DISCLAIMER: I personaggi non sono miei, ma
appartengono a Rumiko Takahashi.
NOTE: La storia e' ambientata poco dopo il primo incontro tra i due fratelli
In una notte di luna piena
di Noa Izumi
La notte procedeva tranquilla, mentre un vento
leggero l’accarezzava facendo tremolare le foglie degli alberi e
allontanando le nubi. Inuyasha sedeva silenzioso sul ramo di una quercia,
osservando dall’alto il bosco e il villaggio illuminati dalla luna piena.
L’incontro con il fratello lo aveva turbato molto profondamente e non
riusciva a smettere di pensarci.
Strane e forti emozioni avevano agitato il suo animo quando gli occhi di
ghiaccio di Sesshomaru lo avevano fissato con intensità, mentre la voce
altera gli ripeteva di arrendersi perché troppo inferiore a lui per riuscire
a vincere. Certo, l’atteggiamento sprezzante del fratello lo aveva riempito
di rabbia, e la sua sorprendente rapidità gli aveva procurato ammirazione e
paura, però c’era stato anche qualcos’altro, qualcosa che non riusciva a
definire, come il brivido lungo la schiena ogni volta che aveva posato lo
sguardo sulla figura alta e nobile di Sesshomaru. O come il calore intenso
che gli era salito dal ventre quando si era ritrovato il viso del fratello a
pochi centimetri dal suo, e nonostante quella mano letale a serrargli la
gola. Non riusciva proprio a capire quelle sensazioni e non riusciva a
liberarsi di loro, continuava ad evocarle e ad analizzarle, e a rimanerne
invariabilmente turbato.
Nel frattempo, Sesshomaru scendeva, a bordo di una barca, lungo il fiume che
arrivava fin nei pressi del villaggio. Si stava dirigendo proprio da
Inuyasha, anche lui colpito dal loro precedente incontro, ma ben
consapevole, a differenza del fratello, della natura delle proprie emozioni.
Quando aveva fissato da vicino gli occhi d’ambra del mezzo demone, e ne
aveva sentito l’odore selvaggio e impuro, aveva avvertito acutissimo il
desiderio di strappargli immediatamente tutti gli abiti di
dosso e di possederlo. Ma quello non era né il luogo né il momento giusto
per dar sfogo alla lussuria, aveva ben altro di cui occuparsi, e così aveva
dominato le proprie pulsioni e si era concentrato sullo scontro. Adesso
però la lotta era finita, poteva finalmente dar libera soddisfazione ai
suoi desideri, e la luna piena, che risplendeva incontrastata nel cielo,
non faceva che aumentare la sua eccitazione.
Man mano si avvicinava al villaggio, Sesshomaru espandeva la sua aura
demoniaca, con la precisa intenzione di avvertire il fratello del suo
arrivo e farsi raggiungere. Ben presto, infatti, Inuyasha percepì la
presenza di un’aura familiare e si riscosse dai suoi pensieri. Drizzò le
orecchie mettendosi in allerta, e cominciò ad annusare l’aria per capire
dove si trovasse il demone che tanto aveva turbato il suo animo. Una volta
individuatolo, si diresse a rapidi balzi verso la riva del fiume, dove
appunto trovò Sesshomaru che lo stava aspettando.
I due si scrutarono in silenzio per alcuni istanti. Inuyasha era molto
agitato, i sentimenti confusi che già lo turbavano si acuirono
ulteriormente alla vista del fratello e si mescolarono all’inquietudine per
quella visita inaspettata. Perché era venuto lì? Quali erano le sue
intenzioni? Sesshomaru continuava a rimanere immobile senza parlare, e lo
fissava con uno sguardo strano. Non riuscendo a resistere alla tensione, il
mezzo demone si fece avanti e cominciò a parlare con tono aggressivo.
