranio. 
"Dai Akagi, almeno sappiamo che è davvero lui..." 
"Già...ma Hanamichi, ti sei reso conto di aver difeso Rukawa?" 
"Maledetto scimmione...certo! Ma quello che ha detto Mitsui vale anche per me. Anch'io ho lasciato il club, ma sono tornato e voi me lo avete permesso. E poi lo devo distruggere sul campo, non voglio avere rimpianti o essere in debito con lui. Io dico di fargli una gran bella lavata di capo e passare oltre" 
'Scusate se vi mento, ma non posso certo dirvi ciò che il mio cuore prova per lui...' 
Kogure scosse la testa, sostenuto da Miyagi: 
"Se non gli diamo una punizione esemplare non cambierà nulla" 
"Allora che si fa?" 
"Lo mettiamo ai voti, come in una democrazia. La maggioranza vince" 
"Va bene, su le mani quelli a favore dell'espulsione temporanea di Rukawa" 
Sei mani si alzarono quasi all'unisono. 
Hanamichi balbettò: 
"Yasu..." 
"Mi spiace Hanamichi, ma non posso sopportare che la passi liscia...non può infrangere così i nostri sogni" 
Le mani alzate erano quelle di Akagi, Kogure, Miyagi, Kakuta, Shiozachi e Yasuda. 
"Chi vota contro?" 
Si alzarono le mani di Mitsui, Hanamichi, Ayako e delle altre tre matricole. 
Sei a sei. Pareggio. 
Ayako sospirò: 
"Niente da fare. Siamo pari" 
Mitsui si staccò dal muro contro cui era appoggiato. 
"Sentite, facciamo una pausa, poi ne riparliamo, ok?" 
Il gruppo si sciolse, e ognuno andò a rinfrescarsi. 
"Sakuragi! Aspetta un secondo!" 
"Che c'è Gori?" 
Il rossino si avvicinò al capitano, che aveva iniziato a scribacchiare su un foglio. 
Lo firmò, e Kogure fece lo stesso. 
"Per favore, dallo a Mito quando lo arriva. Chiedigli se lo può tenere fuori nel caso questa discussione andasse avanti troppo, ok?" 
"I miei amici non devono essere coinvolti!" 
"Non lo saranno, devono solo star fermi davanti alla porta" 
"...vedrò di parlarci..." 
Hanamichi, poco convinto, prese il foglio e si diresse verso un distributore automatico, quando sentì Takamiya chiamarlo: 
"Ehi Hanamichiiiiiiiiiiiiiiiiiii" 
"Ciao ragazzi..." 
"Ehi che faccia...stai bene?" 
"Sì...Yohei, per favore, prendi questo foglio, e andate a parlare col Gorilla...vi spiegherà lui ogni cosa. Scusatemi, devo andare via un minuto" 
"Ehi Yohei, sai che ha?" 
"No, non ne ho idea..." 
"Avrà ricevuto un altro no da qualche fringuella, eh eh eh" 

Rukawa sbadigliò, stiracchiandosi. 
Allungò le lunghe braccia bianche verso il cielo, e inarcò la schiena facendo scrocchiare la colonna vertebrale. 
Scosse la testa, facendo ondeggiare i capelli scuri. 
Inspirò il profumo d'inizio estate, e il suo sguardo si perse nel blu del cielo. 
Rimase ancora qualche minuto a godersi il sole, poi andò in palestra. 
"Chiusa?" 
Perché il Gorilla aveva dato l'ordine di chiuderla? Non si sentivano segni di rissa provenire dall'interno... 
Cercò di nuovo di aprirla, ma niente. 
La porta rimaneva ostinatamente bloccata. 
Imprecando, si diresse all'accesso dagli spogliatoi. 
Chiusa. 
"Ma che diavolo succede?" 
Scosse la testa irritato, prese la sua palla da basket dall'armadietto e andò a fare due tiri al campetto più vicino. 