-Perché sei qui? Cosa sei venuto a fare?-
L’altro sorrise malizioso -Prova ad indovinare…-
La Tessaiga! Il primo pensiero d’Inuyasha fu per la spada lasciatagli dal
padre, e si ricordò con apprensione d’averla dimenticata nella capanna di
Kaede. Se Sesshomaru avesse cercato di raggiungerla non avrebbe potuto
fermarlo, era molto più veloce di lui e sarebbe arrivato là in un lampo.
Tuttavia, mantenne un atteggiamento spavaldo per non dare al fratello anche
il vantaggio della soggezione.
-Non ti vuoi arrendere, eh? La Tessaiga appartiene a me, non te la lascerò
mai!-
-Mpf… Non è la Tessaiga ciò che voglio- rispose Sesshomaru divertito
-Quello per cui sono venuto… sei tu!- e rapido come un fulmine si avventò
su di lui, afferrandolo per la gola e immobilizzandolo contro un albero.
Inuyasha non ebbe nemmeno il tempo di vederlo avvicinarsi che si ritrovò la
mano stretta attorno al collo e il tronco che gli premeva la schiena.
Istintivamente, afferrò il braccio del fratello con entrambe le mani per
cercare di liberarsi, ma era talmente confuso e agitato da non accorgersi
che la presa di Sesshomaru non era così forte da soffocarlo, si limitava a
tenerlo fermo. Intanto gli occhi di ghiaccio del demone lo fissavano con
intensità, in paziente attesa che gli sbollisse la paura e che si
accorgesse di loro, per dare inizio all’opera di seduzione. Ben presto,
infatti, Inuyasha fu costretto a notarli e a fissarli a sua volta, finendo
di nuovo preda di quelle sensazioni contraddittorie che già lo avevano
turbato all’incontro precedente. Sesshomaru, inebriato dal profumo
selvaggio del mezzo demone, accostò maggiormente il viso a quello del
fratello per meglio ammirarne le fattezze e la pelle bianca, e già
immaginava il piacere di accarezzarne il corpo atletico. Lo sguardo
incantato e il respiro corto d’Inuyasha lo informarono che non avrebbe
dovuto faticare molto per persuaderlo. Si avvicinò ancora di più e
lentamente, sempre fissandolo negli occhi e carezzandogli delicatamente il
collo con il pollice. Inuyasha, completamente stordito dallo sguardo
penetrante del fratello, rimase immobile, incapace di reagire in qualsiasi
modo, lasciando che Sesshomaru schiudesse le labbra sulle sue e iniziasse a
baciarlo. Un calore intenso lo avvolse sciogliendo le sue ultime
resistenze, così si abbandonò contro l’albero e cominciò a rispondere al
bacio. Il fratello lasciò la presa sulla gola e spostò la mano sulla nuca
per accostarlo di più a sé, mentre Inuyasha lo abbracciava aggrappandosi al
suo kimono.
L’incontro tra le loro bocche divenne sempre più famelico, spinto dal
desiderio che divorava entrambi, e le mani dell’uno stringevano l’altro con
impeto, quasi volessero compenetrarsi.
Sesshomaru staccò le labbra da quelle del mezzo demone e incominciò a
baciargli il mento e la mascella, alternando ai baci dei piccoli morsi.
Inuyasha reclinò il capo all’indietro, lasciando che le dita del fratello
gli scendessero lungo il collo e si insinuassero nella casacca. La bocca e
la mano dello yokai lo gratificavano di un piacere sconosciuto, al quale
era difficile sottrarsi, ma un miscuglio di sentimenti contraddittori
turbava ancora il suo animo, rendendolo incapace di guardare il fratello
negli occhi e portandolo così a tenere le palpebre serrate.
Sesshomaru slacciò la giacca d’Inuyasha e l’aprì fino a scoprire
completamente il torace muscoloso, che cominciò ad accarezzare gentilmente
con la punta delle dita, mentre con le labbra scese a baciare il collo. Non
aveva alcuna fretta di arrivare all’atto culminante, il sapore del fratello
era talmente squisito che voleva goderselo con tutta calma, così si muoveva
lentamente su di lui, giocando con la sua eccitazione, alternando ora la
pressione dei polpastrelli, ora la punta degli artigli. Di tanto in tanto
socchiudeva gli occhi per vedere l’effetto delle sue carezze, e Inuyasha,
obbediente, rispondeva a quei tocchi con sospiri e mugolii. Stanco del
collo, il demone si abbassò a succhiare il petto, dove le gocce di sudore
imperlavano la pelle candida, e cominciò a raccoglierle una ad una con la
lingua. Nel frattempo, aveva fatto scivolare la mano dietro la schiena e
aveva iniziato ad accarezzarla, disegnando il profilo delle vertebre e dei
muscoli con le unghie. Quel contatto procurava ad Inuyasha una strana
combinazione di piacere e di dolore e faceva aumentare la sua eccitazione,
mentre la confusione che si agitava in lui iniziava finalmente a
dissolversi per dare un nome al sentimento che provava per il fratello:
attrazione.
Sesshomaru, intanto, aveva iniziato a leccare e a mordicchiare i capezzoli
d’Inuyasha, ben deciso a non concedergli nessuna tregua e a portarlo al
culmine del desiderio. Il suo, infatti, era già all’apice, stimolato, oltre
che dal sapore stuzzicante del mezzo demone, dai suoi gemiti sommessi, ma
prima di appagare le proprie pulsioni Sesshomaru voleva assicurarsi la
completa arresa del fratello, e impiegava tutte le sue arti erotiche per
farlo cedere.
Con un ultimo piccolo morso abbandonò i capezzoli e scese sul ventre, che
ricoprì per intero di baci umidi e famelici, puntando lentamente verso
l’ombelico e ancora più giù. Le dita lungo la schiena seguivano il medesimo
percorso della bocca e alla fine arrivarono al bordo dei pantaloni.
Inuyasha trattenne involontariamente il respiro quando si accorse che la
mano dello yokai gli stava abbassando i pantaloni e cominciava ad
accarezzargli i glutei. Le unghie si insinuarono nella fessura e iniziarono
a stuzzicare l’ano, mentre davanti la bocca dispettosa vagava sulle cosce
ed evitava volutamente i genitali. Per il mezzo demone era una tortura
insopportabile, che esasperava il suo desiderio senza mai arrivare ad
appagarlo. Non riuscendo a resistere più a lungo, dischiuse infine gli
occhi verso il fratello, e gli accarezzò il capo come a chiedergli di dare
finalmente soddisfazione alla sua eccitazione. Sesshomaru rispose al suo
sguardo e decise di accontentarlo, così si avvicinò al sesso eretto
d’Inuyasha e cominciò a leccarlo. Lo percorse avanti e indietro con
lentezza più volte, poi, quando fu inumidito come si deve di saliva, lo
ingoiò fino alla base e prese a succhiarlo. L’hanyo iniziò a gemere e
affondò le mani nei capelli dello yokai, stringendo le ciocche bianche tra
le dita. Non ci volle molto perché il mezzo demone arrivasse all’orgasmo e
riempisse la bocca del fratello con il suo seme. Dopo, si abbandonò contro
l’albero e si lasciò scivolare a terra semi incosciente. Sesshomaru intanto
si era rialzato e, allontanatosi di qualche passo, cominciò a togliersi i
vestiti, intenzionato ad appagare la propria eccitazione questa volta.
Mentre si riprendeva appoggiato al tronco, Inuyasha osservava il fratello
spogliarsi e ne ammirava il corpo nudo illuminato dalla luna piena. Fece
scorrere lo sguardo sui muscoli possenti, anche più dei suoi, e sulla pelle
candida esaltata dalla luce lunare, e si sentì nuovamente eccitato. Allora
si alzò, liberandosi degli indumenti, e si avvicinò a Sesshomaru, che lo
guardava sorridente. Si fissarono negli occhi, in silenzio, per qualche
istante, poi Inuyasha cinse il fratello per la vita e cominciò a baciarlo.