"Ehi, Rukawa!" 
'Uff, che vorrà adesso quell'idiota? Non ho tempo da sprecare con lui, mi devo allenare!' 
Si voltò pronto a rispondergli a tono, ma l'espressione del rossino era...disarmante. 
Niente rabbia o spavalderia. Solo...freddezza, mista a furia quieta. Un pesante schermo di vetro tratteneva la rabbia sigillata nei suoi occhi, ma i suoi bagliori potevano raggiungerlo... 
'Meglio stare in guardia' 
"Che vuoi?" 
"Voglio sapere se è vero!" 
'Ma di che parla?' 
"Cosa?" 
"Se il coach non ti avesse convinto saresti davvero partito per gli USA?" 
Dietro il velo dei capelli d'ebano gli occhi si spalancarono: il signor Anzai l'aveva detto al rossino? Sapeva che fosse uno dei suoi preferiti, ma non lo credeva a tal punto. 
Decise di indagare: 
"Come fai a saperlo?" 
"Ho fatto prima io la domanda! Rispondi! Te ne saresti andato sul serio?" 
Rukawa lo squadrò con tutta la sua impassibilità. 
Ora Sakuragi non era più tanto calmo. Fremeva platealmente, e stava usando tutta la sua fermezza per calmarsi e non avventarglisi contro. 
"E anche se fosse?" 
La volpe vide un abisso di...delusione spalancarsi suoi occhi: 
"E non ti importa nulla dello Shohoku?" 
Questa Rukawa non se l'aspettava. 
"Cosa c'entra la squadra?" 
"E me lo chiedi anche? Mi spieghi cos'avremmo potuto fare senza di te ai Campionati Nazionali? Kogure non è certo alla tua altezza!" 
Rukawa non avrebbe mai detto di poter rimanere a bocca aperta, soprattutto per una frase pronunciata dal do'hao. 
Ma adesso lo era. Il rossino lo aveva appena riconosciuto come elemento importante nonché valido della squadra! 
Si riscosse. Il compagno stava aspettando, e la sua rabbia cresceva mano a mano che il tempo passava. 
Scrollò la testa: 
"Ve la sareste cavata" 
"E dove saremmo arrivati?" 
"Non lo so..." 
"Ma che razza di discorso è? Non hai un minimo di rispetto per la tua scuola?" 
"Continuo a non capire" 
"Adesso te lo spiego meglio...noi non siamo qui per fare i tuoi comodi!" 
"I miei...comodi?" 
"Esatto...non fare quella faccia stupita, come se quello che stavi per fare fosse giusto!" 
"A costo di essere monotono...non capisco" 
"Rukawa..." 
Il suo tono era ora basso ma fremente. 
"Che ho fatto di male?" 
"E lo chiedi? Tu ci hai usati! Sei solo un opportunista!" 
"Usati?" 
"Sì, usati! Noi ci siamo allenati con te, abbiamo giocato fianco a fianco, siamo cresciuti insieme e insieme abbiamo sognato di vincere i Campionati Nazionali...non contare me se vuoi, ma almeno dovresti mostrare un po' di gratitudine verso gli altri! Sei solo uno sporco voltagabbana, un ingrato, egoista calcolatore! Tu ci hai usati per migliorare, e poi ci stavi per buttare via come se fossimo vecchi giocattoli che non ti erano più utili! 
Non siamo qui per i tuoi comodi, Rukawa! Non siamo tuoi servi!" 
......... 
"Che male c'è a realizzare i propri sogni?" 
"Nessuno...se non si infrangono quegli degli altri...aspirazioni che anche tu hai contribuito a creare, ma che appartengono anche ad altri! E tu non hai nessun diritto di distruggerli!" 
Rukawa rispose con una calma che sfiorava la dolcezza: 
"Io non li avrei distrutti" 
"No?! E non pensi a Kogure? Al Gorilla, e a Mitchy?! Il loro sogno, vincere il Campionato, si basa anche su di te! È la loro ultima occasione, e tu lo sai benissimo! Come puoi fare loro una cosa del genere, dopo averli illusi per tutto questo tempo?!" 