All’inizio fu un morbido gioco di lingue, accompagnato da carezze leggere
in punta di dita, poi la passione ebbe il sopravvento e il bacio divenne
profondo e selvaggio, mentre le mani vagavano convulsamente sui corpi
sudati. Ad un tratto il mezzo demone staccò le labbra da quelle dello yokai
e si avventò sul suo collo, mordendolo famelico. A Sesshomaru scappò un
lamento soffocato, i modi d’Inuyasha erano decisamente brutali e
precipitosi, proprio come il fratello del resto, e ne tradivano
l’inesperienza. Non per questo, però, erano meno piacevoli, e, in quanto
all’esperienza, ci avrebbe pensato lui! Gli passò la mano tra i capelli e
lo strinse a sé per la nuca. Intanto, l’hanyo aveva cominciato a baciargli
il petto in cerca impaziente dei capezzoli, e quando li trovò, li prese a
succhiare avidamente, mentre con le dita gli accarezzava la schiena,
calcando le unghie sulla pelle. Del resto Inuyasha era troppo eccitato e
troppo ansioso per essere delicato, o per imitare i gesti lenti e sensuali
che il fratello aveva adottato con lui, agiva d’impulso, facendo quello che
il desiderio gli imponeva al momento. Adesso che aveva finalmente capito le
emozioni che lo agitavano, voleva lasciarsi completamente travolgere da
loro e soddisfarle fino in fondo. Voleva riempirsi la bocca del sapore acre
della pelle del fratello, voleva inebriarsi del suo profumo intenso e
deciso, voleva accarezzarne il corpo virile, e lo voleva subito. Si staccò
dai capezzoli e scese sul ventre, alternando baci e piccoli morsi, e
percorrendo con la lingua il profilo dei muscoli. Sesshomaru reclinò il
capo all’indietro socchiudendo gli occhi, mentre con la mano risaliva la
testa d’Inuyasha fino alle orecchie canine e iniziava a carezzarle.
Arrivato al sesso eretto del fratello, il mezzo demone si fermò incerto,
era la prima volta per lui e, sebbene preda del desiderio, non sapeva bene
come fare.
Sollevò lo sguardo verso lo yokai che lo fissava ansioso da sotto le
palpebre socchiuse, e il suo viso acceso dal piacere, nonché un gemito
d’impazienza, lo fecero risolvere a proseguire. Prese, allora, il membro di
Sesshomaru e iniziò a leccarlo dalla base alla punta, e poi di nuovo
indietro, ricoprendolo interamente di saliva. Continuò con questo gioco per
diversi minuti, concentrandosi particolarmente sull’apice dell’asta, prima
di prenderla in bocca e cominciare a muoversi avanti e indietro. La mano
che vagava tra i suoi capelli divenne via via più rude, forzandolo ad
accelerare il ritmo per soddisfare la voglia incontenibile del fratello,
che sembrava gradire parecchio la tecnica un po’ maldestra del mezzo
demone. L’eccitazione d’Inuyasha non faceva che crescere ad ogni gemito
dello yokai e così anche la cadenza dei suoi movimenti. Sesshomaru, a sua
volta, iniziò a spingere il bacino verso di lui, abbandonandosi
completamente a quel piacere ruvido cui non era abituato, ma che riusciva
non di meno a saziare la sua libidine. E ben presto, appunto, fu
completamente sazio. Dopo, si sdraiò lentamente a terra per riprendere
fiato, mentre il fratello lo guardava ancora eccitato e per nulla
intenzionato a dargli tregua. Infatti, iniziò quasi subito a leccare via le
gocce di sudore dalla pelle candida del demone, mescolandone così il sapore
a quello amaro del seme che aveva ancora in bocca. Risalì senza fretta