Rukawa scosse la testa. 
"Il tuo discorso mi annoia. Non capisco perché tu te ne sia venuto qui a farmi questa scenata. Vattene, devo diventare il numero uno del Giappone!" 
"E...non dici nulla?!" 
"Si può sapere dov'è il problema? Non sono partito, aiuterò gli altri nel loro sogno così diventerò il numero uno, che hai da continuare a parlare?" 
L'espressione di Hanamichi scivolò dal furibondo all'incredulo. Poi chiuse gli occhi, abbassando lievemente le spalle. 
Infine rise, passandosi una mano tra i capelli. 
"Dovevo immaginarlo, era inutile venire qui. Ho sbagliato momento per alzare la mano. Altro che seconda chance! 
Sei un meschino egoista, talmente pieno di boria da considerare lecito ogni tuo capriccio. Pensavo fossi migliore. 
Però finalmente ho capito perché tu non abbia amici" 
e se ne andò, lasciando la volpe scioccata. 
'Che intendeva con quella parole? Che ne può sapere lui?' 
Fissò il punto dove il rossino era sparito. 
Che l'avesse compreso? La ragione che gli era sempre sfuggita, la spiegazione sempre di un soffio fuori portata...il perché non avesse nessuno accanto? Non ripetevano tutti "Sii te stesso e tutto andrà bene?" Lui lo era sempre, eppure continuava a essere solo. 
E quel pazzo coi capelli di fuoco...pretendeva di aver trovato la soluzione. 
Sbuffò. 
'Non pensare scemenze, stava facendo il buffone come al solito. Dai, che devi recuperare il tempo perduto con quello scemo!' 

Hanamichi trovò i suoi amici aspettarlo fuori dalla palestra. 
"Hana, il Gorilla è dentro che ti aspetta con il resto della squadra. Sei sicuro che..." 
Il viso di Yohei tradiva ciò che sapeva. 
Il rossino scosse la testa, entrò e chiuse la porta. 
Mito si allontanò un paio di metri, cercando di districarsi in quella faccenda. 
Questa volta erano davvero nei casini. 
Una rissa si può sedare, ma il comportamento di Rukawa aveva toccato corde più delicate. 
Okuso gli si avvicinò: 
"Yohei, che faremo se Rukawa tenterà di entrare con la forza?" 
Il ragazzo scosse la testa: 
"Non preoccupatevi, non lo farà. Ci ha visti contro la banda di Mitsui, sa che non può fare nulla da solo. È intelligente, anche se arido" 
......... 
"Oh, lupus in fabula!" 
Noma si alzò pulendosi i pantaloni. 
Rukawa li vide subito dopo, ma fece apparentemente finta di nulla. 
Il ciccione e quello coi baffetti erano appoggiati alla porta. 
Il biondo era davanti a loro, subito alle spalle dell'unico che rispettava. 
Non era il caso di mettersi a scherzare col fuoco. 
Si fermò davanti a lui. 
Il ragazzo non parlò, ma gli tese un biglietto. 
Rukawa, incuriosito, lo lesse. 
|Aspetta nei paraggi finché non ti chiamiamo. Il capitano Akagi e il vice capitano Kogure| 
La volpe guardò Yohei: 
"Cosa c'entrate voi?" 
"Solo che Akagi ci ha chiesto di tenerti fuori" 
"Hn" 
I due si fronteggiarono in silenzio. 
.................. 
Dalla porta vennero strani rumori. 
Takamiya si scollò dal legno: 
"Ehi, aprono" 
Sbucò la testa rossa di Hanamichi, che fece per rivolgersi a Mito. 
Poi vide la volpe, e si bloccò. 
Lo guardò, poi lo invitò a entrare con un cenno del capo. 