dalle gambe verso il torace ansante, dove si fermò a mordicchiare i
capezzoli provocando i mugolii sommessi del proprietario, e terminò il suo
percorso sulla gola, sollevandosi poi a guardare in viso lo yokai. I due
fratelli si scrutarono a lungo in silenzio, mentre la luce della luna piena
faceva brillare i loro capelli argentei, poi Inuyasha si chinò nuovamente
su Sesshomaru e ne sfiorò le labbra con la punta della lingua. Si alzò
ancora un po’ e andò a leccare la mezzaluna nera sulla fronte, ma la mano
del demone lo riportò giù ad occuparsi della sua bocca assetata, e lo serrò
in un bacio fatto di lingue e labbra che si rincorrevano senza sosta. Il
desiderio di entrambi ricominciò a crescere, manifestandosi nei membri di
nuovo in erezione che premevano l’uno sul ventre dell’altro. Lentamente,
Sesshomaru fece scivolare Inuyasha al suo fianco, e con la mano afferrò il
sesso del fratello, che lo imitò quasi subito, iniziando ad accarezzarlo.
Nel frattempo le loro bocche continuavano a baciarsi con furia, quasi
avessero voluto divorarsi a vicenda, scambiandosi umori e gemiti. Ad un
tratto, la mano del demone allontanò quella dell’hanyo dal suo pene, e
chiuse entrambi i membri in unica stretta, facendoli strofinare l’uno
contro l’altro e massaggiandoli contemporaneamente. Mentre le loro gambe si
accavallavano per aumentare il contatto tra i corpi sudati, Inuyasha si
afferrava alle spalle del fratello e si stringeva a lui, inebriato da quel
piacere nuovo e intenso. I suoi mugolii erano musica per le orecchie di
Sesshomaru che sentiva crescere dentro l’eccitazione e il desiderio di
possederlo completamente, e quando arrivò a non poter resistere oltre,
lasciò andare i due sessi, sollevò la coscia d’Inuyasha e lo penetrò in un
colpo solo. Il mezzo demone soffocò un singulto mordendo la spalla del
fratello e si irrigidì per un istante, poi iniziò a muoversi seguendo il
ritmo delle spinte e il piacere riprese ad aumentare. Sesshomaru premeva
con foga contro il bacino dell’hanyo e gli affondava le unghie nella carne
bianca della coscia, ormai incapace di controllare i propri istinti.
Infatti, il suo fu il primo orgasmo ad esplodere, riempiendo il fratello di
un liquido caldo e denso.
Quando anche Inuyasha raggiunse l’acme del piacere, i due restarono
abbracciati in silenzio per un lungo tempo, mentre i cuori riprendevano il
loro battito regolare e i respiri si acquietavano. Poi, lentamente, si
sciolsero dall’abbraccio e si stesero supini sull’erba a guardare la luna
che inondava il cielo con la sua luce argentata, mentre il vento
accarezzava leggero la loro pelle nuda, imperlata di sudore.
Alla fine, Sesshomaru si alzò senza dire una parola e andò a raccogliere i
propri abiti, cominciando a rivestirsi, mentre Inuyasha si girava su un
fianco a guardarlo, la mano appoggiata alla guancia.
Una volta fatto, il demone si rivolse verso il fratello, sorridendogli
malizioso.
-Credo che avremo occasione di incontrarci spesso in futuro… e
approfondiremo meglio il discorso iniziato stasera!- concluse suadente.
-Mpf! Non chiedo di meglio!- rispose spavaldo l’hanyo.
Con un ultimo sguardo di saluto, lo yokai salì sulla barca e si allontanò
nella stessa direzione da cui era venuto, lasciando Inuyasha a fissare la
sua sagoma che scompariva poco alla volta nella notte.
FINE
|