Mito e gli altri si aprirono, e Rukawa entrò nella palestra. 
C'era tutta la squadra, e Ayako. Anzai mancava. 
Sentiva su di sé lo sguardo di tutti. 
Sakuragi aveva lasciata aperta la porta, e anche l'Armata si era affacciata. 
Akagi e Kogure gli si avvicinarono, porgendogli un foglio. 
Lo aprì e lo lesse. 
Spalancò gli occhi, poi li ridusse a due fessure. 
Lo stracciò, gettando a terra i frammenti bianchi, candidi fiocchi di neve sul parquet ocra bruna. 
Non permise alla sua rabbia di modificare i suoi lineamenti. 
E neppure la sua voce ne risentì. 
"Non avete il diritto di sospendermi" 
"Sì che lo abbiamo. Ma non prenderla come una punizione" 
"Una punizione per quale colpa?" 
"Non puoi pretendere che dopo averci quasi gettati come fazzoletti sporchi noi te la si faccia passare liscia!" 
"Ryota!" 
Il play sostenne in silenzio lo sguardo carico d'ira della matricola. 
"Non è una punizione. Ma un periodo di riflessione per farti meditare sul tuo comportamento nei nostri confronti. Fai la doccia e torna a casa. Lì pensa al tuo modo di fare. Tra una settimana tutto sarà dimenticato" 
Rukawa li guardò, uno a uno. 
Le matricole non sostennero il suo sguardo di ghiaccio infuocato. E nemmeno quelli di seconda non titolari. 
Mentre gli occhi di Akagi, Kogure e Miyagi erano colmi di risentimento, quelli di Mitsui di triste impotenza. Il rossino era appoggiato vicino alla porta, a occhi chiusi. 
Quegli idioti dei suoi amici lo fissavano a bocca aperta, incapaci di credere che realmente fosse appena stato buttato fuori. 
Scosse la testa, e se ne uscì con una risatina di scherno. Poi si diresse senza una parola negli spogliatoi. 
Miyagi strinse i pugni, e non lo aggredì solo perché Ayako si piazzò davanti a lui. 
Mitsui fissò la porta chiudersi, poi gli andò dietro: 
"Non va bene così!" 
"Mit..." 
"No Akagi, penso sia meglio lasciarlo andare a parlare con Rukawa" 

"Rukawa ascolta, parlerò col signor Anzai, ti farò tornare in squadra prima possibile!" 
Il koahi lo squadrò senza fiducia: 
"Perché dovresti?" 
"Io ho votato contro la tua sospensione" 
La matricola prese il sapone: 
"Perché?" 
"Non mi è piaciuto quello che stavi per fare, ma se hanno dato un'altra possibilità a me non vedo perché la debbano negare a te" 
Rukawa si bloccò a pochi passi dalle docce. 
Di nuovo quelle parole...seconda opportunità. 
Mitsui gli si avvicinò: 
"Cos'hai detto ad Hanamichi?" 
"Che c'entra il carciofo?" 
Il Mago dei tre punti sospirò: 
"Prima della pausa votava a tuo favore. Dopo la pausa, contro di te. L'ho visto dirigersi verso il campetto più vicino, dov'eri sicuramente anche tu. Allora, che gli hai detto?" 
"Perché votava per me?" 
"Perché a quanto ho capito ha lasciato anche lui il club, ma è tornato senza problemi. Un po' come me, credo" 
"Senza la rissa" 
lo corresse inelegantemente l'altro. 
Mitsui scosse la testa. Quel testone se le andava proprio a cercare! 
"Rukawa, cerco di aiutarti..." 
"Lascia perdere. Non ne ho bisogno" 
Mitsui rimase pietrificato. 
"Ma sei scemo? Ti hanno appena buttato fuori dalla squadra, e dici che non ti serve aiuto?" 
"Esatto" 
Per farla finita, la volpe aprì il getto d'acqua e si lavò velocemente. 
Mitsui tirò un pugno a un armadietto, sdegnato: 
"Fai a farti fottere, Rukawa!" 
............... 
Rukawa appoggiò la testa al muro. 
L'eco della porta sbattuta da Mitsui si era appena spento. 
Chiuse l'acqua, e tornò nello spogliatoio. 
Lui, la matricola più forte della prefettura, sbattuto fuori dalla squadra. 
Perché? 
Perché non avevano capito cosa l'America rappresentasse per lui? 
E quel rossino si era messo pure a fargli la predica! Ma come osava! 
Si morse le labbra. 
Non poteva permettersi di perdere una settimana di allenamenti in una squadra. 
Doveva diventare il migliore. A qualsiasi costo, ignorando tutto il resto, che in fondo sapeva benissimo essere irrilevante, per lui. 
Doveva continuare ad allenarsi ad alto livello. 
Ma come? 
Strinse gli occhi e uscì con calma, diretto a un altro campo da basket. 
Doveva allenarsi. Fino allo sfinimento. 
Poi li avrebbe battuti con la loro stessa arma. 

Il Gorilla li richiamò al centro della palestra. 
"Andate tutti a casa. È inutile allenarci. Riposatevi, distraetevi, non pensateci. Ci vediamo qui domani" 
Si lavarono senza fretta, felici che se ne fosse già andato, e si dispersero come foglie in un mulinello. 
Molti di loro provarono un gran senso di vergogna, passando davanti al suo armadietto. 
Hanamichi non parlò né con Yohei e gli altri né con i suoi compagni di squadra. 
Si diresse direttamente a casa, e si buttò sul letto. Si morse un labbro. 
Avrebbe pagato oro, per sapere cosa stesse facendo quel maledetto. 
E il doppio, per capire quella strana, incomprensibile sensazione che lo riempiva da quando aveva parlato con lui. E non era solo il suo cuore a sanguinare. 
Perché ci stava male da morire. 
Quella era l'occasione buona per liberarsi di lui, per essere il numero uno della squadra, invece...l'aveva addirittura difeso. 
Ma perché? Perché? Solo perché gli piaceva? Ma era stato il suo cervello a parlare, in quei minuti...non il suo cuore. Non lo voleva nel team, era ancora troppo bravo...e poi, lontano dagli occhi, lontano dal cuore...o no? Non riusciva a districarsi in tutti quei pensieri... 
"Non sono così illuso da non sapere che non ho speranze...almeno potrei tentare di dimenticarti...o soffrire un po' meno..." 
Tirò un pugno al cuscino. 
Chi si credeva di essere quella volpe per trattarli così? 
Era bravo, nella sua solitudine lo ammetteva senza problemi, però...anche loro lo erano. 
Eppure a lui non sembrava importasse. 
Nulla. 
Lui...probabilmente li considerava solo un mezzo per raggiungere il massimo. 
Di nuovo quegli spilli nel cuore. 
'Kaede Rukawa...perché ci sdegni tanto?' 
E perché lo rendeva così...disperato, il sentirsi disprezzato? Come se non lo sapesse che non erano nulla per lui. Avrebbe dovuto esserne vaccinato, ormai. 
In fondo, lo conosceva, quel caratteraccio...ci faceva a botte tutti i giorni. Anche se ultimamente nessuno di loro due si faceva veramente male. Il che lo stupiva, soprattutto da parte di Rukawa. Non vi era ragione per lui di limitare la forza. A parte forse...che Rukawa... 
Scosse la testa, ridendo tra le lacrime. Lo sapeva che si stava ingannando...e che se l'avesse visto, probabilmente l'avrebbe pregato di chiedere scusa... 
"No! Io non mi posso abbassare a fare certe cose con lui...non me lo posso permettere...non mi posso scoprire tanto...non voglio che cambi nulla tra noi...o non avremmo davvero niente...e questo non potrei sopportarlo..." 




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